Stephen Iacoboni, oncologo americano, lascia l’ateismo e si converte

L’oncologo Kennewick General Hospital, Stephen Iacoboni, ha scritto un libro in cui racconta della sua conversione religiosa dall’ateismo attraverso le esperienze con la morte dei suoi pazienti malati di cancro.

Il libro si chiama “The Undying Soul, A Cancer Doctor’s Discovery” (Sji Publishing 2010). Iacoboni si è formato in oncologia medica presso la prestigiosa University of Texas MD Anderson Tumor Research Institute di Housto. Vincitore del premio Most Outstanding Research Fellow per i risultati delle sue indagini scientifiche, già direttore sanitario per 16 anni del Kootenai Cancer Center di Coeur d’Alene (Idaho) e oggi co-direttore del programma di oncologia al General Hospital Kennewick (Washington).

L’Umberto Veronesi americano racconta di sé, come riporta un sito web, e spiega: «dopo la laurea ero un giovane intellettuale ateo, fresco di studi e pieno di superbia, ho scelto oncologia perché volevo dimostrare che la scienza e la logica possono trionfare sul nulla. Anche sul cancro». Ma a poco a poco ha detto di aver individuato il divino attraverso i suoi pazienti, ad esempio Pavel Tishkoon, la cui fede cattolica gli ha permesso di affrontare la morte «senza ansia e, ancor più sorprendente, con entusiasmo e stupore».

Oggi, Iacoboni, cresciuto ed educato come cattolico, vede se stesso come una sorta di sacerdote medico, anche se non ha mai avviato alcuna conversazione di spiritualità con i suoi pazienti. Il sito internet del libro è www.theundyingsoul.com

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Una ricerca dimostra la potenza della lobby omosessuale

Anche se i dati disponibili indicano la prevalenza omosessuale nella popolazione degli Stati Uniti pari all’1-4%, gli americani mediamente credono invece che sia omosessuale il 25% della popolazione.

Lo dimostra un nuovo sondaggio Gallup basato su interviste di 1.018 adulti americani in tutti i 50 stati. Il sondaggista commenta: «Gli americani percepiscono che vi è una grande popolazione gay negli Stati Uniti, molto più grande della realtà». Sostiene poi che la tendenza a sovrastimare la popolazione è probabilmente dovuta, almeno in parte, al livello di esposizione dell”omosessualità a cui sono sottoposti gli americani.

Negli ultimi decenni, infatti, molti omosessuali hanno costruito un movimento attivista ben finanziato e potente politicamente, che ha posto l’omosessualità in prima linea nella cultura politica e popolare.

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Regno Unito: la Corte Europea interviene in difesa dei cristiani discriminati

La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha ordinato al governo britannico e ai ministri inglesi di dichiarare formalmente se essi ritengono che i diritti dei cristiani siano stati violati in seguito alle recenti decisioni dei tribunali britannici, che hanno ripetutamente respinto il diritto dei cristiani a vestirsi e comportarsi secondo le loro credenze.

La decisione di intervenire da parte della Corte europea di Strasburgo nasce dai vari ricorsi legali che i cristiani discriminati da parte del laicismo inglese stanno sempre più avviando. La serie di discriminazioni è infinite, ricordiamo ad esempio la storia di Colin Atkinson, elettricista sessantatreenne reo di aver esposto sul suo furgone una piccola croce (cfr. Ultimissima 29/4/11). Oppure Shirley Chaplin (in foto a sinistra), ex infermiera licenziata per aver indossato una catenina al collo con una croce (cfr. The Telegraph 7/4/10). Stessa cosa accaduta alla hostess Nadia Eweida (cfr. The Telegraph 6/3/09) e così via…

Questi casi sono il frutto della Equality Act 2010 (le “legge sulla parità”), promulgata dal governo inglese contro le differenze sessuali, religiose ed etniche. Essa rincorre una presunta neutralità di stato che però è un’evidente utopia e soventemente si pone quasi esclusivamente contro ai cristiani. Andrea Minichiello Williams, fondatore e direttore del Christian Legal Centre, ha dichiarato: «Questi casi sono massicciamente significativi su tutti i fronti. Ci sembra essere una animosità sproporzionata verso la fede cristiana e il funzionamento dei tribunali del Regno Unito ha portato ad una profonda ingiustizia. Se avremo successo a Strasburgo, mi auguro che la “legge sulla parità” sarà rovesciata o revisionata in modo che i cristiani siano liberi di lavorare ed agire in conformità con la loro coscienza». La notizia è riportata su The Telegraph.

