Nordirlanda, giustizia fatta per i cattolici morti nella «Bloody Suday»

E’ l’ora della giustizia per i 13 civili disarmati uccisi dai parà britannici durante la strage nordirlandese soprannominata «domenica di sangue». David Cameron, primo ministro inglese, ha presentando le conclusioni del rapporto di Lord Saville of Newdigate sulla strage di Bloody Sunday, e ha detto: non ci sono equivoci: ciò che è successo è stato ingiusto e ingiustificabile”. Il Giornale, come tutti i quotidiani nazionali, riporta i risultati e le conseguenza (risarcimenti ecc..) del rapporto, mentre Avvenire ricostruisce i fatti: il 30 gennaio 1972, nel quartiere cattolico di Bogside, i militari aprirono il fuoco contro migliaia di pacifici manifestanti cattolici che marciavano per difendere i diritti civili di tutto il Nord Irlanda, uccidendone 13 appena maggiorenni (vedi Wikipedia e WikiWEnglish). In base alle testimonianze, fu subito chiaro che i morti erano innocenti (numerose poi le testimonianze dei militari), ma l’insabbiamento (laicista?) che ne conseguì chiuse la vicenda come “legittima difesa”, facendo passare i civili come rivoluzionari assetati di sangue. Il merito della riapertura del caso va anche al cantante cattolico degli U2, Bono (vedi la sua esplicita professione di fede), al «soldato 27» che vive sotto protezione per aver reso testimonianza della realtà dei fatti e al premier britannico poi fattosi cattolico (vedi Wikipedia), Tony Blair, che nel 1998 volle riaprire tutta l’inchiesta.

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Nuove proiezioni: nel 2050 i cristiani al 35% e gli agnostici in calo al 6%

I cristiani oggi sono 2,3 miliardi di persone e nel 2050, assieme ai musulmani rappresenteranno i due terzi della popolazione mondiale. Ma per approfondire meglio il tutto, è nato l’Atlante del cristianesimo globale, il primo atlante che incrociando i dati di 200 diversi studi, prova ad analizzare i trend sul cristianesimo e le religioni nelle diverse aree del mondo. Il volume è il frutto del lavoro di un gruppo di studiosi, coordinati dal sociologo americano Todd Johnson e dal teologo scozzese Kenneth Ross ed è stato aperto un sito internet apposito. Su Avvenire potete trovare i dettagli, qui riportiamo solo i dati più significativi: il cristianesimo è professato oggi dal 33,2% della popolazione mondiale, abbondantemente al primo posto tra le religioni e presente in tutti i Paesi del mondo. Nel 2050, stimando una popolazione complessiva di circa 9,2 miliardi di persone (2 miliardi e mezzo in più rispetto a quella attuale), per i cristiani è prevista una crescita: saremo 3,2 miliardi, cioè il 35% del mondo. L’altra proiezione interessante è il crollo dell’agnosticismo: in termini percentuali passerebbe dal 9,3 al 6,1 per cento, con un calo dei non credenti anche in valore assoluto (a conferma che – ridimensionata la sbornia post-illuminista – il XXI secolo sarà il secolo delle religioni). Oggi i cattolici sono il gruppo maggioritario: 1,15 miliardi, cioè il 16,7% della popolazione mondiale e sono il 50,4% del totale dei cristiani.

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Archeologia, altre sorprendenti scoperte nella catacomba di Santa Tecla

E’ di un anno fa la formidabille notizia apparsa su L’Osservatore Romano (ma anche su Il Corriere della Sera o Adnkronos ecc..), della scoperta nella catacomba romana di Santa Tecla della più antica icona di San Paolo sulla via Ostiense (a pochi metri dalla sede-baracchino UAAR). In questi giorni sono avvenute altre sorprendenti scoperte, effettuate dai restauratori nel cubicolo della medesima catacomba: nella volta dell’ambiente sono comparse, attraverso l’uso del laser, altre effigi di immagini sante, che si pongono anch’esse come le più antiche del genere. Le importanti scoperte saranno illustrate in una conferenza stampa, che si terrà il 22 giugno alle ore 11.30 presso la Basilica di San Paolo fuori le mura. Ne hanno dato notizia in molti (ad esempio Andkronos e Radio Vaticana) e anche ArcheoRivista, una rivista online di archeologia, storia e arte antica.

