Francia, la sinistra progressista umiliava donne e neri
Il razzismo a sinistra. I caporedattori dei principali quotidiani della sinistra progressista francese, come “Liberation”, “Vice France” e l'”Huffington Post”, organizzavano campagne di cyberbullismo contro donne, omosessuali e persone di colore. Contemporaneamente si ergevano a paladini dei diritti delle minoranze. La maschera dei falsi moralisti.
Quasi nessuno sta parlando dello scandalo in corso in Francia, dove si è scoperto che molte delle principali firme della sinistra progressista partecipavano attivamente ad un gruppo Facebook -chiamato “Ligue du LOL”– in cui si organizzavano attacchi di cyberbullismo ai danni di giornaliste, omosessuali e persone di colore.
Gli insulti e le molestie erano orchestrate in particolare dai giornalisti Vincent Glad e Alexandre Hervaud del quotidiano Liberation, il sosia francese del giornale italiano Repubblica. Non è certo un caso che il maggior azionista è stato fino al 2008 l’imprenditore italiano Carlo Caracciolo, fondatore proprio di Repubblica e de L’Espresso. Nei giorni scorsi è emerso che altre due redazioni sono coinvolte nel cyberbullismo: l’Huffington Post e Vice France.
Stagiste umiliate e “quota scimmie” nella redazione della rivista “Vice”.
In particolare, all’interno di Vice esisteva un gruppo di una ventina di giornalisti chiamato “Les Darons” che, nella redazione di Vice France -tra una scrivania e l’altra- umiliavano le stagiste e le giornaliste più giovani con epiteti irripetibili (arrivando fino ad approcci fisici molesti). Ma non è finita, tre ex dipendenti hanno rivelato -facendo aprire un’indagine interna- che i caporedattori della rivista hanno introdotto una “quota scimmie” per indicare tutti i dipendenti neri della filiale francese. La nota inviata alle risorse umane di Vice, continua così: «Fondato sul cameratismo maschile, il gruppo, con parole degradanti e emoticon esplicite, insulta le donne, gli omosessuali e i neri dell’ufficio».
La giornalista Berenice ha trascorso diversi anni presso Vice e ha raccontato come fino a poco tempo fa venivano assunte donne soltanto in base alle caratteristiche fisiche, le quali erano sfruttate e malpagate. Gli uomini godevano di «una sorta di impunità», mentre le donne venivano puntualmente umiliate.
Lo scandalo a “Liberation”: cyberbullismo contro le minoranze.
Gran parte dello scandalo è stato svelato da una campagna di Liberation, almeno fino a quando -come accennavamo- si è scoperto che anche i giornalisti del quotidiano della sinistra progressista francese erano implicati nella vicenda. Il giornale è stato costretto a sua volta ad aprire un’indagine interna, scoprendo che i propri giornalisti erano coinvolti nelle umiliazioni verso donne e persone di colore tramite il gruppo Facebook già citato. Nella sua lettera di scuse, il direttore editoriale di Liberation, Laurent Joffrin, ha espresso “vergogna”, annunciato il licenziamento di due giornalisti e promesso che «avvierà una riflessione sulle regole che devono governare l’espressione dei giornalisti sui social network quando non parlano a nome del giornale.
Si ergono ogni giorno a paladini dei “diritti”, ma il progresso ha perso la maschera.
Ogni giorno questi quotidiani, per mano dei propri giornalisti, si ergono a paladini del politicamente corretto, fanno gli arbitri della morale e bollano come “medioevali” tutti coloro che non la pensano come loro. Liberation e, in particolare, Vice si sono distinti per una campagna a senso unico a favore del mariage pour tous, la legalizzazione delle nozze gay in nome dei “diritti” verso le minoranze. Addirittura -anche nella versione italiana- esiste una vera e propria sezione “LGBTQ” a fianco delle classiche “Politica”, “Attualità”, “Cultura” ecc. Per non parlare dello schieramento a favore di liberalizzazione delle droghe, eutanasia, pornografia, “diritti riproduttivi” e tutti i vari gli idoli del progresso.
Come si immaginava, è tutta apparenza. Una maschera da falsi moralisti che si indossa nelle redazioni dei quotidiani per apparire in linea con i tempi, almeno quando si battono le dita sulla tastiera vergando l’ennesimo articolo in difesa dei “diritti”. Mentre contemporaneamente -come è stato svelato-, nell’altra finestra del monitor, si umiliano senza vergogna neri, donne e omosessuali.
La redazione