Stati Uniti: parte la campagna degli afroamericani pro-life ‘traditi’

http://images.sodahead.com/polls/001940921/2152212407_black_and_beautiful_e1308831244454_xlarge.pngSembra prendere sempre più piede l’utilizzo di cartelloni pubblicitari da parte dei pro-life americani, specialmente all’interno della comunità afro che recentemente ha fatto sempre di più sentire la propria voce iniziando una campagna senza precedenti per la sensibilizzazione sul fenomeno riguardante le altissime percentuali d’aborto fra le donne di colore.

I membri della comunità afroamericana pro-life, recentemente riuniti per l’inaugurazione del cartellone, si dicono “traditi” –da cui il titolo dell’iniziativa, “Betrayed!”dai vari leader neri, ritenuti incapaci di prendere posizione contro il macabro trend d’affluenze nelle cliniche di Planned Parenthood. A questo proprosito, in un comunicato stampa, Day Gardner della National Black Prolife Union ha dichiarato: «Tutti i leader neri dovrebbero aiutare a fermarlo o starsene a casa».

Oltre a denunciare l’incompetenza della classe politica di colore, la comunità pro-life punta il dito anche contro il tristemente celebre ente abortista, rinnovando l’accusa di razzismo di cui si era già visto tacciare numerose volte in passato. Alla base di tale accusa, ci sarebbe –tra le altre cose- il posizionamento “strategico” e massiccio delle cliniche abortiste in corrispondenza dei quartieri neri a basso livello di reddito.

La campagna di sensibilizzazione è sponsorizzata –fra le altre – anche dall’associazione cattolica “Priests for Life”. La notizia è stata ripresa dal The Florida Indipendent.

Nicola Z.

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Nuovo studio scientifico: gli stati vegetativi hanno coscienza di sé e del mondo

La questione del sonno nei pazienti con stati gravemente alterati di coscienza, stati vegetativi e di minima coscienza è stato studiato da un gruppo di ricercatori del Coma Science Group (University of Liège and CHU Liège) e dell’Università di Wisconsin e di Milano.

I risultati, pubblicati sulla rivista Brain, mostrano che l’attività elettrica del cervello differiva molto poco tra sonno e veglia nei pazienti in stato vegetativo, mentre quelli in stato di minima coscienza aveva caratteristiche molto vicina a quelle del sonno normale in un soggetto sano. È altresì emerso che in questi pazienti era presente il NREM (non rapid eye movement) e il REM (rapid eye movement), che è una dimostrazione dell’attività onirica.

«Tutto ciò indica dunque che essi possono sognare», ha sottolineato Steven Laureys, direttore del Coma Science Group, «di conseguenza si può legittimamente supporre che essi hanno ancora una forma di coscienza di sé stessi, oltre ad una certa coscienza del mondo esterno».

Lo studio dunque costituisce un ulteriore strumento per affermare la coscienza residua in pazienti che parte della società vorrebbe dichiarare clinicamente morti.

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A Madrid anche la gioventù laica: insulti, violenza, arresti, cariche della polizia…

L’arrivo del Pontefice a Madrid, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù 2011, è stato preceduto da una violenta manifestazione laica in cui gruppi di “liberi pensatori” (adesso gli invasatei si fanno chiamare così) e omosessuali hanno marciato intonando inni contro la Chiesa e il Vaticano, dando del “nazista” al Papa, inneggiando alla inferiorità intellettuale dei giovani cattolici e insultando in vari e coloriti modi i pellegrini presenti nella capitale.

Quando però i laicisti sono passati alla violenza vera e propria, è intervenuta la polizia in protezione dei cattolici. Di tutto questo i quotidiani italiani non ne hanno parlato, preferendo concentrarsi ossessivamente sull’arresto preventivo di un cattolico “borderline”, uno studente di chimica messicano, per alcune presunte minacce online.

Eppure i quotidiani spagnoli parlano chiaro. Uno dei più importanti, El Mundo, riporta: «L’emblematica Puerta del Sol, ha visto ancora una volta il radicalismo di pochi. Questa volta, gli incidenti sono stati messi in scena da alcuni manifestanti laici, che hanno protestato contro il finanziamento pubblico della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), ma hanno anche colto l’occasione per rimproverare alcuni gruppi di pellegrini, coprendoli da un mare di insulti e spintoni. La polizia nazionale è stata costretta a caricare la piazza e quindi a scoraggiare i più fanatici. Il risultato: otto arrestati e 11 leggermente feriti, tra cui due della polizia nazionale».

I partecipanti sono stati 8.000 circa secondo l’Ufficio del Governo e 4.000 secondo la polizia. Il quotidiano spagnolo racconta anche di un gruppo di laici che ha preso a «pugni e calci una decina di cattolici rimasti in strada accanto alla piazza».  Le proteste dei “liberi pensatori” (sic!) sono ovviamente infondate, dato che sia il Comune di Madrid che i responsabili della GMG hanno dichiarato che la manifestazione cattolica è totalmente autofinanziata e che, anzi, l’evento porterà nelle casse spagnole circa 143 milioni di dollari (cfr. Ultimissima 11/6/11 e  Ultimissima 11/8/11). Anche il sindaco di Madrid, Alberto Ruiz-Gallardon, ha preso posizione sull’importante ritorno economico per la città, rispondendo direttamente ai polemisti. Lo stesso ha fatto il portavoce del governo spagnolo, José Blanco, confermando che le spese sono totalmente a carico degli organizzatori

In questi video è possibile ammirare tutta la civiltà della gioventù atea spagnola: insulti ai pellegrini, insulti ai poliziotti, sputi ai poliziotti, arresti ecc…

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I radicali attaccano i privilegi della Chiesa e intanto prendono 10 milioni dallo Stato

In questi giorni di grave crisi economica ognuno ha la sua opinione su come uscirne e ognuno ne approfitta per portare acqua al suo mulino, alla sua ideologia.

L’UAAR, la setta ateo-razionalista italiana, non si è lasciata scappare l’occasione e attraverso un comunicato stampa (ma a chi importano le comunicazioni dell’UAAR??) ha sentenziato che la crisi economica si risolverebbe togliendo l’8×1000 alla Chiesa. Ad essi ha risposto ottimamente Luca Negri su La Bussola Quotidiana, ricordando tutto quello che la Chiesa produce per il mondo (e non per se stessa) grazie agli introiti che riceve. Noi aggiungiamo, come già abbiamo avuto modo di fare in Ultimissima 25/4/10 e Ultimissima 7/6/11 che l’UAAR ha ricordato ufficialmente al Capo dello Stato, autoconcependosi come “confessione e associazione religiosa”, di avere il diritto a «conseguire vantaggi legislativamen­te previ­sti, come confessione […]. Vantaggi non sol­tanto morali, ma anche concreti […], vantaggi di tipo patrimoniale (attribuzione dell’otto per mille del gettito IRPEF, deducibilità del­le erogazione liberali dei fedeli) e non patrimoniale (ac­cesso al servizio radiotelevisivo pubblico e riserva di frequenze; insegnamento dottrinale su richiesta nelle scuo­le pubbliche)». L’UAAR critica i benefici previsti (e meritati) alla Chiesa e intanto gli chiede anche per sé. Da che pulpito arrivano dunque le accuse?

Anche il partito Radicale ne ha approfittato per attaccare la Chiesa. Lo ha fatto dalle colonne de Il Fatto Quotidiano attraverso Mario Staderini, segretario del partito estremista. Staderini è un fiero promotore della legalizzazione della droga, sopratutto la Marijuana (di cui probabilmente ne fa un uso abbondante). Lui stesso ha ammesso che la vittoria sulla depenalizzazione della Marijuana aprirebbe la strada per liberalizzare tutte le altre.

Sotto l’effetto di cannabis, probabilmente, ha proposto dunque di combattere le ricchezze della Chiesa e tutti i privilegi a lei riservati, dimenticandosi di dire però che il bilancio del Vaticano è in rosso e soltanto in luglio c’è stata una leggera ripresa grazie ai maggiori incassi dei musei. Staderini ha anche evitato di dire che anche il partito Radicale ha dei privilegi statali, nonostante i ben pochi meriti. La radio ufficiale dei quattro gatti del partito Radicale preleva infatti ben 10 milioni di euro dalle tasche degli italiani, indipendentemente dal fatto che essi condividano o meno le loro battaglie culturali e, statisticamente parlando, possiamo dire che il 99% è contrario (si veda anche l’articolo su Libertà e Persona). Questi soldi potrebbero essere investiti nel sistema carcerario, interrompendo così i continui annunci pubblici di Pannella sull’ennesimo sciopero della fame (che lo rendono misteriosamente ogni volta più grasso).

Ancora una volta, da che pulpito arrivano dunque queste prediche anticlericali? Come mai quest’ingiustizia radicale, Staderini? Perché non lo fate sapere pubblicamente?  Forse perché di gatti ve ne rimarrebbero solo due (magari quelli in fotografia)??

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Studio scientifico: cristiani ed ebrei patiscono meno lo stress psicologico

I ricercatori del McLean Hospital, affiliato all’Università di Harvard, hanno concluso che coloro che credono in un Dio benevolo, come cristiani ed ebrei, tendono a preoccuparsi meno ed essere più tolleranti verso le incertezze della vita.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Psychology, è stato realizzato dal Dr. David H. Rosmarin del Dipartimento di Psichiatria dell’Harvard Medical School, ed è stato presentato durante la riunione annuale della prestigiosa American Psychological Association. I risultati invitano i professionisti della salute mentale ad integrare le credenze spirituali dei pazienti nei loro regimi di trattamento, soprattutto quando i pazienti sono religiosi.

«L’importanza di questo lavoro nel campo della psichiatria significa è tale da farci prendere la spiritualità dei pazienti più seriamente», ha detto Rosmarin.

Il nuovo studio scientifico è stato aggiunto nella pagina UCCR dedicata: La fede cristiana rende più felici, intelligenti e sani psico-fisicamente.

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Il legame tra aborto e cancro al seno ha ucciso 300 mila donne negli USA

Il docente di biologia e endocrinologia dell’University of New York, Joel Brind, e tra i massimi esperti al mondo di cancro al seno, ha affermato che l’aborto indotto ha causato almeno 300 mila casi di cancro al seno con conseguente morte della donna dal 1973 (anno in cui l’aborto è divenuto legale negli USA).

Brind ha lavorato con diversi scienziati ad un articolo pubblicato nel 1996 sul Journal of Epidemiol Community Health, dove mostra un «aumento del 30% di probabilità di sviluppare cancro al seno» per le donne che hanno avuto aborti procurati. Recentemente egli ha stabilito che il numero di donne che ne sono rimaste vittime arriva a 300 mila. Il blog “Sindrome Post Abortoha rapportato i numeri americani all’Italia concludendo che dal 1978 l’aborto legale ha causato in Italia la morte di circa 30 mila donne per cancro al seno.

Negli ultimi 21 mesi, ben quattro studi epidemiologici e una metanalisi hanno affermato un legame tra aborto e cancro al seno. Tra questi, vi è un importante studio realizzato da Louise Brinton, ricercatrice del National Cancer Institute. Complessivamente esistono in totale circa 50 studi epidemiologici pubblicati dal 1957 a oggi che riconoscono un legame. Vi sono anche studi biologici e sperimentali a sostenere questo legame. Gli esperti inoltre hanno dimostrato attraverso studi pubblicati su diverse riviste mediche che quasi tutti i 20 studi che negano invece il legame tra aborto e cancro al seno sono gravemente difettosi (alcuni fraudolenti). Come è avvenuto, ed è cosa ormai dimostrata, l’occultamento del legame tra tabacco e cancro in passato, la stessa cosa si è ripetuta con l’aborto.

Anche la dottoressa Angela Lanfranchi, Clinical Assistant Professor di Chirurgia presso la Robert Wood Johnson Medical School del New Jersey, co-direttrice del Programma di Sanofi-Aventis Breast Care presso il Steeplechase Cancer Center, e nominata nel 2010 “Top Doc” in chirurgia del seno per l’area metropolitana di New York dalla Castle Connolly, ha ampiamente spiegato come l’aborto aumenti il rischio di cancro al seno (cfr. Ultimissima 28/12/10). Addirittura nel 2002 ha testimoniato sotto giuramento, durante una causa contro Planned Parenthood in California, di aver auto conversazioni private con importanti esperti che concordavano sul fatto che l’aborto aumenti il rischio di cancro al seno, ma si rifiutavano di discuterne pubblicamente dicendo che era una questione “troppo politica”.

L’UCCR ha creato una pagina dedicata citando e analizzando buona parte di questi autorevoli studi sul legame tra aborto indotto e cancro al seno: “Gli studi scientifici dimostrano legame tra aborto e cancro al seno”

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La conversione al cristianesimo di Bob Marley

Forse non tutti sanno che Bob Marley, il cosiddetto “re del reggae” si convertì al cristianesimo (ortodosso) un paio di anni poco prima di morire.

Marley venne educato da cristiano ma decise nel tempo di seguire il movimento Rastafari, la cui dottrina considera l’imperatore etiope Haile Selassie I (1892-1975) come l’incarnazione di Dio. Nel 1966 l’imperatore etiope visitò la Giamaica e chiese a dei missionari della Chiesa ortodossa d’Etiopia di fermarsi. Uno di questi, Abunda Yesehaq, divenne arcivescovo e molto amico di Marley, legame che  portò il noto musicista a convertirsi negli ultimi anni della sua vita. Rita, la moglie, e i figli si convertirono invece già nel 1972.

In un’intervista di Barbara Blake Hannah del 25 novembre 1984 apparsa su Gleaner’s Sunday Magazine, Yesehaq ha raccontato: «Bob era davvero un buon fratello, un figlio di Dio, indipendentemente da come la gente lo guardava. Aveva il desiderio di essere battezzato da tempo, ma c’erano persone a lui vicine che lo hanno controllato e lo trattenevano. Ma è venuto in chiesa regolarmente. Mi ricordo che una volta mentre stavo celebrando la Messa, ho guardato Bob e le lacrime gli rigavano il volto. Molte persone pensano che fu battezzato perché sapeva che stava morendo, ma non è così. Lo ha fatto quando non c’era più alcuna pressione su di lui, e quando fu battezzato, ha abbracciato la sua famiglia e hanno pianto, hanno pianto tutti insieme per circa mezz’ora». Il battesimo avvenne il 4 novembre 1980 nella Chiesa etiope a New York, dopo 3 tentativi falliti, a causa dei rasta, di battezzarlo a Kingston. Scelse il nome di Berhane Selassie (“la luce della Trinità”). Cinque giorni dopo Bob fu trasportato in un centro di trattamento in Germania, dove trascorse anche il suo 36° compleanno. Tre mesi dopo, l’11 maggio 1981, morì in un ospedale di Miami. I funerali, celebrati il 21 maggio 1981, seguirono il rito ortodosso e venne sepolto assieme alla sua Bibbia e alla chitarra Gibson.

In seguito alla conversione di Marley, anche Judy Mowatt -una delle sue cantanti e testimone della conversione- è diventata cristiana (pentecostale) negli anni ’90. Marley, nel suo album “Uprising” del maggio 1980, un anno prima della morte, ha incluso il brano “Redemption Song”: «La mia mano è stata fatta forte / grazie all’aiuto dell’Onnipotente».

 

 
La redazione

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10 motivi per cui la GMG non è Woodstock

E’ in corso in Spagna la GMG 2011 (Giornata Mondiale della Gioventù), incontro internazionale dei giovani cattolici con il Santo Padre. Mons. Miguel Delgado Galindo, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici, ha detto recentemente che la GMG non è una “Woodstock cattolica”.

La dichiarazione segue alcuni tentativi della stampa spagnola di ricondurre l’evento secondo schemi ideologici, accomunando in modo imbarazzante il festival di Woodstock -il grande raduno di “pace, amore e libertà”, ben irrigato da fiumi di droga e di alcol, naturalmente, durato da 15-18 agosto 1969- alla GMG. Questo è anche comprensibile dato che il popolo che uscì da Woodstock si trova oggi, purtroppo, al comando del potere mediatico. Il primo evento radunò 300 mila persone, la GMG di Sidney nel 2008 ha radunato oltre 500 mila giovani.  Il blog Creative Minority Report ha pensato bene di fare un confronto tra quel che accadde a Woodstock e ciò che è avvenuto alla Giornata Mondiale della Gioventù in Australia nel 2008, snocciolando 10 motivi per cui “la GMG non è Woodstock“.

 

1) Woodstock: 6.000 soggetti vennero ricoverati in ospedale in seguito al concerto e alle orgie che si sono sviluppate. GMG 2008: 191 pellegrini si sono presentati al pronto soccorso. Si sono presentati, non sono stati trascinati dagli amici borbottando qualcosa circa l’acido marrone dopo aver urlato di essere Richard Nixon.

2) Woodstock: la diagnosi più comune era l’overdose. GMG 2008: le diagnosi più comuni sono state: sforzo degli arti inferiori, distorsioni, infezioni e asma acuto.

3) Woodstock: lo slogan fu: “Cala l’acido, non le bombe”. GMG 2008: lo slogan è stato: “Bene, bene, bene, oi, oi, oi”

4) Woodstock: 3 morti. Uno da overdose di eroina, uno per appendice e uno investito da un trattore. GMG 2008: zero morti.

5) Woodstock: 13 mesi è stato il tempo medio di vita dopo l’evento dei principali protagonisti: Janis Joplin e Jimmi Hendrix. GMG 2008: Benedetto XVI è ancora vivo e ha 84 anni.

6) Woodstock: 3 tracheotomie eseguite. GMG 2008: nessuna tracheotomia eseguita.

7) Woodstock: 80 denunce presentate dopo la sua conclusione. GMG 2008: nessuna denuncia.

8 ) Woodstock: 400 soggetti ricoverati per “bad trip” dopo abuso di LSD. GMG 2008: nessuno ha riferito di aver viaggiato, bene o male, a causa dell’LSD.

9) Woodstock: 30 mila panini distribuiti dalle suore del vicino convento di San Tommaso per sfamare i figli dei partecipanti al Festival, perennemente sotto l’effetto di alcol e droga. GMG 2008: tutti si sono ricordati da soli di mangiare.

10) Alcune foto:

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Città brasiliana multa chi induce i bambini a diventare omosessuali

Il consiglio comunale di São José dos Campos (San Giuseppe dei Campi), nello stato di São Paulo, in Brasile, ha approvato un decreto che impone un multa equivalente a 620 dollari a chiunque distribuisca materiali progettati per indurre i bambini a diventare omosessuali.

La misura ha lo scopo di evitare che il governo federale reintroduca un controverso programma “anti-omofobia”, ritirato da parte dell’amministrazione del presidente Dilma Rousseff (cfr. Ultimissima 5/6/11).

In Brasile comunque, la maggior parte dei cittadini continua ad esprimere la propria opposizione all’unione omosessuale. Lo rileva l’agenzia Ibope, secondo la quale il 55% dei brasiliani è contrario. Un altro sondaggio ha inoltre scoperto che il 63% dei brasiliani si oppone ai baci omosessuali nelle soap-opera nazionali.

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Italia: meno aborti, meno contraccezione chimica e più “pro life”

L’ultima Relazione del ministero della Salute ha confermato la tendenza storica alla diminuzione dell’interruzione di gravidanza in Italia: nel 2010 il tasso di abortività è risultato in calo del 2,5% rispetto al 2009, con un decremento del 52,3% rispetto al 1982.

Particolarmente basso è quello relativo alle minorenni, agli aborti ripetuti, e a quelli dopo novanta giorni di gravidanza. Mentre crescono i ginecologi obiettori di coscienza (cfr. Ultimissima 15/4/11 e Ultimissima 10/8/11), l’Italia ha dunque uno dei più bassi tassi di abortività occidenta ed è anche un Paese con limitata diffusione della contraccezione chimica.

Un’altra informazione importante riguarda quella sui due terzi delle ragazze, come anche la maggior parte degli uomini maturi tra i 45 e i 54 anni, che sono convinte di voler mantenere la legge 194 così com’è, mentre i giovani maschi (quasi per metà) vorrebbero su questo tema un atteggiamento più restrittivo da parte dello Stato. Giulia Galeotti, storica e saggista, autrice di numerose pubblicazioni sull’argomento, commenta: «Questo dato è interessante perché, se andiamo invece a vedere gli atteggiamenti di uomini e donne nei confronti dell’aborto fino a oggi, la maggiore criticità è ravvisata più dalle donne, che si sono presto accorte sulla loro pelle che abortire non è quella scelta “a costo zero” che era stata presentata. I maschi invece sono ancora favorevoli, perché ovviamente è una scelta che loro non vivono in prima persona e non sulla loro pelle. Possiamo dire che c’è un atteggiamento globale più contrario all’interruzione di gravidanza. Mentre con un occhio al passato, è interessante notare come dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni Novanta, man mano che i vari paesi occidentali hanno legalizzato l’aborto, le leggi sono sempre state in realtà più restrittive. Per esempio la legge inglese del 1967 è molto più aperta rispetto alla legge tedesca creata dopo l’unificazione della Germania, che invece è molto più rigorosa nei confronti di questo tema».

Dalla relazione emerge anche che la frequenza religiosa influisce in maniera determinante sulle opinioni degli italiani. L’esperta commenta: «A differenza di quello che è accaduto in Spagna, credo che in Italia la tenuta dei valori morali e etici che vengono dal cattolicesimo abbia modellato in positivo e aiutato tante persone, anche coloro che non si professano cattolici. Quindi gli italiani mantengono queste radici, e nelle scelte bioetiche domina sicuramente più la religione dell’appartenenza politica».

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