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Francesco sgrida i vaticanisti: «scrivono ciò che non penso»

Francesco su aereoNell'ottobre scorso UCCR ha pubblicato un articolo in cui riassumeva tutte le falsità e le manipolazioni dei vaticanisti italiani sul Sinodo per la Famiglia voluto da Papa Francesco. Per ognuno abbiamo osservato i tentativi di orientare l'opinione pubblica verso direzioni opposte a quelle emerse dal Sinodo, a contrapporre fazioni diverse di cardinali patteggiando apertamente per quella più mediaticamente "simpatica".

L'obiettivo era mostrare una Chiesa in guerra, divisa, pronta allo scisma e dunque inquinare l'autenticità del responso, rendere la verità che proclama come relativa e far apparire la sua voce inattendibile davanti all'opinione pubblica. Ancora oggi ci scrivono lettori confusi e arrabbiati con Papa Francesco perché si sono ridotti ad informarsi sui quotidiani, cadendo nella trappola della disinformazione. Da te

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Il giudizio di Francesco: «la famiglia è una sola, quella naturale»

Francesco advocatePapa Francesco è tornato a parlare di famiglia con parole chiare, lo ha fatto al Colloquio internazionale sulla complementarietà tra uomo e donna, svoltosi l'altro ieri in Vaticano. Il consiglio, come sempre, è quello di leggere il discorso integralmente, qui riporteremo solo i passaggi più significativi.

E' innanzitutto significativo rilevare che per Francesco non esistano modelli alternativi di famiglia e non esistano "nuove famiglie": «Opportunamente vi siete riuniti in questo colloquio internazionale per approfondire il tema della complementarietà tra uomo e donna. In effetti, questa complementarietà sta alla base del matrimonio e della famiglia, che è la prima scuola dove impariamo ad apprezzare i nostri doni e quelli degli altri e dove cominciamo ad apprendere l’arte del vivere insieme». Non

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Le corbellerie di Gilberto Corbellini contro il discorso del Papa

Gilberto CorbelliniAnche oggi, come ieri, parliamo del dirompente discorso di Papa Francesco all’Associazione medici cattolici italiani. Parole durissime -a favore dell'obiezione di coscienza, contro l'aborto, l'eutanasia, la fecondazione assistita e contro la loro giustificazione tramite una "falsa compassione"- come mai utilizzate da lui e, forse, nemmeno dai suoi predecessori. Parole che hanno fatto il giro del mondo mediatico, con pochi tentativi di annacquare un intervento assai scomodo per la "cultura dello scarto".

Con poche parole -qui il discorso integrale- sono state demolite le ricostruzioni dei vaticanisti più gettonati dei media laicisti -da Marco Politi

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Il giudizio di Francesco: «aborto è uccidere, eutanasia è contro Dio»

Papa francescoChi sono io per giudicare? ripetono instancabilmente i sostenitori della cultura dello scarto, prima di spiegare che Papa Francesco non vorrebbe più intervenire sui temi bioetici -come il predecessore- ed invitando i cattolici a fare altrettanto. Peccato che Francesco, come insegna il Catechismo, in quell'occasione abbia semplicemente ribadito che il giudizio non è verso le persone, ma verso i comportamenti (non gli omosessuali ma gli atti omosessuali, non il peccatore ma il peccato).

Un giudizio di enorme portata, infatti, è stato rivolto oggi dal Pontefice in un vibrante discorso in difesa della vita umana, in occasione dell'udienza concessa all’Associazione medici cattolici i

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Francesco come Dobzhansky: «l’evoluzione è la creazione di Dio»

FrancescoLe recenti parole di Papa Francesco alla Sessione Plenaria della Pontifica Accademia delle Scienze hanno prevedibilmente scosso gli animi del laicismo conservatore. Parlando di Benedetto XVI, il Pontefice ha spiegato che «certo di lui non si potrà mai dire che lo studio e la scienza abbiano inaridito la sua persona e il suo amore nei confronti di Dio e del prossimo, ma al contrario, che la scienza, la saggezza e la preghiera hanno dilatato il suo cuore e il suo spirito».

Bellissima, inoltre, la riflessione di Francesco sull'evoluzione biologica: «Quando leggiamo nella Genesi il racconto della Creazione rischiamo di immaginare che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di fare tutte le cose. Ma non è così. Egli ha creato gli esseri e li ha l

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Il Francesco d’Assisi che avete in mente non è mai esistito

San FrancescoUn'ombra dolciastra e sentimentalista aleggia attorno al patrono d'Italia, San Francesco d'Assisi, la cui festa si celebra questo mese. Ai bambini spesso lo si descrive come un matto mansueto che in solitudine parlava con gli animali e agli adulti si racconta che fosse ossessionato dalla povertà materiale, alla quale anteponeva, come preoccupazione, quella spirituale. L'ideologo della povertà e del buonismo, insomma. Frank Rega, autore del recente libro "Saint Francis of Assisi and the Conversion of the Muslims" ha affermato: «se volete ridurre questo santo ad un assistente sociale glorificato, un amante della natura e definirlo il primo hippie della storia, state facendo un pessimo servizio alla sua vera eredità».

Dario Fo è uno di coloro che hanno più diffuso il tradimento di San Francesco in Italia, come

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Prosegue l’ “effetto Francesco”

Francesco bambinoCome ormai ampiamente noto, l’elezione di Papa Bergoglio ha suscitato grande entusiasmo nel mondo sia ecclesiale che civile. Al punto che si è più volte parlato di un “effetto Francesco” con molte e variegate ripercussioni, di cui ci siamo occupati più volte. Non ultime, da parte di laicisti e teologi progressisti, l’attribuzione al vescovo di Roma delle proprie opinioni.

Ecco altri spunti recenti circa l’ “effetto Francesco”, e altre buone notizie che possono aver risentito indirettamente di questa ondata di entusiasmo:

- “Francesco” è diventato il nome più diffuso tra i neonati italiani;

- nella statunitense Miami, in larga parte composta da latinos spesso tiepidamente cattolici, si verifica un

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Il sociologo Bauman: «Francesco è una chance per l’umanità»

Bauman e FrancescoUna delle affermazioni più usate da chi si ritiene troppo emancipato per essere cristiano è che le religioni sarebbero una via di fuga dai problemi della vita, dalla morte e dalla malattia. Un rifugio dove riparare, pensando all'aldilà piuttosto che all'aldiquà. Lo confermerebbe il fatto che la religione sarebbe più diffusa in aree del mondo povere e piene di miseria (su questo abbiamo già riflettuto in passato).

Come tutte le spiegazioni che resistono per più generazioni, anche questa contiene una parte di verità: le religioni sono effettivamente un tentativo umano di approdare al quel mistero a quella "X" che chiunque percepisce come completamento di sé. L'uomo che riflette seriamente e onestamente su se stesso riconosce di essere teso continuamente verso un qualcosa, in ricerca verso una soddisfazione che n

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Francesco e Martini contro i teologi new age

EsorcismoE' palpabile l'imbarazzo di molti vaticanisti politicamente corretti, come Paolo Rodari, citare tutte le volte che Papa Francesco parla del diavolo, di Satana, un inquilino che certa teologia impaurita dalla modernità ha banalizzato e ridotto a mito.

Già il giorno dopo l'elezione al soglio pontificio, Francesco spiegava che «quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del Diavolo, la mondanità del Demonio». Eppure Vito Mancuso, dall'alto della sua cattedra in teologia, replica fieramente: «Io non credo nell’esistenza del diavolo ma credo nella diabolicità». Evidentemente il "principe del mondo", come viene definito nei Vangeli, ha già vinto la battaglia contro Mancuso, usando l'astuzia di non far credere alla sua esistenza per meglio raggiungere i suoi sco

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San Francesco non è il mito laico e buonista creato dai media

San FrancescoSan Francesco, patrono d'Italia ma vittima di rivisitazioni. Addosso gli è stata cucita un'immagine pauperista e buonista che si discosta fortemente dal personaggio storico.

 

Dispiace ripetere quello che gli storici sanno benissimo e da tempo, ma la presenza di Papa Francesco oggi ad Assisi – e delle ormai consuete strumentalizzazioni -, impone un riassunto: san Francesco (1182 – 1226) fu un uomo diverso dalla caricatura dolciastra che, purtroppo con successo, gli è stata cucita addosso.

Perché? Per più ragioni. Tanto per cominciare, non era affatto un personaggio ossessionato dalla povertà materiale alla quale anteponeva, come preoccupazione, quella spirituale. Mai, infatti, esortò i bisognosi alla rivolta bensì, semmai, alla pazienza; fu seguito anche dai rampolli della nobiltà italiana del suo tempo ai quali disse che la povertà era una strada per il Paradiso senza però mai – attenzione – azzardarsi a suggerirla com

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