Il card. George Pell, una condanna piena di dubbi

george pell abusiIl cardinale George Pell è stato condannato in primo grado per abusi sessuali quando era vescovo di Melbourne. Ma un famoso sacerdote australiano, che ha seguito tutto il processo, sottolinea le contraddizioni dell’accusa e l’impossibilità che i fatti si siano svolti come descritti, ai quali però ha creduto la giuria.

 
di Frank Brennan*
*sacerdote e attivista per i diritti umani

da The Australian, 26/02/19
 
 

Il card. George Pell è stato condannato all’unanimità. A dicembre, una giuria di 12 suoi concittadini lo ha riconosciuto colpevole di cinque reati di abusi sessuali su minori. Il cardinale si è dichiarato innocente e ha fatto appello.

La giuria ha impiegato tre giorni per deliberare dopo un processo di quattro settimane. Il processo era, in effetti, una ripetizione. Al primo processo, la giuria non aveva trovato un accordo e riguardava due presunte vittime, una delle quali era morta. Il denunciante, che non può essere identificato, non ha fornito nuove prove per il nuovo processo.

 

Ecco per cosa è condannato il card. Pell.

I fatti risalgono ad eventi accaduti nel 1996 o nel 1997, quando il denunciante era un ragazzo di tredici anni nella cattedrale di St Patrick a Melbourne e Pell era da poco arcivescovo di Melbourne. Il denunciante ha affermato che il primo abuso si è verificato dopo una solenne Messa domenicale, celebrata da Pell, nella seconda metà del 1996, il 15 dicembre 1996 o il 22 dicembre 1996.

Il denunciante ha detto che lui ed un altro ragazzo del coro hanno lasciato la processione liturgica, si sono recati in sagrestia e hanno iniziato a bere il vino utilizzato durante la Messa. L’arcivescovo arrivò non accompagnato, li punì e poi, mentre indossava i suoi copiosi paramenti liturgici, li abusò sessualmente. Il denunciante ha riferito che la porta della sagrestia era spalancata e che vedeva passare i chierichetti lungo il corridoio. Il denunciante ha detto che lui e l’altro ragazzo sono poi tornati nei loro posti del coro, che in quel momento stava provando alcune canzoni natalizie.

Questi due ragazzi sono rimasti nel coro per un altro anno e mai hanno parlato della vicenda. Il denunciante ha sostenuto che circa un mese dopo i fatti, sempre in seguito ad una messa domenicale presieduta dall’arcivescovo, Pell arrivò lungo il corridoio fuori dalla sacrestia, dov’erano presenti anche molti coristi, afferrò il denunciante, lo mise contro il muro e strinse saldamente tra le mani i suoi genitali. Il denunciante ha riferito che Pell non conosceva nessuno dei due ragazzi e mai ebbe più rapporti con loro da lì in avanti.

 

Una ricostruzione impossibile, la difesa era riuscita a dimostrarlo.

L’accusa sostiene così che Pell, durante la sua prima o seconda Messa solenne domenicale come arcivescovo della città, decise per qualche sconosciuta ragione di abbandonare la processione e i suoi assistenti liturgici, affrettandosi all’ingresso della sacrestia senza essere accompagnato dal suo Maestro di cerimonie, monsignor Charles Portelli, mentre la processione liturgica non si era ancora conclusa. L’avvocato di Pell, Robert Richter, ha sottolineato le numerose contraddizioni e le improbabilità inerenti a molti dei dettagli di questa narrazione.

Mons. Portelli e il sacrestano della diocesi, Max Potter, hanno dichiarato che mai avrebbero potuto lasciare solo l’arcivescovo dopo una Messa solenne, oltretutto è noto che l’arcivescovo Pell si fermava abitualmente all’ingresso della cattedrale dopo la messa per salutare i parrocchiani, impiegando di solito da 10 a 20 minuti, prima di tornare in sacrestia per svestirsi dai paramenti in compagnia del suo maestro di cerimonie.

Ho ascoltato le prove pubblicamente disponibili e ho letto la maggior parte della trascrizione del processo, trovando molte delle critiche dell’avvocato della difesa, Richter, piuttosto convincenti. Chiunque abbia familiarità con lo svolgimento di una Messa solenne in Cattedrale, con tanto di coro, saprebbe che è davvero improbabile che il vescovo, senza gravi ragioni, possa lasciare la processione e ritirarsi in sacrestia senza essere accompagnato.

Sono inoltre stati chiamati testimoni con paramenti liturgici che hanno fornito prove convincenti sull’impossibilità di praticare un abuso sessuale indossando la lunga veste bianca (detta camice o l’alba). Il camice non può essere sbottonato, le uniche aperture sono piccole fessure sul lato che consentono l’accesso alle tasche dei pantaloni sottostanti. Inizialmente il denunciante ha riferito alla polizia che Pell aveva separato i suoi paramenti, ma il camice utilizzato durante le cerimonie non può essere separato, è come un vestito senza cuciture. In una seconda occasione, il denunciante ha detto che Pell aveva invece spostato i paramenti a lato, ma il camice è fissato con una fascia e non può essere spostato di lato.

Purtroppo la polizia non ha mai ispezionato i paramenti durante le indagini, né l’accusa ha dimostrato che i paramenti potevano essere separati o spostati di lato, come sostenuto dal denunciante. L’accusa secondo cui i reati erano stati commessi immediatamente dopo la Messa da un arcivescovo con ancora addosso la tunica, con una porta spalancata in piena vista del corridoio, mi sembra incredibile.

 

Le prove non condannano Pell, che però non è riuscito a dimostrare la sua innocenza.

Sono rimasto molto sorpreso dal verdetto. La mia unica conclusione è che la giuria deve aver ignorato molte delle critiche espressamente apportate da Richter e che, nonostante il denunciante fosse confuso su ogni genere di cose, la giuria deve comunque aver pensato – come effettivamente è avvenuto – che i bambini sessualmente violati non ricordano sempre i dettagli di tempo, luogo, abbigliamento e postura. Sebbene il denunciante avesse sbagliato ogni genere di descrizione, la giuria deve aver creduto che Pell avesse comunque commesso qualcosa di terribile. I giurati devono aver giudicato il denunciante onesto e affidabile, anche se molti dei dettagli che ha fornito sono improbabili se non impossibili.

L’accusato si è trovato nella situazione di dover provare la sua innocenza piuttosto che fosse l’accusa a dover provare la colpevolezza. Il verdetto sarebbe stato diverso se Pell avesse fornito prove a suo discapito? Chi può dirlo? Tutto ciò che si può dire è che, sebbene la difesa sembrasse avere un terreno solido nel sostenere che le circostanze hanno reso palesemente inconsistente la narrativa avanzata dall’accusa, non è riuscita ad ottenere l’assoluzione. Il verdetto è stato irragionevole?

Posso solo sperare e pregare affinché il denunciante sappia trovare un po’ di pace e sia in grado di andare avanti con la sua vita, a prescindere dall’appello. Se l’appello fallisse, spero e prego che il cardinale Pell, diretto verso la prigione, non diventi la vittima di una nazione ferita in cerca di un capro espiatorio. Se l’appello dovesse avere successo, la polizia dovrebbe rivedere l’adeguatezza dell’indagine su queste gravi accuse penali. Ci può essere verità e giustizia per tutti gli individui coinvolti in questi fatti. E questa è ancora la mia speranza.

 

AGGIORNAMENTO 27/02/19, ore 9
Sul quotidiano d’informazione australiano ABCnews sono stati sintetizzati gli argomenti dell’accusa e della difesa e chiunque si può fare un’idea della forte confutazione prodotta dall’avvocato difensore di George Pell rispetto alla debolezza degli argomenti dell’accusa. In particolare il maestro delle cerimonie della cattedrale, mons. Charles Portelli, ha testimoniato di aver sempre accompagnato l’arcivescovo Pell e di averlo aiutato, come da prassi, a vestirsi e spogliarsi nelle messe domenicali durante le quali sarebbero avvenuti gli abusi. Inoltre, la difesa ha constatato che nessun altro testimone ha corroborato le accuse del denunciante e l’altra presunta vittima aveva detto ai suoi genitori, poco prima di morire per overdose nel 2014, di non essere mai stato molestato mentre era un corista.

Consigliamo anche la lettura dell’articolo apparso oggi sul National Review, intitolato: “Perché la causa contro il cardinale George Pell non regge. Forti dubbi sulla sentenza sono apparsi sul New York Post e, questa mattina, su Il Foglio, a firma di Giuliano Ferrara.

 

AGGIORNAMENTO 27/02/19, ore 10
I feroci antipapisti, a partire da Lorenzo Bertocchi de La Verità, si sono immediatamente avventati sulla notizia. Gianluca Veneziani ha subito esultato su Libero: “Il tesoriere del Papa è un pedofilo. Amen!”. Peccato che il card. Pell sia sempre stato anche un prediletto di Benedetto XVI, lo scrisse Sandro Magister nel 2012, e Antonio Socci lo ha definito «un grande cardinale» perché ha sempre celebrato la Messa tridentina. L’agenzia catto-progressista Adista si allarmò quando Papa Ratzinger chiamò Pell in Vaticano e, rispondendo all’esultanza del blog tradizionalista messainlatino.it, criticò la scelta: «il suo nome ha mandato in fibrillazione gli ambienti tradizionalisti e lefebvriani, è infatti uno degli esponenti più conservatori dell’episcopato cattolico».

La redazione

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33 commenti a Il card. George Pell, una condanna piena di dubbi

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  1. lorenzo ha detto

    Ad ottobre, una diversa giuria aveva emesso un verdetto di innocenza per 10 voti contro 2: la cosa non è piaciuta al giudice il quale ha licenziato la giuria che non aveva emesso una sentenza di condanna nei confronti del card. Pell e ne ha scelta un’altra che, guarda caso, lo ha condannato.

    • Panthom ha detto in risposta a lorenzo

      Aggiungo anche:

      1) Non sono giudici, ma sono rappresentanti del popolo.

      2) La prima vittima è anonima, la seconda vittima è morta dicendo che non è mai stata abusata.

      3) La dinamica del presunto stupro è assurda, impossibile che si sia verificata.

      4) La difesa aveva testimoni a favore di Pell, non si conoscono testimoni a favore dell’accusa.

    • Pierfrancesco de Cataldo ha detto in risposta a lorenzo

      la cosa non è piaciuta al giudice il quale ha licenziato la giuria

      Colossale panzana.
      Nello Stato australiano di Victoria il verdetto della giuria, affinché sia valido, dev’essere emesso all’unanimità (12-0) o a larga maggioranza (11-1) altrimenti si parla di “hung jury” e deve per legge procedersi alla sua sostituzione. Piaccia o non piaccia al giudice; non è lui che decide.
      Ciò detto, che la precedente giuria fosse “hung” nella misura di 10-2 è un’indiscrezione, un rumor non confermato né confermabile, atteso che, nel caso di una hung jury, il numero dei giurati pro o contro non viene diramato per ovvi motivi (non influenzare la giuria che va a sostituirla).

      • lorenzo ha detto in risposta a Pierfrancesco de Cataldo

        Grazie per l’informazione che non conoscevo.
        Il 10-2 non mi risulta sia stato confutato, mentre mi risulta che divenuto di pubblico dominio dopo che la seconda giuria aveva emesso la sentenza.

  2. Francesco [FdN] ha detto

    Purtroppo non si possono vedere le carte vere e proprie, certo che per quanto riportato, anche sui giornali americani… mi pare proprio un processo persecutorio.
    E la Chiesa dovrebbe poi a sua volta colpire (e non coprire) persone giudicate in questo modo?

    • Emanuele ha detto in risposta a Francesco [FdN]

      Attenzione a dividere le due cose.

      Primo, i colpevoli veri vanno perseguiti e puniti, senza sconti.

      Secondo, nei casi di palese persecuzione, la Chiesa non deve lasciarsi soggiogare.

      Purtroppo spesso è avvenuto il contrario, con colpevoli coperti e vittime sacrificali abbandonate a loro stesse.

      Speriamo che il sinodo sia stato un punto di svolta decisivo… Che Dio ci aiuti.

      • Francesco [FdN] ha detto in risposta a Emanuele

        > con colpevoli coperti e vittime sacrificali abbandonate a loro stesse.

        Certo, questo è un grande male, ma comunque, però se ne parla… ed è un problema che si sta affrontando.
        Chi sbaglia, deve rispondere e le vittime consolate e risarcite.

        Però sta venendo alla luce anche che ci sono i cosiddetti “flasi positivi”.
        Vista la fallacità della giustizia umana e giudici e giurie che si lasciano facilmente imbrigliare in logiche giustizialiste, mi chiedevo anche quanti sacerdoti innocenti condannati, ci possano essere.

        • Emanuele ha detto in risposta a Francesco [FdN]

          Quanti siano i sacerdoti condannati ingiustamente, non è facile a dirsi (forse bisognerebbe vedere quante revisioni di processi ci sono state)

          Invece si può stimare la proporzione tra condannati ed accusati. Il rapporto John Jay rileva che:

          – circa 4400 sacerdoti sono stati accusati di molestie in 52 anni (circa il 4% del totale dei preti americani).

          – di questi, circa 1000 sono stati denunciati formalmente.

          – di questi, 384 sono stati processati e 252 condannati

          Quindi i condannati rappresentano circa il 6% degli accusati (e peraltro lo 0.2% del totale dei sacerdoti)

  3. Sebastiano ha detto

    Tranquilli, lo assolveranno (magari fra un bel po’ di annetti), ma sui giornali non ne apparirà la benché minima traccia.
    E gli indignati salottieri à la page (che poi fanno parte della stessa compagnia di merende che piagnucolava per la triste sorte di un Polansky, predatore sessuale vero), piuttosto che chiedere scusa, si faranno venire il solito vuoto di memoria.
    Così va il mondo.

    • Emanuele ha detto in risposta a Sebastiano

      Sta anche alla Chiesa come istituzione ed a noi fedeli fare sì che non passino in sordina né le condanne né le assoluzioni.

      Sappiamo purtroppo che anche nei casi di cronaca laica (es. Rignano Flaminio) quando per fortuna l'”orco” si è rivelato solo una fantasia, la stampa si dimentica le scuse per il fango gettato e mai concede trasmissioni in prima serata e titoli a 5 colonne. Ormai, solo lo scandalo ed il sensazionalismo sembrano fare notizia.

  4. Emanuele ha detto

    Incredibile… Questa volta siamo allineati con Tosatti!

  5. Paolo ha detto

    È qualcosa di assurdo, difficile da mandar giù. Senza parole

  6. giuliano ha detto

    Penso che prima o dopo la verità verrà a galla. Ma tutto questo casino sul Cardinale non avrà come contraltare un corrispondente approfondimento sui media. Dalle mie parti un dirigente sportivo è stato accusato di pedofilia (con riscontri oggettivi praticamente nulli e solo vaghe testimonianze della mamma di un piccolo sportivo); dopo circa 2 anni il fascicolo dalla Procura è stato chiuso… ma intanto l’uomo è stato rovinato, diffamato e psicologicamente annullato.
    Ovviamente se un pedofilo è individuato (qualunque sia la sua posizione nella società) deve essere messo in guardina e la chiave buttata via; su questo non ci piove.

  7. Luca ha detto

    Leggo oggi che gli avvocati difensori (DIFENSORI)allo scopo di alleggerire le aggravanti avrebbero dichiarato che si trattò di un semplice atto di penetrazione sessuale in cui il bambino non partecipava attivamente.

    Detto questo sul fatto in sè per la cronaca e constatato che anche volendo dalle malelingue non c’é difesa possibile (episodi ne conosco anch’io e di persona) penso che se vogliamo il bene della Chiesa bisogna che di questi mali se ne parli apertamente e senza omissis. Gli innocenti si difendono da soli con i loro atti e la loro carità, non con il nostro cieco fideismo. Anche posto che si tratti di un errore di giudizio (sempre possibile), nella Chiesa questi sospetti non dovrebbero trovare mai alcun pretesto.

    • lorenzo ha detto in risposta a Luca

      Se stai parlando del caso Pell, mi potresti citare per favore la tua fonte dato che, per quello che ho letto io, gli avvocati difensori hanno prodotto testimoni i quali affermano che, per il Cardinale, sarebbe stato impossibile rimanere solo con la presunta vittima?
      I presenti al processo affermano che sono state ritenute vere le affermazioni della presunta vittima anche se si è ripetutamente contraddetta e corretta ed indipendentemente dalle affermazioni dei testimoni.

    • lorenzo ha detto in risposta a Luca

      Ho trovato scritto quello che tu affermi in questo articolo online del “Huffpost”
      https://www.huffingtonpost.it/2019/02/27/carcere-per-george-pell-cardinale-pedofilo-al-processo-il-suo-legale-disse-fu-una-semplice-penetrazione_a_23679421/
      che, nel titolo dell’articolo scrive:
      “Difesa choc del suo legale al processo: “Fu una semplice penetrazione””,
      mentre nell’articolo si legge:
      “Il principe del Foro australiano Robert Richter ha affermato che uno dei reati “non era più di un semplice episodio di penetrazione sessuale (plain vanilla sex, l’espressione usata, ndr) in cui il bambino non partecipava attivamente”. L’avvocato ha fatto questa affermazione-boomerang allo scopo di chiedere una condanna meno grave”.

      Nel titolo del “Huffpost” si legge quindi che l’avvocato, a differenza di quanto riportano altri giornali, abbia esplicitamente affermato che il card. Pell ha avuto rapporti sessuali con la vittima.
      Nell’articolo si legge invece “che uno dei (5) reati (di cui il Cardinale era accusato) “non era più di un semplice episodio di penetrazione sessuale” ed è l’articolista stesso ad insinuare che “L’avvocato ha fatto questa affermazione-boomerang allo scopo di chiedere una condanna meno grave” e, per dare maggior peso a quanto sostiene, riporta anche alcuni virgolettati senza però far capire da che esatto contesto sono state estrapolati.

      Siccome su altri giornali si legge che l’avvocato afferma che il card. Pell non avrebbe potuto aver rapporti sessuali col ragazzo a motivo dei paramenti indossati, della mancanza di tempo e della presenza costante di altre persone, o l’avvocato difensore afferma ora una cosa ora l’altra o il titolo del “Huffpost” è “leggermente” di parte.

      • Panthom ha detto in risposta a lorenzo

        L’avvocato se ne è uscito con questa affermazione veramente idiota commentando la pena sproporzionata rispetto al fatto contestato, ma sempre dicendo che comunque Pell non l’ha commesso. Informatevi prima magari…

    • Emanuele ha detto in risposta a Luca

      L’avvocato si è già scusato per la frase infelice.

      Ha chiarito che voleva sottolineare che non ci sono aggravanti per le accuse. Parlava delle accuse, non di un’ammissione di responsabilità contro il Card. Pell.

      Attenzione ad estrapolare le frasi dal contesto… Vediamo ora il tempo di reazione dei media italici.

  8. Flora ha detto

    redazione, ma è vera questa cosa ? dove sta scritta ? a me sembra in totale contrasto rispetto a tutte le dichiarazioni conosciute del cardinale e della difesa

  9. Sabatino Mazzotti ha detto

    Mi domando come mai si è aspettato che arrivasse a una condanna così severa, ancorché in primo grado,senza aver fatto una indagine canonica per accertare quanto accadde all’epoca dei reati contestati.
    Già da tempo circolavano le accuse sul card. Pell, da Roma avrebbero potuto e dovuto fare le indagini del caso.
    Questa condanna, all’indomani della chiusura del vertice in Vaticano, rischia di far apparire aria fritta quanto i buoni propositi di vescovi e papa.

    • lorenzo ha detto in risposta a Sabatino Mazzotti

      Se tutti i testimoni sono a favore di Pell e non esiste un solo testimone che confermi le molteplici versioni fornite dalla presunta vittima, su cosa volevi indagare?

  10. Psicoterapeuta ha detto

    Passo 1 “Preserva la tua integrità morale”

    Scomunica per tutti i sacerdoti pedofili,questo non risolve la piaga ma esclude già in partenza che ci si possa dichiarare cattolici e contemporaneamente essere pederasti/pedofili,anche se continua quel sacerdote ha perso ogni prerogativa,non è più cattolico ma uno scomunicato.

    Passo 2 “I pastori devono imparare come dare la caccia ai lupi”

    Creazione di un organismo di controllo interno dedito solo a dare “la caccia al pedofilo fino ai confini della terra”,con tanto di centralini antiabuso dove si possono denunciare anonimamente gli abusi,segnalato un probabile abuso tu avvii internamente le indagini,per me puoi anche riempirli il posto in cui vive di cimici o metterli sotto controllo tutte le telecomunicazioni incluso internet pc e telefoni,non ha importanza,e non mi lascerei bloccare dagli scrupoli e dalla morale.I pederasti e i pedofili infatti tendono ad adescare le loro vittime nelle chat e sui social,per questo è di vitale importanza mettere sotto controllo le telecomunicazioni.Cosi si fanno le indagini non sui “forse”,perché cosi tu lo cogli in fragranza di reato.

    Passo 3 “Il leviatano”

    Consegna immediata al potere giudiziario di tutti i pedofili ove ci sia un’alta probabilità che un reato sia stato eseguito.L’organo del punto 2 deve collaborare chiaramente con le istituzioni giudiziarie delle varie nazioni durante la fase delle indagini.

    Se anche i casi non scendessero a 0 li decrementeresti notevolmente.Metodologicamente voi cosa fareste?

    • Pierfrancesco De Cataldo ha detto in risposta a Psicoterapeuta

      Passo 4 – Definitiva chiusura dei seminari minori. Al seminariato saranno ammessi solo maschi che hanno completato la maturità sessuale.