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Manca un anno ma su Facebook sono già 100mila i giovani cattolici della GMG

Manca ancora un anno e sono già 100.000 gli utenti iscritti alla pagina Facebook della Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà nel luglio 2001 a Santiago di Compostela (Spagna). Zenit.it annuncia che la GMG di Madrid in pochi mesi ha raggiunto un livello record. Per fare un paragone: la pagina FB dell’UAAR, alla quale si iscrivono giovani tristi e attivisti radicali, ma anche sopratutto attempati e disillusi sessantottini, ci ha messo ben 14 lunghi anni per raccimolare 9500 iscritti (per non parlare dei ridicoli 4000 iscritti all’associazione in 24 anni). Alla pagina FB italiana della GMG, a cui si iscrivono quasi esclusivamente giovani cattolici, sono invece bastati 9 mesi per arrivare a 17mila amici (pensate se avesse avuto a disposizione 14 anni di violenta militanza quotidiana!!). In quella spagnola ne troviamo invece 48.700, mentre nel Regno Unito sono 17.200 i giovani che attendono informazioni. Con piacere si notano anche pagine di stati arabi e asiatici. Ricordiamo anche che il più grande raduno mondiale (spirituale) degli atei (il 2010 Global Atheist Convention), avvenuto qualche mese fa, ha accolto ben 2500 persone!! Persino la Bbc ha ironizzato facendo notare che il Parlamento delle religioni, evento di minore importanza avvenuto contemporaneamente, aveva radunato un numero di persone tre volte più alto (da Avvenire 17/3/10). Riaggiorneremo il tutto fra un anno.

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Francesco Guccini: «sono un agnostico inquieto in cerca dell’infinito»

Ieri ha compiuto 70 anni il grande cantautore italiano Francesco Guccini. Un vero laico come purtroppo ce ne sono sempre meno (l’UAAR lo ha catalogato come “famoso ateo”, bisognerebbe comunicarglielo per vedere la reazione…). Uno che non è mai riuscito a credere in Dio, ma questo non gli ha impedito di continuare a cercare un senso, un significato della vita, senza mai cadere in posizioni rinunciatarie, di chiusura, di ottusità come vanno aggressivamente di moda oggi. Nel 1998, in un’intervista, espresse tutta la sua statura d’uomo: «c’è sempre stata, pudica, sottile, nelle mie canzoni, una domanda sull’infinito, sul senso ultimo delle cose. Ma da agnostico, da vago panteista e spiritualista quale sono, da uomo che non crede nell’esistenza dell’anima ma forse coglie un fondo di infinitezza, di immortalità nel nostro destino, mi fermo alla domanda, all’interrogativo. L’importante è, però, che questa domanda non cessi mai, perché è uno dei sintomi preziosi della nostra vitalità come uomini» (Mattei, Anima Mia, Piemme 1998, pag. 158). Intervistato da Avvenire nei giorni scorsi, Guccini è ritornato su una delle sue canzoni più famose, Dio è morto. Ha detto: «i censori Rai si rivelarono più papisti del Papa. Perché mentre RadioRai decise di ignorare la canzone, quella Vaticana, che ne aveva capito il senso, non si fece problemi a trasmetterla. Alcuni cattolici di Assisi addirittura, nell’inverno del ’68, mi chiesero di suonarla dal vivo» . In altre interviste aveva detto: «Papa VI definì giustamente questa canzone un lodevole esempio di esortazione alla pace e al ritorno ai giusti e sani principi morali. Sarà che sono un vecchio agnostico inquieto, però devo confessare la sorpresa e la gratificazione di vedere nel corso degli anni che tanti gruppi cattolici hanno preso sul serio le mie canzoni e le hanno approfondite laddove io non avrei mai pensato. Mai avrei pensato che le mie canzoni convivessero addirittura con la Bibbia e la cosa non può che farmi piacere» (Mattei, Anima Mia, Piemme 1998, pag. 161). Nell’intervista a Il Sussidiario, gli viene ricordata la sua canzone Gli amici, dove canta, rivolgendosi Dio: “E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi, cosa che a questo mondo han fatto in pochi. Voglio vedere chi sceglie con tanti pretendenti, fra santi tristi e noi più divertenti. (Voglio) Veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni, fra noi e la massa dei rompicoglioni”. Lui ha commentato: È un po’ il Padre Eterno de “La Genesi”, questa figura burbera da vecchio padre un po’ incazzato, ma benevolo. Speriamo che fra 30, 50 anni ci sia un tavolo di carte e una bottiglia di vino o qualcosa di simile. È un Paradiso poi da poco”.

