Lo stato del Minnesota rifiuta di legalizzare il matrimonio omosessuale

I giudici dello stato del Minnesota hanno confermato che il matrimonio tradizionale è legge dello stato e hanno rifiutato di legalizzare il “matrimonio omosessuale”.

Successo dunque per i sostenitori dell’attuale legge del Minnesota che definisce il matrimonio l’unione tra un uomo e una donna.

I repubblicani, si legge sul Christian Telegraph, stanno creando un emendamento più specifico che dichiari la vera definizione del matrimonio, in modo tale che non sia più possibile modificarlo.

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L’antropologo Facchini: «biologia dimostra finalismo e teleologia evolutiva»

E’ inevitabile che l’interesse verso la scienza, ai limiti dell’idolatria, sia spronato dal voler appagare gli interrogativi che sorgono sul senso della esistenza. Alla faccia di chi vuole illudersi aver risolto il problema una volta per tutte. Fiorenzo Facchini, sacerdote e ordinario di Antropologia presso l’Università di Bologna, docente di Paleontologia Umana nella Scuola di specializzazione in Archeologia, membro di varie Società scientifiche italiane e internazionali, tra cui l’Istituto Italiano di Antropologia, l’Accademia delle Scienze di Bologna e la New York Academy of Sciences. Si è soffermato ancora una volta sul dibattuto argomento dell’evoluzione, tra i più usati per estrapolazioni filosofiche ed esistenzialiste, interessandosi in particolare sull’innegabile direzione presente nella crescita della complessità. Lo aveva già fatto recentemente, come segnalato in Ultimissima 28/3/11 e lo ha ribadito in questi giorni sul quotidiano Avvenire.

Dice: «Nella crescita della complessità è fuori discussione che vi siano delle direzioni […]. Tuttavia la pura casualità degli eventi non può spiegare la crescita della complessità». Infatti, alla base dei processi evolutivi, ci sono leggi e regole d’ordine, come viene sempre più messo in evidenza dagli studi della biologia dello sviluppo. Facchini avverte che «il problema è complesso e dovrebbero evitarsi certe semplificazioni in cui cadono molti darwinisti riferendo tutta l’evoluzione a un modello evolutivo che ben si adatta alla genetica di popolazioni (microevoluzione)». La casualità esiste certamente, anche se non è un Legge evolutiva. Inoltre, a volte ci sono eventi che «consideriamo casuali perché non ne conosciamo le cause o non sono prevedibili con i mezzi a disposizione (come le mutazioni geniche)». Questa casualità però può acquisire un significato: «la conformazione spaziale delle molecole che consentono la vita, le strutture ordinate o programmate, il rapporto tra struttura e funzione, presuppongono un principio finalistico o teleologico che nessuno può contestare». Monod e Jacob parlano di teleonomia per evitare possibili riferimenti a un finalismo della natura, Ayala ammette una teleologia interna, escludendo una intenzionalità esterna. Non usa mezzi termini l’antropologo: «Se vi sono leggi è da ammettersi una intenzionalità esterna riconducibile al Creatore. Il naturalismo riduzionista lo esclude, ma non con delle prove scientifiche».

D’altraparte, ricorda Facchini, è la stessa opinione di molti celebri filosofi e scienziati: Einstein, Flew, Davies, Barrow, Lennox, Collins, eccetera, i quali non esitano a riferire la realtà a una mente superiore. Così, «la natura dimostra una razionalità intrinseca e potenzialità di cambiamento in relazione anche all’ambiente. L’insieme che ne risulta finisce per acquistare un senso aprendo a una visione finalistica». E’ certo un’interpretazione filosofica, ma emerge inevitabilmente se guardiamo all’uomo: la sua direzione evolutiva è tutta peculiare ed è segnata da una crescita di cerebralizzazione che non ha confronti con le altre specie (cfr. Teilhard de Chardin, Jean Piveteau, Dobzhansky ecc…). Ad essa si congiunge il comportamento segnato dalla cultura, che denota intelligenza astrattiva e autodeterminazione e fa dell’uomo l’unico essere che ha coscienza di sé e delle cose. Conclude Facchini: «in una visione teologica che riconosce alla creazione un’autonomia nelle cause seconde, si può cogliere a posteriori un finalismo generale che si realizza secondo un progetto superiore, inclusivo della casualità. Resta la peculiarità dell’evento uomo in cui le causalità di ordine naturale vengono arricchite da Dio della dimensione spirituale con modalità non descrivibili dalle scienze naturali».

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Vietnam: cattolici arrestati per aver criticato il premier ateo

In Vietnam un importante avvocato per i diritti umani, Cu Huy Ha Vu, è stato condannato a 7 anni di prigione e a tre anni di arresti domiciliari per “propaganda contro lo Stato”. Migliaia di cattolici stanno sostano davanti al tribunale per mostrare solidarietà al dissidente, nonostante non sia cattolico. Ricordiamo che dal 1954 in Vietnam del Nord e dal 1976 per tutto il Vietnam, vige l’ateismo di Stato (qui le inevitabili violazione dei diritti umani).

E’ accaduto che nel 2009, Cu Huy Ha Vu ha soltanto criticato il premier ateo e leader del partito comunista Nguyen Tan Dung per aver dato il via allo sfruttamento di un giacimento di bauxite nel Vietnam centrale, che rischia di distruggere la vita di molte minoranze e crea enormi problemi di inquinamento per l’ambiente. Egli è stato il primo vietnamita a osare di citare in giudizio lo stesso premier. Vu è stato arrestato lo scorso novembre in una serie di raid contro la dissidenza. In questi giorni c’è il processo e molte persone che volevano entrare sono state arrestate dalla polizia. Fra essi diversi blogger cattolici, giornalisti, avvocati e leader di gruppi giovanili. Almeno due attivisti cattolici sono stati arrestati per evitare che guidassero una protesta davanti al tribunale.

Il presidente Nguyễn Minh Triết, anch’egli dichiaratamente ateo, non ha pensato di intervenire. Nei giorni precedenti, continua AsiaNews, decine di migliaia di cattolici hanno partecipato a momenti di preghiera e veglie a sostegno di Cu Huy Ha Vu che, come avvocato, ha spesso difeso cattolici ingiustamente arrestati. Il 2/4/11 nella cattedrale di Notre Dame,  300 adulti si sono preparati per il Battesimo che avverrà durante la Veglia pasquale del prossimo Sabato Santo.

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Il rettore de La Sapienza vuole Benedetto XVI in università

Il rettore de La Sapienza di Roma Luigi Frati, ha dichiarato che «Benedetto XVI è il benvenuto, può venire quando vuole alla Sapienza, a celebrare messa nella cappella universitaria e a incontrare la comunità universitaria».

Ritorna con rammarico agli spiacevoli fatti del 2008, quando al Pontefice fu impedito di tenere una lezione all’Università: «Stavolta non ha importanza che venga alla inaugurazione dell’anno accademico o meno. Anzi, forse invitarlo per quella occasione fu un errore grave del mio predecessore. Egli non era dichiaratamente cristiano, pensò nell’ultimo anno del suo “pontificato rettorale” di farsi omaggiare da un Pontefice». Il rettore è intervenuto alla giornata di studio «Giovani e forti…?», presso la sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri, promossa dalla Associazione Papaboys per i 150 anni dell’unità.

Ha così criticato i professori che nel 2008 firmarono un appello contro la visita del Papa: «70 cretini che si sono riferiti al discorso di Ratisbona senza averlo letto, un ricercatore non parla mai di quello che non ha visto in prima persona. Puoi dire che non lo vogliamo perchè non lo vogliamo – ha proseguito – ma non puoi appellarti al discorso di Ratisbona». Il rettore, medico e ordinario di Patologia generale, ha citato il matematico Giorgio Israel, il quale «ha dimostrato l’errore scientifico e metodologico fatto da queste persone». La notizia è ripresa da Il Messaggero, La Stampa e da Il Corriere della Sera. In questo blog si trovano tutti gli articoli dedicati agli eventi del Papa alla Sapienza.

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Israele premia una suora cattolica per aver salvato ebrei durante il nazismo

Ancora un riconoscimento da parte del Governo israeliano a una religiosa cattolica che, durante la seconda guerra mondiale, si è prodigata per salvare ebrei dalle retate naziste.

Ieri mattina è stata infatti consegnata la “Medaglia dei Giusti” a suor Agnese Maria Navarro (1900-1998). «Il riconoscimento da parte dello Stato di Israele – spiega un comunicato stampa – per coloro che hanno salvato Ebrei sotto la minaccia di un grave pericolo è stato assegnato a Suor Agnese per le sue coraggiose azioni durante l’occupazione nazista di Parigi, nel quartiere del Marais. Mademoiselle Agnese, come veniva chiamata allora, in occasione delle molteplici retate, si adoperò per salvare dalla deportazione bambini e adulti ebrei».

Gli stessi bambini di allora hanno portato la loro testimonianza perché fosse conferita alla loro ‘salvatrice’ la Medaglia. La notizia appare su l’agenzia SIR. L’11 gennaio scorso la stessa medaglia era destinata a padre Cubbe, collabortatore di Pio XII. L’onorevole Mordechay Lewy, ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede consegnava l’onoreficenza dicendo: «sarebbe poco saggio ritenere che hanno agito senza il consenso dei loro superiori e delle massime autorità cattoliche» (cfr. Ultimissima 11/1/11)

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Insuccesso per la RU486: “soltanto” 6 mila confezioni vendute in un anno

La pillola abortiva è alle prese con una risposta di mercato decisamente inferiore alle attese. Enorme il divario tra le vendite previste con quelle reali, lo si nota nel grafico comparativo fornito da Marco Durini, direttore medico della Nordic Pharma, l’azienda che importa la Ru486 e la distribuisce in Italia.

Ricordiamo che il Partito Radicale ha sempre sostenuto l’esigenza e la forte necessità dell’introduzione della RU486 anche in Italia: lo fece ad esempio Emma Bonino il 10 febbraio 2001 durante il convegno di presentazione del rapporto sulla RU486. Tuttavia, la Lombardia è un chiaro esempio della falsità delle campagne dei radicali: 604 scatole del farmaco ordinate contro le oltre 5mila programmate. Non è da meno il Lazio con 142 scatole commercializzate contro le 3.500 previste. Non si salva neppure l’Emilia Romagna che pure importava il farmaco per la sperimentazione prima della «liberalizzazione» dell’anno scorso: 294 confezioni contro quasi 3mila ipotizzate. Stesso dicasi per la Toscana (773 contro 2mila) e la Puglia (615 contro 2.500). Regioni come Calabria e Abruzzo (appena 15 confezioni) e le Marche (5) chiudono l’elenco. In totale, comunque, sono state vendute in un anno oltre 6mila scatole (una media di 500 al mese), ognuna delle quali può essere utilizzata per un solo aborto.

Per Durini, le ragioni di tale flop vanno in parte ricercate in ragioni culturali, ma anche nell’applicazione del protocollo richiesto dall’Aifa e dal Ministero della Salute, che prevede il ricovero ordinario di tre giorni in ospedale (fino all’espulsione del feto abortito). Per Basilio Tiso, direttore sanitario della Clinica Mangiagalli di Milano, l’insuccesso era prevedibile: «d’altra parte non se ne sentiva la necessità. I nostri dati parlano chiaro: in un anno ad abortire con la Ru486 sono state appena 17 donne; di queste, solo due o tre hanno firmato le dimissioni, le altre hanno rispettato il ricovero ordinario». Di più, Tiso ritiene che «gran parte delle confezioni ordinate sia, in realtà, ancora stipata nei magazzini. Ad esempio, noi ne avevamo ordinate 30 e ne abbiamo usate a oggi poco più della metà. Naturalmente non posso parlare a nome degli altri ospedali, ma confrontandomi con i colleghi posso dire che non c’è stata una corsa alla novità». Sulla pillola, inoltre, «viene spesso fatta cattiva informazione, come se si trattasse di bere un bicchiere d’acqua. Al contrario, può provocare dolori addominali, piccole emorragie, contrazioni non certo piacevoli». La notizia è ripresa da Avvenire.

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La Suprema Corte si pronuncia a favore delle scuole religiose in Arizona

La Corte Suprema americana si è pronunciata lunedì a favore di un programma governativo che permette ai contribuenti di destinare dei soldi ad organizzazioni che creano borse di studio per fondazioni private e scuole religiose, piuttosto che pagare lo stesso importo al governo attraverso le tasse.

I giudici hanno così respinto la querela della American Civil Liberties Union (ACLU), affermando che non è legittimata a decidere dove altri vorranno versare le donazioni. L’Alliance Defense Fund (ADF) è entusiasta di questa decisione: «I genitori dovrebbero essere in grado di scegliere cosa è meglio per i propri figli. La sentenza autorizza i genitori a fare proprio questo. I genitori devono decidere che cosa frequenteranno i loro figli e lì andranno i loro soldi», si legge in un comunicato.

Questa decisione crea un precedente nazionale molto importante che preverrà simili azioni legali in futuro. La notizia è apparsa su FoxNews.

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La Corte Costituzionale del Perù a favore del crocifisso e della Bibbia nei tribunali

La Corte Costituzionale del Perù ha stabilito che la Bibbia e il crocifisso non violano la laicità del paese. Il 22 marzo il giudice ha respinto una denuncia presentata da un avvocato peruviano, Jorge Manuel Linares Bustamante, che esigeva che crocifissi e bibbie fossero rimossi dalla aule del tribunale. Analoghe decisioni sono state prese recentemente dalla Corte costituzionale austriaca (cfr. Ultimissima 19/3/11) e italiana (cfr. Ultimissima 14/3/11)

Nella sentenza il giudici peruviani hanno dichiarato: «Abbiamo uno Stato non confessionale o laico, di norma, ma la stessa Costituzione stabilisce all’articolo 50 che all’interno di questo regime di autonomia dello stato, la Chiesa è una parte fondamentale del patrimonio storico, culturale e morale del Perù». I simboli religiosi in un’aula di tribunale non costituiscono dunque un’approvazione della religione, ma piuttosto sottolineano il legame storico e culturale di questi simboli per lo Stato come tale.

Su Living In Perù si ricorda che la sentenza peruviana arriva solo pochi giorni dopo la decisone del Tribunale dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo che ha legittimato la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche italiane (cfr. Ultimissima 18/3/11) Uno dei giudici, Eto Cruz, ha detto che le sentenze erano molto simili. Come si vede dunque, la decisione presa dall’UE contro la mezzofinlandese uaarina Lautzi ha creato un fondamentale precedente a livello internazionale. Non smetteremo mai di ringraziare, per questo, l’UAAR e tutte le ateocongregazioni militanti.

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Il Comune di Parma ritira il patrocinio dalle “Giornate della Laicità”

Il Comune di Parma comunica in una nota che revocherà il patrocinio all’iniziativa “Giornate della laicità”, erroneamente concesso in precedenza, poiché non è consentito il patrocinio a iniziative promosse da movimenti politici e partitici.

Questa iniziativa è diversa da quella che si svolgerà a Reggio Emilia dal 15 al 17 aprile e di cui abbiamo parlato in Ultimissima 4/4/11, anche se fa parte dello stesso programma di proselitismo ateo in Emilia Romagna. A Parma, dal 12 al 20 aprile, presso il Cinema Edison, si terrà infatti un ciclo di film sulla laicità, organizzato da l’UAAR e altre congregazioni, come il Popolo Viola di Parma e l’Arci. Ma il Comune, guidato da una lista civica di centrodestra, ha voluto ritirare il patrocinio poiché l’articolo 3 dice: «Possono essere oggetto di Patrocinio eventi quali manifestazioni, spettacoli, mostre, convegni, congressi, incontri, iniziative sportive ad esclusione di quelli a carattere politico promossi da partiti o movimenti politici».

Identica la decisione della Provincia, poiché -si legge su La Repubblica– pare che il programma che è stato presentato sia diverso da quello pubblicato dalla stampa locale. Tra l’altro un contenuto noiosissimo, il quale comprende 4 filmettini mediocri al costo di 20€. Ma la tediosa scaletta non farà certo desistere dal parteciparvi, la motivazione che sta sotto è troppo forte: inventarsi qualsiasi cosa pur di dimostrare di essere vivi!

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In Arizona l’aborto selettivo diventa un crimine

Jan Brewer, governatore dell’Arizona, ha firmato un disegno di legge con il quale vieta l’aborto per motivi di razza o di sesso. Diventa così reato finanziare o praticare aborti selettivi.

Steve Montenegro, rappresentante dei Repubblicani in Arizona, colui che ha progettato la legislazione, ha dichiarato che questa legge è necessaria e rappresenta una importante affermazione in favore della vita e contro la discriminazione.

La Planned Parenthood -si legge su Life News– ha invece criticato il governatore per il suo sostegno a quella che ha definito una legge specificamente progettata dagli oppositori dell’aborto e destinata a polarizzare l’opinione pubblica.

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