La Prima Lettera ai Corinzi e il dibattito sul Gesù storico

gesù storico paolo di tarsoNella Prima Lettera ai Corinzi un resoconto risalente a due o tre anni dopo la morte di Gesù, attestato dai principali studiosi contemporanei. Ancora prima dei Vangeli, era di pubblico dominio il cuore dell’annuncio cristiano: la morte, la resurrezione e le apparizioni di Gesù di Nazareth.

 

Quando si tratta del Gesù storico, uno dei passaggi neotestamentari più importanti è certamente 1 Corinzi 15, 3-7. Ovvero, la Prima lettera ai Corinzi scritta da Paolo di Tarso, datata dalla comunità scientifica nel 50-55 d.C., circa vent’anni dopo la crocifissione del Cristo.

In particolare, a focalizzare l’attenzione è il versetto in cui l’apostolo delle genti confessa: «Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto» (1Cor 15,3-7).

Per quale motivo queste parole di San Paolo sono così determinanti? Perché tutti i più importanti studiosi del Nuovo Testamento, credenti o non credenti, concordano sul fatto che l’apostolo sta qui trasmettendo una tradizione risalente a pochissimi anni dopo la morte di Gesù. Oltre al fatto che è ammesso dallo stesso Paolo e che utilizza paredoka e parelabon, termini greci equivalenti alla consegna e alla ricezione della tradizione rabbinica (1 Cor 11,23), l’apostolo impiega parole chiaramente non paoline, tra cui: “apparizione”, “per i nostri peccati”, “secondo le Scritture”, “i Dodici” ecc. Sono frasi che Paolo non ripeterà più nelle sue lunghe lettere alle prime comunità cristiane.

Il filosofo William Lane Craig ha giustamente osservato che l’unico momento in cui egli può aver appreso questo racconto è «la visita che lui stesso menziona» alla comunità cristiana di Gerusalemme (guidata da Pietro e Giacomo), «avvenuta tre anni dopo la sua conversione sulla via di Damasco». Secondo lo studioso agnostico Bart. D. Ehrman, «Paolo deve aver incontrato Cefa e Giacomo tre anni dopo la sua conversione, ricevendo le tradizioni che riportò nelle sue lettere, verso la metà degli anni Trenta, diciamo nel 35 o nel 36. Le tradizioni che ereditò erano, ovviamente, più vecchie e risalivano probabilmente a un paio d’anni circa dopo la morte di Gesù. Ciò dimostra in modo lampante quanto fosse di pubblico dominio, immediatamente dopo la data tradizionale del suo decesso o quasi, che Gesù fosse vissuto e morto» (Did Jesus Exist? HarperCollins Publishers 2012, p. 132).

 

I principali studiosi (anche atei): “1Cor 15,3-7 risale a due anni dopo la morte di Gesù”.

L’eminente storico del cristianesimo primitivo, Gary Habermas, ha raccolto in un articolo peer-review del 2006 le conclusioni dei principali studiosi (anche critici, agnostici o non credenti) sulla Prima lettera ai Corinzi. «Gli studiosi contemporanei», ha scritto Habermas, «concordano che l’apostolo Paolo è il principale testimone delle prime esperienze di resurrezione. Un ex avversario, Paolo, afferma che Gesù risorto gli apparve personalmente. Il consenso accademico è piuttosto attestato e poche altre conclusioni sono più ampiamente riconosciute del fatto che in 1 Corinzi 15, 3-7 Paolo registra una tradizione orale antica. Questo resoconto pre-paolino riassume il contenuto centrale dei Vangeli, cioè che Cristo morì per il peccato degli uomini, fu sepolto, resuscitò dalla morte e poi apparve a molti testimoni, sia individui che gruppi» (G. Habermas, Experiences of the Risen Jesus: The Foundational Historical Issue in the Early Proclamation of the Resurrection, Dialog: A Journal of Theology, Vol. 45; No. 3 (Fall, 2006), pp. 288-297).

Hebermas cita alcuni esempi. Come il filosofo ateo Michael Martin, sostenitore della teoria del mito di Cristo, il quale scrisse: «Tuttavia, abbiamo un solo testimone oculare contemporaneo di un’apparizione post-mortem di Gesù, cioè Paolo» (M. Martin, The Case Against Christianity, Temple University 1991, p. 81). Ulrich Wilckens, professore emerito di Nuovo Testamento afferma che «indubbiamente risale alla fase in assoluto più antica nella storia del cristianesimo primitivo» (U. Wilckens, Biblical Testimony to the Resurrection: An Historical Examination and Explanation, St. Andrew 1977, p. 2). Lo stesso sostengono il celebre studioso Joachim Jeremias, il filosofo Thomas Sheehan e Walter Kasper, cardinale cattolico e rinomato studioso del cristianesimo primitivo, il quale sostiene che 1Cor 15,2-7 fosse già «in uso alla fine del 30 d.C.» (W. Kaspar, Jesus the Christ, Mahweh: Paulist 1976, p. 125). Anche lo scettico tedesco Gerd Lüdemann ritiene che «la formazione delle tradizioni menzionate in 1Cor 15, 3-8 cade nel tempo tra il 30 e il 33 d.C.» (G. Ludemann, The Resurrection of Jesus, Fortress 1994, p. 38). Allo stesso modo, l’umanista britannico Michael Goulder pensa che il brano «risale a ciò che Paolo ha ricevuto quando è stato convertito, un paio d’anni dopo la crocifissione» (M. Goulder, The Baseless Fabric of a Vision, Oneworld 1996, p.48). «Nel complesso, la mia recente panoramica delle fonti menzionate», conclude Habermas, «indica che coloro che forniscono una data generalmente optano per la ricezione di questo resoconto da parte di Paolo relativamente presto dopo la morte di Gesù, nella prima metà degli anni ’30».

 

La Prima Lettera ai Corinzi anticipa il contenuto dei Vangeli.

Paolo di Tarso fu così attento nell’assicurare il contenuto del suo messaggio, che fece un secondo viaggio a Gerusalemme (Gal 2, 1-10) specificamente per essere assolutamente sicuro di non essersi sbagliato (2,2). La prima volta incontrò, come già detto, Pietro e Giacomo (Gal 1, 18-20), la seconda volta anche l’apostolo Giovanni (2,9). Paolo stava chiaramente facendo una ricerca, cercando i principali testimoni oculari. Come ha notato Martin Hengel, «evidentemente la tradizione di 1Cor 15, 3-7 è stata sottoposta a molte verifiche» da parte di Paolo (M. Hengel, The Atonement: The Origins of the Doctrine in the New Testament, Fortress 1981, p. 38).

Così, la Prima lettera ai Corinzi riporta una descrizione nell’imminenza dei fatti, risalente a due o tre anni dopo il loro avvenimento. L’agnostico B.D. Ehrman usa questo resoconto paolino come prova oculare dell’esistenza di Gesù, ma sorvola sul fatto che 1Cor 15,3-7  conferma anche che già due o tre anni dopo la morte di Gesù fossero di pubblico dominio la Sua resurrezione e le apparizioni post-mortem, anche a «cinquecento fratelli in una sola volta». Non c’era dunque il tempo per sviluppare leggende, bugie fantasiose o teologie in quanto tutti i testimoni oculari erano vivi, sia gli amici che i nemici del cristianesimo nascente. Poco importa che il primo Vangelo sia distante qualche decennio dai fatti raccontati, un resoconto risalente a pochissimi anni dopo Gesù già contiene il cuore dell’annuncio cristiano.

La redazione

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17 commenti a La Prima Lettera ai Corinzi e il dibattito sul Gesù storico

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  1. Aristarco De' Strigidi ha detto

    La cosa triste é che sono in parecchi che a ‘ste robe ci credono davvero.
    Tipo passeggiata sull’ acqua, verginità della madre, moltiplicazione pane e pesci e ciliegina sulla torta resurrezione da morte dopo un paio di giorni al caldo della Galilea.
    Tutti fatti storici RIGOROSAMENTE COMPROVATI, of course (che non vuol dire “di corsa”).

  2. Brunello ha detto

    Ottimo articolo che ridicolizza chi crede che Gesù sia un mito

    • Francesco ha detto in risposta a Brunello

      ha notato Martin Hengel, «evidentemente la tradizione di 1Cor 15, 3-7 è stata sottoposta a molte verifiche» da parte di Paolo

      verifiche da parte di chi, dello stessa persona che scrive? Non è una prova di autenticità è solamente autoreferenziale.

  3. Andrea ha detto

    Non c’era dunque il tempo per sviluppare leggende, bugie fantasiose o teologie in quanto tutti i testimoni oculari erano vivi

    Per millantare il racconto della visione a 500 chissa chi, non ci vogliono anni , basta un secondo.

    Accade cosi per ogni mito.

    Ricordiamo che Corinzi è una lettera ebraicha ortodossa dove viene ribadita la legge violenta contro le donne:

    Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la Legge.
    5

    1-Corinzi
    11,8 NT
    E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo.

    1-Corinzi
    11, 7
    L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza…

    E’ questo il cuore del messagio cristiano?

    • Alèudin ha detto in risposta a Andrea

      Se fai la fatica di cercare scoprirai che è già stato pubblicato poco tempo fa un articolo qui su UCCR riguardo ai passi che hai appena citato, fai uno sforzo e vattelo a leggere.

      Ti lascio con qualche osservazione:

      Qual è l’unica religione in cui una donna è corredentrice dell’umanità?
      Qual è l’unica religione in cui il messaggio principale (resurrezione) è affidato alle donne (al tempo senza valore)?
      Qual è l’unica religione in cui sono prensenti tate sante quanti santi e che molte fra loro sono addidate come esempio filosofico e teologico già da prima del medioevo?
      Quali sono i paesi in cui le donne sono trattate meglio?
      – Arabi? ah ah ah
      – Laici? le lasciate sole a uccidere i loro figli o le chiudete nei bordelli.
      – Orientali? “Meglio reincarnarsi in un cane piuttosto che in una donna…”

      Andrea e Barabba, fatevi un favore, liberatevi del pregiudizio perché la Verità vi renderà liberi.

      • Mister R. ha detto in risposta a Alèudin

        Alèudin

        Non la verità che pensano loro, alla Codice da Vinci, ma un’altra…

        “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” Giovanni (14, 6)

    • EnnesimoUtente ha detto in risposta a Andrea

      Matteo 22,35-40

      “…e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36 «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»”.

      Questo è il cuore del messaggio Cristiano.

    • Francesca ha detto in risposta a Andrea

      Il cuore del messaggio cristiano lo trovi proprio all’inizio dell’articolo di uccr. È riassunto in quel versetto di San Paolo ai Corinzi.

      Sulla base di quella verità riteniamo che ciò che ci viene ordinato da Gesù Cristo in Matteo 22,35-40 abbia valore di Legge per noi cristiani.

      (lo step successivo è la traduzione in pratica di quella Legge, una traduzione in azione… perché “amare” non si intende in senso vago sentimentalistico).

      Questo è il cuore.
      Mentre estrapolare i versetti come i TdG non è abitudine cristiana cattolica. Noi abbiamo una gerarchia interpretativa della Bibbia. Non è che qualsiasi rigo vale come un altro qualsiasi rigo.
      Altrimenti puoi trovare tutto e il contrario di tutto.

    • Francesca ha detto in risposta a Andrea

      Efesini 5,25
      “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei”

      Tradotto: il marito cristiano deve essere disposto a morire per la moglie, come Cristo è morto per la Chiesa. Pensa un po’.
      Vedi quindi che una moglie cristiana non ha alcun problema a stare con un uomo di tal fatta. Può perfino stare zitta perché uno che ti ama a prezzo della sua stessa vita capisce quello che vuoi senza bisogno di parlare.
      Studia la Bibbia, studia.

    • Francesca ha detto in risposta a Andrea

      Costituzione Italiana

      Articolo 43
      A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

      Articolo 83
      Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri [cfr. artt. 55 c.2, 85].
      All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione [cfr. art. 85 c.2] eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato [cfr. II].
      L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

      È questo il cuore dell’essere italiani?
      È questo il cuore del messaggio dello Stato italiano?

      (della serie: domande proprio intelligenti)

  4. Francesca ha detto

    Suggerisco di spendere pochissimi minuti per visionare due video. Sono spezzoni dal film “God is not dead 2”. … quindi è un film, però in quei due passaggi si riassume validamente (senza romanzamenti cinematografici) lo stato attuale della ricerca storica – soprattutto nel secondo video viene detto ciò che oggi affermano tutti gli esperti del “Gesù storico” e della Chiesa primitiva.
    Qua non c’entra la Fede.

    Esistenza Gesù
    https://youtu.be/Z7glp9ZfNf0

    Veridicità vangeli
    https://youtu.be/nnnwSRA9LQc

  5. Alcor vega ha detto

    Grazie Francesca hai riassunto molto bene quello che delle volte ci si rifiuta di comprendere cioè la bellezza la verità e la semplicità della rivelazione Cristiana , e poi ricordiamo la bellissima frase di Paolo considerata la prima lettera contro la schiavitù (non. Ce ne donna ne uomo ne schiavo tutti siamo uniti a Cristo)e la meravigliosa lettera dell’amore…se poi ci si ostina a guardare la storia passata cn occhi odierni..

  6. Andrea2 ha detto

    La cosa triste è che ci siano degli atei infelici che, essendo superbi (credono di sapere tutto loro) ed invidiosi (invidiano che vive sereno nella sua fede) passano il loro tempo per intervenire in questo sito dicendo sempre le stesse sciocchezze.
    E’ curioso che abbiano delle manie ossessive: c’è chi cerca di essere sempre il primo a rispondere e poi si rinchiude un sdegnoso silenzio e c’è chi manda più messaggi alle sei di mattina e ad un minuto di distanza uno dall’altro firmandosi che tanti nomi diversi per far credere di essere in tanti.
    Passando a parlare dell’articolo, dico che lo trovo molto interessante. Per quanto riguarda la datazione dei Vangeli, però, sarei per la tradizione ortodossa che li sposta ancora più vicini alla Passione di Cristo.

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