Il matrimonio omosessuale condannato nella Grecia classica

Lo spunto è tratto dalla recente pubblicazione de II matrimonio nella Grecia classica, saggio del filologo e grecista Francesco Colafemmina, intervistato da Valerio Pece per Tempi. Nello scritto si stigmatizza la convinzione di una generalizzata diffusione dell’omosessualità nella Grecia classicafra, da parte di chi, deformando la realtà storica a vantaggio della moderna ideologia omosessualista, reclama diritti al matrimonio omosessuale, ascrivendone spesso la nascita alla più alta cultura del mondo precristiano. Ciò è falso.

Il paganesimo greco sin dagli inizi (Omero chiama gli uomini i mortali – oi brotoi, per contrapporli agli dèi), infatti, ha una visione profondamente religiosa del mondo e della vita, che subordina sempre il piano umano al piano divino (ricordiamo il tempio eretto al Dio Ignoto in Atene). La rilettura laica che ne è stata fatta è ideologica: questo discorso si applica anche alla sfera della sessualità, che oggi pare afflitta da una sorta di pansessualismo ideologico. Per quanto l’argomento sia complesso e generatore di divisioni nel mondo laico, è il caso di fare alcune precisazioni, ad esempio ricordare che il fenomeno dell’omosessualità nell’antica Grecia è diverso da quello odierno, è soprattutto il fenomeno della pederastia ad essere diffuso ed in certo qual modo tollerato (cosa abominevole per i cristiani, ma anche per i latini) come parte dell’educazione dei giovani. Eppure, la norma, o consuetudine, non dovette essere di questo tipo, ma sincera e premurosa cura ed amicizia: l’affetto, ed anche la tenerezza che si accompagna alle migliori speranze, che spesso intercorrono fra maestro (o allenatore) ed allievo non devono essere male interpretate, come oggi anche allora; dato che la natura dell’uomo è sempre la stessa. D’altra parte dobbiamo ammettere che è difficile negare che i primi contatti omofili in tutti i tempi siano nella stragrande maggioranza dei casi fra un adulto ed un adolescente od un giovane.

Dice il Colafemmina: «Secondo il dogma ormai imperante, nell’antica Grecia la pedofilia (o efebofilia) sarebbe stata al centro di un vero e proprio rito di iniziazione: l’uomo adulto, l’erastés, aveva rapporti sessuali con l’adolescente, l’eròmenos, e così facendo lo formava anche spiritualmente. […] Di qui si è poi passati a definire il dogma dell’assenza di una “morale sessuale” nell’antichità classica attraverso la proclamazione dell’omosessualità come qualcosa di naturale. […] Attenzione però: quello dell’amore puro e spirituale non è altro che ciò che anche i gay del tempo affermavano per giustificare le loro pratiche, in un contesto sociale che invece le condannava risolutamente. L’errore madornale è che chi ripete oggi queste tesi non fa altro che ripetere ciò che dicevano gli autori omosessuali della Grecia classica. Oppure non fa altro che ridire ciò che Platone fa dichiarare ad alcuni suoi personaggi già noti come omosessuali nell’antichità (come Pausania nel Simposio) per arrivare però a smontare le loro tesi e a sostenere l’esatto contrario».

Oltretutto quando si parla di Grecia spesso ci si riferisce involontariamente ad Atene, come in sineddoche: in questo caso è da notare che i costumi delle varie poleis, le città-stato, potevano essere differenti, la pederastia era tollerata a Tebe e prevista prima del matrimonio dalla legge di Sparta (cfr. Suida), in ogni città c’erano prostituti. Mezza eccezione è Atene, dove viene ritenuta contro natura, per fare due esempi, da Platone e da Eschine. «Nelle Leggi (636, c) di Platoneprosegue Colafemmina,  «ad esempio, si legge testualmente: “II piacere di uomini con uomini e donne con donne è contro natura e tale atto temerario nasce dall’incapacità di dominare il piacere». Più chiaro di così! La verità è che nella Grecia classica l’omosessualità non era affatto così diffusa come si crede, e soprattutto, cosa che conta ancora di più, non era istituzionalizzata». Infatti gli antichi Greci mai si sognarono di rivendicare il matrimonio omosessuale!

Intendiamoci: la pederastia nella Grecia antica c’è ed è praticata. Ma resta un fatto sessuale che addirittura l’uomo comune, l’uomo della strada ritiene perverso e ridicolo, ne sono testimonianza le commedie di Aristofane: «Celebre è il repertorio, che oggi si direbbe omofobico, che il commediografo greco dedica ad Agàtone, noto gay del suo tempo. Parliamo di epiteti come lakkoproktos, katapygon, euryproktos, parole assolutamente intraducibili». Il linguaggio è di bassa lega: euryproktos, per esempio, può tranquillamente tradursi con “culaperto”.

Per quanto riguarda la teoria dell’amore platonico, l’amore è legato al bello ed al bene. Poiché per il Greco il Bello coincide con il Bene, si capisce come Platone si spinga oltre precisando che Eros rappresenta ogni forma di attività umana che tenda al Bene. Solo a causa di una sorta restrizione di carattere linguistico, viene chiamato “Eros” unicamente la tendenza al Bene nella dimensione del Bello. In particolare, Eros realizza questa tensione verso il Bene soprattutto nella dimensione del Bello, per procreare nel Bello. Dato il fatto che la bellezza è epifania del bene, Eros si realizza certamente, prima di tutto, nella dimensione del fisico: qui, tramite la bellezza e la ricerca di essa ha luogo la procreazione, mediante la quale il mortale, rigenerandosi in altri esseri, cerca di farsi immortale. Da ciò si deduce anche l’avversione di Platone per l’amore omosessuale. Ne troviamo riscontro in alcuni passi poco conosciuti:

«- E l’amore veramente giusto non è quello che con moderazione ed equilibrio ha una naturale attrazione per ciò che è armonioso e bello? – Certamente, ammise. – Sicché all’onesto amore non si dovrà aggiungere alcun elemento di follia, né qualcosa che abbia a che fare con l’intemperanza. – Allora non si dovrà aggiungergli questo piacere: di esso, insomma, non dovranno avere parte l’amante e l’amato che siano oggetto e soggetto di questo amore buono. – E lui: no per Zeus, caro Socrate, una tale aggiunta non s’ha da fare. – E così mi pare ovvio che nello Stato che andiamo istituendo tu istituirai per legge che all’amante sia bensì lecito trattare con effusione d’affetto e accarezzare il fanciullo che ama come un figlio, in grazia di sentimenti elevati, e previo il suo consenso; ma che, per il resto, egli debba frequentare l’oggetto del suo amore in modo da non dare l’impressione di volere spingersi oltre nel rapporto; in caso contrario offrirebbe il destro all’accusa di scarsa sensibilità e rozzezza». (Repubblica, III 403 a-c)

Mentre in due passi, nel Fedro e nelle Leggi, Platone si spinge ad affermare che la sessualità omofila è contro natura:

«Chi non è di recente iniziato, o è già corrotto, non si innalza prontamente di qui a lassù, versola Bellezzain sé, quando contempla ciò che quaggiù porta lo stesso nome. Di conseguenza, guardandola, non la onora, ma, dandosi al piacere come un quadrupede che cerca solo di montare e generare figli, e, abbandonandosi a eccessi, non prova timore e non si vergogna nel correre dietro a un piacere contro natura» (Fedro, 250e-251a).

«Da un lato avremo, dunque, chi è amante del corpo ed è affamato dalla sua fiorente giovinezza come di un frutto di stagione; costui si farà forza per saziarsene senza dare alcun valore allo stato d’animo dell’amato. Dall’altro lato avremo, invece, chi non dà soverchio valore alla brama del corpo e per questo, pur ammirandolo, piuttosto che amandolo, con la sua anima desidera sinceramente un’altra anima, così da ritenere un mero atto di violenza il godimento che segue al rapporto fra due corpi, e, invece, così da onorare e insieme rispettare la temperanza, il coraggio, la magnanimità e l’assennatezza, tanto che il suo ideale sarebbe quello di vivere sempre in castità con un amico casto». (Leggi, VIII 837 c-d)

Inoltre, il riferimento esplicito al giusto amore, alla temperanza ed al rapporto casto non fa che confermare la spinta anagogica insita nell’amore platonico; infatti, la stessa tendenza si realizza anche nella dimensione spirituale dell’anima, in quanto è proprio il Bello, suscitatore dell’Eros, che fa generare all’anima le sue migliori virtù e le sue opere più grandi. Quindi, Eros, nella dimensione del Bello e pur senza mai rifiutare l’amore fisico, cerca di salire sempre più in alto, percorrendo come una scala che lo conduce al vertice del Bello assoluto.

Possiamo cogliere questo concetto (ed ulteriore riprova del rifiuto dell’amore omoerotico da parte di Socrate) in estrema sintesi nelle parole di Socrate nelle pagine finali del Simposio, fra le più toccanti della letteratura mondiale, la bellezza fisica e quella spirituale sono su piani incomunicabili ed è impossibile un paragone, scambiarle sarebbe come “scambiare armi di bronzo con armi d’oro”, come maldestramente vorrebbe fare Alcibiade: «E Socrate, dopo che mi ebbe ascoltato, con molta della sua ironia e com’è solito, rispose: “Caro Alcibiade, si dà il caso che tu sia veramente un uomo non da poco, se ciò che dici di me è proprio vero, e se in me c’è una forza per la quale potresti diventare migliore. Tu vedresti in me una bellezza straordinaria, molto diversa dalla tua avvenenza fisica. E se, contemplandola, cerchi di averne parte con me, e di scambiare bellezza con bellezza, pensi di trarre non poco vantaggio ai miei danni: in cambio dell’apparenza del bello, tu cerchi di guadagnarti la verità del bello, e veramente pensi di scambiare armi d’oro con armi di bronzo» (Simposio, 217e-219a

Lo Jaeger giustamente rileva: «Per il modo di sentire greco è proprio il colmo del paradosso che il giovinetto [Alcibiade] bellissimo, oggetto dell’ammirazione di tutti, si metta ad amare quell’uomo di grottesca bruttezza [Socrate]; ma si esprime potentemente nel discorso di Alcibiade il nuovo senso, proclamato nel Simposio, per il valore della bellezza interiore, quando egli paragona Socrate con le statuette dei Sileni che gli scultori tengono nelle loro botteghe, che quando uno le apre, sono piene di belle immagini di dèi»  (W. Jaeger, Paideia, cit., Vol. II, p. 235-236).

L’altro autore citato ad esempio è Eschine, famoso politico ed oratore ateniese del IV secolo avanti Cristo, il quale – continua il grecista – “nell’orazione Contro Timarco scrive che ad Atene era vietato aprire scuole e palestre col buio affinchè i ragazzi fossero sempre sorvegliati; e che, anche se col consenso del familiare, era vietato dare un giovane a un amante omosessuale per ottenerne in cambio denaro o altri benefici. Eschine scrive che era addirittura vietato agli adulti essere apertamente omosessuali praticanti. È interessante notare che gli omosessuali erano chiamati con un appellativo decisamente forte: cinedi (kinaidos al singolare), etimologicamente “colui che smuove la vergogna” o, per altri, e in un senso ancor più realistico, “le vergogne”.

Dunque, per i classici l’amore lecito e normalmente diffuso era quello eterosessuale ed il matrimonio era scontatamente fra un uomo ed una donna, poi il Cristianesimo lo renderà indissolubile, prima non lo è nemmeno per gli ebrei – famoso il rimbrotto di Gesù: “Per la durezza dei vostri cuori…” (Mt, 19:8-18) – ed il suo fine è la procreazione. Per questo discorso “ci aiuta molto l’Economico di Senofonte. Come per il cattolicesimo, anche per la Grecia classica il fine principale del matrimonio era la procreazione. L’ateniese del IV secolo avanti Cristo considerava i figli “una grazia di Dio”. Sempre da Senofonte sappiamo che l’altro fine del matrimonio era l’educazione della prole. Per cui quanto a scopi principali siamo perfettamente in linea con quanto insegna la dottrina cattolica nella Gaudium et Spes. Non solo, nel matrimonio greco c’è anche la meta della castità coniugale. Oltre che in Senofonte, la sophrosyne, un concetto assolutamente analogo a quello di castità, lo troviamo in Plutarco e in autori come Cantone d’Afrodisia.

La virtù dei filosofi greci è la conoscenza del bene (e il Bene), che si rivela poi nell’applicazione della giusta misura nella pratica di vita, ergo anche nella castità matrimoniale. Per certi versi si può trovare nell’indissolubilità, elemento che il cristianesimo ha portato a pienezza e purificato.

”Eppure – conclude Colafemmina – anche su questo tema quello che solitamente non si legge è che il rapporto monogamico è in qualche modo insito nella cultura greca. Basterebbe leggere l’Andromaca (vv. 11-179), in cui Euripide si lancia in un nobilissimo elogio della fedeltà monogamica, come del resto fa anche nell’Alcesti”. Inoltre, per finire, “I Precetti coniugali (Gamikà Paranghélmate) sono una lettura strabiliante se pensiamo che provengono da una fonte pagana. Furono composti da Plutarco in occasione del matrimonio di due suoi allievi, Polliano ed Euridice, nel I secolo dopo Cristo. È un’opera agile e godibilissima, un trattatello sulla vita coniugale ricco di massime, amorevoli consigli pratici e racconti esemplari, quasi un libro sapienziale se non fosse per l’allegria che lo pervade. Un’opera che personalmente farei leggere nei corsi prematrimoniali, spesso così scialbi. Di certo i Precetti coniugali rappresentano bene quella che era l’etica matrimoniale per gli antichi greci, nutrita da valori saldi, da rapporti fondamentalmente monogamici propri di una solida civiltà contadina, valori poi trasferitisi nella società cristiana e nobilitati dalla sua etica. Non è certo un caso se l’opera plutarchea sarà poi ripresa da autori cristiani come Ugo da San Vittore (De amore sponsi ad sponsam) e san Girolamo (Adversus lovinianum)”.

Lo scopo di questo saggio, a detta dello stesso autore, “in realtà è un augurio. Che una sintesi alta tra una ritrovata morale ellenica e l’etica cattolica possa offrire uno specchio in cui riflettere l’eredità inestimabile che abbiamo ricevuto dal mondo classico. E in cui vedere anche il rischio che comporta l’incamminarsi a passo svelto nella direzione opposta, quella del baratro”.

Matteo Donadoni

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37 commenti a Il matrimonio omosessuale condannato nella Grecia classica

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  1. Pino ha detto

    come si può rilevare nell’articolo l’omosessualità viene definita anche dagli antichi greci contro natura. E questo per un motivo semplicissimo, è contraria all’ordine morale naturale che ogni uomo comprende indipendentemente dalle proprie convinzioni religiose o filosofiche. L’uomo, anche quello primitivo, comprende che nella natura c’è non solo un ordine fisico ma anche uno morale. Il negare o ribaltare questa semplice verità, come fa la moderna ideologia omosessualista, è semplicemente demenziale.

    • Marco Comandè ha detto in risposta a Pino

      Lasciamo stare la vecchia propaganda clericale che fu usata per combattere il paganesimo romano e che viene di tanto in tanto rispolverata durante l’ora di religione e di storia (io lo ricordo personalmente).
      Lasciamo stare che durante l’impero romano, ma anche da certe interpretazioni religiose (senza distinzioni fino al pre-cristianesimo occidentale e oltre in Oriente), si evince che non è il rapporto omosessuale a essere spregiativo, bensì una determinata situazione omosessuale. (Per chi non lo sapesse, la virilità romana si esprimeva con tutti indipendentemente maschi e femmine, mentre invece era disprezzato il romano che subisse la violenza anale perchè si metteva quasi prono davanti al nemico in senso simbolico!
      Ma l’aspetto più curioso della presa di posizione manichea buoni eterosessuali / cattivi omosessuali, sta nell’elogiare quel Platone che, non vedendo aldilà delle città greche, considerò spregevole la sovrappopolazione! Nella Repubblicà teorizzò i cd. “giochi dell’amore” in determinati periodi dell’anno (negli altri mesi era obbligatoria l’astinenza sessuale). La famiglia, per Platone, detonava l’egoismo perchè l’individuo vincolato da legami di parentela non sarebbe stato disposto a sacrificarsi per qualcosa di superiore (lo Stato), quindi non poteva essere ammesso il matrimonio nè la libera scelta del partner e dei geni da trasmettere alla prole. Ecco allora che per scegliere i futuri cittadini i giochi dell’amore erano l’ideale: competizioni sportive in cui i migliori (e quindi con i geni migliori) ottenevano come premio un/una compagno/a (sempre all’interno della casta dei vincitori), con cui unirsi carnalmente per generare una prole dai geni migliori. Una prole, beninteso, limitata per non incorrere nella sovrappopolazione. E la cosa oggi lascia perplessi, visto che stiamo per arrivare a nove miliardi in un mondo sempre più globale! Per non dover criticare troppo duramente un grande filosofo, si può attualizzare il suo pensiero dicendo che la popolazione di oggi vive in un contesto urbano in cui quindi vale il principio della città-stato greca.
      Cosa voglio dire con questo? Che non si può schematizzare il mondo prendendo a pretesto qualunque cosa pur di definire cattivi gli omosessuali! Si prende a prestito pure la natura, quando è notorio che molte specie sono ermafrodite! Il cavalluccio marino, al momento della copula, cerca di sopraffarre il compagno ermafrodita facendo il maschio senza subire la penetrazione brutale dell’altro perchè lo danneggia.

      • Pino ha detto in risposta a Marco Comandè

        ecco che emergono sempre considerazioni senza senso che denotano ignoranza della materia. L’omosessualità animale non ha nulla a che vedere con quella umana e viene portata sempre ad esempio da chi vuol far credere che in natura l’omosessualità è cosa “naturale”. Vediamo di capire cosa è l’omosessualità animale.

        Comportamenti di tipo omosessuale negli animali

        PREMESSA FONDAMENTALE
        Un errore, nel quale s’incorre spesso, sta nel ritenere di poter confrontare il comportamento umano con quello puramente animale, come se si trattasse di realtà omogenee.
        Per esempio, se fra gli animali si verificano atti d’inaudita ferocia, come l’uccisione dei propri piccoli, degl’individui più deboli o del partner dopo l’accoppiamento, ciò non significa che gli uomini debbano regolare la propria vita con le stesse modalità degli esseri viventi non dotati di autocoscienza e di ragione. Le leggi con cui vanno regolati i comportamenti umani sono di natura diversa e vanno cercate là dove sono scritte, cioè nella natura umana.

        DA PUNTO DI VISTA ETOLOGICO BISOGNA DISTINGUERE GLI ANIMALI CON SCARSO DIMORFISMO SESSUALE DAI MAMMIFERI ( CON ELEVATO GRADO DI SPECIALIZZAZIONE E DI DIMORFISMO SESSUALE )

        Gli atti di tipo omosessuale che, in casi particolari, possono verificarsi fra gli animali CON SCARSO DIMORFISMO SESSUALE (cioè all’interno dei quali esistono sì due tipi differenti per morfologia, fisiologia o comportamento, ma questa differenza è MOLTO ridotta ) sono ancora di difficile interpretazione e gli studi in materia sono soltanto agl’inizi.
        Infatti, non bisogna dimenticare che certi meccanismi comportamentali animali non sono sempre finalizzati alla sopravvivenza dell’individuo o della specie, ma possono manifestare patologie e devianze da eccesso o da carenza di funzione, le quali portano anche a squilibri distruttivi .
        UNO dei compiti dell’etologia, INFATTI, consiste nel distinguere fra comportamento proprio di una specie, finalizzato alla sua sopravvivenza, e comportamento deviante.

        Nelle specie che hanno uno SCARSO DIMORFISMO SESSUALE — è stato dimostrato che esiste l’INCAPACITA’ di riconoscere il sesso del partner e questo induce ad approcci e a corteggiamenti di tipo omosessuale e porta i maschi a montare altri individui dello stesso sesso con manifeste intenzioni copulatorie.
        Per ESEMPIO, fra le oche i sessi non presentano grandi differenze esterne; così si può dare un legame fra due maschi che si comportano come una coppia, ma con una particolarità: a ogni primavera essi provano ad accoppiarsi, ma entrambi RIFIUTANO di essere montati; dice il padre dell’etologia, Lorenz, che è come se ognuna delle oche maschio dicesse del suo partner: “ amo molto mia moglie ma, purtroppo, è completamente frigida”.
        In molti uccelli e pesci, specie che non HANNO GRANDI DIFFERENZE fra i due sessi, l’ESSERE DOMINANTE — dice Lorenz, fondatore dell’etologia, la disciplina biologica che studia le abitudini e i costumi degli animali e l’adattamento delle piante all’ambiente — REPRIME, fino al limite della soppressione, la sessualità femminile e l’ESSERE DOMINATO REPRIME la sessualità maschile: non bisogna dimenticare che per gli animali l’essenza della femminilità consiste nell’essere sottomesso, cioè “MESSO SOTTO” in senso propriamente fisico.
        Il comportamento sessuale animale è determinato anche dalle fasi dell’imprinting, cioè della formazione comportamentale, e le esperienze dell’imprinting possono essere “errate”: per esempio, alcuni uccelli, allevati fin da piccoli da esseri umani, tentano in continuazione l’accoppiamento con essi anche a dispetto d’intervenute convivenze con altri individui della loro stessa specie.

        Chiarita l’omosessualità animale non vedo nel suo commento nulla che contraddica la mia affermazione secondo la quale i greci consideravano l’omosessualità contro natura.

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Marco Comandè

        Oltre a quello che fa giustamente notare Pino, incorri in un evidente errore dovuto a crassa ignoranza: quando si parla di “contro-natura” ci si riferisce alla legge naturale, cioè alla morale derivabile dalla natura umana, non dalla “natura animale” in genere. E questa nozione di legge naturale non va nemmeno confusa con il semplice livello bio-fisiologico, poiché parte essenziale e preminente della natura umana è la ragione, che è proprio lo strumento con cui si derivano i principi superiori del diritto naturale. Dunque anche, ammesso e non concesso, vi vosse evidente omosessualità nel regno degli animali bruti, ciò non implica che l’uomo proprio in virtù della propria ragione non ne comprenda con evidenza l’assurdità.

        Ma queste cose le sai già, perché continuiamo a ripeterle ogni volta. Cerca almeno di partecipare con maggiore fantasia, inventandoti nuove assurdità e non continuando con la solita minestra riscaldata… Sembra più un mantra che utilizzate per una sorta di auto-convincimento ipnotico.

        • Pino ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

          osservazione perfetta, ma i personaggi come Comandè evidentemente non riescono a comprendere che solo l’uomo è dotato di ragione mentre gli animali hanno solo l’istinto. A dir la verità, essendo proprietario di un cane a volte mi sorge il dubbio, leggendo certe uscite. Nel mio commento, per non scrivere troppo, non ho incluso l’omosessualità, o presunta tale, dei mammiferi per la quale esistono chiare spiegazioni scientifiche che la differenziano da quella umana.

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Pino

            @Pino
            Ho letto i suoi commenti con interesse ;
            Vorrei chiederle, se se la sente (premesso conosca bene l’etologia)
            se ritiene che l’omosessualità animale esiste « realmente » ; se è stata accertata da persone competenti (etologi/sessologi/zoologi), con eventuali referenze. Da quello che ho potuto capire da etologi (studiosi e docenti universitari belgi, francesi, canadesi e USA) gli studi relativi a questa branca non sono molto convincenti e (stranamente) contradditori !
            Lei cosa ne pensa ?
            PS : La risposta puo’ ovviamente essere commentata da qualsiasi persona competente che lo desidera. Grazie

            • enrico ha detto in risposta a alessandro pendesini

              @ alessandro pendesini

              Lei chiede costantemente referenze.

              Vorrei prima capire se lei ha compreso che il suo esempio del “100% vantaggiosa” è privo di senso.
              Poichè lei dovrebbe spiegare perchè per una persona una scelta è vantaggiosa mentre per un altro lo è una opposta.

              • alessandro pendesini ha detto in risposta a enrico

                @Enrico
                Volevo rispondere questo pomeriggio ma il blog era chiuso, purtroppo ! Comunque ecco la mia risposta :
                Quando scopriamo che una decisione è stata determinata da una disfunzione ormonale, una disposizione genetica, un’influenza sociale o culturale, questa idea diventa molto difficile da difendere con la pretesa convinzione che noi abbiamo la capacità di decidere liberamente delle nostre azioni ! E’ di certo scontato che una decisione implica una riflessione, ma porta già in sè, integrando gli elementi del passato, l’atto sul quale sfocia. In altre parole siamo determinati a fare quello che noi facciamo, anche quando noi crediamo sciegliere liberamente, pur non essendo costretti o forzati.

                • Antonio72 ha detto in risposta a alessandro pendesini

                  Mettiamo che sia vero. Come fa a provarlo? E’ naturale che Antonio decide in quanto condizionato dal fatto di essere Antonio ed Alessandro condizionato dal fatto di essere Alessandro. Ma se Antonio ed Alessandro hanno, come dice Lei, l’illusione di scegliere liberamente, significa allora che sono ignoranti proprio di se stessi, e scambiano la propria ignoranza con una presunta libertà.
                  E allora sarebbe curioso sapere come possa qualcun’altro, dottore scienziato o supercomputer, conoscere intimamente meglio di Antonio, Antonio, e meglio di Alessandro, Alessandro.
                  Mettiamo che esista un tale genietto e che mi dica esattamente quello che sceglierò a breve: per esempio cosa farò dopodomani, avendo analizzato tutte le variabili del caso, ambientali, psicologiche e altro. E mi dica: guarda è certo che farai così e così! Ma dopo che me l’avrà detto, siccome sono un tipetto abbastanza dispettoso, non farò mai così e così, come aveva previsto l’antipatico genietto, ma così e cosà!

            • enrico ha detto in risposta a alessandro pendesini

              enrico ha detto in risposta a alessandro pendesini
              23 novembre 2012 alle 23:30

              @ alessandro pendesini

              Con il dovuto rispetto..ma pazienza che comincia a scarseggiare

              Come uno stabilisce cosa sia gratificante per se?
              Come nel corso di una vita si possono variare le proprie posizioni in merito alla medesima tematica?

              Lei con questo intervento si rende conto che non spiega niente?

              • alessandro pendesini ha detto in risposta a enrico

                @Enrico
                Ma anche :
                La nostra « libertà » esiste, consiste nella stima del rischio ; è quello che facciamo periodicamente. Infatti noi siamo in una situazione continua che consiste a pianificare come massimizzare il guadagno e minimizzare le perdite ! Per cui la persona non puo’ fare cio’ che vuole, ma puo’ decidere solamente di qualcosa conforme al valore che predomina al momento della presa di decisione cosciente.
                Va aggiunto che decidere vuole anche dire inibire, e cioé non sciegliere fra diverse soluzioni, ma bensi riuscire a bloccare (inibire) i comportamenti non desiderati.
                Ricapitolando : entro due azioni possibili, l’animale o l’uomo, scieglie spontaneamente quella che lo ricompensa maggiormente, cioé quella che provoca la più forte attivazione dei circuiti di ricompensa il 100% delle volte (salvo in caso di patologie neuronali).
                Sperando di averla soddisfatta ! Buona notte

                • Antonio72 ha detto in risposta a alessandro pendesini

                  Bè, allora non si capisce quale ricompensa al 100% possa pretendere da queste parti. Salvo il caso di patologia neurale, è ovvio.
                  Se qui riesce ad ottenere il 50% di soddisfazione, all’uaar le sue quotazioni salgono di certo al 70-80%. In definitiva, secondo la teoria meccanica della ricompensa, com’è possibile che bazzichi ancora in questi tristi lidi, come l’orso al miele?

                  PS
                  Non che mi dispiaccia la sua presenza qui: i miei circuiti d’attivazione della ricompensa salgono a mille quando ho il piacere di scambiare due chiacchere con lei.

                • enrico ha detto in risposta a alessandro pendesini

                  @ alessandro pendesini

                  I suoi ragionamenti sono piuttosto particolari.

                  Poichè lei non spiega perchè per una persona i valori predominanti possano essere, per esempio, comprare il rolex oppure comprare l’orologio che è una sottomarca e destinare la rimanenza, per esempio, ad aiutare qualcuno in difficolta.
                  O comprare nessun orologio perchè lo considera vanità.
                  Probabile che in tutti i casi si attivino i circuiti di ricompensa, ma questo non spiega affatto perchè, pur nel medesimo luogo e periodo, due persone abbiano valori predominanti diversi.
                  Semplificare con condizionamenti culturali o sociali è solo un tentativo di voler difendere la sua posizione, Pendesini, oltre l’evidenza dei fatti, fatti che dimostrano che non tutte le persone, in quella situazione, compiono la medesima scelta.
                  Pur vivendo nel medesimo ambiente.

                  Lei sembra confondere le conseguenze (circuito di ricompensa) con le cause (scelte fondamentali dell’individuo).

                  • alessandro pendesini ha detto in risposta a enrico

                    …”lei sembra confondere le conseguenze (circuito di ricompensa) con le cause (scelte fondamentali dell’individuo »….
                    @Enrico
                    No ! Le scelte fondamentali dell’individuo NON POSSONO ESSERE
                    DISSOCIATE DAI CIRCUITI DI RICOMPENSA ! L’uomo scieglie sempre quello che lui ritiene il meglio ; e se a volte capita che preferisce un orologio scadente ad un Rolex, non cambia niente : significa semplicemente (ad esempio) che la modestia, l’umiltà la carita ecc…sono (emozionalmente) più gratificanti per lui che un Rolex o una Ferrari. La speranza del paradiso puo’ essere molto più importante per un credente convinto, di qualsiasi altra cosa ! ma questa rimane comunque una scielta (come qualsiasi altre) di tipo determinista.
                    NB. La sensazione che noi chiamiamo volontà non è la causa di un atto volontario, ma il simbolo (configurazione neuro-sinaptica) dello stato del cervello, che è la causa immediata di tale atto.
                    In qualsiasi momento, l’uomo non può voler altro che sciegliere -il valore- o valori più alti, cioè quelli correlati ad una massima ricompensa, e se questi valori gli impongono di ignorare la morale, lui l’ignorerà !
                    P.S.: I moduli corticali (neocortex) che rendono possibile la cognizione e/o razionalità umana, REGNANO MA NON GOVERNANO ! E’ il nostro INCONSCIO cognitivo (moduli limbici che dispongono di un più grande “spazio” operazionale rispetto al suo omologo cosciente), CHE DECIDE !!!…… Strano, molto strano, ma vero
                    Bien à vous

            • Pino ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Pendesini, mi scusi, ma lei ha letto la mia premessa?
              “PREMESSA FONDAMENTALE
              Un errore, nel quale s’incorre spesso, sta nel ritenere di poter confrontare il comportamento umano con quello puramente animale, come se si trattasse di realtà omogenee.
              Per esempio, se fra gli animali si verificano atti d’inaudita ferocia, come l’uccisione dei propri piccoli, degl’individui più deboli o del partner dopo l’accoppiamento, ciò non significa che gli uomini debbano regolare la propria vita con le stesse modalità degli esseri viventi non dotati di autocoscienza e di ragione. Le leggi con cui vanno regolati i comportamenti umani sono di natura diversa e vanno cercate là dove sono scritte, cioè nella natura umana.”

              Ammesso, e non concesso stando agli studi scientifici sull’omosessualità animale, che tale tipo di omosessualità esista, non ha nulla a che fare con quella umana, perchè l’uomo è dotato di ragione e quindi di libero arbitrio, l’animale no. Quindi tutti i discorsi per far passare l’omosessualità umana come “naturale” facendo riferimento a quella animale come gli omosessualisti sostengono, erroneamente, esista in natura, sono di tipo sofistico, ergo logicamente falsi.
              Completo con l’omosessualità nei mammiferi

              Qual è il significato degli atti di tipo omosessuale che si verificano nei mammiferi?

              L’etologo austriaco Irenäus Eibl-Eibesfeldt spiega che nei mammiferi, animali che presentano un elevato grado di specializzazione e di dimorfismo sessuale, l’atto di montare un individuo dello stesso sesso ha il significato di una minaccia d’aggressione o vuol essere un’affermazione di superiorità di rango.

              Fra i macachi, per esempio, tale azione ha anche il significato di accettazione di un ordine all’interno del gruppo, che serve a rafforzarne i vincoli. Il macaco superiore di rango è in genere il primo a montare (senza penerazione), ma spesso anche gl’individui di rango inferiore lo montano a loro volta: lo zoologo statunitense Carl Buckingham Koford paragona queste manifestazioni al saluto militare.
              La zoologa Isabella Lattes Coifmann spiega che, quando due babbuini maschi s’incontrano, si salutano voltando il posteriore al compagno: si tratta di un’offerta sessuale di tipo femminile con funzione di acquietare l’altro, d’ingraziarselo e di assicurarsi la sua protezione in caso di necessità ( rituale significativo che equivale alla nostra stretta di mano ).
              La stessa zoologa riferisce che i bonobo — detti anche scimpanzé nani — praticano accoppiamenti normali, incestuosi e omosessuali in tutte le circostanze della vita. Queste manifestazioni sono continue, ma rappresentano SOLO una strategia per bloccare l’aggressività altrui, per allentare le tensioni che si producono nel gruppo e per mantenere la coesione: infatti, i maschi giungono all’eiaculazione SOLO se hanno per partner una femmina sessualmente matura.

              Nei mammiferi NON ESISTE UNA VERA OMOSESSUALITA’ MA UNA PSEUDO OMOSESSUALITA’ che ha SOLO il significato d’imposizione del dominio e di affermazione di superiorità di rango, oppure può costituire un gesto di acquietamento e di saluto, di accettazione di un ordine all’interno del gruppo, che serve a rafforzarne i vincoli, una mani-fe-sta-zione destinata a bloccare l’aggressività altrui, un gesto di sottomissione.
              La ricerca negli animali dimostra che nei mammiferi non esiste una vera omosessualità ma forme di pseudo-omosessualità che hanno solo il significato di rituali di sottomissione o di dominio
              Per quanto riguarda invece gli atti omosessuali esclusivi, questi sono risultati di errore di imprinting (cfr Eibesfeldt ) oppure sono risultati di esperienze precoci errate in fasi salienti dell’ontogenesi ( cfr Mainardi ): essi portano all’estinzione degli individui di una specie.

