Donald H. Calloway: da ateo drogato e alcolizzato a sacerdote cattolico

Padre Donald H. Calloway ha raccontato la storia della sua conversione nel libro “No Turning Back A Witness to Mercy” (Marian Press 2010). La copertina del libro mostra quello che lui è oggi: in abito talare, rosario in mano, il mare e la tavola da surf, la sua passione. Ma nella foto lo vediamo con chitarra in mano e capelli lunghi. Nato e cresciuto in una famiglia in cui la madre era stata sposata tre volte, nessuna formazione religiosa, tatuaggi su tutto il corpo, droga, alcool, carcere e comunità di recupero. Ma nulla è servito. Tutto è cambiato nel 1992, durante il servizio militare: «Una notte ho capito che qualcosa stava per cambiare radicalmente nella mia vita. Così, invece di uscire con gli amici sono rimasto a casa a pensare. Ho preso un libro, intitolato “Medjugorje” [N.d.A., il Paese in cui ancora oggi sembra apparire la Madonna ad un gruppo di veggenti]. Ma ero una tabula rasa, non sapevo chi fosse la Vergine, a malapena sapevo di Gesù Cristo. Dopo aver letto il libro rimasi affascinato dalla figura di Maria». Si è recato così dal cappellano della base dove viveva e durante la messa da lui celebrata ha sperimentato la presenza di Cristo. Dopo aver parlato con il sacerdote, si è convertito e ha pregato: «Per la prima volta dopo anni mi sono sentito libero. Una pace incredibile è scesa su di me». Si è iscritto ad una congregazione religiosa e ha preso gli ordini sacerdotali nella Chiesa Cattolica. Un’approfondimento sulla sua storia è pubblicato su Religion En Libertad.

In questo video Ft. Calloway presenta il suo ultimo libro.

Qui un’intervista apparsa in un canale televisivo americano.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Usa, nuovo speaker Camera: «tagliare finanziamento all’aborto nostra priorità»

«La legislazione per vietare in modo permanente il finanziamento all’aborto in tutti i programmi federali è una delle nostre più alte priorità legislative», così si è espresso il nuovo speaker della Camera degli Stati Uniti, John Boehner il 20 gennaio 2010 durante una conferenza. Ha anche aggiunto che la nuova maggioranza repubblicana sta mantenendo il suo impegno con i contribuenti «garantendo che le loro tasse non verranno mai utilizzate per finanziare aborti». Ha detto che un divieto di finanziamento aborto è «la volontà del popolo e deve essere la legge del paese». Ha anche citato un sondaggio della Quinnipac University, nel quale si rileva che il 67% dei contribuenti è contrario al finanziato dell’aborto. Ha continuato: «Il nostro nuovo progetto di legge è stato ideato per porre fine definitivamente a qualsiasi sostegno finanziario del governo degli Stati Uniti verso l’aborto, sia che si tratti di finanziamento diretto o crediti d’imposta o qualsiasi altra sovvenzione». Si tratta della Legge per la protezione della vita (Protect Life Act), della Legge contro la discriminazione sull’aborto (Abortion Non-Discrimination Act, Anda in sigla) e della Legge sul finanziamento da parte dei contribuenti all’aborto (Taxpayer Funding for Abortion Act). I vescovi degli Stati Uniti hanno valutano positivamente i tre progetti di legge presentati alla Camera dei Rappresentanti che vogliono tutelare meglio la libertà di coscienza dei contribuenti e degli operatori sanitari in materia di aborto, informa Radio Vaticana.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Un’altra donna muore dopo un aborto, il medico perde la licenza

Ad Andrew Rutland, un medico abortista del sud della California, è stata definitivamente ritirata la licenza medica dopo l’uccisione di una donna, Chen Ying, a causa di un aborto fallito, come ha stabilito il Los Angeles County Coroner’s Office. La storia è dettagliatamente descritta anche sul The Morning After. L’avvocato di Rutland, Peter Osinoff, ha rifiutato di rilasciare commenti fino all’udienza. Nel 2002  al medico abortista era già stata sospesa dopo un’indagine di due anni da parte della commissione medica per la morte di due bambini e per altre accuse piovutegli addosso: avrebbe eseguito isterectomie inutili, mentito a diversi pazienti, falsificato cartelle cliniche e avrebbe fatto sesso con una paziente nel suo ufficio. La domanda sorge spontanea: ma l’aborto non si pratica  mica per preservare la salute della donna? In Ultimissima 30/5/10 dimostravamo come la mortalità materna aumenta proprio dove l’aborto è legale e altre cosine interessanti che i fautori del “decido io perché l’utero e il bambino sono di mia proprietà” solitamente tengono nascoste.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Un’altra figuraccia per l’UAAR a causa di un vigile urbano contro le ostie

Ci risiamo: dopo essersela presa con le campane di Pisa (cfr. Dossier 4/8/10) , l’associazione degli invas-atei razionalisti UAAR -che ha evidentemente molti impegni, bisogna ammetterlo- si è scatenata contro le ostie e la transustanziazione. Ha valutato quale fosse il suo associato che meglio poteva portare avanti la questione dal punto di vista teologico e scientifico-razionale e ha candidato il pensionato e addirittura nientepopodimeno che ex comandante dei Vigili Urbani di Ancona, Dante Svarca. Il razionalista vigile urbano, ha accettato l’incarico e ha presentato un esposto a carico del vescovo, mons. Edoardo Menichelli, dopo averlo diffidato a dare disposizioni ai sacerdoti della sua diocesi di “astenersi dal presentare ai fedeli l’eucaristia come il miracolo della transustanziazione, affermando la presenza effettiva nell’ostia consacrata della vera e viva carne di Gesù”. Ma non avendo ricevuto alcuna risposta, il celebre genetista Svarca ha chiesto che vengano acquisiti «campioni di ostia consacrata e ancora da consacrare» per poi procedere all’esame del Dna, in modo da «chiarire definitivamente se sia avvenuto qualche reale cambiamento nell’ostia, a seguito della consacrazione». Nelle Marche la faccenda è evidentemente precipitata nel ridicolo più totale, ed è un vero peccato che solo qualche agenzia e La Stampa abbiano riportato la notizia. I capi dell’UAAR hanno capito come si stava mettendo la questione e infatti non hanno voluto spiaccicare parola sull’accaduto nel loro sito internet, sempre aggiornato sulle idiozie inventate di tanto in tanto dagli atei moderni pur di raccimolare un pò di notorietà. Ma se il nostro Svarca si facesse un prelievo del suo già piccolo cervello, lo portasse al comando dei Vigili Urbani di Ancona e lo facesse analizzare minuziosamente, riuscirebbe a trovare traccia dell’amore e dell’affetto che dice di provare per sua moglie e i suoi figli? Sospettiamo di no. E allora, non potendo dimostrare di essere realmente innamorato, perché sua moglie non dovrebbe avere il diritto di annullare il matrimonio? Non sarebbe “abuso di credulità famigliare”? Ma d’altraparte se il nostro Dante avesse voluto studiare quando ancora frequentava le scuole, avrebbe saputo dell’esistenza di un certo Tommaso D’Aquino, il quale affrontando in profondità la  questione spiegò che nel sacramento dell’Eucarestia, il fatto che sia presente il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo,  «non si può apprendere coi sensi, ma con la sola fede, la quale si appoggia all’autorità di Dio» e alle parole di Cristo (una buon ripasso del Catechismo della Chiesa Cattolica non fa comunque mai male). Ma se i membri dell’UAAR in generale avessero minimamente a che fare con il mondo scientifico avrebbero saputo dell’esistenza di un certo Stephen Jay Gould, il quale in un suo celebre saggio, “I pilastri del tempo”,  accusò addirittura di “fanatismo scientista” coloro che avessero voluto utilizzare la scienza per dimostrare l’indimostrabile e per negare l’esistenza di Dio. Con buona pace degli ex Vigili Urbani uaarini e razionalisti.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

L’attivista Yoani Sànchez: «racconto il regime ateo nella mia Cuba»

Yoani Sánchez è una giornalista e attivista cubana. È famosa in tutto il mondo per il suo blog indipendente Generación Y, sul quale scrive spesso delle condizioni terribili vissute sotto l’oppressione dell’ateismo cubano. In un recente e significativo articolo su El Comercio scrive: «Nell’isola che un tempo proibì le pratiche religiose per decreto molti cubani hanno rinforzato la loro fede. La pressione che la dittatura castrista esercitò nelle scuole e sui posti di lavoro non ha ottenuto il risultato di far scomparire la tradizione e le usanze. Sono nata nell’epoca del più retrivo ateismo e sono entrata per la prima volta in una chiesa all’età di 17 anni. Malgrado ciò, di nascosto dai miei genitori – entusiasti del materialismo imperante – i miei nonni mi raccontavano le storie di Natale, del presepe, delle stelle che brillavano nella Notte Santa. Non capivo cosa ci fosse di male in certe cose, perché la maestra girava gli occhi e ci zittiva quando ci sorprendeva a parlare della Vigilia di Natale. La confusione che avevo in testa fu totale quando mi resi conto che la stessa intransigente professoressa portava un Gesù crocifisso, sotto forma di spilla dentro il portafoglio, ben nascosto dagli sguardi altrui. Questo falso ateismo era il risultato di uno dei cambiamenti più importanti che è riuscito a ottenere il socialismo cubano: la scomparsa delle pratiche religiose».

L’imposizione dell’ateismo scientifico però non riuscì a sopprimere la fede. Continua infatti la Sànchez: «Nei moduli per chiedere un posto di lavoro, per iscriversi all’università e persino per sollecitare una nuova abitazione c’era sempre la domanda: “Hai credenze religiose?”. Tutti sapevano come rispondere, perché l’interrogativo non era a fini statistici ma serviva per intimidire. Chi voleva entrare a far parte del Partito Comunista, doveva superare un corso di “ateismo scientifico” e non poteva battezzare i figli. Le proibizioni non fecero scomparire i sentimenti religiosi, che furono soltanto nascosti. Un’intera generazione di cubani crebbe priva di fede. Frasi di uso quotidiano come “se Dio vuole”, “grazie a Dio” o “che Dio ti protegga”, per le persone più radicali finirono per avere un significato controrivoluzionario. Chi diceva “addio!” veniva sospettato di tendenze piccolo borghesi e deviazioni ideologiche. I miei nonni misero da parte il Sacro Cuore che tenevano appeso in sala e cominciarono ad accendere le candele e a leggere le preghiere a notte fonda, quando nessuno li poteva vedere o ascoltare. La proposta degli ideologi comunisti fu la creazione dell’uomo nuovo, con una visione del mondo scientifico – materialista, privo di superstizioni, altruista e solidale, disposto a dare la vita per la causa, impegnato nella costruzione della nuova società senza ambizioni personali e motivato dalle sue convinzioni politiche. A scuola ci ripetevano che “la religione è l’oppio dei popoli”, ma anche i discorsi politici avevano una liturgia, prevedevano una prova di fede e una dedizione disinteressata a un “messia” che pure lui portava la barba e che pretendeva da noi sacrificio e devozione totale. Alla fine del 1991 accadde “il miracolo”: le autorità depenalizzarono le attività religiose».

Oggi gli atei a Cuba sono quasi inesistenti. Nonostante tutto ciò, continua la famosa blogger, «dopo quasi vent’anni abbiamo l’impressione che in quest’Isola restino davvero pochi atei. Persino noi che non pratichiamo nessuna credenza specifica condividiamo l’entusiasmo con cui cattolici e protestanti adornano le case e le chiese, contrastando chi potrebbe eliminare ancora una volta la celebrazione del Natale. I bambini più piccoli, nati dopo il ritorno della religiosità, ritengono normale mettere addobbi colorati e intonare canti natalizi. Per noi che siamo cresciuti nella forzata austerità dell’ultimo giorno dell’anno e con la celebrazione del primo gennaio come la presa del potere da parte dei ribelli nel 1959, il ritorno delle festività familiari in questo periodo dell’anno rappresenta un sollievo. Oggi i miei nonni avrebbero potuto mettere il loro quadro di Gesù in sala, ma purtroppo sono morti quando era considerato un reato credere pubblicamente in qualcosa che non fosse la rivoluzione. E adesso cosa possiamo fare con quell’argilla sprecata con la quale si pretendeva di modellare l’uomo nuovo? Il problema della “perdita dei valori” è un tema frequentemente discusso tra pedagoghi, artisti, funzionari politici e leader religiosi. Nessuno osa dire chi è responsabile di aver creato un soggetto indolente e senza personalità, senza vocazione e obiettivi, dissoluto e amorale, disinteressato al lavoro e senza alcuna aspirazione al benessere, irrispettoso delle leggi, privo di sogni e ideali. Questo tipo d’uomo è il prodotto del prolungato ateismo forzato, della simulazione, del contrasto tra ciò che si ammetteva di professare e quel che in realtà si venerava coperti dal segreto delle mura di casa. È un essere che non crede in niente, neppure in se stesso. Dalle sue ceneri risorge oggi la religione e persino noi che abbiamo perduto la fede lungo il cammino, vorremmo ritrovare la speranza per poter chiedere senza paura che durante questo Natale accada un miracolo».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Italia, Francia e Polonia contro il testo UE che non nomina i cristiani perseguitati

Dopo che il Parlamento Europeo il 20 gennaio e il Consiglio d’Europa il 27 hanno spianato la strada per una specifica condanna della persecuzione dei cristiani, adottando in entrambi i casi risoluzioni che «condannano esplicitamente la violenza contro i cristiani», non si è trovato un accordo tra i ministri degli Esteri dell’Ue su una dichiarazione che condanni le persecuzioni contro le comunità cristiane, in particolare in Medio Oriente, senza però nominarle, senza indicare quali sono i Paesi in cui avvengono per persecuzioni e gli eccidi, e senza indicare un minimo di impegni concreti in difesa delle comunità perseguitate, cristiani o meno. La vicenda -come sottlinea giustamente La Repubblica– parte dalla mobilitazione del governo italiano dopo l’attentato suicida contro i cristiani copti di Alessandria d’Egitto e altri episodi di violenze interreligiose che hanno colpito le comunità cristiane in Medio Oriente e in particolar modo in Iraq. Ma nella bozza di comunicato, messa a punto dal servizio diplomatico che fa capo alla Ashton, si parlava in modo generico di violenze contro “le comunità religiose”, senza citare in modo specifico quelle cristiane.

La bozza è stata bocciata innanzitutto dal ministro degli Esteri Franco Frattini, subito spalleggiato dai colleghi francese e polacco, come lui preoccupati anche di non infliggere un affronto plateale alle richieste di tutt’altro tenore approvate a larghissima maggioranza nei giorni scorsi prima dall’Europarlamento e poi rafforzandole ancora dall’assemblea parlamentare del Consiglio d`Europa, massima organizzazione del nostro continente per la difesa dei diritti umani. «Oggi è stata scritta una pagina non bella», ha commentato Frattini alla fine della riunione e ha spiegato che con un testo che non nominasse i cristiani «l’Europa non sarebbe stata credibile» e che «il laicismo esasperato» emerso da più parti in sede di consiglio dei 27 ministri «è certamente dannoso per la credibilità dell`Unione Europea». «Ci siamo trovati davanti a un testo su cui avevamo lungamente discusso con i ministri del Ppe – ha detto ancora il ministro – e riteniamo indispensabile che si menzionino le comunità cristiane e una larghissima maggioranza dei Paesi aveva condiviso la mia proposta di menzionare gli attentati terroristici contro le comunità cristiane e contro quella sciita a Kerbala». L’alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell’Ue, Catherine Ashton, ha promesso che presenterà una nuova bozza in tempo per una prossima riunione dei ministri degli Esteri e cercherà di fare in modo che il nuovo testo sulle libertà religiose «tenga conto della situazione delle singole comunità che rischiano di essere oggetto di violenze e discriminazione nelle diverse parti del mondo». La notizia è apparsa su Avvenire e su Libero.

Anche per il presidente della delegazione Pdl, Mario Mauro, il rinvio è stato «positivo». Si trattava infatti di un «documento vuoto e inutile. Ci auguriamo che il rinvio dell’adozione del testo deciso ieri sera dopo un’aspra discussione dal Consiglio rappresenti l’occasione per seguire l’esempio dato dal Parlamento Europeo e riaffermare il senso del progetto politico che chiamiamo Europa Unita». Eppure, ricorda l’europarlamentare, «dalla fine del 2007 l’UE ha fatto passi significativi per superare di una certa ideologia della politica correctness e ha approvato quattro risoluzioni con riferimento chiaro ed inequivocabile alla persecuzione dei cristiani e la più recente, per la prima volta, chiede all’esecutivo dell’Ue di vincolare gli accordi commerciali che l’Ue sigla in tutto il mondo al rispetto dei diritti delle popolazioni cristiane e di tutte le minoranze». Mauro assicura che «non si tratta infatti di difendere una categoria solo per una sorta di dovere morale e corporativo nei confronti di chi ha il nostro stesso credo religioso; al contrario, difendere l`esistenza delle comunità cristiane nel mondo significa difendere una speranza di libertà che è di tutti».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Nel 2010 aumentati i fedeli presenti agli appuntamenti pubblici del Papa

Per il secondo anno consecutivo aumentano lievemente i fedeli presenti agli appuntamenti pubblici di routine del Papa. Il DailyBlog riporta che nel corso del 2010 sono aumentati di circa 30 mila le presenze alle udienze, agli angelus e alle messe di Benedetto XVI. A diffondere i dati del 2010, in una breve comunicazione, è la “Radio vaticana”, che rende noto che le persone che hanno preso parte, nel corso dell’anno, ai diversi tipi di udienze e incontri con Benedetto XVI in Vaticano o a Castel Gandolfo sono stati circa 2 milioni e 300 mila, in aumento di circa 30 mila presenze rispetto al 2009. Queste cifre non tengono in conto le folle che abitualmente si raccolgono attorno al Pontefice in occasione dei suoi viaggi apostolici all’estero, come accaduto nel corso di quest’anno a Malta, in Portogallo, a Cipro, nel Regno Unito e a Santiago de Compostela e Barcellona. In modo analogo, non vengono conteggiate le presenze, quasi sempre superiori alle aspettative, che fanno da cornice alle visite pastorali del Papa in Italia (quest’anno a Torino, Sulmona, Carpineto Romano e Palermo), né le presenze durante le visite del Pontefice nelle parrocchie romane.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Università di Jena (Germania): «gli atei in calo, evoluzione favorisce chi crede»

A furia di sostenere politiche contrarie alla vita, gli atei stanno calando terribilmente. Anzi, faranno al fine dei dinosauri, l’evoluzione infatti sembra favorire chi crede. Lo rileva uno studio dell’Università di Jena in Germania, in base alla quale le società dominate da non credenti sono destinate all’estinzione mentre i popoli religiosi si evolveranno e si riprodurrano molto più velocemente. La ricerca, condotta su 82 paesi, evidenzia come nei Paesi in cui la gente partecipa a funzioni religiose almeno una volta alla settimana, le famiglie hanno in media 2 o piu’ figli, mentre nelle società laiche la media è di 1,7.

La notizia, ripresa dall’Ansa e da La Stampa rivela che lo studio, guidata da Michael Blume, ricercatore di scienze sociali, è in netto contrasto con le speculazioni dei leader dell’ateismo come Richard Dawkins, i quali sostengono che le religioni e la fede siano “virus della mente”, che infettano le persone e impongono costi significativi in termini di denaro, tempo e rischi per la salute.

In realtà la semplice sopravvivenza dell’idea di Dio (ad esempio nei regimi comunisti dove per anni non si potè nemmeno parlare della religione) mette alla prova le teorie complottistiche degli atei moderni. Che la fede rimanga e -come è dimostrato- sia in continuo aumento dimostra, darwinisticamente parlando, la tesi della sopravvivenza del più adatto alla modernità.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Marco Paolini: «guardate l’orrore commesso dai nazisti in nome dell’eutanasia»

Share del 6,44%, oltre 1,7 milioni di spettatori per  “Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute” in diretta mercoledì scorso su La7 senza interruzioni pubblicitarie dalle cucine dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano. Aumerzen è un monologo – agghiacciante – sul programma di eugenetica e l’eutanasia nazista, una sorta di «prova generale» dello sterminio messo poi in atto con la «soluzione finale», in cui l’attore bellunese ha raccontato – documenti alla mano – come il nazismo abbia prima sterilizzato e poi sterminato con la complicità di medici, infermieri, burocrati, ostetrici e psichiatri almeno 400 mila handicappati, disabili, ritardati mentali e pazzi con lo scopo di «purificare il sangue della nazione», per migliorare la razza (concetto ripreso dal darwinismo sociale) e di tagliare costi sociali sulla pelle di persone considerate improduttive. In pratica «vite indegne di essere vissute», come diceva il sottotitolo della trasmissione andata in onda alla vigilia della Giornata della memoria. Paolini pone domande difficili, che riguardano il presente: noi cosa avremmo fatto al loro posto? Quali sono i limiti della scienza e della genetica? Possiamo dimenticare come sono stati ottenuti molti dati scientifici che ancora oggi sono alla base degli studi in molti settori? Eliminare i deboli, gli idioti, i malati mentali, gli infelici, gli inguaribili, come fecero i nazisti per migliorare la razza e contenere la spesa sociale, è davvero un’esclusiva abietta dello stato totalitario? O una tentazione che percorre anche i regimi liberi e le democrazie? E che cosa succede quando la “brava gente” si mette in testa di avere ragione? «A questo serve una narrazione come la mia: a fornire una base razionale, non solo emotiva, per dire: guardate cosa abbiamo alle spalle, guardate l’orrore commesso dai nazisti in nome dell’eutanasia, dell’eugenetica e della presunzione di risolvere ogni malattia su base scientifica».

La fase ufficiale del programma T4 dura due anni, dal primo settembre 1939 all’estate 1941. Esiste persino un bilancio di 70.292 vittime, ma si tratta di stime. E c’è anche il racconto della così detta “eutanasia selvaggia”, termine che rischia di sembrare un alibi, ma indica la morte negli ospedali psichiatrici di altre 230 mila persone tra il settembre del 1941 e il settembre del 1945. Faccende mai avvenute nell’Europa mediovale cristiana, che gli illuministi hanno definito “secoli bui”. Faccende esplose in concomitanza con l’esplosione dell’ateismo positivista della Belle Epoque (termine sempre forgiato dagli illuministi). Su Il Foglio un lungo ed interessante articolo.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Elton John padre? Con che diritto priva il figlio dell’amore materno?

La dittatura del desiderio non ha limiti. Elton John è padre e la madre è il marito, David Furnish. Il povero bambino è stato partorito da una signora in affitto che l’ha portato nella pancia per nove mesi, concepito con gli ovuli venduti da un’altra donna, ed infine regalato/venduto alla coppia omosessuale. Nemmeno fosse un pacco regalo, una merce.

Ma sarà dura convincerlo – scrive la femminista Marina Terragni– del fatto che la sua mamma è un regista maschio canadese. Non sarà facile spiegargli che le sue ex-mamme sono un paio: quale delle due vorrebbe, l’ovodonatrice o la porteuse? E dove sono finite? Perché l’hanno abbandonato?

Continua la Terragni: «Riducendo all’osso, mi attengo a due principi politici guida: riduzione del danno e superiore diritto dei minori. Qui violati entrambi in un colpo solo. Non è sopportabile che un adulto, etero o omosessuale che sia, abusi della sua posizione di potere per privare una creatura piccola di qualcosa di essenziale com’è il corpo a corpo con la madre. Elton John può andare a letto con chi gli pare, come chiunque altro. A lui le donne non piacciono, ok. Di Zachary non sappiamo, ma certo quella donna che è sua madre – almeno una delle due – gli sarebbe piaciuta. Gli uomini che fanno cose come queste tendono l’agguato definitivo alla potenza materna, prima frantumandola in funzioni distinte (donazione e gestazione) e poi tagliando da subito, come orrendi Salomoni, quel corpo unico che è la relazione madre-figlio. Una specie di ripugnante assalto finale, a coronamento di quella strategia invidiosa che informa tutta la monumentale cultura maschile. Capita più spesso che siano gli omosessuali a farlo, ma che lo faccia un gay o un etero per me non fa alcuna differenza. Lo leggo per quello che è: un atto di guerra alla madre».

Sono infatti infinite le ricerche scientifiche che dimostrano l’importanza fondamentale del rapporto con la madre per il bimbo, come riassume ad esempio Donatella Ghisu su Psychomedia o il dott. Stefano Scatena sul suo sito web. Si possono poi consultare ricerche specifiche, come quella apparsa su parenting.com, su doria.fi o su Hubpages.com.

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace