La figlia di Guglielmo Marconi racconta l’amicizia tra Pio XI e lo scienziato

«Fu Papa Pio XI in persona a chiedere a mio padre di progettare la Radio Vaticana verso la fine degli anni Venti. E mai invito fu accettato con più grande entusiasmo. Mio padre aderì sia come scienziato che come credente». Con queste parole la figlia del celebre fisico e Premio Nobel italiano Guglielmo Marconi, celebra gli 80 anni di Radio Vaticana. Intervistata da Repubblica rivela: «L’idea di Radio Vaticana venne a Pio XII, che oltre ad essere un grande pontefice era un uomo di scienza, legato a mio padre da una profonda amicizia. Un Papa moderno che vedeva nella ricerche scientifica e nel progresso doni di Dio che ogni persona illuminata deve mettere a disposizione dell’umanità. Con questi sentimenti il Papa si rivolse a mio padre». Continua Maria Elettra Marconi: «Mio padre ci lavorò per circa due anni con grande emozione, perché anche lui era affascinato dall’idea che la sua radio sarebbe stata un mezzo per far arrivare la voce del Papa in tutto il mondo. Una voce, mi ricordava spesso, che parlava di pace, amore e fratellanza». Quando terminò il progetto, Marconi era emozionatissimo, «specialmente quando invitò Pio IX a parlare al primo storico microfono da lui ideato, che ora è esposto nell’ingresso della Radio Vaticana. Mio padre era veramente felice di quell’impresa. Come pure papa Ratti che ci ha sempre invitato in Vaticano in lunghissime e amichevoli udienze che duravano anche 2-3 ore. Io, seppur piccolina, ero sempre presente. In seguito l’appartamento papale mi diventò famigliare anche per aver fatto visita agli altri pontefici, da Pio XII a Benedetto XVI». Sul sito di RadioMarconi sono descritti i momenti di inaugurazione della radio.

Marconi fu devoto cattolico, nel quale convivevano entusiasticamente la scienza e la fede. Ricordiamo una sua citazione, inserita anche nel nostro banner: «La scienza è incapace di dare la spiegazione della vita; solo la fede ci può fornire il senso dell’esistenza: sono contento di essere cristiano» (dal Discorso al I° congresso della Radio Industria italiana a Bologna, 5 maggio 1934).

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Stati Uniti sotto shock: nella clinica abortista bambini massacrati a forbiciate

Gli Stati Uniti sono sotto schock per una vicenda che riguarda ancora le cliniche abortiste.  Parlavamo l’altro giorno (cfr. Ultimissima 7/2/11) dell’ente abortista più importante del mondo, il Planned Parenthood, i cui dipendenti sono stati incriminati per favoreggiamento della prostituzione minorile. Ma sotto accusa è anche finito Kermit Gosnell, noto medico abortista di Philadelphia, specializzato in aborti tardivi da ben 30 anni, incriminato -assieme alla moglie e a nove suoi collaboratori- per la morte di una paziente, Karnamaya Mongar, e per aver ucciso sette bambini nati vivi nella sua clinica di salute, la Gosnell West Philadelphia Women’s Medical Society. La relazione della Grand Jury, reperibile qui, ha rilevato che i bambini sono stati fatti nascere per poi essere massacrati tagliando loro il midollo spinale con delle forbici. La crudeltà degli episodi ha spinto l’Arcidiocesi di Philadelphia ad intervenire dichiarando che: «Le ripetute azioni di Dr Gosnell e il suo staff sono ripugnanti e intrinsecamente malefiche nel loro disprezzo per la vita del nascituro e il benessere delle donne che hanno cercato i loro servizi. Siamo pronti ad assistere con servizi di supporto le donne che hanno subito questi aborti e siamo pronti ad offrire degna sepoltura ai bambini abortiti». Il procuratore distrettuale Seth Williams ha dichiarato in una nota che i bambini erano «vivi e in salute». Inoltre ha parlato della probabilità che centinaia di altri bambini siano morti nella clinica tra il 1979 e il 2010. Williams ha anche aggiunto che nell’incursione dell’FBI, gli agenti hanno trovato, sparsi per tutta la clinica, dei vasi con piedi di bambini, contenitori come brocche di latte, recipienti per cibo dei gatti e sacchetti, contenenti feti abortiti. Mobili e pavimenti erano macchiati di sangue e urina. Molti membri del personale sono stati  inoltre trovati privi di licenza. In un rapporto di 260 pagine, la grande giuria ha definito la clinica un «ossario per bambini». Il rapporto contiene vivide descrizioni delle procedure e foto dei bambini morti (o almeno dei loro resti). Come si è detto, la clinica abortista procurava frequentemente aborti a bambini di 24-32 settimane di gestazione, nonostante per le legge della Pennsylvania fosse vietato. Gli agenti dell’FBI hanno descritto la struttura abortista con termini come “deplorevole”, “sporca”, “disgustosa” e “insalubre, molto arretrata, orrenda”, si legge sempre nel rapporto. Un tanfo di urina riempiva l’aria mentre feci di gatto si trovavano sulle scale. I membri del personale (tra cul la moglie di Gosnell) sono accusati di omicidio, aborto illegale, cospirazione, racket, ostacolo dell’accusa, manomissione, ostruzione alla giustizia, furto con inganno, falsa testimonianza e corruzione di un minore. La giuria ha quindi proposto raccomandazioni per i governi statali e locali a prendere in considerazione la possibilità di modificare e disciplinare il lavoro all’interno delle cliniche abortiste. La notizia in Italia è apparsa su Informazione Libera e su Leggo.

Qui sotto il video apparso su un telegiornale americano.

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Ultimo singolo di Vecchioni: «soltanto un genio come Dio poteva creare l’umanità»

L’ultimo brano di Roberto Vecchioni si chiama “Chiamami amore”, e verra presentato al Festival di Sanremo. In merito a questo evento, l’artista è stato intervistato da Avvenire, e rispondendo all’impressione dell’intervistatore di trovarsi di fronte anche ad una preghiera, Vecchioni ha risposto: «È in linea col mio percorso di questi ultimi tempi. (Qui Vecchioni fa una pausa). Per favore, non chiamarlo, conversione. Non mi piace. Diciamo che rispecchia il mio stadio di apprezzamento del disegno di Dio. […] In questo brano c’è la citazione biblica e la denuncia dei crimini, quelli più evidenti e mafiosi e quelli meno evidenti, ma non meno forti, come la vigliaccheria, l’ignoranza e l’ipocrisia. Quello che però ho capito in questi ultimi anni è che chiunque può redimersi. E che quando sono davanti a un uomo, sono davanti all’umanità. Con i suoi sbagli, le sue colpe, i suoi limiti ma soprattutto la sua umanità. Soltanto un genio come Dio poteva creare una cosa così grande come l’umanità. Che raccoglie tutto e più di tutto. E non può essere certo figlia del caso. L’ho capito tardi, ma l’ho capito». Al centro della canzone c’è poi la frase: «Le idee sono il sorriso di Dio». Vecchioni risponde: «Per me è così , davvero. Quando sento una vera novità, che di solito arriva dai giovani, io sento la presenza di Dio».

Un’altra canzone -bellissima- che a molti sembra proprio una preghiera “laica” si intitola “Le rose blu”. E’ stata scritta in un momento di difficoltà attraversato da uno dei suoi figli. Vi regaliamo il live qui sotto:

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Svizzera: ateo sbattezzato brucia una chiesa e viene arrestato

Un sessantenne disoccupato, Andres Z., ha bruciato l’altare della Cattedrale di Sant’Orso, simbolo della città di Solothurn. Lo ha fatto portando nella sua macchina due taniche di benzina di 5 litri di combustibile ciascuna, poi riversato sull’altare della cattedrale. Una candela, che i fedeli dedicano alle loro preghiere, è stata utilizzata per dar fuoco alla Chiesa, un incendio solo parzialmente fermato dal sacrestano e da altre personale ecclesiastico. Il parroco e un’altra persona hanno chiuso le porte della Chiesa bloccando così l’uomo che si è consegnato senza opporre alcuna resistenza. La polizia allertata dal personale ecclesiastico, è arrivata in pochi minuti e ha arrestato l’ateo invasato, pregiudicato per danni alle strutture pubbliche. Il simbolo della città di Soletta è stato scelto appositamente da Andres Z. per protestare contro la Chiesa, che l’uomo ritiene «una gigantesca organizzazione criminale». L’uomo si è sbattezzato su Internet, moda folkloristica promossa anche in Italia, ed ha più volte partecipato ai forum di siti Internet che contestano la religione cattolica, come “Libero Pensiero”. Un odio rabbioso verso la Chiesa che l’uomo ha esternato in passato anche alla stampa, come racconta il Blick. Ora Andres Z. è in carcere e per lui è ovviamente stata prevista anche una perizia psichiatrica. Se non puoi convertirli alla religione atea, allora bruciali.

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Obama deve citare la Bibbia e la sua fede cristiana per salire nei sondaggi

La popolarità di Obama è salita al 53%. Il motivo? Ha citato la Bibbia. Il quotidiano La Stampa riferisce che il Libro è «l’arma in più del presidente americano». Ha parlato della sua fede cristiana durante un discorso sulla strage di Tucson e il richiamo biblico ha contribuito a un balzo in avanti di popolarità. Trovatosi assediato da gravi lutti -spiegano alcuni suoi collaboratori-Obama «ha cercato dentro se stesso» identificando nei passaggi biblici sulla vita di Giobbe degli «spunti di meditazione». Nel salmo 46, riletto più volte fra il giorno della strage e quello del discorso, ha trovato la ragione della speranza e della rinascita: «Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo del mare. Dio sta in essa, non potrà vacillare, la soccorrerà Dio, prima del mattino. II signore degli eserciti è con noi, nostro rifugio è il Dio di Giacobbe». Proprio il discorso di Tucson viene identificato dai sondaggi come la ragione del balzo in avanti nella popolarità di un presidente che in autunno aveva sofferto un sensibile calo di favori.

Il 3 febbraio Obama, cristiano battista, si è ripetuto in un discorso National Prayer Breakfast, un incontro di preghiera che si tiene ogni anno a Washington e che fa convenire i rappresentanti di tutte le fedi: «Quando mi sveglio al mattino -ha dichiarato-, mi metto al servizio di Dio, e gli chiedo di darmi la forza di compiere il bene del nostro paese e della sua gente. E quando vado a dormire la sera, mi metto al servizio di Dio, e gli chiedo di perdonare i miei peccati, di proteggere la mia famiglia e il popolo americano e di rendermi uno strumento della sua volontà». Tanto di cappello alla sua fede, bisognerebbe però chiedergli se ritiene che anche il finanziamento statale all’aborto sia  per lui un servizio alla volontà di Dio. Resta il fatto che  comunque la secolarizzazione di alcuni Stati europei è realmente un’eccezione nel panorama universale. Gli Stati Uniti, anticipatori di mode, culture, stili di vita e scoperte scientifiche, sono un esempio sotto gli occhi di tutti: da una parte un Presidente che deve parlare della sua fede cristiana e citare la Bibbia per essere sicuro di risalire nei sondaggi e all’opposizione (fra poco maggioranza) i nuovi cattolici conservatori che promuovono una politica oggi molto più coerente con la loro fede.

Qui sotto il discorso tenuto al National Prayer Breakfast:

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Giornata stati vegetativi: anche Jennifer si risveglia

Meno male che Jennifer non aveva firmato nessun testamento biologico e non ha avuto la sfortuna di avere un padre come Beppino Englaro. Altrimenti ora nessuno potrebbe raccontare questa storia. «Con mio marito Narciso abbiamo compreso che lo stato vegetativo non va mai considerato come un’anticamera della morte. C’è sempre un barlume da tener vivo e da accompagnare: quella speranza per noi si è illuminata», con queste parole riportate su Avvenire, la mamma Barbara Bettega racconta dell’uscita dal coma profondo della sua Jennifer. Una vispa ragazzina di prima media, tre mesi fa colpita da un arresto cardiaco nell’atrio della sua scuola in Trentino. La prima risonanza magnetica fatta all’ospedale di Trento non lasciava molto spazio alla speranza. Un primo tentativo di stubare Jessica, prima di trasferirla a Padova, non era riuscito. Il Natale vissuto in coma farmacologico, tra le preghiere dei genitori, dei volontari e degli amici della parrocchia. Dopo due mesi e mezzo di buio, ai primi di gennaio Jennifer sembra rispondere alle sollecitazioni, riapre gli occhi, riconoscere il fratellino, mamma Barbara e papà Narciso: «In quei primi momenti – raccontano gli infaticabili Bettega – per noi è stato come se la nostra bambina fosse nata una seconda volta. Per noi – aggiungono senza paura di abusare il termine, che sale alla bocca da una robusta fede montanara – questo rimarrà sempre un miracolo. Abbiamo sperimentato la forza della preghiera e della comunità». Oggi non parla ancora, ha difficoltà motorie, si esprime con dadi letterati e muovendo su e giù le sue fragili dita e sogna di tornare ai campeggi estivi col parroco don Costantino. I genitori: «Anche noi abbiamo preso forza da un’altra mamma che ha visto la figlia ventenne risvegliarsi prima di Jennifer. È importante continuare a sperare. Crederci, anche contro le previsioni incerte che i medici, per doverosa prudenza, ti comunicano. Abbiamo visto quanto è importante restare uniti come coppia. Abbiamo sentito quanto sia decisivo non chiudersi nella propria condizione, anche se disperata. Va accettato il conforto degli altri».

Nel video qui sotto un’altra storia di risveglio: la mamma di Luca racconta la sua storia piena di speranza dopo un incidente e due anni tra coma e stato vegetativo.

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Giornata stati vegetativi: scienza dimostra attività cerebrale

I risvegli mettono all’angolo i supporter dell’eutanasia e del testamento biologico. Dimostrano infatti quello che i medici sostengono: lo stato vegetativo non è mai irreversibile. È tornato vigile per sei ore, durante le quali ha interagito con i medici mostrando di comprenderne le indicazioni, e ha portato alla bocca un bicchiere d’acqua, per poi ricadere nello stato di “minima coscienza”, una condizione di disabilità gravissima successiva allo stato vegetativo in cui si trovava da cinque anni, dopo un’emorragia cerebrale. È la vicenda di un uomo di settant’anni, entrato in una sperimentazione all’ospedale San Camillo di Venezia nella quale si esaminano gli effetti di un trattamento chiamato “stimolazione magnetica transcranica”: si tratta di uno studio guidato dal neurologo Leontino Battistin, di concerto con i Dipartimenti di Neuroscienze delle Università di Verona e Padova. L’evento, unico nel suo genere finora, è stato pubblicato nella rivista scientifica internazionale “Neurorehabilitation and Neural Repair”. E’ evidente, continua Assuntina Morresi su SaluteFemminile, che, con l’avvento delle neuroscienze e delle nuove tecnologie connesse, che consentono di sondare zone e funzioni cerebrali finora inesplorate, emerge in tutta evidenza quanto siano ancora misteriosi quello stato particolare che chiamiamo “coma”, insieme alle sue evoluzioni. Persone uscite dal coma, ma che apparentemente non hanno conservato capacità di comunicazione con l’ambiente circostante, mostrano invece che, opportunamente “interrogate” o stimolate con nuove metodiche, sono ancora capaci di mettersi, in qualche modo, in relazione con chi li circonda. Sono sempre più numerose le evidenze di attività cerebrali insospettate, in pazienti giudicati oramai “irrecuperabili” dal punto di vista medico, la cui esistenza, per molti, è considerata una non-vita. Ricerche e studi che potranno andare avanti e svilupparsi, su cui qualcuno vorrà investire risorse umane ed economiche, solo se c’è la convinzione che quelle in stato vegetativo siano persone, e persone vive, a tutti gli effetti.

Qui sotto la video-testimonianza di Salvatore Crisafulli, risvegliato dallo Stato Vegetativo “Permanente” perdurato per oltre due anni, durante il quale “sentiva e capiva tutto”.

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Giornata stati vegetativi: plauso dalle famiglie dei malati

Il 9 febbraio 2009 moriva Eluana Englaro. Si concludeva una vicenda che sconvolse l’Italia e scatenò un acceso dibattito politico. Dopo 17 anni di stato vegetativo dovuto ad un incidente stradale, la 39enne di Lecco venne lasciata morire di fame e sete in una clinica di Udine dal padre Beppino. Il 9 febbraio è stata così dichiarata Giornata nazionale degli Stati vegetativi, per favorire “l’attenzione e l’informazione su questo tipo di disabilità, che coinvolge oltre al malato, in maniera assai rilevante, anche i familiari”, come afferma il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. Secondo l’esponente del Governo, la giornata sarà anche «un appuntamento per fare il punto scientifico per tutte le scoperte su queste situazioni di cui sappiamo ancora troppo poco. E potrà rappresentare una finestra di visibilità per queste persone e le famiglie che le accudiscono amorevolmente, troppo spesso coscientemente accantonate dai media che si rivolgono al grande pubblico». La Giornata è anche l’occasione giusta per ribadire la necessità di «colmare un vuoto legislativo in materia di Dichiarazioni anticipate di trattamento», come affermano in un comunicato congiunto il vice presidente del gruppo parlamentare Pdl della Camera, Di Virgilio, il questore della Camera, Mazzocchi, il deputato della Lega Nord, Polledri, le deputate dell’Udc, Binetti e Santolini e i deputati del Fli, Rosso e Di Biagio.

E sono proprio le associazioni delle famiglie di chi è in stato vegetativo a provare gioia per questo evento: «Questa prima “Giornata degli stati vegetativi” è il riconoscimento ufficiale dell’esistenza di una categoria di “Persone”, con la maiuscola – spiega Claudio Taliento, vicepresidente dell’”Associazione Risveglio” (Roma) ad Avvenire che nella loro esistenza sono state “improvvisamente” catapultate in una realtà di vita estrema, in una condizione che riflette il massimo della disabilità: la summa delle minoranze psichiche e fisiche». Nessuno vuole strumentalizzare questa Giornata, che «non ha nulla a che vedere con il fine vita e il testamento biologico – sottolinea chiaro e tondo Fulvio De Nigris, dell’“Associazione amici di Luca” (Bologna) – chi vuole ricondurla a queste tematiche non vuol vedere la condizione delle persone in stato vegetativo», cioè «una situazione di gravissima disabilità che coinvolge migliaia di famiglie cui serve assistenza e condivisione», che «rivendicano un diritto di cura»

La giornata di oggi si articolerà anche su tre appuntamenti. A Udine alle 17 ci sarà un convegno dal titolo “Vivere oltre la disabilità”. A Bologna in serata andrà in scena al teatro Duse lo spettacolo “Vivo e vegeto, ma soprattutto vivo”. Infine a Roma, al Centro congressi Roma eventi di via Alibert 5, fin dalla mattina, i massimi esperti dello stato vegetativo si confronteranno sui risultati attuali dei loro studi.

Qui sotto una delle migliaia di storie di risvegli dal coma e dallo stato vegetativo. E’ quella di Francesco un ragazzo ricoverato alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris.

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Laos: prima ordinazione sacerdotale dopo 40 anni di ateismo di Stato

La prima ordinazione sacerdotale in quarant’anni nel Laos del nord  è stata celebrata il 29 gennaio. L’ultimo sacerdote venne ordinato nel 1970, cinque anni prima dell’instaurazione dell’ateismo di Stato e anno dell’espulsione di tutti i missionari stranieri, senza possibilità di rientrare nel Paese. In maniera non ufficiale, è stato fatto capire agli interessati che la cerimonia dell’ordinazione non deve avere troppo risalto, e assumere la forma di una festa di villaggio. Dal 1975 il vicariato di Luang Prabang non ha cattedrale, ma solo piccole cappelle sparse sul territorio. La Chiesa cattolica è presente sul territorio con quattro vicariati apostolici: Luang Prabang, Paksé, Savannakhet e Vientiane. I cattolici sono 39.725, pari allo 0,65% della popolazione. Da Radio Vaticana.

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Recenti scoperte: le origini dell’uomo potrebbero essere in Isreale

Archeologi israeliani hanno scoperto manufatti antichi in una grotta al di fuori di Tel Aviv e nuova luce sembra essere gettata sulla teoria delle origini umane. L’archeologo della Tel Aviv University, Ran Barkai, ha spiegato che ciò che è stato trovato nella Qesem Cave rivela un popolo molto più avanzato rispetto all’immagine accettata dei nostri antenati dell’età della pietra nel periodo Paleolitico Medio. «Sappiamo che avevano una serie di coltelli diversi, quasi come un macellaio moderno, che usavano nella grotta per tagliare la carne. E abbiamo anche quello che noi chiamiamo posate …soltanto che siamo in pieno Paleolitico». Gli archeologi hanno anche trovato denti umani in vari strati della grotta. «E’ stato subito chiaro -spiega l’archeologo- dalla comparazione che la dentatura umana trovata nel Qesem Cave somigliavano alla maggior parte dei denti dell’homo-sapiens che ha vissuto in Israele molto tempo dopo». Secondo una teoria largamente accettata dalla comunità scientifica, gli esseri umani moderni sarebbero emersi in Africa circa 200.000 anni fa. Eppure gli antropologi dentali europei e statunitensi che hanno studiato i denti trovati nella Qesem Cave, come la paleo-antropologa dentale Shara Bailey della New York University, hanno dichiarato che questi sarebbe anteriori a quel periodo, come riporta WorldScience. In un recente articolo, apparso sul Journal of Physical Anthropology, Barkai e il suo team suggeriscono tre teorie: i denti della Qesem Cave possono appartenere ad esseri umani primitivi sviluppatisi in maniera indipendente da quelli in Africa e in Europa. Potrebbero oppure rappresentare, come suggerisce Shara Bailey, un’evoluzione dell’uomo di Neanderthal nel sud-ovest asiatico. Un’altra ipotesi è che potrebbero appartenere a specie di ominidi sconosciuti ed estinti. Occorerà verificare le ipotesi, rimane comunque decisamente aperta la possibilità che quegli otto denti ritrovati in Israele e datati fino a 400.000 anni fa potrebbero proprio appartenere a ominidi della nostra specie, Homo sapiens. Se la datazione fosse corretta, dice l’archeologo Avi Gopher, «cambierebbe l’intero quadro dell’evoluzione umana moderna». Ciò vorrebbe dire che in verità l’uomo moderno si originò nell’area mesopotamica e questo indubbiamente potrebbe  aiutare a guardare con ancora più attendibilità l’Antico Testamento, nonostante esso -occorre ripeterlo- non sia stato scritto per affermare verità storico-scientifiche, ma esclusivamente morali. La notizia è riprotata anche su Sciencedaily.

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