Chiamparino: «la religiosità è indispensabile per comunità e ha valore pubblico»

Massimiliano Menichetti, inviato di Radio Vaticana ha intervistato Sergio Chiamparino, sindaco della città di Torino ed esponente del Partito Democratico, in merito alla visita che farà Benedetto XVI alla Sacra Sindone domani.

Egli ha risposto: «Torino è una città che è immersa nel pieno di una metamorfosi economica e sociale, è una città che ha saputo e sa reagire, sia sul piano economico che sul piano sociale. Da Benedetto XVI: mi aspetto che nel suo messaggio incoraggi questo lavoro. Vorrei anche ricordare che Torino è una città che ha una storia, com’è noto, di santi “sociali”, che forse facilita rispetto ad altri luoghi l’individuazione di quello che io considero il necessario riconoscimento del valore pubblico della religiosità. E’ abbastanza facile intravederlo attraverso la storia di don Bosco, ma bisogna vederlo, però, anche attraverso tutto ciò che la religiosità suggerisce dal punto di vista del comportamento pubblico. Secondo me, questo è molto importante, perché è la premessa per poter trovare soluzioni che sul piano dei diritti ed anche dei doveri consentano ad una comunità di essere effettivamente tale».

Aggiornamento 2/5/10: Il sindaco di Torino ha accolto con queste parole il Santo Padre: «Benvenuto a Torino, Santità. La accolgono fede e ragione, unite. Come sa Torino ed il Piemonte è fin dall’Ottocento patria di grandi santi sociali, tra i quali Giovanni Bosco, Giuseppe Cafasso e il Beato Frassati. Anime illuminate che seppero interpretare i bisogni del loro tempo. Uomini e donne che scelsero di lavorare in strada accanto agli ultimi, che scelsero i poveri e che furono costruttori di opere di carità. Forse anche per il valore di questa eredità è più facile a Torino capire quale valore possa avere la fede per la società civile. Torino da sempre sa riconoscere valore pubblico della religiosità. Credenti e non sono chiamati a riflettere sul senso profondo della Sindone che muove in ciascuno di noi meditazioni autentiche e suscita attenzione nella sofferenza e nel bisogno dell’altro» (cfr. Ultimissima 2/1/10)

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