Chi sostiene il gender ha paura della diversità

GenderLe leggi italiane parlano di uomo e donna, di sesso femminile e maschile, il termine “genere” deriva invece dalla Teoria del Gender che ha l’obiettivo di corrompere le menti, convincendo i più sprovveduti che la differenza “uomini” e “donne” è finta, è una costruzione sociale e non deriva affatto dall’essere nati come maschi e femmine.

Il “genere” è un termine appositamente aperto e fluido per farci rientrare tutto, il sesso stabile e quello mutevole, il sesso A e quello B, la transessualità, la bipolarità e i cambi di sesso a carico del SSN. Tra poco sostituirà il “sesso” anche sulle nostre carte d’identità e ognuno potrà scrivere quello che gli pare avendo a disposizione ben 11 scelte, anche se -secondo la Australian human rights commission– i generi sarebbero invece 23: uomini, donne, omosessuali, bisessuali, transgender, trans, transessuali, intersex, androgini, agender, crossdresser, drag king, drag queen, genderfluid, genderqueer, intergender, neutrois, pansessuali, pan gender, third gender, third sex, sistergirl e brotherboy.

La parola “genere” è stata pensata fin dall’inizio (anni ’80) come «negazione di ogni differenza tra gli uomini e le donne», c’è «la filosofia marxista alla base del loro pensiero: il perseguimento dell’uguaglianza di genere come forma della lotta di classe». Lo ha spiegato la scrittrice statunitense Dale O’Leary, la prima ad usare il concetto di “Agenda di genere” e tra le più grandi esperte del movimento femminista, aggiungendo che «l’obiettivo, dal punto di vista filosofico, è la rivoluzione sessuale come lotta di classe. Vi è poi il tentativo, spesso riuscito, di occupare posizioni di potere» (vedi amministrazione Obama) con lo scopo di «riscrivere le leggi sui diritti umani utilizzando un linguaggio che le renda funzionali alla promozione dell’agenda di genere: la separazione del genere come ruolo socialmente costruito dal sesso biologico; l’ampliamento dei diritti umani per includere i diritti sessuali e riproduttivi; l’eliminazione del disturbo dell’identità di genere dall’elenco dei disturbi psicologici; includere nelle leggi antidiscriminazione la tutela dell’orientamento sessuale e dell’identità e manifestazione di genere; favorire il ricorso alla chirurgia di “cambiamento di sesso”».

Marcello Tempesta, docente di Pedagogia generale nell’Università del Salento, ha affermato: «nel processo di crescita armonica della persona un rilievo decisivo ha (sempre, ma soprattutto nel nostro tempo) quella componente del nostro essere in cui si rivela il suo strutturale essere in relazione: l’identità-differenza sessuale. Si tratta di una realtà oggi “terremotata”, messa pesantemente in discussione da un mainstream sempre più diffuso, che sta facendo artatamente diventare sensibilità corrente e senso comune ufficiale (come dimostrano fiction e canzoni, dichiarazioni di star hollywoodiane e di celebrati maîtres à penser) la filosofia del Gender: l’identità sessuale non sarebbe una datità originaria ma una mera costruzione socio-culturale e soprattutto una scelta individuale, aperta al passing identitario tra le cinque configurazioni sessuali che, secondo alcuni documenti di altissime istituzioni sovranazionali, avrebbero oramai sostituito le tradizionali due, retaggio di un remoto passato. Una certa esaltazione della differenza non pratica e promuove piuttosto l’in-differenza, alludendo ad un umano androgino oppure opponendo radicalmente il maschile e il femminile? Mentre si esalta la differenza, in fondo la si teme e la si nega».

Claudio Gentili, ordinario presso l’Università degli studi di Firenze, ha spiegato: «La bussola si è completamente smarrita. La distinzione tra diritti e capricci è diventata sempre più labile. Oltre alla negazione della differenza sessuale come generativa di una nuova famiglia, la diffusione della cultura gender nel dibattito politico e sociale sta portando ad una vera e propria moltiplicazione dei generi». Sono i risultati della modernità liquida che ha abbattuto il maschile e il femminile, ha abbattuto la solidità della trasmissione della vita: «si tratta di una grande opera di inquinamento, mascherata con la difesa dei diritti e la lotta contro le discriminazioni. Con la scusa dell’allargamento delle garanzie per prevenire il pericolo omofobia, ci si dirige verso una destrutturazione delle fondamenta su cui è costruita la famiglia umana. L’indifferenza di genere vista come nuova frontiera della colonizzazione consumistica».

La prestigiosa filosofa francese Sylviane Agacinski, fondatrice del Collège international de philosophie e docente presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, ha scritto un memorabile saggio, “La metamorfosi della differenza sessuale”, in cui ha evidenziato addirittura che oggi diversi esponenti della cultura transessuale stanno cominciando a mettere in dubbio anche la differenza sessuale maschio/femmina, accusando anch’essa di essere una creazione della società.

Giuseppe Bonvegna, ricercatore in Storia della filosofia nell’Università Cattolica di Milano, è a sua volta intervenuto recentemente accusando «il bigottismo fintamente moderno dei cantori dell’ideologia del gender» di «considerare l’attività sessuale come un qualcosa di non umano, paradossalmente proprio per un eccesso di arbitrio “umano”: sostenere, infatti, (come fa la “gender theory”) una non dipendenza dell’elaborazione dell’identità sessuale dal possesso reale di determinati organi sessuali significa sostenere che il corpo non è più un riferimento e una “pietra d’inciampo” reale da cui dipende la complessa “sessuazione” degli individui, e si può pensare di trattarlo in modo del tutto arbitrario come un mero oggetto di consumo». Si tratta, ha continuato Bonvegna, «di un materialismo finto e contraddittorio, portato avanti con le armi mediatiche di una posizione culturale (il relativismo) che si propone come tollerante, ma la cui origine è tutt’altro che “di larghe vedute”, in quanto, come quella dello stesso materialismo, risiede nella pretesa di certa ragione moderna di stabilire cosa è reale e cosa non lo è». Il riduzionismo materialista (è reale solo la materia) e poi quello idealista (è reale solo il pensiero), «nati entrambi da un’idea di libertà ridotta ad arbitrio assoluto, rappresentato il presupposto affinché quel riduzionismo potesse dar vita all’ideologia del gender, la quale, non a caso, condivide con materialismo e idealismo l’incapacità di tenere conto della vera natura del corpo umano vivente».

Come ha spiegato infine su “Le Monde” Michel Raymond, direttore di ricerca al CNRS e specializzato in biologia evolutiva presso l’Istituto di Scienze dell’evoluzione di Montpellier, «nel mondo vivente, maschi e femmine differiscono sempre biologicamente, tra cui alcuni dei loro comportamenti, perché ognuno ha un modo specifico di comportarsi. Quale forza misteriosa avrebbe cancellato le differenze nelle nostre specie? Infatti, quando cerchiamo di studiarli, ci dimostrano che già al momento della nascita – e quindi prima di qualsiasi influenza sociale – ragazze e ragazzi non hanno lo stesso comportamento». Per questo «la fiction attualmente di moda che vuole le differenze genetiche tra gruppi umani prossime allo zero è scientificamente infondata, come lo è il concetto di razza. L’antagonismo tra natura e cultura, è insostenibile».

La redazione

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86 commenti a Chi sostiene il gender ha paura della diversità

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  1. lorenzo ha detto

    Non sarebbe il caso di denunciare al tribunale dei diritti umani madre natura che fa nascere gli uomini maschi o femmine senza prima sentire cosa ne pensano gli interessati?

  2. Sacha Alessandro ha detto

    Non riesco a capire cosa significhino i due omini con un solo brccio diverso da tutto il resto. Che roba è?!

    • Andrea. ha detto in risposta a Sacha Alessandro

      È una sintesi del pensiero genderista, il quale postula che ciascuno di noi possa sentirsi appartenente a vari “generi” e ad ambo i sessi in maniera variabile…

  3. Andrea. ha detto

    Non sono troppo convinto che c’entri un sostrato marxiano, se non come tentativo pseudo-scientifico di licitazione del pensiero genderista. Semmai il sostrato è liberista, vicino all’anarchismo più che al marxismo.

    Ciò non toglie che sia un pensiero totalmente sbagliato, un delirio privo di qualsivoglia significato e senza alcuno sbocco pratico positivo: l’uguaglianza dei sessi? Non direi proprio… Poter scegliere di fingersi dell’altro sesso è inutile, oltre al fatto che io di persone che vogliano farlo non ne conosco. Se poi ce ne sono non capisco proprio questo loro tentativo di voler apparire normali normalizzando i propri disordini!

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Andrea.

      La contrapposizione tra pensiero liberale e pensiero socialista è una contingenza storico-politica, che ha molta minore rilevanza sul piano dottrinale (come del resto accadde anche nel confronto tra nazional-socialismo e comunismo sovietico, che, come noto, prima della guerra si consideravano alleati e sotto non irrilevanti aspetti ideologicamente affini).

      Libertarismo e socialismo sono entrambi figli della rivoluzione francese, ma mentre il socialismo si è poi sviluppato nel marxismo e nel comunismo sovietico, ideologie fortemente caratterizzate dottrinalmente (specialmente in seguito all’assunzione, in chiave materialistica, da parte di Marx della filosofia hegeliana), invece il liberalismo è rimasto molto più impalpabile sul piano dottrinale, tanto da risultare un serpente viscido e sempre sgusciante.

      Questo è il motivo per cui, sia sul piano pratico che su quello teorico, il liberalismo si adatta e camaleonticamente cambia aspetto, soprattutto modulandosi in relazione alla propria “intensità”, molto più facilmente, ingannando così molte più persone. Quanti cattolici-liberali tragicamente ci sono!

      Tuttavia il liberalismo è da considerarsi la posizione più propriamente coerente con un atteggiamento radicalmente rivoluzionario (per metterla in termini teologici, si tratta della più pura ribellione satanica), poiché il punto teorico fondamentale di esso consiste immancabilmente, qualunque consistenza assumano altre caratteristiche accessorie, nel mettere la libertà davanti alla verità, sempre e comunque. E ciò corrisponde esattamente al lato oscuro, all’inversione e al capovolgimento assoluto della realtà umana (e di conseguenza della realtà tutta). Praticamente un unico principio teorico sul piano filosofico, ma di portata assolutamente devastante.

      • Abby ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Che significa porre la libertà davanti alla verità? Vuol dire che per il liberalismo è vero ciò che uno vuole o ha fede che sia vero?

        • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

          Per essere precisi si tratta di una posizione teorica di preminenza della libertà (= volontà) rispetto alla verità, che poi però può avere rilevanza solo sul piano pratico, poiché ammettere una tale posizione implica già il relativismo assoluto a livello teorico, ossia la contraddizione (e la contraddizione è ciò che annichilisce ogni possibile teorizzazione, benché non ogni prassi, poiché ci si può sempre comportare in modo incoerente). Infatti affermare che la libertà (= volontà, in questo caso individuale, nel caso del marxismo la volontà del proletariato) si impone sulla verità, equivale ad affermare che la verità non esiste. E si tratta di affermazione formalmente contraddittoria, poiché se non esiste verità, ovviamente manco la verità che verità non esiste dovrebbe esistere.

          Tutto ciò trova applicazione a livello politico nel concetto moderno di democrazia, declinata secondo il modello della rivoluzione americana, ossia intesa come “valenza contingente (contingente, perché domani già cambierà) della somma algebrica delle volontà individuali”. Potremmo forse dire che qui si coniugano il libertarismo rivoluzionario francese con il più antico individualismo libertario di matrice protestante (i “padri pellegrini” degli USA erano inglesi puritani). La nozione di “volontà generale” di Rousseau ha molte più affinità con il “collettivismo” marxista, che è qualcosa di oggettivamente vero.

          • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

            Ho detto “di oggettivamente vero”, nel senso che sia Rousseau che Marx ritenevano vi fosse un nucleo di verità a cui il “cittadino” o il “proletario” dovesse adeguarsi. In questo senso la rivoluzione francese e il marxismo, pur sbagliando totalmente a riguardo di cosa fosse vero, si rifanno ancora ad un modello metodologico classico, mentre il liberalismo individualistico (quello, per intenderci, alla Pannella) corrisponde all’annichilimento assoluto del modello classico, poiché inneggia al relativismo assoluto.

            • Meister Eckhart ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

              Esposizione degna di interesse, come sempre.

              L’unico punto che trovo problematico è quello relativo all’individualismo libertario di matrice protestante da te assegnato ai padri pellegrini USA. Dubito che sia una definizione particolarmente azzeccata per il puritanesimo anglo-americano. Il “nucleo di verità” (per usare le tue parole) a cui tutti i protestanti si rifanno è la Bibbia, e l’impegno nella società, secondo criteri rigorosamente morali, è di grande importanza.
              Io ci trovo ben poco individualismo e, al contrario, l’ideale di un forte impegno nel mondo. Esempi celebri di questo atteggiamento sono, solo per citarne alcuni: Albert Schweitzer, Dietrich Bonhoeffer, Martin Luther King.

              Per come la vedo io, l’integrazione dell’individualismo libertario nella visione protestante del mondo è molto, ma molto più tarda ed è eminentemente opportunistica, avendo poco a che fare con il modello luterano/calvinista.

              • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Meister Eckhart

                Non ho condotto studi approfonditi su questo particolare punto, dunque potrei sbagliarmi alla grande. Però, benché siano stati fortemente contestati, gli studi di Max Weber sulle origini del capitalismo dal Clavinismo sono sempre interessanti (il Puritanesimo è infatti una sottodivisione del Calvinismo inglese). E a tutta prima mi pare molto logico fare derivare l’esasperato individualismo dalla logica estrema del profitto capitalistico.

                Per quanto riguarda il fatto che alcuni studiosi abbiano, soprattutto negli scorsi decenni, preteso far derivare il capitalismo dal Cattolicesimo, ti segnalo questo interessantissimo (e onesto) articolo di Raimondo Cubeddu: http://www.cattolici-liberali.com/pubblicazioni/libri/QuaderniDiTeoria/Raccolte/Quad3_4_filos.pdf

                • Meister Eckhart ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                  Ti rispondo senza ancora aver letto l’articolo che mi hai cortesemente segnalato, perché qui sul forum il tempo stringe (tra poco non sarà più possibile inserire commenti relativi a questo post)!

                  Concordo con te e con numerosi studiosi nel ritenere che il capitalismo affondi le sue radici nel calvinismo, o quanto meno che una visione luterano-calvinista del mondo sia molto più adatta di una visione cattolico-romana a renderne possibile e a giustificarne l’esistenza.

                  Io mi limitavo a mettere in dubbio l’equivalenza capitalismo = individualismo libertario. A me sembra di capire che l’individualismo libertario (usiamo pure questo termine) sia una degenerazione del pensiero calvinista, non una sua prerogativa o una sua conseguenza. Il capitalismo può agire anche al servizio della società (comunità) e di questo, fortunatamente, esistono innumerevoli esempi. Purtroppo per noi, si tratta quasi sempre di esempi ormai remoti nel tempo, mentre oggi ci troviamo di fronte al risultato di decenni di individualismo sfrenato, che giustifica (santifica?) le peggiori e più estreme forme di egoismo e avidità.

                  Mi spingo a dire che la celeberrima frase “Greed is good” (l’avidità è buona), pronunciata dal personaggio di Michael Douglas nel film “Wall Street” (1987), rappresenta il grido di liberazione del riformismo anglo-americano dai princìpi etici del calvinismo, perfettamente espresso dalla cultura popolare dell’epoca.

          • Abby ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

            Nessun liberale, che io sappia, ha mai affermato che la verità non esiste, e dunque nemmeno la preminenza della volontà sulla verità — affermazione, quest’ultima, che nel tuo idioletto è equivalente alla prima. La moderna democrazia è un sistema fatto di pesi e contrappesi, in cui un ruolo essenziale è svolto dalle minoranze e dalle opposizioni, le quali, tramite preposte istituzioni, interagiscono con le maggioranze proprio in virtù di un orizzonte condiviso dato dalle carte costituzionali e dal valore conferito alla verità. Fermo restando che la democrazia è un sistema decisionale che preferisce la votazione in luogo della spada, occorre dire che se un mutamento nel concetto di verità ne sta alla base, questo mutamento con consiste nella negazione della verità, ma in una concezione più sofisticata di essa, per la quale la verità risulta legata allo spazio del chiedere e dare ragioni, come direbbe Brandom, e non già confezionata in una dottrina religiosa o filosofica.

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

              Abby ha scritto: “Nessun liberale, che io sappia, ha mai affermato che la verità non esiste, e dunque nemmeno la preminenza della volontà sulla verità”.

              E questo, ammesso che sia vero, che cosa significherebbe mai? Siccome chi ha torto normalmente non lo ammette esplicitamente (perché non se ne accorge o perché è intellettualmente disonesto), la non ammissione esplicita implica il non avere torto?

              La concezione della democrazia basata sul voto maggioritario virtualmente applicabile a qualunque tematica, è una concezione “assoluta” della democrazia, che implica logicamente almeno il relativismo etico, se non quello veritativo in senso globale; indipendentemente dal fatto se questo tipo perverso di democratico se ne renda conto o no.

              Abby ha scritto: “occorre dire che se un mutamento nel concetto di verità ne sta alla base, questo mutamento con consiste nella negazione della verità, ma in una concezione più sofisticata di essa, per la quale la verità risulta legata allo spazio del chiedere e dare ragioni, come direbbe Brandom, e non già confezionata in una dottrina religiosa o filosofica”.

              E queste sono le parole del tipico sofista moderno. Secondo te quando si tratta di assassinare bambini con l’aborto, cosa conta in fin dei conti, che il sistema “democratico” che permette una simile barbarie affermi esplicitamente che la concessione di abortire sia una “verità” o che l’abbia di fatto concessa, qualunque sia poi la “sovrastruttura” ideologica a rimorchio di tale “liberalizzazione”?

              E poi, se non si pretende affermare che la trasgressione della legge naturale che proibisce moralmente l’aborto, sia una verità, perché mai dovrebbe essere lecito concedere una tale possibilità per legge? Ho forse il diritto di praticare azioni agendo a caso, senza sapere se sono veramente un male o un bene? Ecco cosa significa porre la volontà davanti alla ragione: lo si fa comunque, anche se non si sa dire se si tratti dei bene o di male morale.

              • Abby ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                Non c’è dubbio che anche nel caso della legalizzazione dell’aborto, ciò che più conta non è la concessione in sé, ma la verità (o la presunta tale) concernente l’aborto e la sua proibizione, e più in generale i limiti — di principio e di fatto — dello Stato.

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                  Io sto sostenendo proprio il contrario: la teoria ha senso se se ne traggono le coerenti conseguenze pratiche, altrimenti a che cavolo serve teorizzare dottrine morali?

                  C’è un ordine ed è quello che subordina la libertà alla verità; dunque non ha senso né agire o concedere di agire affermando una posizione agnostica (rispetto alla verità), né, tanto meno, che chi conosce la verità possa concedere, come legittimo moralmente, che qualcun altro possa decidere di trasgredire la verità. In altre parole, chi sa che l’aborto è un omicidio, dovrebbe trarne la conseguenza di rifiutare un sistema politico che possa giungere a legalizzare l’aborto. Ma questo purtroppo ormai la maggioranza dei cattolici non lo capisce più, perché subdolamente plagiati dal principio liberale.

                  • Abby ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                    Ho capito. Ribadisco: questo orizzonte in cui gli obblighi, i divieti e i permessi sono in relazione alla verità non viene meno nelle democrazie. Considera questo post: http://www.uccronline.it/2013/06/18/legge-194-la-grande-menzogna-degli-aborti-clandestini/

                    Supponiamo che sia realmente una notizia. Domanda: perché mai i radicali avrebbero dovuto mentire sugli aborti clandestini se ciò che più conta all’interno delle legislazioni democratiche non è la verità ma la libertà svincolata da essa? Ammesso (e non concesso) che quella sia una notizia, essi hanno mentito per presentare la legge sull’aborto come una norma richiesta dalla verità.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                      Certo, ma si tratta dell’atteggiamento contingente, necessario per superare le resistenze “naturali” ancora presenti nelle masse. Siccome l’uomo, nonostante tutto, è animale razionale, le masse, lasciate a se stesse, tendono a conservare un riferimento alla verità e ciò vale tanto più in relazione al grado di evidenza della verità in questione. Ovvio che per superare la barriera costituita dall’evidenza, lapalissiana, che uccidere un bambino non ancora nato, sia un omicidio, per prima cosa devi mettere in dubbio che ciò sia vero. Ma si tratta di tattica.

                      Se poi vai a parlare con uno di questi personaggi, fradici di liberalismo relativista (io ho l’esperienza di Dario Antiseri ad esempio, ma di tanti altri), ti rispondono che la verità, se c’è, è relativa e che il sistema democratico maggioritario (senza limiti) è il miglior sistema di governo, proprio perché permette di trovare una sintesi, senza essere vincolati al piano delle verità assolute (che esiste solo nella mente degli stolti o del volgo).

                    • Abby ha detto in risposta a Abby

                      beh, allora le tue tesi sono inattaccabili. Inutile prenderle in considerazione. Sono filosofia della storia. A giudicare dalle vendite dei libri di Emanuele Severino, può risultare molto popolare, perché dà al lettore l’impressione di abbracciare la totalità della storia (da Lorenzo il magnifico a Marx etc.) senza lo sforzo di studiarla.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                      Boh, basterebbe che tu risponda senza paludarti dietro giri retorici da sofista o ad affermazioni come quest’ultima, che è una presa per i fondelli.

                      Non mi pare difficile obiettare ai miei argomenti, se non sei d’accordo: basta che tu dimostri che i radicali non sono dei relativisti, né che implicitamente lo sia una concezione della democrazia che in modo sistematico, dal 1948, sta abbattendo uno dopo l’altro ogni principio della legge naturale in virtù di un meccanismo formale, quello del conteggio numerico delle teste (che proprio in quanto relativista, mantiene un legame puramente contingente con i contenuti morali di cui di volta in volta si occupa – per demolirli -).

                    • Abby ha detto in risposta a Abby

                      IO: nessun teorico del liberalismo afferma che la verità non esiste

                      TU: Figurati se lo dice esplicitamente!

                      IO: Nelle democrazie liberali il riferimento alla verità è indispensabile

                      TU: Sì, ma è solo tattica

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                      Ehm, cerca di non fare il finto tonto. Entrambi i miei punti sono dimostrati in riferimento al fatto che né per i radicali, né per quanto dimostra la storia delle democrazie occidentali, specialmente post-belliche, c’è alcun principio etico che possa dirsi assoluto, dato che, come ho già detto e tu fai finta di non aver letto, sistematicamente si stanno abbattendo tutti i principi della legge naturale, in base ad una metodologia puramente formale (che al massimo, ma in modo contraddittorio, pretende di dichiarare vera in modo assoluto solo se stessa).

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                      Inoltre ti ho fatto anche notare, che chiunque non sia relativista, non può accettare un meccanismo politico che invece lo è essenzialmente. Dunque chiunque accetti una forma politica come quella attuale (democrazia assoluta), se ne renda conto o no, lo affermi esplicitamente o no, di fatto è un relativista morale. Spero di essere stato abbastanza chiaro.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Abby

                      Ma queste sono stronzate metafisicheggianti! La democrazia non richiede come sua condizione il relativismo etico. Il relativismo non è essenziale alla democrazia. La democrazia è un metodo in virtù del quale la lotta politica e i mutamenti nella gestione del potere possono avvenire in modo nonviolento, senza spargimento di sangue. Nessuno svilimento del diritto naturale, anzi: del diritto naturale si ha una concezione più sofisticata per la quale esso non è rappresentato come un libro consegnato a qualche casta sacerdotale, ma come una legislazione che è possibile acquisire dialogicamente in società aperte e libere, non senza errori, non senza cambiamenti di paradigma (esattamente come accade nella scienza rispetto alle leggi della natura). Che ci siano anche relativisti e questi abbiano diritto di parola, non ci sono dubbi; ma il relativismo etico, lungi dall’essere una teoria contraddittoria, è una teoria filosofica rispettabilissima.

                    • Abby ha detto in risposta a Abby

                      Ora sembrerebbe che Abby e Luigi Pavone la pensino allo stesso modo… ma l’accordo è più apparente che reale… … Maledetto Browser!!! 😀

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                      Ed ecco il nostro Luigione!
                      1) Siamo d’accordo o no sul fatto che il relativismo etico sia l’affermazione secondo cui non ci sono principi etici assoluti, ossia validi sempre (pur con tutte le specificazioni derivanti dalle diverse circostanze: non tirarmi fuori casi come quello della pena di morte come contraddizione del “non uccidere”, per cortesia)?

                      2) Se c’è un sistema di decisione delle leggi positive che si basa su un meccanismo puramente formale, che, proprio per questo, potenzialmente (e di fatto) può portare ad approvare leggi positive contrarie alla legge naturale, cioè alle verità perenni dell’etica filosofica, per quale motivo sarebbe illecito considerarlo un sistema che implica intrinsecamente il relativismo etico? Ripeto, tale sistema non si basa sulla discussione di verità, ma su un meccanismo puramente formale, quello del conteggio dei voti e dunque è un sistema essenzialmente slegato da qualsiasi verità etica.

                      3) Questo è poi il sistema della “democrazia assoluta”, cioè proprio di quella forma moderna di democrazia che non ritiene vi siano valori morali assoluti e dunque erge il proprio sistema puramente formale a sistema assoluto. Il che non significa contestare la democrazia in quanto tale, ma, appunto, solo questa sua perversione moderna.

                      4) Che qualcosa non sia autocontraddittorio non significa che non possa essere falso, vero?

                      5) Se poi vale il relativismo etico, dimmi in base a cosa dimostreresti essere un vero bene la democrazia assoluta, rispetto ad un sistema in cui si decida chi ha ragione in base a spargimenti di sangue… Se fosse poi vero che questa democrazia assoluta, da voi sofisti sacralizzata, non comportasse spargimenti di sangue e del più innocente!

                    • Abby ha detto in risposta a Abby

                      1) Siamo d’accordo.

                      2) La democrazia liberale non è, come scrivi, “un sistema di decisione delle leggi positive che si basa su un meccanismo puramente formale…” Un sistema democratico può senz’altro approvare per errore, e non già perché il sistema è puramente formale (esso è semanticissimo) leggi contrarie al diritto naturale. Ma questo può avvenire in qualunque altro sistema.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                      Mi spieghi cosa c’è di semantico in una conta delle teste, rispetto ai contenuti etici sui quali la conta si sta compiendo, al fine di deciderne la legittima praticabilità o meno?

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                      Un piccolo elenco, poi mi dici se tutto ciò, commisurata la gravità della materia, oltre che la quantità, può essere considerato un semplice “errore”: legalizzazione del divorzio (contraria alla legge naturale), legalizzazione dell’aborto (contraria alla legge naturale), legalizzazione dell’eutanasia (contraria alla legge naturale), legalizzazione dei matrimoni gay (contraria alla legge naturale), legalizzazione delle adozioni per coppie gay (contraria alla legge naturale), + tante altre legalizzazioni sempre contrarie alla legge naturale.

                    • Abby ha detto in risposta a Abby

                      ti rispondo domani, adesso sono stanco. Buona notte

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Abby

                      Va bene, anche se questo thread domani sarà chiuso, temo. Buona notte

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Andrea.

      Le radici del liberalismo stanno poi a mio avviso nel mare magnum (ma dotato di minimo comune denominatore proprio a livello di metodo: la volontà prima della verità) della gnosi e dello gnosticismo. Non a caso la modernità è sorta dal riaffiorare dei sincretismi pagnano-esoterici rimessi in circolo, sul finire del Medioevo, con l’umanesimo fiorentino (scuola neoplatonica di Marsilio Ficino, sponsorizzata da Cosimo e Lorenzo de’ Medici).

      La prima vera rivoluzione liberale fu quella luterana.

  4. Sophie ha detto

    Ma perchè i normali devono pagare per chi è terrorizzato dalla mascolinità e dalla femminilità, dall’essere uomo e dall’essere donna?

  5. Giacomot ha detto

    Mi sento un cactus .

    • Kosmo ha detto in risposta a Giacomot

      pretendi di sposarti con una orchidea.
      Io VOGLIO fare il medico. Mi si DEVE permettere di esercitare la professione medica, anche se non sono laureato in medicina.

      • Andrea. ha detto in risposta a Kosmo

        Come ha detto quell’intellettuale (comunista, dunque non penso proprio vicino alla Chiesa…) citato qualche tempo fa su questo sito: “far sposare due omosessuali sarebbe come ammettermi alla Royal Music Academy nonostante non sappia manco legger la Musica“. A maggior ragione per i sessi…

  6. Giuseppe ha detto

    Ma è possibile che un articolo su due verte sempre sullo stesso argomento?

    • Boomers ha detto in risposta a Giuseppe

      Essendo il tema caldo e ossessivo della società è ovvio che se ne parli. Durante il referendum sulle paritarie di Bologna, un articolo su due verteva su esso e così via. Se la società e i media si fissano su un argomento è utile rispondere dando un punto di vista diverso da quello della massa di non-pensanti.

      La teoria del gender è la più pericolosa ideologia contro la dignità dell’uomo dopo il fallimento del comunismo, ogni giorno ci dovrebbe essere un articolo per lo meno per evitare il rischio di risvegliarci fra novant’anni dovendo ricostruire l’umanità, così come è stato dopo la caduta del Muro di Berlino.

    • Kosmo ha detto in risposta a Giuseppe

      Prenditela con chi propone OSSESSIVAMENTE questo argomento come se fosse la cosa più importante del mondo, l’unica cosa per cui possa valere la pena interessarsene.
      Dalla formazione del governo, sai quante leggi sono state approvate? Due.
      E la discussione sull’omofobia fatta di notte con i tempi contingentati, ad agosto, perchè, sai, i “matrimoni” omo sono la cosa più importante del mondo, più della crisi economica e politica.

    • Max ha detto in risposta a Giuseppe

      Giuseppe, non hai tutti i torti. Ma converrai, credo, che l’argomento e’ continuamente alla ribalta nei mezzi di informazione. E, forse, non e’ un male che vi siano coloro i quali propongono un’opinione un po’ diversa da quella che, di solito, si sente da tali mezzi.

    • Positrone76 ha detto in risposta a Giuseppe

      In effetti sembra leggendo questo sito che è l’unico peccato percui si guadagna la dannazione eterna mentre così non è…

      • Mandi ha detto in risposta a Positrone76

        Un altro è il cattolicesimo adulto, dunque lo gnosticismo, e il cristianesimo impaurito dalla modernità che scende a compressi con essa. Per questo dovresti cominciare a preoccuparti 😉

        • Positrone76 ha detto in risposta a Mandi

          Un altro ancora è il cattolicesimo medievalista, in cui il cristianesimo è impaurito da tutto e non accetta il confronto con il passato quanto con il ppresente e futuro (anche e soprattutto teologico) per questo dovresti molto più che preoccuparti 🙂

          • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Positrone76

            Ma piantala con queste sciocchezze puramente ideologiche e zeppe di ignoranza crassa!

            • Positrone76 ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

              Non sono perfetto come te Metatron 🙂

              • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Positrone76

                Non bisogna essere perfetti, basterebbe avere una minima idea di cosa fu il Medioevo per la cultura europea tutta!

                • Positrone76 ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                  Il Medioevo fu un periodo di grande rinnovamento etico e spirituale, politico e filosofico oltre che scientifico (in senso non moderno ovviamente) ma è teologicamente 500 anni indietro e sebbene a quell’epoca certi atteggiamenti avevano secondo quell’epoca e in quella luce civile la propria funzione ed anche la propria ragion d’essere oggi non sarebbero più possibili. Non te ne sarai accorto e non mi stupisce ma il linguaggio, la Tradizione hanno fatto molti progressi o meglio noi abbiamo compreso sempre meglio il Messaggio. Noi non siamo perfetti ma perfettibili e lo è anche la nostra comprensione, la teologia stessa. Tu sei rimasto ad eboli (temporalmente parlando) in quell’atteggiamento che si chiama passatismo ma oggi abbiamo capito meglio di ieri e domani capiranno meglio di oggi cosa ci disse Gesù 2000 anni fa. Non ti sei accorto che anche il Messaggio evolve (o meglio noi evolviamo comprendendolo in modo sempre più vicino alla perfezione) ?
                  Bisognerebbe avere una minima idea di quello che fu e di quello che è nella totalità dei suoi aspetti…
                  Dopo San Tommaso d’Aquino ci sono altri Santi e Sante e ce ne saranno ancora….

    • Giacomot ha detto in risposta a Giuseppe

      Ma almeno prova a capirci qualcosa e a commentare con più argomentazioni che si riferiscano all’argomento in questione !
      O magari se vuoi parliamo delle lasagne che ho mangiato a ieri !

  7. Nikon ha detto

    non ho compreso tanto bene questa frase di Michel Raymond riportata in questo articolo:

    «la fiction attualmente di moda che vuole le differenze genetiche tra gruppi umani prossime allo zero è scientificamente infondata, come lo è il concetto di razza. L’antagonismo tra natura e cultura, è insostenibile».

    quindi intende dire che si sono differenze genetiche tra Bianchi e neri (visto che parla di “differenze genetiche tra gruppi umani)? ma non è un pò razzista? posso capire il binomio uomo-donna,che l’uomo nasce uomo e che la donna nasce donna,ma però non esageriamo, andando a dire che “ci sono differenze genetiche tra gruppi umani”

    • Andrea. ha detto in risposta a Nikon

      Vuole arrivare a dire che per far passare la teoria del gender cercano di far passare i suoi critici per razzisti come lo erano quelli che parlavano di razze geneticamente diverse.

  8. Positrone76 ha detto

    In verità leggo sull’argomento gender e identità sessuale moltissima confusione principalmente a causa del fatto che non si sa di cosa si parla ed in che ambito cosa che ovviamente non può che generare equivoci. Peraltro la teoria gender venne elaborata in contrapposizione della teoria bisessualista freudiana. Tutte queste teorie non hanno grandi basi scientifiche ed anche il dimorfismo sessuale come unica realtà è smentita dai fatti al di là di ogni possibile patologia.
    Il genere sessuale biologicamente è solo maschio e femmina. Secondo il Fine riproduttivo dunque esistono maschi e femmine e la riproduzione del genere umano passa necessariamente per questi due generi. Su questo non ci sono discussioni ne interpretazioni di sorta.
    Tuttavia l’ampio mondo della psiche umana è influenzato (ma non necessariamente predeterminato) dall’ambiente che influenza comportamenti che se riferiti all’ambito sessuale può determinare delle definizioni che però sono speculative.
    Un conto è il campo orale dove cmq ci sono significati che non vanno confusi con altri campi.

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Positrone76

      Positrone76 ha scritto: “Tuttavia l’ampio mondo della psiche umana è influenzato (ma non necessariamente predeterminato) dall’ambiente che influenza comportamenti che se riferiti all’ambito sessuale può determinare delle definizioni che però sono speculative”.

      Ora, visto che come tuo solito ti esprimi in maniera alquanto involuta e poi ti risenti se si cerca di interpretarti, rispondi a questa semplice domanda: questa tua frase significa forse che a tuo parere, mentre sul piano biologico non c’è ambiguità nella distinzione dei sessi, sul piano psicologico invece non è possibile dire vi siano solo due generi (quello maschile e quello femminile)?

      • Positrone76 ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Caro Alex, mi risparmio di rispondere ai tuoi attacchi linguistici sul tuo inconcludente modo di scrivere per concentrarmi sulla risposta che non molto garbatamente chiedi :-).

        Significa che la morale non è scienza e non si occupa di scienza e nemmeno di psicologia. Non serve a stabilire malattie o predeterminare comportamenti ma serve invece a selezionare ed indicare i più giusti per l’uomo e ne suo rapporto con la felicità e con Dio nostra massima felicità. Insomma io non discuto regole ma mi rivolgo al fine ultimo delle regole.
        Cmq significa che nella psiche umana la nostra identità si gioca all’interno di 4 fattori, identità fisica, percezione di sè, ruolo e oggetto. Entro questi fattori ci sono varianze oggettive che non sfociano in patologie altre si.
        Significa altresì che biologicamente esistono patologie precise e fenotipicamente si posso esprimere situazioni ambigue. Geneticamente le espressioni sono dimorfiche essendo la nostra una razza dimorfica. Non ci sono dubbi. Tuttavia la biologia non esprime ne giustica la totalità dei comportamenti umani secondo un modello di razionalità generale ma solo biologica.
        In sintesi per riprodurci abbiamo bisogno dei due sessi, l’amore è accessorio e funzionale ma non necessario alla riproduzione che può avvenire anche sessualmente senza la presenza di sentimenti o coinvolgimento della psiche. Se tu non crei arte, non crei cultura, non hai fede in Dio, non ami il tuo o i tuoi partner ma ti riproduci (meglio se selezionando in base a fattori genetici e fisici o anche adattativi) e curi la tua prole (non importa se con amore o per dovere) hai soddisfatto le condizioni della biologia che on ti chiede altro che proseguire la specie. Solo se apponi e presupponi una Mente ordinatrice e Finalistica puoi aggiungere una morale ma questa Mente, la stessa che ci permette di esprimerci in arte, cultura, fede, ha evidentemwente previsto anche una psicologia complessa che ha le sue varianze che vanno oltre le finalità strettamente biologiche.
        Continuate ad ignorare che anche un eterosessuale che non voglia sposarsi o non possa per sua natura riprodursi ha come obiettivo la castità solo che per un eterosessuale la cosa sembra da come scriviate più aggirabile. Non vincolante come per gli omosessuali. Come mai un eterosessuale è compreso nelle sue emozioni mentre un omosessuale le sue emozioni di amore cioè di dono sono errate? Un omosesuale aggrava la sua posizione, in termini sociali e morali quando crea scandalo, quando per le circostanze da cattivo esempio nei confronti della generalità.
        Ci sono amori errati, che pongono noi stessi prima di altri o di Dio ma questi non riguardano le categorie umane omosessuale o eterosessuale ma riguardano l’uomo singolarmente inteso.
        Il problema non è il gay ma sono le lobby… Questo ha detto il Papa.

        PS Magari nella vita poniti il problema che potresti essere tu quello che non ha capito, ne me ne anche il Papa, ne guadagnerai in umiltà, tanto gradita al Signore :-).

        • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Positrone76

          Non ho capito: secondo te il papa, e immagino che con ciò tu intenda dire anche la dottrina ufficiale e tradizionale della Chiesa cattolica, la penserebbe nella maniera sconclusionata ed errata che qui esponi? Io sicuramente manco di umiltà in tante cose, ma questo non rende le tue assurdità più vere. E penso che dai tuoi errori anche tu dovresti imparare un po’ di umiltà.

          • Positrone76 ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

            No la Chiesa semplicemente non afferma quanto affermi tu. Non ne afferma la malattia ontologica ne psichiatrica e non ne afferma la condanna a prescindere. Distingue atto e tendenza nell’ambito però della più alta catechesi sul peccato.
            Non ne condanna l’amore sentimentale ma solo sessuale, come peraltro condanna tutti gli amori sessualmente vissuti fuori dal matrimonio cattolico (quindi anche le coppie sterili). Condanna le battaglie ideologiche contro la famiglia che vengano da omosessuali o liberisti o comunisti. Queste sono le assurdità che io dico.
            Il resto (in genere le tue affermazioni sui vari argomenti) sono opinioni e certamente non fatti. Dai miei errori imparo sempre, tu dai tuoi impari? 🙂

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Positrone76

              Basterebbe ricordare cosa Nostro Signore disse a proposito dei pensieri di adulterio (non della pratica dell’adulterio): “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
              Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna” (Mt. 5, 27-30).
              Qui viene condannato il desiderio di adulterio, mi pare. Invece, a tuo avviso, un amore-desiderio assurdo come quello omosessuale, Nostro Signore non lo condanna? Dai piantala!

              • Positrone76 ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                Hai visto in giro molti cattolici senza occhi e membra varie perché cavati in luogo di un peccato? Dovresti, visto che ti vanti tanto di sapere di teologia, perché c’è l’uso di questo linguaggio così colorito. Dovresti sapere anche cosa dice prima e dopo ed infine dovresti sapere che questo peccato non c’entra niente con l’essere omosessuale.

                Gesù lo ha detto rispetto a chi per un proprio desiderio turba e si fa tentatore rispetto ad una situazione acquisita. L’adulterio può essere compiuto anche da un omosessuale laddove il suo occhio cada nei confronti di chi è già sposato ma non è rivolto agli omosessuali ed in effetti nessuna parola di Gesù è rivolta a qualcuno specificatamente perché egli parla all’essere umano non a gruppi…

                Il desiderio omosessuale non è assurdo è desiderio che può avere connotati negativi o positivi. Anche se per te quelli omosessuali sono sempre negativi a prescindere.

                Nostro Signore non ha mai condannato un solo atto d’amore ha semmai condannato atti di egoismo. Negli Atti degli Apostoli S. Pietro dice “perché Dio mi ha mostrato che nessun uomo può essere considerato impuro”.
                Gesù non condanna in sé la sessualità ma condanna le conseguenze a cui può portarci se è disgiunta dall’amore per noi stessi e Dio e ci da il comandamento supremo di amare Dio e il prossimo con tutto noi stessi. Gesù spezza la Tradizione dell’ubbidienza alla Legge e ci indica di amare come ama il Padre che fa piovere sulla terra dei giusti e degli ingiusti che ci chiede di amare l’amico ed il nemico. E tu pensi che un uomo che ami sentimentalmente un altro uomo sia destinato all’inferno?
                E’ destinato a vivere (forse) una vita incompleta (come due eterosessuali sterili), a vivere senza la gioia di un figlio ma può rimediare donandosi a tutti. Avremo per quanto sapremo donare oltre che per grazia.

                Rispetto al liberalismo, come tutti gli ismi, è una ideologia deleteria perché da strumento diventa fine. Ma tu segui il cattolicesimo o il cattolicismo?

                Il Concilio Vaticano II ha cambiato la nostra comprensione del Messaggio accettalo… 🙂

            • Max ha detto in risposta a Positrone76

              Ho sentito e letto anch’io, da piu’ di un sacerdote e frate domenicano (per esempio al sito internet “amici domenicani”) che se due omosessuali vivono insieme ma non hanno rapporti intimi, non commettono peccato. Certo e’ comunque un caso estremo…

              • LawFirstpope ha detto in risposta a Max

                Beh si, agli effetti esterni potrebbero benissimo essere due amici…

              • Positrone76 ha detto in risposta a Max

                Certo come per due eterosessuali sterili (giovani o vecchi, sposati e non).

                • Boomers ha detto in risposta a Positrone76

                  @LawFirstpope e Positrone76 ….non vorrei spiegarvi che tra essere sterili e non avere rapporti intimi c’è molto altro in mezzo.

                  • LawFirstpope ha detto in risposta a Boomers

                    D’accordo con te, comprendo che il mio presente commento possa essere male interpretato ma non concordo affatto con Positrone 76: se hai già letto miei commenti in passato dovresti sapere come la penso…
                    Quello che volevo dire è che nel fatto che due persone dello stesso sesso vivano insieme non c’è nulla di male (si pensi ad amici universitari, anch’io ho “convissuto” in questo senso): se poi sono omosessuali ma di fatto “non attuano”, agli effetti esterni non c’è modo di dire che essi pecchino in alcunché (la loro semmai è una tentazione in più).
                    E, bada, questo non vuole neanche dire (a scanso di equivoci) che ritengo che l’omosessualità sia in qualche modo “naturale”: il mio commento era solo una fredda e spassionata considerazione.
                    Ciao.

  9. Kosmo ha detto

    Ma perchè quelli del PD hanno sempre l'”immunità” da tutto e da tutti?
    http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1296136/Il–consigliere-per-i-diritti–del-Pd—-Isimbayeva-spero-ti-stuprino-.html

    se l’avesse detta Giovanardi una cosa del genere ci sarebbero già sotto casa i carabinieri.

    • Sophie ha detto in risposta a Kosmo

      Che buffone….

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Kosmo

      W la Russia (e le russe ;-))!

    • LawFirstpope ha detto in risposta a Kosmo

      Ma in che modo, mi chiedo, l’attuale legge russa favorirebbe stupri di lesbiche russe?

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a LawFirstpope

        Persone come questo esponente politico fanno vergognare di appartenere al genere umano. Sono loro i peggiori nemici della verità.

        • Kosmo ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

          Quello che fa più schifo però è la mancata reazione della cosiddetta “opinione pubblica”, dei media, e dei VIPPPPPPsss a questo “augurio”, ricevuto peraltro semplicemente per il fatto che si è espressa la propria opinione.
          Per la becera assimilazione tra il ministro e una scimmia di Calderoli hanno fatto un casino tremendo, mentre si sa che quelli del PD, con quella bocca possono dire tutto…

          • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Kosmo

            Orribile visu, ma di che ti stupisci? In un mondo ormai rivoltato come un calzino, in cui mai come ora domina il Demonio, è ovvio che chi dice il vero sia trattato come il peggior criminale. Facciamoci forza nel Signore e continuiamo a combattere.

        • LawFirstpope ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

          Per me quella è chiaramente una scusa per tentare di salvare il salvabile della propria faccia…

    • Andrea. ha detto in risposta a Kosmo

      Veramente s’è dovuto scusare e dimettere dopo critiche bipartisan.

      Resta il fatto che è stato un incivile, puoi dir la tua, ma queste sono dichiarazioni da totalitarismo mentale!

      • Kosmo ha detto in risposta a Andrea.

        Veramente, tra qualche mese, quando le acque si saranno calmate, avrà qualche altro bel posticino ben remunerato (da noi).
        E in casi analoghi, la Procura ha proceduto d’ufficio, CONDANNANDO la Valastro ad un anno e mezzo.
        Qui tutti dormono.

  10. beppina ha detto

    …l’eliminazione del disturbo dell’identità di genere dall’elenco dei disturbi psicologici…

    E se uno si sente “disturbato” troverà tranquillità nel fatto che é scritto “nero su bianco” che é tutto un “falso problema”?

    …includere nelle leggi antidiscriminazione la tutela dell’orientamento sessuale e dell’identità e manifestazione di genere…

    Se qualcosa é da “tutelare” evidentemente o non si regge da sola o é troppo importante perché venga abbandonata a se stessa. Certo che se andiamo avanti così occorrerà valutare, fra qualche tempo, se continueranno ad esserci “tutori” in numero sufficiente per “attuare” e “garantire” questa “formidabile conquista di civiltà”.
    Acc… ma sto sbagliando tutto… in realtà tutelati e tutelanti alla fine dovrebbero essere accomunati dalla medesima “visione”. Ciò che é importante é che non sorga la necessità di “tutelare” chi non riesce a farsi entrare nella testina questa “formidabile conquista di civiltà”. Andiamo bene.

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a beppina

      Infatti, i dissidenti, come sempre, basta metterli in carcere o in un gulag, per il loro bene e per quello degli altri “cittadini”, naturalmente…

      • Positrone76 ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Uhmmm i sacerdoti del Tempio e Ponzio Pilato probabilmente la pensavano come te ed anche come la lobby omosessualista di cui condividi parte dei metodi comunicativi. Ovviamente scherzo 😉

      • Li ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Mah! Io non mi sento di nessun gender, nè genere ma preferisco combattere quest’avanzata disastrosa.
        Una piaga iniziata negli anni 20 con le prime idee subdole, insinuanti e sussurranti per l’illusione di una diversità.

        • Positrone76 ha detto in risposta a Li

          Conosco molte persone anche omosessuali che non si sentono di nessun gender :-).

          • Boomers ha detto in risposta a Positrone76

            Essere omosessuali significa aderire ad uno dei 23 tipi di gender alternativi a uomo e donna. Nei tuoi commenti c’è tantissima confusione e disinformazione, lo sai vero?

            • lorenzo ha detto in risposta a Boomers

              Gli omosessuali sono semplicemente uomini e donne disorientati per il fatto che la natura li ha fatti uomo o donna.

        • Laura ha detto in risposta a Li

          Infatti il gender non esiste, lo hanno inventato negli anni ’80 i teorici omosessuali per trovare casa. L’uomo è maschio e la donna e femmina, stop a tutte le altre turbe mentali!!!!

          IL GENDER NON ESISTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  11. Abby ha detto

    Ora sembrerebbe che Abby e Luigi Pavone la pensino allo stesso modo… ma l’accordo è più apparente che reale… … Maledetto Browser!!! 😀

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