Nel 2010 più di 10 milioni di pellegrini al Santuario di Aparecida in Brasile

Numeri record per il Santuario di Aparecida, nello Stato brasiliano di San Paolo, ha accolto 10,3 milioni di visitatori nel 2010. E’ il Santuario nazionale del Brasile, nello stato di San Paolo, ed è dedicato alla Nostra Signora di Aparecida, patrona del Brasile. «E’ un numero storico, non solo per il Santuario, ma anche per il Brasile – ha dichiarato il rettore del Santuario, Darci Nicioli a Zenit.it–. Nel nostro Paese, nessun altro luogo riceve tanta gente». L’amministratore del Santuario, padre Luiz Cláudio, ha sottolineato il lavoro svolto da più di 1.200 collaboratori e i progetti di comunicazione del Santuario, tra cui Radio e TV Aparecida, la Rivista di Aparecida e il portale A12.com.. Il prefetto di Chiesa del Santuario, Rodrigo Arnoso, ha invece sottolineato l’accoglienza al Santuario ad opera di oltre mille volontari e i grandi pellegrinaggi che visitano la Basilica ogni anno.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Legge sul “fine vita”: attenzione a quei cinque profeti della “dolce morte”

Cinque furiosi laicisti sono scesi tutti in campo in questi giorni per tentare di ostacolare l’approvazione della legge sul “fine vita” che la Camera comincerà ad esamniare. Anche se, l’unica critica che sembra veramente interessante è quella che arriva da Giuliano Ferrara su Il Foglio. Per il resto sono sempre i soliti: Marino, Englaro, Vendola, Cappato e Saviano. Ovviamente le battaglie per affermare il proprio punto di vista sono più che legittime, ma i laicisti dovrebbero stare molto più attenti a coloro a cui affidono queste campagne culturali…

Ignazio Marino ha allestito un bell’happening teatrale sull’argoento. Eppure pare essere una persona sempre più confusa: si dichiara devoto «cattolico» (cfr. Wikipedia) ma è palesemente schierato contro la chiesa cattolica, è il più indaffarato promotore del testamento biologico ma poi dichiara di essere «contro l’eutanasia» e intanto si allea con il padre di Eluana, colui che ha praticato l’eutanasia a sua figlia, come ha dichiarato il Consiglio Superiore di Sanità. Il suo compare, Beppo Englaro, aveva invece dichiarato che, morta (anzi, «liberata») Eluana, sarebbe sparito. Non avrebbe più detto niente. Né tantomeno avrebbe usato politicamente la sua vicenda. «Il silenzio, voglio solo il silenzio», ha sempre piagnucolato fin dall’inizio (cfr. Il Giornale). Invece si scopre che, come tanti avevano presupposto, la sua era solo una spregiudicata battaglia politica per far passare la sua ideologia, strumentalizzando però la vita di sua figlia.

C’è stato poi il sit in davanti a Montecitorio, promosso dall’Associazione Coscioni e dai radicali con Marco Cappato in testa, segretario dell’associazione. Sempre impegnato in battaglia sulla presunta “libertà”, come quando ad esempio -sempre per il suo concetto di libertà- sostenne che i pedofili olandesi avevano il diritto di avere il loro partito (che promuove la liceità della pedofilia), esprimendo il desiderio che la pedofilia venga regolata da leggi, “così non ci sarebbe violenza ma soltanto “amore” (da RadiciCristiane). Lo stesso che nel 2002 rispose così al pedofilo orgoglioso William Andraghetti, che gli chiedeva un parere sulla pedofilia: «Mi pare che i radicali siano stati e siano molto chiari nel denunciare i metodi da caccia alle streghe sui casi di pedofilia, così come il proibizionismo su internet. Al centro delle nostre varie operazioni antipedofilia c’è stata la demonizzazione di Internet, con procedimenti penali anche a carico di chi ha semplicemente visitato siti pedofili» (da Archivio del Novecento).

Roberto Saviano in un videomessaggio molto toccante e sentimentaloide si è improvvisato bioeticista e ha profetizzato contro un ddl che «sembra liberale ma non lo è». Si è però dimostrato poco informato dei fatti, non essendo ovviamente il suo mestiere, così come lo era di Eluana, tanto che la descrisse come una «donna calva» (forse pensando che presentandola così avrebbe aiutato a far passare la sua soppressione come un atto di civiltà). Inutile dire che Eluana i capelli li aveva ancora tutti e ancora nerissimi (cfr. Avvenire). A Saviano ha anche risposto lo scrittore e vaticanista Andrea Tornielli su La Bussola Quotidiana. Come non ricordare poi la scelta di accogliere nella trasmissione “Vieni via con me” solo profeti dell’eutanasia impedendo la partecipazione di una controparte, ben più rappresentativa della situazione italiana? Saviano concesse il diritto di replica al ministro dell’Interno Maroni su temi politici, ma lo vietò ad esempio a Mario Melazzini (cfr. Ultimissima 25/11/10), medico malato di Sla. Un articolo decisamente ironico sul nuovo “guru” del laicismo è apparso anche su Il Giornale.

Il cattolico adulto omosessuale, Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia, il quale parla di «battaglia di civiltà per la vita» e a cui bisognerebbe chiedere se intendeva lo stesso principio di “civiltà” quando in una intervista del 1985 a La Repubblica, intitolata «Il gay della Fgci», affermava: «Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l’ha vista sempre in funzione della famiglia» (frase ripresa da diversi quotidiani come Il Giornale, Libero e Il Riformista).

Risposte. Hanno subito risposto diversi esponenti politici come il sottosegretario Eugenia Roccella risponde ai quattro dicendo: «La verità è che non si vuole affermare la libertà di scelta delle cure, ma si chiede l’eutanasia senza il coraggio di aprire un dibattito chiaro». Su un tema così delicato – precisa la Roccella – «è importante che il dibattito sia trasparente: il Pdl vuole una legge che applichi l’articolo 32 della Costituzione consentendo la libertà di cura» e «rispetti anche il divieto del suicidio assistito, senza aprire quindi a pratiche eutanasiche». Il vicepresidente del Senato Domenico Nania, replica invece: «Saviano, illiberale sarà lei! Almeno su questo tema, dovrebbe deporre le armi ideologiche». Il senatore Vincenzo Fasano: «Non vogliamo togliere a Saviano il gusto di pontificare su quello che gli pare. Ma l’essersi calato nel ruolo di nuovo guru della sinistra íper-laicista deve avergli preso troppo la mano». Parla di ‘malafede’ di Saviano, Cesare Giardina, presidente dei Giovani del Pdl: «definire ‘burocrazia’ l’alimentazione – osserva – e l’idratazione di un malato è una bugia; definire ‘imposizione’ l’offerta di cure ed assistenza a delle persone che ne hanno bisogno è una bugia; definire una battaglia di libertà la volontà di sopprimere dei malati è una bugia». Anche dall’UDC arrivano replice, affidate a Paola Binetti. Per ora non sembrano esserci repliche dai cattolici di sinistra.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

La donna che portò l’aborto legale negli USA è oggi cattolica e paladina pro-life

Il 23 gennaio 2011 negli USA è stato ricordato il 38° anniversario dell’introduzione dell’aborto legale. Ne approfittiamo per raccontare che il caso che spianò la strada alla legalizzazione della pratica abortiva, cioè quello di Jane Roe (pseudonimo di Norma McCorvey). Nel 1973 la Corte Suprema le concesse infatti la libertà di abortire e divenne così la bandiera del femminismo e del laicismo americano. Essendo ovviamente lesbica, per molti anni visse con la sua compagna, Connie Gonzales, a Dallas (qui una sua intervista del 28/7/1994 del New York Times).

