Il teologo Cozzi: «il libro di Flores D’Arcais su Gesù? Tanto rumore per nulla!»

Il noto filosofo intollerante (come si sia guadagnato questo “appellativo” lo abbiamo spiegato in Ultimissima 14/7/11) Paolo Floro Flores d’Arcais ha pubblicato recentemente una (sedicente) risposta al libro su Gesù di Nazareth di Benedetto XVI. Il suo libro, “Gesù – L’invenzione del Dio cristiano” (ADD 2011), vorrebbe confutare gli argomenti del Pontefice, ma l’obbiettivo pare tuttavia non essere stato raggiunto, anche perché l’improbabile conclusione a cui giunge è che «l’islam, erede del giudeo-cristianesimo, custodisce la vera identità di Gesù». Almeno questo il parere di don Alberto Cozzi, stimato teologo e direttore del Corso istituzionale alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano, che recensisce il libello di Floro Flores su “Tempi”.

Per dare un’idea del livello di critica che ci regala il filosofo ateo, citiamo quella che per lui è la “prova” del fatto che Gesù non si sia mai dichiarato un Messia (idea originale, eh?). Lo capirebbe, dice lui, dall’episodio del «Vade retro, Satana!», intimidazione che Gesù rivolge a Pietro a Cesarea di Filippo (Mc 8,27-33; Mt 16,13-23). Su Micromega, rispondendo a Luigi Amicone, Floro Flores dice: «la testimonianza che Gesù non si proclamò Messia viene proprio dai Vangeli. Gesù usa il “vade retro Satana!” in tre occasioni: quando compie un esorcismo, quando respinge le tentazioni nel deserto, e quando ribatte a Pietro che avanza l’ipotesi della sua messianicità (per altri discepoli è invece un profeta, Elia, un predicatore escatologico, il Battista, ecc.). Non c’è perciò spazio per equivoci: Gesù considera l’affermazione della sua messianicità alla stregua di una tentazione demoniaca, e una “bocca di Satana” colui che la suggerisce». Probabilmente l’edizione dei Vangeli su cui si basa è quella tarocca pubblicata da Micromega, perché se si prende il Vangelo di Matteo (Mt 11,2-10) si trova scritto che innanzitutto non sono i discepoli a ritenerlo “un profeta, Elia, un predicatore escatologica, il Battista”, ma essi stanno solo riportando quel che la gente dice di Lui. Tant’è che Gesù domanda poi: «E voi chi dite che io sia?». Risponde quindi Pietro, già portavoce del gruppo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E non è qui che Gesù lo respinge chiamandolo “Satana”, ma anzi risponde: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Una piena approvazione dunque, esattamente l’opposto di quel che ha capito Flores d’Arcais. Anzi, la frase conferma la volontà di Cristo di affidare nelle mani di Pietro la sua Chiesa. Gesù dirà anche subito dopo di non riferire a nessuno di questa conversazione e qui molti teologi vedono un esempio di come Gesù abbia voluto svelare la Sua vera identità lentamente e gradualmente al popolo ebraico. E’ solo in seguito che Gesù respinge Pietro dicendo: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Ma, come nota don Cozzi, «non perché ha detto che è il Messia, come vuole far credere Flores, bensì perché Pietro reagisce agli accenni alla morte di Gesù (o al suo destino tragico) pretendendo di insegnare a Gesù come si fa a fare il Cristo/Messia, cioè appunto evitando la via della croce». Don Cozzi affronta altre “odifreddure” di Floro Flores che lasciamo all’approfondimento personale.

Per chi ha letto il libro e ha un minimo di conoscenza dell’argomento, come il teologo, non può che concludere così: «il libro si basa su una letteratura secondaria e propone variazioni su re-interpretazioni di seconda mano della figura di Gesù. Non offre in sostanza nuove fonti, una nuova documentazione o nuove chiavi di accesso per comprenderne la figura storica. Insomma: offre un’ulteriore variazione interpretativa, senza preoccuparsi di documentarne la pertinenza e plausibilità». Ricopiando vecchie e abusate interpretazioni, il filosofo di Micromega scrive ad esempio che la risurrezione è frutto secondario di una specie di elaborazione del lutto che re-interpreta la vicenda di Gesù terminata tragicamente, parla di “moltitudine dei cristianesimi”, parla di Gesù come un pio ebreo e non un cristiano. Tutte argomentazioni a cui pazientemente don Cozzi dedica una risposta. Infine, come accennato, conclude dicendo che l’islam, erede del giudeo-cristianesimo, custodisce la vera identità di Gesù, quella creduta da Pietro, Paolo e Giacomo. Peccato che, ricorda il teologo, per l’islam sia stato proprio Paolo a tradire l’insegnamento di Gesù, per cui la sua fede è già da sospettare.

Floro Flores, riprova e sarai più fortunato!

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GMG 2011: foto e video della violenza atea contro i pellegrini cattolici

Dopo che la stampa spagnola continua a diffondere pessime notizie sulla misera figura che ha fatto la “gioventù atea” durante la “Manifestazione laica” in protesta della GMG 2011 (arresti di manifestanti laicisti, denunce contro di essi, indignazione da parte delle autorità politiche e degli osservatori, prese di distanza del popolo spagnolo ecc…) abbiamo voluto documentare quel che è accaduto a Madrid principalmente il 17 agosto 2011, quando i “liberi pensatori” (così si fanno chiamare oggi i fondamentalisti atei) hanno accolto i pellegrini che arrivavano nella capitale spagnola.

 
 
 
 

Nel video qui sopra alcuni momenti di confronto con cori cattolici e cori laici: i primi invocano il nome del Pontefice in segno di orgogliosa figliolanza e senza offendere nessuno, i secondi invece definiscono i pellegrini stessi e il Pontefice dei “pedofili”. Poi compare un vero e proprio accerchiamento: un gruppetto di cattolici (spaventati) invoca ancora il nome del Papa, gli atei invece continuano a definirlo “pedofilo” e “nazista”. Si nota anche che una manifestante laica ruba una bandiera ad uno sprovveduto cattolico e si nasconde fra la folla. Le amiche, non contente, lo deridono.

 
 

Atei insultano una suora e dei pellegrini che passano

Atei insultano una suora e dei pellegrini di passaggio


 
 

Nel video qui sopra ancora uno scambio di cori molto significativo: i cattolici ribadiscono la stima per il Santo Padre, urlando anche lo slogan: “questa è la gioventù del Papa”, nessuna frase offensiva. Come risposta ricevono ovviamente insulti: alcuni atei mimano pratiche sessuali, altri urlano “siete ignoranti” e ovviamente il coro collettivo è: “Il vostro Papa è un nazista”.

 
 

Un gruppo di atei aggredisce verbalmente una spaventata pellegrina

 
 

Nel video qui sopra un altro esempio dell’accerchiamento: un gruppetto di giovanissimi cattolici viene aggredito verbalmente dagli atei. Si nota che uno di essi strappa con violenza un piccolo crocifisso dalle mani di un pellegrino, ferendolo al labbro, e lo scaglia lontano. Un altro “libero e sopratutto maturo pensatore” di mezza età si accanisce contro uno dei giovani urlandogli ossessivamente nell’orecchio “fuori, fuori”. Il giovane lo compatisce.

 
 

I pellegrini rispondono con un cuore e un rosario agli insulti


 
 

Nel video qui sopra si notano i pellegrini che escono dalla metropolitana e sono costretti a passare all’interno di un corridoio umano formato da atei e omosessuali, ricevendo insulti, minacce e sberleffi.

