Wael Farouq: «noi musulmani moderati abbiamo bisogno dei cristiani»

Wael Farouq, musulmano e intellettuale di rilievo della cultura egziana, professore di Lingua araba all’American University e docente di Scienze Islamiche alla Facoltà Copto-Cattolica di Sakakini a Il Cairo, iniziando la sua collaborazione con Il Sussidiario, ha affermato: “nessuno può negare le sofferenze dei cristiani in Medio Oriente. Ciò avviene in Nazioni a maggioranza musulmana, non nazioni islamiche, perché ad esempio l’Egitto, il mio paese, è tanto cristiano quanto islamico e il cristianesimo egiziano è un elemento inscindibile della sua identità”. Il rapporto con tra cristiani e musulmani in Egitto è a volte drammatico, ma -dice Farouq- “vediamo gli appartenenti alla classe media musulmana fare a gara per far studiare i propri figli nelle scuole cattoliche, così come vediamo centinaia di migliaia di egiziani musulmani giungere da ogni parte del paese per assistere alle festività cristiane e ricevere la benedizione della Vergine e dei santi”. Nel 2007 l’intellettuale egiziano si era già confrontato con altri intellettuali nel libro Dio salvi la ragione (Cantagalli 2007) sul discorso tenuto dal Santo Padre all’università di Resenburg.

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Ecco i rapporti tra il Partito radicale ed i pedofili

Per diversi anni il partito radicale di Marco Pannella ed Emma Bonino ha intessuto stretti legami con i pedofili e ha provato a legittimare culturalmente l’abuso sui minori, inaugurando campagne antiproibizioniste sulla pedofilia e sulla pedopornografia.

 
 
 

17 gennaio 2014. Durante la trasmissione La Zanzara di Radio 24, il radicale Pasquale Squitieri si è dimostrato favorevole ai rapporti sessuali tra adulti e minorenni, dichiarando di aver avuto lui stesso, rapporti sessuali con una “ragazza” di tredici anni in passato.

Dal minuto 9:40 della registrazione, Squitieri ha dichiarato: «Se non lo prendi non cresci come donna. Io ho tre figlie femmine, e quando avevano 10, 12 anni, 13 anni, chiedevo: ma ancora vergini siete? Ma insomma è una vergogna». «Era disgustosa questa cosa che fossero ancora vergini. Prendi una ragazza di 12, 13 anni, non è più come all’epoca mia, oggi ne sanno più di chiunque altro! Mamma mia fanno paura. Io ho sposato una minorenne nel 1965, aveva 17 anni ma facevamo l’amore da quando ne aveva 13 e io ne avevo 21, 22».

Squitieri era un attivista iscritto al Partito radicale, nel 2017 (3 anni dopo queste affermazioni) ha accompagnato la ong radicale Nessuno tocchi Caino e id il Partito Radicale Transnazionale stesso nella campagna “Nessuno tocchi Saddam”, partecipando alla conferenza stampa svoltasi nella sede del Partito Radicale.

 
2013. Il giornalista Daniele Di Luciano ha intervistato Marco Pannella sul tema della pedofilia, il quale ha risposto che «anche il neonato ha istinti di carattere sessuale» e, secondo lui, «è un grande successo dei radicali essere riusciti ad abolire il reato di plagio dei pedofili sui minorenni».

 

Luglio 2010. La senatrice radicale del Pd Donatella Poretti, esponente dell’Associazione Luca Coscioni e vicina al mondo omosessuale, ha chiesto l’abrogazione degli articoli 564 e 565 del Codice penale sui reati contro la morale della famiglia. L’articolo 564 del Codice penale prevede la reclusione da uno a cinque anni per chiunque commetta incesto con un discendente o un ascendente, o con un fratello o con una sorella.

 

2006. Marco Cappato, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e deputato europeo radicale, ha difeso al TG2 il diritto dei pedofili olandesi ad avere il loro partito, esprimendo il desiderio che la pedofilia venga regolata da leggi, «così non ci sarebbe violenza ma soltanto “amore».

 

10 marzo 2002. Il pedofilo (orgoglioso) William Andraghetti ha scritto al deputato radicale Marco Cappato, sempre in prima linea nell’accusare la Chiesa di pedofilia, chiedendogli un parere sulla pedofilia. Cappato ha risposto: «Mi pare che i radicali siano stati e siano molto chiari nel denunciare i metodi da caccia alle streghe sui casi di pedofilia, così come il proibizionismo su internet e la sottovalutazione dell’impatto della pedofilia “domestica”. Al centro delle nostre varie operazioni antipedofilia c’è stata la demonizzazione di Internet, con procedimenti penali anche a carico di chi ha semplicemente visitato siti pedofili»1da Archivio del Novecento, Istituto: Archivi Radicali; Fondo: Marco Cappato; Serie 4: Diritti umani e dei cittadini; Sottoserie 8: Prostituzione, pedofilia, razzismo, privacy 1995-2003.

 

26 aprile 2001. In un’intervista su Radio Radicale, Daniele Capezzone, leader dei radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino ha dichiarato: «La seconda cosa che dev’essere chiarita riguarda internet. Con il pretesto della pedofilia e dell’ennesima campagna poliziesca su questo scatenata, si è scatenata anche una campagna di criminalizzazione per la rete di internet in quanto tale […], sul piano del meno aumento delle pene per la fruizione e anche il consumo di materiale pornografico e pedopornografico non si capisce che la mera strada della proibizione non fa che far aumentare di valore quel materiale. La terza cosa che voglio dire è che un orientamento sessuale in quanto tale come la pedofilia non può essere criminalizzato» (dal minuto 2:52 al minuto 7:52).

 

5 dicembre 2000. Daniele Capezzone, che allora militava nelle file dei radicali di Marco Pannella, considerò la pedofilia un orientamento sessuale.

 

Il 20 luglio 2000 il ministero degli Esteri della Federazione russa ha richiesto ai membri del Comitato per le Organizzazioni Non Governative di espellere il Partito Radicale dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, in quanto mentre «sia al livello internazionale che a quello regionale si prendono delle serie misure per fermare la distribuzione della pornografia infantile e la prostituzione via Internet, in risposta a queste misure il Partito Radicale Transnazionale ha lanciato una grande campagna contro “le misure odiose, repressive e inutili” che hanno l’obiettivo di fermare la pedofilia nell’Internet».

A seguito di questo, il 30 ottobre 2000 l’associazione Famiglia Domani ha consegnato ai deputati dell’ONU un completo studio in cui dimostra lo stretto legame tra pedofilia ed esponenti del Partito Radicale.

Il Comitato per le Organizzazioni Non Governative dell’ONU ha deciso per l’espulsione del Partito Radicale per tre anni dall’Ecosos (Consiglio Economico e Sociale). In seguito il provvedimento venne revocato.

 

Il 27 ottobre 1998 i Radicali Italiani hanno organizzato un convegno i dal titolo Pedofilia e Internet, vecchie ossessioni e nuove critiche, promosso soprattutto da Marco Pannella. Tra le motivazioni del convegno si legge: «Siamo certi che gli adolescenti a cui molti paesi del mondo attribuiamo la capacità di rispondere in giudizio delle proprie azioni non abbiano invece pari consapevolezza e responsabilità nell’ambito sessuale? In ogni caso in uno Stato di diritto, essere pedofili, proclamarsi tali, o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato».

I radicali si sono quindi scagliati contro la censura dei contenuti pedopornografici, contrastando «il sequestro, la chiusura, la revoca delle licenze per coloro che distribuiranno anche per via telematica materiale pornografico minorile».

Sul sito web dell’Associazione danese per la difesa dei pedofili, “www.danpedo.dk” (ora chiuso dalla polizia informatica) si potevano facilmente consultare gli atti del convegno radicale sul cui sfondo è impresso il simbolo dell’associazione stessa: un uomo ed un bambino e due cuori.

 

28 aprile 1996. Il libro “Diario di un pedofilo” è stato scritto da William Andraghetti, arrestato nell’ ‘88 per aver adescato minorenni nelle piscine di Bologna. Tale testo è stato pubblicato dall’editrice Stampa Alternativa, diretta da Marcello Baraghini.

Baraghini è un attivista radicale, già fondatore con Marco Pannella della Lega Italiana per il Divorzio.- Replicando alle polemiche del Telefono Azzurro, Baraghini rispose: «Vogliamo prendere di petto gli ultimi tabù, come la pedofilia e l’incesto».

Nel 2019 il Partito Radicale ha festeggiato i 50 anni di Stampa Alternativa, presenti al convegno Marcello Baraghini, Maurizio Turco, segretario del partito, Valter Vecellio, direttore di Notizie Radicali e Mirella Parachini, membro dell’Associazione Luca Coscioni.

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Islam, in atto migliaia di conversioni al cristianesimo

I casi di musulmani convertiti al cristianesimo è un fenomeno in espansione, che va dal Marocco all’Algeria, dalla Francia agli Stati Uniti. Secondo la giornalista marocchina Souad Sbai, in Marocco lo scorso anno, le conversioni si sarebbero attestate a quota 45mila. Il quotidiano marocchino Hespress ha affermato che, entro il 2020, i convertiti nel Paese potrebbero arrivare a 3 milioni (10% della popolazione). Camille Eid, giornalista di Avvenire e docente di lingua araba, ridimensiona i dati ma conferma la presenza di questo enorme fenomeno in atto, sopratutto nelle comunità di immigrati in Europa e in particolare in Francia. In Algeria lo Stato è molto più laico e quindi le conversioni dall’Islam al Cristianesimo sono già state alcune decine di migliaia. Di quel che sta avvenendo nel resto dell’Africa (subsahariana), ne abbiamo invece già parlato in Ultimissima del 9/5/10. Eid ha affermato durante l’intervista a Il Sussidiario: “se l’Islam aprisse le porte alla conversione ad altre religioni, a quel punto supereremmo anche i 3 milioni. Conosco numerose persone musulmane che chiedono da anni di essere battezzate, e i vescovi non vogliono farlo perché dicono: «Se lo facciamo ci chiudono tutte le chiese». In nessun Paese islamico c’è la possibilità di convertirsi senza subire delle conseguenze. Molti dei cristiani convertiti lo hanno fatto grazie ai contatti personali con cristiani europei o arabi che vivono lì e ai canali satellitari cristiani in lingua araba, dove Rashid, conduttore marocchino convertito, come molti altri, risponde in diretta alle domande dei telespettatori, rischiando quotidianamente la vita.

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Francois Fejto: un grande intellettuale comunista e la sua conversione

Moriva due anni fa un grande uomo, considerato tra i più grandi intellettuali del XX secolo: Francois Fejto. Celebrato a sinistra, vedi La Repubblica: “uno dei grandi testimoni del XX° secolo e in particolare dell’ avventura comunista, di cui ha seguito tutta la parabola fino all’ 89”. Celebrato anche a destra, vedi Il Giornale: “uno storico privo di pregiudizi, personaggio unico di eccezionale lucidità e rara saggezza”. Amico di Emmanuel Mounier, Raymond Aron e Arthur Koestler, Camus, Aron e Sartre, aderisce da subito ad un gruppo marxista clandestino. Dopo la scarcerazione si avvicina a posizioni socialdemocratiche fondando una rivista antifascista e antistalinista. Segue le vicende dei paesi socialisti di cui diventerà uno dei maggiori esperti mondiali. Nel frattempo avviene anche la conversione al cristianesimo. Si definiva un «conservatore liberale e socialista», convinto della necessità di dover conservare i valori fondamentali della civiltà giudeo-cristiana, inflessibile nella difesa del libero arbitrio. Nato ebreo, fin da ragazzo è stato attratto dal cattolicesimo, si interrogava sulla fede ebraica comparandola con quella dei cattolici e dei luterani. Lui stesso diceva: «Ahimè, l’ebraismo come era predicato dalla nostra sinagoga riformista mi sembrava insipido e tiepido. Leggevo l’Antico Testamento, ma ad esso preferivo la dolcezza del Vangelo. La messa grande nella chiesa barocca dei francescani era festosa, vibrante, scintillante; erano i Preludi e le Fughe di Bach suonati dal nostro amico, il “cantor”, erano l’odore dell’incenso, le prediche appassionate. Mi sentivo convertito. Un pomeriggio, nei giardini pubblici dove stavo leggendo il Vangelo secondo san Matteo, credetti di veder passare — vidi passare —-Gesù, sentii il suo sguardo posarsi su di me. Questa visione fuggitiva non era forse la conferma della mia fede?» (da “Ricordi. Da Budapest a Parigi, Palermo“, Sellerie, 2009). Dopo essere rimasto folgorato da una ragazza tubercolotica che si preparava alla morte pregando e cantando, decise di battezzarsi nel corso di una Messa solenne, nonostante le reazioni del padre e del gran rabbino e le difficoltà culturali del mondo da cui proveniva (non riuscirà mai infatti a convertirsi pienamente). Si appassionò a Sant’Agostino e a Pascal e fu sempre persuaso che l’affermazione morale e spirituale dell’uomo e l’emergere della coscienza nella quale sono indelebilmente scritti i Comandamenti della legge divina, darà la possibilità di evitare in futuro conflitti mondiali (da «Intervista a Francois Fejtò», in il Giornale, 21 novembre 2004). Il 25 gennaio 2001 scrisse ad un sacerdote: “non sono ateo e non accetto spiegazioni materialistiche. Io penso che non ho soltanto la nostalgia della fede, io ho la fede!”.

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Boom di vocazioni in Australia: cominciano gli effetti del ritorno religioso

Nel 2003, due dei massimi esperti di sociologia delle religioni ha scritto il libro: “Dio è tornato” (Stark, Introvigne, Piemme 2003), in cui hanno profetizzato l’accrescersi del numero di credenti e dell’importanza delle religioni nel mondo. Da Leggo.it una notizia di oggi sembra confermare quanto scritto dagli studiosi: in Australia, nonostante lo scandalo della pedofilia abbia scosso la chiesa cattolica mondiale, è arrivata un’ondata di nuovi sacerdoti e di seminaristi che non si vedeva da decenni. La tendenza è di scala nazionale. 18 verrano ordinati in questi giorni, mentre a Melbourne si preparano 50 seminaristi. Il seminario ha addirittura dovuto respingere per quest’anno 25 candidati. A Brisbane il seminario aperto nel 2008 per 16 studenti ha iniziato una ristrutturazione che ne raddoppierà la capienza. Gli allievi che si preparano all’ordinazione a Sydney sono 63 (nel 2000 erano 17), a cui se ne aggiungono 40 a Perth e 20 a Wagga. Il rettore del seminario attribuisce la crescita delle vocazioni alla crisi morale in atto nel mondo contemporaneo: «in un mondo povero di credenze e di valori, molti giovani cercano qualcosa di solido, e lo trovano nella fede cattolica, papa Giovanni Paolo II e le giornate mondiali della gioventù, la più recente celebrata da Benedetto XVI a Sydney, hanno ispirato questa generazione».

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Due vittime di abusi ritrovano la fede dopo l’incontro con Benedetto XVI

«Quando ho visto il Papa piangere davanti a me, mi sono chiesto: ma perché soffre così per una cosa di cui non ha nessuna colpa? Allora ho iniziato a sentire pace dentro di me. Per la prima volta ho pensato che avrei potuto perdonare chi mi ha fatto tanto male». A raccontarlo è una vittima di abusi sessuali da parte di un religioso. Si chiama Joseph Magro, 38 anni e due figlie (ne avevamo già parlato in Ultimissime 20/4/10). Ha incontrato il Santo Padre a Malta e durante l’intervista rilasciata a Tracce, mentre porta al collo il rosario bianco con lo stemma di Benedetto XVI, racconta: «Mi sono sentito guarito: ho incontrato un santo». Accanto a lui un’altra vittima: Manuel, con al collo una catenina con il volto di Cristo. Anche lui racconta: «Gli ho detto che mi dispiaceva tanto per lui, che non c’entra niente con questi fatti, che io amo la Chiesa e provo dolore per chi l’ha imbrattata così, in nome di Gesù Cristo». Manuel si è sentito abbracciato così profondamente da risentire, dopo tanto tempo, la fiducia in se stesso: «Mi ha detto che mi credeva, che aveva fiducia in me». Ogni sera hanno iniziato a recitare il Rosario con le figlie. Joseph confessa che non sapeva neppure i Misteri e di non aver mai pregato prima con la sua famiglia, ma “se il Papa mi ha regalato il rosario, vuol dire che desidera che lo usi!». Risposta semplice e immediata, come quella di un figlio che ha ritrovato suo padre. Un’altra vittima tempo fa, dopo aver incontrato Bendetto XVI, si era dichiarato “cattolico convinto” (cfr. Ultimissime 19/4/10).

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L’ex comunista Renzo Foa e la sua conversione

Molti pensano che l’esistenza del male sia la prova della non esistenza di Dio. Renzo Foa invece, davanti all’eccesso di sofferenza e alla sua mancanza di senso, si è domandato se c’era Qualcuno che potesse davvero rispondervi. La storica e giornalista Lucetta Scaraffia rende omaggio al grande intellettuale, a un anno dalla sua morte, su L’Osservatore Romano. Avviatosi fin da subito all’ideologia del Pci, divenne giornalista e poi direttore dell’Unità. Va in Vietnam e nelle terre ateo-comuniste della Cambogia di Pol Pot e in Corea del Sud. Comincia così a conoscere il comunismo vero, quello reale, dall’interno, comincia a capire come funziona il sistema, e la sua fede nel partito entra in crisi. Aiutato anche dalla figura di Papa Wojtyla, come ha raccontato in “In cattiva compagnia” (Liberal 2007), rompe con il comunismo ed entra nell’impresa di “Liberal” e poi de “Il Giornale”. In questi anni avviene anche la conversione spirituale, avvicinandosi al mondo cattolico, grazie agli incontri con lo storico cattolico Giorgio Rumi, monsignor Rino Fisichella e padre Balducci. Cresce l’affezione per Giovanni Paolo II che, come ha detto lui stesso agli studenti de La Sapienza, sapeva parlare a tutti, cattolici e non. Ha letto negli anni più recenti il libro di Benedetto XVI su Gesù da cui ne è nata una riflessione pubblica, che rivela un’imprevista volontà di capire Cristo, un’inattesa capacità di intuire e amare le sue caratteristiche essenziali. Ha scritto: “il prima e il dopo Cristo non è solo una data sul calendario, è l’inizio di una lezione sulla resistenza dell’uomo alle avversità, alle sofferenze e alle ingiustizie in nome della vita e della ricerca della verità. Quando mai, prima di lui, un pescatore o un falegname o una prostituta erano stati considerati degni di nota, degni di entrare nella memoria, uguali agli altri?”. E ancora: “il Pater noster è la poesia più coinvolgente mai ascoltata e recitata, non c’è nulla di simile, da nessuna parte, in nessuna altra epoca”. E infine: “so che Cristo può appartenere a tutti, al di là della fede, ma so che senza la fede non ci sarebbe”. Proprio l’eccesso del male, l’eccesso di dolore a cui il destino l’ha sottoposto, l’ha portato a incontrare Dio. Muore il 9 giugno 2009.

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Andrea Bocelli: «grazie a mia madre per non aver abortito»

Ma chi ha detto che i disabili hanno meno dignità di vivere degli altri? Ma perché degli uomini scontenti della loro vita, vogliono decidere chi sarà felice o meno, chi avrà dignità o meno di vivere? Facciamo parlare chi è considerato portatore di handicap, quasi sempre più contento, grato e felice degli impostori che lo volevano morto. Facciamo parlare il grande tenore internazionale Andrea Bocelli, nato con una forma di glaucoma congenito che lo ha reso quasi cieco. Il Corriere della Sera riporta oggi che Bocelli, ha registrato un video-messaggio dedicato a un missionario, padre Rick, che lavora ad Haiti. Ha raccontato la storia di sua madre e di alcuni suoi problemi di appendicite: «I dottori le misero del ghiaccio sulla pancia e poi, quando il trattamento era finito, le dissero che avrebbe fatto meglio ad abortire. Che era la soluzione migliore, perché il bambino sarebbe venuto al mondo con qualche forma di disabilità. Ma ldecise di non interrompere la gravidanza e il bambino nacque. Quella signora era mia madre, e il bambino ero io». E aggiunge: «Sarò di parte, ma posso dirvi che è stata la scelta giusta e spero che questo possa incoraggiare altre madri che magari si trovano in momenti di vita complicati ma vogliono salvare la vita dei loro bambini». Il video era un omaggio all’opera di padre Rick, un prete-chirurgo che ha dedicato venticinque anni ai bimbi di Haiti. Ha costruito un centro per le mamme con figli disabili.

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Il regista Zanussi: «Papa Wojtyla contribuì alla caduta del comunismo in Polonia»

Il famoso regista cattolico polacco Krzysztof Zanussi, attuale direttore del Polish Film Studio TOR, è intervenuto al Bellaria Film Festival parlando della nascita del movimento polacco che in qualche modo ha cambiato la storia dell’Europa contribuendo negli anni Ottanta alla caduta del regime comunista. Avvenire riporta che, nel Palazzo del Turismo gremito da giovani, il regista ha raccontato: «Anch’io 47 anni fa, giovane studente di cinema, sono stato avvicinato come tutti dai servizi segreti perché collaborassi con il regime. Si è imposta la scelta: da una parte il successo facile, il potere, dall’altra una vita senza rimorso, bella, riuscita. Tutti i miei film sono stati poi censurati, in misure diverse». Infine ha parlato anche della situazione della Chiesa in Polonia negli anni ateo-comunisti: «Il sistema non offriva speranza, la Polonia era un paese senza sviluppo. A far da catalizzatore è stato il primo papa polacco, Giovanni Paolo II. Da noi il cattolicesimo è sempre stato oppresso, la chiesa non è mai stata trionfalista e il popolo si identificava con essa»

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Due bimbi riescono a scampare all’aborto, ci spiace per Carlo Flamigni

L’1 giugno è nata miracolosamente Gaia, partorita da una mamma di 40 anni in coma da quattro mesi. Il 4 giugno un altro parto agli Ospedali Riuniti di Bergamo: un maschietto, figlio di una madre alla 16esima settimana di gestazione con un tumore alla placenta. Il Sussidiario racconta che la donna ha rinunciato subito a spezzare l’esile filo della vita per portare a compimento quella gravidanza impossibile. I genitori e i medici si sono trovati di fronte allo stesso dilemma: fermare tutto, oppure lasciare l’ultima parola alla vita? Alla fine hanno preso la decisione migliore: lasciano fare ai due feti, mai come in questo caso fragilissime presenze di un disegno superiore. Qualcuno dovrebbe preoccuparsi di comunicare la notizia, e magari allegare la foto in alto, al super abortista uaarino Carlo Flamigni…

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