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Nuovo libro del filosofo laico Barcellona: ecco la sua svolta spirituale

E’ docente di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania ed è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura. Pietro Barcellona si autodefinisce un «intellettuale con alle spalle 45 anni di insegnamento laico e altrettanti di militanza politica nel Pci» (Barcellona, L’ineludibile questione di Dio, Marietti 2009). E’ uscito nelle librerie il suo ultimo libro: Elogio del discorso inutile. La parola gratuita (Dedalo 2010), di cui il suo amico don Francesco Ventorino, docente di ontologia ed etica, traccia una recensione su Il Sussidiario: «è l’opera che meglio delle altre caratterizza la svolta culturale e spirituale che ha segnato gli ultimi vent’anni della vita di Pietro Barcellona». Il filosofo laico nel libro arriva ad affermare: «L’evento della nascita di Cristo è un sussulto dell’Universo che si ribella al proprio destino mortale, è un’energia che non rimanda a null’altro che alla propria manifestazione, che irrompe nella storia umana e ne sospende il flusso, perché la sua piena presenza non è pensabile se non come evento istantaneo, senza presupposti» (pp. 134-35). E ancora:«Nonostante la negazione da parte dell’uomo dell’appartenenza originaria e costitutiva del suo essere (la “morte di Dio”), cui è seguita la “morte dell’uomo”, nel cuore di ogni essere umano è rimasto il senso profondo della dimensione religiosa” (p. 131). Alla fine del libro Barcellona riconosce che il suo cambiamento è accaduto attraverso «un prete, di cui sono diventato amico in questi ultimi anni» (p. 147), riferendosi indirettamente a don Ventorino. In diverse occasioni aveva già avuto modo di dire: «Dichiararsi atei è cretinismo. La cultura che sostiene atteggiamenti simili è stupidamente statica, incapace di vibrazioni, chiusa in se stessa. L’ateismo è stupido l’unica alternativa è l’amore».

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Legalizzazione eutanasia: 66 i morti in Belgio che non l’avevano richiesta

In Belgio è divenuta legale l’eutanasia e subito è accaduto che su 208 decessi, 66 sono stati privi di una preventiva autorizzazione da parte del paziente. A rivelarlo due studi pubblicati dal prestigioso Canadian Medical Association Journal (CMAJ) (ripresi in Italia da Il Sussidiario): spesso sono le stesse infermiere, al posto dei medici, a dare la dolce morte anche quando non è richiesta. L’eutanasia senza richiesta è quindi un omicidio legalizzato e corrisponde al passo successivo obbligatorio dopo l’approvazione legale dell’eutanasia. I medici, dopo che è emersa la notizia si sono assurdamente giustificati dicendo che non hanno chiesto il parere dell’interessato perché era in coma (70,1%), affetto da demenza (21,1%), aveva precedentemente espresso una volontà verbale di morire (40,4%), circostanza, quest’ultima, che non può considerarsi come valido consenso. Ma ancora: hanno ritenuto fosse il miglior interesse del paziente (17,0%) o, hanno pensato che affrontare l’argomento con il malato sarebbe stato dannoso per il suo stato psicofisico del malato (8,2%). A questo si arriva dopo la legalizzazione dell’eutanasia. Evidentemente non si risolve nulla neanche col testamento biologico poiché uno potrebbe cambiare idea nel corso della malattia senza però aver le possibilità di comunicarlo. L’unico modo è assistere cristianamente il paziente nel suo decorso naturale, senza accanimento terapeutico, impiegando le effiicaci cure palliative.

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Quando gli atei fanatici di MicroMega e dell’UAAR si insultano fra loro

Segnaliamo un divertende scambio di insulti avvenuto circa un anno fa tra l’UAAR e Micro Mega.



Premessa.
Il 19 gennaio 2009 MicroMega, una rivista molto tendenziosamente ateo-comunista, guidata dallo scientista ateo Paolo Flores d’Arcais, ha pubblicato un articolo contro l’idiozia dello sbattezzo (dopo averlo promosso sul proprio sito, tra l’altro, alla faccia della razionalità e della coerenza…) e della campagna degli autobus con le frasi atee a Genova. Queste sono alcune delle poche genialate dell’UAAR, l’associazione nata con lo scopo di recintare le frange esteme dell’ateismo militante italiano. Sottolineiamo che tanti membri UAAR erano fino ad allora lettori appassionati di MicroMega.

Primo attacco di MicroMega all’UAAR.
Tutto inizia dalla penna di Pierfranco Pellizzetti, articolista di punta di MicroMega e docente di politiche globali all’università di Genova: «l’intera vicenda degli “ateobus” è stata una vera e propria sagra della sciocchezza. Le provocazioni chiassose cui si è consacrata l’associazione [l’UAAR] promotrice della tentata affissione mobile non brillano certo per lucidità».

Oltre a questa posizione, fa piacere che continui sottolineando la stessa contraddizione da noi rilevata in Ultimissima del 5/6/10 sulla possibile convivenza ed unità tra atei e agnostici (e pure razionalisti). Ha infatti scritto: «Non c’è lucidità già a partire dalla sua denominazione, che unisce termini sostanzialmente antitetici quali “ateo” (cioè chi prende particolarmente a cuore la questione del divino) e “agnostico” (cioè chi di tale questione se ne infischia)». E continua: «associazione [sempre l’UAAR] segnalatasi a suo tempo per un’altra iniziativa peregrina come quella dello “sbattezzo”, che finisce per dare estrema importanza a un rito destinato a restare inerte nella misura in cui il diretto interessato non gli attribuisce rilevanza. D’altro canto il diritto costituzionale alla libera espressione non prevede deroghe nei casi di accertata labilità».

Dopo aver proseguito insultando i credenti, il nostro eroe si avvia alla conclusione: «assistiamo a sparute minoranze che si contrappongono con frizzi e lazzi e non con un pensiero alto e robusto. Papisti come presunti laici. Anche a scapito delle loro antiche identità». Finendo con veloci epiteti verso il PDL, che si è opposto agli autobus di Genova, alleandosi con gli autisti e i loro sindacati, l’articolista parla di «dittatura della maggioranza [quella del PDL], di cui a Genova abbiamo visto un bell’esempio nella vicenda “ateobus”. Magari a danno di minoranze altrettanto sciocchine [quella dell’UAAR]» (cfr. MicroMega 19/1/09).

Insomma, piena conferma delle nostre constatazioni, che vedono l’UAAR soffrire di frustrazione a causa di minoranza isolata (con appena 4000 iscritti in 24 anni di violenta militanza…).

Prima reazione dell’UAAR e del suo pontefice.
Accidenti, accidentoni, non l’avesse mai scritto! Nella setta integralista UAAR si è scatenato un putiferio: urla, pianti e stridori di denti. Ecco alcuni stizziti e spassosissimi commenti degli uaarini ed ormai ex-lettori di MicroMega: «Pellizzetti si è coperto di ridicolo»; «Solo un vaniloquio autogratificante»; «Questi giornalisti sono di uno squallore desolante e colpevole»; «Il nostro povero Pellizzetti non ha mai avuto un lavoro. Troviamoglielo!» e così via…

Ecco che allora il sacro pontefice dell’UAAR, lo sconosciuto Raffaele Carcano (in questa foto il capo dei razionalisti italiani in un attimo di “rilassamento), prende in mano la situazione e decide di difendere le sue pecorelle smarrite, rispondendo per le rime a quei birboni razionalisti di MicroMega: «l’articolo vola altissimo -comincia don Raffaele- tanto alto da dimenticare di fornire qualche argomentazione concreta a supporto di cotanto livore [cos’è, autocritica questa??]».

Si infervora poi in imbarazzanti definizioni apologetiche: «le antitesi di ‘ateo’ sono ‘teista’, ‘credente, ‘fedele’, come qualsiasi buon vocabolario insegna». Cosa cosa?? Grave infortunio di don Carcano, che dimostra di non conosce nemmeno il significato di quel che predica. L’ateismo significa essere senza Dio (a-theos) e non essere contro o opposto ad Esso o a chi crede in esso (anche perché opporsi a qualcosa che non esiste non è proprio sinonimo di pieno razionalismo, o no?). Quella di cui sta parlando il povero Carcano è la corrente filosofica chiamata “antiteismo” (che si diversifica dall’ateismo). Questa si che è l’antitesi del teismo, come UAAR è l’antitesi dell’AntiUAAR (vedi la definizione di anti-tesimo su Wikipedia). Infatti su qualsiasi buon vocabolario (qualcuno dovrà pur regalargliene uno prima o poi…), non ci sarà mai la definizione di ateismo come antitesi del teismo (cfr. vocabolario Treccani).

Comunque, sorvoliamo divertiti e andiamo oltre. Il capo dei razionalisti italiani conclude il suo pedante sermone: «con il suo articolo Pellizzetti si è fermato, purtroppo, soltanto alla sterile polemica». Tiè, ben fatta super Raffa! Tutti ringalluzziti, i membri della setta si possono inebriare dei loro soliti moderati commenti: «Peccato per l’immagine di MicroMega» [non certo la vostra, vero??]. «Se si riduce così, forse Micromega ha qualche problema. Pazienza, sopravviverò anche senza!» [anche loro di voi probabilmente]. «Se c’è qualcosa di “sciocco”, è solo il suo articolo e il suo modo confuso e superficiale di scrivere» [specchio-riflesso, gnè gnè gnè.. probabilmente la razionalità è stata dimenticata nella sede UAAR…]. «Come membro dell’associazione mi sento personalmente offeso. Querela? Altra colletta per le spese legali?» [il solito garibaldino reazionario]. «Intellettuali, giornalisti, filosofi, sapienti e luminari di ogni sorta di questo paese sono un violento insulto alla razza umana» [ma come, non eravate voi gli elogiatiri dei filosofi, sapienti e luminari razionalisti??] (cfr. UAAR 19/1/09).

Seconda reazione dell’UAAR e del coordinatore pastorale.
Il direttore Flores d’Arcais, terrorizzato per la possibile scissione religiosa, decide di placare gli animi e, fregandosene bellamente della risposta data dal capogregge dell’UAAR, decide di pubblicare solo il commento ufficiale del tale Roberto Grendene (e chi è??), che si professa addirittura nientepopodimento che coordinatore del circolo UAAR di Bologna (ah beh, allora…).

Il capo-chierichetto scrive: «caro Pellizzetti, l’UAAR, che non si degna di nominare nel suo articolo (che stile!), unisce atei e agnostici negli scopi sociali [scopi sociali? Tipo la scampagnata a cogliere ciliegie promossa nel gruppo Facebook UAAR come evento del mese?]. L’aiuto-parroco continua: «Non brilliamo per lucidità per l’accostamento di persone atee e agnostiche? Con la stessa profonda logica tuoni allora contro iniziative gay lesbiche e trans, oppure contro “MicroMega”, rea di accostare termini che non le stanno a genio [1-0 per il coordinatore pastorale di Bologna!]».

Il militante romagnolo chiude con una frecciatina pepata, come solo lui sa fare: “dica a Paolo Flores d’Arcais di non firmare più le nostre petizioni, e suggerisca anche a Cinzia Sciuto [chiiii???] di non contattarci più, non vorrà che rappresentanti di MicroMega si mescolino ad associazioni che non “brillano per lucidità” e promotrici di iniziative “peregrine».. Mannaggia…tuoni, fulmini e saette, che spettacolo ragazzi!!

Contro-reazione di MicroMega.
L’ormai eretico e inferocito Pellizzetti replica su MicroMega (tiratura di 15mila copie, meno di un bimestrale di estetica femminile, per intenderci): «Al maestro di stile Roberto Grendene e ai suoi indignati colleghi dell’UAAR (contento? questa volta ho citato giusto?). Mi rendo conto che incrociare le lame della discussione con minoranze “intense”, emotivamente sovreccitate, comporta la quasi certezza di riceverne in risposta fendenti inconsulti, ben oltre le soglie dell’insulto» [ah ah ah ah, ottima questa!].
«La qual cosa non mi sfiora neppure un pelo del baffo [beh, sembra proprio il contrario in realtà…]. Sicché mi limiterò a fare “un discorso serio a gente faceta”. Siffatte iniziative di testimonianza tendente al narcisistico [autobus, sbattezzo, ciliegiata ecc…], non sono minimamente utili al fine di impostare una linea politica plausibilmente vincente per contrastare le ben più abili e incisive azioni strategiche dell’avversario [cioè noi…., uaoooo che baciapile! Grazie, davvero grazie mille, ma ci era già simpatico a dir la verità..].

Continua Pellizzetti: «Queste iniziative servono esclusivamente a gratificare un’appartenenza (la minorità intensa). E infatti avete avuto ben più visibilità dal rifiuto di accordarvi la concessione dei due “ateobus”, di quella che avreste ottenuto se effettivamente avessero circolato per Genova». Ecco scoperta la frustrazione e la contraddizione degli amici UAAR: gran urlatori su Internet e nel mondo virtuale e totalmente inconsiderati nel mondo vero, quello reale.

L’amico scissionario Pellizzetti, si perde poi nei meandri dell’oscurantismo, da Galilei e alle crociate, per poi ritornare in sè e chiosare: «L’ateobus e lo sbattezzo sono un semplice sberleffo che lascia il tempo che trova. Fate pure, sbraitate contro chi vi accusa di insignificanza [cioè tutti??]. Riunitevi, atei e agnostici del beau geste (per inciso, non ho capito il paragone tra il vostro mix e quello tra omosessuali e trans), traendo la massima gratificazione dallo starvene tra voi [frangia estremista e integralista dell’ateismo??].
In questa logica che mi sembra sostanzialmente massonica d’antan. Io ateo e – ovviamente – anticlericale penso che bisognerebbe fare ben altro. Più serio e meno faceto. Statevi bene».
(cfr. MicroMega 19/1/09 ).

Pan per focaccia si suol dire…chissà i nostri amici uaarini come sono rossi di rabbia (comportamento poco razionalistico tra l’altro, poiché la rabbia -come l’amore o Dio-, non può essere misurata, nè provata scientificamente -al massimo le sue conseguenze fisiologiche-, e quindi per i materialisti non dovrebbe esistere…).

Attenzione, interviene il guru di MicroMega!.
Tocca all’intervento del filosofo Flores d’Arcais (sicuramente uno degli atei militanti più astuti in circolazione, che tra l’altro aveva già avuto modo di dire: «in questa vita finita che ritengo l’unico orizzonte dell’esistenza, mi trovo a condividere l’impegno civile in nome di comuni valori di giustizia, molto più spesso con dei credenti, e non di rado dei preti, che non con tanti miscredenti» [Dio? Ateismo della ragione e ragioni della fede, Marsilio 2008, pag. 32]). Egli tira fuori la sua sterminata cultura in ateismo, agnosticismo e floricoltura, e dice: «esistono atei e/o agnostici di ogni tipo, con diversissime convinzioni morali, politiche, artistiche, sono legittimi “cento fiori” anche tra gli atei e gli agnostici (anzi, soprattutto fra loro)» [interessante il fatto che si parli di convinzioni morali, cioè di un credo personale, ben lontano dall’oggettività razionale ed empirica.. Ma poi, gli atei, non erano quelli compatti e uniti nell’unica professione di miscredenza, come sbraita sempre l’insopportabile Cecchi Paone, volendo così dimostrare le differenze con la pluralità di credo dei credenti?? Mah, misteri della fede..].

Il direttore continua: «vedere quegli autobus in giro avrebbe fatto piacere, anche se non mi sarei mai impegnato per lanciare una iniziativa del genere perché non mi interessa convertire nessuno all’ateismo [al contrario del proselitismo religioso dell’UAAR]. Spero che a nessuno venga mai in mente di chiedere la censura, come purtroppo invece è apparso in filigrana (e non solo) in qualche intervento [parla degli uaarini, ufficialmente contro ogni censura…e non ufficialmente??]» (cfr. MicroMega 20/1/09).

MicroMega affonda il colpo e abbatte l’UAAR.
E’ tempo che i pezzi da 90 dell’ateismo italiano scendano in campo: viene scomodato addirittura il filosofo del diritto dell’Università di Trieste, Marco Barberini, che il giorno dopo, sul sito della rivista, scrive: «Ateobus, una campagna inopportuna: è potuto accadere che l’amico Pellizzetti, di solito tacciato di essere un mangiapreti, è stato accusato di tutte le peggiori nefandezze (attitudini censorie, cerchiobottismo, supponenza, ignoranza) dagli Atei, dagli Agnostici, e persino dai Razionalisti (difficilmente un’unica persona riunisce tutte e le tre qualità) per essersi permesso di prendere le distanze dall’iniziativa dell’UAAR (“schiocchina”, ha osato chiamarla). Trasecolo e allibisco [non siamo gli unici allora…]».

Continua Barberini: «Soprattutto noi atei, agnostici e razionalisti, confesso di appartenere ad almeno due di queste tre categorie, [attenzione che parte il predicozzo..] dovremmo dare esempio, se non di moderazione, almeno di ragionevolezza e di tolleranza [e lo dici a quelli a cui piace autochiamarsi razionalisti??] e non comunicare l’impressione che, lasciati a noi stessi, saremmo capaci di sterminarci per dei paragrafi, non troppo diversamente dai fedeli di molte religioni”» E invece, caro Barberini, comunicate proprio questo (cfr. MicroMega 21/1/09).

E ora ci si mette pure Piergiorgio Odifreddi??
Dopo queste divertenti lezioni di laicità e tolleranza atea, la rivista MicroMega & Laicismo a go-go, ha recentemente creato altri fastidi alla parrocchia UAAR. E’ accaduto il mese scorso, quando il presidente onorario di questa combriccola, Piergiorgio Odifreddi, è stato invitato dal direttore di MicroMega a scrivere un articolo sulla (anzi, ovviamente contro) la Sindone [scommettiamo che non c’era nessun altro disponibile??].

Il matematico imperficente ha detto: «anch’io non sono particolarmente impressionato dalla riproduzione di Piero Pesce Delfino o Luigi Garlaschelli». Come come come?? Abbiamo letto bene? Ma, caro Piergiò, tu, proprio tu, presidente razionalista logico onorario di un’associazione che ha sprecato fior di quattrini per far produrre al CICAP una Sindone identica a quella vera (sic!) e che continua a spenderli [alla facciazza delle opere di carità cristiana] per portarla in adorazione e preghiera atea in ogni angolo della penisola, proprio tu, non ne sei rimasto impressionato??? Ma allora, chi dovrebbe esserlo? Per caso mons. Ravasi o l’appassionato di viaggi, videomaker e culture di musica tribale, Raffaele Carcano (cfr. autobiografia del capo dei razionalisti (sic.))?? (cfr.Ultimissima 31/5/10). In effetti però, occorre dirlo, Odifreddi aveva già avuto modo il 7 gennaio 2010 di dissociarsi dalle inziative dell’UAAR [e non è l’unico a quanto pare], affermandolo lui stesso sul sito: www.culturacattolica.it

Conclusione.
Satira a parte, non possiamo non concludere con una citazione di Albert Einstein (che sarebbe rabbrividito nel constatare come la sana laicità è ormai così alla deriva e alla mercè di minoranze reazionarie e militanti). Il grande fisico disse: «Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come ‘oppio delle masse’ – non posso sentire la musica delle sfere». (Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster 2008)

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Daniele Luttazzi, il volgare clown che copia le battute altrui

luttazzi raiIl titolo di questo articolo è preso in prestito da un articolo de Il Giornale: “Delusione Luttazzi: un clown volgare che non fa ridere. Perché volgare? Non ci sono altri aggettivi per uno che dice: «ogni mattina vado in edicola e compro Penthouse e Avvenire. Avvenire lo uso per masturbarmi». Che simpatia.

Il Lettermann de noantri, ha anche pensato di dire: «Il condom a quanto pare è contro gli insegnamenti di Cristo. Anche se Cristo non ne ha mai parlato, se non per lamentarsi del fatto che si rompono facilmente durante il sesso anale». Il repertorio non è finito, da notare il chiodo fisso: «Alcuni teologi ritengono che Dio sia donna. Io non ne sono molto convinto: se Dio fosse una donna lo sperma saprebbe di nutella». Non stupisce che di lui si parli come “tv spazzatura” (TerniMagazine, Tv spazzatura: volgari lezioni di sesso ad Annozero, 26/3/10).

Per molti opinionisti, Luttazzi deve la sua fama più per il cosiddetto “editto bulgaro”, che per i suoi spettacoli, ed in questi giorni è tornato ad essere oggetto di pesanti accuse: un video pubblicato in rete da suoi ex-fans e più volte censurato per iniziativa della società “Krassner Entertainment”, il cui amministratore è Daniele Fabbri, cioè lo stesso Luttazzi, è intitolato “Il meglio [non è] di Daniele Luttazzi” (qui potete vedere un estratto). L’accusa è quella di plagio in quantità industriale, gravissimo disonore per un “artista” (o clown che sia). La notizia è stata ripresa da molti quotidiani, in particolare da Repubblica, Il Riformista l’Unità (questo sito invece riporta le centinaia di battute copiate da Luttazzi). Il video dura 40 minuti e dimostra che Luttazzi ha costruito la propria carriera (circa il 30% delle battute, 600 minuti di spettacolo) scopiazzando a man bassa le battute di comici americani. Ciò ha suscitato ovviamente molte proteste dei suoi fan, delusi dalla scoperta del plagio.

Il vizietto di Luttazzi era già stato scoperto nel 1996 e riemerse ancora nel 2005, lui si difese con un escamotage piuttosto traballante (che viene spiegato su OneWeb2.0), smentito da molti blogger i quali, con lavoro certosino, hanno dimostrato che le sue “citazioni” (come le definisce Luttazzi) corrispondevano in realtà addirittura ad interi monologhi della durata di svariati minuti.

L’8 dicembre 2007 l’emittente LA7 ha cacciato Luttazzi per questa “battuta”: «Pensate a Giuliano Ferrara dentro la vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti». Si è difeso con la solita manfrina della “semplice satira”, ma venne allontanato per «irresponsabilità, provocazione alla dignità e all’onore personale di un collaboratore e danni di immagine». Il Corriere della Sera, come molti altri quotidiani, ha sostenuto l’opportuna reazione dell’emittente televisiva (da Corriere della Sera 8/12/07).

La redazione

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Nuovi crimini a causa dell’ateismo di Stato in Cina e Corea del Nord

Senza Dio tutto è possibile, la morale atea, come disse il laico Norberto Bobbio, non esiste. Tutti sappiamo che un governo agisce in base alla mentalità culturale e alla moralità dei suoi governanti: la Corea del Nord, Paese stremato dalla miseria, è governata dal “folle” dittatore ateo Kim Jong-il, figlio di un altro dittatore ateo-criminale Kim Il-Sung (inserito orgogliosamente nel sito www.ateicelebri.com). In Corea è ovviamente imposto l’ateismo di Stato (vedi Wikipedia) e la stessa popolazione si dichiara, in maggioranza, atea (vedi Wikipedia). Casualmente (o forse no) la Corea del Nord occupa una delle peggiori posizioni al mondo per quanto riguarda la violazione dei diritti umani. Addirittura i coreani vengono descritti come “uno dei popoli più brutalizzati del mondo” (da Wikipedia e Amnesty International). Casualmente (o forse no) appare stretto il legame con l’altra Nazione in cui è presente ufficialmente l’ateismo governativo, la Cina (vedi Wikipedia). Anche quest’ultima casualmente (o forse no) è messa molto male come violazione politica dei diritti umani (da Amnesty International). Wikipedia elenca un gran numero di crimini commessi dal governo cinese.

Ma, come suggerisce Avvenire, recentemente si è scoperto che ad allacciare Corea del Nord e Cina è anche un altro crimine: la tratta delle donne. Lo svela un’inchiesta del reporter giapponese dell’Asahi, Daisuke Nishimura: in Cina, a causa dell’aborto massiccio femminile imposto dal governo (gli uomini sono circa il 20% in più), si devono “acquistare” donne dal Paese vicino, la Corea. L’Economist ha parlato di recente di 100milioni di bimbe mai nate, e ha definito il fenomeno: «genericidio». In alcuni casi le donne comprate vengono date in moglie, in altri, avviate alla prostituzione. Il tutto è anche confermato dall’agenzia AsiaNews, la quale sottolinea, così come avvenne in ogni dittatura ateo-comunista, che la persecuzione politica alla Chiesa e ai cristiani è ancora elevatissima. Non vediamo altra possibilità che incolpare, per questi comportamenti, l’ideologia materialista, ateo-laicista-comunista, che è alla base dell’impostazione e della mentalità governativa, come in altri Paesi la colpa è attribuibile all’ideologia estremista musulmana. Per evitare tutto questo, concordiamo con il celebre storico laico Benedetto Croce, oggi ripreso dall’ateo Marcello Pera, quando disse che “non possiamo non dirci cristiani” (e questo non significa essere per forza credenti).

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