L’evoluzionista ateo Jerry Fodor contro i neodarwinisti e lo scientismo

«Darwinismo e creazionismo sono entrambi fallaci», esordisce su Il Foglio il professor Jerry Fodor. Lo scienziato è considerato uno dei maggiori studiosi nel campo delle scienze cognitive e della filosofia della mente. La Bbc lo ha definito «uno dei più importanti filosofi analitici del mondo». La banalità degli atei, ha accusato l’evoluzionista Fodor di “creazionismo”, a causa delle sue critiche a Darwin. Pubblicare un libro contro Darwin non è una grande novità negli Stati Uniti, dove esiste una viva e ricca letteratura critica della teoria darwiniana, ma il libro di Fodor e dello studioso italiano Massimo Piattelli-Palmarini, “What Darwin got wrong” (in Italia “Gli errori di Darwin” per Feltrinelli), è davvero un unicum. Perché il saggio demolisce il darwinismo dal punto di vista razionale e scientifico, pieno com’è di dati, fatti e meccanismi alieni dalla selezione naturale frutto di anni di ricerche sorprendenti. Com’era prevedibile, conoscendo la cultura ideologica anti-teista che sostiene il darwinismo radicale, centinaia di lettere di insulti si sono accumulate nel computer di Fodor dopo l’articolo sulla London Review of Books. Questo perché Fodor ha cercato di dimostrare che il darwinismo ortodosso è minato dall’interno, da nozioni che, per funzionare, presuppongono ciò che pretendono di spiegare. Lo scienziato afferma: «I neodarwinisti cercano di spiegare tutto con l’idea di adattamento, ma oggi sappiamo che non è così. La letteratura neodarwinista è del tutto priva di senso critico. Ci danno risposte non plausibili e tutta la teoria viene meno. Si scatena l’allarme se si tocca il darwinismo. Gli organismi si evolvono, ma la teoria di Darwin non è affatto coerente. Tanta gente non mi ha più parlato dopo l’uscita del libro. Anche senza Dio, la storia darwiniana è sbagliata. Si può osservare l’intero fallimento del progetto evoluzionista».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Premio Templeton 2010 al biologo evoluzionista Francisco Ayala

Il Premio Templeton 2010, assegnato per lavori riguardanti tematiche religiose e spirituali, è andato al celebre biologo e genetista cattolico Francisco J. Ayala. La rivista di divulgazione scientifica NewScientis lo ha intervistato sul rapporto tra scienza, fede e morale: «Ritengo che la scienza sia compatibile con la fede religiosa in un Dio personale, onnipotente e benevolo». In una precedente intervista lo scienziato si è aggiunto a coloro che attaccano le posizioni del fervente neo-darwinista Richard Dawkins, che da anni sta combattendo la sua battaglia teofobica: «Dawkins è stato un amico per più di 20 anni, ma sfortunatamente va oltre i confini della scienza nel fare dichiarazioni con cui antagonizza i credenti. E’ “fondamentalismo scientifico”, perché “implica una visione materialistica del mondo. Ma una volta che la scienza ha detto la sua, resta ancora molto di interessante da dire sulla realtà. E il senso comune ci dice che la scienza non può dirci tutto». Segnaliamo il suo interessante libro  intitolato Il dono di Darwin (San Paolo 2009), in cui ribadisce come l’evoluzione darwinistica (non ortodossa) sia un dono per la scienza ma anche per la religione. Ayala insegna all’University of California ed è stato Presidente del consiglio dell’American Institute of Biological Sciences e dell’American Association for the Advancement of Science. Ha vinto la National Medal of Science ed è attualmente membro delle più importanti accademie scientifiche del mondo (da Wikipedia).

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Abusi sessuali in America: meno del 2% riguarda sacerdoti cattolici