    • lorenzo ha detto in risposta a Psicoterapeuta

      Non credi che il primo passo sia fare distinzione tra pedofilia, ebefilia ed efebofilia e, dato che stiamo parlando di chierici, anche tra abusi eterosessuali ed omosessuali?
      Il secondo poi, verificata prontamente l’eventuale sussistenza delle accuse, consegna immediata dell’accusato alla giustizia civile affinché faccia il suo corso: nell’eventualità poi che determinati abusi contro i minori non siano ritenuti, in alcuni stati, reato, la Chiesa non deve mai dimenticare che sta scritto: “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.”

      • Psicoterapeuta ha detto in risposta a lorenzo

        Per me indipendentemente dalle condizioni sessuali di partenza e interessante rilevare il metodo piuttosto,che ti interessa rivelare in che condizioni avvenga un caso di pedofilia/pederastia se omosessuale o eterosessuale a te interessa arginare il fenomeno,raggiungendo un obbiettivo:quello di far decrescere gli abusi possibilmente avvicinandoti a 0 casi.Secondo la mia modesta opinione,le condizioni sessuali in base a cui avvenga un abuso sono di secondaria importanza,in quel momento non sarebbero nemmeno più clerici,ma persone scomunicate,come compiono l’abuso.A poco importanza se sia un clerico o un secolare,l’importante è farlo smettere di abusare.E siccome si può essere innocenti, il punto era trovare un metodo che ti consenta di prenderlo con una certezza del reato,e quel metodo corrisponde esattamente al metodo con cui si prendono i pedofili indipendentemente che siano clerici o laici,indipendentemente dal fatto che siano abusi di natura omosessuale o eterosessuale.Spetta a voi trovare quel metodo e da parte dello Stato,o meglio degli Stati delle nazioni, dare tutto il supporto possibile,perché quel fenomeno cessi.

        • lorenzo ha detto in risposta a Psicoterapeuta

          La pena massima che può comminare la Chiesa è la riduzione allo stato laicale, e questa può colpire solo un chierico in quanto i laici sono già laici: la scomunica, oggi come oggi, non è certamente un freno alla pedofilia.
          Riguardo a quello che potrei fare io contro gli abusi nella Chiesa, a parte denunciare qualsiasi caso venga a mia conoscenza, posso solo rammaricarmi dell’occasione persa dal summit della scorsa settimana in Vaticano che non ha voluto prendere atto che la stragrande maggioranza delle vittime degli abusi sui minori compiuti dai chierici sono maschi.

  11. alessandro pendesini ha detto

    Ho letto su seri giornali :
    “La Chiesa ha distrutto i registri degli autori di abusi sessuali nelle sue file, ha ammesso sabato 23 gennaio il cardinale tedesco Reinhard Marx, uno stretto consigliere di Papa Francesco, parlando ad un vertice dedicato all’argomento in Vaticano”.
    Domanda alle persone competenti in materia : trattasi di una bufala o di verità indiscussa ?
    Grazie per la risposta

    • lorenzo ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Trattasi purtroppo di verità: io credo che il card. Marx, che non fa mistero di essere gay friendly, abbia ritenuto meno grave distruggere i registri degli abusi piuttosto che far sapere che, anche in Germania, la stragrande maggioranza degli abusi compiuti dai chierici è nei confronti dei maschi: non è forse vero che, anche in Belgio, la stragrande maggioranza degli abusi contro i minori è compiuta da chierici tramite atti omosessuali?

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a lorenzo

        Trattasi purtroppo di verità….
        Lorenzo ti ringrazio per la risposta
        A questo punto possiamo affermare che chi mente una sola volta, puo’ benissimo mentire diverse volte, anche per tutta la vita o millenni ?
        Questa esecrabile faccenda dimostra quanto sia fondamentalmente onesta e integra la gerarchia del Vaticano, e questo da circa 2000 anni, i papi in primis o comunque complici !
        Come potrei (potete) aderire al cattolicesimo, ad esempio, e difendere a volte accanitamente il Vaticano & C° quando si scoprono comportamenti simili assolutamente ripugnanti indegni di persone che pretendono essere i porta-parola della Verità e vicari di Cristo?

        “Potete ingannare alcune persone tutto il tempo. Potete anche ingannare tutte le persone un certo tempo. Ma non potete ingannare il mondo eternamente ” (Abraham Lincoln)

        • Emanuele ha detto in risposta a alessandro pendesini

          I reati sono personali, dei sacerdoti, non della Chiesa.

          Oppure, siccome ci sono giudici condannati per corruzione e calunnia, dobbiamo asserire che tutta la magistratura è corrotta ed inattendibile?

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