Michela Marzano usa anche Papa Francesco per promuovere il gender

Michela MarzanoSono almeno quattro i diretti interventi di Papa Francesco nel solo 2015 contro il gender, la teoria secondo la quale l’essere uomini e donne sarebbe una costruzione sociale e non derivata necessariamente dall’essere nati come maschi e femmine.

Come abbiamo documentato nel nostro dossier apposito, a gennaio Francesco ha rivelato di essere stato un testimoni oculare del tentativo di introdurre il gender nelle scuole: «Era un libro di scuola, un libro preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender […]. Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo […] e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso […] pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo». Ha poi ripreso l’episodio nel marzo successivo: «Sono stato testimone di un caso di questo tipo con una ministro dell’educazione riguardo l’insegnamento della teoria del “gender” che è una cosa che sta atomizzando la famiglia. Questa colonizzazione ideologica distrugge la famiglia».

Sempre nello stesso mese ha parlato di «quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che crea tanta confusione. Così la famiglia è sotto attacco», mentre nell’Udienza generale di aprile ha valorizzato la differenza tra uomo e donna, dicendo anche: «io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa».

Davanti a questi durissimi interventi, il fatto che la filosofa Michela Marzano citi il Pontefice nei suoi quotidiani spot pro-gender è ancora di più deleterio e significativo della cattolicità autodichiarata dalla parlamentare Pd. Invitata recentemente anche a Tv2000, la televisione della CEI, il giorno prima di Costanza Miriano: una scelta poco felice (non è la prima da quando l’ex Iena Alessandro Sortino è diventato vicedirettore), dando spazio (senza contraddittorio) in buona fede e in nome di un giornalismo etico e obiettivo a chi spazio ne ha già a sufficienza (anzi, sui grandi media si sente la carenza delle voci contrarie) e in buona fede non lo è affatto. Lo ha dimostrato proprio la Marzano quando ha strumentalizzato Francesco in una recente intervista a Il Mattino, sostenendo che anche il Papa sarebbe a favore dei ripensamenti dei ruoli di genere per promuovere l’uguaglianza. La filosofa è autrice del recente libro “Papà, mamma e Gender” (Utet 2015), scritto frettolosamente per smentire l’esistenza della famosa teoria ma, attraverso il quale, ne ha riproposto i contenuti, come abbiamo già evidenziato. E’ infatti molto più facile introdurre queste “colonizzazioni” nelle scuole senza dare ad esse un’etichetta ben precisa, facilmente accusabile e confutabile.

Anche recentemente la Marzano ha scritto: «paternità e maternità sono caratteristiche che appartengono a ognuno di noi, indipendentemente dalla propria identità di genere». Questa è esattamente l’ideologia gender: la mamma può essere chiunque si percepisce come donna, indipendentemente dal fatto che sia nato come maschio o femmina, e viceversa. Questo per la Marzano significa “ripensare” i ruoli di genere, tirando dalla sua parte il Pontefice. Nella stessa intervista al quotidiano campano la Marzano ha ancor meglio precisato: «Quando si parla di “sesso” ci si riferisce all’insieme delle caratteristiche fisiche, biologiche, cromosomiche e genetiche che distinguono i maschi dalle femmine. Quando si parla di “genere”, invece, si fa riferimento al processo di costruzione sociale e culturale sulla base di caratteristiche e di comportamenti, impliciti o espliciti, associati agli uomini e alle donne». Sarebbe quindi da promuovere come normale il percepirsi come maschi-donne e femmine-uomini nel caso in cui sesso e genere non coincidano, alla faccia delle rassicurazioni sul fatto che si vuole soltanto insegnare il rispetto. Ecco la colonizzazione ideologica contro cui sta combattendo Papa Francesco.

La redazione

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10 commenti a Michela Marzano usa anche Papa Francesco per promuovere il gender

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  1. Francesco ha detto

    “Non esistono i colori, ma credo che noi tutti dobbiamo apprezzare il rosso, il blu, il verde ecc..”
    Ecco, questa è la contraddizione di chi dice che non esiste la teoria del gender.

  2. Filippo Fiani ha detto

    Michela Marzano si auspicava pure che il Sinodo della famiglia promuovesse delle aperture radicali verso le coppie omosessuali. Purtroppo penso che la propria condizione familiare la faccia deviare di molto dal seminato di Madre Chiesa. Lo stesso Galantino dice di lei che non ascolta nessun altro che sé stessa.
    Non credo sia utile a nessuno, tanto meno a lei, che si continui a professare cattolica e a tirare per la tonaca il Papa.

  3. Sebastiano ha detto

    “…la faccia deviare di molto dal seminato di Madre Chiesa…”
    Diciamo pure, senza eufemismi, che in quel campo ci sta tentando di seminare ottima zizzania.
    E’ in buona compagnia, del resto: tutta quella congrega di gente che inizia invariabilmente con il “sono cattolico/a…” e finisce, altrettanto invariabilmente con il “ma…”, sostenendo l’esatto contrario della dottrina.
    Nulla di nuovo, peraltro: Pannella e soci usavano questa tattica già 40 anni fa.

  4. Giulio Quaresima ha detto

    La miglior risposta alla teoria gender per me rimane questo dialogo dei Monty Python (da sentire fino alla fine). Con una semplice battuta riporta tutto alla realtà e al buon senso.

  5. Dario* ha detto

    Per quel che vale, anche io sono stato testimone oculare dell’indottrinamento gender nelle scuole

    • Dario* ha detto in risposta a Dario*

      Ma, anche senza voler entrare in ambito scolastico, che ci sia in atto un sistematico tentativo di lavare il cervello ai piccoli è oltremodo palese, basta vedere il palinsesto delle reti Rai (pagate anche dal canone di un sacco di cattolici). Tanto per fare un esempio, ieri su Rai4 verso le 14:30 è andato in onda un cartone animato (prego notare la fascia orario ed il mezzo di trasmissione e poi non si cerchi di negare chi fosse il target del messaggio) il cui plot, per parecchi minuti, altro non è stato che un dialogo di un personaggio che voleva cambiare sesso e tutta l’apologia propagandistica di tale pratica

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