Sul quotidiano Il Foglio di oggi, compare un articolo di George Weigel, un importante cattolico americano, nel quale si parla in modo chiaro dei numeri che fomenterebbero la campagna anticattolica grazie agli abusi sessuali. L’autore dice: «Negli soli Stati Uniti, le statistiche indicano che ci sono circa trentanove milioni di giovani che hanno subito abusi sessuali. Tra il 40 e il 60% di essi hanno subito abusi a opera di familiari, compresi patrigni e fidanzati di ragazze-madri – il che dimostra che i bambini sono le principali vittime della rivoluzione sessuale, del divorzio e della cultura di Internet. La professoressa Charol Shakeshaft, della Hofstra University, sostiene che tra il 6 e il 10 per cento degli studenti di scuole pubbliche ha subito molestie nel corso degli ultimi anni – ossia, tra il 1991 e il 2000, circa 290 mila ragazzi. Secondo altri studi recenti, il 2 per cento dei molestatori sessuali erano preti cattolici – un fenomeno che è esploso tra la metà degli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta, ma che ora sembra praticamente scomparso». Continua il giornalista: «Ciononostante sui media di tutto il mondo i casi di abusi sessuale sono quasi esclusivamente una vicenda cattolica, nella quale la chiesa cattolica è raffigurata come l’epicentro delle violenze sessuali sui giovani, con esplicite allusioni a una sorta di cospirazione ecclesiastica criminale che continua ad alimentare gli abusi dei molestatori sessuali». Ecco parole e numeri che la chiesa dovrebbe utilizzare per smontare gli attacchi della stampa contro il Vaticano, commenta il quotidiano.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Carlo Castagna e i carcerati di Padova: ecco cosa vuol dire essere cristiani

L’11 dicembre del 2006 Olindo Romano e Rosa Bazzi compirono la strage di Erba. Carlo Castagna perse la moglie Paola, la figlia Raffaella e suo nipote Youssef, oltre a Valeria Cherubini, sua vicina di casa. L’opinione pubblica si stupì quando Carlo dichiarò di perdonare gli assassini dei suoi cari. Sul perdono ha scritto anche un libro insieme a Lucia Bellaspiga (Il perdono di Erba, Ancora 2009), il cui ricavato andrà all’associazione di aiuto ai disabili per la quale lavorava Raffaella. Su Il Sussidiario Castagna racconta cosa significhi essere cristiani, cosa voglia dire tornare a sperare e sopratutto saper perdonare: «Cristo, con la sua morte in croce, è stato il primo a percorrere la strada del perdono. La Pasqua ci ricorda che anche l’uomo è chiamato a risorgere, già in questa vita, dalla sua meschinità, dal suo egoismo, dai suoi limiti».


Sempre su Il Sussidiario, è pubblicata oggi una lettera scritta da alcuni carcerati di Padova che, dopo l’incontro con i volontari della Cooperativa Sociale Giotto, hanno trovato la fede cristiana. Essi raccontano che forza possa dare la fede in un posto come la prigione: «Iniziamo a capire veramente chi eravamo e chi siamo oggi. Se guardiamo il passato, ci facciamo paura pensando a tutto il male che abbiamo commesso. Oggi è bello vivere nella luce, senza che nessuno pronunci il nostro nome solo per dire il nostro male, ma quanto bello è sentire quel bisbiglio del cambiamento fatto grazie al Signore attraverso degli amici veri. Non avremmo mai scommesso nulla su di noi, era impossibile che noi potessimo essere così oggi».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Cota, Zaia e Polverini: neo-presidenti di Regione contro la RU486

Da Il Corriere della Sera e da La Stampa la notizia che i due neo governatori leghisti, Roberto Cota in Piemonte e Luca Zaia in Veneto, prendono la prima decisione «politica» della loro amministrazione. Da entrambi arriva un netto no alla distribuzione della pillola abortiva RU486. Entrabi appartenenti alla Lega, un partito politico che sta acquistato lentamente sempre più consensi.

Roberto Cota, eletto presidente con il 48,66%, afferma: «Sulla pillola Ru486 la mia posizione è sempre stata chiara: essendo a favore della vita farò di tutto per contrastarne l’impiego», ha dichiarato Cota. «È ovvio che rispetterò la legge, non posso fare diversamente, ma è altrettanto chiaro che dal punto di vista dei valori in Piemonte io ho delle idee diverse rispetto alla Governatrice non riconfermata».

Luca Zaia, eletto presidente con il 60% dei consensi segue Cota, e afferma: «Per quel che ci riguarda non daremo mai l’autorizzazione a poter acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali. Studierò le modalità per far valere un punto di vista nettamente contrario a uno strumento farmacologico che banalizza una procedura così delicata come l’aborto, che lascia sole le donne e che deresponsabilizza i più giovani. Non posso non considerare l’invito del Papa che stimola tutti noi a procedere secondo coscienza». Nonostante le polemiche suscitate, ha aggiunto venerdì: «Nell’ambito della 194 abbiamo delle grosse perplessità rispetto alla sperimentazione perché ci sono stati dei morti. Resto contrario dal punto di vista etico. Stiamo talmente banalizzando la questione che la Ru486 rischia di diventare l’aspirina delle minorenni. Interpreto appieno le parole del Papa, al di là della legge c’è anche una questione etica. L’ho fatto con l’Ogm, lo faccio anche con questa pillola»

Renata Polverini, neo governatrice del Lazio dice: la pillola abortiva Ru486 «seguirà lo stesso percorso dell’aborto chirurgico, quindi sarà somministrata in ospedale. C’è una legge, la 194, che va rispettata io sono a favore della vita e farò tutto quello che è necessario per difenderla nel rispetto della legge».

