Infelicità e disturbi: il fallimento della rivoluzione sessuale

Woodstock 1969Un paio di anni fa su Newsweek si è parlato della nuova sindrome occidentale: la “sex addiction epidemic”, epidemia di dipendenza da sesso. Siamo una società malata di sesso, una “nuova schiavitù” che affligge in modo grave –secondo la “Society for the Advancement of Sexual Health”– nove milioni di americani, quasi il 5% della popolazione, e quaranta milioni che accedono quotidianamente a siti hard.

Per curare questo nuovo disturbo comportamentale, paragonato all’alcol e alla droga, oggi l’America impiega oltre 1500 “terapisti del sesso”, contro meno di cento di un decennio orsono. Il critico letterario Marco Belpoliti ha citato innumerevoli saggi che stanno «analizzano il tramonto dell’eros e il trionfo del porno nella nostra società, preda dell’ansia da prestazione». Secondo Zygmunt Bauman, ad esempio, «nella età postmoderna l’erotismo si è svincolato sia dalla funzione della riproduzione, come dall’amore, sin qui cardine dell’esperienza umana. La ricerca del piacere sessuale è assurta a norma culturale come un tempo accadeva per l’amore, dai provenzali ai romantici. L’effetto è che oggi l’erotismo ha acquistato uno spessore che non aveva in precedenza, ma al tempo stesso possiede un’inedita leggerezza e volatilità propria dei nostri tempi». La rivoluzione sessuale ha portato al borghese impero economico della pornografia, «è stata depositata davanti all’uscio delle forze di mercato» (Bauman). E «l’ansia di cui soffre una gran parte della popolazione occidentale, con punte di depressione endemica, è uno degli effetti» di tutto questo. «Il destino, cui ci affida il sesso postmoderno, è quello della nevrosi psichica, con vantaggi inevitabili per tutti gli addetti alla nostra psiche, che oramai sono tanti». Bella conquista del progresso, davvero.

A farne le spese sono sempre in misura maggiore gli adolescenti, come spiega lo psicoanalista Luigi Ballerini, commentando i dati di un’inchiesta condotta da Aied per cui il 94% delle ragazze fra i 14 e i 16 anni ha già avuto un rapporto sessuale. In Francia, ad esempio, è scattato da tempo l’allarme per l’ipersessualizzazione delle bambine, le “lolite” di 8 anni truccate e vestite come donne-sexy, mentre negli Stati Uniti 220.000 ragazze di età inferiore ai 18 anni hanno fatto la chirurgia al seno.

Lucetta Scaraffia, docente di Storia Contemporanea presso l’Università La Sapienza, ha recensito uno degli innumerevoli libri in cui emerge il disturbo comune della civiltà post-rivoluzione sessuale: «il sesso sembra essere diventato, per tutti, l’unica e vera ossessione. Dentro e fuori il matrimonio. Senza sesso il rapporto non esiste più, non ha alcuna altra ragione di esistere. Tutti sono alla ricerca disperata di una razione di piacere, considerata condizione indispensabile per vivere. Ma chi patisce di più questa situazione sono le donne, più refrattarie ad adattarsi a questo modello di vita, anche se pensano che sia indispensabile per vivere una vita sociale normale. La promessa di felicità per tutti, implicita nell’utopia che ha mosso la rivoluzione sessuale, non poteva trovare smentita più clamorosa».

La sociologa Eva Illouz, dell’Università ebraica di Gerusalemme ha invece riflettuto sulle conseguenze etiche della rivoluzione femminista: «La libertà sessuale ha un aspetto che spesso non si vuol vedere: si strumentalizza l’altro. L’altro diventa un mezzo per il mio piacere. È quello che Kant ci vietava: trattare l’altro come un mezzo. Inoltre rende più difficili virtù tradizionali quali la costanza, la lealtà, la capacità di sacrificarsi. Weber è il primo sociologo ad averci resi diffidenti di fronte alla libertà moderna, dicendo che è anche una “gabbia di ferro”. La sua visione della modernità ha una struttura tragica. Weber ha la sensazione che si siano perse cose che non si potranno più recuperare e che ci si debba rassegnare, stoicamente, a tale perdita».

Recenti studi hanno proprio mostrato la falsità di questa vulgata corrente, nata con la rivoluzione sessuale: maggior disinibizione sessuale significa maggior felicità. Sul “Journal of Sex Research” (giugno 2013) è stato mostrato che è tutto il contrario: quelli che hanno più rapporti sporadici hanno minor senso di soddisfazione e maggior rischio di stress psicologico. La colpa è della società sesso-centrica, che rende sempre meno desiderabile e fattibile ogni futuro di costruzione sociale familiare, amicale. Infatti la rivoluzione degli ultimi 50 anni non è “più sesso facile”, ma “più famiglia difficile”, cioè più disimpegno e fuga dalla vita, come ha spiegato il bioeticista Carlo Bellieni. «E i giovani scappano via, soffocati tra una educazione sessuale ridotta a insegnare solo tecniche per non far figli e un moralismo incantato a ripetere quello che non si deve fare».

Il problema è stato, ha spiegato lo psicoanalista Ballerini, di aver «sopravvalutato, ingigantito, ipertrofizzato» la questione sessuale. «Ci si pensa troppo, è avvenuta un’invasione del pensiero come un tranquillo e pacifico villaggio investito da un’orda di barbari. In altre parole, ci si è fissati su “quello” e il circolo diventa vizioso a tutti gli effetti: tanto più c’è fissazione tanto più c’è ricorso allo stimolo che la mantiene viva, uno stimolo che di per sé non basta mai. Siamo pronti a scandalizzarci per i più giovani, ma noi adulti siamo davvero messi meglio? Non viviamo forse anche noi della stessa sopravvalutazione, di un pansessualismo culturale che colonizza le menti? È accaduto che siamo caduti in una trappola, abbiamo creduto alla favola del Sesso come un astratto e potente padrone, il quale peraltro resta così solo finché lo si ritiene tale; abbiamo abbandonato il dato di realtà che invece esistono i sessi, ossia quella diversità biologica che introduce una dissimmetria nel rapporto rendendolo interessante e fruttuoso, senza alcun obbligo o comando all’uso degli organi. Siamo stati noi a crederci per primi e per contagio abbiamo trasmesso ai figli questa idea che esista un potere astratto chiamato sesso capace di guidarci e portarci a spasso come un cagnolino».

Come risvegliarci dunque? «Bisogna ripartire dal corpo come luogo del rapporto con l’altro, un corpo animato in cui ogni senso è al servizio della soddisfazione che è sempre reciproca, perché condivisa. Un corpo che mangia, beve, corre, pensa, scrive, si diverte, studia, si stanca, sempre insieme a un altro, che sia realmente presente o in attesa del quale. E nel caso, a suo tempo, potrà sì anche fare l’amore con un altro, ma non nel despotico isolamento di un atto che pretende di farsi tutto».

La redazione

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17 commenti a Infelicità e disturbi: il fallimento della rivoluzione sessuale

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  1. Controinformato ha detto

    siamo tutti diventati dei cani di Pavlov

  2. Paolo Viti ha detto

    E’ il progresso, bellezza.

  3. Emanuele ha detto

    Come non essere d’accordo…

    Io credo che una via di salvezza si possa trovare nella così detta “teologia del corpo” del Santo Giovanni Paolo II, che illumina veramente la sessualità umana.

    Per chi fosse interessato, consiglio il libro:
    Yves Semen, “La sessualità secondo Giovanni Paolo II”, ed. San Paolo, (2005)

    Tutte le catechesi del Papa sono anche disponibili on-line:
    http://www.oasicana.it/catechesi_papa.htm

    Sarebbe molto bello che i pastori approfondissero queste tematiche, soprattutto quelli impegnati con i giovani e nella preparazione al matrimonio.

    • manuzzo ha detto in risposta a Emanuele

      Meno male che gli atei non possono bersagliare il messaggio come spam, almeno non qui. Poi loro sarebbero “quelli della libertà di pensiero”, va bene, velo pietoso a me….

  4. Vincenzo Farina ha detto

    Ottimo articolo, che condivido pienamente. Aggiungo solo una considerazione, basata su un’osservazione di ieri mentre ero alla spiaggia. In campo sessuale ci sono attualmente imperativi culturali in conflitto tra loro che possono facilmente portare i giovani maschi a situazioni di grave frustrazione, a prescindere da ogni considerazione di ordine morale o religioso. Infatti, come conciliare la richiesta di prestazioni sessuali sempre più tecnicamente efficienti e sofisticate con la repressione del desiderio che un giovane deve autoimporsi in spiaggia vedendo tutto il giorno belle ragazze in monokini, col seno in movimenti sensuali mentre ad esempio si giuoca a palla nell’acqua ? C’è da aspettarsi che il ragazzo, quando arriva il momento di passare “ai fatti” non abbia più stimoli sufficienti, in quanto ormai abituato a vedere la nudità dell’altro sesso come un fatto banale.

  5. A parte quest’ultimo incipit di paragrafo (“Bisogna ripartire dal corpo come luogo del rapporto con l’altro, un corpo animato in cui ogni senso è al servizio della soddisfazione che è sempre reciproca, perché condivisa”), che stona, poiché figlio della stessa mentalità (i sensi concepiti come “al servizio della soddisfazione reciproca”, altro imperativo categorico proveniente dal lato politicamente corretto della mentalità pansessualista), si tratta di articolo da incorniciare. Come diceva Wilhelm Reich: «Con lo scioglimento del crampo della muscolatura genitale scompare l’idea di Dio» (http://www.centrosangiorgio.com/occultismo/massoneria/articoli/pagine_articoli/la_rivoluzione_sessuale.htm); ecco il motivo (luciferino) ispiratore della rivoluzione sessuale e della sua figlia prediletta, la pornografia.

  6. Li ha detto

    Articolo interessante. E Weber ha proprio ragione.

    Ho sempre visto la rivoluzione sessuale non come libertà, ma una lenta prigionia, un rampicante che lentamente ti strozza finchè non sei prigioniero. Va detto che una sana sessualità non è così, ma una malata, pornografica e crudele come è pubblicizzata quella odierna…sì, quella fa davvero male anche solo sentirne parlare.

    Qui testimonianze illuminanti (e schifose per la descrizione) adatte solo a chi ha stomaco forte.

    http://www.centrosangiorgio.com/piaghe_sociali/pornografia/pagine_articoli/il_vero_volto_della_pornografia.htm

    Shelley Lubben. Non la conoscevo neppure.

    Noi abbiamo Claudia koll. Anche se mi pare abbia girato solo un film erotico.

  7. Umberto P. ha detto

    Concordo sul fatto che siamo una società sciava del sesso. Non poteva che essere così, visto quanta prresa il sesso riesce a fare sulla mente umana. L’alternativa? Mi riesce difficile pensare ad una nuova dimensione culturale che non apssi per censure e repressione degli istinti.

  8. Emanuele ha detto

    Ma chi patisce di più questa situazione sono le donne, più refrattarie ad adattarsi a questo modello di vita, anche se pensano che sia indispensabile per vivere una vita sociale normale.

    Giusto, l’ho notato anche io… le donne devono essere educate al sesso, fin da giovani. Cito qualche esempio preso dalla pubblicità e dal commercio:

    1. Mangiare uno yogurt dovrebbe provocare una specie di orgasmo…
    2. Bere acqua minerale fa denudare una donna in cima ad una montagna…
    3. Già solo indossare biancheria intima, dovrebbe portare la donna ad eccitazione…
    4. i manichini femminili hanno forme assurde. Avete notato poi i capezzoli? più simili ai missili di Venusia che a parti anatomiche…
    5. Vestiti sempre più “mini” ed attillati… ormai spiaggia o città non fa più molta differenza… e non parlo dei negozi di intimo. Almeno tre per centro commerciale, gli unici pare ad aver passato indenne la crisi…
    6. Vogliamo parlare dei cartoni per bambine?
    http://www.google.it/search?client=opera&hs=ILo&channel=suggest&biw=1345&bih=791&tbm=isch&sa=1&q=winx+stella&oq=winx+stella&gs_l=img.3..0l10.5202.6286.0.7363.7.4.0.3.3.0.178.454.0j3.3.0….0…1c.1.24.img..1.6.478.RzQrOlXbWzk
    …vi sembrano pose da “educanda”? …o sono io troppo malizioso?
    7. trasmissioni TV… che dire di Malaeducaxxxion su La7 o Sex Education Show su Sky/cielo? Condotte da donne e chiaramente rivolti ad un pubblico femminile, dove ogni sorta di “perversione” diventa normale e lecita… e guai se qualcuno in studio ha dei dubbi, neppure su orge e scambi di coppia… subito richiamato all’ordine!
    8. Per non parlare di roba tipo Jersey Shore, in chiaro in fascia protetta

    • Li ha detto in risposta a Emanuele

      Per non parlare dei porno books come le varie “sfumature”.

      Quest’anno va di moda il pantaloncino inguinale. Pazzesco! tra un po’ i nostri pantaloni saranno mutande.

      Ho psto questa domanda, e uno psicologo (cattolico) mi disse che la sessualità fa parte di noi, e sentire l’energia che ne viene è umano. L’importante è come gestirla. C’è chi si butta a pesce sul sesso e tutte le sue perversioni, chi riesce a desessualizzare con l’arte, la musica, la lettura o che altro.
      E’ inutile reprimere quest’energia perchè torna più forte (e per chi soffre di sex addict è come la crisi d’astinenza alla droga).

      Incanalare quella parte di noi (secoli fa si faceva con il cilicio, ma…passo, grazie).

      Il sesso è importante, ma non sia il centro della nostra vita, o avremo solo il vuoto. Dio, prima.

      • Emanuele ha detto in risposta a Li

        Prima di tutto andrebbe ben incanalata in un rapporto matrimoniale… Magari senza aspettare i 40 anni…

        Poi, come dici tu, va incanalata in giusti hobby… Penso che lo sport per i giovani sia un toccasana.

        Certamente, presentare ai giovani la sessualità in modo retto sarebbe molto utile.

        • Li ha detto in risposta a Emanuele

          Certamente, presentare ai giovani la sessualità in modo retto sarebbe molto utile.

          Proprio vero. Ma cosa pensano gli atei che gli psicologi cattolici abbiano tutti una mentalità retrograda che ci vogliono con la Bibbia in mano 24h. al dì e il cilio nell’altra a dire “Pentitevi o andrete all’inferno!”

          Naturale che la conversione aiuta, ma è graduale e non imposta. I tempi si sono capovolti e l’inquisizione sono gli altri.

          Certo se si trovasse qualcuno da sposare sarebbe ok, ma è fatica tra gay, trans, femminilizzati o palestrati dopati o stalker. Mmmm….fatemi pensare…. 😎

          Dio facci la grazia di riconoscere un buon uomo!

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