Amnesty viola i diritti umani dei suoi dipendenti

amnesty international Sconcertante indagine su Amnesty e l’ambiente di lavoro tossico subito dai propri dipendenti. Oltre ad aver tradito i valori fondanti, è diventata una lobby pro-aborto nei Paesi in via di sviluppo. In 4 anni ha perso metà dei volontari.

 

Un ambiente di lavoro “tossico”, bullismo, umiliazioni pubbliche e abusi di potere. Questa è la descrizione usata dai dipendenti di Amnesty International per descrivere il clima che si respira nell’organizzazione internazionale che si dice essere il baluardo della difesa dei diritti umani.

 

Gli sconcertanti risultati dell’indagine: il 40% dei dipendenti subisce umiliazioni.

È quanto emerge da un’indagine interna effettuata dalla stessa Amnesty su un campione di 475 dipendenti, che corrisponde al 70% dello staff del Segretariato generale. Uno studio dovuto dopo il suicidio di due dipendenti, Gaëtan Mootoo e Rosalind McGregor, morti legate alle vessazioni subite sul posto di lavoro.

Addirittura il 39% dei dipendenti di Amnesty dichiara di aver sviluppato un problema mentale o fisico causato dall’ambiente di lavoro e dalla cultura lavorativa dell’organizzazione. «La causa del mio stress è il modo in cui sono trattato da Amnesty e non il lavoro che faccio», ha detto uno degli intervistati.

Nel report emerge «una vera e propria cultura del bullismo», ma anche abusi di potere, nepotismo e razzismo. Umiliazioni pubbliche dei dipendenti inflitte dai responsabili di Amnesty, discriminazioni sessuali e di razza. Nel comunicato emesso dalla stessa Amnesty si prende atto che «dato lo statuto di Amnesty e la sua missione di proteggere e promuovere i diritti umani, il numero di casi riportati di bullismo, razzismo e sessismo è sconcertante».

 

Sponsor dell’aborto nei paesi del Terzo mondo: il legame è il disprezzo per la vita.

Un’indagine che è stata silenziata dai grandi media, nonostante l’enorme contraddizione di una ONG per i diritti umani al cui interno vengono sistematicamente violati. D’altra parte sono stati completamente traditi i valori del fondatore di Amnesty, un ebreo convertito al Cattolicesimo, Peter James Henry Solomon (alias Peter Benenson). Il fondatore salvava vite, mentre oggi l’opera che ha fondato è un affare di morte.

Come già abbiamo avuto modo di segnalare, Amnesty è in prima linea nell’operare indebite pressioni per l’introduzione dell’aborto nei paesi in via di sviluppo (oltre ad essere sponsor di qualunque evento della comunità Lgbt). E’ nata con un nobile intento, difendere i diritti inviolabili enunciati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, oggi spaccia come diritti umani persino la legalizzazione della prostituzione e della droga.

Non è certo un caso che, in appena quattro anni, ha perso più della metà dei suoi volontari, oltre che, ormai da anni, il sostegno del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Sarà per il radicale tradimento dei valori fondanti e/o per l’ambiente tossico di lavoro che denunciano i suoi stessi dipendenti. Certamente Amnesty ha bisogno di imparare cosa siano i diritti umani, di certo non lo sono l’uccisione di bambini non ancora nati né le umiliazioni che pratica sistematicamente verso i propri dipendenti. In comune c’è sempre una cosa: il disprezzo per la vita umana.

La redazione

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4 commenti a Amnesty viola i diritti umani dei suoi dipendenti

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  1. Sisco ha detto

    Il cattolico oggi deve fare i conti con un modo di pensare che vede le popolazioni indigenti come incapaci di mantenere dei figli; l’idea che sta alla base di ciò è: come evitare che si facciano figli quando non si è in grado di mantenerli. E’ lo stesso atteggiamento che giustifica l’eutanasia per evitare sofferenze al malato terminale. Due visioni del mondo figlie della stessa ideologia che non si può ignorare, per quanto abberrante possa sembrare!

    • Mastro Titta ha detto in risposta a Sisco

      Non la si ignora: la si combatte.

    • EnnesimoUtente ha detto in risposta a Sisco

      Vero, si aspetta sempre di avere le disponibilità sufficienti per avere dei figli… cosa che così facendo non avverrà mai, perchè i soldi non bastano mai.
      Bisogna saper fare delle rinunce, bisogna capire che è dal sacrificio come dono di se stessi che nasce la vera felicità. I miei genitori hanno rinunciato ad un sacco di cose materiali per potermi crescere, ma questa cosa in loro non ha generato tristezza, anzi…

      Invece di insegnare il rispetto della persona (che presuppone la non mercificazione del sesso che deve essere il coronamento dell’amore coniugale)si vuole controllare la crescita demografica consentendo dei veri e propri infanticidi. E se il punto di partenza è calpestare la vita umana… tutto il resto non può che essere peggio!

  2. giuliano ha detto

    In rete non si trovano conferme di queste accuse …
    Bene. Abbiamo trovato la condizione necessaria e sufficiente per negare quanto scritto. Si è trovata la fonte definitiva della verità: lunga vita al WWW.

    Il cosidetto Pontificio Consiglio della giustizia e della pace si rifiuta tutt’ora di firmare moratorie contro tortura e pena di morte per i gay e con tutta la chiesa è denunciato, da molti osservatori internazionali per violazioni dei diritti umani quindi citarlo è solo controproducente.
    Balle, balle e balle. La “non citazione” per una serie di balle è poi un vera chicca.

    Che vi piaccia o no una donna ha diritto di abortire (di certo non al nono mese) e questo concetto non lo cambierete di certo diffamando Amnesty International.
    Se non c’è rischio di vita per la donna l’assassinio di un essere indifeso è solo conseguenza di ignavia, paura o vigliaccheria. E’ vero invece che ignavia e vigliaccheria possono diventare un “diritto” (dal punto di vista giuridico ovviamente). Il “di certo non al nono mese” è quanto di più ipocrita si possa scrivere sulla questione.

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