Apprezzamenti per le decisioni prese sono arrivati da esponenti della Chiesa, come ad esempio mons. Fisichella, il quale ha aggiunto: «sui temi etici non si tratta di essere cattolici o non cattolici, ma di riscoprire il valore fondamentale che è scritto in quella legge naturale che non è un’invenzione né della Chiesa Cattolica, né dei cristiani». Propio oggi Benedetto XVI ha rinnovato il suo appello ai cattolici a non accettare leggi ingiuste come quella che consente l’aborto.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Fodor, Piattelli Palmarini e Richard Lewontin contro Dawkins e i neodarwinisti

Ad Aprile uscirà un libro che ha già creato molto rumore in Inghilterra. La notizia è apparsa su Avvenire, e il titolo sarà “Gli errori di Darwin” (Feltrinelli 2010)”. Sono già moltissimi i libri in circolazione che trattano di questo argomento, putroppo la maggior parte scritti da esaltati creazionisti, ma ciò che ha creato scandalo è che gli autori siano due celebri evoluzionisti non credenti: uno è il cognitivista Jerry Fodor e l’altro è Massimo Piattelli Palmarini. In un articolo su New Scientist affermano che la selezione naturale [notoriamente strumentalizzata da certa cultura per sostenere la non-esistenza di Dio], ha mostrato un’insidiosa tendenza imperialistica, le sue spiegazioni ex-post si sono diffuse dalla biologia a un ampio numero di altre discipline, dalla filosofia alla psicologia, dall’antropologia alla sociologia, fino all’estetica e persino alla teologia; quindi, se si demolisce l’efficacia della selezione in biologia, cadrà anche la possibilità di utilizzarla (a sproposito, ritengono) in altre discipline. E questo non significa certo che non sia una valida teoria scientifica. Piattelli Palmarini è già autore di un articolo uscito l’11 maggio 2008 sul Il Corriere della Sera intitolato: “L’ornitorinco sconfigge Darwin“, dove afferma, tra l’altro: «Il segreto, ancora largamente misterioso, risiede senz’altro in proprietà interne, nell’organizzazione dei sistemi genetici, non nella selezione naturale».


Anche il genetista e biologo di fama internazionale e luminare dell’Università di Harvard, Richard Lewontin, amico e collega di Stephen J. Gould, ha elogiato il libro. Nell’articolo apparso sul Il Foglio, ha spiegato la sua posizione, nettamente in contrasto con il neodarwinismo di Richard Dawkins: «Abbiamo dedicato entrambi energie e inchiostro [lui e Gould] per controbattere alcune delle più famose fra queste derive neodarwiniste, ma pensiamo che sia necessario estirpare l’albero dalle radici; dimostrare che la teoria di Darwin della selezione naturale ha delle falle fatali».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Porto Cesareo non vuole la statua dell’Arcuri ma della Madonnina del mare

Gli abitanti e sopratutto le mogli dei pescatori di Porto Cesareo hanno chiesto di sostituire la statua di Manuela Arcuri con quella della Madonnina del mare, per motivi rappresentativi. Per ora il Comune, come riportato da Il Corriere della Sera, ha accettato di rimuovere il monumento tramite l’esecuzione a un’ordinanza sindacale.

Già l’estate scorsa la giunta aveva deliberato la rimozione, motivandola proprio con la petizione delle mogli dei pescatori, chiedendo che venisse sostituita con una statua della Madonnina del mare, simbolo che la popolazione sente più rappresentativo.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Elezioni: sconfitte le laiciste Emma Bonino e Mercedes Bresso

Emma Bonino e Mercedes Bresso,  le due militanti radicali candidate alla presidenza delle regioni Lazio e Piemonte, hanno entrambe perso. Sia la Bresso che la Bonino hanno scaricato la colpa sui propri alleati, quest’ultima in occasione della consegna del Tapiro d’Oro da parte del programma televisivo Striscia la Notizia. Un altro dato interessante è la “sparizione” del partito di Rifondazione Comunista, noto per posizioni anticlericali.  Marco Tarquinio esprime soddisfazione dalle colonne di Avvenire dopo le «perplessità maturate nel mondo cattolico impegnato di fronte alle spiazzanti proposte politico-programmatiche maturate soprattutto in Lazio e Piemonte». 

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Richard Dawkins modera gli atei sul web: insulti e minacce per lui

Il più noto ateo militante del momento (uno dei cavalieri del “new-atheism”) si chiama Richard Dawkins, ex biologo ed evoluzionista, dopo essere andato in pensione qualche anno fa ammettendo a Il Corriere della Sera: Ho fallito, ho perso la mia battaglia per l’ateismo“, si è dato alla guerra contro i credenti avviando un suo sito web.

Ha quindi creato un forum dove i suoi fans possono celebrarlo e mostrargli continua devozione.  Qualcosa però ultimamente si è inceppato. Dawkins si è infatti accorto, così come avviene in modo indisturbato sul portale dell’UAAR, dei continui e violenti insulti gratuiti che dal suo forum venivano rivolti ai credenti e ai cristiani. Ha quindi deciso (forse pensando di diventare più credibile) di moderare i suoi fedeli, pubblicando questo avviso: «Gli utenti sono da ora in poi pregati di presentare soltanto nuove discussioni che siano davvero rilevanti per la ragione e la scienza».

Non lo avesse mai fatto! Il sito è stato letteralmente sepolto da migliaia di messaggi di utenti, registrati e anonimi, infervorati e rabbiosi che lo accusano di essere un moralizzatore e un censuratore e annunciano di aver perso la stima e la fiducia in lui. La brutta faccenda è arrivata subito alla stampa internazionale. Il principale quotidiano, The Times, riporta ad esempio: «Uno scisma sembra essersi aperto all’interno della comunità atea che lo sostiene». Un ex fedelissimo di Dawkins scrive di essersi sentito ferito e sfrattato, come «chi torna a casa e trova la serratura cambiate. Il mio rispetto per il lavoro di Richard è ancora intatto, ma il mio rispetto per lui come una persona è a brandelli». Qualcuno lo ha apostrofato «deficiente assoluto», altri ha preferito chiamarlo «ano di un topo in suppurazione». Gli atei dell’area più moderata gli hanno invece semplicemente augurato di ricevere «una manciata di chiodi giù per la gola». Peter Harrison, ex moderatore del sito di Dawkins, ha riferito al quotidiano inglese: «Un sacco di persone hanno perso rispetto e stima per Dawkins dopo questo, anche se io continuo a sostenere il lavoro che fa».

Lo stesso Dawkins si dice, ancora una volta, depresso, deluso e basito: «Anche alcuni di quelli che hanno un linguaggio più temperato stanno rispondendo alle modifiche proposte in un modo che è a dir poco isterico». Insulti diffamanti, per di più sparati dal fuoco amico, per meritare i quali, si lamenta Dawkins, bisognerebbe almeno «aver mangiato un bambino», o aver «gasato un convoglio di persone inermi», o quantomeno aver «stuprato un chierichetto» o scippato una vecchina dopo averla spinta giù dalla carrozzella. In un commento sul suo sito, il leader della cultura atea riflette sul fatto che «sicuramente ci deve essere qualcosa di sbagliato in persone che possono ricorrere a certi eccessi di linguaggio», e che reagiscono in questo modo spettacolare «a qualcosa di così banale», come l’annuncio di una normale ristrutturazione di un sito. La conclusione, per Dawkins, è che «c’è del marcio nella cultura dello sfogo su Internet», e che se ci fosse ancora qualche dubbio sulla necessità di cambiare le regole del sito, per quanto lo riguarda quei dubbi «sono ormai dissipati».

La notizia è apparsa in Italia su Il Foglio sotto il titolo: “L’ateista Dawkins, da risorsa del mondo razionale a “deficiente assoluto”. Dopo aver riportato i fatti l’articolo termina così: «Povero Dawkins: una vita spesa a spiegare l’uomo come frutto dell’evoluzione e poi, in mezza giornata, i frutti più maturi e consapevoli di quel processo, i suoi devoti adepti, gli si rivoltano tutti contro, feroci e irragionevoli come tirannosauri».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace