Il ciclista Alessandro Petacchi: «la mia fede e la mia devozione alla Madonna»

Il sito Pontifex.it, che si occupa di informazione cattolica, ha intervistato il campione del ciclismo, Alessandro Petacchi, quarto corridore italiano con più vittorie da professionista. Petacchi, dopo aver rivelato la sua infanzia da chierichetto, ha parlato della sua fede: “purtroppo la domenica e in certe feste di precetto non posso partecipare alle funzioni religiose a causa del calendario di gare. Un vero peccato, ma sto per battezzare il mio figlioletto al quale, oltre al primo nome Michele, ho aggiunto Maria per rispetto e devozione alla Madonna, madre di Cristo e madre nostra e a mia moglie che porta proprio questo nome”.

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Terrorismo ateo-comunista in India: 141 morti

Da Il Giornale la notizia che i morti a causa dello scontro ferroviario in India sono saliti a 141. Venerdì 28 maggio due treni, tra cui il Calcutta-Mumbai si sono infatti scontrati dopo un atto di sabotaggio. La polizia del Bengala Occidentale ha arrestato due leader pro-maoisti ritenuti responsabili dell’attentato, dopo che essi hanno lo hanno rivendicato. Il luogo della tragedia ferroviaria è infatti vicino a West Midnapore, una delle roccaforti dell’estrema sinistra nello stato «rosso» del Bengala Occidentale. Ma chi sono i maoisti? Gli atei-maoisti indiani, si rifanno agli ideali del terribile dittatore ateo-comunista Mao Tse-tung, responsabile della morte di 50/70 milioni di persone (vedi Wikipedia e Wikienglish). I maoisti lottano per l’istituzione di una «società comunista» che sostituisca l’India di oggi, «semi-feudale», «semi-coloniale» e governata da un religioso indù-sikhista, Manmohan Singh. Su Il Giornale di ieri si è detto che il cosiddetto terrorismo «rosso» è una piaga che sta preoccupando il governo indiano più ancora della jihad musulmana importata dal Pakistan: il primo ministro ha addirittura rivelato che «i maoisti rappresentano la più grave minaccia alla sicurezza interna dell’India». I maoisti sono guidati dalla primula rossa Koteshwar Rao e sono responsabili di più di 1000 attacchi e 600 morti solo nel 2009. Il Giornale in data 8/10/08 riporta che in India, l’ideologia comunista ateo-marxista assume diverse sfaccettature e ha frequenti contatti e legami con gli attentatori “rossi” del Nepal, guidati dal rivoluzionario ateo Prachanda, definito “Il feroce” dal Corriere della Sera.

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Clint Eastwood e gli elenchi dell’UAAR

Oggi compie 80 anni il celebre attore e regista Clint Eastwood. Uno dei personaggi dello spettacolo più apprezzati, ha vinto due volte il Premio Oscar per la miglior regia e altri due come miglior film. Purtroppo Eastwood viene catalogato orgogliosamente dall’associazione UAAR come un “famoso non credente”, con l’intenzione di dimostrare che non è necessario avere una fede per realizzare grandi cose nella vita”. Qualcuno dovrà andare a dire agli atei militanti che rischiano grosso ad ingannare i loro associati, poiché proprio Eastwood nel 2004 ha citato in giudizio lo scrittore Patrick McGilligan e l’editore, St.Martin’s Press, per una biografia non autorizzata, in cui veniva definito “ateo”. Il sito di Repubblica in data 13/8/04, riporta che: “Eastwood, che aveva chiesto un risarcimento di 10 milioni di dollari, era andato su tutte le furie anche per essere stato dipinto nel libro come un ateo”. Il quotidiano di sinistra continua dicendo che il legale di Eastwood avrebbo giustificato così l’azione legale: “Le bugie contenute nel libro rendono un pessimo servizio ai lettori e soprattutto allo stesso Clint, che ha passato quasi 50 anni a costruire una reputazione. Ci sono danni alla posizione di Eastwood nella comunità sociale, mortificazione e imbarazzo per le affermazioni contenute nel libro. Clint non è il tipo che se ne frega per pigrizia e permette a chiunque di danneggiare la sua reputazione in quel modo”. Evidentemente non ci tiene proprio ad essere catalogato come un “senza dio”. Inoltre, in un’intervista a La Stampa del 14/12/09, alla domanda se il film Gran Torino riflettesse anche sulla religione, il regista ha risposto: “quanto alla religione, ho capito che si può avere una vita spirituale senza appartenere a una confessione particolare”. Pochi dubbi si hanno anche guardando i suoi bellissimi film, sopratutto Milion Dollar Baby e Gran Torino, dove le figure dei sacerdoti sono decisive. Il punto di vista cristiano è di questi film è anche sottolineato anche dagli esperti del cinema (vedi Il Sussidiario 24/4/09, Il Sussidiario 22/4/09 e CineBoom.it 23/2/05)

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Anche Odifreddi rifiuta la sindone di Garlaschelli e del CICAP

La rivista MicroMega attacca nuovamente la Sindone di Torino. E non è certamente una novità.

Evidentemente la sola idea che possa essere autentica è talmente inaccettabile che lo sforzo di dimostrarne la non autenticità ha la priorità su qualunque altro argomento.

Il nuovo assalto è affidato questa volta al matematico “impertinente” Piergiorgio Odifreddi ma, come abbiamo già visto ieri, non è stato granché efficace, né significativo.

 

Odifreddi contro la sindone di Garlaschelli.

La vera “notizia”, se così possiamo dire, è che nell’articolo su MicroMega, Odifreddi respinge e rifiuta anche la “seconda” Sindone, cioè la copia prodotta dal chimico Luigi Garlaschelli come tentativo di dimostrare che un falsario del 1300 d.C. avesse potuto produrre l’immagine sindonica.

«Anch’io non sono particolarmente impressionato dalla riproduzione di Piero Pesce Delfino o Garlaschelli», ha scritto infatti Odifreddi sul numero di aprile (MicroMega, L’inganno della Sindone, 4/2010).

Il dato ulteriormente curioso è che l’esperimento di Garlaschelli è stato profumatamente finanziato dal CICAP ma anche dall’UAAR, l’associazione di atei italiani di cui Odifreddi stesso è presidente onorario.

Per affondare il colpo sulla “seconda” Sindone, Odifreddi ha semplicemente osservato il risultato. L’esperimento di Garlaschelli è infatti talmente malriuscito che le (macro)differenze con la Sindone di Torino sono visibili senza necessità di indagine microscopica e, come già detto da tanti esperti, non dovrebbe figurare tra le prove contrarie ma tra quelle a favore dell’autenticità del reperto.

 

“La Sindone di Torino è una bufala che non si sa riprodurre”.

Oltre alla sindone di Garlaschelli, Odifreddi si è ovviamente occupato anche di quella originale, commentando: «Una bufala che non si sa riprodurre resta una bufala».

Non ci sarebbe problema se non fosse autentica ovviamente, ma quella del matematico risulta un’affermazione apodittica. Senza alcuna spiegazione.

Il perché sia una bufala la sindone di Garlaschelli è evidente a occhio nudo, ma non si può dire lo stesso di quella originale. Anzi, da secoli l’immagine sindonica rimane un mistero per gli scienziati che provano (seriamente) a studiarla.

Se fosse una “bufala medioevale”, che ci vuole a riprodurla oggi con la tecnologia avanzata che ci vantiamo di possedere?

Lo stesso direttore di MicroMega, lo scientista Paolo Flores D’Arcais è riuscito ad affermare che ormai, grazie alla scienza, «sappiamo tutto, sappiamo chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo (e in un certo senso perfino: che cosa possiamo sperare)» (Dio? Ateismo della ragione e ragioni della fede, Marsilio 2008, p. 17-20), ed invece non riusciamo nemmeno a riprodurre una bufala creata da qualche furbetto nel Medioevo?

 

Ricordiamo che Odifreddi aveva già creato qualche problemino all’UAAR, ad esempio quando rispondendo al sito web Cultura Cattolica, aveva scritto: «Quanto all’UAAR, è un’associazione indipendente: io non sono iscritto, e non sempre condivido le loro iniziative, ma ho accettato il titolo di presidente onorario (insieme ad altri) perché l’ateismo ha vita molto più dura del teismo, soprattutto in Italia, e si configura come un pensiero di minoranza da sostenere, non fosse altro che per la libertà di parola e di opinione».

La redazione

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L’Atletico Madrid dona la coppa UEFA alla Vergine Maria

Recentemente alcuni giornali online hanno parlato di sport sotto un altro punto di vista, quello della fede religiosa. ReligionEnLibertad, rivista spagnola, ha riportato che l’Atletico Madrid, dopo aver vinto la UEFA Europe League il 12 maggio 2010, ha affidato il trofeo alla Virgen de la Almudena (Vergine di Almudena), patrona della città. La cerimonia si è svolta nella cattedrale di Madrid, officiata dal vescovo ausiliare. Il capitano della squadra, Antonio López, assieme al presidente Enrique Cerezo, ha riposto il trofeo sull’altare, mentre Diego Forlan e Simao hanno donato alla Vergine un bouquet di orchidee bianche e rosse, colori rappresentativi della società sportiva spagnola.


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Massacro di Porzus del 1945: solita ideologia ateo-comunista

Dopo che Avvenire, attraverso lo storico Paolo Simoncelli, ha indicato l’insostenibilità della “relazione” per cui la strage di partigiani cattolici di Osoppo avvenuta a Porzus è stata riconosciuta come “bene di interesse culturale”, il ministero dei Beni culturali ha posto rimedio e ha chiesto che «sia revocato il provvedimento della direzione regionale del Friuli Venezia Giulia, in quanto le motivazioni storiche non appaiono condivisibili». Il massacro di Porzus, avvenuto il 7 febbraio 1945 e’ un ennesimo caso dei crimini del comunismo: l’esecuzione capitale di venti componenti della Brigata Osoppo, formazione di orientamento cattolico e laico-socialista, da parte di alcuni partigiani gappisti, partigiani alle dirette dipendenze del PCI, capeggiati dall’anticlericale Mario Toffanin. Le accuse alla Osoppo erano, tra le altre, quelle di osteggiare la collaborazione con il dittatore Josip Broz Tito e di aver dato rifugio a Elda Turchetti, una giovane accusata di essere spia per i tedeschi, rivelatasi poi innocente nel processo del 1 febbraio del 1945. Il comandante della Osoppo era Francesco De Gregori, zio del cantautore romano. I corpi furono ritrovati nel giugno del 1945 da monsignor Aldo Moretti, il partigiano “Lino”, Medaglia d’oro al valor militare e uno dei fondatori delle Divisioni Osoppo. Dopo l’esecuzione Mario Toffanin e i suoi sottoposti, stilarono una precisa relazione dei fatti. Toffanin fu inizialmente condannato a morte e poi all’ergastolo. I dirigenti del PCI sostennero che la responsabilità dell’azione era da imputarsi interamente a Toffanin, ma poi ne faciliteranno il trasferimento in Jugoslavia. Nel luglio del 1978 sarà graziato dall’ateo comunista Sandro Pertini.

Aggiornamento 3/6/10: Il Sussidiario informa che lo storico del PCI, Paolo Spriano, ha pubblicato le istruzioni che diede Palmiro Togliatti nel 19 ottobre 1944: «Noi consideriamo come un fatto positivo, di cui dobbiamo rallegrarci e che in tutti i modi dobbiamo favorire, la occupazione della regione giuliana da parte delle truppe del maresciallo Tito. I comunisti devono prendere posizione contro tutti quegli elementi italiani che si mantengono sul terreno e agiscono a favore dell’imperialismo e nazionalismo italiano e contro tutti coloro che contribuiscono in qualsiasi modo a creare discordia tra i due popoli».

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L’aborto aumenta la mortalità della donna, altro che “pro-choice”!

L’unico cavallo di battaglia degli abortisti e dei “pro-choice” è quello della salute della donna: fra la donna e il bambino, precedenza alla donna. Peccato che, come riporta il bellissimo articolo su Libertà e Persona, la pratica abortiva è, in assoluto, quella più ostile alla salute delle donne. Lo dimostriamo.

1) La mortalità materna aumenta dove l’aborto è legale.
Preziosi dati sono stati pubblicati, tra gli altri, dall’Unicef in un Rapporto del 2005. In Paesi dove l’aborto è limitato muoiono meno donne, a differenza in quelli dove, invece, l’interruzione volontaria di gravidanza risulta più de-regolamentata e accessibile. Ad esempio in Francia e Inghilterra si verificano 8 morti materne ogni 100.000 nativi vivi, mentre in Irlanda appena una. Uguale nei paesi più arretrati: in Uruguay ci sono 20 morti materne ogni 100.000 nati, mentre a Cuba questo numero sale a 45 (vedi Mortalità materna nel 2005 stimata da UNICEF, UNFPA and The World Bank). In Etiopia, con la legalizzazione dell’aborto nel 2005, la mortalità materna è addirittura triplicata (vedi Puccetti R, Noia G, Aborto farmacologico: risposta a Parachini e coll. “Bioetica” 3 A/2009).

2) Aborti primariamente usati verso le femmine.
L’interruzione volontaria di gravidanza, molto spesso, impedisce proprio alle donne di nascere: solo in Asia, a causa dell’aborto di massa, mancano all’appello 160 milioni di bambine (da Corriere della Sera 8/3/10).

3) Grossi traumi post-aborto sulle donne.
Consentire ad una donna di abortire significa esporla ad un trauma di portata decennale: la sindrome post-aborto. Il celebre pediatra Everett Koop, dopo accurate indagini richieste dal governo americano ha concluso: l’aborto ha impatti psicologicamente devastanti sulle donne (vedi publimed.com). Disturbi emozionali, fobico-ansiosi, neurovegetativi, della comunicazione, dell’alimentazione, del sonno, del pensiero, della sfera sessuale. Da non sottovalutare, infine, le pulsioni suicide (vedi Fergusson D, Horwood LJ, Ridder E in PsycNet, 8/05).

4) La contraccezione incentiva gli aborti.
In Italia, come dimostrato dal recente articolo pubblicato sulla rivista della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, la contraccezione non solo non riduce, ma persino incentivi gli aborti (vedi Giornale Italiano di Ginecologia e Ostetricia 9/09). Mentre, infatti, nel 1979 (primo anno dalla legalizzazione), si registrarono 187.752 aborti, per i successivi sette anni si stabilizzarono sui 200.000 all’anno.

5) In Italia la legge 194 ha aumentato gli aborti clandestini.
Inoltre l’aborto clandestino non è mai scomparso (vedi relazione ministro Turco 2006/07). La 194, nata con l’obiettivo di ridurre gli aborti, in realtà ne ha aumentato il numero, tanto che uno studio ha messo in luce come 1 donna su 3 di quelle che hanno abortito ha dichiarato che, senza questa Legge, si sarebbe tenuta il suo bambino (vedi Atti della Società italiana di Ginecologia e Ostreticia).

Conclusione. Chi accusa gli anti-abortisti di battersi contro la salute delle donne mente, oggi come ieri: il Compendio Statistico Italiano del 1974 riporta che in quell’anno siano morte 9.914 donne tra il 14 e i 44 anni (età feconda). Tra queste solo 409 per cause legate alla maternità, alla gravidanza e al parto (vedi C. Casini, A trent’anni dalla Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, Cantagalli, Siena 2008, p.25). Come è stato dimostrato, quindi, legalizzare l’aborto non serve affatto a contrastarlo anzi i dati ci dicono che induce all’aumento.

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37 professori di diritto scrivono alla Corte Europea in difesa del crocifisso

Altre buone notizie per la presenza del crocifisso nelle scuole. Da Catholic News Agency si apprende che 37 professori di diritto da undici Paesi di tutto il mondo hanno scritto alla Corte europea dei diritti dell’uomo, esortando a ribaltare la sentenza che vietava crocifissi dalle aule italiane.

Nelle loro osservazioni hanno affermato che “non ha molto senso tentare di creare un comune denominatore laicista”. La Corte dovrebbe piuttosto “lasciare agli Stati libertà d’azione per strutturare le relazioni Chiesa-Stato in armonia con le rispettive tradizioni, storia e cultura”. Inoltre hanno sottolineato che “il tentativo di esilio dei simboli religiosi dalla pubblica piazza sarebbe avventato, poiche essi e le idee religiose sono parte integrante della tessitura della civiltà europea”.

Ha partecipato alla stesura del documento anche Eric Rassbach, direttore del Becket Fund for Religious Liberty, l’organizzazione non profit che protegge la libera espressione di tutte le tradizioni religiose, il quale ha detto: la sentenza della Corte Europea “è una messa al bando di tutti i simboli religiosi. Anziché annunciare una crociata di Stato contro la religione, la Corte dovrebbe riconoscere che religione e governo possono porsi l’un l’altro in armonioso dialogo”. La grande camera della Corte terrà l’audizione del caso il 30 giugno. La notizia è apparsa anche sull’agenzia SIR.

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La Sindone e le “terribili” accuse di MicroMega e Odifreddi

L’ultimo numero della rivista Micro Mega (tiratura 15mila copie, meno del bimestrale di estetica femminile La pelle beauty) è dedicato allla Sacra Sindone. La rivista è diretta dall’ateo marxista e scientista Flores d’Arcais, famoso per la sua ridicola convinzione: “sulla base di ricostruzioni scientifiche abbiamo ormai avuto risposta alle grandi domande del passato: sappiamo tutto, sappiamo chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo (e in un certo senso perfino: che cosa possiamo sperare)” (Flores d’Arcais e Angelo Scola, Dio? Ateismo della ragione e ragioni della fede, dibattito pubblico alla Normale di Pisa 7/1/08, Marsilio 2008, pag. 17-20).

Probabilmente se lo avesse sentito il compianto Hermann Bondi, celebre matematico e cosmologo, gli avrebbe ripetuto: “coloro che parlano della scienza come se fosse il loro dio, e che ritengono di essere sulla via di una completa compresione di tutto, sulla certezza totale, non si sorprenderà se le dico che mi fanno ridere: sempre che non mi salga la pressione e non vada fuori dai gangheri!” (H. Bondi intervistato da Russell Stannard, La scienza e i miracoli, TEA 2006, pag. 220). Per l’occasione è scesa in campo la sua firma migliore (sic), il solito bigotto Piergiorgio Odifreddi (ecco qui due gruppi Facebook dedicati a lui: il matematico deficiente e Anch’io voglio essere querelato e/o denunciato da Odifreddi).

Risposte alle “terribili” accuse di Odifreddi.
Il giornalista Enzo Pennetta, su Libertà e Persona, gli ha dedicato un articolo. Il cavallo di battaglia di Odifreddi (oltre ad affermare: “anch’io non sono particolarmente impressionato dalla riproduzione di Pesce Delfino o Garlaschelli”), è la presunta incoerenza dei “fedeli” che rifiutano la datazione della Sindone ottenuta col metodo del radiocarbonio, accettando però l’autenticità delle reliquie di san Paolo dedotta in seguito ad una datazione eseguita con lo stesso metodo.

1) Anzitutto, è difficile sostenere che l’autorevole rivista scientifica “SIS magazine”, attraverso la quale la Società di Statistica italiana (oltre ad altri numerosi istituti) ha realizzato recentemente uno studio in cui dimostra la totale inattendibilità dei risultati al radiocarbonio e sposta la datazione della Sindone al I° secolo (crf. Ultimissima 12/4/10) sia composta da “fedeli” e religiosi.

2) In secondo luogo, l’atteggiamento diverso adottato ha una motivazione razionale. Infatti la Sindone, oltre ad essere un materiale diverso dalle reliquie di Paolo di Tarso, ha subito un percorso eccezionale per un reperto archeologico. E’ stata infatti esposta al pubblico e maneggiata ripetutamente nel corso dei secoli (sopratutto nella zona da cui si è prelevato il campione per la datazione), e sottoposta ad una contaminazione da parte dei fumi dell’incendio del 1532, ha subito un inquinamento del tessuto che ne rende difficoltosa la datazione. I resti attribuiti a san Paolo sono invece rimasti isolati dall’ambiente esterno e la probabilità di contaminazione è assolutamente minore.

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Mourinho, “special one” anche nella fede

Il personaggio sportivo del momento è senza dubbio Josè Mourinho. Si dice che nell’ultimo mese sia stato citato dai giornali più del Presidente del Consiglio. Per due anni consecutivi, nel 2004 e 2005, è stato indicato come miglior allenatore del mondo dall’IFFHS. Quest’anno ha portato l’Inter a vincere Coppa Italia, Campionato e recentemente anche la Champions League. Dal carattere estroverso e affascinante ha rilevato consensi da chiunque. Ma è anche un uomo certo della sua fede e non ha mai avuto remore o tentennamenti quando gli è stato chiesto di esporsi su questi argomenti. Ripercorriamo gli episodi dal 2008, anno della firma contrattuale con l’Inter.

Il 5 ottobre 2008, dopo essere stato fotografato mentre baciava un piccolo crocifisso, ha detto a Il Corriere della Sera: “Non sono superstizioso ma cattolico”. Alle domande de  Il Corriere dello Sport del 18 ottobre ha ribadito: “Io e la religione siamo amici. Sono cattolico, ho un’educazione tradizionale, con convinzione e fede. Quello è stato un momento, Adriano stava tirando il rigore, e me ne sono ricordato. La croce è qua con me, ho bisogno di un aiuto per il 2-0, per stare tranquillo”.

L’1 novembre 2008 su Il Corriere della Sera appare la precisazione da parte dello Special One su quanto fece alla fine di una partita a Reggio Calabria, quando si avvicinò ad un bambino disabile e gli donò un piccolo crocifisso. Il sindaco Scopelliti e molti tifosi pensarono che stesse facendo la carità e si indignarono. Mourinho ha risposto: “Il sindaco mi ha accusato di voler dare una moneta a un bambino disabile. In realtà a quel bambino io ho dato un crocifisso che mi aveva regalato mia moglie e che ho tenuto in tasca da tre-quattro anni a questa parte. È un crocifisso che mia moglie aveva comprato a Fatima e mi aveva regalato. Il sindaco mi ha insultato perché ha detto che volevo dare una moneta a quel bambino». Successivamente il primo cittadino ha chiesto scusa a Mourinho per l’equivoco.

La Gazzetta dello Sport il 18/5/10 gli chiede il segreto per diventare un tecnico tanto vincente. Lui risponde: “Prego tanto. Io sono una brava persona, sono cattolico e a volte Dio mi aiuta”. Il 5 marzo 2009 ha anche provocato scherzosamente i giornalisti dicendo: «Dio e dopo di lui io» (da Il Giornale).

Lunedì 25 maggio 2010, il quotidiano portoghese As ha intervista Mourinho in merito al suo rapporto con la religione. L’ormai ex allenatore dell’Inter ha risposto: “Prego Dio tutti i giorni”. Nel centro di allenamento dell’ Inter c’è, ha spiegato, c’è una cappella: ”ho potuto cosi parlare con Dio tutti i giorni nella casa di Dio’ (da TelevideoRai).

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