L’autentico femminismo è quello cattolico

Francesco e le donne«La vera emancipazione femminile non sta in una formalistica o materialistica eguaglianza con l’altro sesso, ma nel riconoscimento di ciò che la personalità femminile ha di essenzialmente specifico, la vocazione della donna ad essere madre» disse Paolo VI all’Unione dei giuristi cattolici nel dicembre 1972. Non c’è nulla di essenzialmente specifico della personalità femminile che donare la vita ad altri esseri umani, prendersi cura di loro.

Per questo l’unico autentico femminismo, paradossalmente, può solo essere cattolico. Perché solo la Chiesa oggi valorizza davvero la differenza sessuale, onorando la specificità femminile. E’ questa la linea di fondo del libro “Papa Francesco e le donne” (Sole 24 Ore, 2014) scritto da Giulia Galeotti e Lucetta Scaraffia, e ottimamente recensito su Miradouro. Un esempio di vero femminismo è quello di Gianna Beretta Molla, la dottoressa che di fronte alla scelta estrema tra la sua vita e quella del nascituro preferì mettere al primo posto la salvaguardia del piccolo. La sua decisione, presa consapevolmente e in libertà, rappresenta «una delle sante più femministe della storia», una «di quelle sante che hanno testimoniato il coraggio e la capacità delle donne di essere espressione della gratuità e dell’amore». E gli uomini hanno soltanto da imparare in questo (e molto altro!).

Il libro delle due storiche e scrittrici mette in discussione il modello di liberazione delle donne degli anni sessanta: le sessantottine hanno «tentato di emancipare le donne cancellando la fisionomia e la specifica anatomia femminile», portandole alla fine ad essere ingabbiate «in sbarre moderne e nuove». Tuttavia oggi si presenta una riscoperta, soprattutto negli Usa, di una alleanza tra le donne e la Chiesa cattolica, dal tema dell’aborto alla fecondazione eterologa. In particolare al centro dell’alleanza c’è «il rifiuto della teoria del gender, secondo cui non esisterebbero differenze biologiche tra femmine e maschi, essendo la femminilità e la mascolinità costruzioni culturali dalle quali bisogna liberarsi per stabilire un’autentica uguaglianza tra gli esseri umani […]. A questa ideologia ha mosso una dura critica parte del femminismo. Contestare in radice l’ideologia del gender significa infatti respingere una visione che intende liberare le donne eliminandone la femminilità». Pertanto, secondo le due studiose, «difendere la specificità della donna risulta così la previdente preoccupazione per un futuro che – ancora una volta in nome di una utopia dell’uguaglianza – vuole tutti trasformati in individui neutri. Ma in realtà la neutralità non esiste».

Viene citata anche Madre Teresa di Calcutta: «dicono che l’uomo e la donna sono esattamente la stessa cosa e negano la bellezza delle differenze esistenti tra uomini e donne». Peraltro, già nel lontano 1931, Marie Lenoel disse che era giunto il momento di dimostrare non solo che si può essere «femministe benché cattoliche», ma soprattutto «femministe perché cattoliche». La Scaraffia ricorda Giovanni Paolo II e la pubblicazione della “Mulieris dignitatem”, lettera apostolica sulla dignità e vocazione della donna, dove il papa polacco parla della necessaria complementarietà dei sessi per una armoniosa realizzazione della vita umana, fornendo in pratica una piattaforma teorica al femminismo cattolico.

Anche la storica constata il fallimento del femminismo laico, partito per ottenere l’uguaglianza tra i sessi ottenendo, invece, il suo contrario (pensiamo ad esempio alla violenza delle Femen, prodotto primario di questa mutazione antropologica e svilente della femminilità): «Il politicamente corretto che ancora impera su questi argomenti impedisce di cogliere il fallimento delle promesse, la contraddittorietà degli assunti, la fallacia dei testi fondativi. Soprattutto la persistenza del mito della ‘naturalità’ da riconquistare impedisce di vedere come il rapporto sessuale, sganciato dalla riproduzione, liberato da ogni regola che ne delimiti la funzione sociale, sia diventato un consumo come un altro». Così, «la libertà di godere si confonde con la libertà di comprare e il libero amore sollecita acquisti di biancheria intima, frequentazione di istituti di bellezza e palestre, turismo e serate in locali notturni, mentre il turismo sessuale è diventato uno dei principali affari del mondo contemporaneo, e sta a testimoniare, come la prostituzione a casa nostra, che la liberazione sessuale non ha mantenuto nessuna delle sue promesse di felicità. Anzi in questo modo ha aggravato lo sfruttamento fra esseri umani».

Papa Francesco, così come i suoi predecessori, sta portando avanti un confronto su come valorizzare di più il genio femminile nella Chiesa ricordando però: «con riferimento all’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e dice: “No”. L’ha detto Giovanni Paolo II, ma con una formulazione definitiva. Quella è chiusa, quella porta». Nella “Evangelii Gaudium” ha precisato ancora: «Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’Eucaristia, è una questione che non si pone in discussione, ma può diventare motivo di particolare conflitto se si identifica troppo la potestà sacramentale con il potere. Non bisogna dimenticare che quando parliamo di potestà sacerdotale ci troviamo nell’ambito della funzione, non della dignità e della santità. Il sacerdozio ministeriale è uno dei mezzi che Gesù utilizza al servizio del suo popolo, ma la grande dignità viene dal Battesimo, che è accessibile a tutti. La configurazione del sacerdote con Cristo Capo – vale a dire, come fonte principale della grazia – non implica un’esaltazione che lo collochi in cima a tutto il resto. Nella Chiesa le funzioni non danno luogo alla superiorità degli uni sugli altri».

La redazione

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30 commenti a L’autentico femminismo è quello cattolico

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  1. Francesco ha detto

    Il Vaticano non ha affatto nominato una donna come dirigente dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza così come avete scritto: ci mancherebbe pure che uno Stato estero possa nominare un dirigente della Polizia di Stato. Il Vaticano ha il potere sulla Gendarmeria vaticana il cui comandante è un uomo: Domenico Giani. Tutto scritto nell’articolo che avete linkato.

  2. beppino ha detto

    Sono fiduzioso in attesa della nomina di un primo cardinale donna; spero che Papa Francesco diventi il primo papa a fare una nomina di questo tipo.

    • Fabrizia ha detto in risposta a beppino

      Io invece, da donna, le rispondo che sono arcistufa che, per valere qualcosa, le donne debbano fare o essere tutto quello che fa o è un uomo. Non ne posso più di sentire parlare di uguaglianza quando l’unica uguaglianza che vale è che la donna deve essere uguale all’uomo, nel senso che deve copiarlo. In realtà, oggi bisogna essere uguali a un solo sesso: quello maschile. E allora viva la Chiesa, che rispetta davvero la differenza sessuale! Fra l’altro , sono contrarissima al sacerdozio delle donne e sono sicura che almeno nella Chiesa Cattolica non ci sarà mai. Se non sbaglio, quando Gesu lo ha istituito,ha ben spiegato che il sacerdozio è un servizio. Che gli uomini ne abbiano a volte fatto un potere è lontanissimo dalla volontà di Gesù, ed è dovuto alla loro umana debolezza.

      • beppina ha detto in risposta a Fabrizia

        Le donne “devono” essere nominate prima o dopo nei posti cardinalizi per il semplice fatto che il ruolo cardinalizio é un ruolo di aiuto e sostegno al Santo Padre soprattutto negli aspetti “laici” di “governo” della Chiesa; quindi le donne possono (anzi “devono”) dare il loro contributo. E’ fuorviante la presunta “coincidenza” fra cardinale e sacerdote (solo al secondo é demandata la condizione necessaria e sufficiente per presiedere l’Eucarestia…), “coincidenza” impostasi nel tempo più che altro per situazioni e mentalità contingenti e concretizzatasi in norme canoniche di importanza secondaria.

  3. Michele ha detto

    Sì può essere cardinali anche da laici? Perché in caso contrario non credo avverrà, viste le stesse dichiarazioni del papa

    • beppino ha detto in risposta a Michele

      E’ possibile che una persona (quindi anche una donna) diventi cardinale anche se non “abilitata” a celebrare l’Eucarestia (cioé anche senza essere sacerdote). E’ bene cominciare… questo inizio non modificherebbe alcunché delle “regole” della Chiesa (se non qualche marginale ed estemporanea norma canonica secondaria, figlia solo del tempo in cui é stata promulgata) ed avrebbe un enorme effetto sul popolo cattolico.

      • Li ha detto in risposta a beppino

        Non vedo il perchè di tutto questo sbavare per avere donne come preti, cardinali o che. La porta, dicono, è chiusa. Punto. Se no non saremmo diversi da buddisti, sette, wicca vari e tanto altro ancora.

        La donna nel cattolicesimo vive già una condizione di gazia, che una sessantottina ferma a quel pensiero non potrà mai e poi mai raggiungere. Finchè non apre gli occhi.

        Non so se sia giusto definire quello cattolico, femminismo perchè mi sembra troppo paragonato al ’68.

        ci sono state donne come Teresa di Lisieux, che hanno passato la vita nel convento, eppure divenne patrona delle missioni senza aver mai viaggiato per il mondo.

        La società odierna è troppo incagliata nel pensiero di grandezza, superiorità. Non vorrei scadere nel volgare ma sembra una gara tra maschi sulla lunghezza del pene. 🙁 vedere anche donne che si comportano così è stressante e infelice.

        • Francesca ha detto in risposta a Li

          Esattamente Li.
          L’importanza della “carica” occupata è importante solamente in relazione al servizio, come aveva fatto notare Papa Francesco in passato. Disse che nella Chiesa il potere è il potere di mettersi al servizio.
          Chi occupa un posto gerarchico ha un compito: riconoscere l’importanza di tutti i contributi e metterli al pari, oppure anche esaltarli al di sopra di altri, metterli su un gradino superiore morale e spirituale. Maria, madre di Gesù ne è un’esempio: la Chiesa cattolics la riconosce e le conferisce un posto d’onore – a differenza di altre confessioni (anche cristiane) nelle quali il principio femminile non è teologicamente/filosoficamente riconosciuto (però esteriormente, burocraticamente riconoscono le pretesse).

          (sul femminismo e le sessantottine: oggi c’è un’ampia revisione di quel periodo in quanto molte donne si sono rese conto che essere state parte attiva politicamente aveva significato per il 99% di loro fare le fotocopie e i servizi sessuali ai “compagni”…..e nient’altro)

        • beppino ha detto in risposta a Li

          La porta é chiusa perché una donna sia sacerdote; ed é giusto sia così per una serie di ragioni che ora non é necessario riprendere. Ma cardinale (laico) lo si può essere senza essere sacerdote o diacono.

          • Li ha detto in risposta a beppino

            E perchè una donna dovrebbe essere cardinale senza prima essere sacerdote? A me pare un saltare la gavetta. E comunque se la risposta dei papi è stata no, così è. Secondo la Bibbia (e l’uomo), si chiama superbia.

            • beppino ha detto in risposta a Li

              In passato ci sono stati molti cardinali laici. La superbia non c’entra nulla; l’ “altra metà del mondo” deve essere rappresentata e non necessariamente solo per dare il suo necessario contributo.

  4. Cattolico ha detto

    “E gli uomini hanno soltanto da imparare in questo (e molto altro!).”
    Questa frase potevate tranquillamente evitarla… perché insultare ancora e ancora gli uomini? La televisione non getta già abbastanza merda sugli uomini? Al giorno d’oggi noi maschi veniamo trattati malissimo e siamo discriminati nel lavoro, a scuola e in generale nella società! Il femminismo in tutte le sue forme è un male ora come in passato. Non può esistere un femminismo cattolico.

  5. Michele ha detto

    A proposito della gara competitiva di cui parlava Li, mi ha fatto venire in mente quell’ipotesi freudiana della “invidia del pene” femminile

    • Li ha detto in risposta a Michele

      E’ una battuta rivolta alla sottoscritta? ai maschi invidio solo una cosa, e non è quella. come asex poi, non mi interessa la gara a chi è migliore tra maschi e femmine. Pensiamo a come migliorarci come umani, piuttosto!

      “E gli uomini hanno soltanto da imparare in questo (e molto altro!).”
      Questa frase potevate tranquillamente evitarla… perché insultare ancora e ancora gli uomini?

      Su questo ono d’accordo con te, perchè pregi e difetti ce ne sono in egual misura per M e F.

    • Fabrizia ha detto in risposta a Michele

      Piccolo aggiornamento. La famosa “invidia del pene”, oggetto di tanti libri e convegni di psicanalisi non esiste. Nessuna donna normale ce l’ha nai avuta. Da donna, l’ho sempre saputo. Mi fa comunque piacere che adesso venga pure riconosciuto ufficialmente.

  6. Michele ha detto

    No non è una battuta, è solo una cosa che mi è venuta in mente e che in qualche modo si allaccia all’argomento dell’articolo, io personalmente trovo certe opinioni di Freud come quella che ho citato e molte altre in materia di sessualità a dir poco azzardate e maschiliste

    • Li ha detto in risposta a Michele

      OT: Oh. E’ che in passato mi sono trovata su di un forum e con un’ utente non ci eravamo capite. apriti cielo, lei pensava che la stessi insultando. Succede di faintendere se non ci si può vedere in faccia. Mi sono spiegata, scusata e ci siamo chiarite. Tutto perchè usavo il classico “tu” nel discorso.
      Da allora finisco per fare esempi usando la prima e terza persona, soprattutto. Sono ardua a farmi comprendere, a volte. /OT

      Mah, non so se la cosa che ho detto e a cui ti sei allacciato sia freudiano e quindi maschilista, però uomini e donne di oggi cercano di essere talmente liquidi che proprio non vedo perchè dovrebbero offendersi, visto che l’hanno scelta loro quella via. E’ una cosa che suona assurda come la ricerca di privacy e postare foto di sè e della famiglia sui social.

  7. Maurizio ha detto

    Cos’hanno in comune lo Stato del Vaticano con l’Arabia Saudita o il Sudan? Che lì le donne non possono ricoprire cariche di responsabilità. Riflettete gente, riflettete…

    • gladio ha detto in risposta a Maurizio

      Tu dici Maurizio?
      Non sapevo che il Vaticano fosse in realtà un ” Cattolicato cristiano ” in cui si lapidano le donne, si decapita , si flagella, si crocifigge, la schiavitù è legale e per le donne vige l’ obbligo di indossare il burqa ed il divieto di guidare l’ auto e di uscire di casa senza essere accompagnate da un uomo, non sapevo nemmeno che si mettessero a morte gli apostati e gli omosessuali, non sapevo, in definitiva , che fare il turista in piazza S. Pietro comportasse gli stessi rischi di avventurarsi in Sudan o in Arabia Saudita.

      Bravo Maurizio, hai portato alla luce una verità semisconosciuta ai più, oltre che scomoda per molti.

      Non c’ è che dire, uno scoop da premio Pulitzer, complimenti! hai vinto un anello da naso, una sveglia da appendere al collo ed un cappello da pompiere!

    • lorenzo ha detto in risposta a Maurizio

      Se Cristo fosse stato donna, i sacerdoti sarebbero stati esclusivamente donne, ma siccome Cristo ha voluto incarnarsi come uomo, gli “Alter Christus” sono uomini: se non lo capisci, grida pure allo scandalo…

    • Fabrizia ha detto in risposta a Maurizio

      Purtroppo, Maurizio, anche tu sembri pensare che una donna valga qualcosa solo se fa tutto quello che fa un uomo. Per fortuna che c’è la Chiesa Cattolica, per noi donne, che ci salva da questa mentalità.

  8. Michele ha detto

    E nonostante questo punto in comune cos’hanno di diverso? In quale dei due le donne anche se non sono direttamente al governo nelle cariche più alte hanno voce e sono rappresentate?

  9. Michele ha detto

    Sai cos’hanno in comune l’Arabia Saudita e la Francia? Che se professi la tua fede, ed essa è quella cattolica, come minimo rischi l’arresto. Medita

    • Li ha detto in risposta a Michele

      Avresti potuto metterci anche l’Inghilterra al posto della Francia. arrestano anche lì per lo stessi. E proprio come nei paesi islamici. Pazzesco!

  10. Engy ha detto

    e se invece di preoccuparci di dare alle persone patenti di autenticità rispetto a questo o quest’altro – a convinzioni politiche, ideologiche, religiose, del tutto personali e legittime, al “vero” femminismo in questo caso o ai casi dei cattolici adulti di cui si parla nell’altro post e che addirittura si vuole aiutare (nel senso di redimere) – ci limitassimo a diventare, noi per prime, persone “autentiche” (punto)?

    • Laura ha detto in risposta a Engy

      Il tuo inno all’indifferentismo sociale è una conseguenza inevitabile di chi si sente punto sul vivo. Le persone autentiche, cara Engy, sono quelle che non hanno paura a giudicare la realtà perché sono libere e non ideologicamente imbevute di politically correct.

      • Engy ha detto in risposta a Laura

        guarda Laura, se c’è una che non è imbevuta di politicamente corretto, quell’una, all’interno di una vastissima gamma di difetti anche imperdonabili, ho la presunzione di essere io; poi vabbè, queste sono pure parole al vento, tanto non ci conosciamo.
        inoltre, nessun inno all’indifferentismo sociale.
        inoltre, le persone libere giudicano la realtà ma senza puntare il dito e senza presunzioni di redimere gli altri.
        per me ovviamente.

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