Odifreddi si incastra: prima pubblicizza il libro e poi lo rifiuta

Dopo aver pubblicato su questo sito la recensione del libro “Perché Dio non esiste” (Aliberti 2010), in cui Piergiorgio Odifreddi, intervistato da Claudio Sabelli Fioretti, insulta pesantemente tutta una schiera di intellettuali e personaggi politici (cfr. Ultimissima 10/8/11), uno di essi -si tratta del matematico Giorgio Israel– ha voluto rispondere per le rime sul suo blog al noto anticlericale (cfr. Senti chi parla, dal blog di Giorgio Israel).

Sarebbe potuta finire lì, ma Odifreddi ha pensato di intervenire sul blog di Israel sostenendo che sia l’intervistatore, Sabelli Fioretti, sia l’editore, Aliberti, avessero complottato contro di lui riportando parole non sue. Ha vaneggiato dicendo di aver cercato di impedire la pubblicazione, disconosce il libro e non si ritiene responsabile «delle cose che Sabelli mi fa dire» (cfr. Commento di Odifreddi, dal blog di Giorgio Israel).

Sarebbe potuta finire lì, ma un nostro collaboratore ha contattato l’intervistatore, Claudio Sabelli Fioretti, chiedendo riscontro delle accuse di Odifreddi. Egli ha gentilmente risposto: «Odifreddi è persona credibile, più di me. Ma non più dei miei due registratori. Resta da chiedersi perché alcune persone si comportino in questa maniera» (cfr. Ultimissima 13/8/11). Il giornalista è intervenuto ieri sul blog di Giorgio Israel, ribadendo il concetto: « Quanto a buon senso il professor Odifreddi è messo male. Insultare me usando categorie piuttosto pesanti come l’indegnità, la mancanza di professionalità, la cretinaggine, sostenendo che ho travisato le sue parole non è molto sensato essendo stata registrata su due registratori la lunga conversazione (avvenuta a casa sua e non solo sul Camino di Santiago) ed essendogli state sottoposte più di una volta le bozze della versione definitiva del libro, bozze che ha corretto dando la sua definitiva approvazione, scritta, alla stampa […]. L’incontro sul Camino di Santiago era servito ad un’altra intervista, uscita sulla Stampa di Torino. Quella volta Odifreddi era rimasto contento, tanto che ha accettato di buon grado di fare la seconda intervista con me e che eravamo rimasti in buoni rapporti prima del suo improvviso impazzimento» (cfr. “Commento di Sabelli Fioretti, dal blog di Giorgio Israel).

Sarebbe potuta finire lì, ma abbiamo anche contattato l’editore del libro, Francesco Aliberti, informandolo delle accuse di Odifreddi. Egli ha risposto direttamente sul blog di Giorgio Israel: «i file di revisione al testo e l’approvazione di Odifreddi alla stampa del libro intervista con Sabelli Fioretti sono a sua disposizione, se le interessasse approfondire la questione. Nel caso mi faccia sapere e le invio una mail diretta a cui può contattarmi. Quanto al resto dichiarato da Odifreddi nel suo post risponderemo in altre sedi» (cfr. Commento di Aliberti, dal blog di Giorgio Israel e anche in Ultimissima 13/8/11).

Sarebbe potuta finire lì, ma Odifreddi sentendosi braccato, ha voluto abusare di uno spazio pubblico riservatogli dal quotidiano “Repubblica” per commentare la cronaca -intitolato “Il non-senso della vita di Piergiorgio Odifreddi” (ovviamente senza virgole, riferendosi alla sua di vita)- e ha reso la vicenda ancora più pubblica (pubblicizzando ulteriormente il libro). Nell’articolo ingigantisce il complotto contro di lui e rincara la dose di insulti per Sabelli Fioretti e Aliberti (riserva anche un piccolo apprezzamento per l’UCCR, che definisce “sito fondamentalista” e “carnevalata”, così come mons. Ravasi aveva definito “folklorista” l’associazione UAAR di cui lui è presidente onorario. Nella foga ha pensato di intervenire direttamente qui accusandoci di “non avere stile”). Rispondendo alle accuse e alle ironie dei suoi stessi fans, Odifreddi si è purtroppo sfogato ancora contro Giorgio Israel, definendolo questa volta un “fondamentalista” (cfr. http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2011/).

Sarebbe potuta finire lì, ma quel furbone di Piepippo con le sue dichiarazioni si è scavato la fossa da solo. Già nel 2008 infatti, come ricordava Sabelli Fioretti, sul quotidiano La Stampa, è uscita un’intervista al “matematico impertinente” (curata dallo stesso Sabelli Fioretti) in cui sono riportate praticamente tantissime delle frasi e delle accuse contenute nel libro in questione, che ora Odifreddi sostiene però di rifiutare. Anche lo stile di risposta è proprio lo stesso che compare nel volume. Come la mettiamo dunque? Anche allora è stata una forzatura di Sabelli Fioretti? E come mai in quattro anni Odifreddi non ha mai protestato o rettificato? Lo spazio mediatico non gli manca affatto. Possono certe dichiarazioni essere accettabili se contenute in un articolo di giornale e divenire creazioni del giornalista se vengono pubblicate in un libro? Odifreddi non ha mai detto nulla nemmeno a Raffaele Carcano, il segretario dell’UAAR (di cui lui, come dicevamo, è presidente onorario) quando ha riportato sul sito dell’associazione l’articolo pubblicato su La Stampa. Odifreddi dunque permette che vengano divulgate frasi e dichiarazioni non sue? Eppure bastava un piccolo commento chiarificatore. Nell’ottobre 2010 Carcano pubblica invece una recensione ufficiale del libro, con tanto di acquisto diretto. Odifreddi non si è opposto nemmeno questa volta. Occorre poi far notare che sia nella biografia presente sia sul suo sito ufficiale (che però ha dichiarato di non seguire lui direttamente) sia nella pagina Wikipedia a lui dedicata (che però ha dichiarato di averla modificata lui direttamente) compare il titolo del libro che Odifreddi non avrebbe mai voluto far pubblicare. Addirittura sul suo sito web, come informa correttamente Sabelli Fioretti, fino a poche ore fa si poteva anche acquistare il volume. Quanti credono realmente che Odifreddi non si sia mai accorto di nulla? Da poche ore la pagina è stata frettolosamente cancellata, anche se ne rimane traccia nell’url, rimane la cache di Google e rimangono le testimonianze dei suoi ammiratori.

Sarebbe potuta finire lì ma lui non ha voluto. Per ora due possibili conclusioni: o è un tonto o è un bugiardo. Qualcuno salvi Odifreddi da se stesso!!

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Il miracolo accaduto a Lucy Hussey-Bergonzi sta stupendo l’Inghilterra

I quotidiani inglesi si sono soffermati più volte in questi giorni sull’incredibile storia di Lucy Hussey-Bergonzi, una ragazzina di 15 anni. Gli eventi che la riguardano iniziano nel 2009.

Dopo aver registrato una scena come comparsa in una delle puntate di Harry Potter, ha subito un collasso che ha costretto il suo ricovero al Great Ormond Street Hospital di Londra. I medici hanno parlato di emorragia cerebrale, una prognosi fatale, e hanno tenuto in vita la ragazzina attraverso delle macchine di supporto vitale per cinque giorni. La causa era una malformazione artero-venosa congenita (AVM). Un team di chirurghi ha proceduto a due operazioni, rivelatesi inutili. I medici hanno così dichiarato ai genitori che Lucy non sarebbe sopravvissuta e di trovare il coraggio per radunare la famiglia e dirle “addio”.

Denise, la madre, ha espresso allora il desiderio di battezzare secondo il rito cattolico la figlia. Durante la cerimonia, dopo un momento di preghiera davanti al suo letto, dove Lucy era intubata e circondata da macchine, il sacerdote ha appoggiato qualche goccia d’acqua santa sulla testa della ragazzina. La madre racconta: «In quel momento Lucy ha immediatamente avuto un sussulto e ha alzato un braccio. In un primo momento ho pensato che stesse avendo un attacco epilettico, ma…dopo 24 ore dal battesimo le avevano tolto tutti i tubi e avevano staccato tutte le macchine». Le infermiere che hanno assistito alla scena, riporta il Dailymail, parlano di miracolo. I medici, anche loro presenti, non riescono ancora oggi a capacitarsi di come sia potuta avvenire l’incredibile ripresa, sopratutto resta misteriosa la modalità in cui si sono svolti gli eventi.

Oggi Lucy ha 17 anni ed ha ripreso normalmente gli studi, anche grazie al supporto di un logopedista. Lei stessa commenta: «I medici hanno detto che è stato un miracolo. Lo penso anch’io. non riesco a trovare un’altra spiegazione».

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Il giurista Aldo Loiodice: «l’eutanasia è sempre un omicidio e va punita»

In Francia un medico di pronto soccorso di Bayonne, Nicolas Bonnemaison, ha somministrato un farmaco a base di curaro a quattro pazienti gravissimi. Ora l’uomo è accusato di omicidio anche se il suo legale ha fatto sapere che il medico non è pentito del suo gesto, perché avrebbe agito “per mitigare la sofferenza di persone che sarebbero morte nei minuti seguenti”. Il procuratore aggiunto di Bayonne, Marc Mariee, si è opposto alla messa in libertà condizionata del medico e ha giudicato questi fatti «di un’estrema gravità e vietati dalla legge».

Aldo Loiodice, ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Bari e Direttore dell’Area di diritto pubblico del Dipartimento Istituzioni, Amministrazione e Libertà nella Facoltà di Giurisprudenza, ha commentato l’episodio fornendo interessanti motivazioni per opporsi all’eutanasia: «Questo medico ha commesso un atto che è considerato un delitto sia in Italia che in Francia. Nei casi di malati terminali si può scegliere di non intervenire, o di dare delle medicine che possano alleviare il dolore: quindi in questi casi, invece che optare per un accanimento terapeutico, cioè scegliere di mantenere in vita un paziente con una terapia e farlo soffrire di più, non viene operata nessuna scelta perché tanto morirebbe comunque, e si aiuta così a ridurre la sofferenza. È vero che i pazienti in questione sarebbero morti comunque, ma è anche vero che si poteva scegliere di lasciarli morire in modo naturale». Eutanasia, continua a spiegare Loiodice, «significa uccidere qualcuno pensando che in questo modo la sofferenza si riduca, ma sempre attraverso una sostanza che porta alla morte. Se questo medico avesse sparato ai suoi pazienti, cosa sarebbe cambiato? È stato delicato, è vero, ma li ha comunque ammazzati. Non si possono uccidere delle persone solo perché non possono guarire, perché bisogna dare il tempo a queste persone di uscire in modo naturale da questa vita. Se accettassimo questa idea, dovremmo uccidere tutte le persone che soffrono».

Il medico potrebbe essere alla fine assolto per mancanza di dolo (cioè di mala fede), dice il giurista, tuttavia «nessuno è autorizzato a togliere la vita a un’altra persona, quindi deve essere processato e aspettare la decisione del giudice. Mi chiedo solo come mai il medico non abbia optato per una terapia antidolorifica, il che può significare che nella sua mente agiva in buona fede, ma non possiamo saperlo, quindi si tratta di omicidio. Poi potrà naturalmente convincere i giudici, perché per essere condannato deve essere appurata la mala fede del gesto, però non so come questa si possa definire una buona azione, anche se determinata da una buona intenzione».

E conclude: «L’eutanasia è sempre un omicidio, e di conseguenza va punita».

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Il matematico Israel: «l’ignoranza di Dawkins è pari soltanto alla sua supponenza»

Qualche giorno fa il docente di matematica all’Università La Sapienza di Roma, Giorgio Israel, direttore del Centro di ricerca in metodologia della scienza della stessa università, già membro di commissione dell’Accademia Nazionale dei Lincei e autore di centinaia di articoli scientifici, ha pubblicato sul quotidiano “Il Foglio” un divertente articolo contro Richard Dawkins, l’ultimo rimasuglio dei sacerdoti dell’ateismo scientifico, che vale la pena leggere integralmente (è pubblicato sul suo blog: www.gisrael.blogspot.com).

Il matematico offre una recensione dissacrante del più noto libro di Dawkins, “L’illusione di Dio”, sottolineando quelle che in Italia si chiamerebbero “odifreddure”. Ad esempio cita i corti circuiti della logica creati dallo zoologo pensionato mentre tenta di dimostrare l’inesistenza di Dio dando per scontato che le intelligenze si sono evolute (e quindi ne deduce che si sono evolute!), o quando parla dell’improbabilità di Dio («Ci mancherebbe soltanto che la sua probabilità fosse piccola ma apprezzabile: rischieremmo di trovarci in pieno politeismo… », commenta Israel). Per non parlare di quando, respingendo l’argomento della bassissima probabilità di sviluppo della vita sul nostro Pianeta, una su un miliardo, arriva a sostenere che quest’evento si verificherebbe in ogni caso su un miliardo di pianeti», ricavando una certezza da una probabilità. Rifiuta poi il principio antropico perché esso «fornisce una spiegazione razionale e non teleologica del fatto che ci troviamo in situazione propizia alla nostra esistenza». «Bella spiegazione razionale», risponde il matematico Israel, «dire che le cose stanno così, se no sarebbero diverse e non saremmo qui a osservarle». Più avanti il neodarwinista inglese tenterà di far credere che Hitler fosse un devoto cattolico e Stalin invece un ateo per finta, sosterrà che le parole degli atei non fanno male a nessuno mentre quelle dei religiosi sono alla base di ogni male della storia, vorrà poi convincere che se uno scienziato non è ateo è allora cretino, oppure è in malafede, o ancora è terrorizzato o ricattato da qualcuno…e così via.

Tutte queste sciocche argomentazioni, pronunciate in nome della razionalità scientifica, secondo Israel, non fanno altro che far «fare alla scienza una figura barbina». Per il matematico italiano, Dawkins risulta essere «un personaggio deplorevole, la quintessenza di tutto ciò che è necessario avversare. Il primo motivo è che Dawkins è di un’ignoranza pari soltanto alla supponenza. Le sue bibliografie sono lo specchio fedele di questa ignoranza: egli straparla della scienza e della sua storia, ma tutto è per sentito dire, per lo più raccattato entro libri da bancarella. Il secondo motivo è che il suo fanatico empirismo è tipico di chi non sa dove stia di casa la scienza». Conclude quindi: «Dawkins è l’emblema lodato ed esaltato della scienza-ideologia, della scienza-ateismo, della scienza-ignoranza, della scienza come lanciafiamme per fare terra bruciata di qualsiasi forma di cultura e di pensiero “diverso” dal più rozzo empirismo, della scienza come negazione della scienza come l’abbiamo conosciuta da qualche secolo a questa parte. Rispondere alla crociata di Dawkins con una guerra simmetrica contro i suoi seguaci, assolutamente no. Smascherare la miseria di questo pericoloso falso profeta, è utile e necessario».

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Colombia: oltre 5 milioni di firme contro l’aborto

I sostenitori di un’emendamento costituzionale decisamente “pro-life” sono riusciti a presentare al Congresso colombiano una petizione firmata da più di cinque milioni di elettori, circa 50 membri del Congresso stesso, così come dala Chiesa cattolica e da altri leader religiosi, esortando i legislatori a modificare l’articolo 11 della Costituzione del Paese inserendo la “protezione dela vita umana dal concepimento alla morte naturale”. Un po’ come è avvenuto recentemente in Ungheria (cfr. Ultimissima 20/4/11).

L’intenzione è anche quella di far annullare una sentenza della Corte Costituzionale della Colombia del 2006, la quale consente l’aborto nei casi di salvataggio della vita della madre, per deformazione del feto, stupro o incesto. Il leader del partito conservatore, Jose Dario Salazar, ha dichiarato: «Spero che ci aiuterà a salvare i bambini della Colombia». Il segretario generale della Conferenza episcopale colombiana, Mons. Juan Vicente Córdoba, ha invece detto: «Questa non è un’iniziativa del partito conservatore come alcuni media hanno affermato, ma piuttosto è uno sforzo multi-partitico e multi-religioso».

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Il 72% degli americani è contro l’American Atheist: si alla croce delle Torri Gemelle

In Ultimissima 12/8/11 informavamo dell’assurda iniziativa dell’American Atheist (una sorta di UAAR americana) contro la World Trade Center cross, la croce d’acciaio ritrovata fra le macerie delle Torri Gemelle e che è in procinto d’esser trasferita al 9/11 Museum. La società di atei fondamentalisti ha avviato un procedimento legale perché ciò non accada, ricevendo numerosissime critiche, anche da noti esponenti dell’ateismo americano.

Inoltre, secondo un sondaggio condotto da Rasmussen Reports, gli americani ritengono che la Costituzione preveda una separazione tra chiesa e stato, ma una schiacciante maggioranza, il 72%, crede che questa separazione non venga violata dal progetto di includere la World Trade Center cross nel 9/11 Museum. Solo il 10% si oppone, mentre il 17% è indeciso. Tra di essi, l’89% è repubblicano e il 58% è democratico.

Dal sito della nota società americana si possono trovare altre informazioni: il 52% degli americani ritiene che la separazione tra Chiesa e Stato sia per proteggere la chiesa dal governo. Secondo il 32% è per proteggere il governo dalla chiesa. Il 16% è insicuro.

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Archeologi italiani trovano la tomba dell’apostolo Filippo

Sembra dunque confermata la scoperta della tomba dell’apostolo Filippo a Hierapolis, in Turchia. Dopo il primo lancio dell’agenzia turca Anadolu verso fine luglio, dopo le inevitabili precauzioni e scetticismi, pare proprio che la notizia sia vera.

Lo riporta oggi “Il Sole 24 Ore intervistando Francesco D’Andria, archeologo dell’Università di Lecce e attuale direttore della Missione Archeologica Italiana. Hierapolis, spiega il quotidiano, ha una necropoli sconfinata con tombe di ogni forma e dimensione, dunque gli archeologi non si erano troppo stupiti, l’estate scorsa, nel veder emergere la cuspide del frontone di una bella tomba del I secolo d.C. Era una come tante. Attorno a lei, però, emergevano anche resti architettonici più tardi, chiaramente bizantini. Così quest’anno hanno cominciato a scavare, coordinati dall’archeologa Piera Caggia del Cnr, portando alla luce i resti di una basilica di IV-V secolo d.C. a tre navate, con un pavimento a intarsi marmorei e con ricchi decori, tra cui il monogramma dell’imperatore Teodosio e la scritta «Ricordati Signore del tuo servo» incisa in greco sull’architrave dell’iconostasi.

Basilica che aveva obliterato tutte le tombe antiche dell’area tranne quella in questione, che è stata anzi inglobata nella chiesa e incapsulata in una piattaforma raggiungibile con una scala. Racconta l’archeologo: «la scala ha il marmo lisciato e consunto dai molti piedi di pellegrini che l’hanno calcato. Ma l’emozione più forte l’ho provata nel vedere l’architrave in travertino della tomba, consumato così tanto dal tocco dei pellegrini da sembrare alabastro». D’Andria parla poi di un graffito sulla cornice della tomba che disegna un monte con sopra una croce (Hierapolis o il Golgota?), di un mosaico che raffigura dei pesci, e delle monete di bronzo di IV e V secolo trovate negli interstizi delle lastre pavimentali della tomba: «Segno chiarissimo di devozione, sono probabilmente le sole sopravvissute tra molte, dopo che nel XII secolo i Selgiuchidi trasformarono la tomba in abitazione».

Sono troppi gli indizi e le coincidenze -si legge- per non convincersi che è proprio quello il luogo dove, secondo la tradizione, Filippo fu sepolto dopo essere stato inchiodato a un albero a testa in giù dal proconsole di Hierapolis, adirato con lui perché aveva convertito molti cittadini e persino la propria consorte. Ci sono innanzitutto i noti testi di II e III secolo che riferiscono della famosa tomba, come la lettera del vescovo Policrate di Efeso a Vittore di Roma che cita i sepolcri di Filippo a Hierapolis e di Giovanni a Efeso, o la digressione sulle «due stelle d’Asia» di Eusebio di Cesarea. Ma ci sono poi gli importanti risultati delle indagini archeologiche italiane di questi ultimi anni che hanno chiarito come il Martyrion non fosse isolato ma facesse parte di un santuario grande e ben organizzato per accogliere i pellegrini.

Francesco D’Andria presenterà ufficialmente la scoperta della tomba dell’apostolo Filippo il 24 novembre 2011 a Roma presso la Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Per ora ha scritto un lungo articolo su Biblical Archaeology Rewiev.

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Il progresso scientifico contro l’aborto: oggi si opera un feto umano di 20 settimane

Il 95% delle volte le donne abortiscono (o vengano convinte ad abortire) per ragioni abbastanza superficiali (mancanza del partner, insicurezza economica, volontà di continuare gli studi o la carriera lavorativa, impreparazione alla maternità ecc…), motivi sicuramente risolvibili attraverso iniziative culturali e politiche (“fondi maternità”), supporti psicologici, adozione o affido. Lo abbiamo evidenziato attraverso diversi studi scientifici nella pagina dedicata: “Le donne abortiscono maggiormente per motivi superficiali”.

Permane tuttavia un 5% che abortisce per ragioni ben più serie e comprensibili. Fra di esse c’è sicuramente il caso di malformazioni o malattie del feto, anche se oggi il progresso medico-scientifico sta limitando sempre più la casistica. E’ di qualche giorno fa, ad esempio, la notizia di un feto umano di 20 settimane operato al cuore (a causa di cardiopatia complessa), ancora -ovviamente- nella pancia della mamma. L’intervento, mai effettuato prima in Italia, è stato eseguito all’ospedale Regina Margherita di Torino dalla dottoressa Gabriella Agnoletti, responsabile del servizio di Cardiologia, e dal dottor Pietro Gaglioti sotto controllo ecografico.

Oggi Giulia è nata, pesa 2 chili e 710 grammi ed è in piena salute. La notizia è ripresa da Il Corriere della Sera.

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Anche l’editore Aliberti smentisce Odifreddi (e promette querela)

Dopo aver pubblicato la recensione (cfr. Ultimissima 10/8/11) del libro “Perché Dio non esiste” (Aliberti 2010), dove Piergiorgio Odifreddi -intervistato da Claudio Sapelli Fioretti– insulta il matematico Giorgio Israel (e altri diversi intellettuali ed esponenti politici del panorama italiano) definendolo: «virulento, un intellettuale di nicchia, una testa calda. In più esercita il vittimismo dell’ebreo», abbiamo pubblicato la replica dello stesso Israel, docente di matematica presso La Sapienza di Roma: «Ha parlato la testa dell’odio freddo. E, sempre in coerenza con «molti nemici, molto onore», ha recitato la lezioncina appresa nel testo che tiene sul comodino: “La Difesa della Razza”. Sia detto col tipico vittimismo dell’ebreo» (cfr. Ultimissima 13/8/11).

Odifreddi, per tentare di salvarsi, ha risposto a Israel accusando Sabelli Fioretti di aver «ridotto ogni cosa ad aforismi spesso cretini, e quasi sempre senza nemmeno usare le mie parole». E ancora: «non mi ritengo responsabile delle cose che Sabelli mi fa dire». Ha anche preso di mira l’editore Aliberti, dichiarando: «ho cercato di impedire la pubblicazion. Aliberti, editore filibustiere, se n’è fregato e ha pubblicato il tutto senza che io avessi firmato un contratto, nè percepito una royalty prima o dopo. Sembra che la legge glielo permetta, con le interviste». Un nostro collaboratore ha scritto allora a Sabelli Fioretti informandolo delle accuse di Odifreddi. Il giornalista ci ha risposto: «Odifreddi è persona credibile, più di me. Ma non più dei miei due registratori. Resta da chiedersi perché alcune persone si comportino in questa maniera. Non lo so. Mi mancano sufficienti informazioni. Grazie della segnalazione».

Abbiamo poi informato anche il dott. Francesco Aliberti, il quale ha voluto intervenire nel blog di Giorgio Israel comunicandogli: «i file di revisione al testo e l’approvazione di Odifreddi alla stampa del libro intervista con Sabelli Fioretti sono a sua disposizione, se le interessasse approfondire la questione. Nel caso mi faccia sapere e le invio una mail diretta a cui può contattarmi. Quanto al resto dichiarato da Odifreddi nel suo post risponderemo in altre sedi». La stessa cosa ha risposto all’e-mail inviatagli dal nostro collaboratore, aggiungendo: «Penso che una cosa é l’opera e una cosa é l’uomo. L’uomo Odifreddi é deludente».

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Sabelli Fioretti: «L’insulto di Odifreddi a Giorgio Israel? Ho registrato tutto»

In Ultimissima 10/8/11 abbiamo pubblicato un’ironica recensione del libro “Perché Dio non esiste” (Aliberti 2010) in cui Piergiorgio Odifreddi viene intervistato da Claudio Sapelli Fioretti.

In essa riportavamo diverse “odifreddure” del sedicente matematico, ma vi è stato anche modo di sottolineare il suo insistente ed incomprensibile disprezzo verso numerosissimi personaggi della politica e della cultura italiana. Uno di essi -stiamo parlando del docente (di origine ebraica) di Matematica all’Università La Sapienza di Roma, Giorgio Israel– si è giustamente risentito e ha pubblicato un articolo, intitolato “Senti chi parla…”, sul suo blog. Odifreddi dice di lui (a pag. 79 del libro citato): «E’ un virulento, un intellettuale di nicchia, una testa calda. In più esercita il vittimismo dell’ebreo». Israel risponde dal suo blog: «Ha parlato la testa dell’odio freddo. E, sempre in coerenza con «molti nemici, molto onore», ha recitato la lezioncina appresa nel testo che tiene sul comodino: “La Difesa della Razza”. Sia detto col tipico vittimismo dell’ebreo».

A questo commento di Israel ha replicato lo stesso Odifreddi, il quale ha dichiarato: «Caro Giorgio, per quanto possa interessare, e interessarti, la trascrizione di Sabelli Fioretti dell’intervista che mi aveva fatto tre anni fa è semplicemente indegna. Abbiamo parlato per sette o otto ore, mentre io ero sul Cammino di Santiago per Radio3, ma lui ha ridotto ogni cosa ad aforismi spesso cretini, e quasi sempre senza nemmeno usare le mie parole. Quando mi ha mandato la trascrizione dopo due anni (…), mi si sono rizzati i capelli e ho cercato di impedire la pubblicazione. Purtroppo Aliberti, editore filibustiere, se n’è fregato e ha pubblicato il tutto senza che io avessi firmato un contratto, nè percepito una royalty prima o dopo. Sembra che la legge glielo permetta, con le interviste. Quel libro dunque lo disconosco, e non mi ritengo responsabile delle cose che Sabelli mi fa dire. Come sai, non mi sono mai tirato indietro, nelle nostre polemiche, su ciò che ho detto o scritto. Ma questa volta le cose stanno così, e mi spiace anzitutto per me, e poi per la litania di gente che si è risentita, giustamente, prima di te».

Il matematico Israel ha a sua volta replicato: «sono sinceramente contento di sapere che quella frase è inventata (almeno così deduco implicitamente dal tuo messaggio). Meno schifezze girano e più l’aria che respiriamo è pulita». Tuttavia ha ricordato ad Odifreddi che qualche tempo fa l’anticlericale aveva già detto di lui (pubblicato online da Odifreddi stesso): «[Israel è] diventato un fascista dopo aver sposato la figlia di un colonnello spagnolo franchista». Anche per quell’occasione Odifreddi troverà qualcuno cui incolpare? Israel comunque gli ricorda semplicemente «di stare più attento in futuro. La notorietà ha i suoi prezzi».

La questione sembra finita lì. Odifreddi ne esce in fin dei conti mezzo salvato.

Senonché Claudio Sabelli Fioretti, giornalista, scrittore e già collaboratore de Il Corriere della Sera, da noi contattato rivela a UCCR: «Odifreddi è persona credibile, più di me. Ma non più dei miei due registratori. Resta da chiedersi perché alcune persone si comportino in questa maniera. Non lo so. Mi mancano sufficienti informazioni. Grazie della segnalazione».

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