 
 

Atei insultano una suora che passa


 
 

Nel video qui sopra, fra i più significativi, un netto confronto tra la manifestazione atea e la risposta cattolica. I primi insultano i pellegrini, il Papa e la Chiesa (“Il tuo è un Papa nazista”; “meno preti più cultura”, “pedofili”) mentre molti giovani cattolici in ginocchio recitano il rosario, incuranti delle ingiurie che ricevono. Colpisce una bella ragazza che sotto alla pioggia di insulti mostra una piccola croce e con un dito davanti alla bocca invita al rispetto

 
 

I principali simboli delle due culture a confronto


 
 

Atei insultano un sacerdote che passa


 
 

Omosessuale insulta e si prende gioco di giovani pellegrini che pregano

 
 

Fondamentalista islamico brucia una croce in Pakistan...dov'è la differenza?

Fondamentalista islamico brucia una croce in Pakistan...dov'è la differenza?


 
 

Dopo aver espresso ottimamente i valori della loro cultura a tutto il mondo, i “liberi pensatori” tornano nelle tenebre dell’ideologia da cui sono venuti. Può iniziare la festa cattolica: balli e canti in tutte le salse del mondo in attesa dell’arrivo del Santo Padre.

 
 

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Sempre più conferme: Pio XII fece nascondere gli ebrei nei conventi

In Ultimissima 11/5/11 davamo la notizia della ricerca di Giovanni Preziosi nell’archivio Generale della “Società del Sacro Cuore di Roma, dove sono stati rinvenuti dei documenti inediti i quali dimostrano che la struttura nascose diverse ebrei durante la persecuzione nazista per richiesta diretta di Papa Pio XII. Nel nostro archivio sono ormai presenti diversi articoli sull’argomento.

In un’intervista di Zenit, l’autore della scoperta, Giovanni Preziosi ((www.giovannipreziosi.wordpress.com), laureato in Scienze politiche, scrittore e attivo in ricerche di carattere storico, ha commentato: «Questi documenti, del tutto inediti, che ho rinvenuto in seguito ad una paziente e meticolosa spigolatura nell’archivio Generale della Società del Sacro Cuore si sono rivelati a prima vista subito di notevole interesse dal punto di vista storiografico proprio perché contribuiscono a gettare un ulteriore fascio di luce sulla vexata quaestio relativa ai cosiddetti “silenzi” di Pio XII in merito alla Shoah dimostrando, al di là di ogni ragionevole dubbio, come fosse fallace e destituita di qualsiasi fondamento la tesi – balzata prepotentemente agli “onori” della cronaca negli anni ‘60, ed in seguito alimentata ad hoc da più parti fino ai nostri giorni secondo la quale il papa avrebbe seguito cinicamente questa politica del “silenzio” semplicemente per biechi calcoli di interesse e preoccupazioni diplomatiche». Queste polemiche avevano certamente l’obiettivo di gettare fango sulla Chiesa, tuttavia, continua lo studioso, «ritengo che abbiano giovato al progresso della ricerca storica, in quanto proprio in questi ultimi tempi nuovi studi, in realtà, attestano che la voce del pontefice fu l’unica a levarsi in difesa di quanti erano perseguitati». Come emerge appunto da questi ultimi documenti trovati, datati 1943.

Inoltre, «i rapporti idilliaci tra Pio XII e la Società del S. Cuore risalivano fin dagli anni Trenta allorché all’allora Cardinale Pacelli era stato affidato per l’appunto il ruolo di protettore di questa congregazione […]. Le prove che attestano, al di là di ogni ragionevole dubbio, il coinvolgimento della Santa Sede nel coordinamento di questa sofisticata rete di assistenza a beneficio degli ebrei sono contenute proprio nel Giornale della Casa «Villa Lante» della Società del Sacro Cuore, nel quale le religiose annotavano tutti gli avvenimenti che di giorno in giorno riguardavano l’istituto».  Inoltre per scongiurare il pericolo delle improvvise perquisizioni nazifasciste all’interno degli ambienti ecclesiastici, la S. Sede provvide a far pervenire a tutti i superiori dei conventi romani un “avviso” firmato dal governatore militare di Roma Rainer Stahel, in cui si dichiarava esplicitamente che l’edificio era sotto le dirette dipendenze della Città del Vaticano e, pertanto, venivano interdette perquisizioni o requisizioni d’ogni genere.

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In vendita un nuovo ed efficace software per il controllo naturale della fertilità

In Ultimissima 17/6/11 abbiamo parlato dell’efficacia dei metodi naturali di controllo della fertilità. In questi giorni è stato invece sviluppato un nuovo software, definito il “volto nuovo” per la pianificazione familiare naturale.

Come riporta il portale “Catholic News Agency”, punto di riferimento dei cattolici americani, questo nuovo software potrà aiutare ancora più efficacemente le coppie cattoliche a vivere la loro fede e il loro rapporto sessuale. Il prodotto si chiama “FertileView” e raccoglie informazioni “molto particolari” circa l’ovulazione e la fertilità, permettendo alle donne di capire “esattamente quello che sta facendo il loro corpo”, cattura dati biomedici per ogni utente e crea un programma individuale, sapendo così indicare il momento migliore per una gravidanza, contribuendo ad affrontare problemi di fertilità sia per le donne e gli uomini. Per ulteriori informazioni si può visitare il sito web: www.fertileview.com

Ricordiamo che il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: «Un aspetto particolare di tale responsabilità riguarda la regolazione delle nascite. Per validi motivi gli sposi possono voler distanziare le nascite dei loro figli (ndr. “o anche sospenderle in caso di un determinato numero di figli raggiunto”). Devono però verificare che il loro desiderio non sia frutto di egoismo, ma sia conforme alla giusta generosità di una paternità responsabile. Inoltre regoleranno il loro comportamento secondo i criteri oggettivi della moralità» (n° 2368). E ancora: «La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’autosservazione e il ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l’educazione ad una libertà autentica. Tale differenza antropologica e morale tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi periodici coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona tra loro irriducibili» (n° 2370).

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Il fisico Polkinghorne: «la casualità è un dono di Dio alla libertà dell’uomo»

Uno degli esponenti di spicco del rapporto tra scienza e religione è sicuramente John Polkinghorne, fisico teorico e pastore anglicano, co-protagonista nel 1964 insieme a Murray Gell-Mann e George Zweig della storica scoperta dei quark, già docente di Fisica Matematica presso l’Università di Cambridge ed eletto Fellow della Royal Society nel 1974.

In questi giorni partecipa al Meeting di Rimini 2011, importante festival cattolico organizzato dal movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, e in un’intervista ha dichiarato rispetto al rapporto tra scienza e fede: «amo dire che sono due occhi: posso vedere con l’occhio della scienza e posso vedere con l’occhio della religione. E guardando con due occhi insieme posso vedere più lontano e più in profondità di quanto possa fare l’uno o l’altro di essi da solo».

Affronta poi il discorso della casualità presente in natura, argomento molto apprezzato dalla cultura anti-teista come “prova” dell’inesistenza di un progetto (divino). Egli dice: «”Caso” è una parola molto difficile: bisogna fare in modo di essere sicuri di capire cosa si intende con essa. Il caso deve essere accuratamente distinto dalla contingenza, cioè dal perché questa particolare cosa accade. E non è necessariamente privo di un significato. Per esempio, accade una particolare mutazione e la natura prende una particolare direzione. Se si fosse verificata una mutazione leggermente differente la vita sarebbe stata deviata, avrebbe preso una direzione leggermente differente. Ma non c’è nessuna «favola senza senso raccontata da un idiota». Il caso non è la negazione del finalismo del mondo». Poi precisa meglio concentrandosi proprio sulle mutazioni genetiche: «Se non ci fossero mutazioni genetiche, non ci sarebbero nuove forme di vita. Se non ci fossero mutazioni genetiche per tutto il tempo, allora ovviamente non ci sarebbero nuove specie da sottoporre alla selezione naturale. La fecondità del mondo proviene dall’interazione tra il caso a livello microscopico e la necessità. La fecondità del mondo appare esistere, come amiamo dire in termini scientifici, al margine del caos, cioè a metà strada tra ordine e disordine. Il troppo ordinato è troppo rigido, il troppo disordinato è troppo informe. La giusta miscela dei due è ciò che produce la vera fecondità».

Così arriva ad esprimere la sua visione, in piena sintonia con quanto ha dichiarato pochi mesi fa (cfr. Ultimissima 10/3/11): «la Creazione divina non è una sorta di proprietà divina in cui Dio abbia posto ogni cosa, in cui faccia accadere tutto. Il dono di Dio è il dono dell’amore, e il dono dell’amore è anche il dono di qualche dovuta forma di indipendenza alle creature che sono amate. Poco dopo che Charles Darwin aveva pubblicato “L’origine delle specie”, il sacerdote inglese Charles Kingsley (1819-1875) disse che Darwin aveva mostrato che Dio ha creato il mondo non già bell’e pronto, con tutto già fissato, ma ha fatto una cosa incredibile: Dio ha creato il mondo dotandolo di un futuro, perché alle creature sia permesso di essere se stesse e di fare se stesse. Questa è la maniera teologica di pensare al mondo che si evolve».

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Quei non credenti disposti a difendere le radici cristiane dell’Europa…

E’ stato fatto molto rumore sul terrorista Anders Breivik, il fanatico che ha ucciso il mese scorso in Norvegia ben 77 persone con una terribile furia omicida, quando si è saputo che si dichiarava “cristiano”. Tutti, giustamente, hanno sottolineato l’incredibile incoerenza. Pochi hanno detto che nei suoi deliri arrivava a minacciare Benedetto XVI e il cattolicesimo e dichiarava la sua mancanza di un “rapporto personale con Gesù Cristo e Dio”. Un cristiano dal punto di vista culturale, sociale, non certo per fede.

Tuttavia esistono moltissimi non credenti, ma cristiani, disposti ad allearsi con i credenti per promuovere una rinnovata identità cristiana dell’Europa. Ne ha parlato in questi giorni “The Huffington Post”, il blog più visitato al mondo. Viene ricordata la giornalista italiana Oriana Fallaci, che ha trascorso i suoi ultimi anni prima della morte, avvenuta nel 2006, a inveire contro l’immigrazione islamica che, a suo avviso, stava trasformando il continente in quello che lei chiamava “Eurabia”. La Fallaci amava definire se stessa come un’ “atea cristiana”, ritenendo che il cristianesimo avesse fornito all’Europa una sorta di baluardo culturale e intellettuale contro l’Islam.

Si parla poi dello storico scozzese Niall Ferguson, che si definisce “un inguaribile ateo”, ma è anche un esponente di primo piano nell’invocare il ripristino della cristianità perché, come afferma, non sarebbe sufficiente la “resistenza religiosa” dell’Occidente nei confronti dell’ Islam radicale. Si cita anche il filosofo e politico italiano Marcello Pera, non credente, il quale ha tenuto nel 2004 una serie di conferenze con l’allora cardinale Ratzinger, sulla loro visione comune della necessità di ripristinare l’identità cristiana in Europa per combattere sia l’Islam che la degenerazione morale. Benedetto XVI ha anche scritto la prefazione al suo libro “Perché dobbiamo dirci cristiani” (ispirato dal celebre “Perché non possiamo non dirci “cristiani”, del filosofo laico Benedetto Croce) che promuove la tesi di Benedetto XVI sul fatto che la civiltà occidentale possa salvarsi a patto che si viva “come se Dio esista”, sia che uno sia credente o meno.

La moderna crociata per la cristianità da parte dei non credenti, continua l’articolo, tende a trovare le proprie radici nel timore nei confronti dell’immigrazione musulmana, ma sarebbe anche alimentata dalle preoccupazioni per il deterioramento della cultura europea. Per alcuni atei, il mantenere l’identità europea sarebbe un motivo sufficiente per mettere da parte la lunga inimicizia tra loro e le chiese, e i credenti, che risale ancora al secolarismo dell’epoca dei Lumi e all’anti-clericalismo della Rivoluzione francese.

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Il Canada teme il sottopopolamento: pronti ad incentivare l’aumento demografico

Nonostante gli editoriali sul “Corriere della Sera” di Giovanni Sartori e i deliri degli eco-allarmisti neomaltusiani, secondo i quali «la crescita demografica va fermata ad ogni costo» (cfr. Ultimissima 20/8/11), il ministro delle Finanze canadese, Jim Flaherty, ha ufficialmente dichiarato che «in Canada si assiste ad un rapido invecchiamento della forza lavoro». I problemi della sottopopolazione (altro che “bomba demografica” sartoriana!!) cominciano dunque a farsi sentire già oggi.

Flaherty ha osservato che nonostante la grande preoccupazione per la recente crisi economica, «la necessità di affrontare le sfide attuali non deve impedirci di affrontare le questioni chiave che riguardano la nostra prosperità futura». Tra queste questioni c’è l’aumento dei costi sanitari dovuti all’invecchiamento della popolazione, aggravato dalla diminuzione dei contributi di chi è in età lavorativa. Più che i neomaltusiani, Flaherty sembra finalmente dare ragione agli innumerevoli economisti (come Gotti Tedeschi, cfr. Ultimissima 11/7/11) e studi scientifici sull’argomento (cfr. L’aborto e la menzogna della bomba demografica), che confutano la leggenda della “bomba demografica” e avvertono le terribili conseguenze del basso tasso di natalità oggi presente in gran parte del mondo occidentale.

La preoccupazione di Flaherty è sostenuta dalla relazione intitolata “Cambiamenti demografici in Canada: l’impatto dell’invecchiamento della popolazione”, presentato ai ministri lo scorso novembre dal “Privy Council Clerk Wouters Wayne”. Esso conferma che l’impatto demografico della popolazione, la bassa natalità, e il declino del numero di contribuenti, comincia ora a farsi sentire seriamente. In Canada gli anziani sono più numerosi dei bambini, e il rapporto propone incentivi per aumentare i tassi di fertilità e maggiore immigrazione.

Abbiamo come l’impressione che il governo e i demografi canadesi non abbiano sentito l’esigenza di consultare prima né Marco Pannella né gli editoriali del nostro politologo Sartori…

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Ricercatori inglesi: il matrimonio migliora la salute e allunga la vita

Pochi giorni fa davamo la notizia di uno studio dell’University della Virginia in cui si sottolineava l’impatto negativo vissuto dai figli di coppie conviventi rispetto a quelli di coppie sposate (cfr. Ultimissima 21/8/11).

In questi giorni un’altra ricerca rivela che anche per i genitori c’è un beneficio se scelgono di sposarsi piuttosto che convivere. Il matrimonio infatti mette di buon umore, migliora l’alimentazione e allunga la vita: è quanto sostiene un ampio studio apparso in un editoriale del “British Medical Journal” e condotto in sette paesi europei. Più dura la relazione e più si accumulano “vantaggi”, a patto che la coppia si ami e si sostenga a vicenda.

L’esperto dell’Università di Cardiff, John Gallacher, che ha preso in esame lo studio, sostiene che un marito e una moglie felici mangiano in modo più sano, hanno più amici e si prendono maggiore cura l’uno dell’altro: «Il matrimonio e altre forme di relazione possono essere posti su una scala di impegni, maggiore è l’impegno e maggiore è il beneficio», spiega lo studioso. Il matrimonio visto come un impegno quindi e per questo associato a una migliore salute mentale in confronto alla convivenza, la quale solitamente è meno stabile.

Il sito del TG1 informa anche che l’anno scorso una ricerca della “World Health Organisation” ha rivelato che le nozze possono ridurre il rischio di ansia e depressione ed è più facile per chi pronuncia il fatidico sì evitare di essere depressi in confronto ai single.

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La maggioranza degli americani rifiuta la diffusione gratuita degli anticoncezionali

La maggioranza degli americani si rifiuta di sostenere la recente proposta dell’amministrazione Obama di coprire con fondi statali la diffusione degli anticoncezionali per le donne.

Il sondaggio, realizzato dal Rasmussen reports tra il 2 e il 3 agosto, ha rilevato che il 46% per cento dei cittadini è contrario, il 39% è favorevole e il 15% è insicuro. Le donne sono equamente divise, con il 42% di favorevoli e il 40% di contrari, mentre gli uomini sono al 50% contrari e al 37% favorevoli.

La proposta dell’amministrazione emerge dopo una lunga e massiccia (e a questo punto possiamo dire “fallimentare”) campagna mediatica da parte del gigante dell’aborto Planned Parenthood, fortemente osteggiata però dalla Conferenza dei vescovi cattolici americani. In un recente sondaggio è anche emerso che il 51% degli americani ritiene ormai che l’aborto sia un atto “moralmente sbagliato” (cfr. Ultimissima 28/5/11).

Ne approfittiamo per divulgare un simpatico video di giovanissimi difensori della vita durante l’imponente “Marcia per la vita” svoltasi a Washington qualche mese fa.

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Gli omosessuali hanno diffuso l’AIDS nella popolazione umana?

Il Centers for Disease Control negli USA ha recentemente stimato che gli uomini omosessuali coprono il 61% delle nuove infezioni da HIV negli Stati Uniti, nonostante essi siano solo il 2% della popolazione del Paese. Gli esperti dicono che i giovani omosessuali sono l’unico gruppo in cui le nuove infezioni da HIV aumentano, addirittura del 48% nel periodo 2006-2009 (da 4.400 infezioni nel 2006 a 6.500 nel 2009).

Mario Corcelli, specialista in Medicina Legale, ha pubblicato nel 2009 su “Medicitalia” un articolo sulla storia dell’AIDS, informando che il virus HIV della scimmia, già presente in Africa da moltissimi anni, passò probabilmente all’uomo tramite ferita da morso, ma soltanto all’inizio degli anni ’80 avvenne la svolta. Oltre al commercio clandestino di sangue Africa-USA, l’altro motivo dell’iniziale diffusione dell’AIDS in America, e poi conseguentemente nel mondo intero, fu l’assidua frequentazione degli omosessuali americani dell’isola di Haiti per turismo sessuale. Come conferma il “Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute”, inizialmente infatti -siamo attorno agli anni ’80- l’ipotesi più accreditata fu quella che la nuova malattia mirava soltanto agli omosessuali, tanto che il “New York Times” intitolò così un editoriale: «Raro cancro osservato in 41 omosessuali». In Europa, si legge, c’era anche la convinzione di essere di fronte ad una patologia contratta esclusivamente da persone omosessuali, tanto che “The Lancet” parlò di “gay compromise sindrome”, mentre sui quotidiani nazionali di diversi Paesi era facile leggere espressioni come “immunodeficienza gay-correlata (Grid)”, “cancro dei gay”, o “disfunzione immunitaria acquisita”. Qualche anno dopo si arrivò a constatare che la malattia era trasmissibile anche fra eterosessuali.

Sempre secondo lo specialista Corcelli, il motivo per cui l’AIDS si è diffusa enormemente tra gli omosessuali (molto più che tra gli etero) è l’abitudine a frequentare club esclusivi, veri e propri complessi dotati di tutto: stanze d’albergo, sauna, palestre, piscine, dove si vive una promiscuità sessuale assai spinta, che favorisce numerosi rapporti sessuali con diversi partners, addirittura anche decine di rapporti sessuali nell’arco di un solo week end. L’altro motivo è che lo stesso “rapporto fisico” omosessuale, utilizzando “canali” non predisposti naturalmente alla penetrazione, crea facilmente tagli e ferite, aumentando così esponenzialmente la probabilità di trasmissione dell’infezione.

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