Nobel per la Pace a Mukwege, cura vittime di stupri e annuncia «la misericordia di Dio»

Il ginecologo congolese vince il Nobel per la Pace 2018. Ha curato oltre 50mila donne sopravvissute agli stupri dei soldati ma non ha dubbi sulla bontà di Dio, loro stesse lo testimoniano. Oggi è un missionario nell’Occidente dubbioso e secolarizzato.

 

A 63 anni, Denis Mukwege è stato insignito ieri del premio Nobel per la pace 2018, assieme all’attivista yazida Nadia Murad. E’ un ginecologo congolese, fondatore dell’Ospedale Panzi di Bukavu, terra martoriata dalle guerre. Grazie al suo lavoro nell’ospedale, dove ha curato migliaia di donne vittime di violenza sessuale, Mukwege è riconosciuto oggi in tutto il mondo come uno dei più grandi esperti nell’intervenire sugli organi interni danneggiati dalle violenze.

Il mondo intero sta parlando di lui ma pochi menzionano la sua fede cristiana. La quale, scrive il suo intervistatore Pierre Jova, è palpabile. «Nel salone dell’hotel parigino dove lo incontriamo», si legge su Famille Chretienne, «il medico appoggia una Bibbia sul tavolo».

Mukwegepur essendosi formato sulla mortalità infantile, ha raccontato della casualità con cui si è trovato a curare quasi 50mila donne sopravvissute a stupri commessi dai soldati. Uno dei tanti casi capitati è quello di Claudine: nel 2006 cinque guerriglieri entrarono nella sua casa, la violentarono davanti ai figli e le versato un sacchetto di sale nella vagina. Era incinta di tre mesi e abortì all’istante. Mukwege, dopo venti anni di lavoro, giorno e notte, ha lasciato la clinica nelle mani dei suoi collaboratori e ha iniziato a girare il mondo per raccontare cosa stava accadendo lì, risvegliando le coscienze.

In mezzo a tanto dolore e tanta sofferenza non ha alcun dubbio su Dio e sulla sua benevolenza. La rabbia non aleggia nemmeno tra le donne violentate: «Sono animate da una forza morale e spirituale che le spinge in avanti. Mi sento così piccolo di fronte a loro», spiega. Si deve rimproverare Dio per queste atrocità? «Il mio Dio è un Dio di misericordia», risponde deciso, «che ci dona la sua grazia, ma anche la libertà di scelta. Noi non siamo i suoi schiavi. Colui che non vede nell’altro l’immagine di Dio è un peccatore. Non è da Dio, ma dalla perversione umana che il peccato viene».

Questa fede incrollabile lo rende un missionario nell’Occidente secolarizzato, testimone che affascina politici, leader e miliardari, disposti ad aiutarlo (come fece Bill Gates): «Vogliono essere felici servendo l’uomo: capiscono che la loro fortuna non può riempirli. Hanno bisogno di sperimentare che sono amati da Dio, e che è da Lui che attingiamo forza per aiutare gli altri!». 

La redazione

 

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Un commento a Nobel per la Pace a Mukwege, cura vittime di stupri e annuncia «la misericordia di Dio»

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  1. giuliano ha detto

    Evidentemente i “norvegesi” non conoscevano alcunché della Fede di questo grande uomo. Non si spiegherebbe altrimenti il Nobel ricevuto…

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