Ma nel 1995 qualcosa di incredibile accadde. Lo raccontò lei stessa nel suo libro “Won by Love” (1998): «Ero seduta in un ufficio, quando ho notata un poster con uno sviluppo fetale. La crescita del feto era così evidente, gli occhi erano così dolci. Il mio cuore mi faceva male solo a guardali. Sono corsa fuori dalla stanza e mi sono detta: “Norma, hanno ragione”. Qualcosa in quel poster mi ha fatto perdere il respiro, continuavo a vedere l’immagine di quel piccolo embrione di 10 settimane, e non ho potuto non dire: “questo è un bambino”. E’ come se un paraocchi mi fosse caduto gli occhi, ho capito subito la verità: è un bambino! Mi sentivo schiacciata sotto la verità di questa realizzazione. Ho dovuto affrontare una realtà terribile: l’aborto non si trattava di un “prodotto del concepimento” o di “periodo mancato”. Si trattava di bambini uccisi nel grembo della madre. In tutti quegli anni mi ero sbagliata. Tutto il mio lavoro nelle cliniche abortiste era sbagliato. Divenne chiaro, dolorosamente chiaro» (da www.leaderu.com).

Nello stesso anno Norma si convertì al cristianesimo e venne battezzata l’8/8/1995, evento che fu ripreso dalla telecamere di una televisione nazionale. Ha espresso rimorso per il suo coinvolgimento alla decisione della Corte Suprema e, da paladina pro-life, ha iniziato a collaborare con l’ente Operation Rescue per rendere l’aborto illegale. Il 21/6/1996 Norma McCovery annunciò di non essere più lesbica e il 15/6/1998 la McCorvey rilasciò una dichiarazione nella quale rese pubblica la volontà di entrare nella Chiesa cattolica: «Dopo molti mesi di preghiera e molte notti agitate, faccio l’annuncio gioioso che oggi ho deciso di unirsi alla Chiesa Madre del cristianesimo, con questo naturalmente intendo la Chiesa cattolica romana». Anche Giovanni Paolo II venne avvertito di questo fatto. Dal 2005 Norma McCorvey sta tentando di rovesciare la famosa decisione del 1973 della Corte Suprema, che, a causa sua, permise l’introduzione dell’aborto legale negli Stati Uniti. Su Priestforlife si può trovare tutta la sua biografia, le sue interviste e le sue dichiarazioni.

Qui sotto un documentario apparso sulla televisione americana sulla sua storia

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Chi ha dato di più alla cultura? Ateismo o cristianesimo?

Sul noto sito americano The American Culture è apparsa un’interessante riflessione sull’ateismo. Ci si chiede: «Guardando il film “La vita è meravigliosa”, qualcuno si sarà sicuramente chiesto: potrebbe un ateo o una cultura atea aver prodotto un film del genere?». La domanda sembra superficiale ma in fondo non lo è affatto. Molti atei e agnostici moderni, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, ritengono che la religione sia un’illusione pericolosa (si veda gli argomenti di Hitchens ecc..).

Ma quanto esattamente l’ateismo ha dato al mondo? Forse il contribuito più importante è stato l’Illuminismo, arenatosi però presto nella ghigliottina e nel terrore francesce, alveo pure del razzismo, come spiegano ad esempio lo storico del razzismo ebreo Lèon Poliakov nel suo “Il mito ariano” (Editori Riuniti 1999) e George Mosse in “Il razzismo in Europa” (LaTerza 2007). Gli illuministi arrivarono a progettare una teoria scientifica della razza (in Italia abbiano ad esempio Cesare Lombroso), in dichiarato contrasto verso l’insegnamento biblico (“tutti fratelli poiché figli di un unico Padre”). Nuova visione dell’uomo che -è dimostrato- ispirò Hitler e la cultura ariana: «Le culture che gli ariani fondarono sono quasi sempre determinate dalle razze sottomesse. La teoria ariana si iscrive bene nella tradizione anticlericale e antioscurantista e fa parte dei primi tentativi delle scienze umane, che cercando di fondare i loro metodi sul modello delle scienze esatte, si impegnavano in quest’epoca nel loro secolare impasse meccanicistico e determinista» (L. Poliakov, “Il mito ariano“, Editori Riuniti 1999, pag. 245-246). A questo proposito si veda: l’approfondimento: Razzismo ed eugenetica nascono nell’ateismo materialista. I nemici della fede religiosa -continua l’articolo- si appassionano citando i morti dell’Inquisizione, c’è chi dice 2000/3000 persone. Ma anche se parlassimo di 30mila o 300mila, tale numero non è nemmeno paragonabile all’universo di vittime causato dall’ateismo sponsorizzato dagli stati totalitari del XX secolo. Il Novecento è il secolo dell’esplosione atea ed è anche quello degli stermini di massa, con circa 45 milioni di perseguitati dalla Germania al Messico, dall’Unione Sovietica alla Cina, dalla Corea a Cuba. L’ateismo del Novecento non è solo la negazione filosofica dell’esistenza di Dio, bensì la volontà consapevole e chiara di costruire una società senza e contro di Lui. Diventa una forma di religiosità immanente che ha generato uno a uno tutti gli ingredienti delle dittature totalitarie: il razzismo biologico, il nazionalismo come culto e sacralizzazione della patria, il social-darwinismo, l’eugenetica e il social-comunismo. Le masse ideologizzate e secolarizzate del ‘900 chiedono così allo Stato, al dittatore, ciò che chiedevano un tempo a Dio. Così le peggiori atrocità mai compiute nella storia sono state compiute da celebratissimi atei dichiarati e/o feroci anticristiani come Stalin, Lenin, Mao, Pol Pot, Castro, Tito, Mussolini, Hitler, Trotskij, Hoxha, Ceausescu, Milosevic, Jim Il Sungecc ecc.. Tutti tentarono di creare l'”uomo nuovo” e in ogni dittatura venne (ed è ancora presente in Cina e Corea) istituito l’ateismo come religione di Stato. Quindi, continua l’articolo, in una gara a chi ha prodotto più male, l’ateismo non ha rivali. «La visione atea e secolarizzata ha prodotto più di 100 milioni di vittime in un solo secolo, un numero impressionante che i nostri amici atei semplicemente ignorano». Come spiega anche l’illustre storico  (non credente) Ernesto Galli della Loggia: «le masse del Novecento erano masse secolarizzate, liberatisi dalla presenza della religione e della trascendenza, pronte a seguire qualsiasi idea generale che si presentasse con dei caratteri in qualche modo surrogatori della vecchia fede religiosa. Sempre la secolarizzione, la perdita di rapporto di fede con la trascendenza è poi all’origine dei progetti di onnipotenza e di deificazione dell’umanità che hanno caratterizzato le due principali ideologie totalitarie di questo secolo: il nazionalsocialismo e il comunismo» (E. Galli della Loggia, “Novecento: il tempo dei miti”, Lineatempo, 2/9/97).

Dalla parte opposta, chiunque può notare come la cultura cristiana abbia donato al mondo l’arte, la musica, i più bei pezzi della letteratura e i più grandi scienziati di sempre. «Qualcuno pensa veramente che l’ateismo avrebbe potuto produrre uno Shakespeare? O un Bach? O un Michelangelo o Rembrandt?», sostiene l’articolista. E che dire di Dante, Galilei, Manzoni, Newton, Beethoven, Copernico ecc..? Chi è stato a salvare i documenti e le conoscenze dell’antichità? I monaci medievali e la Chiesa cattolica. Sapremmo molto poco dell’Antica Grecia e di Roma senza di loro. E il metodo scientifico? I fondamenti della scienza moderna, confermano gli storici, sono stati prodotti da uomini di fede in un Dio creatore personale. E’ stata questa visione del mondo ad avere dato i presupposti per l’indagine scientifica (a questo proposito si veda “L’origine della scienza è nel cristianesimo”). Gli ospedali e le opere di carità? I primi sono stati avviati dai cristiani (basta vederne il simbolo, “la croce” e i nomi dei Santi che ancora oggi porta la stragrande maggioranza degli ospedali), e la seconda è riconosciuta come un elemento centrale del vivere una vita cristiana. E così l’alfabetizzazione universale e le scuole. E’ dimostrato che 106 delle prime 108 università fondate negli Stati Uniti sono state create da cristiani per insegnare, tra le altre cose, la fede cristiana. Queste comprendono Harvard, Yale, Princeton, e l’Università di Pennsylvania. La stessa cosa in Europa e perfino nel resto del mondo, dove le Università furono fondate dai missionari cristiani. L’argomento è comunque molto vasto che ci riserviamo un approfondimento in un secondo momento. Per ora concludiamo con le parole dell’articolista: «senza la fede cristiana l’America non sarebbe stata fondata sulla libertà», e gli Stati Europei non avrebbero nulla da condividere.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Emma Marcegaglia riflette sull’enciclica “Caritas in Veritate”

La presidente di Confindustria e dell’università Luiss Guido Carli, Emma Marcegaglia, è intervenuta all’incontro «Cattedrale aperta» a Genova del 16/2/11. Lo ha fatto riflettendo sull’enciclica di Benedetto XVI, Caritas in Veritate: «L’enciclica è stata ed è ancora per noi tutti, per credenti e non credenti, una straordinaria occasione di riflessione in questi anni di aspra crisi. Come Confindustria, e io personalmente come suo presidente, abbiamo espresso un giudizio molto positivo sulla Caritas in Veritate. Ovviamente, non tocca a noi entrare nel merito teologico dell’analisi interpretativa ed evolutiva del magistero sociale della Chiesa, al quale l’enciclica ha aggiunto un nuovo importante mattone, sulla scia che dalla Rerum Novarum di Leone XIII passa per la Populorum Progressio di Paolo VI, la Laborem Exercens, la Sollicitudo Rei Socialis, e la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II. Come imprenditori, ci tocca riflettere sulle parti dell’enciclica che più direttamente riguardano il mercato, lo Stato e il ruolo centrale dell’uomo». Ha continuato così  prendendo in esame il ruolo dell’impresa. E ancora: «Benedetto XVI e Giovanni Paolo II prima di lui sostengono la crescita, rafforzandola con indicatori dello sviluppo umano […] È per tutto questo che voglio e posso affermare che per la Confindustria, che ho l’onore di guidare, l’etica come fondamento dell’impresa non è una scelta che discenda dal solo fatto che sia giusta. L’etica è un fondamento dell’impresa anche perché contribuisce a produrre migliori utili». Il testo integrale dell’intervento è pubblicato su Il Sole 24 ore, mentre l’enciclica si può trovare su www.vatican.va.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

I cattolici nel mondo crescono di 15 milioni dal 2008 al 2009

L’Annuario Pontificio 2011 è stato presentato al Santo Padre il 19 febbraio 2011 dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato e il volume sarà prossimamente in vendita nelle librerie. Le novità relative alla vita della Chiesa cattolica nel mondo, a partire dal 2010, sono l’avvio di 10 nuove Sedi Vescovili e i dati statistici, riferiti all’anno 2009, i quali forniscono un’analisi sintetica delle principali dinamiche nelle 2.956 circoscrizioni ecclesiastiche del pianeta. I fedeli battezzati nel mondo tra il 2007 e il 2008 sono cresciuti di 19 milioni (cfr. Ultimissima 26/10/10) e dal 2008 al 2009 la crescita è stata di 15 milioni. L’Annuario Pontifiico calcola che da 1.166 milioni nel 2008 si è passati a 1.181 nel 2009 (+ l’1,3%). L’America, dal 2008 al 2009, ha mantenuto quanto a popolazione, un’incidenza costante sul totale planetario pari al 13,6%; di contro i cattolici hanno raggiunto nei due anni, il 49,4% della popolazione cattolica nel mondo. In Asia la crescita è stata dal 10,6% al 10,7%. L’Europa ha un peso per la popolazione inferiore di tre punti percentuali a quello dell’America, ma la sua incidenza nel mondo cattolico è quasi la metà di quella dei paesi americani (24%). Tanto per i paesi africani quanto per quelli oceanici il peso della popolazione sul totale è poco dissimile da quello dei cattolici (15,2% e 0,8%, rispettivamente, per l’Africa e Oceania). Aumenta il numero dei Vescovi (da 5002 a 5065) e quello dei sacerdoti, sia diocesani che religiosi, da 405.178 nel 2000 a 410.593 nel 2009 (cfr. Ultimissima 15/2/11). L’unica flessione si è avuta, invece, tra le religiose professe. Nel 2008 esse erano nel mondo 739.068 riducendosi, nel 2009 a 729.371. Ulteriori dati e approfondimenti si possono visionare su www.chiesa-cattolica.com.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Muore mons. Ferrofino, collaboratore di Pio XII: salvò 10mila ebrei

Il 20 dicembre scorso è morto all’età di 98 l’arcivescovo Giovanni Ferrofino, Nunzio Apostolico emerito in Ecuador e Haiti ed ex collaboratore di Pio XII, colui che salvò circa 10.000 ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Gary Krupp, ebreo fondatore della “Pave the Way Foundation” (PTWF), ha dichiarato che mons. Ferrofino «è stato forse il più grande testimone degli sforzi che fece Pio XII per salvare la vita a moltissimi ebrei. Pio XII infatti, lo inviò come emissario al Presidente del Portogallo per richiedere i visti per gli ebrei così che potessero entrare nel Paese». L’arcivescovo Ferrofino ha anche contribuito a far emigrare questi rifugiati a Cuba, in Messico, negli Stati Uniti e in Canada. Gli ebrei salvati sotto le dirette istruzioni di Pio XII, si è calcolato, sono più di 10 000. L’articolo è apparso su Camineo.info.

In un’intervista che Ferrofino ha registrato per la PTWF, spiega quanto fosse frustrato Pio XII quando batté la mano sul tavolo perché gli americani non aiutavano a salvare la vibrante comunità ebraica. Quando venne inviato nella Repubblica Dominicana nel 1939, l’Arcivescovo riceveva regolarmente telegrammi criptati direttamente da Papa Pio XII. «Il Papa chiese più di 800 visti per gli ebrei. Il Vaticano riusciva a ottenere passaggi transatlantici per uscire dall’Europa», ha spiegato l’ebreo Krupp a Zenit. «Ciò avveniva almeno due volte all’anno, quindi con una richiesta annua di oltre 1.600 visti per gli ebrei che fuggivano da Portogallo e Spagna. L’Arcivescovo Ferrofino ha anche aiutato questi rifugiati a recarsi in Canada, negli Stati Uniti, in Messico e a Cuba. Seguendo le istruzioni dirette di Pio XII, ha salvato più di 10.000 ebrei». Nel 2010, dopo il ritorno dell’Arcivescovo Ferrofino in Italia, il presidente e il direttore generale della PTWF in Italia, Daniele Costi e Rolando Clementoni, hanno ottenuto la sua testimonianza scritta autenticata, che è ora nelle mani dello Yad Vashem, l’autorità per il ricordo dei martiri eroi dell’Olocausto. Qui sotto si può visionare parte dell’intervista.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Bambina salvata dalle cellule staminali adulte

Fino a tre settimane fa era completamente paralizzata dal collo in giù e deglutiva con fatica, avendo davanti a sè un’aspettativa di vita ridottissima. Ora la piccola di sei mesi, affetta da atrofia muscolare spinale, è in grado di alzare il braccio, stringe oggetti con le mani, muove parzialmente le gambe e beve il latte dal biberon. E’ affetta da una grave malattia neurodegenerativa è stata sottoposta all’Irccs «Burlo Garofalo» di Trieste a un’innovativa terapia con cellule staminali mesenchimali, staminali adulte (e non, ovviamente, embrionali). Il papà afferma: «Oggi la mia bambina deglutisce, respira e gira la testa per guardarci. Ed è una bella sensazione». Ricorda anche che i medici avevano escluso la guarigione, infatti la Sma1 è una grave malattia degenerativa che non lascia scampo. La tenacia dei genitori li porta sulla pista di una nuova terapia a base di cellule staminali adulte, approdando al Burlo di Trieste, un’eccellenza nella cura delle patologie infantili, e incontrano il dottor Mariano Andolina. L’operazione, avvenuta con il via libera del Tribunale Civile di Venezia, ha utilizzato il protocollo medico della Stamina Foundation Onlus, che utilizza esclusivamente staminali adulte, con cellule prodotte dal Laboratorio Verri di Monza. Le cellule staminali mesenchimali (Mscs) sono cellule immature con la capacità di autorinnovarsi e differenziarsi continuamente in cellule specializzate tessuto-specifiche. Dimostratesi più stabili delle embrionali, senza alcuna necessità di smembrare gli embrioni umani e quindi senza alcuna complicanza bioetica, sono cellule di origine midollare ma si ritrovano anche nel tessuto adiposo, nel sangue periferico, nel cordone ombelicale, nel derma, nel pancreas, nel fegato, nel polmone e in altri tessuti fetali; nel midollo osseo in particolare svolgono un importante ruolo come cellule della nicchia ematopoietica. Su Il Corriere della Sera si legge che si tratta del primo caso di terapia con cellule staminali intratecali effettuato in Italia e il primo in Europa in una malattia come questa. Grazie al trapianto di staminali il meccanismo degenerativo della malattia è stato bloccato. La notizia è apparsa anche su Avvenire.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Anthony Hopkins: «essere atei è come vivere in una cella senza finestre»

Anthony Hopkins, famoso per aver interpretato il criminale Hannibal Lecter ne Il Silenzio degli innocenti, ha rilasciato un’intervista al Catholic Herald, in cui ha parlato della sua fede religiosa. L’attore, già premio Oscar, ha dichiarato: «Essere atei è come vivere in una cella chiusa senza finestre. Non vorrei vivere così. Li vediamo in televisione questi atei di professione, persone brillanti, che dicono di sapere per certo che è pazzia avere un Dio o credere nella religione. Beh, ok, che Dio li benedica per sentirsi in quel modo e spero che loro siano felici». Accenna poi sottlineando l’arroganza di certo laicismo moderno: «Mi chiedo: perché essi protestino così tanto? Come potranno essere così sicuri di ciò che è là fuori? E chi sono io per confutare le credenze dei grandi filosofi e di tanti martiri di questi secoli?». E conclude: «Il ruolo nel mio ultimo film [un esorcista N.d.A.] mi ha spinto a chiedermi in cosa credessi e perché. Ho letto sempre tutto quello che potevo sull’argomento, da Einstein a Darwin e sono convinto che la fede arricchisca la vita».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Studio inglese: il sesso solo dopo il matrimonio fa bene alla coppia

La castità fino alle nozze rende la coppia più soddisfatta. Ancora una volta la scienza conferma che l’insegnamento tradizionale della Chiesa è pienamente a favore dell’uomo. Uno studio inglese, pubblicato sul “Journal of Family Psychology”, spiega che tanto più si aspetta a fare sesso, tanto più le relazioni si rinsaldano e maturano. Dopo aver analizzato la situazione sentimentale di 2035 persone, i ricercatori hanno rilevato che le coppie che avevano atteso di più prima di avere le prime esperienze sessuali hanno fatto registrare una stabilità di coppia maggiore del 22%, una soddisfazione nella relazione superiore del 20%, una qualità del rapporto sessuale migliore del 15% e la comunicazione all’interno della coppia è stata valutata migliore del 12%. La castità, proposta dalla cultura cristiana e dalla Chiesa, intende valorizzare l’atto sessuale e non banalizzare la donazione sessuale di sè. Al contrario, la cultura libertina e radicale, provocatoriamente anticlericale, che accusa di sessuofobia la gerarchia ecclesiastica non volendo intendere lo scopo dei suoi richiami, è in realtà la causa principale dell’incontinenza sessuale dell’uomo moderno, con conseguenti crimini e perversioni come l’esplosione della pornografia, l’uso della donna come oggetto sessuale, l’aumento del numero di stupri, il fenomeno del turismo sessuale, il corpo della donna usato come attrazione delle masse per scopi commerciali, la disgregazione della famiglia e la frazionarietà delle relazioni ecc..L’articolo è pubblicato su Il Sole 24 ore.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace