Stati Uniti, gruppo ateo manifesta strappando pagine della Bibbia

«Lo facciamo per un mondo migliore – ragione, scienza e pensiero critico faranno molto di più del pregare e del credere». Si è giustificato così, Bruce Gleason, capo degli Backyard Skeptics, il gruppo ateo californiano che ha recentemente manifestato le proprio idee strappando pagine della Bibbia.

In poco più di una dozzina di militanti fondamentalisti della religione atea hanno infatti tenuto il raduno, culminato poi in uno strappare di versetti biblici ritenuti secondo loro “immorali” e “illegali”. Tra quelli presi di mira dal gruppo, compaiono Matteo 5:29 e Giacomo 5:14-15.

L’evento non è stato certo un successo epocale. Il picco massimo raggiunto è stato di 100 persone, contando anche un gruppo cristiano che si era unito per dibattere civilmente sulle posizioni avanzate dagli atei. Ray Comfort, celebre pastore protestante ha commentato la balorda iniziativa sostenendo come tanta ostinazione nei confronti dei cristiani sia dovuta al fatto che a quest’ultimi è stato insegnato ad amare i propri nemici – ha poi aggiunto: «Mi piacerebbe sul serio rifornirli con un Corano o magari con qualcosa di Indù».

Dopotutto, checché ne dicano i Backyard Skeptics, non siamo ancora arrivati al punto in cui strappare pagine della Bibbia può essere considerato stimolante per il pensiero critico, razionale o scientifico.

Nicola Z.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

No ai genitori-nonni e alla eterologa: lo dicono i medici e lo dicono i figli

Recentemente una bambina di un anno e mezzo concepita con fecondazione eterologa all’estero è stata tolta alla madre-nonna di 58 anni e al padre-nonno di 70 per essere data in adozione. La vicenda ha alzato un dibattito culturale interessante. C’è chi urla al “diritto” delle donne ad avere un figlio, chi parla dell’amore senza età, chi è contrario allo “stato etico” ecc..

Il commento de “Il Foglio” appare tra i più equilibrati, addossando le colpe di questa confusione alla fecondazione eterologa che coltiva l’illusione delle nonne di poter diventare mamme. Giudizio condiviso anche da Eleonora Porcu, responsabile del Centro di sterilità dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna e da tanti altri specialisti (cfr. Ultimissima 5/4/11 e Ultimissima 20/6/11). Il tribunale dei minori di Torino, chiamato a pronunciarsi, non ha fatto cenno tra le motivazioni all’età dei genitori, però ha rilasciato affermazioni corrette: «I genitori non si sono mai seriamente posti domande in merito al fatto che la figlia si ritroverà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare i genitori anziani, che potrebbero avere patologie più o meno invalidanti, proprio nel momento in cui, giovane adulta, avrà bisogno del sostegno dei suoi genitori». Ha parlato di inseminazione eterologa (cioè l’uso dell’ovulo di un’altra donna o lo sperma di un altro uomo), come una scelta che «si fonda sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni che necessariamente implicano l’accantonamento delle leggi di natura e una certa indifferenza rispetto alla prospettiva del bambino».

Stranamente anche Ignazio Marino, promotore leader del testamento biologico e di una bioetica laicista, ha rilasciato un’ottima dichiarazione: «Si tratta di una vicenda dolorosa, soprattutto per i genitori di questa bambina. Personalmente, ritengo che la medicina debba rispettare la biologia umana: il medico che ha eseguito la fecondazione avrebbe dovuto fare un passo indietro. In medicina non tutto ciò che è tecnicamente possibile è allo stesso tempo appropriato ed eticamente corretto. La paternità e la maternità non sono solo procreazione: bisogna anche poter rincorrere il proprio figlio giocando in un prato, essere in grado di assisterlo durante l’adolescenza». Marino sposta dunque correttamente l’attenzione dalla pretesa dei genitori (a 60 anni è una pretesa egoista voler diventare genitori) ai diritti del concepito di crescere in un ambiente adatto e predisposto a lui.

Molto interessante la testimonianza di un figlio di genitori-nonni apparsa su La Stampa: «Ho avuto la sventura di nascere da genitori di 51 e 42 anni, e non è stata un’esperienza per nulla piacevole. A parte i rischi alla nascita, c’è da considerare cosa significhi essere adolescenti con genitori ultrasessantenni, incapaci di capire i loro figli, che demonizzano qualunque cosa esuli dalle loro esperienze giovanili», rivela Paolo B., cresciuto «sentendosi continuamente definire “bastone della mia vecchiaia”». E poi il cuore della questione: «c’è soprattutto da considerare cosa significhi cercare di costruirsi un futuro con genitori ormai anziani e bisognosi di assistenza, barcamenandosi tra pannoloni, medicine e colloqui di lavoro; tra orari d’ufficio e improvvise chiamate da casa per imprevisti legati all’età. E ritrovarsi quindi a 45 anni, dopo aver vissuto costantemente da precario, ancora vincolato all’assistenza di genitori-nonni ormai di 96 e 87 anni, con la prospettiva di dover rinunciare a farsi una famiglia per non diventare a propria volta un genitore-nonno». Conclude il testimone diretto: «Sarebbe quindi ora che la si smettesse di considerare i figli come un diritto assoluto dei genitori, ignorando il loro diritto ad avere una famiglia «normale»; e che si imparasse a rispettare i limiti dettati da Madre Natura, che evidentemente non esistono per caso».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Texas: l’ente abortista Planned Parenthood costretto a chiudere quattro cliniche

La sede texana di Planned Parenthood, l’ente abortista più grande del mondo, ha dichiarato che chiuderà quattro centri abortisti a causa della revoca dei finanziamenti statali stabilita dal governatore Rick Perry.

Esulta dunque il mondo pro-life americano che si sta organizzando per favorire l’approvazione di identiche leggi anti-finanziamento in tutti gli Stati americani. Si tenga conto infatti che il 70% del reddito di Planned Parenthood proviene da fonti governative.

Continuano anche le conversioni di ex-abortisti non credenti e manager di Planned Parenhtood. L’ultima in ordine di tempo è Ramona Trevino, dimessasi recentemente da direttrice di una sede texana dell’ente abortista e diventata testimonial della campagna pro life “40 giorni per la vita“. In questo video è possibile ascoltare la sua testimonianza pubblica.

Infine, in Alabama la Corte Suprema ha stabilito con una decisione unanime la protezione legale per il bambino non ancora nato in qualunque stadio di sviluppo. Ciò significa che un delinquente può essere accusato civilmente anche per la morte di un nascituro, oltre che della madre.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

I membri dell’UAAR esultano per la morte del vaticanista Giancarlo Zizola

Il vaticanista Giancarlo Zizola si è spento mercoledì scorso. Collaboratore dell’Osservatore Romano, Avvenire, e ultimamente di Repubblica. Il sito degli atei dell’UAAR ha voluto informare i suoi membri con una breve notizia. In tanti hanno gioito e ironizzato sulla morte.

Il metodo è sempre lo stesso: l’associazione UAAR non si espone ufficialmente e scrive l’articolo in stile forzatamente neutrale. Sa benissimo che poi ci penseranno i fans e i tesserati ad esprimersi, protetti dall’anonimato. Subito sotto la notizia infatti si può notare subito un incomprensibile sfogo dei frequentatori del sito web anticlericale contro i “credenti” in generale e contro i cattolici presenti sul sito che scelgono cordialmente di dissentire dalle opinioni negative sull’operato del vaticanista Zizola. Si osservano simpatici deliri sulla presunta colpevolezza di Benedetto XVI nell’aver coperto sacerdoti pedofili e opinioni varie sui vaticanisti. Ma la cosa più macabra, come dicevamo, è sicuramente la gioia di molti per la morte di Zizola.

L’utente Rasputin commenta: «Non sempre dispiace della morte di una persona, e chi asserisce il contario mente. Io non mento, dico solo, uno in meno». Che sia un membro attivo dell’UAAR lo aveva dichiarato lui stesso tempo fa.  Agita&Gusta invece lo ritiene arbitrariamente colpevole quanto i sacerdoti macchiatisi di pedofilia, per averli coperti: «Chi non denuncia i pedofili è colpevole quanto loro». Più sotto ironizza a sua volta sulla morte del vaticanista. Nicola, poco dopo, giudica la carriera del defunto Zizola in questo modo: «75 anni spesi male». E chi fa notare il comportamento poco tollerante di questi utenti nel rivolgersi in questo modo ad una persona defunta solo perché ha scelto di occuparsi della Chiesa, viene tacciato lui stesso di intolleranza dal branco. L’utente Wunshe interviene augurandosi la morte di tutti gli altri vaticanisti (e forse non solo loro). Tempo fa elogiava apertamente l’attività dell’UAAR, mentre il 4 settembre augurava a tutti i pellegrini che si sarebbero recati al Congresso Eucaristico di Ancona in treno, di morire vittime di un disastro ferroviario.

L’utente antoniadess reagisce alla notizia affermando: «e chi se ne frega? francamente non mi sembra una notizia pertinente in ultimissime». Le risponde prontamente Bruno Gualerzi, uno dei più prolifici collaboratori dell’UAAR, il filosofo “fai-da-te” di cui abbiamo già parlato in Ultimissima 6/5/11. E come replica Gualerzi? Così: «Quante chiacchiere inutili! E pensare che bastava dire: “uno di meno”…». In obbedienza al filosofo chiudono infatti l’utente alec: “uno in meno!” e daigoro che ironizza sulla morte del vaticanista esclamando: «Miracolo!». Lo stesso accoglieva con gioia tempo fa i nuovi referenti dell’UAAR.

Nessun responsabile dell’associazione ha ritenuto opportuno moderare questi interventi, nessun altro membro dell’UAAR ha preso le distanze da queste offensive dichiarazioni.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Il quotidiano tedesco Bild festeggia Benedetto XVI con due manifesti giganti

Il giornale tedesco Bild, quotidiano europeo più venduto con la sua tiratura giornaliera di oltre 5 milioni di copie, ha deciso di salutare l’imminente visita di Benedetto XVI con due giganteschi manifesti (45 metri x 64).

Sopra di essi vi è la riproduzione della storica copertina del popolare tabloid in occasione dell’investitura del papa tedesco il 20 aprile del 2005. La scritta “Wir sind Papst”, signficia “Il papa siamo noi”.

Il primo dei due mega poster è stato srotolato in tre ore ed è posto sul lato nord dell’edificio in cui ha sede il colosso editoriale tedesco. Domani verrà srotolato il secondo manifesto, pensato per la parte sud del palazzo.

In questo modo, il volto di Benedetto XVI, che nella foto sorride e apre le braccia, guarderà il cielo sopra Berlino in due direzioni. Annunciando la notizia sul proprio sito web, la redazione del Bild parla orgogliosa dei “manifesti del Papa più grandi del mondo“.

Nel video qui sotto alcune immagini del posizionamento dei mega poster

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

I cittadini del Liechtenstein rifiutano la legalizzazione dell’aborto

Nel Liechtenstein vince il diritto alla vita. Con il 52,3% di “no” e il 47,7% di “sì”, domenica scorsa i cittadini hanno bocciato il referendum in cui si chiedeva la depenalizzazione dell’aborto per le prime 12 settimane .

Nonostante le forti pressioni ricevute dall’estero e dai sondaggi nazionali che prevedevano una vittoria del fronte favorevole, il popolo si è opposto in maggioranza. Attualmente nel Principato l’uccisione del nascituro è vietata ed è punibile con una pena fino ad un anno di detenzione, anche se praticato all’estero. Da anni comunque non ci sono state condanne.

In Parlamento, riporta Zenit.it, solo una minoranza aveva accettato l’iniziativa per legalizzare l’aborto.  In agosto, il principe ereditario Alois aveva comunque dichiarato che anche se avessero vinto i favorevoli, non avrebbe mai approvato tale legge (cfr. Ultimissima 22/8/11).

