Gli scienziati: «vita artificiale? E’ soltanto una manipolazione costosissima»

Pochi giorni fa è stata data la notizia della costruzione in laboratorio della prima cellula artificiale, controllata da un Dna sintetico. Il risultato, pubblicato su Science, è stato ottenuto negli Stati Uniti dal genetista Craig Venter.

L’annuncio ha fatto il giro del mondo e l’enfasi con cui la notizia è rimbalzata sulle prime pagine di tutti i giornali si accompagna ad evocazioni di immagini bibliche: «assaggiare il frutto dell’albero della vita», o «l’uomo ha creato la vita», o «progettare una biologia che faccia quel che vogliamo noi». Sopratutto le frange ateo-estremiste ne stanno dando ampio risalto: «la creazione della vita non è più un’esclusiva di Dio».

La cultura materialista gioisce perché finalmente crede che si sia dimostrato che la vita è tutt’altro che sacra e unica, ma, come da loro desiderato, è banale e facilmente manipolabile, tanto che la si può riprodurre in laboratorio. Lo stesso Venter, esaltato dalla scoperta ha detto: «Siamo all’alba di una nuova era nella quale la vita viene creata a beneficio dell’umanità» e il settimanale Economist ha annunciato: «Finora, creare vita è stata considerata prerogativa delle divinità ed è esistita la convinzione che la biologia non è una somma di atomi che si muovono e reagiscono tra loro ma “è qualcosa di alimentato da un’essenza vitale. Per questo, “può essere uno shock” che ora “comuni mortali hanno prodotto vita artificiale».

Oltre ad aver ribadito che nulla è stato costruito dal nulla in questo esperimento (come è accaduto invece durante la storia dell’Universo), David Baltimore, Nobel per la Medicina e luminare di genetica al Caltech della California, ha subito rimproverato per primo lo stesso Venter per «sopravvalutare l’importanza della scoperta, perché non si tratta di un evento epocale nè della creazione della vita, ma solo di una sua mimica, ottenuta con un tour de force che ha messo assieme un pezzo di Dna». Con il passare dei giorni sempre più scienziati si sono accodati alla sua posizione facendo ridimensionare l’eco della notizia. Si sta quasi arrivando a parlare di bufala mediatica.

Il biochimico dell’Università di Parma, Giorgio Dieci ha spiegato a Il Sussidiario: «Ci vuol altro per inneggiare alla vita artificiale: si può solo parlare di “genomica artificiale”, nel senso che è stato risintetizzato chimicamente un intero genoma. Una costruzione, altamente dispendiosa in termini economici e di tempo, ma che viene già fatta da tempo da aziende specializzate nel settore della produzione di geni artificiali, è nuova solo la scala (miliardaria) dell’operazione. Si tratta solo di una applicazione su vastissima scala di ciò che già avviene in tantissimi laboratori al mondo grazie alla tecnologia creata da Frederick Sanger diversi anni fa. L’enfasi con la quale la notizia è stata diffusa, almeno inizialmente, può facilmente indurre nell’errore di pensare che la cellula creata da Venter sia totalmente artificiale, invece la cellula ricevente non è stata progettata in laboratorio, ma era una preesistente cellula naturale. Si è così creata un’immagine meccanicistica, che vede Venter mettere insieme pezzo per pezzo i componenti della cellula sino ad ottenerne una uguale identica a quelle “naturali”. Quella usata dagli uomini di Venter è una cellula fatta e finita, non costruita da loro, a cui hanno fatto un trapianto totale di DNA».

Il biochimico dell’Università Bicocca di Milano, Paolo Tortora ha invece dichiarato:  «Ci vuol altro per parlare di creazione e per consacrare il lavoro di Venter come spartiacque nella definizione del concetto di vita. Non siamo di fronte a una pietra miliare della storia della biologia: scoperte di molto minore risonanza mediatica l’hanno cambiata molto più profondamente. Tutte le componenti della cellula interagiscono tra di loro in modo estremamente sottile e sofisticato. A tutt’oggi noi comprendiamo ben poco di tale rete di interazioni, che è in ultima analisi uno degli aspetti essenziali della vita, anche nelle forme più elementari. Non basterebbe quindi sintetizzare tutte le componenti chimiche citate per produrre una cellula, ma bisognerebbe assemblarle in modo tale che potessero interagire nel modo appropriato. E così, di pari passo che le nostre conoscenze sui sistemi biologici progrediscono, è come se l’aspetto essenziale del fenomeno vita arretrasse di pari passo, restando a tutt’oggi inafferrabile. Qui, a rigore, non si dovrebbe neppure scomodare l’espressione “scoperta scientifica”: si è trattato del successo di un poderoso progetto tecnoscientifico, raggiunto dalla Synthetic Genomics grazie all’impiego massiccio di potenti computer e strumentazione di elevate prestazioni. La performance di Venter pone dunque le basi per un potenziamento sempre più grande di applicazioni biotecnologiche esistenti e già in atto in molti laboratori».

La docente di chimica dell’Università di Perugia e membro del Comitato nazionale di bioetica, Assuntina Morresi ha affermato su Avvenire: «Non è una sfida a Dio l’ultimo risultato ottenuto da Craig Venter e dalla sua équipe, ma una sofisticata operazione tecnologica, un “copia, incolla e metti la firma”. Non è una creazione dal nulla e parlare di «creazione di una nuova vita artificiale» è quanto meno ambiguo, visto che il cromosoma è copiato da quello naturale, e che anche la cellula che ha ospitato il Dna è naturale. Il gruppo di Venter ha composto con grande abilità un enorme puzzle, utilizzando i pezzi già messi a disposizione dalla natura, per realizzare un disegno pressoché identico a quello già tracciato naturalmente. Nell’articolo scientifico pubblicato è evidente la profonda capacità manipolatoria raggiunta dagli scienziati, che li fa parlare addirittura di “design” di cromosomi sintetici. Anche la docente sottolinea rileva la capacità imprenditoriale di Craig Venter: “sono già stati annunciati per i prossimi giorni documentari in anteprima mondiale su questo studio, a dimostrazione dell’accuratissima preparazione mediatica del lancio della notizia, organizzata su scala planetaria. Una sapiente e spregiudicata strategia di marketing industriale per un mercato enorme come quello che gira intorno alle biotecnologie, nel quale troppo spesso ad annunci trionfali non seguono i risultati promessi”. La Morresi conclude dicendo: “che la sfida della conoscenza debba sempre essere presentata come mettersi in arrogante gara con Dio, non rende ragione alla scienza stessa. Il mestiere dello scienziato è quello di cercare di comprendere sempre più a fondo la struttura intima della materia e della vita, ed è frutto di intelligenza – quella stessa che ieri il cardinal Bagnasco ci ha ricordato essere «dono di Dio» – , curiosità e, soprattutto, di umiltà. Un mistero che svelandosi si mostra infinito».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Mussolini e l’odio verso Pio XI a causa del suo filosemitismo

Gli storici concordano pienamente nel riconoscere alla Chiesa di Pio XI di aver condannato con decisione il razzismo, mentre molti le attribuiscono molta minore fermezza rispetto all’antisemitismo.

L’Osservatore Romano ha pubblicato uno stralcio del libro Vaticano, fascismo e questione razziale (Roma, Guerini 2010), nel quale sono riportate prese di posizioni dell’Osservatore Romano, periodico ufficiale della Città del Vaticano, contro l’antisemitismo. Ad esempio Guido Gonella il 25 dicembre 1937, citando l’ebreo convertito René Schwob, scriveva: «Vi è nell’antisemitismo trionfante qualche cosa che lo Schwob chiama “ignobile”. Ed è la lotta contro una razza semplicemente in nome di un’altra razza, la lotta contro una religione non perché è religione dell’errore ma semplicemente perché è una religione universalistica. In tutto ciò l’antisemitismo non è affermazione dello spirito, bensì una delle tante esaltazioni della potenza della carne contro lo spirito».

Il 4 marzo 1938 il quotidiano del Vaticano si chiedeva: «come esprimere l’enormità dell’oltraggio e della bestemmia che consiste nel vilipendere la razza ebraica?», e così via. All’indomani della promulgazione dei “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista” (5 settembre), Pio XI pronunciò il discorso più forte contro l’antisemitismo, arrivando a dire: «l’antisemitismo è inammissibile. Spiritualmente siamo tutti semiti».

L’ateo Mussolini si scandalizzò e Claretta Petacci nel suo diario annotò le parole del Duce durante la riunione del Gran Consiglio dei fascismo del 18 ottobre seguente: «sdegnoso parla del “ghetto cattolico”, il Vaticano. Ribadisce il suo giudizio sul Papa: “nefasto”. Dice: “i pii sono funesti nella storia della Chiesa”. “Non posso concepire, che un Papa abbia detto: noi siamo spiritualmente dei semiti».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Il non credente Piero Ostellino: «siamo tutti debitori del cristianesimo»

L’importante intellettuale italiano, Piero Ostellino, già vice direttore e ora editorialista di punta del Corriere della Sera, si è sempre dichiarato un «non credente, ma ben che vada, un aspirante cre­dente». Intervistato da Avvenire ha detto: «la folla radunata sotto il balcone del Papa domenica scorsa mi ha colpito molto per una ragio­ne semplice e ‘lai­ca’: noi che vivia­mo in Paesi liberi nei quali la perso­na è al centro, sia­mo tutti debitori del messaggio cri­stiano che considera la perso­na come sacra e inviolabile. Un messaggio che definirei di libe­razione. Anche al non creden­te questo non può non lasciare un segno profondo. Ho sempre creduto che l’edu­cazione religiosa contribuisca anche a fare un buon cittadino. Credo che i valori del cristiane­simo con al centro la dignità della persona siano valori che hanno una funzione educativa e insegnano anche al non cre­dente ad essere un buon citta­dino»

Il laicismo è una forma di religiosità all’opposto.
«La sepa­razione, e non opposizione, tra Stato e Chiesa la considero un dato positivo per lo Stato ma anche per la Chiesa. L’astio è forse espressione di un’eredità di matrice illumini­sta razionalista. Questo Papa, invece, sta cercando di far ca­pire che fede e ragione non so­no antitetiche. Per questo l’o­stilità da parte dei cosiddetti lai­cisti a me sembra una forma di reli­giosità all’oppo­sto, intollerante, integralista. È to­talmente incom­prensibile perché io sono dell’opi­nione che quan­do esponenti del­la Chiesa espri­mono la propria opinione, abbia­no il diritto di far­lo come qualsiasi altro cittadino e quindi non la considero un’in­terferenza negli affari miei o dello Stato».

L’incontro con Giovanni Paolo II.
«Nel 1985 ho avuto la pos­sibilità di cenare da solo con e Giovanni Paolo II, su suo invi­to. Quella cena per me è stata una delle esperienze più straordinarie della mia vita».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

La Chiesa americana subito in aiuto alle famiglie colpite dalla “Marea Nera”

Il 22 aprile scorso nel Golfo del Messico è affondata la piattaforma petrolifera BP, la quale sta provocando un disastro ambientale definito “Marea Nera”.

La Catholic News Agency informa che una sussidiaria del colosso petrolifero sottomarino ha donato un milione di dollari alla Catholic Charities in Louisiana, fondi che verrano utilizzati per sostenere l’assistenza alimentare e per dare aiuti finanziari alle famiglie colpite dal disastro ambientale.

L’arcidiocesi di New Orleans si era comunque già attivata in iniziative di aiuto dal 29 aprile distribuendo oltre 700 scatole di emergenza alimentare e più di 31.700 pasti nelle zone colpite.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

L’evoluzionista ateo Piattelli Palmarini: «il Neo-darwinismo è morto»

Due studiosi dichiaratamente non credenti, Massimo Piattelli Palmarini e Jerry Fodor, esponenti di spicco delle scienze cognitive, ben noti al pubblico internazionale, hanno scritto un ormai già famoso libro, Gli errori di Darwin (Feltrinelli 2010), che ha smosso tutta la tribù degli atei dogmatici neodarwinisti.

Il Sussidiario ha intervistato uno degli autori, Piattelli Palmarini. Ne è emerso sinteticamente che:

1) La selezione naturale è molto marginale nello spiegare i meccanismi dell’evoluzione. Un certo numero di insigni e qualificatissimi biologi dichiarano addirittura morto il neo-darwinismo.

2) Anche il comportamentismo e la selezione naturale sono morti e non resuscitabili.

3) Ciò che influisce l’evoluzione sono regolazioni interne multiple, di modularità genetica e di sviluppo, di trasferimento orizzontale di geni in passato e molti altri meccanismi, compresi fattori fisici, chimici, e di auto-organizzazione. Sono tutti processi che non hanno niente a che fare con la selezione naturale.

4) Anche i creazionisti hanno ricevuto critiche e, sempre nell’articolo, vengono descritte le reazioni scomposte dei neo-darwiniani.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Il documentarista ateo si converte studiando la Sindone

La storia sorprendente del noto documentarista inglese che da ateo ha iniziato a studiare la Sindone per cercare di dimostrarne l’inganno, concludendo esattamente l’opposto e ritrovandosi convertito. Lo testimonia lui stesso sull’Osservatore Romano.

 
 
 

Sono numerose le ragioni di gratitudine che il famoso documentarista e regista David Rolfe dice di avere verso l’Uomo della Sindone.

 

Voleva dimostrare l’inganno della Sindone.

«Ateo convinto e consapevole dell’esistenza di numerose reliquie false», afferma, «ho prodotto il mio primo documentario sull’argomento, “The Silent Witness”, (Il testimone silenzioso) nel 1977, deciso di scoprire e mostrare come e da chi era stata contraffatta la Sindone. Non potevo pensare che ci fosse un’altra spiegazione».

I suoi viaggi lo misero in contatto con diversi studiosi e scienziati della Sindone e «nel corso dell’operazione le varie prove hanno cominciato a combaciare perfettamente».

Ad esempio, lo storico Ian Wilson, utilizzando la sua conoscenza delle raffigurazioni artistiche di Cristo, ha formulato idee sul collegamento con il Mandylion di Edessa, mentre Max Frei, botanico e perito giudiziario, ha completato la sua identificazione dei tipi di polline presenti sulla Sindone, molti dei quali appartenevano esclusivamente alla Palestina e alla regione di Edessa.

«Il mio documentario, lungi dal rivelare la contraffazione, è divenuto un argomento affascinante per la probabile autenticità della Sindone», sostiene Rolfe.

 

David Rolfe, il suo documentario vince numerosi premi.

Il suo progetto ha vinto il British Academy Award e molti altri premi internazionali. Il libro sulla produzione del documentario è divenuto un best seller nel Regno Unito.

Scrivendo su L’Osservatore Romano dice che la Sindone è entrata a far parte del corso di studi in molte scuole: storia, fisica, religione, chimica, biologia, anatomia, arte, tessitura. Nel 2008, ha prodotto un nuovo documentario per la BBC e per la Rai sulla tensione attuale fra i risultati del test del C14, risalente a vent’anni fa, e i nuovi studi sulla Sindone.

Afferma ancora: «La Sindone è un soggetto unico e adatto a essere ripresa in 3d perché contiene già in se elementi tridimensionali. Il nuovo documentario si pone la domanda legittima: è questa l’epoca per la quale è nata la Sindone? Il mio prossimo obiettivo sarà trovare un modo per portare la storia della Sindone a un pubblico più ampio in tutto il mondo».

 

«Difficile studiare a lungo la Sindone senza convertirsi»

Il documentarista affronta, infine, la sua conversione.

«Noterete da come mi esprimo che nel corso della produzione sono divenuto credente e cristiano», scrive.

Infatti, prosegue, «è difficile studiare la Sindone per tanto tempo senza diventarlo. Questo non riguarda tanto aspetti oggettivi, sebbene siano piuttosto impressionanti, quanto soggettivi. La sua sottile immagine monocromatica è un’opera di genio sublime nel comunicare l’essenza del momento storico in cui è nato il Cristianesimo, attraverso le azioni di Gesù di Nazaret».

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Benedetto XVI: in 500mila a Fatima, in 200mila a San Pietro

Grandi numeri stanno segnando il cammino di Benedetto XVI in questo periodo. Una folla di mezzo milione di fedeli ha partecipato il 13 maggio alla messa celebrata dal Pontefice a Fatima. Su Avvenire, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha dichiarato che il numero è andato ben oltre quello previsto e quello che aveva accolto a suo tempo Giovanni Paolo II: «Quanto accaduto negli ultimi mesi, con i problemi dello scandalo degli abusi, poteva far pensare che si oscurasse la vitalità, l’attenzione nei confronti del Papa. Ma questo non è avvenuto, questa vitalità non è in crisi per le discussioni dei mesi passati, e il fatto che si manifesti in modo così evidente la forza della fede è molto incoraggiante».

Domenica 16 maggio invece, all’invito della segretaria generale del Cnal ad un gesto di solidarietà e stima nei confronti del Santo Padre, rivolto alle associazioni laicali, hanno partecipato circa 200mila persone. Il quotidiano Repubblica parla dell’arrivo in San Pietro di ben 70 associazioni laicali cattoliche aderenti al Cnal, a partire da Azione cattolica Italiana, Acli, Rinnovamento della Spirito, Focolarini, Comunione e liberazione.

Presente anche una folta rappresentanza di politici e parlamentari di differenti partiti, guidati dal presidente del Senato Renato Schifani e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, oltre 15 mila lavoratori aderenti alla Coldiretti. Molti anche gli organismi educativi, associazioni scolastiche e realtà impegnate in attività formative e per il tempo libero come l’Agesci come l’Associazione genitori delle scuole cattoliche e il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale).

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Il 47% degli americani si dichiara “pro-life” (in crescita i giovani)

Un recente sondaggio Gallup sui punti di vista degli americani in materia di aborto, ha rilevato che esistono più americani che si auto-identificano come favorevoli alla vita (e quindi “pro-life”), rispetto a quanti siano a favore dell’aborto.

Il sondaggio, condotto dal 3 al 6 maggio, ha infatti stabilito che il 47% degli americani si dice “a favore della vita” mentre il 45% dice di essere “pro-choice”, dunque a favore dell’aborto.

I forti aumenti di pro-life, sempre secondo lo studio americano, sono particolarmente presenti nella fascia d’età 18-29 anni e quella tra i 50-64 anni.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

La conversione di Alec Guinness, protagonista di Star Wars

Uno dei migliori attori del XX° secolo, morte negli anni 2000, porta il nome di Alec Guinness, idolo indiscusso di una generazione per il ruolo di Maestro Jedi Obi Wan Kenobi in Star Wars. Guinness era comunque già noto al grande pubblico per altri ruoli di grande prestigio, che lo portarono a vincere l’Oscar nel 1957.

Il suo biografo, nel libro: “Alec Guinness: The Authorised Biography” (Simon & Schuster 2005), ha evidenziato la sua conversione al cattolicesimo, sottolineando che egli non era affatto anglicano ma proveniva dall’ateismo.  Venne descritto come ateo, ubriaco e omosessuale, atteggiamento, quest’ultimo, che manterrà anche dopo la conversione, pur riconoscendo la necessità di seguire l’insegnamento e la proposta della Chiesa alle persone omosessuali.

Lui stesso ha scritto che passioni di questo tipo potrebbero «essere controllate, ma non curate, attraverso la preghiera, il pentimento e la grazia di Dio». Ogni mattina, Guinness si abituò a recitare un versetto del Salmo 143: «Lascia che io percepisca la tua gentilezza amorevole al mattino».

La sua storia è ben raccontata oggi su ReligionEnLibertad. La notizia della sua conversione è stata ripresa dal Guardian e dal Telegraph.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Il grande Gary Cooper e la sua conversione al cattolicesimo

Il 13 maggio 1961 si spense Gary Cooper (1901–1961), considerato unanimamente l’eroe per eccellenza del western e del melodramma hollywoodiano. Ha ricevuto cinque nominations agli Oscar, vincendone due, a cui si aggiunse un Oscar alla carriera nel 1961.

Lo ricordiamo evocando la sua conversione al Cattolicesimo nel 1958. Già prima della conversione, sua moglie e sua figlia, che erano cattoliche, si fecero accompagnare da Gary ad incontrare Papa Pio XII. Sua figlia Maria, ricordando il momento scrisse: «Eravamo tutti in una sala dorata del Vaticano con moltissimi ospiti. Quando il Papa venne al suo fianco, papà ha voluto inginocchiarsi per baciargli la mano e ha quasi perso l’equilibrio». Già nella metà degli anni Cinquanta, ricorda ancora la figlia «stava cominciando a pensare alla possibile conversione». Il tutto anche grazie ad un sacerdote di cui diventò amico e compagno nelle immersioni, nella caccia ed in ogni sorta di viaggio. Dopo la lettura di un libro del monaco Thomas Merton, in cui veniva raccontata la sua conversione, decise di farsi battezzare nella Chiesa cattolica nel maggio 1959. Poche settimane dopo si sono manifestarsi i primi sintomi del cancro che lo ha portato alla morte.

L’influenza della sua conversione fu enorme nel mondo degli artisti. Ernest Hemingway, suo grande amico, ricorda che alcune settimane prima della morte di Cooper ha parlato a lungo con lui di cattolicesimo. Gary alla fine gli ha detto: «Sai, ho preso la decisione giusta». Come ha riconosciuto più tardi, Hemingway non si sarebbe più potuto dimenticare della sua conversazione. Cooper era a letto morente e sembrava la persona più felice sulla terra.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace