«Non c’è posto in seminario per omosessuali, il caso è serio»: le chiare parole del Papa
Francesco e l’omosessualità. Presentiamo in anteprima in Italia il libro “La fuerza de la vocacion” che verrà pubblicato il 3 dicembre in lingua spagnola. Un’intervista con Papa Francesco in cui il Papa affronta un tema scottante: la presenza di persone omosessuali tra il clero e la loro influenza nel pensiero della Chiesa.
Il prossimo 3 dicembre verrà pubblicato in Spagna il libro La fuerza de la vocación, un’intervista di Fernando Prado a Papa Francesco sul passato, il presente e il futuro della vita consacrata. Se ne parlerà moltissimo anche in Italia e ne diamo qui in esclusiva un’anticipazione per la lingua italiana (grazie a Periodista Digital). Un libro chiaro e coraggioso, in cui Francesco non evita alcuna domanda, neanche il controverso problema dell’omosessualità nella Chiesa.
Tra i tanti temi toccati dal Pontefice, infatti, ve n’è uno particolarmente d’attualità, ovvero la presenza di persone con tendenza omosessuale all’interno dei seminari e nel ministero sacerdotale. Un fenomeno di cui si è iniziato vorticosamente a parlare dopo il report del Grand Jury della Pennsylvania, quando è emerso che oltre l’80% delle vittime dei preti molestatori non erano né ragazze, né bambini, ma maschi adolescenti. Ovvero, non tutti gli omosessuali sono abusatori -chiaramente-, ma gran parte degli abusatori nella Chiesa cattolica sembrano mostrare tendenze omosessuali. Francesco si era già preoccupato di ciò quando spiegò che «nel dubbio, meglio che non entrino nei seminari», seppur abbia comunque voluto indicare il problema più nel clericalismo -cioè l’abuso di potere spirituale dei preti molestatori sui giovani-, piuttosto che nell’omosessualità.
Mai prima d’ora, però, Papa Bergoglio aveva parlato così duramente e chiaramente del problema. Ecco le parole del Pontefice contenute nel nuovo libro, tradotte dallo spagnolo. La domanda di Fernando Prado è: “non è un segreto che nella vita consacrata e anche nel clero vi sono persone con tendenza omosessuale. Cosa dice di questo?” Ed ecco la lunga risposta di papa Francesco:
«È qualcosa che mi preoccupa, perché forse non è stato focalizzato bene. Dobbiamo fare molta attenzione alla formazione della maturità umana e affettiva. Dobbiamo discernere con serietà e ascoltare la voce dell’esperienza che ha la Chiesa. Quando il discernimento non è curato in tutto questo, i problemi crescono, succede che al momento forse non mostrano il loro volto, ma lo fanno in seguito»
«La questione dell’omosessualità è una questione molto seria che deve essere correttamente discernuta fin dall’inizio con i candidati. Dobbiamo essere esigenti. Nelle nostre società sembra addirittura che l’omosessualità sia di moda e che la mentalità, in qualche modo, influenzi anche la vita della Chiesa. C’è stato un vescovo un po’ scandalizzato che mi ha detto di aver appreso che nella sua diocesi, una diocesi molto grande, c’erano molti preti omosessuali e che doveva affrontare tutto questo intervenendo, prima di tutto, nella formazione, per formare un altro clero distinto. È una realtà che non possiamo negare, nella vita consacrata non sono mancati dei casi».
«Un religioso mi ha detto che dopo una visita canonica a una delle province della sua congregazione, era rimasto sorpreso. Vide che c’erano bravi studenti e che persino alcuni religiosi già professi, erano gay. Lui stesso dubitava della questione e mi ha chiesto se c’era qualcosa di sbagliato in tutto ciò. “In breve”, mi stava dicendo, “non è così grave; è solo un’espressione di affetto”. Questo è un errore. Non è solo un’espressione di affetto. Nella vita consacrata e nella vita sacerdotale, quel tipo di affetti non ha posto. Per questo motivo, la Chiesa raccomanda che le persone con questa tendenza radicata non siano accettate nel ministero o nella vita consacrata. Il ministero o la vita consacrata non sono il loro posto. Dobbiamo esortare i sacerdoti e religiosi omosessuali a vivere pienamente il celibato e, soprattutto, che siano squisitamente responsabili, cercando di non scandalizzare nessuno con la loro doppia vita, né le loro comunità né il santo popolo di Dio. È meglio che lasciano il ministero e la loro vita consacrata piuttosto che vivano una doppia vita».
Leggendo le parole di Francesco si rileva l’evidenza che, almeno secondo le informazioni in suo possesso, le persone con tendenza omosessuale presenti nel clero fatichino (evidentemente più degli altri) a non cadere nella “doppia vita”, cioè nell’omosessualità praticata (anche solo tra adulti). La loro non accettazione nei seminari dunque non è una discriminazione pregiudizievole ma una tutela verso un evidente fonte di scandalo, sopratutto per la posizione chiara che il Catechismo ha su questo in netta divergenza al “pensiero del mondo”, come giustamente accennato dal Papa. La forte preoccupazione espressa da Francesco è anche una secca smentita alla “complicità” verso l’omoeresia che gli viene rinfacciata dai giornalisti-blogger che lo stanno combattendo.
La redazione