L’eutanasia e l’incapacità di dare un senso alla vita

Disperazione (Munch)Dalla Francia una nuova notizia macabra: due 86enni, Bernard e Georgette Cazes, temendo di morire uno/a prima dell’altro/a e di perdere l’autonomia in caso di malattia, hanno deciso di suicidarsi in una confortevole camera al Lutetia, albergo parigino.

Hanno anche lasciato una lettera nella quale hanno accusato lo Stato di averli costretti a una morte difficile, dolorosa e clandestina, a causa del rifiuto di considerare la legittimità del suicidio assistito. Intanto nel Belgio la commissione preposta sta per dare risposta affermativa all’eutanasia anche per bambini e disabili.

Non torniamo oggi ad esporre l’evidenza del piano inclinato e la nostra posizione in merito, dato che coincide perfettamente a quella di Papa Francesco, secondo cui occorre contrastare la «cultura dello scarto» che «richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli». Per questo «l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano, che è la vita più indifesa».

Vogliamo però riflettere sul fatto che questi sono inevitabilmente i dilemmi delle società più secolarizzate, ossessionate dal sesso, dalla sofferenza e dalla morte. L’incapacità di dare un senso adeguato alla vita porta a rifugiarsi compulsivamente all’unica cosa che sembra somigliare all’infinito, cioè il godimento sessuale (inculcato già alla più tenera età, come la sex box svizzera). Eppure proprio uno scrittore francese, Celine, spiegava che «il sesso, vissuto di per sé, è l’infinito dei cani», cioè un’illusione di felicità, di infinito. Così, quando non è più possibile ingannarsi o distrarsi, cioè quando gli anni che si portano abbondanti sulle spalle conducono ad una lucida maturità, la vita oltre che sterile ed inutile, diventa anche oggettivamente dolorosa, sopratutto se si è malati e soli.

Senza vivere in una prospettiva di Senso ultimo adeguato, dove l’orizzonte non è il proprio ombelico ma il destino voluto per ognuno da Dio, il dolore è insopportabile perché innanzitutto è ingiusto, privo di senso. La vecchiaia e la malattia si sopportano anche, è l’ingiustizia della sorte, la terribile dittatura del caso che si abbatte sull’uomo e sradica brutalmente ogni sua aspirazione a risultare insopportabile, ad urtare contro le nostre teorie sull’autodeterminazione assoluta. Le nostre società secolarizzate sono tornate dominate del fato, come le civiltà pre-cristiane. La morte in questo scenario appare l’unica via d’uscita accettabile per ribellarsi all’impotenza.

L’eutanasia perciò appare un dovere per chi non condivide la prospettiva cristiana, cioè per chi ritiene inutile la sofferenza e la vita. Tuttavia noi cristiani siamo chiamati a testimoniare che è possibile un altro modo di vivere, ad opporci al nichilismo e alla “cultura dello scarto”, a non arrenderci alla disperazione (mancanza di speranza) e al fatto che lo Stato diventi complice del fallimento esistenziale di questi uomini, anche se a loro può sembrare il progresso.

A conclusione dell’Anno della Fede, Papa Francesco ha proprio invitato ad «aprirsi a quanti sono più poveri di fede e di speranza nella loro vita. Parliamo tanto di povertà, ma non sempre pensiamo ai poveri di fede: ce ne sono tanti. Sono tante le persone che hanno bisogno di un gesto umano, di un sorriso, di una parola vera, di una testimonianza attraverso la quale cogliere la vicinanza di Gesù Cristo. Non manchi a nessuno questo segno di amore e di tenerezza che nasce dalla fede».

La redazione

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71 commenti a L’eutanasia e l’incapacità di dare un senso alla vita

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  1. Daniele ha detto

    Ma della proposta belga per l’eutanasia infantile (cioè si vuol dare a medici e genitori la facoltà di decidere se un bambino vada “terminato”) ne vogliamo parlare?

    Invito tutti a firmare l’appello on-line:

    http://www.citizengo.org/it/923-no-alleutanasia-intantile-europa

    • edoardo ha detto in risposta a Daniele

      Devo dire una cosa: mi ero dimenticato di averlo già firmato, avendolo ricevuto via mail qualche giorno fa.
      Ho dunque firmato credendo fosse la prima volta, ed il sistema rifiuta ma mia firma dicendo che avevo già firmato la medesima petizione.
      Dimostrazione lampante dell’ONESTA’ dei promotori dell’iniziativa, non come tante raccolte firme dove raccattano cani e porci, e andrebbero anche a mettere i nomi del cimitero pur di fare numero, e dove c’è chi firma più volte e con nomi differenti.

  2. LG ha detto

    mi chiedo : possibile che debba essere una “battaglia” condivisa solo dai cattolici? perchè questo torpore nelle coscienze ?

    • Katy ha detto in risposta a LG

      Lo spiega bene l’articolo, perché per chi vive come se Dio non esistesse il suicidio è un gesto nobile, coerente, mentre la morte e il dolore sono insopportabili.

      • bianca ha detto in risposta a Katy

        ma chi te lo ha detto? sei credente, come ti permetti di indagare nella mente altru

        • Nonsense ha detto in risposta a bianca

          sei credente, come ti permetti di indagare nella mente altru[i?]

          Non capisco o_0 … Un non credente può “permettersi” di indagare nella mente altrui invece?

          • manuzzo ha detto in risposta a Nonsense

            Trascuro la parte del “come ti permetti”, i tuoi amici offendono, noi ci permettiamo di indagare e capire come vedono loro il mondo, una tartaruga parlante (io mi troco, che tu lo ab bia da sappiscerlo) mi disse cosa gli sembrava più democratico. Non puoi impedircelo, I gulag li hanno chiusi, probabilmente per la consacrazione svolta da un omino vestito di bianco, ma questa è un’altra storia…. resta allora la mia domanda, bianca, visto che sembri infastidita, ci spieghi perché per te il suicidio non sarebbe un gesto nobile quando si costituisce solo un peso per la società e la famiglia?

        • borg ha detto in risposta a bianca

          è la solita invasione di campo di cui i credenti sono maestri.

          • Paolo Viti ha detto in risposta a borg

            “i credenti”…. 😀
            Ma come i credenti?? Forse che non farebbe ridere se un uomo nato con quattro dita parlasse dell’invasione di campo degli uomini nati con cinque dita??

            Forse che tu non sei un credente? Eppure proprio tu dici di CREDERE che Dio non esiste…

          • andrea g ha detto in risposta a borg

            E’ scontato che senza il senso della vita (cioè senza DIO)
            si arriva inesorabilmente a non sopportarla più.

          • harryburns ha detto in risposta a borg

            faccio una domanda OT ma è una cosa che mi sono sempre chiesto:
            ma BORG come il tennista svedese o come i nemici della federazione dei pianeti uniti?

        • Giacomot ha detto in risposta a bianca

          Fëdor Dostoevskij: «Vivere senza Dio è un rompicapo e un tormento. L’uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l’uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo. Siamo tutti idolatri, non atei».

        • Sophie ha detto in risposta a bianca

          Bho secondo me ti serve un esorcismo…

      • nullapercaso ha detto in risposta a Katy

        Certo, ma vivere come se dio esistesse non significa che dio esista davvero.
        La possibilità di scelta deve rimanere intatta, ognuno deve comunque rispondere alla propria coscienza, e ciò a prescindere da un ipotetico dio.

        • Panthom ha detto in risposta a nullapercaso

          Devi infatti ringraziare la civiltà cristiana se hai libertà di scelta, di certo non potresti lasciare un commento così se fossi nato in un’altra civiltà, islamica o induista. Quell’Uomo che pretese di essere Dio, Gesù Cristo, nei fatti rivoluzionò davvero il mondo portando benefici anche a coloro che in lui non credono. Tutto porta a sostenere che è vero quel che lui diceva di essere, un pazzo non avrebbe mai potuto essere alla base della tua libertà.

          Se credi all’esistenza della coscienza devi giustificarne l’esistenza in un paradigma esistenziale privo di Dio.

          Come vedi da una semplice analisi del tuo commento è molto più coerente vivere come se Dio esistesse che vivere in modo opposto. E questo non si può fare a prescindere da Dio, tant’è che la questione ti tocca profondamente essendo tu spesso presente in un blog in cui si affrontano queste tematiche.

        • Emanuele ha detto in risposta a nullapercaso

          …o la coscienza è indirizzata da Dio, allora tutti possono trovare un insieme di valori condivisibili; o la coscienza è relativa, allora uno può fare quel che gli pare…

        • Fabrizia ha detto in risposta a nullapercaso

          Cosa vorrá dire che geni come Dante, Dostoyevski,Manzoni ecc. e scienziati moderni Premi Nobel come P.Agre, W.Phillips,M.Molina,e moltissimi altri credano tutti in Dio? Come minimo, vuol dire che questi geni ritengono possibile e razionale l’ipotesi Dio, al punto che loro in Dio ci credono proprio. Personalmente, preferisco trovarmi in loro compagnia, che con Scalfari e Odifreddi.

        • harryburns ha detto in risposta a nullapercaso

          ciò che dice non ha senso

    • Umpalumpa ha detto in risposta a LG

      Le coscienze sono sveglissime. Il problema a mio parere è che nei mezzi d’informazione trovano spazio solo i “pro-morte”.
      Per esempio, lo sapevi che una decina di cd “sentinelle in piedi” belghe sono state arrestate perchè avevano manifestato in silenzio contro questa legge fuori dal senato belga?

    • Daniele ha detto in risposta a LG

      È una battaglia condivisa, oltre che dai cattolici, anche dagli ortodossi, da alcuni protestanti, da ebrei e da musulmani.

      • LG ha detto in risposta a Daniele

        Giusto, utilissima precisazione di cui ti ringrazio e son contento.

        Fa specie pensare che dunque, probabilmente, queste religioni che hai citato non potranno mai avere piena cittadinanza in questa europa (minuscolo) se non automutilandosi. Pesantemente.

        Mettendo tutto ciò in parallelo con i progetti ad es. di Peillon in Francia o alle indicazioni sul gender si ha proprio l’idea che si voglia creare un “uomo nuovo”…

    • stefan@ ha detto in risposta a LG

      Bisogna anche entrare nel merito e non parlare per slogan:”Secondo il testo adottato …, potrà essere praticata l’eutanasia a quei minori che si trovano di fronte a «sofferenze fisiche insopportabili e inguaribili, in fase terminale», se richiesta da loro stessi e «con l’accordo dei genitori». Uno psicologo dovrà certificare la «capacità di giudizio» dei ragazzini.”

      • Panthom ha detto in risposta a stefan@

        Quindi per coerenza uno psicologo dovrebbe certificare la capacità di giudizio dei ragazzini che vogliono fare sesso con gli adulti o con i loro genitori.

        Se possono essere sufficientemente maturi per decidere di uccidersi perché non per fare sesso? Evidentemente e coerentemente il passo successivo sarà la legalizzazione della pedofilia, ovviamente sotto accertamento del fantomatico psicologo.

        • Emanuele ha detto in risposta a Panthom

          E non mi meraviglierei… In Italia una minorenne non può guidare o firmarsi le giustificazioni a scuola né votare, ma può andare ad abortire ad insaputa dei genitori…

        • stefan@ ha detto in risposta a Panthom

          Preferisco la consapevolezza della sofferenza e la necessità di dare delle risposte che l’affermazione di principi astratti. E faccio comunque notare che in base alla legge italiana l’età del consenso è 14 anni, quindi sì, in base alle legge un minorenne sopra i 14 anni può decidere liberamente sulla sua vita sessuale.

          • Eli Vance ha detto in risposta a stefan@

            Ogni risposta si basa su principi. E quella risposta chiamata eutanasia si basa su quella ideologia che è stata sapientemente definita “cultura dello scarto”.

            • stefan@ ha detto in risposta a Eli Vance

              Io invece la chiamo diritto alla dignità, anche nella morte. A quanto pare siamo diversi. Però le chiederei di parlare di “cultura dello scarto” guardando negli occhi la sofferenza di un malato terminale.

              • Kosmo ha detto in risposta a stefan@

                E tu guardandolo prova a dirgli “Non vali niente, seiu solo un peso, crepa!”

              • Eli Vance ha detto in risposta a stefan@

                Veramente è lei e gli appartenenti alla suddetta ideologia a considerare scarto i malati terminali,tanto da spingerli alla morte presupponendo l’assenza di dignità della persona, perchè dunque dovrei fare una cosa contraria al mio pensiero? Cerchi di essere intellettualmente onesto e di non attribuire le ciclopiche magagne del suo pensiero a chi, come me, ne è agli antipodi. Altro consiglio che mi sento di darle è quello di riflettere dieci volte prima del dare del rancoroso a chi ha come obiettivo la difesa della vita, nove volte su dieci il sentimento sta negli occhi di chi vede e giudica piuttosto che nel prossimo, che lei si permette di giudicare.
                Mi verrebbe anche da chiederle dove vede il diritto alla dignità nell’eutanasia, forse il malato dopo si sente meglio?, o viene forse rispettato di piu’ dagli altri? Mi risponda cortesemente a queste domande invece di procedere a ribaltoni o rifugiarsi nel banale “siamo diversi”.

  3. Umpalumpa ha detto

    Io sul tema, sto provando a commentare in senso critico (ovviamente civile ed educato) sul sito del Corriere. Non mi fanno passare neanche un messaggio.

    http://www.corriere.it/esteri/13_novembre_27/eutanasia-belgio-dice-si-anche-minori-fa839162-5760-11e3-901e-793b8e54c623.shtml

  4. Emanuele ha detto

    …Iteressante come Papa Francesco poche settimane fa disse che non era opportuno parlare sempre di morale sessuale e poi, nolente o volente, pare costretto a farlo… Mi pare che ormai si tratti di una vera emergenza sociale.

    P.S.
    Ho letto l’articolo sul sex box… veramente perverso.

    I peccati che portano più anime all’inferno sono i peccati della carne. Molti matrimoni non sono buoni, non piacciono a Gesù, non sono di Dio. Verranno mode che offenderanno molto Gesù. Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La Chiesa non ha moda. Gesù è sempre lo stesso” (Messaggio della Madonna a Giacinta, Fatima, 1917)

    L’Altissimo, davanti al quale tutto deve essere puro e senza macchia non accetterà nel suo regno dei Beati coloro che trascorrono la vita nel quotidiano peccato impuro. Sono stato io ed altri miei compagni a convincere i capi di Stato ad emettere la legge del divorzio, facendo comprendere che questa legge è un’esigenza del progresso dei popoli. I primi a pagare questa legge, che tu, Pretaccio, chiami iniqua e che io invece chiamo tesoro del mio regno, saranno i legislatori, responsabili dei peccati impuri dei divorziati e poi sono responsabili uomini e donne che hanno accettato la pessima legge.” (Un demonio risponde a Don Tomaselli durante un esorcismo)

  5. profundo martinez ha detto

    “L’incapacità di dare un senso adeguato alla vita porta a rifugiarsi compulsivamente alla unica cosa che sembra somigliare allo infinito, cioè il godimento sessuale”.
    Capisco la provocazione dell’autore, ma non si può dimenticare che gli ultimi Pontefici hanno parlato inequivocabilmente ed esplicitamente a favore di una sana e proficua vita sessuale, non soltanto per finalità (pro)creative. Forse sarebbe stato meglio una altra allegoria.
    Tornando al tema caldo: l’eutanasia. Le scritture chiaramente condannano questa pratica, così come il Magistero della Chiesa Cattolica.
    A volte gli infermi sono vittime anche di un’altra problematica: non essendoci modo per diventare highlander, messe di fronte a questa chimica del tanto peggio tanto meglio, alcune persone hanno una reazione istintiva, debole: poiché non posso sconfiggere la mia mortalità, la rivendico uccidendomi. Assistiamo ad una sorta di “dittatura dell’eutanasia” (Sinalefe) che ha preso piede sopratutto in Europa settentrionale. Il trionfo di questa mentalità dipenda dallo indebolimento dei valori religiosi e da un senso di autorità tipico di certe persone benestanti e istruite, convinte che il senso dell’essere umani sia controllare la vita come si controlla un orgasmo. Una illusione, anche per l’Occidente industrializzato. Non esercitiamo alcuna autorità sui momenti fondamentali della nostra esistenza. Per quanti progressi possa compiere la sociologia medica, non potremo mai scegliere i nostri genitori. Non potremo scegliere di nascere o di non nascere, o di non morire. Questa filosofia del controllo, che oggi è l’ideologia dominante nell’emisfero settentrionale non può spiegare la nascita, la morte l’amore, il sesso, l’amicizia, la musica, le cose belle della vita in generale.
    Tutto l’impianto teorico dei “cultori della morte” si basa su fondamenta di argilla, come ha messo brillantemente in luce il compianto Benedetto XVI.

    • Emanuele ha detto in risposta a profundo martinez

      …potresti citare dove un Papa abbia detto che va bene una sessualità compulsiva?

      Casomai, quello che è sempre stato detto (dai tempi di San Agostino), contrariametne alla vulgata che vorrebbe la Chiesa contraria al sesso tout court, che il godimento sessuale tra coniugi non è peccato, ma grazia divina. Questo purché si viva la sessualità in modo retto, ossia finalizzata al pieno dono di se al proprio coniuge e sempre aperta alla procreazione.

    • Paolo Viti ha detto in risposta a profundo martinez

      Nessun Papa ha parlato del godimento sessuale fine a se stesso, perché sarebbe puro egoismo esattamente il contrario del concetto di amore-dono della Chiesa.

      La Chiesa concepisce il sesso come dono, con funzione procreativa o anche solo di unità della coppia, sostenuti dai metodi naturali di regolazione della fertilità.

      L’analogia va benissimo, anche perché è evidente come il sesso sia l’ossessione di ogni pubblicità, di ogni trasmissione, di ogni notizia e del 99% dei dialoghi.

      • Emanuele ha detto in risposta a Paolo Viti

        Attenzione però perché procreazione ed unione devono sempre andare di pari passo, anche se ciò non vuol dire che ogni rapporto deve essere fecondo.

      • profundo martinez ha detto in risposta a Paolo Viti

        ovviamente la funzione ludica dell’atto sessuale era intesa all’interno del Matrimonio Cristiano.

  6. bianca ha detto

    La vita è mia e la gestisco come mi pare, è tutto ciò che veramente possiedo, e lo stato mi deve dare la possibilità di terminarla quando decido, i credenti non lo faranno ma non possono impedire, come sempre nella loro infinita intolleranza, che tutti agiscano secondo i loro voleri

    • Nonsense ha detto in risposta a bianca

      Allora, per cortesia, almeno tu sii coerente e non fare l’ipocrita!
      Ti vuoi terminare? Allora prendi una pistola e sparati, perché tu, nella tua infinita tolleranza, non puoi obbligare un medico o chicchessia a diventare il tuo boia e macchiarsi di omicidio.
      Nessuno ti impedisce di gettarti dalla finestra o di avvelenarti con due litri di antigelo. Al limite ti si dice che farlo sarebbe una gran fesseria perché la vita non te la sei data da sola e sprecheresti così quel che ti rimane da vivere.

    • Emanuele ha detto in risposta a bianca

      …se la vita e tua e puoi gestirla, allora puoi modificare a tuo piacimento le seguenti parametri:

      1. Il luogo e la data in cui sei nata.
      2. Statura, colore dei capelli e degli occhi.
      3. I genitori dai quali sei nata.
      4. Se ammalarti o meno di una qualche malattia.
      5. Prolungare di quanti anni desideri la tua vita.

      …Infatti, per le cose che possiedo veramente, posso decidere tutte queste cose. Ad esempio, per la mia auto ho scelto il colore, il modello, dove e quando comprarla, quando e se ripararla, quando rottamarla, etc.

    • Paolo ha detto in risposta a bianca

      ma se non sono tue neppure le parole che usi!

    • giovanni ha detto in risposta a bianca

      La vita non te la sei presa perché non hai scelto come, quando, dove venire al mondo, semplicemente ti è stata data.
      Quindi non è “tua” pur avendo la possibilità di sfruttare questa ricchezza per il bene oppure fino al punto di imbruttirla, sciuparla o gettarla via.
      Pertanto tutto il tuo ragionamento, fino alle conclusioni, crolla davanti alla falsità della premessa “la vita è mia”.
      D’altronde se ti trovassi davanti ad un aspirante suicida, gli daresti una mano spingendolo giù dal ponte o cercheresti di dissuaderlo dal gesto?

      Ma forse hai ragione tu: finiamola col voler dare tutta questa importanza alla vita, la libertà (intesa nel senso del “faccio ciò che mi pare”) è l’unica cosa che conta. Auspichiamo quindi una serie di leggi sanzionatorie nei confronti di tutti coloro che intervengono a salvare un aspirante suicida.

    • Annalisa ha detto in risposta a bianca

      A parte la bruttezza del termine (gestire: si gestisce un bar, un esercizio commerciale; una vita no) che puzza di veterofemminismo andato a male, possiamo noi obiettori alla dittatura del pensiero unico almeno dire la nostra sul tipo di società che ci volete infliggere?

    • Laura ha detto in risposta a bianca

      Se la vita è tua e la gestisci tu allora da domani non usare più le cinture di sicurezza per salvarti la vita e finisci in bolletta a causa delle multe.

      Ah dimenticavo, se la vita e tua e la gestisci tu allora abortisci oltre i 90 giorni così finisci dritta in carcere. Lì forse cambierai idea sul concetto malato di autodeterminazione assoluta che hai imparato a ripetere.

    • Li ha detto in risposta a bianca

      Quindi se uno è cieco è giusto che si uccida?
      O se è stanco di vivere perchè in galera? E’ comodo!
      Purtroppo non si può sempre impedire un suicidio, ma se mi chiedessero di far parte di un omicidio assistito (perchè di questo si tratta), direi tanti saluti.
      L’ho già chiesto, ma perchè chi vuole uccidersi non pensa a come staranno le persone che restano?
      Se un bambino può uccidersi, ditemi con che criterio, con che maturità sarà giunto a prendere tale decisione. Certo che anche certi adulti…
      Per me è il suicidio è una fuga e basta.

      La vita è mia e la gestisco come mi pare, è tutto ciò che veramente possiedo, e lo stato mi deve dare la possibilità di terminarla quando decido, i credenti non lo faranno ma non possono impedire, come sempre nella loro infinita intolleranza, che tutti agiscano secondo i loro voleri

      E credi che lo stato cinese chieda il permesso ai condannati a morte cui poi espianta gli organi? Così come i medici belgi?

      http://www.prolifenews.it/notizie-dal-mondo/belgio-dottori-depredano-disabili-eutanasizzandoli-per-espiantare-loro-organi/

      Se l’eutanasia è per chiunque poi si pagheranno le conseguenze.
      Beh, questi saranno felicissimi:

      http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_per_l'estinzione_umana_volontaria

      • Emanuele ha detto in risposta a Li

        Le persone che restano stanno proprio bene… Pensa a Peppino Englaro: ha fatto mettere morte sua figlia ed ora se ne vanta in ogni occasione. Si è liberato da un gran peso, che peraltro neppure accudiva personalmente, ed ha usato l’omicidio della figlia come trampolino politico…

        Quindi l’eutanasia fa soprattutto il comodo di chi resta, stato in primis: meno spese, meno impegni, meno sussidi… E l’ipocrisia di dire: “l’ho fatto per il suo bene”

    • Fabrizia ha detto in risposta a bianca

      Perché lo stato ti “deve” dare la possibilità di terminare la tua vita quando vuoi tu? Perché lo stato deve fare diventare qualcuno un omicida perché lo decidi tu? Se vuoi suicidarti assumiti tu la responsabilità . Non chiedere ad un altro di uccidere.

  7. edoardo ha detto

    Riprendendo quanto affermato da LG alle 19.41, sono fiducioso di una cosa:
    l'”uomo nuovo” dei loro progetti si autodistruggerà.
    Sarà l’evoluzione darwiniana?
    Già stiamo perdendo la partita di fronte alle potenze emergenti…..
    REQUIEM DELL’OCCIDENTE.

    • LG ha detto in risposta a edoardo

      …credo anch’io che sia una specie di questione di concorrenza alla fine.
      A ben guardare tutte le “nuove” idee sono tautologie mortifere.
      Qualche scatto breve … ma sulla lunga distanza non c’è storia

  8. Fabrizia ha detto

    Non capisco perché chi vuole suicidarsi chieda che un altro diventi omicida per lui.

    • Emanuele ha detto in risposta a Fabrizia

      …è la dittatura del relativismo. Io desidero una cosa, tu devi darmela. Se non me la dai, sei un prepotente e non rispetti la mia libertà.

      Ovviamente è un controsenso, poiché “devi darmela” implica che la libertà dell’altro è limitata. Non a caso oggi c’è un’enorme polemica sui medici obiettori; infati, essi non danno quello che gli altri vogliono. Esercitano la loro libertà, eppure ciò non va bene.

      Quindi non esiste una libertà assoluta: il suicida decide in coscienza ed ha diritto di essere assistito, il medico ha il dovere di assistere, indipendentemente da cosa dice la sua coscienza. Il suicida è libero, il medico no.

      Questa contraddizione interna credo segnerà la fine del relativismo. Il problema è come finirà… come una bolla di sapone o con una dittatura? Purtroppo la storia ci insegna che la seconda ipotesi è moooolto più probabile… Preghiamo che Dio ci protegga!

  9. Li ha detto

    Che tristezza!

  10. Laura ha detto

    Faccio presente agli anticlericali di questo blog, che proprio in questi giorni il loro nuovo beniamino, Papa Francesco, ha anche lui detto le stesse cose scritte nell’articolo qui sopra: il pensiero ateo non riesce a sopportare il dolore:
    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=185054

    Ora tornate per favore ad elogiare Dawkins e Odifreddi e tornate ad insultare Francesco come facevate con Benedetto XVI??

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