Papa Francesco contro le donne? E’ una bufala laicista

Bergoglio donneLa macchina del fango laicista procede a grandi passi contro papa Francesco, eletto il 13 marzo 2013. Segno e dimostrazione che lo Spirito Santo ha davvero ispirato la mente dei cardinali durante il Conclave, tant’è che chi odia i cattolici, impaurito, è elettrizzato per cercare di screditarne subito l’autorevolezza morale.

Ieri abbiamo smontato le accuse principali che arrivano dall’ex guerrigliere marxista Horacio Verbitsky, dal passato decisamente torbido dato che era membro dell’organizzazione terroristica Montoneros e responsabile di un attacco armato all’edificio Libertador (marzo 1976), nel quale persero la vita diversi civili innocenti. Egli è stato associato anche all’assalto alla caserma di La Tablada nel 1989, che ha causato la morte di 39 persone e decine di feriti. Il terrorista –definito in questi giorni “povero bugiardo” dal perorista Julio Bárbaro- ha accusato di complicità Bergoglio con la dittatura argentina. Nessuna prova, nessun indizio è stato trovato in ogni caso -come ha riconosciuto lui stesso su Repubblica-, è emersa solo la testimonianza dell’argentino premio Nobel per la pace, Adolfo Pérez Esquivel alla BBC: «Ci sono stati vescovi che erano complici della dittatura in Argentina, ma non Bergoglio». E’ intervenuta anche l’ex membro della Commissione Nazionale sui desaparecidos (CONADEP), creata dopo il ritorno alla democrazia, Graciela Fernández Meijide, che ha detto: «non esistono prove per collegare Bergoglio in collaborazione con la dittatura. Per niente. So invece che ha aiutato molta gente a lasciare il paese, sono sorpresa di alcuni commenti che tradiscono una visione cospirativa».

Un’altra accusa gira frenetica sul web, ovvero una citazione di Bergoglio contro le donne. Quand’era arcivescovo di Buenos Aires, avrebbe detto: «Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L’ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l’uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell’uomo, ma niente più di questo». E’ tutto falso, è un’ennesima bufala laicista. La frase viene riportata quasi sempre senza fonte, tranne in pochi casi in cui vi è scritto “Buenos Aires, 4 de junio 2007 (Télam)”. Télam è la più grande agenzia di stampa argentina, peccato che se si fa una ricerca nell’archivio di Télam, relativa agli articoli del 4 giugno 2007, non si trova nulla. Neppure se si immette nel motore di ricerca interno la presunta frase detta da Bergoglio (ovviamente in spagnolo, chiunque può provare).

Questo perché la bufala è nata nel 2007 quando Cristina Kirchner è stata candidata alla presidenza dell’Argentina. La citazione è stata inventata dal nulla ed è stata scritta per la prima volta su “Yahoo Answers” da un argentino con il nickname “Bumper Crop”, che ovviamente non ha citato alcun link. Lo scopo, è spiegato sui siti argentini, era inventare un attacco del cardinale Bergoglio alla Kirchner. Inoltre, la frase contraddice completamente la nota amicizia e l’ammirazione del pontefice per molte donne argentine che hanno ricoperto cariche politiche e che si sono con lui congratulate dopo la sua elezione a Pontefice. Una sua grande sostenitrice, ad esempio, è l’attivista per i diritti umani, Alicia Oliveira, salvata da lui dalla dittatura argentina, che ha raccontato di aver ricevuto da lui un mazzo di rose quando è stata licenziata dal ruolo di giudice della Corte suprema da parte del governo dittatoriale, mostrando in questo modo il suo totale sostegno.

Bergoglio con presidente Argentina

Infine: una ricerca approfondita su Google, spiegano i siti web anti-bufale, dimostra che prima di 13 marzo 2013 non vi è traccia di tali dichiarazioni in rete, tranne che, appunto, su Yahoo Answers. Questo è assurdo: se davvero i media argentini (o internazionali) avessero ricevuto dall’agenzia Télem (o da qualsiasi altra fonte attendibile) le dichiarazioni misogine dell’arcivescono di Buenos Aires, certamente le avrebbero pubblicate, montando, giustamente, uno scandalo. Questa è la prova definitiva. In queste ore, fortunatamente, anche qualche quotidiano importante comincia a riportare la verità, ma come sempre la risposta è troppo lenta rispetto alla diffusione della bufala diffamante. Alcuni politici del Costa Rica, per esempio, hanno già parlato ufficialmente di Papa misogino.

Tornando alle altre false accuse, quelle di complicità con la dittatura argentina di papa Bergoglio, un’ottima continuazione e approfondimento del nostro articolo è stata realizzata, oltre che da Avvenire, anche da Massimo Introvigne su La Nuova Bussola Quotidiana, dove ha spiegato che il caso, nonostante gli sforzi di questi giorni, è praticamente chiuso. La ricostruzione di Verbitsky è fantasiosa, soprattutto perché descrive un mondo bianco o nero, mentre la storia è ben più complessa: c’era davvero un pericolo di una deriva comunista, come a Cuba, e nei primi mesi della dittatura era diffusa l’idea che i militari potessero mettere ordine e dare ossigeno a un’economia moribonda, lo pensavano anche esponenti della sinistra politica argentina e anche numerosi esponenti cattolici, laici e religiosi. Poi le cose non andarono così, ma, nessuno poteva prevederlo. Quando poi le cose furono chiare, così come è avvenuto durante il nazismo, un aiuto silenzioso è stato preferito a parole di pubblica condanna della dittatura, che -come ha spiegato Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera«del resto non sarebbero state possibili se non a prezzo della vita», e oltretutto avrebbero certamente avuto come risultato un incremento reazionario di violenze, anche contro gli stessi cattolici.

Simone F.

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Ricercatori all’ONU: «aborto illegale aiuta la salute della donna»

Madre irlandeseNei Paesi sviluppati, dove l’aborto è illegale si registrano anche migliori tassi di mortalità materna. Abbiamo più volte citato questo dato, ma è stato recentemente confermato da un gruppo di ricercatori presenti alla  57a sessione della Commissione sullo status giuridico e sociale delle donne in seno alle Nazioni Unite.

Elard Koch (Santiago del Cile), Monique Chireau (North Carolina, USA), Donna Harrison (Illinois, USA) e Eoghan Faoite (Dublino, Irlanda) hanno spiegato che in Irlanda, dove l’aborto è giustamente illegale, il tasso di mortalità materna è vicino allo zero, decisamente inferiore ai tassi di mortalità di Paesi a loro volta sviluppati in cui l’aborto è legalizzato. Anzi, è dimostrato direttamente che l’aborto aumenta la mortalità materna e danneggia la salute delle donne.

Il dr. Eoghan di Faoite, membro del Committee on Excellence in Maternal Healthcare, ha in particolare affermato che l’Irlanda è sempre stata considerata dalle Nazioni Unite (ONU) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come uno dei luoghi più sicuri al mondo per le donne in stato di gravidanza, senza la necessità dell’aborto.

Ad esempio, mentre in Irlanda la mortalità materna è di 8 per 100 mila nati vivi, gli Stati Uniti hanno un tasso di tre volte superiore, 24 per 100.000, mentre il Sudan raggiunge il 75 per 100 000 nati vivi. Il ricercatore ha anche spiegato che il governo irlandese sta incoraggiando un pioneristico progetto di aiuto in Sudan dove al posto dell’aborto si fornisce alla popolazione femminile servizi di ambulanza , di professionalizzazione dei neonatologi e la fornitura di apparecchiature mediche alla clinica di maternità.

Se davvero si vogliono innalzare gli standard di salute materna e ridurre i tassi di mortalità materna, hanno concluso i ricercatori sulla base della letteratura scientifica oggi disponibile, l’aborto non dovrebbe essere considerato come una politica sanitaria pubblica, e la sua legalizzazione non dovrebbe essere vista come misura a favore della donna in stato di gravidanza.

Notizia di questi giorni sempre riguardante l’Irlanda: i tre giudici della Corte Suprema hanno confermato anche la criminalità del reato di suicidio assistito.

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Papa Francesco, le accuse al suo passato non tengono

BergoglioLa Chiesa cattolica ha di nuovo un Papa, il suo nome è Jorge Mario Bergoglio. Ancora vivo e dolce il ricordo di Benedetto XVI, sentiamo già di amare anche papa Francesco, nome che ha voluto scegliere e che sembra rispecchiare perfettamente il suo temperamento semplice e umile.

Lasciamo ad altri siti web e testate giornalistiche, certamente molto più capaci di noi, il compito di approfondire la sua figura e l’importanza di questa scelta, noi siamo più portati a rivolgerci agli avversari della Chiesa e a tutti coloro che trovano significativo avere del materiale utile per rispondere alle eterne accuse rivolte al mondo cattolico.

 

LE ACCUSE
L’aspetto che ci interessa affrontare (e su cui dovremo tornarci più volte) sono le accuse che sono state già rivolte a papa Francesco.  Arrivano da parte di un ex guerrigliere marxista, il giornalista Horacio Verbitsky, dal passato decisamente torbido dato che era membro dell’organizzazione terroristica Montoneros e responsabile di un attacco armato all’edificio Libertador (marzo 1976), nel quale persero la vita diversi civili innocenti. Egli è stato associato anche all’assalto alla caserma di La Tablada nel 1989, che ha causato la morte di 39 persone e decine di feriti. Il terrorista è stato em>definito in questi giorni dal perorista Julio Bárbaro, un «poveretto che, pur di scrollarsi le colpe di dosso, è capace di raccontare irrazionalità» e che «si va prosciugando con il passare del tempo […] ripete le stesse assurdità più volte». Fa parte, ha continuato Bárbaro, di quell’«un’ala stupida che pensa che chi la pensa diversamente da loro è un nemico». Questo signor Verbitsky ha accusato di complicità Bergoglio con la dittatura argentina nel libro L’Isola del silenzio (2006) e in alcuni articoli, dove ha parlato di un comportamento controverso a partire dal 24 marzo 1976, ovvero durante il periodo di dittatura in Argentina. Durante quegli anni, effettivamente, parte della chiesa argentina non è riuscita ad esprimere dure condanne verso il regime: alcuni parlano di complicità, altri -come vedremo- di semplice paura e cautela.

Il nome di Bergoglio emerge principalmente riguardo ad un fatto specifico: nel febbraio del 1976, un mese prima del golpe, Bergoglio a capo dei Gesuiti argentini –ed intenzionato a mantenere la non politicizzazione della Compagnia di Gesù- chiese a due gesuiti Orlando Yorio e Francisco Jalics, di lasciare la loro missione nelle favelas a causa dell’adesione esplicita alla ambigua Teologia della Liberazione, di chiaro stampo marxista. Poco prima del colpo di stato del 24 marzo 1976, ha voluto nuovamente avvertirli del pericolo offrendo loro rifugio nella casa dei gesuiti, ottenendo come risposta un rifiuto. Dopo questi fatti, i due sacerdoti vennero espulsi dall’ordine, e, sempre stando alla ricostruzione del giornalista, Bergoglio fece pressioni all’allora arcivescovo di Buenos Aires per toglier loro l’autorizzazione a officiare messa. Poco dopo il colpo di Stato, i due religiosi furono sequestrati, detenuti e torturati nella Scuola meccanica della Marina (Esma), simbolo delle violenze e delle torture contro i desaparecidos. Una volta liberati, dietro esplicite pressioni del Vaticano, uno di loro, Yorio, raccontò che quella espulsione dai gesuiti rappresentò una sorta di via libera per i golpisti (è poi morto per cause naturali). L’altro sacerdote, Jalics, ha invece buoni rapporti con Bergoglio. Il futuro Papa, dal canto suo, rispose alle accuse spiegando che il suo ordine di lasciare le baraccopoli, in realtà, era un espediente per metterli al sicuro.

 

NESSUNA PROVA O INDIZIO VALIDO.
In ogni caso, come giustamente ha riportato anche il Fatto Quotidiano, non ci sono testimonianze o indizi che provino il suo coinvolgimento. Infatti nessuna denuncia formale è stata mai depositata in un tribunale argentino. Il Foglio spiega: «Contestò l’apertura dei gesuiti alla Teologia della Liberazione, negli anni ’70 e questa posizione forse gli è valsa l’accusa ingiusta di connivenza con il regime dei generali, anche se peraltro non ci sono mai state prove nè indizi della sua vicinanza alla dittatura». Lo spiega anche Aldo Cazzullosul Corriere della Sera«Un’infamia alimentata dai nemici di Bergoglio indicò in lui l’ ispiratore del sequestro; era vero il contrario: il Provinciale andò di persona da Videla per chiedere la liberazione dei due religiosi, e agli atti della giunta militare risulta la richiesta di un passaporto per loro». Non si piegò mai, spiega ancora l’editorialista de il Corriere, ai caudillos, ai militari e ai politici, che si sono alternati alla guida dell’Argentina. L’assenza di prove è stata riconosciuta in queste ore dallo stesso accusatore principale, Horacio Verbitsky, intervistato da Repubblica, che spiega di non aver mai trovato prove e, nonostante abbia cercato per anni qualcosa, «non ci sono prove schiaccianti». Soltanto delle testimonianze, che però arrivano tutte da parte marxista, come lo è lo stesso Verbitsky. Anche Leonardo Boff, uno dei fondatori della Teologia della liberazione, ha affermato: «Sono incoraggiato da questa scelta, considerandola come pegno per una chiesa di semplicità e di ideali ecologici». Evidentemente anche lui non ha sostenuto le accuse rivolte al nuovo Papa, arrivate invece da suoi colleghi di ideologia. A chiudere, si spera, la questione è intervenuto oggi anche Adolfo Pérez Esquivel, pacifista argentino, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1980 per le denunce contro gli abusi della dittatura militare argentina negli anni Settanta. Ha spiegato alla BBC«Ci sono stati vescovi che erano complici della dittatura in Argentina, ma non Bergoglio», negando ogni validità alle accuse. E’ intervenuta anche l’ex membro della Commissione Nazionale sui desaparecidos (CONADEP), creata dopo il ritorno alla democrazia (atea e favorevole all’aborto), Graciela Fernández Meijide, che ha detto: «so che non c’è assolutamente nessuna prova che mostra la complicità di Bergoglio con la dittatura. Ho lavorato per anni sotto la dittatura nella “Asamblea Permanente por los Derechos Humanos”, ho ricevuto centinaia di testimonianze e in nessun momento è stato nominato Bergoglio. Ora sono nella CONADEP, ma nessuno lo ha mai menzionato, né come mandante, né come niente». Rispetto alle accuse sui due sacerdoti rapiti, anche lei ha confermato: «Bergoglio ha ripetutamente detto loro di andarsene perché temeva per loro, perché non sarebbe stato in grado di coprirli. Finché un giorno sono stati rapiti e torturati».

 

SALVO’ PRETI E LAICI DALLA DITTATURA
Tanti altri, come la Fernandez Meijide, non soltanto negano le accuse, ma indicano anche il suo ruolo estremamente positivo nel salvare numerose persone dalle mani della dittatura. Cazzullo, ad esempio spiega ancora che Bergoglio «si mosse per salvare preti e laici dai torturatori, ma non ebbe parole di condanna pubblica che del resto non sarebbero state possibili se non a prezzo della vita, e tenne a freno i confratelli che reclamavano il passaggio all’opposizione attiva». Una delle persone salvate dal futuro Papa è l’attivista per i diritti umani (dichiarata “difensore del popolo della città di Buenos Aires”, nel 1998) , Alicia Oliveira, diventata poi sua grande amica, che lo definisce un «uomo di una normalità estrema». In un’altra intervista ha affermato chiaramente: «quando ho denunciato la dittatura, lui era con me. Conosco l’impegno di Jorge: quando qualcuno ha dovuto lasciare il paese perché non riusciva a resistere, lo ha salutato con un pasto. E lui c’era sempre». E rispetto ai due sacerdoti rapiti: «Bergoglio ha parlato con tutti per farli liberare, anche con Massera e Videla». Andrea Velardi, ricercatore presso l’Università di Messina, ha affermato che i due gesuiti rapiti sono stati liberati «per l’opera silenziosa di Bergoglio che si mosse segretamente per riportare quei preti a casa, sani e salvi».

Dalla sua parte anche le madri di Plaza de Mayo, durissime (non del tutto a torto) nei confronti della gerarchia cattolica argentina. Anche l’Associazione 24 marzo, che ha spesso assunto la veste di accusatore, in tribunale, dei militari argentini, ha difeso Bergoglio. Il suo presidente, Jorge Ithurburu ha dichiarato: «Una cosa è la responsabilità della Chiesa cattolica come organizzazione, altra quella dei singoli. Bergoglio all’epoca non era neanche vescovo e di sue responsabilità individuali non c’è traccia, è evidente che l’episodio può essere letto in due modi: i capi dei due gesuiti sono responsabili di averli lasciati soli, o gli stessi capi sono intervenuti per ottenerne la liberazione. Propenderei per la seconda ipotesi: l’Esma non liberava nessuno per caso. Ma nessuno nella Chiesa ammetterà mai che è stata condotta una trattativa segreta, la Chiesa non parla di queste cose. La liberazione dei due sacerdoti resta però un fatto». In ogni caso, da presidente dei vescovi argentini, Bergoglio ha spinto la Chiesa argentina a pubblicare una sorta di mea culpa in occasione del 30esimo anniversario del colpo di Stato, nel 2006: “Ricordare il passato per costruire saggiamente il presente” era il titolo della missiva apostolica.

L’ex arcivescovo di Buonos Aires è riuscito a riparare la reputazione di una chiesa che ha perso molti seguaci non avendo saputo sfidare apertamente la dittatura argentina. «Bergoglio è stato molto critico nei confronti delle violazioni dei diritti umani durante la dittatura, ma ha sempre criticato anche i guerriglieri di sinistra. Egli non dimentica quella parte» ha scritto il suo biografo Sergio Rubin. Il premio Nobel Pérez Esquivel in un’intervista per Repubblica, ha aggiunto: «So bene che il nuovo Papa è accusato di non aver fatto abbastanza durante gli anni della dittatura e di essere implicato nella scomparsa di
due sacerdoti: ma io so che si è battuto di fronte ai militari per difendere delle persone, so che molte altre ne ha aiutate a fuggire. Non tutte le sue parole sono state ascoltate, i militari alla fine facevano quello che volevano. Ma non lo si può accusare di essere stato complice. Molti vescovi cercarono di fare cose durante la dittatura e non furono ascoltati: posso raccontare di quello che intervenne in mio favore, per mesi, cercando di farmi liberare. Non ci riuscì. Bergoglio ha cercato di aiutare le vittime della dittatura: nessuno di noi sa con precisione come e quanto, ma lo ha fatto, e non è poco»
.

 

APPROVATO DAGLI ANTICLERICALI
L’unica nota dolente che rimane è che il nuovo Papa piace anche a chi la Chiesa cattolica non la sopporta, come don Gallo, Vito Mancuso (che da gnostico martiniano ha ovviamente negato l’ispirazione dello Spirito Santo) e Alberto Melloni e perfino Hans Kung. Ci auguriamo che la loro conversione sia reale e persista nel tempo. Un capitolo a parte invece per Marco Politi, che recentemente (vedi l’ultima puntata su La7 di Piazza Pulita) ha mostrato di saper mettere da parte le sue tentazioni laiciste difendendo la Chiesa dagli attacchi di Odifreddi e don Alberto Maggi (altro prete mediatico e anticlericale). Questo il suo articolo sul nuovo Papa, speriamo in un nuovo modo di fare giornalismo, anche per lui.

 

Qui sotto il video dell’elezione di Papa Francesco

Simone F.

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Il linguaggio e l’unicità irriducibile dell’uomo

LinguaggioGli essere umani sono gli unici a poter combinare le parole in un modo complesso ed infinito, ovvero ad avere la capacità di sintassi. Questa dote è legata alla sua biologica e dunque questo fa pensare che anche la struttura biologica dell’uomo da qualche punto di vista è unica.

Secondo studi recenti, l’origine del linguaggio umano avrebbe le sue origini nel ritmo, in particolare da particolari espressioni ritmiche facciali, come lo schioccare delle labbra, a cadenza naturale, suggerendo che tra i machaci e i ritmi del linguaggio umano possa effettivamente esserci una comune origine evolutiva. Andrea Moro, docente di Linguistica generale alla Scuola Superiore Universitaria IUSS di Pavia, ha spiegato che il risultato però «non è affatto sorprendente. Nel mondo animale, infatti, esistono molti casi in cui viene utilizzato questo particolare processo, da alcuni insetti fino ai cani. Noi tutti riusciamo infatti a percepire che tipo di messaggio ci sta mandando un cane, ad esempio, ascoltando il ritmo con cui abbaia».

Ha a sua volta ribadito che «il linguaggio umano costituisce un fatto unico tra gli esseri viventi. Solo gli esseri umani, infatti, sono in grado, ricombinando parti del messaggio, di cambiarne il significato». Questa capacità, ha continuato Moro, «non è un fatto culturale, ma dipende strettamente da come è costruito il nostro cervello. Da questo si deduce che, se il linguaggio umano è unico tra tutti gli esseri viventi e se è agganciato alla struttura del cervello, allora anche quest’ultimo è unico». In poche parole, la sintassi è un fenomeno troppo complesso per poter essere ricondotto al semplice ritmo, come spiega il ricercatore: «attribuire al ritmo l’innesco evolutivo o la nascita del linguaggio è un passo davvero troppo azzardato, perché le proprietà matematiche della sintassi non possono essere ricondotte a un elementare fatto ritmico».

Sulla tematica del linguaggio e della unicità dell’essere umano si è soffermato in una recente intervista anche l’antropologo statunitense Ian Tattersal, curatore della divisione di Antropologia dell’American Museum of Natural History di New York, spiegando che «noi non siamo una versione “migliorata” degli scimpanzé. Ma una presenza senza precedenti sul nostro pianeta, non solo per anatomia ma anche per potenziale cognitivo». Ed ancora, prendendo le distanze dal neodarwinismo riduzionista: «Non un cammino graduale verso una sensibilità umana unica, ma qualcosa che interviene d’improvviso nella storia evolutiva, forse innescato dalla comparsa del linguaggio». Ovvero, la differenza uomo-animale non è soltanto quantitativa ma qualitativa, un salto ontologico non giustificabile con una spiegazione naturalistica.

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Sondaggi Rasmussen: forte legame tra chiesa e americani

Washington Prepares For Pope Benedict XVI's VisitSecondo un recente Rasmussen Reports la maggior parte degli americani si sente legato alla chiesa locale o ad una organizzazione religiosa. 

Solo il 12% ha detto di sentirsi “molto legato” ad associazioni di beneficenza locali o gruppi locali ricreativi, che sono i secondi classificati. Dopo di essi associazioni sportive, gruppi teatrali e schieramenti politici (7%) in coda alla classifica.

In particolare il 54% degli americani adulti si sente legato alla chiesa locale, di cui il 34% si dice “molto legato”, mentre il 25% non si sente legato ad una chiesa locale o una organizzazione religiosa. Nel sondaggio non vengono specificate le differenze tra le chiese cattoliche e protestanti.

In un altro sondaggio, sempre realizzato da Rasmussen, dovendo scegliere tra i diversi livelli di comunità a cui essere fedele al di fuori della propria famiglia, la maggior parte degli americani sceglie la loro chiesa e il loro paesePiù di un terzo degli adulti (35%) individua la Chiesa come soggetto a cui è più fedele dopo la famiglia, mentre  il 31% sceglie il proprio Paese.

Un terzo sondaggio, questa volta soltanto tra i cattolici, ha rilevato un’opinione positiva o estremamente positiva sul pontificato di Benedetto XVI. Il 68% dei cattolici e il 77% dei cattolici praticanti ha detto che il Papa emerito ha avuto un impatto positivo o molto positivo sulla loro vita, mentre il 12% ha detto che ha avuto un impatto negativo.

A sottolineare indirettamente questo legame c’è il recente successo della miniserie televisiva “The Bible”, che ha portato per l’ennesima volta sul piccolo schermo le vicende descritte nel Nuovo e Antico Testamento. E’ stata la trasmissione più vista del 2013 con ben 13 milioni di telespettatori, ovvero come la prima puntata del Festival di Sanremo del 2012

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In Arkansas vietato uccidere dopo le 12° settimane

12 settimaneLo stato americano dell’Arkansas (USA) ha approvato una legge che proibisce l’aborto dopo le 12 settimane di gravidanza, ovvero quando diventa possibile ascoltare i battiti cardiaci del feto con apparecchiature ad ultrasuoni.

La scienza medica procede ed è ormai impossibile continuare ad ignorare che nel dibattito sull’aborto ci sono in gioco due esseri umani, la madre e il concepito, il quale non ha meno diritti soltanto perché l’occhio umano ancora non lo vede. Le leggi abortiste, anche quella italiana, obbliga la donna a non uccidere il concepito dopo un certo termine ma, come la scienza mostra, l’individuo umano unico e irripetibile è tale fin dal concepimento.

In ogni caso quella dell’Arkansas è la legge più restrittiva nei confronti dell’interruzione di gravidanza mai approvata negli Stati Uniti da quando la Corte suprema americana ha dato il via libera all’aborto nel 1973. La misura è stata varata dal Parlamento statale, che dall’inizio dell’anno è controllato dai repubblicani, con maggioranze tali da superare persino il veto del governatore dello Stato, Mike Beebe e grazie anche all’appoggio di non pochi democratici.

I gruppi Usa abortisti hanno annunciato ricorsi anche a livello federale, sostenendo che la legge contraddice la storica sentenza Roe Vs Wade pronunciata dalla Corte suprema Usa. Ma esiste già una importante sentenza, quella della Corte Suprema dell’Alabama, che nel febbraio 2012 ha sfidato proprio la Roe Vs Wade sostenendo che gli assunti di tale legge sono ormai sorpassati dalla stessa medicina e dalla medesima embriologia, essendo trascorsi ben quarant’anni di ricerche, studi ed approfondimenti medici, giuridici e filosofici sul punto.

Un’altra buona notizia dagli USA arriva dal Mississippi, dove anche l’ultima clinica per aborti sta per essere chiusa. Ha infatti ricevuto una notifica di revoca della licenza in quanto non riesce a soddisfare i requisiti sanitari minimi richiesti dalla legge. Negli ospedali pubblici non ci sono fortunatamente medici che vogliono uccidere un essere umano. Anche il altri Stati americani la situazione è simile: in South Dakota, North Dakota e Arkansas esiste solo una clinica per aborti disponibile.

Negli USA il rispetto per la vita umana continua a crescere ed esponenzialmente aumentano anche le violenze reazionarie contro i pro-life. In questi ultimi mesi non si hanno notizie di aggressioni fisiche che hanno invece caratterizzato il 2012, tuttavia nel Texas, ad esempio, un piccolo cimitero dedicato in memoria dei feti umani uccisi con l’aborto è stato trovato completamente danneggiato il 26 gennaio 2013. A Chicago, invece, venti persone hanno spezzato e gettato nella spazzatura 500 bandiere blu e rosa che alcuni studenti avevano chiesto di poter posizionare nel giardino della DePaul University, la più grande università cattolica della nazione, in memoria del 40° anniversario della legalizzazione dell’aborto. Le bandiere rappresentavano il numero dei bambini non nati abortiti ogni giorno.

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Il “pin” dell’Universo: una scelta razionale

Universo 
 
di Umberto Fasol*
*preside e docente di scienze naturali in un liceo scientifico

 
 
 

Ci sono delle cose, nella vita, che si possono scegliere, altre no. La costante gravitazionale G (0,0000000000667), la costante alfa o di struttura fine, di Sommerfeld (1/137), la velocità della luce nel vuoto (c = 299.792.458 m/sec), la costante di Plank (662 preceduto da 33 zeri, dopo la virgola) sono valori molto precisi, che non si possono scegliere. O meglio, sono già stati scelti una volta per tutte. E non sono più modificabili. Sono “i numeri dell’Universo” (J.Barrow) o costanti universali.

Tutto quello che vediamo e che costituisce l’Universo, esiste nella forma che ha, proprio grazie alla combinazione di questi quattro numeri, ciascuno preso fino alla sua ultima cifra decimale. Da questi numeri deriva la materia che esperimentiamo. E’ il codice PIN dell’Universo. Il film iniziato con il “big bang” ancora 13,7 miliardi di anni fa, è partito proprio perché “è stata digitata” questa unica e determinata sequenza di numeri.

Ci sono stati tentativi falliti? Nessuno può dirlo. Certo, con questi numeri è partito il più grande spettacolo del Mondo e sappiamo anche che con altri non sarebbe mai partito. O questi oppure… niente. Perché “sono stati scelti” questi numeri? Non lo sappiamo. Non esiste alcun algoritmo, né una teoria scientifica in grado di rendere ragione del loro valore. La stessa domanda si può rivolgere alla fisica, all’astronomia, alla chimica e alla biologia: “perché esistono le leggi scientifiche?” Perché esiste la forza di gravità, data dal prodotto delle masse, diviso il quadrato della loro distanza e moltiplicato per una costante piccolissima? O ancora perché esiste la forza elettrica?

In ambito biologico: perché esiste il codice genetico? Sappiamo infatti che non esiste alcun motivo per cui alla tripletta UUU debba corrispondere l’amminoacido fenilalanina: è una pura convenzione, come accade in ogni codice che si rispetti (E. Boncinelli). Perché esiste la meiosi, ovvero il processo di due divisioni cellulari che porta alla formazione esclusiva di cellule riproduttive nelle gonadi, dotate di corredo cromosomico dimezzato? Anche qui, non esiste alcun motivo materiale per cui i cromosomi degli spermatogoni debbano appaiarsi per poi separarsi in modo rigoroso, in funzione di una fecondazione di cui non hanno mai avuto esperienza né conoscenza. Cosa sanno gli spermatozoi dell’esistenza degli ovuli da fecondare?

Insomma… possiamo scegliere se tenere un cane oppure un gatto, possiamo scegliere dove abitare o quali vestiti indossare ma… non possiamo scegliere se vivere un giorno di più o di meno, o il metabolismo delle nostre cellule o l’aria che respiriamo, o ancora il cielo che vorremmo sopra di noi. Soprattutto, non possiamo scegliere un mondo diverso da questo.  Il tessuto dell’essere ci precede e ci segue: noi fluttiamo in esso.

Ora arrivo al punto della questione che per me appare più interessante e particolarmente intrigante. Ci si chiede: “queste costanti e queste leggi che danno sussistenza al Mondo e lo fanno esistere… rimandano ad un Creatore che le ha scelte tra infinite possibilità oppure la scienza arriverà un domani alla loro comprensione?” La risposta per conto mio non può che essere una sola: se le possibilità sono infinite e tra loro nessuna risulta privilegiata, significa che è avvenuta una vera e propria “estrazione” di numeri.

Nulla potrà mai giustificare una scelta se non un criterio di razionalità che, come diceva Wittgenstein, dev’essere esterno al sistema (“il senso del Mondo dev’essere fuori di esso”). Perfino la lavatrice e il forno a microonde hanno il programma “intelligente” tra le loro possibilità… l’Universo e la vita no? L’informazione potrà mai essere spiegata da qualcosa che non sia a sua volta informazione?

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Studio canadese: «l’aborto aumenta il rischio di nascite premature»

Bambino prematuroAncora un altro studio, questa volta condotto in Canada, ha trovato un chiaro legame tra l’aborto indotto e un rischio molto più elevato di gravidanze successive che terminano in parto prematuro. Il che è preoccupante, non foss’altro che i nati prematuri sono più soggetti ad andare in contro a gravi problemi di salute, come: paralisi cerebrale, autismo, ritardo mentale, epilessia, cecità, sordità, disturbi polmonari e infezioni gravi.

La ricerca è stata condotta presso il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia della McGill University di Montreal, su registri di donne che hanno partorito tra aprile 2001 e marzo 2006. Su un totale di 17,916 donne incluse nello studio, 2276 (13%) erano state in precedenza sottoposte a un aborto indotto, e 862 (5%) erano state sottoposte a due aborti indotti.

I ricercatori hanno scoperto che in media, le donne che avevano avuto un aborto indotto avevano il 45% in più di probabilità di avere parti prematuri a 32 settimane, il 71% di avere parti prematuri a 28 settimane, e il 117% di avere nascite premature a 26 settimane. Lo studio ha così constatato un aumento esponenziale del rischio di nascite premature nelle donne che hanno avuto più aborti.

La letteratura scientifica che si occupa di parti prematuri in donne già sottopostesi ad aborti indotti è piuttosto cospicua, considerati gli studi scientifici effettuati già a partire dagli anni 80. L’ultimo studio pubblicato risale all’agosto 2012, quando la rivista medica “Human Reproduction” rese noto che su 300.858 madri finlandesi, 31083 avevano avuto un aborto prima di un parto prematuro tra il 1996 e il 2008, 4417 ne aveva avuti due e 942 ne avevano avuti tre o più.

 “I nati estremamente prematuri, prima delle 28 settimane di gestazione, sono 129 volte più a rischio di paralisi cerebrale rispetto ai nati a giusto termine, secondo l’analisi effettuata nel 2008 dalla dottoressa Eveline Himpens” – ha affermato Brent Rooney, direttore della “Reduce Preterm Risk Coalition” (RPRC) di Vancouver – “e i neonati molto prematuri (meno 32 settimane di gestazione) sono 55 volte più esposti al rischio di paralisi cerebrale rispetto ai nati in tempi normali.”

Giovanni Balducci

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L’impresentabile SNAP e Marco Politi

SnapSe uniamo un giornalista impresentabile, Marco Politi, ad un’impresentabile associazione, la SNAP, la bomba è assicurata. Ed è quello che è successo nell’ultimo articolo di Politi, noto vati-laicista del Fatto Quotidiano.

Su Tempi.it è stato giustamente scritto che lui, assieme ai suoi amici Marco Ansaldo (Repubblica), Massimo Franco (Corriere della Sera) e, aggiungiamo noi, Alberto Melloni (Corriere della Sera), si stanno scatenando più che mai in questi giorni, illudendosi di condizionare le scelte dei Cardinali e avere «un conclave a loro misura». «L’obiettivo è sempre lo stesso», si legge su Tempi.it. «Da duemila anni a questa parte. Da che un tale tentò Cristo nel deserto. E da che re, imperatori, potenze di ogni feudo e colore, tentano di legare il Vicario di Cristo dove vogliono loro, padroni di questo mondo. Mandare Gesù nella soffitta delle immaginette ammuffite. Varare un “Conclave democratico”. Una volta volevano il Papa alla carolingia o alla sveva. Ieri le potenze dell’Asse lo volevano pulito come la razza ariana. O di classe come le armate di Stalin. Oggi chiedono una chiesa formato New York Times». I nostri disinformatori quotidiani si eccitano per i peccati dei membri della Chiesa, che sono come tutti gli uomini: infedeli e peccatori. «Continuate pure a scagliare le vostre pietre. Farisei. E scribi. Sta scritto: “Non praevalebunt”».

Marco Politi usa questa volta il cardinale Mahony per aggredire Benedetto XVI, sostenendo che «non ha mosso un dito per bloccare Mahony. Eppure papa Ratzinger aveva tutti poteri – poteri assoluti come si conviene al sommo pontefice – per spogliare della porpora il cardinale insabbiatore». Ma il card. Mahony agì in buona fede, ha applicato l’approccio professionalmente suggerito allora per tutte le istituzioni, tant’è che non è soggetto a nessuna sanzione canonica o penale e ha perfino segnalato alla polizia due sacerdoti pedofili. Rispetto agli altri casi su cui è contestato, furono gli psicologi e la polizia a sbagliare sul conto dei pedofili, e Mahony a fidarsi di loro, ma non ha responsabilità dirette. Sul Corriere della Sera, infatti, che lo ha intervistato, si è giustamente riconosciuto che «è stato proprio Mahony a prendere forti iniziative per risolvere il problema. Quando ha lasciato la diocesi nelle mani del suo successore (2011) la mala pianta era stata effettivamente “estirpata”». Su tutto questo è anche molto interessante quanto dice uno dei maggiori formulatori della “tolleranza zero” attuata dalla Chiesa, grazie a Benedetto XVI, ovvero mons. Scicluna. Insomma Politi non conosce i fatti di cui pretende di parlare oppure è in malafede, e non è certo una novità sconvolgente.

Il vati-laicista de Il Fatto, non contento, va anche a citare la Snap, bizzarra organizzazione statunitense delle vittime di abusi sessuali, che ha pensato di mettere all’indice dodici cardinali partecipanti al conclave accusandoli di aver coperto preti pedofili. Chi sono questi porporati? Praticamente tutti i “papabili”: Norberto Rivera Carrera (Messico), Oscar Rodriguez Maradiaga (Honduras), Timothy Dolan (New York), Angelo Scola (Italia), George Pell (Australia), Dominik Duka (Repubblica Ceca), Tarcisio Bertone (Italia), Donald Wuerl (Washington), Marc Ouellet (Canada), Sean O’Malley (Boston), Leonardo Sandri (Argentina), Peter Turkson (Ghana). E’ ovviamente una goliardata, anche Politi lo sa ma fatica a prenderne le distanze. Il suo istinto laicista vorrebbe sostenere questo elenco, ma sarebbe troppo anche per lui e si è limitato ad una timidissima presa di distanza: «un porporato come O’Malley, per dire, è noto per la tenace opera di pulizia svolta nella diocesi di Boston e dunque la lista dà anche l’impressione di essere stata stilata soprattutto con l’obiettivo di suscitare polemiche».

Occorre ricordare quel che Politi non vuole dire, ovvero che la Snap è completamente impresentabile, come viene bene descritto qui: David Clohessy, leader di SNAP, inveisce contro la Chiesa cattolica perché non ha denunciato presunti abusatori sessuali alla polizia, ma ha ammesso che lui stesso non ha chiamato la polizia quando ha saputo di un prete che molestava un adolescente. Egli accusa la Chiesa di mentire, ma ha ammesso sotto giuramento di aver pubblicato notizie false contro la Chiesa. Dice che la Chiesa manca di trasparenza, ma si rifiuta di rivelare le fonti dei suoi finanziatori e non intende presentare ai tribunali i documenti con i quali accusa ai sacerdoti. La Snap a causa dei suoi dubbi metodi di conduzione delle indagini non è stata ammessa dalla BBB, agenzia di rating delle charities statunitensi, tra le “charity”. Uno dei maggiori collaboratori della Snap, inoltre, Dr. Steve Taylor, è stato arrestato nel 2008 per possesso di oltre 100 video-immagini pedo-pornografiche, e i responsabili dell’associazione hanno continuato a difenderlo chiedendo alla magistratura di “chiudere un occhio”, guardando alla carriera positiva di Taylor. Nonostante la condanna e l’arresto, la Snap lo ha promosso definendolo uno dei “capi” dell’organizzazione. Nessuno si è mai scusato con le persone da loro seguite per averle messe in contatto con un potenziale pedofilo. Su questo sito web tante altre informazioni utili per inquadrare meglio la Snap.

Tornando a Politi, dopo aver detto quel che lui non ha voluto dire (oppure semplicemente non sapeva, che è ancora peggio per uno che vuole fare il vaticanista), il suo articolo prosegue con le solite minacce catastrofiste contro la Chiesa (“se non fate come dico io…!!!”) e i banali consigli, che giustamente rimarranno inascoltati.

C’è una parola che bussa alla porta di questi giornalisti: onestà intellettuale. È l’ora di rendere conto.

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Cresce il numero di seminaristi in Spagna

Seminaristi Il 19 marzo le diocesi spagnole celebrano “il giorno del seminario” e, in queste settimane che precedono, solitamente la Conferenza Episcopale spagnola pubblica i dati relativi ai seminaristi

I numeri pubblicati riflettono un possibile “effetto GMG”, ovvero l’influenza che ha avuto sulle vocazioni la Giornata Mondiale della Gioventù, svoltasi proprio in Spagna nel 2011. Infatti durante l’anno 2010-2011 la Spagna ha contato 1.227 seminaristi, mentre per l’anno accademico 2012-2013 i numeri sono cresciuti a 1307, 80 futuri sacerdoti in più (+6,5%) rispetto a prima della GMG.

I seminari che hanno assistito ad un maggiore incremento sono quello di Alcalá, Getafe, Valencia, Saragozza, Cartagena e Toledo. La città di Barcellona non sembra invece aver beneficiato dell'”effetto GMG”, aveva 26 seminaristi prima e oggi ne ha 22.  

In ogni caso il numero generale di seminaristi sembra in costante aumento nel corso degli ultimi anni: nel 2010-2011 c’erano 1227 seminaristi; nel 2011-2012 erano 1.278; nel 2012-2013 sono 1.307 seminaristi. Secondo  i dati della Conferenza Episcopale, nell’ultimo anno sono stati ordinati 133 sacerdoti seminaristi in Spagna, 11 in più rispetto all’anno precedente, con un incremento del 9%. 

Piccoli numeri, piccoli incrementi, ma per la vecchia, stanca e ideologica Europa secolarizzata vogliono dire molto.

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