La presenza di scuole private migliora il profitto degli alunni

Scuola«La presenza di scuole gestite da operatori privati produce un effetto significativamente positivo sul profitto degli studenti in Matematica, Scienze e Letteratura» e dunque «la concorrenza scolastica genera benefici reali per tutti». Un vero e proprio pugno allo stomaco per statalisti e rimasugli comunisti che combattono la presenza di scuole private e paritarie nel nostro Paese all’urlo “più Stato meno società”.

L’affermazione arriva dallo studio “The Learning curve” presentato ufficialmente a Londra nei giorni scorsi e commissionato da Pearson, il colosso mondiale dell’editoria didattica, il quale ha messo a confronto 50 paesi in base a 60 diversi parametri: dai risultati dei test OCSE-Pisa e TIMSS agli investimenti governativi, passando per gli stipendi del personale docente e il rapporto alunni-professori, senza tralasciare indicatori economici come il tasso di occupazione dei diplomati/laureati, il reddito percepito e il benessere generale di ogni paese.

Il ricco documento approntato mostra chiaramente, numeri alla mano, come nei Paesi in cui viene offerta alle famiglie la possibilità di scegliere quale tipo di scuola far frequentare ai loro ragazzi, questi riportino risultati mediamente migliori nelle diverse materie. In particolare, dalla possibilità concreta di scelta della scuola, scaturisce un beneficio che è maggiore proprio per gli studenti di estrazione socio-economica svantaggiata. È il caso, ad esempio, di Belgio e Paesi Bassi, dove le scuole private (spesso confessionali, tra l’altro) sono finanziate direttamente e integralmente dallo Stato: «Se sono presenti più istituti non statali», viene spiegato dai ricercatori, «in modo che il settore scolastico non sia amministrato secondo il modello unico di una sorta di “monopolio di Stato”, i Paesi hanno performance migliori».

Le ragioni sono molto semplici: un sistema in cui vige una concorrenza reale determina una competizione in termini di efficacia ed efficienza da parte dei diversi soggetti operanti nel settore. Insomma, meno Stato e più libertà di scelta uguale migliore qualità scolastica e maggiore equità sociale, alla faccia degli statalisti del “Nuovo Comitato art.33”, che vorrebbero eliminare il sostegno economico che l’Amministrazione Comunale della città di Bologna destina alle scuole dell’infanzia paritarie della città.

Ricordiamo quello che nessuno vuole mai dire: le scuole paritarie fanno risparmiare 6 miliardi all’anno. In particolare molti sono stati convinti che il Governo tolga risorse alla scuola statale per darle alla scuola privata. In realtà, come abbiamo mostrato in passato, è l’esatto opposto, cioè lo Stato, con le risorse date alla scuola privata, risparmia su quanto dovrebbe spendere per le risorse che dovrebbe dare in più a quella pubblica. Nel 2010 la rivista specializzata di settore Tuttoscuola ha calcolato che lo Stato risparmierebbe oltre 500 milioni di euro l’anno se aumentasse di 100 milioni i contributi alla scuola paritaria, consentendo a più famiglie di sceglierla (ogni euro investito nella paritaria renderebbe allo Stato 5 euro di risparmio).

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39 commenti a La presenza di scuole private migliora il profitto degli alunni

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  1. Giuseppe ha detto

    Non ci siamo proprio: il punto non è far a meno delle scuole private, il punto è che non devono esserci sovvenzioni statali destinate a quest’ultime. E poi, non prendiamoci in giro, la maggior parte delle scuole superiori private italiane sono diplomifici a pagamento!

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Giuseppe

      E perché mai non dovrebbero esserci sovvenzioni statali quando nel resto d’Europa le scuole private sono completamente pagate dallo Stato? Se si vuole una vera concorrenza e una vera libertà d’educazione occorre mettere nelle condizioni le famiglie di fare una scelta davvero equa, oltretutto lo Stato più finanzia le paritarie e più risparmia denaro da investire nella scuola statale.
      Ricordati che grazie a Berlinguer la scuola pubblica è sia paritaria che statale, diamo spazio alla società e mettiamo da parte queste idee comuniste e stataliste.

      • Giuseppe ha detto in risposta a Fabio Moraldi

        Non so se nel resto d’Europa le scuole private siano davvero pagate dallo stato e soprattutto in che termini, pertanto sospendo il giudizio. Ma in Italia la cultura della scuola privata rispecchia l’atteggiamento dell’italiano medio: pago la scuola privata perché diano il diploma anche a quel caprone di mio figlio. Lo ripeto, in Italia le scuole private sono (per la maggior parte) diplomifici. Piccolo aneddoto personale: quando davo ripetizioni di matematica e fisica durante gli anni di università, avevo tra i miei “alunni” il figlio di un primario anestesista che definire un inetto è un eufemismo. In terzo liceo scientifico, calcolare il coefficiente angolare di una retta dati due punti equivaleva per lui a rinormalizzare la teoria quantistica dei campi. Magari sarò stato io un pessimo insegnate, certo è che una volta mandato ad una privata, questo genio conseguì di volata il diploma per poi laurearsi… alla Bocconi. E si sa quali menti geniali sforna la Bocconi…

        • Mithan_xx ha detto in risposta a Giuseppe

          I tuoi giudizi pesanti e discriminatori contro le scuole paritarie, contro gli insegnanti e contro gli studenti sono ridicoli e offensivi. Vai avanti a luoghi comuni tutti i giorni oppure interrompi qualche weekend? Lo sai che l’uomo è andato davvero sulla Luna e che Elvis è morto, vero?
          Perfino contro la Bocconi, cioè tra le migliori business school a livello internazionale…l’ideologia è davvero dura a morire.

          • Giuseppe ha detto in risposta a Mithan_xx

            Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Non ho condannato il concetto di scuola privata tout court, ma la situazione italiana. Poi se vogliamo credere alle favole facciamo pure.

          • Luigi Pavone ha detto in risposta a Mithan_xx

            ps. sul finanziamento alle scuole private, questo è un cattivo finanziamento in un regime a valore legale del titolo di studio. Inoltre, penso che lo Stato dovrebbe finanziare gli studenti, non già le scuole!

            • Salvatore ha detto in risposta a Luigi Pavone

              Lo ha già fatto Formigoni in Lombardia con la dote scuola, ma il primo non sostituisce il secondo in quanto finanziare le scuole paritarie permette un risparmio allo stato.

        • Luigi Pavone ha detto in risposta a Giuseppe

          Bravo, bravissimo. Concordo. Tuttavia, non è il suo essere privata che fa della scuola italiana privata, salvo eccezioni, un sistema con una offerta formativa più bassa. E’ il valore legale del titolo di studio!!! Questo distorce la concorrenza.

          • Salvatore ha detto in risposta a Luigi Pavone

            La scuola partitaria ha un offerta più bassa in Italia perché non può permettersi altro non avendo fondi. All’estero, dove le scuole private sono completamente finanziate dallo stato, le scuole private sono le migliori, ben al di sopra di quelle statali.

    • Vincenzo ha detto in risposta a Giuseppe

      Siamo alle solite. La maggior parte delle persone, x scarsa conoscenza del problema, ritiene che le scuole private siano soprattutto “diplomifici” a pagamento. In realtà non è così. Io ho avuto 3 figli che hanno fatto tutti le elementari e medie in scuole private, avendo poi risultati lusinghieri nei licei statali. Nel primo anno delle superiori erano tra i migliori grazie alla preparazione ricevuta precedentemente nelle scuole private. Al liceo statale ho potuto constatare maggiori disservizi (di tutti i generi) rispetto a quelli delle private. Non parliamo poi dell’Università ,dove in Italia molti atenei di eccellenza sono privati (vedasi ad es.Bocconi, Cattolica, LUISS etc.). In realtà si va contro la scuola privata soprattutto x motivi ideologici o pregiudizi, e soprattutto perchè da molti sono viste come le “scuole dei preti”. E x questi molti i preti non possono mai fare nulla di buono!

      • Mithan_xx ha detto in risposta a Vincenzo

        Ma a loro cosa importa la verità? L’importante è diffondere le sciocchezze condendole con esperienze personali, tanto qualcuno abbocca sempre.

      • Giuseppe ha detto in risposta a Vincenzo

        Guardi, proprio sui preti non ho detto niente, a meno che non si parta dall’equazione scuola privata=scuola della Chiesa…

  2. E’ ovvio che lo stato risparmia.Come risparmia nei servizi sociali laddove le famiglie sono unite ed i figli non stressati da genitori litigiosi o violenti o poco attenti alle realtà educative. Ci sarebbero molti altri esempi,sono sotto gli occhi di tutti (quelli che vogliono vedere).

  3. Penultimo ha detto

    1.La qualita’ delle scuole pubbliche e’ pessima perche’ pessime sono le politiche dello stato.La qualita delle parietarie e’ superiore proprio perche’ la retorica ideologica partitistica sta’ fuori dalle porte.Difficilmente ti presenti alla Bocconi con 90 di diploma.

    2.Perche finanziarie i peggiori piuttosto che chi ha dimostrato di essere fra i migliori?Dimostrato nei fatti non con i bla bla bla.

    3.Voi pensate che il problema del diritto allo studio sia nel finanziamento.Il problema del diritto allo studio coinvolge il diritto al lavoro delle famiglie pet poter mantenere i figli all’universita’.

    4.Al di la’ della case dello studente fatte con gli appalti “misteriosamente” finiti alla malavita e con sabbia marina,vedi l’Aquila.Come mai molti dei retori delle publiche hanno stranamente lo stesso cognme da generazioni?

    5.Molti degli ipocriti politici che fanno le prediche sulle scuole parietaria,hanno i figli a oxford o nelle stesse parietarie,trenne il Trota che era un caso disperato.

    6.L’intelligenza non sta’ nel distruggere lo studente con esami in piu’ sta nel proporzionarie gli esami razionalmente con l’esigenze del settore ocupazionale.Dunque cercare interlocutori con gli stessi che offrono lavoro,sentendone l’esigenze e quindi creare un’offerta formativa per la quale lo studente viene assunto prima ancora di terminare l’universita’ perche sa gia che tolti gli stage,tutta l’offerta e allineata alle sue esigenze,e a quelle dello studente,cominciare il prima possibile a lavorare.ovvero mentre x si danna dietro esami inutili che non li servono,y ha gia’ finito sta gia lavorando,e tra le aziende piu importanti.

  4. beppina ha detto

    Al di la di cosa vuol dire Stato, di cosa vuol dire “stare assieme” dal punto di vista laico, di cosa vuol dire lavorare, pagare le tasse (doveri) ed avere servizi (diritti), dal mio punto di vista c’é solo da essere contenta se esistono le scuole paritarie.
    Esperienza diretta. Due figli (distanziati di 5 anni). Lavorano ambedue i genitori. Dove abitiamo la scuola pubblica non fornisce il tempo pieno. Abbiamo provato di tutto per attivarlo… ma in buona sostanza hanno prevalso motivazioni di ordine logistico(il corpo docente non voleva lavorare il promeriggio). Samo stati costretti a portare i figli dai Salesiani, per 8+8 anni (elementari+medie) con onere economico per la nostra situazione abbastanza problematico. Nell’arco di 11 anni, contrariamente a quello che pensavo (sono stata e sono favorevole alla scuola pubblica che sia ben chiaro…) ho dovuto ricredermi su tante cose; non ultimo lo splendido ambiente educativo che abbiamo trovato (altro che le quintalate di fesserie che si trovano in internet…). Alle superiori la maggiore ha fatto il liceo scientifico (scuola pubblica) mentre il più piccolo sta facendo il liceo classico (sempre una scuola pubblica). Non vi dico quanti problemi… (insegnanti, organizzazione scolastica, ambiente interno, ecc…); tra le altre cose “scintille” con alcuni insegnanti, correlate al fatto che i miei figli arrivano da una scuola privata (sic) … ma questo é irrilevante. Unico lato positivo, di fatto, l’assenza delle rette (assenza che si fa sentire ma vi posso dimostrare in misura minore di quello che sembra…).
    In buona sostanza, confrontandomi nell’arco di 11 anni con altre coppie ci siamo fatti questa idea: a) questo cazzone di Stato é un pozzo senza fondo, usa male i soldi, impone doveri e dimentica i diritti (almeno in ambito scolastico); b) la maggior parte dei nostri connazionali frigna tanto sui contributi alle scuole private quando nella realtà non si accorge che il nostro caro Stato non sarebbe neanche capace di surrogare l’eventuale mancanza delle stesse scuole private (e pure ci guadagna perché, fino a prova contraria, minor spesa vuol dire anche non dover spendere da una parte e portare i soldi dall’altra); c) nella scuola pubblica abbiamo trovato un sacco di integralismi ed ideologizzazioni, formazione culturale monorientata e, in alcuni casi, politicizzata; d) nella scuola pubblica abbiamo trovato prevaricazione culturale, pressapochismo e soprattutto (quello che mi da più fastidio) non riuscire a trovare un interlocutore per migliorare la situazione; e) lasciamo perdere sulla qualità e la capacità di insegnare di alcuni insegnanti (per fortuna pochi…). Mia figlia sta facendo l’università (per inciso ha passato subito l’esame di ammissione e se c’é riuscita non penso solo per il “grande amore per la cultura” che le ha “passato” il Liceo) e cosa scopriamo? Fra tasse e amenicoli vari la “media” dell’università pubblica italiana viene a costare a cranio circa il 40% di quello che costa l’equivalente ateneo privato (ovviamente con una infinità inferiore di servizi ed occasioni). Ma per cosa paghiamo le tasse?

    • Semelets ha detto in risposta a beppina

      Paghiamo le tasse perchè sostanzialmente viviamo in affitto: lo stato è il padrone di tutto e ti concede di vivere (bontà sua) alla modica somma di €…
      Emblematica è la faccenda del televisore: tu acquisti un televisore e lo stato ti dice che in realtà quel televisore è suo e per possederlo (indipendentemente da quello che ci fai) devi pagare un affitto annuo. Lo stesso dicasi per la casa e per ogni altra cosa.

      • Matyt ha detto in risposta a Semelets

        Sembrano le premesse di un programma anarchico…

        • semelets ha detto in risposta a Matyt

          Al contrario, sono le premesse per una società ben ordinata, in cui lo Stato è coordinatore e sostenitore delle forze che la società civile riesce a metttere in campo, intervenendo laddove queste forze non siano sufficienti.
          L’idea che lo Stato sia padrone di tutto e responsabile di tutto, oltre ad essere falsa in linea di principio, porta inevitabilmente ad una società in cui lo Stato prima arraffa a piene mani, poi elargisce col contagocce perchè ciò che ha arraffato si è volatilizzato strada facendo.

          • Matyt ha detto in risposta a semelets

            Concettualmente può avere senso…
            Poi ci si trova davanti la Svezia, in cui la pressione fiscale è al 48%, ma in cui i servizi funzionano davvero e a tal proposito le cito un esempio che conosco molto bene: in Svezia hanno sede due tra le migliori università tecniche europee, se non mondiali…
            Ebbene, in tali università un cittadino della UE NON paga le tasse universitarie.
            E non perchè il servizio sia talmente scadente da non richiedere finanziamento… perchè semplicemente la gestione dei soldi è fatta meglio.

            In linea di principio, non vedo perchè essere contrari al finanziamento delle scuole private (se, effettivamente, tale finanziamento permette ad un maggior pubblico di poterne usufruire), ciò che sopporto poco è l’elargizione di fondi ai diplomifici (che, volenti o nolenti, ci sono, anche tra le scuole cattoliche…), e che io, ex alunno in una delle due eccellenze tra i licei scientifici milanesi, sia stato costretto a pagarmi le cartucce per la stampante per poter svolgere un progetto curricolare.

            Sinceramente, non penso sia un problema di stato ipertrofico, più che altro di malcostume italico nella gestione del denaro (evasione fiscale in primis, senza però dimenticare la gestione clientelare dei soldi pubblici…)

            • beppina ha detto in risposta a Matyt

              volenti o nolenti, ci sono, anche tra le scuole cattoliche…

              Può cortesemente fare qualche esempio? Grazie.

              • Matyt ha detto in risposta a beppina

                Ti parlo della realtà milanese, che conosco molto bene.

                il “Colonna”, lo “Zaccaria”, oltre a una serie non indifferente di scuole paritarie non confessionali (De Amicis, Scuola Europa…)

                • beppina ha detto in risposta a Matyt

                  Ma va la…

                  • beppina ha detto in risposta a beppina

                    Ops.. mi é sfuggito il commento.
                    Mi parli di Milano che conosco poco… Ho letto in internet velocemente alcuni forum e mi par di capire che, levando le considerazioni di ex insegnanti che non fanno testo, qualcosa di ricorrentemente “discutibile” si ravvisa per il Colonna. Ripeto. Non conosco la situazione milanese e spero che qualcuno intervenga per dare eventualmente una ulteriore opinione.
                    Rispetto le tue considerazioni ma rimango dell’idea che una valutazione così categorica sa molto di visione “monorientata” della realtà educativa scolastica italiana.

                    • Matyt ha detto in risposta a beppina

                      Posso assicurartelo, non è mono-orientata.
                      Per quanto non ami affatto le scuole monoconfessionali, ritenendo che parte fondamentale dell’istruzione sia essere educati al “molteplice”, inteso come pluralità di punti di vista, riconosco che esistono alcuni poli di eccellenza anche tra le scuole paritarie: per tornare al caso milanese (che, ribadisco, conosco bene…) il Leone XIII non ha sicuramente nulla da spartire ad un Volta, o forse, addirittura, ad un Leonardo da Vinci…
                      Resta il fatto che si pagano 4000 euro di retta, contro i 100 euro di contributo volontario per il Leonardo da Vinci.

                      Quello che però traspare dalla tua coppia di commenti è che sia la tua visione della realtà educativa ad essere mono-orientata:
                      Dapprima (e lo testimonia il commento “sfuggito”) non ti aspettavi una risposta seria, essendo fondamentalmente convinta che avessi fatto una affermazione pesante così per dare aria alle tonsille, hai tentato “ghedinianamente” di buttarla in vacca.
                      Poi, resati conto che, fondamentalmente, non avevo tutti i torti, hai ridimensionato la portata delle tue affermazioni.

                    • Laura ha detto in risposta a beppina

                      @matyt

                      E’ stranissimo che esistano poli d’eccellenza in Italia nelle scuole non statali, perché lo sono diventate senza aiuto da parte dello stato, al contrario di quanto accade all’estero.

                      E ci credo che si debbano chiedere cifre talmente elevate, secondo te è una vera libertà di scelta di educazione?

                    • Matyt ha detto in risposta a beppina

                      Io invece penserei proprio il contrario, Laura.
                      Mutatis mutandis, Harvard, Yale, Princeton… sono tutti atenei privati di assoluta eccellenza che non prendono sovvenzioni dallo stato.
                      O lo stesso sistema delle prep schools americane.
                      O, le varie boarding school inglesi (Eton in testa) che, al massimo, hanno degli sgravi fiscali, ma sono, ad esempio, costrette ad offrire all’intera cittadinanza l’uso gratuito dei propri spazi sportivi.

                      Che la scuola privata sia l’eccellenza non è l’eccezione, è la norma.
                      E’ stranissimo piuttosto che esistano poli di eccellenza nella nostra scuola statale, afflitta ormai da tempo immemorabile da una endemica carenza di fondi, e da inefficienze gravi nella macchina organizzativa.

                      La cosa che ai più sta stretta non è tanto il finanziamento alle scuole private (sarei più d’accordo ad adottare il modello inglese, ad esempio, dove si è creato un sistema di borse di studio), quanto che si diano soldi alle private dato lo stato delle pubbliche, e data la carenza di fondi anche in quei poli pubblici di assoluta eccellenza.

                    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Matyt

                      Ed è evidente che non sai di cosa parli.

                      Lo Stato italiano destina alle paritarie 530 milioni di euro all’anno (sulla carta, molti meno ovviamente a causa dei continui tagli), mentre alla scuola statale destina più di 54 miliardi di euro (dati 2009).

                      E tu ti arrabbi per quei 530 milioni? Cosa pensi di farne?

                      Oltretutto ti ripeto il meccanismo che non riesci a capire: più lo Stato finanzia le paritarie e più risparmia denaro da investire nelle statali, leggiti questo articolo: http://www.tuttoscuola.com/portali/paritarie/archivio-22828.html

                      Il problema di “tutti voi”, è come sempre la mancanza di preparazione su qualsiasi argomento vogliate affrontare.

                    • beppina ha detto in risposta a beppina

                      che sia la tua visione della realtà educativa ad essere mono-orientata

                      Ma direi proprio no. Ma lasciamo perdere, é difficile interloquire con soli due giorni di apertura del blog…

                      Dapprima (e lo testimonia il commento “sfuggito”) non ti aspettavi una risposta seria, essendo fondamentalmente convinta che avessi fatto una affermazione pesante così per dare aria alle tonsille, hai tentato “ghedinianamente” di buttarla in vacca

                      Dopo il “ghedianamente” ho capito tutto…

                      Comunque non mi rimando assolutamente nulla di quanto affermato. Per esperienza diretta mi sono fatta anch’io una mia idea sul sistema scolastico italiano che evidentemente non coincide con la tua. Al di la della realtà milanese, che non conosco, é un dato che quel poco che funziona in Italia é in parte pubblico (però con costi elevati e non più gestibili…) ma soprattutto privato (con poco aiuto pubblico, molta buona volontà, sicuramente con qualche mela marcia… e sarebbe da discutere su “dove” si collocano queste mele marcie). Da qui passare a dire che tutto é “diplomificio” … ce ne passa.

                      hai ridimensionato la portata delle tue affermazioni…

                      Ti é andata bene… conosco poco la realtà milanese 🙂 .

                • beppina ha detto in risposta a Matyt

                  Ho letto di seguito la tua risposta a Laura. Risposta del resto prevedibile e scontata (…in certi paesi esteri le eccellenze non ricevono sovvenzioni…). Per onestà intellettuale bisognerebbe precisare che il funzionamento e gli interventi dello Stato nei paesi da te citati non sono minimamente confrontabili con la realtà italiana.

                  La verità é che il nostro caro Stato non può assolutamente perdere le realtà private nel campo della scuola (da qui l’inconsistenza del continuo frignamento circa il fatto le scuole private non dovrebbero prendere soldi…) poiché se vengono meno le scuole paritarie, specialmente quelle dell’infanzia e della scuola dell’obbligo, di fatto non ci sarebbe la capacità/possibilità a surrogarne la mancanza nel breve periodo e probabilmente anche nel medio termine (mi permetto di far osservare anche nel “lungo” visto come stanno andando le cose…).

                  Al di là di come la pensiamo concordo ovviamente sulla necessità di estirpare le mele marce e non solo in ambito privato… si può concretizzare materia organica in putrefazione anche in ambito pubblico… e con ben altre conseguenze.

  5. Penultimo ha detto

    Appunto questo ci domandiano:perche’ paghiamo le tasse?
    Per finanziarie la retorica dei partiti,la loro eristica da stadio,e i loro valvassalli,valvassini,valvassori presi per criterio partitistico piuttosto,spesso,che per reale competenza sul campo.

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