Recentemente ha ribadito che la soluzione a un figlio indesiderato non può essere l’eliminazione stessa del bambino. Per questo ha auspicato che si trovino altre forme per aiutare le donne che portano a termine una gravidanza non voluta. Anche la Chiesa aveva ovviamente espresso la propria contrarietà.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Corea del Nord: associazioni internazionali contro la dittatura ateo-comunista

Aprire un’inchiesta ufficiale dell’Onu sui crimini contro l’umanità che vengono commessi in Corea del Nord: è quanto chiedono oltre 40 organizzazioni che operano sul campo per i diritti umani e la legalità, diffuse a livello internazionale, riunitesi recentemente a Tokyo con l’obiettivo di formare una coalizione della società civile e avviare una campagna in tal senso, facendo pressione sulle Nazioni Unite.

La proposta coinvolge enti attivi in Asia, Europa, America Latina e Nord America, fra le quali Amnesty International, la “Federazione Internazionale per i Diritti Umani” (FIDH), Human Rights Watch (Hrw), “Open North Korea”, “International Center for Transitional Justice” (ICTJ), e tante organizzazioni di ispirazione cristiana come “Christian Solidarity Worldwide” (CSW). Queste organizzazioni mettono in rilievo la presenza di “campi di prigionia e rieducazione” diffusi in Nord Corea dove sono rinchiusi oltre 200mila cittadini nordocoreani, sottoposti a torture e a trattamenti crudeli e disumani. Moltissimi sono i prigionieri detenuti per motivi religiosi o meglio, per l’unico motivo di credere in Dio. Molti altri sono per ragioni politiche, spesso detenuti a vita, subiscono la fame e il lavoro forzato.

Mons. Peter Kang, vescovo di Cheju e Presidente della Conferenza Episcopale della Corea del Sud, vede l’iniziativa con favore e dichiara all’Agenzia Fides: «L’Onu, con la sua autorità, è l’unico organismo deputato per una indagine di tal genere. Sarebbe un gesto di carità verso il popolo nordcoreano, oppresso da un regime dittatoriale, e sarebbe l’unica possibilità e speranza di vita offerta a tutti coloro che soffrono e muoiono nei campi di prigionia al Nord. Siamo molto preoccupati per le violazioni dei diritti umani e i crimini contro il popolo nordocoreano – spiega il Vescovo – ma desideriamo tenere aperti i canali di dialogo e di aiuto umanitario per tenere viva la speranza di riconciliazione e della rinascita della fede cristiana nel Nord». Il regime dittatoriale nordcoreano è ufficialmente ateo, il 65 % della popolazione si dichiara “irreligioso” e secondo una classifica pubblicata da Open Doors, la Corea del Nord è attualmente il paese con la più grave persecuzione dei cristiani nel mondo.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Canada, donna strangola un neonato ed è libera: «è solo un aborto in ritardo!»

Quanti arriverebbero a chiedere l’ergastolo per una donna che avesse strangolato un cucciolo di cane? In migliaia. Eppure in Canada una donna ha fatto lo stesso con un neonato e il giudice Joanne Veit, della Court of Queens’ Bench della provincia dell’Alberta, l’ha lasciata libera, consigliandole solo una consulenza psicologica e comminandole una pena di tre giorni di lavoro socialmente utile.

E’ accaduto ad Edmonton, in Canada, e il caso –si legge su Zenit.it– conferma tutti i peggiori timori dei movimenti per la vita, ovvero che la legalizzazione dell’aborto e l’assuefazione alla pratica portano inevitabilmente all’accettazione dell’infanticidio. La donna in questione è la venticinquenne Katrina Effert, che ha strangolato il 13 aprile del 2005 il bimbo appena partorito in segreto nel bagno della casa dei suoi genitori e poi – dopo alcune ore – ha scaraventato il corpicino nel giardino di un vicino. La giovane ha spiegato di aver ucciso il piccolo per evitare che i suoi genitori, i quali ignoravano che la loro figlia fosse incinta, sentissero i suoi vagiti o pianti.

Il giudice ha deciso pochi giorni fa che la Effert non dovrà scontare alcun giorno dietro le sbarre per l’infanticidio e il motivo è che «”i canadesi sono addolorati per la morte di un neonato, specialmente se avviene per mano della madre del neonato, ma i canadesi piangono anche per la madre […]. In generale comprendono, accettano e simpatizzano con le gravose fatiche che una gravidanza e un parto esigono dalle madri, soprattutto dalle madri prive di sostegno». Il parto avrebbe portato la donna alla depressione e quindi è comprensibile l’infanticidio e non bisogna incarcerare la responsabile. Questa è anche la tesi dell’avvocato difensore, Peter Royal.

Per la Abortion Rights Coalition of Canada (ARCC), guidata da Joyce Arthur, la sentenza pronunciata dalla giudice Veit è soddisfacente. Nella sua pagina su Facebook, la lobby abortista arriva a commentare: «Una situazione tragica, ma certo ci sono ragioni inoppugnabili per ritenere l’infanticidio un crimine inferiore all’omicidio». La diffusione della mentalità abortista ha dunque spalancato la porta ad una maggiore accettazione sociale dell’infanticidio. D’altra parte sono anni che filosofi atei (e animalisti) come l’australiano Peter Singer, docente a Princeton, sostengono che «non c’è una netta distinzione tra il feto e il bambino neonato. Il fatto che un essere sia un essere umano non è rilevante all’immoralità dell’ucciderlo. Sono piuttosto caratteristiche quali la razionalità, l’autonomia e l’autocoscienza che fanno la differenza. Neonati con malformazioni mancano di tali caratteristiche. Pertanto ucciderli non può essere posto sullo stesso piano dell’uccidere esseri umani normali, o qualsiasi altro essere autocosciente» (P. Singer, “Etica pratica”, Liquori 1989). Questo neonato strangolato era sanissimo, tra l’altro.

L’attivista per la vita Jonathon Van Maren ha accusato le mentalità laica secondo cui è ammissibile l’infanticidio come “aborto molto, molto tardivo”. Ha poi aggiunto: «La depressione post-partum […] serve come scusa per strangolare il neonato. Se riesci a dimostrare che eri depressa, uccidere tuo figlio è qualcosa di comprensibile e se ascolti questa giudice, accettabile». Il noto commentatore Mark Steyn ha scritto su sul National Review Online: «la Effert non era nemmeno una persona “senza sostegno”: viveva tranquillamente a casa dei suoi genitori, che le fornivano vitto ed alloggio». Altre critiche sono arrivate da ogni dove, come da Susan Martinuk su Calgary Herald, Mindelle Jacobs su EdmontSun ecc. Wesley J. Smith nel suo blog, constata amereggiato: «Così l’aborto genera simpatia per l’infanticidio in Canada. Eppure, se la donna avesse strangolato un cucciolo, sappiamo benissimo che non avrebbe suscitato alcuna simpatia».

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

La misteriosità del linguaggio umano e il fallimento del neodarwinismo

Ci siamo soffermati recentemente sulla scoperta delle ossa di uno scheletro di “Australopithecus sediba” ritrovato in Sudafrica e che i quotidiani hanno troppo entusiasticamente identificato come l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo. Facevamo notare che se risultasse davvero così, sarebbe un duro colpo per il neo-darwinismo, dato che la scoperta porta con sé un’altra prova contro l’idea dell’evoluzione graduale, perno centrale della teoria di Darwin (cfr. Ultimissima 12/9/11).

In questi giorni il docente di Linguistica generale nella Scuola Superiore Universitaria IUSS di Pavia, Andrea Moro, esperto di sintassi e neurolinguistica, già visiting scientist presso il MIT e la Harvard University, tra i fondatori del Dipartimento di Scienze Cognitive al San Raffaele di Milano nel 1993, ha parlato della misteriosità del linguaggio umano descrivendo anche le tappe del progresso in questo campo.

Circa cinquant’anni i riduzionisti pensavano, spinti come sempre da forti condizionamenti filosofici, che tra gli esseri umani e gli altri animali «non ci fossero distinzioni qualitative rispetto al codice di comunicazione». Tuttavia «a guastare la festa, verso la fine degli anni cinquanta del secolo scorso vennero degli studi sulla struttura logica del linguaggio che mostrarono come ridurre il codice di comunicazione umana solo a meccanismi di tipo statistico era impossibile». L’essere umano rimane misteriosamente irriducibile, infatti «le grammatiche contengono nel loro nucleo la capacità potenziale di produrre strutture infinite. Inoltre, la comparsa dell’infinito non ammette gradualità, esclude cioè che esistano negli altri esseri viventi “precursori” di questa capacità: certamente gli animali comunicano, ma non lo fanno utilizzando meccanismi capaci di “costruire” l’infinito». Quindi anche in questo caso nessuna evoluzione graduale. L’uomo è tutta un’altra cosa.

