Pio XII nascose gli ebrei nei conventi, nuove prove
Lo storico Antonello Carvigiani ha scoperto un nuovo documento che prova la richiesta di Pio XII di salvare e nascondere gli ebrei nei conventi. E’ il memoriale delle suore di Santa Maria dei Sette Dolori di Roma, che tra l’altro nascosero loro stesse 103 ebrei nel monastero.
Lentamente, anno dopo anno, la leggenda sui silenzi “colpevoli” di Pio XII verso gli ebrei viene smantellata.
Negli ambienti accademici la questione è piuttosto chiara, la drammatica scelta di Papa Pacelli di non intervenire pubblicamente a favore degli ebrei vittime del nazismo fu dovuta al preservare gli stessi ebrei da rivendicazioni naziste, ma anche per tutelare le comunità cattoliche in Germania.
Che il rischio fosse più che concreto lo si capì il giorno dopo la lettura pubblica nelle chiese tedesche dell’enciclica Mit brennender Sorge, un attacco al cuore del nazionalsocialismo scritta dal card. Pacelli in tedesco nel 1937. I nazisti, furiosi, reagirono chiudendo molti istituti religiosi, arrestarono diversi preti (in molti finirono nei lager) de altri furono impediti nell’esercizio delle loro funzioni.
Pio XII, pur evitando tutto questo, si attivò tramite altri canali e fece nascondere centinaia di ebrei nei monasteri e nei conventi. Un altro documento, emerso proprio in questi giorni, lo dimostra.
Lo storico Carvigiani scopre un nuovo documento.
Si tratta del memoriale redatto dalle suore del monastero di Santa Maria dei Sette Dolori, a Trastevere, in via Garibaldi 27 a Roma.
Sarà pubblicato a breve dallo storico Antonello Carvigiani sul prossimo numero della rivista Nuova Storia Contemporanea.
Ecco cosa si legge nel diario delle religiose, scritto in contemporanea agli eventi:
«Le truppe tedesche perseguitano ovunque uomini, e li deportano nei campi di concentramento. In particolare perseguitano gli ebrei e li fanno morire nelle camere a gas. In tale frangente, ebrei – fascisti – soldati – carabinieri e borghesi cercavano rifugio negli istituti religiosi, che con grave pericolo aprono le porte per salvare vite umane. È questo il desiderio espresso, ma senza obbligo, dal Santo Padre Pio XII, che per primo riempie di rifugiati il Vaticano – la Villa di Castelgandolfo e San Giovanni in Laterano».
Anche le stesse autrici del memoriale nascosero molti ebrei, correndo un grosso rischio in quanto il monastero si trovava di fronte ad una caserma dei carabinieri requisita dai nazisti.
Nel diario esprimono preoccupazione per i rifugiati e faticano a tenere sotto controllo i bambini ebrei che si avvicinano pericolosamente alle finestre: «…i soldati che hanno occupato la caserma qui davanti al nostro cancello stanno sempre guardando con i binocoli, e siccome hanno già sentore di qualche cosa, possono irrompere da un momento all’altro dentro il monastero e portarli via».
Secondo Carvigiani, il memoriale di queste suore e di altri diari redatti da altri monasteri (come quello di Santa Susanna e di Santi Quattro Coronati) conferma una disposizione giunta dal Vaticano, scritta o orale. La stessa dichiarazione delle suore di aver accolto il desiderio di Pio XII ne offre prova.
Renzo De Felice calcolò 103 ebrei salvati dalle suore.
L’opera delle suore dei Sette Dolori era in parte già nota, ne parlò Renzo De Felice nella Storia degli ebrei sotto il fascismo (Einaudi 1961), scrivendo che il monastero nascose e salvò 103 ebrei.
Nel memoriale, invece, si riferisce di 150 persone: «Sono intere famiglie con molti bambini… per dar posto a tanta gente, abbiamo ceduto parecchie stanze nostre, e ci siamo ristrette in poche stanze. Il locale sopra la chiesa, detto il Noviziato, è pieno di gente e le famiglie hanno formato con i cartoni dei piccoli recinti…».
Probabilmente, De Felice si riferì solo agli ebrei, mentre le suore accolsero anche antifascisti, giovani e oppositori del regime.
La gratitudine degli ebrei verso Pio XII nel dopoguerra.
Nel dopoguerra, anche il ringraziamento pubblico a Papa Pacelli da parte di diversi ebrei è significativo.
Di fronte a ciò, nel 2016 l’emittente inglese BBC dovette scusarsi per aver trasmesso un falso servizio televisivo contro Pio XII.
Tra i tanti ebrei ricevuti in Vaticano da Pio XII alla fine della guerra vi fu anche Liliana Segre, superstite dell’Olocausto ed oggi senatrice a vita. Il Vaticano cercò attivamente di liberare lei e la sua famiglia dal campo di Auschwitz-Birkenau.
Lo storico Andrea Riccardi ha ricordato che l’allora giovanissima Liliana Segre, inginocchiatasi come da protocollo, venne fatta alzare da Pacelli, dicendole: «Alzati! Sono io che dovrei stare inginocchiato davanti a te».
La redazione