«Siamo induisti ma a Natale diventeremo cattolici: la Chiesa ci ama e rispetta»

conversioni nepalMentre molti occidentali cercano se stessi nelle filosofie orientali e induiste i giovani indù si convertono al cattolicesimo: «La mia vita è cambiata completamente da quando ho incontrato Dio. Tutta la mia famiglia è indù», ha raccontato il giovane nepalese San Shrestha. «In questa religione noi non abbiamo il permesso di sollevare la testa perché apparteniamo alla casta povera. Non potete immaginare le discriminazioni e il disprezzo che siamo costretti a subire in ogni circostanza, sia se vogliamo bere un bicchiere d’acqua sia se vogliamo recarci al tempio per onorare le divinità».

San è un dalit, appartiene cioè all’ultima casta del sistema religioso (e quindi sociale) induista. Sono detti “intoccabili” perché nessuno li vuole toccare avendo paura di perdere la purità. Il sistema delle caste indiano divide infatti la società in quattro gruppi principali a seconda dello status sociale: bramini (casta sacerdotale e studiosi), Kshatriya (governanti e casta guerriera), Vaishyas (mercanti e proprietari terrieri) e Shudra (operai e fornitori di servizi). Il quinto gruppo è quello dei Dalit, considerati privi di valore e spiritualmente impuri.

L’unica istituzione al mondo che si occupa di loro è la Chiesa cattolica, il 13 dicembre ha indetto la Giornata per la Liberazione dei Dalit, invitando anche i fratelli protestanti. Molti induisti non sopportano (né capiscono) la carità cristiana e la critica della divisione in caste, sono frequenti e quasi quotidiani gli omicidi verso i cristiani, bambini compresi e gli assalti a chiese e campus religiosi.

«Questo tipo di discriminazioni non sono presenti nel cristianesimo», ha raccontato Sonika, amica di San. «Quando entro in una chiesa, mi sento più rispettata e avverto che siamo tutti uguali» . Ha incontrato la fede grazie alla suore di Madre Teresa di Calcutta: «Le suore lavoravano in modo altruistico per i bisognosi. Da quel momento sono andata alla ricerca della Chiesa cattolica e ora sono pronta a farne parte. Voglio ricevere il rito del battesimo e condividere la mia esperienza e le parole di Cristo in tutta la società». San Shrestha e Sonika, 26 e 22 anni, riceveranno il battesimo nella notte di Natale assieme ad altri 10 giovani. Quest’ultima ha anche aggiunto: «La religione cattolica mi rispetta e apprezza di più rispetto alla tradizione culturale dell’induismo, dove le classi povere non possono sollevare la testa e sono soggette a ogni tipo di odiosa discriminazione».

Da più di due anni frequentano il catechismo presso la cattedrale dell’Assunzione di Kathmandu. «Entrambi i miei genitori sono di religione indù e io sono cresciuto con le stesse tradizioni», ha raccontato invece San. «Quando ho sentito parlare dei fedeli cattolici, che sono pochi in Nepal ma vivono in modo più dignitoso, mi sono interessato a comprenderne il motivo. Così ho capito che alla base di tutto vi sono la fede in Cristo e nella misericordia di Dio. Da solo ho cercato la cattedrale e qui ho trovato più amici rispetto alla mia famiglia e ai miei parenti». Ha frequentato il liceo e l’università, «ma lì nessuno mi ha insegnato la vita vera e il vero modo di vivere. Da quando partecipo al catechismo, mi è stata mostrata la vera parte di vita che ci rende felici e apprezzati. Se Gesù non avesse progettato di accogliermi, avrei vissuto un’esistenza piena di superstizioni e di credenze religiose».

Lo stesso Gandhi, ha raccontato Vittorio Messori, si rese conto dell’immorale condizione dei dalit e che essa «non era che il riflesso sociale di una prospettiva religiosa con al suo cuore la reincarnazione. Non si è “intoccabili” per caso, ma per scontare colpe delle vite precedenti: dunque, intervenire su questo piano sociale “sacro” è blasfemo. Così che la cura che Gandhi stesso consigliò -e che praticò- fu di robuste iniezioni di cristianesimo nell’induismo». Gandhi ebbe infatti una formazione occidentale, britannica, cristiana: «la sua intuizione, la sua nobilità», ha proseguito Messori, «fu quella di rivestire di categorie orientali contenuti che sono evangelici. Come confermò egli stesso più volte, senza il Dio di Gesù la sua dottrina non era pensabile. Dunque, più che un “maestro di induismo” (come vuole l’ingenuo luogo comune) fu un grande maestro nell'”inculturare” i valori del Dio biblico in Oriente» (V. Messori, “Qualche ragione per credere”, Ares 2008, p. 174).

«Senza lo studio di Cristo, la mia vita era diventata incompleta», ammise infatti il Mahatma. «Ci sono stati momenti nei quali non sapevo dove andare. Mi sono rivolto alla Bibbia, in particolare al Nuovo Testamento, e ho ricevuto forza dal suo messaggio. Rifiuto di credere che esista ora, o che sia esistita in passato, una persona sulla quale non abbiano mai influito gli esempi di Gesù, anche senza rendersene conto. La vita di tutte le persone è stata più o meno cambiata dalla sua presenza, dalle sue azioni e dalle parole pronunciate dalla sua voce divina. Credo che Gesù appartenga non solo al cristianesimo, ma al mondo intero, a tutte le razze e a tutti i popoli». Non a caso Gandhi venne assassinato non da un bieco colonialista occidentale, ma da un fanatico indù, che lo accusò di “modernismo”, di “occidentalismo”, di “evangelismo” e di “cedimento all’Europa cristiana”.

La redazione

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47 commenti a «Siamo induisti ma a Natale diventeremo cattolici: la Chiesa ci ama e rispetta»

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  1. Giovanni Colombo ha detto

    IL Cristianesimo, ed in particolare il Cattolicesimo, è, da sempre e di gran lunga, la religione che rispetta di più la persona umana (uomo/donna, vecchio/bambino, povero/ricco ). In India i dalit sono la bagatella di 300.000.000 ed a volte i loro leader hanno “minacciato” di convertirsi in massa al Cristianesimo……sarebbe, quasi certamente, guerra civile. Per capire la forza dirompente del Cristianesimo sarebbe utile, se non necessario, andare a vedere come si vive nelle realtà a forte tradizione non cristiana: stati Islamici ed a religione Indù in primis. Noi, in Occidente, ci lamentiamo del brodo troppo grasso, come diceva mia nonna. Traduzione: siamo eccessivamente liberi e, come adolescenti capricciosi, non ci rendiamo conto da dove origina questa libertà che, spesso, usiamo male. Ha un nome: Gesù ed un cognome: Cristo.

  2. Sophie ha detto

    Indimenticabile il giorno della mia caduta da cavallo che portò a convertirmi in un attimo dopo tanti anni di ateismo….

    • Pierangelo ha detto in risposta a Sophie

      Attenta a non cadere di nuovo che magari ridiventi atea.

    • Luca ha detto in risposta a Sophie

      Mi piacerebbe sapere la storia della tua conversione dopo la caduta… 😉

      • Sophie ha detto in risposta a Luca

        Un cambiamento di vita e idee radicale. Ma anche la presa di coscienza di quanto gli atei siano razzisti verso i cristiani, in particolare verso i cattolici.

    • Chissenefrega ha detto in risposta a Sophie

      Il mondo è bello perché è vario, diceva la mia nonna. Io, al contrario di lei, novella Luigia Pallavicini, ho mollato la mia severissima educazione cattolica quando ho scoperto la bellezza dell’andare “a cavallo”. Non ho mai capito perché un passatempo piacevole, naturale, rilassante e salutare fosse così ossessivamente osteggiato dalla chiesa, che mi proponeva come alternativa (e riparazione) messe, rosari, penitenze ecc. ecc., pratiche noiose, barbose, poco confacenti alla mia indole così naturalmente portata a perseguire il piacere.

      • EquesFidus ha detto in risposta a Chissenefrega

        Grazie (?) per aver condiviso con noi questo pensiero (?), buon Natale anche a te e mi raccomando, non perseguire troppo il piacere mentre noi siamo impegnati in pratiche “noiose e barbose”con cui siamo impegnati ad adorare il Re dei Re in questo Natale del Signore, altrimenti diventi cieco!

        Ma per Natale aprono proprio le gabbie, eh? In ogni caso auguri a tutti!

      • Qumran ha detto in risposta a Chissenefrega

        Anche i bambini preferiscono i giocattoli e i passatempi rilassanti piuttosto che il noioso essere adulti. Poi, però, si accorgono che maturare e diventare adulti conviene a loro.

        • Chissenefrega ha detto in risposta a Qumran

          Vangelo di Matteo (Mt 18, 1-5)

          In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
          BIBBIA CEI 2008

      • gladio ha detto in risposta a Chissenefrega

        Beh, anche Pinocchio ha scelto di andare nel rilassante Paese dai Balocchi, piuttosto che nella noiosa ,barbosa e poco confacente con la sua indole, scuola….

        Pertanto, Chissenefrega, tenga ben monitorate le sue orecchie che prima o poi, avanti con questa sua vita, cominceranno sicuramente a crescere… mi creda…

      • Paxvobis ha detto in risposta a Chissenefrega

        La famosa e inconfutabile razionalità dell’ateismo

      • lorenzo ha detto in risposta a Chissenefrega

        Dai tempo al tempo: passati i piaceri resta la disperazione…

      • andrea g ha detto in risposta a Chissenefrega

        Con un simile nickname esprimi bene l’immaturità ateistica:
        giocare, il piacere, va bene, ma la vita che passa, le malattie,la morte che prima o poi
        sicuramente si presenta, ecco, tutto ciò ti fà nè caldo nè freddo?
        O è semplicemente la nevrosi x la tua “severissima educazione cattolica”?
        Un buon nick che potresti scegliere è Peter Pan-

        • Vincent Vega ha detto in risposta a andrea g

          Belle domande Andrea. 🙂

          • andrea g ha detto in risposta a Vincent Vega

            Già, le valuto come spunti di riflessione privata per ogni ateista;
            “privata” in quanto è umanamente impossibile che la persona che scelga
            l’isteria arazionale dell’ateismo, sia in grado di ammettere di
            essersi lasciata guidare nella propria scelta “contro Dio e contro
            i credenti” unicamente da motivazioni personalistiche/adolescenziali.
            Però, nel segreto della propria anima, magari una riflessione corretta
            può nascere.
            E’ ciò che auguro ad ogni fratello e sorella schiavo del demone ateistico.

            • Vincent Vega ha detto in risposta a andrea g

              Il dramma dell’ateo, oltretutto, è che non è in grado di fondare una morale, in quanto non può far altro che fornire motivazioni “umane”, e dunque, così come sono umani quelli che le hanno create, con lo stesso principio degli umani si potrebbe disfarle. Se si tormenta un ateo come faceva Socrate con una serie di “dia ti?”, “perché”, si capisce che non c’è affatto un fondo. Ad esempio si può dire che uccidere è sbagliato. Perché? Perché chi uccide fa soffrire. Perché far soffrire è sbagliato?

              Tutta l’etica atea è un utilitarismo, si riduce a “è istituito che non si faccia del male perché in questo modo sono garantito anch’io”, è un’argomentazione contrattualista, che non dice perché sia sbagliato uccidere, ma perché non convenga a nessuno una società dove c’è libertà di uccidere. Ovviamente si potrebbe rispondere alla Nietzsche e dire “beh, affari vostri, io sono un signore e voglio correre il rischio di essere ucciso, perché mi piace uccidere”. Non sarebbe certo la prima volta. Mi viene in mente questo bellissimo componimento di un trovatore provenzale del XII secolo, Bertran de Born

              “Molto mi piace la lieta stagione di primavera che fa spuntar foglie e fiori, e mi piace quando odo la festa degli uccelli che fan risuonare il loro canto pel bosco, e mi piace quando vedo su pei prati tende e padiglioni rizzati, ed ho grande allegrezza. Quando per la campagna vedo a schiera cavalieri e cavalli armati. E mi piace quando gli scorridori mettono in fuga le genti con ogni lor roba, e mi piace quando vedo dietro a loro gran numero di armati avanzar tutti insieme, e mi compiaccio nel mio cuore quando vedo assediar forti castelli e i baluardi rovinati in breccia, e vedo l’esercito sul vallo che tutto intorno è cinto di fossati con fitte palizzate di robuste palanche. Ed altresì mi piace quando vedo che il signore è il primo all’assalto a cavallo, armato, senza tema, che ai suoi infonde ardire così, con gagliardo valore; e poi ch’è ingaggiata la mischia ciascuno deve essere pronto volenteroso a seguirlo chè niuno è avuto in pregio se non ha molti colpi preso e dato. Mazze ferrate e brandi, elmi di vario colore, scudi forare e fracassare vedremo al primo scontrarsi e più vassalli insieme colpire, onde erreranno sbandati i cavalli dei morti e dei feriti. E quando sarà entrato nella mischia, ogni uomo d’alto sangue non pensi che a mozzare teste e braccia: meglio morto che vivo e sconfitto! Io vi dico che non mi da tanto gusto mangiare, bere o dormire, come quand’odo gridare “All’assalto” da ambo le parti e annitrire cavalli sciolti per l’ombra e odo gridare “Aiuta! Aiuta!” e vedo cadere pei fossati umili e grandi fra l’erbe, e vedo i morti che attraverso il petto han troncon di lancia coi pennoncelli. Baroni date a pegno castelli borgate e città, piuttosto che cessare di guerreggiarvi l’un l’altro.”

              Nietzsche direbbe che i deboli consideravano Bertrand uno psicopatico perché avevano paura di vivere in un mondo come quello da lui descritto. E infatti nel paradigma del super uomo non c’è proprio nulla che permetta di dire che quest’uomo sbagli o faccia qualcosa di male.

              Sicchè, una delle grandi differenze tra il credente e l’ateo è che il primo ha i criteri per dire perché sta commettendo il male, qualora sbagli, mentre l’ateo no. Certo che anche un credente può uccidere qualcuno, ma lui può dire perché quello che ha fatto è errato, non così l’ateo.
              In questo Nietzsche è molto utile, perchè porta alle estreme conseguenze le premesse dell’ateismo. Dal mio punto di vista occorre usare la sua filosofia come un martello, che illumina chi non è in grado di accettare che morto Dio sono morti tutti i valori.

              Poi ovviamente l’infedele può venire a dirci che si è costruito una propria etica ma, da capo, anche qui è del tutto logico che chi si ritiene il creatore della propria etica concepisca il fatto che, così come l’ha fatta, può disfarla, sicchè la sua etica rimane priva di un fondamento esterno che la giustifichi.

              Attenzione: io qua non sto discutendo del fatto che i credenti trasgrediscano meno o più spesso dei non credenti, ma del fatto che i credenti sappiano giustificare la loro morale, e dunque dire perché stanno sbagliando. Un prete pedofilo, se crede in Dio e nel Dio cristiano, ovvero Gesù Cristo, sa che sta sbagliando, e può dire perché sta sbagliando.
              Un ateo non può dire nulla del genere. Si potrebbe infatti sostenere che la pedofilia sia solo un nostro tabù, e che molte società antiche la praticavano con carattere iniziatico, e che dunque sia solo frutto del bigottismo contemporaneo il volerla abolire.

              Se si toglie un riferimento trascendentale all’etica, essa diventa solo l’epifenomeno di una società, e dunque non si vede proprio perché dovrebbe essere assoluta o la migliore. Il fatto che un ateo sia d’accordo con me sul fatto che la pedofilia sia un male non ha nulla a che fare col fatto che egli non possa spiegarmi perché la pedofilia sarebbe un male partendo dai suoi presupposti.

              Mi ricordo che una volta un ateo mi disse che il comune denominatore del bene e dell’etica senza Dio era la “conservazione del genere umano”.

              Ma è evidente che sia una puttanata, dal momento che non può dimostrare il perché la conservazione del genere umano sia un bene “in se”.
              Dopotutto io potrei essere un misantropo. Come potrebbe, il miscredente, dirmi che sbaglio?E dove sta scritto che la nostra razza meriti di vivere o di conservarsi? Schopenhauer ad esempio diceva che bisognava accuratamente evitare di fare tutto quello che la volontà di vivere imponeva.

              E nemmeno si può portare come argomentazione a questa tesi che sia una cosa “naturale”, infatti, se è vero che noi per natura siamo dediti alla nostra conservazione, nessuno è comunque in grado di dirci perché ciò sia un bene in se, se non si crede in Dio.
              Anche perché in natura tutto tende a conservarsi, anche un virus che ti fa venire l’AIDS, lo dobbiamo considerare un bene? Il virus sta facendo il bene solo perché insegue la sua conservazione?
              Quindi, se io non sono d’accordo con gli scopi di questa natura, non mi interessa la razza umana, e non vedo perché sia un valore l’umanità, avendo come cosa che mi interessa diventare ricco, e se devo fare dei soprusi per farlo, me ne infischio, in base a che cosa l’ateo potrebbe dire che i miei valori siano sbagliati? E perché la sua conservazione o quella della specie dovrebbero importarmi?

              Anzi, qualora questi istinti fossero dati solo dall’evoluzione, che come è noto secondo gli atei è totalmente ateleologica e indifferente, dovrei sentirmi tanto più libero quanto più capace di trasgredire i suoi dettami, che non sarebbero altro che il marchio della nostra schiavitù verso un meccanismo naturalista che, qualora seguiti pedissequamente, non ci renderebbero diversi da un robot.

              In questo scenario, paradossalmente, vediamo come Nietzsche avrebbe totalmente ragione, se Dio non esiste non esiste più alcun valore e tutto è permesso. La contraddizione dell’ateo è che rifiuta di accettare le conseguenze della sua miscredenza fino in fondo.

              Attenzione, prima che qualche miscredente intervenga preciso una cosa: in questo mio commento non è mia intenzione dimostrare che un’etica particolare sia giusta, ma solo che questi credenti delle varie etiche, a differenza dell’ateo, potrebbero dire perché una cosa è sbagliata. Non mi importa nulla, in questo commento, del fatto che la loro motivazione sia vera, cioè che il vero Dio sia Gesù Cristo, Allah o Krishna, ma solo del fatto che sia il musulmano sia l’induista possono dire perché ritengono giusta un’azione ed errata un’altra azione. Tra l’altro, anche se volessi dimostrare che un’etica particolare sia giusta, non avrei nessun bisogno di farlo qualora volessi mostrare che non si dà un’etica senza Dio.

              Sicchè, il fatto che il credente non possa dimostrare che il suo Dio esista, e che dunque l’etica che professa sia corretta, non toglie nulla al fatto che lui crede ad un codice eteronomo che non dipende da lui, e che, in quanto garantito dalla volontà divina, gli permette di dire perché una cosa è giusta o sbagliata, a prescindere dal fatto che si sbagli.
              In questo commento io ho inteso dimostrare che non esiste etica senza Dio, perciò, se qualche miscredente vuole confutarmi, che si faccia avanti. 🙂

            • Chissenefrega ha detto in risposta a andrea g

              Questi sono gli “spunti di riflessione” che ti propongo da “schiavo del demone ateistico”, anche se è piuttosto contraddittorio da parte tua pensare che un ateo sia guidato da un “demone” (parola che nella lingua originaria, il greco, significa “dio”).
              Nella mia formazione più che Cristo, personaggio abbastanza cupo, rancoroso e col vizio del predicozzo, ha avuto un’importanza fondamentale Epicuro, forse il più grande maestro di vita che l’umanità abbia mai conosciuto e, ovviamente, profondamente odiato dal cristianesimo che ne ha, tra l’altro, completamente frainteso o, forse meglio, mistificato il messaggio.
              Epicuro ci ha insegnato a non temere la morte, che tanta paura fa a voi perché temete l’inferno e fate i bravi per salvarvi anche se spesso vi piacerebbe fare il contrario. Epicuro ha capito (e non ci voleva molto in quanto la verità è di per sé evidente) che l’unica vera legge di natura è che noi cerchiamo istintivamente ciò che ci procura piacere e fuggiamo ciò che ci procura dolore, ma ci ha anche insegnato che ricercare il piacere non significa abbandonarsi ai piaceri; Epicuro ha insegnato che bisogna vivere “appartati”, disprezzando la fama, la ricchezza e il potere, ma ricercando valori veri, come l’amicizia, la rettitudine, l’uguaglianza, e per primo ha aperto la sua scuola filosofica alle donne. Quindi non è stato Gesù, come voi millantate, il primo a valorizzare le donne. Il quale tra l’altro ha scelto solo discepoli uomini.
              Orazio, Virgilio e il sublime Lucrezio erano seguaci di Epicuro. Io ho trovato molta più saggezza nelle loro pagine che nella Bibbia e nel Vangelo.

              • Vincent Vega ha detto in risposta a Chissenefrega

                In base a cosa l’amicizia, la rettitudine, l’uguaglianza, l’amore ecdetera sarebbero valori “veri”?

                I miei valori potrebbero essere, per esempio, la schiavitù, la prostituzione, la pedofilia, il traffico di droga, e potrei usare tutte queste attività che io reputo come giuste per arricchirmi.
                Ora, posto che l’uomo non è altro che un causale agglomerato di cellule venuto dal nulla e destinato al nulla, su quale base tu, epicureo, puoi sostenere che i miei valori siano sbagliati? Avanti, sono curioso.
                Dopo rispondo alle altre menzogne che hai scritto, intanto rispondi a questo commento, visto che l’altro è stato ignorato (ovviamente, non sapendo rispondere).

                Ultima cosa: l’inferno esiste ma si può evitare e avere la vita eterna e la gioia eterna, il nulla eterno, invece, non lascia scampo, se credessi nell’ateismo.

                • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                  Casuale agglomerato di cellule volevo scrivere. Avanti epicureo, motivami quale base hanno i valori che chiami “veri”.

                  Io, così come un musulmano, un induista, uno shintoista possiamo motivarti la base dei nostri valori, tu quale base hai?

              • Dan ha detto in risposta a Chissenefrega

                Etica appunto epicurea basata sulla ricerca del piacere,ma l’etica epicurea rimane comunque razionalizzata infatta una ricerca del piacere che sfocia inevitabilmente del dolore non è facente nemmeno parte di questo dell’etica epicurea.Infatti entrebbe in contraddizione con il fine ricercare il piacere che bel suo estremo provoca dolore dunque autocontradicendosi,di qui ben sapendo gli eleatici che la ricerca diosnisaca del pacere smisurata confliggeva pure con la fantomatica atarassia,al di la di lodi di Epicuro che ovviamente si loda nella misura in cui delle volte non lo si conosce si domanda,visto che è appunto Ma se la ricerca del piacere qualunque sia la qualificazione dei vari significati che arreca il termine piacere,porta al dolore,allora in che senso il fine della vita umana piacere e il piacere per evitare il dolore,se esso stesso è causa di dolore?Nessuna risposta nel Quadrifarmaco,perchè questo da Epicuro non viene considerato,ma ben considerato da altri:il piacere portato come per altro numerose idee edonistiche predicano,ma non epicuree,all’estremo è causa del dolore:dolore psichico e dolore naturale.

                L’azione intrapresa per esempio come correre in macchina è una sensazione che per alcuni causa il piacere,ma dato un incidente in cui si perde una gamba si pone il dolore e la sofferenza.

                Dunque lasciam perdere comunque il declinare Epicuro come esente o facente parte di certe idee storpiate dagli atei sull’edonismo.

                Di cui ovviamente forse Epicuro si sarebbe posto il problema dato che autoconfligge con il fine che si propone togliere il dolore mediante il “piacere.”Senza tuttavia mai specificare che si intenda per “piacere”.

                • Dan ha detto in risposta a Dan

                  Cosa è i piacere cosa è il dolore,e non a usare il termine vuoto pour parler,di certo non è assenza di norma,perchè norma è cio su cui lo si definisce,specificando di volta in volta l’idea e le definizioni che nè si ha.

                  E no Epicuro stesso declina più di una volta l’amicizia come valore di mero utile,a cui si fa quindi domanda all’epicureo in che senso l’amicizia è opportunismo?

                  • Dan ha detto in risposta a Dan

                    Siccome non ci percezioni del nulla allora non puo esserci dolore,dolore che c’è solo nella percezione,nessuno percepisce nella morte quindi non c’è dolore.

                    Già ma se del nulla niente si puo sapere proprio questo neppure che c’è il nulla a salvarti dalle sofferenze (peraltro esasperate visto che la vita non è tutta una sofferenza,salvo forse per chi la sofferenza non l’ha mai assaggiata),per una ateo dovrebbero riamanere ignote, se ci sara il dolore giache del nulla non si puo dir niente allora nemmeno di una negazione si puo avere certezza: che non c’è dolore,e l’unica cosa che assilla prima della morte è il terrore che non sia cosi,come tutti e quando si scrive “Dio è Morto” Ricordati che l’unica certezza con freddo cinismo è ,sei tu che sei mortale,e tutto il “super” “oltre”,sbianca davanti al Dubbio.

                    E uno magari giocherà con il picere fino al momento in cui un uomo sbiancato dal peggiore dei dubbi non si trova:e se invece c’è il dolore?

                    Tu non credi in niente della vita dopo la morte,che altra certezza puoi avere quindi proprio di questo del niente,sarai niente quindi non ci sarà dolore,o magari hai gia acettato il tuo stato:non essere più niente,che bel “piacere” nel “dolore”

              • andrea g ha detto in risposta a Chissenefrega

                La tua severissima educazione cattolica ti conduce
                razionalmente a valutare il Cristo ‘rancoroso’, “cupo”,
                e col “vizio del predicozzo’?
                Cos’è questo rancore verso Gesù? Donde nasce?
                Per quanto riguarda la ricerca del ‘piacere’, e la fuga dalla sofferenza,
                quando ciò non è possibile, Epicuro insegna a soffrire tranquillamente?
                E su che base escludi Dio non si comprende.
                Ma alla fin fine, chettefrega dei credenti nel Salvatore del mondo?
                Non li sopporti?
                Va beh-

                • andrea g ha detto in risposta a andrea g

                  E’ tipico dell’adolescenza il pensiero assolutistico
                  di ‘far del male’ agli adulti deridendo ciò cui più essi
                  ritengono valido.
                  Ecco, le tue fanfaronate sul Cristo rientrano in questo
                  caso, ma qui ottieni l’effetto contrario: preghiamo per
                  te, figliolo, affinchè tu ti ravveda e ti inginocchi a
                  chiedere perdono al Salvatore. Egli è morto in Croce
                  per te.
                  Coraggio-

                  • Vincent Vega ha detto in risposta a andrea g

                    Ahahahah si Andrea, preghiamo per lui anche perché deve essere un ragazzino under 18 🙂
                    Smells like teen spirit Ahahah 😛 http://youtu.be/hTWKbfoikeg

                    Ti dedico il mio pezzo preferito Chissenefrega, contento? 😉
                    È stato scritto 23 anni fa (quando io avevo solo 3 anni) ma descrive bene la situazioni dei mio coetanei e dei tuoi.

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Dei mio coetanei? Dei miei coetanei, naturalmente, qua su Uccr mi saltano fuori dei posts che sembrano scritti da un uomo di Cro-magnon. 🙁 😛

                    • andrea g ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Spero davvero che si tratti di un under 18, caro Vincent,
                      perchè c’è anche la possibilità che il menefreghista seriale
                      abbia sorpassato da un pezzo l’età dei brufoli, e sia rimasto
                      bloccato a quella fase: e più passa il tempo, più diviene
                      difficile ammettere il proprio infantilismo (esempio tipico il
                      teologo da bar sport Vito Mancuso) e dunque diventa sempre più
                      difficile chiedere perdono al Signore.

              • Vincent Vega ha detto in risposta a Chissenefrega

                Noi “millanteremmo” che Gesù ha valorizzato le donne?

                Gesù è stato il primo in giudea a perdonare le prostitute, non ha mai scansato le donne neanche se considerate impure, in un posto e in un epoca dove le donne valevano davvero poco. Sua madre è stata dichiarata Madre di Dio, l’unica creatura non toccata dal peccato originale. I primi esseri umani al mondo a sapere che Cristo era risorto sono state le donne. La donna ha sempre avuto dignità pari all’uomo nel cristianesimo, alcuni passi di Paolo deliberatamente maschilisti sono interpolazioni successive (riconosciute grazie alla critica testuale).

              • lorenzo ha detto in risposta a Chissenefrega

                “… Cristo, personaggio abbastanza cupo, rancoroso e col vizio del predicozzo…”
                Anche se porta lo stesso nome non è certamente il Cristo gioioso, comprensivo, che parlava con fatti e parabole affinché i semplici capissero ed i pieni di sé fossero confusi

      • Dan ha detto in risposta a Chissenefrega

        Certe volte equivalgono a affermazioni paragonabili alla pubblicità tra un itermezzo e l’altro di un buon film salvo pirateria di rete,non c’è differenza tra certe affermazioni ad nauseam,e il variagato e varipinto ma sopratutto non ripetitivo slogan dei bann pubblicitari a destra di questa commento, ma non è che in realtà qui non ci sono atei,ma ripetitori con tanto di sintetizzatore vocale che fanno commenti random (giachè il termine è un inglesismo particolarmente amato dalla categoria)come quelli che puntualmente all’una invadono di chiamate il cellulare o il telefono di casa,no perchè in tal caso uso la tecnica dei tre squilli,se non c’è un quarto squillo vuol dire che è un ripetitore del call center.

        E non è che invece per la mia altratanta edonistica indole un ripetitore automatico che dice di essere Rocco Sifredi dato l’ex trascorso da libertino sia molto più che una rottura di palle come i suddetti call center.

        E evidente i cristiani concepiscono verginalmente nè provano piacere sessuale,e da me non vedrai che imperfezione e lapidaria pungenza di cretinate dell’imaginazione atea.

        Semplicemente il piacere trova i suoi limiti anche quando si declina in psicopatologie come certe parafillie in cui la sessualità giustificata con il piacere diventa tanto piacevole che terminano la loro performance dallo psichiatra,chissà perchè l’equilibrio è tanto aborrito dal piacere edonostico.

    • Vincent Vega ha detto in risposta a Sophie

      Un momento Sophie, ma questa è la conversione di San Paolo, quando vide il Cristo Risorto sulla via di Damasco. Immagino che tu abbia usato quindi la “caduta da cavallo” come allegoria per parlare della tua conversione, giusto?

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

        Però in effetti per San Paolo si parla solo di caduta e non di caduta da cavallo, che è piu un’immagine artistica successiva

        ” E avenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! 6Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

      • Sophie ha detto in risposta a Vincent Vega

        Era per dire che mi sono convertita in maniera flash.

  3. EquesFidus ha detto

    Congratulazioni a questi nuovi cristiani, che mediante il Battesimo assurgete alla vita nuova in Cristo! Voi siete il sale della terra, voi mostrate che Dio non si è ancora stancato dell’umanità, voi mostrate che un’altra vita è possibile, voi mostrate che la conversione, che la vita nuova nel Cristo è possibile, voi siete fari di speranza per tutti, per le vostre famiglie e per le vostre comunità che duramente opprimono e combattono l’unico, vero Dio; che il Signore vi accompagni ogni giorno della vostra vita in vista della vita eterna e delle Sue primizie, auguri di buon santo Natale a tutti voi!

    • Vincent Vega ha detto in risposta a EquesFidus

      Mi associo Eques, questi nuovi cristiani mostrano che la ricerca e l’accettazione della Verità è possibile, in barba ai laicisti che vorrebbero insegnare che tutte le religioni sono sullo stesso piano.’
      Che Dio li benedica.

    • Vincent Vega ha detto in risposta a EquesFidus

      Eques Fidus scrive

      “Le vostre comunità che combattono l’unico, vero Dio”

      Esattamente Eques, anche se è Natale bando al politicamente corretto, solo la Verità salva. È proprio vero quello che dici, nessuna delle altre divinità è entrata nella Storia, e questo per il semplice, banale motivo che le altre divinità sono invenzioni umane, a differenza del Cristo, che è personaggio storico tanto quanto Garibaldi, Giulio Cesare, Ghandi eccetera.

      Sopratutto gli atei (e qua rispondo anche a qjesto tuo commento http://www.uccronline.it/2015/12/24/e-il-natale-di-chi-di-colui-che-si-e-reso-incontrabile-perche-la-vita-rifiorisca/#comment-168343 ) non riescono a spiegarsi in nessun modo il “punto di rottura” rappresentato dal cristianesimo, nel quale, per la prima volta, un uomo reale, storico, fatfo di carne e di sangue è stato venerato come Dio incarnato, come Creatore dell’universo. Non possono spiegarselo in nessun modo, ecco perché il mondo Lo odia, perché è in mano al principe di questo mondo, il serpente antico, e solo persone benedette di buona volontà come quelle citate nell’articolo possono emanciparsene.

      Ad ogni modo io spero che un giorno anche gli altri testi sacri, oltre al Nuovo Testamento, verranno sottoposti al vaglio storico critico, per vedere se reggeranno così alla grande come il nostro. Vorrei vedere, per esempio, il Corano sottoposto all’esegesi storico-critica, e lo stesso vale per i testi sacri induisti.

      Per esempio (parlando dei testi induisti) mentre sul Cristo i primi testi scritti che ne parlano sono le lettere paoline, risalenti a pochi anni (circa 20, cosa niente affatto comune all’epoca) dopo la morte di Gesù, se prendiamo Krishna, considerato dagli induisti l’incarnazione di Visnù, abbiamo la biografia di questo “””””dio”””” riportata nel purana vaishnava, denominato srimad bhavagatam il quale, secondo i devoti di Krishna, riporta la biografia di questo “””””dio incarnato”””””” .

      C’è però un piccolo, piccolissimo dettaglio: questi “atti di Krishna” vennero messi per iscritto all’epoca del nostro medioevo, non solo secoli dopo la nascita, morte e resurrezione di Nostro Signore, ma addirittura 4000 anni dopo la supposta vita di Krishna, che, secondo gli agiografi induisti, visse e morì alla fine DEL QUARTO MILLENNIO AVANTI CRISTO! 😀
      Ovviamente i devoti sostengono che quei testi scritti riportino fedelmente la tradizione orale trasmessa per 4 millenni su Krishna, ma prova ad immaginare cosa sarebbe successo se il Nuovo Testamento fosse stato messo per iscritto non dico 4 millenni dopo i fatti come il purana vaishnava ma anche solo al tempo del Concilio di Nicea.

      Neppure il Baghavad gad Gita (incluso nel Mahabarata) puo venirci in aiuto, sia perché le narrazioni al suo interno solo palesemente antistoriche, sìa per l’incerta data di redazione, che varia tra il 400 A.C e il 400 D.C, comunque millenni dopo i supposti fatti ivi raccontati.

      Bella differenza col Nuovo Testamento, i cui primi scritti risalgono a circa 20 anni dopo la morte di Gesù il 7 aprile del 30 D.C.
      Scegliere Cristo significa dare retta al cuore e alla ragione, sicchè ci sono ottimi motivi per credere in Lui, mentre le altre religioni sono un autentico salto nel vuoto, senza il benché minimo appiglio razionale, infatti per credere che dei testi su un dio incarnafo riportino fedelmente la sua vita quando sono stati scritti diversi millenni dopo la sua supposta vita -dico supposta perché Krishna non è riconosciuto come personaggio storico- bisogna non solo fare un atto di Fede ma, dal mio punto di vista, spegnere il cervello.

      Anche il cristianesimo richiede un atto di Fede, ma il ” salto nel buio” che richiede il Cristo non è nemmeno lontanamente paraganabile a quello chiesto dalle altre religioni.
      Lo definirei più atto di fiducia che di Fede.

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

        Infatti per credere che dei testi su un dio incarnato, non “incarnafo”, dannati refusi.

        All’ultima riga paragonabile, non “paraganabile”.

  4. mariasole ha detto

    «Mi dispiace per gli altri, ma Dio è cattolico»
    Jean Guitton

    • Dakini Dani ha detto in risposta a mariasole

      Lol, gli ha mica telefonato per saperlo con tale certezza?! 😛

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Dakini Dani

        Perché utilizzi come nome uno dei modi per nominare gli spiriti maligni, ovvero dakini?

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Dakini Dani

        Questa è la vostra ora, eh Dakini? 😉

      • lorenzo ha detto in risposta a Dakini Dani

        Lol, prova a chiederlo a Jean Guitton !!

      • andrea g ha detto in risposta a Dakini Dani

        è cattolico stà a significare che la dogmatica cattolica è quella
        che perfettamente ha sviluppato la Rivelazione del Signore.
        I protestanti hanno capito nulla della funzione correndentrice
        della Beata Vergine Maria, mentre gli ortodossi sbagliano nel non vedere
        che lo Spirito Santo, viene inviato “dal Padre e dal Figlio”…
        e pensare che Gesù è chiarissimo:
        ” Ma quando sarà venuto il Consolatore che IO vi manderò da parte del Padre,
        lo Spirito della Verità che procede dal Padre, Egli testimonierà di Me”-

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