Jordan Peterson, un gigante contro i falsi miti del progresso

Genitore 1 e 2, identità fluida, pronomi neutrali e non offensivi, teoria gender, stepchild adoption ecc. Ecco i falsi miti del progresso, ma siamo in pochi a smascherarli come tali: i più non percepiscono la loro pericolosità oppure sono impauriti. E gli intellettuali? Si accodano, evitandosi problemi con i media, ma alcuni resistono. Tra essi Jordan Peterson, uno dei più influenti opinionisti canadesi.

Affermato psicologo clinico, insegna Psicologia all’Università di Toronto e dal 2013 condivide interessanti podcast (serie di video) sul suo canale Youtube, a cui sono iscritte oltre 1 milione di persone. In Canada, la sua opinione sull’attualità è un punto di riferimento fondamentale per migliaia di persone.

E’ raro che un personaggio di questo calibro non si accomodi, ma scelga di inimicarsi il mainstream mediatico ed accademico progressista, eppure è quel che è avvenuto. La sua forte critica al political correctness si è strutturata nell’avversione al postmodernismo, al white privilege (gli inconsapevoli privilegi che la società occidentale offre alle persone di pelle chiara), al femminismo, alla gender identity e alle argomentazioni Lgbt in generale. «Le famiglie, unite, eterosessuali formate da due genitori costituiscono il fondamento necessario per una politica stabile», ha affermato in una recente occasione il celebre psicologo canadese. « La famiglia tradizionale ha funzionato abbastanza bene per tutta la storia dell’umanità, se cambiamo ciò lo faremo a nostro rischio e pericolo. I giovani hanno bisogno di modelli di ruolo per ciascun sesso. So che è una cosa terribile da dire, ma è così. Quando si sostiene che l’unità familiare tradizionale è solo un altro costrutto e non qualcosa di fondamentale per la nostra comunità, non si ha alcuna prova per tale affermazione e, anzi, esistono molte contro-prove».

Nel 2016, ne abbiamo parlato anche noi, ha fatto notizia la sua decisa opposizione ad utilizzare pronomi neutrali (né maschili, né femminili) per indicare gli studenti universitari, così come proposto dal disegno di legge Bill C-16 nel tentativo di evitare presunte discriminazioni di genere alle persone transessuali. I suoi video ed articoli hanno creato grande scalpore, generando manifestazioni e proteste da parte del mondo arcobaleno nell’università di Toronto, la quale gli ha inviato due lettere di ammonimento, chiedendo il suo silenzio.

Sono interessanti le ragioni con cui ha argomentato la sua opposizione. «Un mese fa, ho pubblicato tre video sul mio canale YouTube, per parlare contro la follia politicamente corretta della nostra cultura», ha scritto. «Mi sono opposto in modo specifico al Bill C-16». La cosa più scandalosa che ha dichiarato, ha proseguito Peterson, «è che non avrei usato quelli che sono diventati noti come “pronomi preferiti” per riferirsi a persone che credono che il loro genere non si adatti perfettamente alle categorie tradizionali di maschio e femmina. Non userò mai parole che odio, come le parole di moda e artificialmente costruite “zhe” e “zher”. Esse sono all’avanguardia di un’ideologia postmoderna della sinistra radicale che detesto, e che è, nella mia opinione professionale, spaventosamente simile alle dottrine marxiste che hanno ucciso almeno 100 milioni di persone nel 20° secolo».

Non lo dice da profano: «Ho studiato l’autoritarismo di destra e di sinistra per 35 anni, ho scritto un libro, “Maps of Meaning: The Architecture of Belief”, sull’argomento, che esplora come le ideologie dirottano il linguaggio e le credenze. Dai miei studi sono arrivato a credere che il marxismo sia un’ideologia omicida. Credo che i suoi epigoni, nelle università moderne, dovrebbero vergognarsi di se stessi per continuare a promuovere idee così viziose, insostenibili e antiumane e per indottrinare i loro studenti con queste credenze. Perciò, non ho intenzione di mettere nella mia bocca parole marxiste. Questo mi renderebbe un burattino della sinistra radicale, e non succederà».

Entrando nell’argomento del gender e parlando da professionista della mente umana, Peterson ha spiegato che «il Bill C-16 è basato su assurdità assolute: il sesso è un fatto biologico determinato dall’anatomia e dai cromosomi. Indipendente dal sesso biologico, esisterebbe un’identità di genere (che, secondo la Commissione per i diritti umani dell’Ontario, è il senso personale di essere “una donna, un uomo, entrambi, nessuno dei due o dello stesso genere”). Indipendentemente da ciò, esisterebbe un’espressione di genere (come una persona “esprime pubblicamente il proprio genere”, incluse le scelte di moda, vestiti, capelli e trucco). Questi sarebbero puramente scelte soggettive. Esaminiamo queste affermazioni. Primo, oltre il 99% della popolazione ha un’identità di genere identica al suo sesso biologico. In secondo luogo, esistono prove schiaccianti che indicano che uomini e donne differiscono notevolmente, per ragioni biologiche, nella loro identità di genere, definita in modo più preciso come la loro personalità e i loro interessi. Il sesso biologico e l’identità di genere sono quindi fortemente e causalmente collegati e nessuna legislazione cambierà ciò. In effetti, le differenze tra uomini e donne sono così grandi che non c’è quasi nessuna sovrapposizione. Uomini e donne si differenziano nella loro psicologia per ragioni sociali e biologiche e, se si rimuove l’influenza sociale, l’influenza biologica diventa più forte. Quindi, non solo i tentativi fatti in Scandinavia per sradicare le differenze tra uomini e donne sono falliti, ma si sono ritorti contro. E questi non sono studi di poche centinaia di persone: decine di migliaia di partecipanti hanno fornito informazioni sulla personalità e descrizioni dei loro interessi personali. Ma a chi importa cosa dice la scienza, quando c’è in gioco l’ideologia?».

La minaccia che Peterson percepisce è relativa sopratutto alla libertà cognitiva: le parole sono parte integrante della nostra capacità di pensare e quindi della nostra libertà di dare un senso al mondo: imporle, modificarle o vietarle significa minare tale libertà. La città di New York, ha spiegato ancora lo psicologo, «è pronta a multare fino a 250 milioni di dollari se i cittadini si rifiutano di parlarsi in modo corretto», ovvero non utilizzando una lista con 31 tipi di generi differenti. Recentemente è stato protagonista di un video virale su Youtube (oltre 8 milioni di views): una giornalista contraria alle sue opinioni, Cathy Newman, gli ha chiesto: «Perché la tua libertà di parola dovrebbe prevalere sul diritto di una persona transessuale a non essere offesa?». Risposta di Peterson: «Perché per essere in grado di pensare, devi poter rischiare di essere offensivo. Sicuramente tu sei disposta a rischiare di offendermi nella ricerca della verità. Perché dovresti avere il diritto di farlo? Stai facendo quello che dovresti fare e stai esercitando la tua libertà di parola, sicuramente rischiando di offendermi, e va bene. Più potere a te, per quanto mi riguarda».

Peterson si è descritto come un classico liberale britannico, da qualche tempo ha inaugurato una serie di conferenze sul racconto biblico della Genesi. Alla domanda se crede nella resurrezione di Cristo, ha risposto: «Finirò la mia serie di conferenze sulla Bibbia, e spero di poter approfondire ciò con la profondità che richiede». Ma si definisce cristiano? «Io non lo faccio, gli altri dicono che lo sono. Non mi oppongo, ma è complicato. Non è sbagliato, ma non sono sicuro che ciò che intendo sia generalmente ciò che si intende per essere cristiano. Se sei un cristiano hai una responsabilità etica: imitare Cristo, hai bisogno di assumerti la responsabilità del male nel mondo come se ne fossi responsabile, prendere i peccati del mondo su te stesso. E devi capire che tu determini la direzione del mondo, che sia verso il paradiso o l’inferno, con le tue azioni verbali, e devi assumerti la responsabilità di questo. Direi che se fai queste cose sei un cristiano, ma non penso che sia così che la gente concettualizza in generale il cristianesimo».

Pochi giorni dopo la Pasqua, lo psicologo canadese ha condiviso su Twitter un articolo dello studioso del cristianesimo antico, Gary Habermas, in cui si avanzano argomenti a favore della storicità della morte e della resurrezione di Cristo. Jordan Peterson è un intellettuale di spessore e finora si è dimostrato un grande alleato nello smascheramento dell’ideologia marxista sulla sessualità.

La redazione

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11 commenti a Jordan Peterson, un gigante contro i falsi miti del progresso

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  1. Max De Pasquale ha detto

    Peterson e’ un grande. Provate a vedere i suoi tanti video su Youtube; ha il coraggio di dire con forza le cose come stanno. E dovremmo imparare a fare come lui.

    Una cosa andrebbe notata pero’; Peterson non e’ tanto contrario all’uso di pronomi neutri in se’, quanto all’imporre tale uso con la legge, pena multe.

  2. Klaud ha detto

    Una cosa è certa: è demenziale pretendere di imporre un diverso modo di pensare al 99% della società: se quell’1 % si offende… beh, si dispongano dei corsi di antipermalosità.
    Con buona pace della Boldrini.

  3. Rovelli ha detto

    Corsi antipermalosità. Applausi!

    Esistono ma non c’è posto: sono pieni di credenti offesi per le blasfemie.

    Siete sicuri di volere l’offesa libera?

    Rischiamo di essere offensivi ok, questo vale per tutti, quindi siete favorevoli alla blasfemia?

    E’ possibile bestemmiare apertamente esprimendo le proprie opinioni sul vostro dio?

    cristo faceva il guaritore quindi possiamo dire che era un delinquente visto che tutti i guaritori sono considerati ciarlatani (ed è cosi che il Talmud lo definisce)?

    Il papa complice dei pedofili e cristiani malati di mente, si puo dire in televisione?

    La madonna ha avuto una gravidanza fuori dal matrimonio e no con suo marito , forse è stata violentata, si puo dire questo in televisione?

    « La famiglia tradizionale ha funzionato abbastanza bene per tutta la storia dell’umanità»

    Rispetto a cosa?

    «se cambiamo ciò lo faremo a nostro rischio e pericolo. I giovani hanno bisogno di modelli di ruolo per ciascun sesso»

    Questo è falso e smentito ripetutamente dalla medicina ufficiale.

    I modelli di sesso sono schemi sociali maschilisti, patriarcali e contro l’emancipazione delle persone, perchè voi volete il piu totale controllo sulle masse e la piu assoluta sottomissione.

    Sarete sempre combatutti, fino alla fine.

    • Klaud ha detto in risposta a Rovelli

      Hai allargato il discorso oltre le mie intenzioni: mi limitavo a criticare la moda ormai invalsa di storpiare la lingua italiana per dare il contentino a tutti.
      Per esempio, cosa si è risolto con genitore1 e 2? Nulla; e poi è un obbrobrio linguistico perché nelle coppie gay certamente uno, se non tutti e due, non sarà genitore=colui che genera.
      Su altri temi che hai toccato sono d’accordo. Ma l’insulto fine a sé stesso non serve a nulla. Altra cosa è la mistificazione dei fatti per non urtare la suscettibilità altrui.

    • giuliano ha detto in risposta a Rovelli

      Non mi pare ci sia, ormai, sufficiente educazione per impedire o contenere la bestemmia. Anche dal punto normativo di fatto c’è poca “opposizione”. Quindi la correlazione è fuori luogo. Le altre cose da lei scritte non meritano di essere neanche approfondite; da subito si vede la pochezza culturale e la conoscenza dei fatti che impediscono una considerazione.

      Interessante invece il “rispetto a cosa”… La risposta comunque è banalissima: perchè è sempre e solo stato così. Solo ora, nella civiltà dei bisogni che diventano automaticamente diritti nasce il problema… Si tratta di capire cosa sono i bisogni e quando possono essere considerati e applicati come diritti. Ma basta a questo considerare le esigenze di un bambino che deve crescere… la soluzione a questo “impegnativo” dilemma vien da subito e non lascia dubbi.

      I modelli del sesso, altra considerazione interessante. Ma gran parte delle conseguenze dipende dalla biologia. Un corpo o è maschile o è femminile, non ci sono altre possibilità. La conseguente psicologia e antropologia viene, allo stesso modo, da se… Altra cosa ovviamente è il rispetto dovuto dall’uomo verso la donna e dalla donna verso l’uomo (ma questo è un problema soprattutto culturale e di civiltà).

    • andrea g ha detto in risposta a Rovelli

      Ma lei è nato così o lo è diventato?
      Ha avuto un’infanzia tremendamente infelice, o cosa?

  4. Rovelli ha detto

    La risposta comunque è banalissima: perchè è sempre e solo stato così.

    Tante cose sono sempre state cosi e tante cose è stato necessario cambiarle, per cui è una scarsa argmentazione.

    Solo ora, nella civiltà dei bisogni che diventano automaticamente diritti nasce il problema…

    AUTOMATICAMENTE?? Il matrimonio gay è stato bliccato per ANNI e ANNI, e servirà ancora un po di tempo prima di legalizzare l’eutanasia, non direi proprio “automaticamente”.

    Ma basta a questo considerare le esigenze di un bambino che deve crescere… la soluzione a questo “impegnativo” dilemma vien da subito e non lascia dubbi.

    Infatti la risposta è un ambiente dove i genitori sappiano asssumersi i ruoli genitoriali ed educativi, il genere non conta.

    La conseguente psicologia e antropologia viene, allo stesso modo, da se…

    No.. non sempre, in quei casi si parla di omosessualità, transessualità ecc. Consulta un medico che ti spiega un pò come funzionano queste cose.

    Altra cosa ovviamente è il rispetto dovuto dall’uomo verso la donna e dalla donna verso l’uomo (ma questo è un problema soprattutto culturale e di civiltà)

    ..di civiltà necessariamente anticristiana visto che il cristianesimo pretende la sottomissione “in tutto” della donna, e la dipinge fonte di ogni corruzione dell’umanità.

    Dopo aver cambiato il catechismo sulla pena di morte vi conviene fare un “rescriptum” anche delle lettere paoline, e in futuro di tutto il vengelo .. asdasdasd :).

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