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Un nuovo libro affronta e confuta tutte le critiche moderne alla Chiesa

L’editorialista, scrittore, conferenziere e conduttore radiofonico e televisivo Michael Coren ha pubblicato recentemente un già molto noto libro: “Why Catholics Are Right (McClelland and Stewart 2011), nel quale prende in esame una serie di critiche comuni contro la Chiesa. Ritiene infatti che l’anticattolicesimo potrebbe anche essere l’ultimo dei pregiudizi presenti nella società odierna. Ecco una sintesi dei capitoli, offerta da Zenit.it.

SCANDALI SESSUALI. Coren prende le mosse dalla questione degli scandali sessuali del clero. Riconosce l’enorme danno subito da molte persone a causa degli abusi, ma sostiene anche che alcune critiche sono ingiustificate. Gli abusi non dicono nulla di specifico sul Cattolicesimo ma, continua, i critici che sono ansiosi di dimostrare che questi scandali sono legati alle strutture o agli insegnamenti della Chiesa, ignorano il fatto che gli abusi da parte del clero avvengono nelle altre Chiese e religioni con frequenza uguale o persino più alta. Per non parlare della fetta più importante della pedofilia che avviene in famiglia e nelle scuole. Oggi la Chiesa cattolica è diventato uno dei contesti più sicuri per i giovani, afferma Coren. E lo ha riconosciuto recentemente anche il quotidiano The Guardian.

CROCIATE. In un altro capitolo lo scrittore tratta delle Crociate. È vero che la Chiesa non ha sempre agito nel modo migliore, ammette, ma nell’insieme è stata eticamente all’avanguardia ed ha rappresentato una spinta verso il bene. Ricorda che la Terra Santa era cristiana ed è stata ad un certo punto invasa violentemente dai musulmani. Le Crociate non furono assolutamente una sorta di imperialismo o colonialismo, anche perché molte famiglie nobili si sono ridotte al lastrico per sostenere le spese per armare e mantenere i cavalieri e il loro seguito. Le ricerche moderne smentiscono anche chi afferma che molti crociati erano i figli di famiglie povere in cerca di un bottino da saccheggiare. Erano invece spesso le élite della cavalleria europea. Infine, nei territori conquistati con le Crociate, la popolazione musulmana poteva continuare la sua vita normale senza subire forti pressioni per la loro conversione al Cristianesimo. La sua posizione coincide dunque con quella dello storico del medioevo Paul Crawford di cui abbiamo parlato recentemente (cfr. Ultimissima 17/5/11).

INQUISIZIONE. Riguardo all’Inquisizione l’autore osserva che l’accusa di fondo è che i cattolici sarebbero stati i più perfidi di tutti e che, appunto, solo la Chiesa avrebbe potuto organizzare qualcosa come l’Inquisizione. Coren ricorda anzitutto che sono stati massacrati più uomini e donne in un paio settimane, durante l’atea Rivoluzione francese, rispetto a quanti ne siano morti in un secolo di Inquisizione. Inoltre, vi sono state inquisizioni anche in una serie di nazioni protestanti dirette in particolare contro chi era sospettato di stregoneria. Lo scopo dell’Inquisizione era quello di combattere gli errori dottrinali e le eresie, al fine di riportare la gente alla Chiesa. La tortura esisteva nel contesto secolare, cioè nelle autorità giudiziarie dell’epoca, e non nella Chiesa. Soffermandosi sull’Inquisizione spagnola l’autore ricorda che essa divenne presto un’emanazione dello Stato e della Monarchia e non della Chiesa. L’Inquisizione è passata in gran parte inosservata nella storia, finché nella metà del XIX secolo gli scrittori anticattolici l’hanno usata e distorta per attaccare la Chiesa.

RICCHEZZA DELLA CHIESA. Un’altra frequente critica sulla Chiesa riguarda le sue ricchezze. Il solito adagio recita che la Chiesa gronda di soldi mentre il resto del mondo muore di fame. Certo, ricorda lo scrittore, c’è molta ricchezza in Vaticano, nei musei che sono aperti al pubblico. La Chiesa ha conservato queste opere d’arte per secoli e le mantiene come patrimonio per l’umanità. Vendere queste opere e ridistribuirne il ricavato sarebbe “una tantum”, i cui benefici verrebbero presto esauriti. I tesori d’arte vengono invece conservati per il futuro, resi disponibili a tutti e non reclusi in collezioni private.

BIOETICA E SESSUALITA’. Uno dei capitoli è dedicato al tema della vita e della sessualità. La Chiesa è spesso accusata per le sue posizioni su aborto, preservati e contraccettivi. La cosa significativa è che la Chiesa cattolica non si fonda mai solo su considerazioni morali, ma è sostenuta anche dalla scienza e dai diritti umani. L’affermazione secondo cui una nuova vita esiste dal momento del concepimento possiede solide fondamenta biologiche, afferma. Il feto è una nuova vita umana e come tale dovrebbe avere il diritto di esistere. Un altro tema è quello dell’opposizione della Chiesa all’uso delle cellule staminali embrionali per la ricerca. Questo è usato dai detrattori della Chiesa per accusarla di ostacolare le cure contro le malattie che potrebbero diventare efficaci in un futuro molto vicino. La verità, tuttavia, è che non esistono cure funzionanti che usino cellule staminali embrionali. Alcuni successi sono stati invece ottenuti con l’impiego di cellule staminali adulte, cosa che non è contrastata dalla Chiesa, sottolinea Coren. Riguardo al preservativo e alla contraccezione, la Chiesa avverte da decenni che la loro diffusione sarebbe stata dannosa per la società. Infatti – afferma Coren – vi è stato un continuo aumento delle malattie sessualmente trasmissibili, dei divorzi, dei fallimenti familiari e la sessualità è stata progressivamente degradata da ciò che dovrebbe essere un atto d’amore a un mero interscambio di fluidi organici. L’esperienza maturata in Africa dimostra che l’impiego del preservativo semplicemente non ha funzionato. Invece, i programmi basati sull’astinenza e la fedeltà sono quelli che hanno dato i migliori risultati.

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Alabama: aborto vietato dopo le 20 settimane per dolore fetale

Il Governatore dell’Alabama, Robert Bentley, ha trasformato in legge un ddl sul divieto di aborto a 20 settimane (e dopo) della gravidanza. La scienza infatti dimostra che dopo questo tempo il feto prova sicuramente dolore (scappa infatti da stimoli dolorosi o cerca di difendersi con le piccole mani).

Il governatore ha dichiarato di essersi preso l’impegno per «per proteggere la vita di un bambino non ancora nato». La nuova legge entrerà in vigore il 1 settembre.

Il movimento pro-life dell’Alabama non è tuttavia completamente soddisfatto perché inizialmente il ddl prevedeva, per la prima volta nella storia, il divieto di ogni tipo di aborto, aborto e chimico. E’ solo questione di tempo, dicono.

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La Corte Suprema americana respinge il ricorso contro le parole “under God”

Il simpatico perditempo Michael Newdow, l’ateo che da circa 10 anni sta conducendo una guerra personale contro i simboli e i motti religiosi nella società americana, ci ha provato ancora. E ovviamente ancora una volta gli è andata male.

L’ultima volta aveva tentato di far togliere il motto “In God We Trust” (“noi confidiamo in Dio“) presente su tutte le banconote e monete americane, ma la Corte Suprema degli Stati Uniti non nemmeno voluto ascoltare il ricorso in appello (cfr. Ultimissima 21/3/11). Questa volta ha tentato con il Pledge of Allegiance, il giuramento di fedeltà agli Stati Uniti e alla bandiera nazionale, il quale contiene le parole “under God“, che sembrano creare gravi problemi psicologici a lui e agli atei che rappresenta.

La Ninth Circuit della California aveva già confermato la costituzionalità del Pledge nel marzo 2010 e in questi giorni la Corte Suprema ha rifiutato di esaminare il ricorso di Newdow. Carl A. Anderson, dell’associazione Knights of Columbus ha dichiarato: «Le parole “under God” esprimono una convinzione fondamentale che abbiamo come nazione dal momento della nostra fondazione. L’idea che questo violi in qualche modo il primo emendamento è stato sonoramente respinto dalla First e Ninth Circuit Courts of Appeal, e dalla Corte Suprema. Si tratta di una vittoria del buon senso».

Ricordiamo che Newdow è un attivo ministro della Universal Life Church, un’associazione ateo-religiosa americana.

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Senatore difende la famiglia, gli omosessuali lo minacciano di morte

La violenza omosessuale è entrata ancora in azione. A farne le spese Ruben Diaz Sr., senatore democratico di New York, che ha apertamente sostenuto pubblicamente il matrimonio tradizionale, mentre il Senato sta per approvare il matrimonio omosessuale sotto la solita pressione lobbista.

Oltre a pesanti minacce di morte, già segnalate all’FBI e al dipartimento di polizia di New York, il senatore e la sua famiglia sono continuamente bersagliati dagli omosessuali. Su Twitter, ad esempio, un omosessuale ha detto che vuole violentare sessualmente sua figlia mentre nel forum online The New Gay si sta invece organizzando un “Fuck Ruben Diaz Festival”. Lui risponde così: «Come cristiano, naturalmente io non provo odio verso chi mi odia e continuerò a pregare per le loro anime».

Si sta sempre più assistendo alla crescita della violenza della lobby. Qualche mese fa, ad esempio, una giornalista del Daily Mail, Melanie Phillips, è stata anche lei minacciata di morte, oltre che pesantemente insultata, da parte di numerosi omosessuali per aver osato muovere delle critiche verso l’introduzione del governo dell’«agenda gay» nelle scuole, ovvero continui ed espliciti riferimenti all’omosessualità durante le lezioni di matematica, geografia e scienza, dalle elementari alle superiori (cfr. Ultimissima 4/3/11). A Milano invece, giovani omosessualisti hanno invaso una chiesa interrompendo la Messa, intonando cori contro il Papa e i credenti e spintonando gli attoniti e impauriti fedeli (cfr. Ultimissima 8/6/11).  Settimana scorsa, il sindaco di Madrid Alberto Gallardon, è stato aggredito fuori da casa, presenti moglie e figlie, da un centinaio di attivisti gay per aver posto delle limitazioni al rumore e alla musica nel prossimo Gay Pride spagnolo. Gli omosessuali hanno coperto di insulti lui e la sua famiglia, ottenendo così di essere ricevuti il giorno dopo in comune (cfr. Ultimissima 17/6/11).

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Beatificata suor Rutan, uccisa dagli illuministi francesi a causa della sua fede

Domenica 19 giugno 2011 il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Amato,ha  presieduto la beatificazione di suor Margherita Rutan, Figlia della Carità di San Vincenzo de ‘Paoli a Dax (sud-est della Francia).

Marguerite Rutan nacque a Metz nel 1736, in pieno periodo illuminista. Nel 1757, si legge su Zenit.it, iniziò il noviziato presso la casa madre delle Figlie della Carità a Parigi e nel 1779 assunse come superiora la direzione di un ospedale a Dax e divenne rapidamente una pioniera dell’azione sociale, con opere come l’apertura di una scuola e l’accoglienza di bambine abbandonate.

Quando giunse il periodo del Terrore, ovvia conseguenza della emancipazione laica sulla religione, basata illusoriamente sui valori (rubati al cristianesimo) di Liberté, Égalité e Fraternité, le monache dell’ospedale furono recluse nel convento di Carmas, trasformato in carcere per le donne. Nel 1792 le religiose furono accusate di furto, e nel 1793 suor Marguerite venne denunciata e arrestata la vigilia di Natale.

Venne condannata dagli illuministi francesi, attraverso il tribunale rivoluzionario (altro che Inquisizione!), il 9 aprile 1794 e ghigliottinata lo stesso giorno per non aver voluto abiurare dalla sua fede. Un anno dopo, il Direttorio lamentò che la donna fosse stata «sacrificata in modo disumano per motivi la cui prova deve ancora essere acquisita».

Lo storico francese Pierre Chaunu ha dichiarato nel 1987: «La persecuzione religiosa subita dai francesi cattolici durante la Rivoluzione francese non ha equivalenti nella storia se non le grandi persecuzioni del XX secolo. Di tutte la Rivoluzione francese è stata il modello. La persecuzione religiosa non fu solo persecuzione contro i religiosi, ma una rivolta contro il cristianesimo, con il preciso intento di decristianizzare la nazione. La maggioranza dei preti è stata assassinata od espulsa, tutte le chiese sono state chiuse per un anno e mezzo ed il loro patrimonio requisito ed incamerato, 250 mila vandeani sono stati massacrati perché volevano andare alla Messa e restare fedeli a Roma» (P. Chaunu, in 30giorni, n. 1, gen. 1987, p. 19). La Chiesa finora ha avviato i processi i canonizzazione per circa un migliaio di questi martiri e metà di essi sono già stati beatificati.

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Il 62% degli americani ritiene il matrimonio l’unione tra un uomo e una donna

I risultati della più ampia indagine nazionale del suo genere mostrano che il 62% degli americani intende il matrimonio solo e soltanto come l’unione tra un uomo e una donna. Solo il 35% non è d’accordo.

La ricerca è stata promossa da Alliance Defense Fund (ADF) e completata da Public Opinion Strategies (POS) nei giorni 16-19 maggio 2011 e i ricercatori hanno concluso: «Gli americani riconoscono che il matrimonio costituisce la base solida di una prospera società. L’unione tra marito e moglie porta benefici alla società, soprattutto, nel corso della storia culture e fedi hanno riconosciuto questo ideale universalmente definito come il modo migliore per promuovere il bene delle generazioni future».

Il direttore del sondaggio, Gene Ulm, ha invece dichiarato: «Questi numeri non sono sorprendenti. Più di 63 milioni di americani, in 31 elezioni regionali, hanno votato sulle modifiche del matrimonio costituzionale. Di questi, quaranta milioni (il 63%) hanno votato per affermare il matrimonio come unione tra un uomo e una donna.

Il sito web degli atei americani ha preso molto male la notizia e, al posto di prenderne atto, ha reagito molto uaarianamente con un articolo intitolato: “La maggior parte degli americani sono fanatici”, in cui si legge: «Non mi interessa se hanno scoperto che il 100% delle persone concorda sul mantenimento del matrimonio tra un uomo e una donna. […] Noi non siamo una democrazia diretta. […] L’unica cosa che questo studio dimostra è la maggioranza degli americani sono bigotti. Un sondaggio di opinione popolare non significa niente per me».

 

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Ricercatori italiani: la fede ha un grande ruolo protettivo sulla psicopatologia

Uno studio sulle condizioni post-traumatiche degli abitanti de L’Aquila, a seguito del sisma del 6 aprile 2009, è stato presentato in anteprima durante le Giornate Pisane di Psichiatria e Psicofarmacologia Clinica organizzate da Liliana Dell’Osso e Giulio Perugi. I ricercatori si sono basati sulle diverse reazioni umane a eventi traumatici di gravità estrema, esattamente come può essere un terremoto. Ne ha parlato Il Riformista in un articolo intitolato: “Per la scienza la religione rende più forti”.

«Dai risultati che abbiamo avuto dai test sulla spiritualità emerge che la fede riveste un grande ruolo protettivo nei confronti della psicopatologia», spiega la prof.ssa Dell’Osso, guida della prestigiosa Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa. I risultati quindi corrispondono a quelli raggiunti dallo studio pubblicato qualche mese fa sull’American Psychologist, prestigiosa rivista dell’American Psychological Association (APA), dove si dimostrava come il coinvolgimento religioso «aiuta a ridurre l’ansia, la depressione e l’abuso di sostanze stupefacenti, promuovendo uno stato di benessere» (cfr. Ultimissima 7/3/11). Riteniamo che una spiegazione di questi risultati possa essere individuata nelle parole che Benedetto XVI ha scritto nell’enciclica Spe Salvi, e cioè che per i cristiani è Dio stesso «il fondamento della speranza. Non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine: ogni singolo e l’umanità nel suo insieme. Il suo regno non è un aldilà immaginario, posto in un futuro che non arriva mai, il suo regno è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge». Così «il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino».

 

LA MALATTIA NON E’ GENETICA. La specialista rivela anche che dallo studio (in parallelo a quello svolto a 20 giorni dal crollo delle Torri Gemelle di New York) emerge come la malattia non è una questione genetica, cioè, «possedere nel proprio DNA un dato gene non significa possedere la malattia a lui associabile, ma servono dei fattori scatenanti in grado di attivare la componente genetica. Fattori ambientali e agenti patogeni ai quali ciascun individuo è esposto nella sua vita dal momento del concepimento e che, nel 90% dei casi, fanno la differenza». Sono dunque i fattori ambientali i responsabili della malattia e non tanto la genetica con cui l’uomo è creato.

CONSEGUENZE DEL DIVORZIO SUI FIGLI. La Dell’Osso ha parlato anche dei tanti eventi stressanti precoci, i quali finiscono per creare una sorta di cicatrice, uno stato di vulnerabilità, sul cui terreno eventi tardivi innescano numerose malattie psichiche. E cita così i diffusissimi casi della sfera affettiva, come le conseguenze del divorzio dei genitori, che porta i figli a «sprofondare nella depressione. Il divorzio dei genitori diventa così una vera e propria ferita momentaneamente rimarginata, ma pronta a riprendere a sanguinare nel caso ci siano nuove rotture».

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