Il 27 gennaio scorso abbiamo divulgato gli stretti rapporti tra l’UAAR, l’Unione Atei Agnostici Razionalisti ed i neofascisti di Casapound.
La questione è emersa grazie ai numerosi ex adepti ed ex responsabili che nel tempo sono stati epurati e sbattuti fuori.
La loro colpa? Non essersi sottomessi al “triangolo del potere” costituito dal presidente Raffaele Carcano (detto “Pontifex” dagli ex seguaci), Giorgio Villella (ex segretario) ed Adele Orioli (responsabile delle iniziative legali dell’Uaar).
L’UAAR e lo sbattezzo tra i neofascisti di Casapound.
In quell’occasione avevamo citato le parole del presidente Raffaele Carcano mentre si vantava di aver contattato Casapound ma anche -per par condicio- il centro sociale Acrobax, prendendo in giro gli inquirenti, secondo i quali «sarebbe un covo di black-bloc».
Follie, rassicurava il presidente UAAR, tant’è che lo stesso responsabile dell’associazione atea di Roma, Marcello Rinaldi, si è recato dai neofascisti per «organizzare un tavolo di sbattezzo».
E’ interessante apprendere che pochi giorni fa Antonio Manganelli, capo della Polizia, rivolgendosi alla commissione Affari Costituzionali della Camera sui recenti scontri avvenuti a Roma e in Val di Susa tra le forze dell’ordine e i manifestanti, ha spiegato chi siano gli infiltrati violenti: «Arrivano nella città delle manifestazioni vestiti in un certo modo, vi partecipano vestiti in modo diverso, non si lasciano identificare con persone con precedenti. E fermarli lungo la strada significa non trovare loro addosso armi, benzina o altri oggetti, che invece trovano nelle sedi di arrivo: nel centro sociale Askatasuna a Torino e Acrobax a Roma».
Ecco da chi va l’UAAR a proporre lo sbattezzo…
Le epurazioni degli ex responsabili dissidenti dell’UAAR.
Ancora oggi sul Forum interno dell’UAAR è in corso un feroce scambio di insulti ed accuse tra gli attuali dirigenti, in particolare gli stessi Raffele Carcano e Massimo Maiurana, contro gli ex responsabili epurati oltre che a vari soci dissidenti, come Francesco Paoletti.
Quest’ultimo ha preso le difese di Giacomo Grippa, ex responsabile di UAAR in Puglia, il quale fu cacciato per essersi iscritto al blog di Valentina Bilancioni, altra ex responsabile di Rimini, anch’essa eretica agli occhi della dirigenza e finita “sul rogo” ateo.
La semplice iscrizione al blog dell’ex responsabile è ritenuta dagli attuali dirigenti in contrasto con le finalità dell’UAAR, come affermato da Massimo Maiurana, responsabile della Comunicazione interna. Ovviamente queste dichiarazioni hanno scatenato il putiferio.
«Stai scherzando, vero?», risponde allibito un associato. «Lo statuto UAAR vieta a me, socio (almeno fino a qualche mese fa), di iscrivermi ad un blog? Se dovesse esistere un articolo del genere, l’UAAR sarebbe per davvero da buttare. Tizio, dirigente locale UAAR, deve chiedere il permesso se, a titolo personale, si vuole iscrivere ad un blog?».
Effettivamente ed incredibilmente nel regolamento dell’UAAR esiste l’articolo che vieta ai membri di danneggiare l’unità dell’associazione, manco fosse una loggia massonica. Lo rende noto un altro socio dissidente, ed è il 4° articolo comma 3: «Il Collegio dei probiviri ha altresì facoltà di prendere provvedimenti nei confronti dei soci che abbiano agito in contrasto con gli scopi, le regole o l’unità dell’UAAR».
Una voce appositamente vaga che, come afferma l’utente, porta a «totale discrezionalità da parte degli organi giudicanti. In base a chi sia il socio oggetto dei ricorsi al collegio, a quanto sia simpatico od antipatico, a quanto “dia fastidio”, eccetera». E’ in questo modo che la gerarchia dell’associazione può decidere quando cacciare chi non si allinea al pensiero unico, come accaduto con Grippa.
Un altro ex socio interviene allibito: «Cioé, non c’è nulla di definito? Stai dicendo che se mi mettessi le dita del naso e il Consiglio ritenesse che la cosa è in contrasto con gli scopi dell’Uaar, oppure che viola le regole dell’Uaar, o ancora che attenta all’unità associativa, potrei essere espulso, se anche i probiviri confermassero?».
Sembra proprio così, e si fanno chiamare “liberi pensatori”!
Raffaele Carcano e la guerra di potere nell’UAAR
Le accuse e gli insulti della comunità dell’UAAR sono maggiormente rivolte al segretario Raffaele Carcano, il quale viene letteralmente preso a pesci in faccia dai soci, ancora peggio di come trattano i credenti, senza alcun rispetto per la funzione che svolge.
Vengono in mente le dichiarazioni della ex responsabile UAAR, Valentina Bilancioni:
«Carcano ha dimostrato di essere l’anello mancante tra l’homo sapiens e le anguille […]. La mia impressione è che sia quasi del tutto privo della capacità di valutare le persone, di creare relazioni e dinamiche di gruppo funzionali, di instaurare collaborazioni con realtà esterne, di motivare la base e ingenerare entusiasmo e carica nella piazza. Se non ci sono tali capacità, e magari il vuoto è riempito da qualche senso d’inferiorità, allora si rischia di far danni».
E di danni, il capo degli atei italiani, ne combina uno dopo l’altro.
Ad esempio, ha accolto sul Forum interno l’arrivo di un ennesimo ex iscritto con queste parole: «Uhm, tanto ho messo il dito nella piaga che si è arrivati a riesumare Di Lorenzo per replicare, confermando in tal modo esattamente la mia tesi: l’impegno contro l’Uaar è maggiore di quello a favore della laicità/incredulità».
Riesumare? Carcano tratta come cadaveri gli ex membri e prosegue rivelando, con lucida onestà, cosa sia accaduto in questi anni all’interno dell’UAAR: «Assemblee convocate e gestite irregolarmente, messaggi impropri inviati a soci ed ex soci (solo ad alcuni, beninteso) sfruttando gli elenchi messi a disposizione dall’associazione, continue accuse interne ed esterne all’associazione all’insegna del “mafiosi” condite di illazioni di svariato genere, sessuali comprese. Con tanto di supporto di sostenitori che hanno formulato minacce fisiche e che hanno sostenuto di pedinare i loro “avversari”: e fino al blitz nelle stanze d’albergo degli “avversari” con tanto di souvenir con accluso messaggio in codice. E questa è solo una parte di quanto accaduto».
Il responsabile dell’UAAR conclude con una considerazione generale su quale sia oggi il livello dell’associazione atea:
![carcano sfogo focus](https://www.uccronline.it/wp-content/uploads/2012/03/carcano-sfogo-focus.jpg)
A questo sfogo viene risposto in malo modo e l’autore è accusato di “pochezza”, altri ribadiscono le accuse di aver fatto epurare questa gente perché diretti concorrenti alla poltrona da responsabile dell’associazione.
La responsabile Adele Orioli e la bandiera dell’Unione Sovietica.
Infine, gli ex responsabili dell’UAAR fanno emergere imbarazzanti questioni legate anche ad Adele Orioli, braccio destro di Carcano.
Anche Orioli infatti, oltre alla epurata Bilancioni, ha aperto un blog dove viene denigrata l’UAAR e vengono presi in giro i vari responsabili regionali. Il portale, rivela l’ex responsabile Francesco Paoletti, venne fatto chiudere di nascosto da Carcano, senza alcuna conseguenza per la Orioli, mentre per Giacomo Grippa -come detto sopra- il solo essersi iscritto ad un blog ritenuto sgradito dall’associazione ha significato la totale epurazione.
Un altro utente ricorda a proposito di Adele Orioli che «alla manifestazione della Liberazione del 25 aprile 2008, a Roma, la nota insigne giurista nonché responsabile delle iniziative legali dell’Uaar sfilava tenendo lo striscione dell’associazione dopo essersi accuratamente avvolta ai fianchi a mo’di pareo una bandiera sovietica, con la falce e martello bene in vista. Non una maglietta (e già, a mio avviso, sarebbe stato sbagliato), ma addirittura una bandiera!».
A me, continua l’ex adepto, «pur essendo notoriamente “nostalgico” dell’Urss e derivati, di fare una cosa del genere non mi sarebbe mai neppure venuto in mente». Eppure, ancora una volta, tutto l’attivismo della omertosa gerarchia dell’associazione contro i dissidenti, non ha obiettato nulla alla Orioli. A supporto di queste accuse vengono citati numerosi testimoni.
Facciamo nostro il giudizio di un simpatizzante dell’UAAR: «Visto dall’esterno, con tutta franchezza, vedo in tutte queste manovre unicamente un gioco politico per il potere e la dirigenza fa una pessima figura e appare fondamentalmente incoerente per le critiche in questo senso mosse dall’UAAR alla Chiesa cattolica».
Sante parole…
La redazione