Questi dati, continua Moro, portarono Noam Chomsky (capostipite di questi studi) a dichiarare: «gli esseri umani sono in qualche modo progettati in modo speciale con una capacità di natura e complessità sconosciuta». In un articolo del 2010, Moro aggiungeva: «la variazione tra le lingue umane non è illimitata perché non è, come invece lasciava credere una certa filosofia del 900, né frutto né del caos né di una convenziona arbitraria. I confini di Babele esistono e sono scritti nella nostra carne. Si aprono dunque quesiti sulla questione dell’evoluzione della nostra specie impensabili nel secolo scorso, ma rimane fondamentale la consapevolezza che il nucleo del linguaggio umano, la sua capacità creativa, è un mistero». Per chi volesse approfondire consigliamo l’acquisto del suo libro, “I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue impossibili” (Longanesi 2006) .

 

In questo video il neurolinguista Andrea Moro dialoga sulla sua esperienza nel mondo scientifico assieme al celebre docente di matematica presso l’Università di Princeton, Edward Nelson.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

Lo scrittore J.C Wright lascia l’ateismo e si converte: «i cristiani hanno ragione»

Lo scrittore statunitense John C. Wright, definito dal Publishers Weekly “uno dei nuovi talenti più importanti di questo secolo”, autore della celebre trilogia di “The Golden Age” (2002 e 2003), ha raccontato la sua recente conversione al cattolicesimo.

In un’intervista per Mostlyfiction.com ha raccontato: «Ero scettico. Per molti anni sono stato un ateo, un ateo veemente, polemico e proselitista. La mia recente conversione al cristianesimo è stato un miracolo in seguito ad una rivelazione soprannaturale, che ha soddisfatto il mio scetticismo e mi ha salvato la vita. Con mia grande sorpresa, ho scoperto che io sono ancora un pensatore perfettamente logico». E ancora: «Io sostengo che non sia sufficiente dire che il ragionamento umano non trova alcuna evidenza di un Essere Divino per affermare che tale Essere necessariamente non esista. La conclusione corretta è che gli esseri umani, senza l’aiuto e l’iniziativa di Dio non possono venire a conoscenza di Lui».

Più avanti si ricorderà addirittura come un “anti-cristiano”, mentre sul suo blog il 2 settembre 2011 rispondendo ad un lettore, afferma: «Io ero un campione di ateismo che ha dato argomenti a favore dell’ateismo così convincentemente che tre dei miei amici hanno abbandonato il loro credo religioso e mio padre ha smesso di andare in chiesa». Ma ad un certo punto si è accorto, dopo aver approfondito la logicità di queste ragioni, che «tutti i miei compagni atei avevano orribilmente e comicamente sbagliato su tutti i punti fondamentali della filosofia, etica e logica, e invece i miei odiati nemici cristiani avevano ragione». Ha dunque rivolto una preghiera (molto formale) per la prima volta a Dio e dopo tre giorni, continua a raccontare Wright, «senza preavviso ho avuto un attacco di cuore, sono caduto a terra urlando, convinto di morire». Un’inspiegabile esperienza mistica lo ha travolto e illuminato portandolo alla conversione.

Riflette sul suo passato: «Ho scoperto che la visione cristiana del mondo porta con sé un grande significato che la visione atea-agnostica non può dare. Anche dal punto di vista filosofico, fornisce una spiegazione più robusta dell’idea del cosmo e del posto dell’uomo in esso, rispondendo con successo a molte domande a cui gli atei non possono rispondere. Spiega la facoltà razionale dell’uomo, l’universalità dei principi morali, l’ordine del cosmo, ecc. Pensando ai miei amici atei, ho poi capito che nessuno di loro, nemmeno uno, mi può fornire in modo ragionevole un solo argomento a favore dell’ateismo». Ha trovato la loro una intoccabile e illogica “fede nell’incredulità”, basata su argomenti circolari.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace