«Cara Ritanna Armeni, ti spiego perché la Chiesa non può essere misogina»

 
di Costanza Miriano*
*giornalista e scrittrice

da “Il Foglio”, 03/08/13
 

Ritanna Armeni  ha scritto sul Foglio che “anche le donne più rispettose e comprensive, che hanno dedicato la loro vita alla Chiesa, non possono non definirla misogina. Io personalmente non conosco una sola donna cattolica, ma veramente neanche una, che si sia mai sentita emarginata, svalutata, addirittura odiata dalla Chiesa. La loro diversità nella Chiesa, che sentono madre accogliente, la vivono già, senza chiedersi come.

Conosco donne che hanno aperto strade, come Chiara Lubich, Chiara Amirante, Chiara Corbella, madre Elvira, madre Teresa, madre Cànopi, solo per restare ai nostri giorni, conosco teologhe e docenti in Università Pontificie – alcune anche in posizione costruttivamente dialettica rispetto al Magistero, ma comunque dentro la Chiesa – scrittrici e saggiste, e poi molte, moltissime altre che vivono privatamente la loro realtà, in modo creativo e felice, e quando infelice non certo per colpa della Chiesa misogina. Conosco ingegneri e suore, primari e avvocati, madri e filosofe, scrittrici e commesse, insegnanti e infermiere, a volte più cose insieme, a volte solo – per modo di dire – mogli e madri, che tengono in equilibri diversi tante parti delle loro vite, magari cambiando più e più volte le proporzioni, ma sempre mettendo al centro del cuore e della vita Gesù Cristo, senza mai porsi il problema di voler essere di più, casomai di meno (quasi tutte hanno figli e lavori in sovrabbondanza, e vorrebbero anche cederne quote in outsourcing, se potessero, magari, giusto per qualche giorno). Donne invitate a parlare a fianco di cardinali, a parlare dai pulpiti delle chiese, a ritiri, incontri.

Sono donne in pace con la loro femminilità, che sanno che la loro grandezza è diversa da quella dei maschi (si può ancora dire? discrimino?), maschi che proprio a loro sono affidati, come l’umanità tutta – scriveva Giovanni Paolo II – in modo speciale da Dio.

È questo il potere delle donne, che è diverso da quello maschile: l’uomo sottomette, la donna seduce, cioè porta a sé, e sono due forme di potere che possono essere usate per il bene o per il male (spero che questa rozza ed elementare distinzione non offenda nessuno, ma si sa, noi cattolici siamo un po’ sempliciotti, al bene e al male ci crediamo ancora). Conosco invece moltissime donne ingannate dalla vera misoginia, quella del femminismo, ma qui dovrei cominciare a srotolare un lunghissimo papiro, andando fuori tema.

Cosa esattamente nelle parole del Papa ha fatto accendere una speranza nella Armeni? (“Ha fatto uno scarto, ha sparigliato”). Di certo, come nota lei, non c’è un’apertura al sacerdozio femminile, tema sul quale è stato chiarissimo (comunque nessuna del mio campione da sondaggista artigianale vorrebbe essere prete, per la cronaca).  Ha detto, nell’intervista dai cieli di Rio, che quando si parla delle donne nella Chiesa si dice “soltanto può fare questo, può fare quello, adesso fa la chierichetta, adesso legge la Lettura, è la presidentessa della Caritas. Ma c’è di più! Bisogna fare una profonda teologia della donna”. Quindi non ruoli ma essenza. E poi propone a modello le donne del Paraguay, che dopo la guerra si sono messe a fare figli, e la Madonna. Insomma, non mi pare lanci proposte nuove, niente che non sia nel deposito della fede cattolica, niente che si discosti da “la donna ha il primato dell’amore” di Pio XI, o dal “genio femminile della relazione” della Mulieris Dignitatem.

La donna – come scrive madre Cànopi – se vive autenticamente la sua vocazione si trova sempre e comunque al “primo posto”, cioè al posto centrale che spetta all’amore. E la notizia è che le donne così sono davvero contente, quando sono realizzate nelle relazioni, nel prendersi cura, quando sono materne, anche se non hanno figli di carne. Poi a volte riescono a fare cose molto buone anche con il loro lavoro, pur se in modo auspicabilmente diverso dagli uomini, perché se vogliono essere presenti per quelli che amano devono potare qualche ramo, come spiega per esempio Ann Marie Slaughter (“Why women still can’t have it all”), che ha lasciato un incarico come consigliera di Obama per portare i figli alle partite e finire di lavorare prima della chiusura del lavasecco. D’altra parte, come dice l’economista Nuria Chinchilla, una donna che chieda gli stessi diritti degli uomini manca di ambizione, e di fantasia. Siamo diverse e ci piace così. Siamo, noi cattoliche, contro le gender theories, e a favore delle discriminazioni (se discriminare, a leggere il vocabolario, è distinguere una persona dall’altra): vogliamo cose diverse.

Le donne sono specialmente collegate alla fonte della vita – un dato biologico immutabile, questo – e perciò unificano l’uomo, lo mettono in contatto con il senso profondo del suo essere, che siano madri o meno (questo significa il “siate madri, non zitelle” detto da Francesco alle suore). Per questo per le donne il potere ha un altro nome. Alle nozze di Cana la Madonna obbedisce a Gesù – “tutto quello che vi dirà, voi fatelo”, dice ai servi – eppure con le sole parole “non hanno più vino”, con il solo far presente un bisogno (qualità sommamente femminile) fa sì che Gesù cominci a compiere segni pubblici. (Ora mi spiego perché i gelati e le patatine i figli li chiedono sempre a me e non al padre, adesso che ci penso, la cosa ha anche un fondamento teologico…). Ma il punto ancora più fondamentale è che per chi crede non ha alcun senso parlare di potere in termini di visibilità, gerarchie, affermazione. Questa è una logica umana, fondata e ragionevole per i non credenti, ma che non riguarda noi cattolici. È come invocare un tiro da tre punti in una partita di calcio.

Il fatto è che per Dio la Chiesa è la sposa,  perché che la Chiesa sia donna non è una trovata di Papa Francesco, basta rileggere il Cantico dei Cantici, o la lettera di san Paolo agli Efesini.  È quel Gesù Cristo che è morto amando in modo misericordioso noi e tutte le nostre miserie, comprese le rivendicazioni piccine, innocente in croce, e tra l’altro non è stato un incidente di percorso, ma esattamente il motivo della sua venuta sulla terra: è la contestazione evangelica del mondo in cui viviamo. Parlare di potere dunque non ha senso. O meglio non dovrebbe averlo, se non fosse che l’uomo moderno è una specie di Big Mac, un panino multistrato che cerca di tenere insieme tutto, di salvarsi la pelle ma anche l’anima, di mantenere una fede consolatoria e poco disturbante, che può tornare utile in caso di problemi. D’altra parte Dio non è una ricetta per le lasagne: ci puoi mettere o no la besciamella, puoi cambiare il numero di strati di pasta, ma sempre lasagne sono, più o meno buone (le mie molto meno). Dio invece è un numero di telefono, e se cambi una cifra, non c’è possibilità, chiami un altro. Il nostro è esattamente quello della croce, quello venuto per servire, quello che poteva vincere facile, ma ha scelto di no.

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13 commenti a «Cara Ritanna Armeni, ti spiego perché la Chiesa non può essere misogina»

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  1. Daphnos ha detto

    Povera signora Armeni… sembra così appagata nel mondo che si è creato su misura per se’. Perché dovremmo riportarla alla realtà 🙁 ?

    • Mandi ha detto in risposta a Daphnos

      Lo sapevi che la signora scrive su l’Osservatore Romano?

      • lorenzo ha detto in risposta a Mandi

        E allora?
        Una cavolata è sempre una cavolata anche se la scrive un collaboratore dell’Osservatore Romano, e quella che la Chiesa e misogina è, per dirla alla Fantozzi, una ca..ta pazzesca.

        • prisiclla ha detto in risposta a lorenzo

          non è tanto l’affermazione che la Chiesa sia misogina, cretinata ripetuta di continuo in ambiente femminista, a palesare l’arroganza ideologica della Ritanna quanto la presunzione tassativa che nessuna donna, neanche appartenente alla Chiesa, possa esprimere un’opinione diversa: è manifesta la matrice intollerante dei laicisti e la loro ambizione a realizzare la dittatura del pensiero unico (il loro)

        • Mandi ha detto in risposta a lorenzo

          Lo dico in questo proposito…pensate che è pure collaboratrice dell’Osservatore Romano..!!

          • Li ha detto in risposta a Mandi

            Beh, se pensi all’odierno pensiero di famiglia cristiana…

            Alle donne cattoliche (femmine mi sa tanto da animali!) su uccr chiedo: voi vi sentite trascurate, emarginate dalla Chiesa?

            Dio non ci ha mai chiesto di ostentare la nostra fede come fossimo un predicatore televisivo all’americana. Si può anche fare per dare una testimonianza di tanto in tanto, ma non è d’obbligo essere sempre a primeggiare. E’ una sorta di femminismo che Ritanna e quelle come lei stanno cercando di insinuare nella chiesa.

            Qualcuna di voi ha desiderato servire Messa e confessare?

            Kadre Canopi ha ragione, una vocazione vissuta al 100% (cosa non facile) ci rende già speciali.
            la preghiera silenziosa, anonima per qualcuno è già un avvicinarsi a Dio. Perchè dovremmo essere sempre sulla cresta dell’onda? Personalmente amo stare dietro le quinte e la signora Armeni parli per sè.

    • andrea g ha detto in risposta a Daphnos

      Concordo; ogni pensiero nell’ambito dell’ateismo
      è una fuga dalla Realtà.
      Per un pò di tempo si vivacchia in una realtà
      artificiale, fatta a misura del proprio ego.
      Dunque, contenta Ritanna, contenti tutti.

  2. Castigamatti ha detto

    Come più volte avete fatto presente in questo sito, in realtà il Cristianesimo ha contribuito in maniera decisiva ad affermare la dignità della donna.
    Il primo annuncio della Resurrezione è stato dato ad una donna, che secondo le regole dell’epoca non poteva testimoniare, in quanto ritenuta poco credibile.
    Non bisogna dimenticarsi che fondamentale per la nostra fede è stato il “sì” di una donna, Maria…
    Per non parlare di tutte le testimoni luminose che ci si sono state nei secoli: in nessuna trasmissione si parla, ad esempio, della grande figura di Edith Stein o dell’esempio di Bertilla Boscardin, suora veneta che nella sua vita ha subito tantissime umiliazioni ma è stata un esempio splendido di santità…
    Spero di non essere andato OT… Ma ho voluto dare il mio piccolo contributo

  3. massimo ha detto

    Quindi alle donne è impedito di poter decidere sul futuro della Chiesa, sono confinate nelle poizioni piu basse della gerarchie e non possono neanche dire la messa perche sono “piu importanti dei vescovi” e piu elevate spiritualmente..
    giusto?

    • lorenzo ha detto in risposta a massimo

      Se la Chiesa fosse quello che pensi tu potresti anche aver ragione.
      Siccome pero, da quello che scrivi, si evince che non hai capito assolutamente nulla di cosa sia la Chiesa, hai toppato.

      • massimo ha detto in risposta a lorenzo

        Non ha importanza cosa sia la Chiesa, la conclusione contraddittoria rimane quella..

        Bergoglio dice che le donne sono piu importanti dei vescovi e poi neanche la messa possono dire?

        Se sono cosi misticamente e spirtualemnte piu elevate non pensi che sia doversoso consentire anche a loro di scrivere un’enciclica?
        Chi trae vantaggio a impedire a delle creature che il Papa dice essere superiori in tutto ecc… di guidare politicamente la Chiesa?

        non basta fare un lista di complimenti per sistemare le cose..

        è qui che la Chiesa dimostra di “essere indietro di 300 anni”..

  4. Meister Eckhart ha detto

    Articolo impeccabile: brava Costanza. Chi denuncia la “misoginia” della Chiesa non ha capito niente, ma proprio niente, dell’insegnamento cristiano.

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