      • Klaus ha detto in risposta a Marco Comandè

        Oltre alle giuste osservazioni di Pino e di A-theos, sbagli quando parli di equazione buoni=eterosessuali,cattivi=omosessuali. Qui si discute di accettabilità o meno del comportamento omosessuale, non di cattiveria di chi ha inclinazioni omosessuali. Ciascun uomo è buono e cattivo allo stesso tempo, in quanto creato da Dio e contaminato dal peccato. Un omosessuale non è più o meno cattivo di un altro peccatore e peccatori lo siamo tutti (tranne Gesù e Maria). Il male dell’atteggiamento ideologico omosessualista sta nel voler porre la relazione omosessuale sullo stesso piano (o persino superiore, come appare da qualche post) di quella eterosessuale, il che tende a danneggiare prima di tutto chi ha tendenze omosessuali (molti certamente, perché tutti siamo continuamente soggetti alla tentazione), impedendogli di rendersi conto che si tratta di istinti sbagliati in quanto contrari alla reale finalità della sessualità.

  2. Luca ha detto

    Ma quale ideologia omosessualista! Siete da curare…voi…che cercate di giustificare in tutti i modi il vostro diniego alla concessione di diritti fondamentali nella speranza di debellare il “problema omosessuale”. Il rapporto omosessuale nell’antica grecia era considerato superiore proprio per il fatto che non vi fossero implicazioni di prosecuzione della specie! Solo ed esclusivamente AMORE! Quello che probabilmente non conoscerete mai…omosessuali con paura di esserlo…ecco cosa siete voi…il futuro vi sbatterà la porta in faccia! il cammino è iniziato! VIVA GLI OMOSESSUALI E TUTTI COLORO CHE NON HANNO PAURA A VIVERE LA PROPRIA VITA!

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Luca

      1) Viva gli omosessuali e la loro libertà di esserlo, nessuno dice il contrario. 🙂

      2) Nessuno ha intenzione di debellare il “problema omosessuale”, anzi lo stai facendo tu sostenendo le nozze gay secondo la tesi apparsa si “Scientific American”: http://blogs.scientificamerican.com/bering-in-mind/2011/08/01/the-end-of-gays-gay-marriage-and-the-decline-of-the-homosexual-population/

      3) Mi incuriosisce questa tua affermazione: “Solo ed esclusivamente AMORE!”. Ma anche gli incestuosi chiedono il riconoscimento legale dell’incesto dicendo: “Solo ed esclusivamente AMORE!”, lo stesso anche i poligamici e perfino i pederasti con ragazzi consenzienti. Perché dunque secondo te gli omosessuali si e loro no?

      4) Simpatica questa frase: “il futuro vi sbatterà la porta in faccia! il cammino è iniziato!”. Ricordati che noi abbiamo questa posizione per il vostro bene e il bene della società, se il futuro “ci sbatterà la porta in faccia” allora pazienza, noi per lo meno abbiamo cercato di avvertirvi e continuiamo a vivere felicemente la nostra vita. Questa frase è già stata rivolta alla Chiesa dai promotori dell’eugenetica pochi anni fa, quando era diffusa in tutta l’Europa civilizzata…oggi tocca dirlo agli omosessualisti. La storia si ripete evidentemente 🙂

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Paolo Viti

        Ma proprio per niente: io dico il contrario. Abbasso chi eleva il proprio problema ad ideologia, favorendo una deriva morale e il plagio delle coscienze, oltre all’intolleranza che arriverà presto a mettere in galera tutti coloro che oseranno non aderire “spontaneamente” (come in tutti i regimi dittatoriali) ai dogmi dell’omosessualismo.

    • edoardo ha detto in risposta a Luca

      “…AMORE! Quello che probabilmente non conoscerete mai…”

      Senti, bello: sarebbe opprtuno che tu parli per te limitatamente alle tue esperienze DIRETTE e le tue conoscenze DIRETTE, e non ti atteggi a profondo conoscitore del cervello degli altri.
      Io sarei curioso di sapere come cavolo ti pemetti di giudicare se uno ama o meno in un rapporto di coppia di cui sei totalmente estraneo.
      Io sto insieme a mia moglie dal 1983.
      Io e lei abbiamo messo al mondo quattro figli, due più grandi, entrambi fidanzati, e due minori.
      E io dovrei tollerare uno che spiattella lì che “l’amore probabilmente che non conoscerete mai” ….ma ti rendi conto che razza di sproloqui ti escono dalla cloaca?
      Queste son le cose che mi mandano in bestia.
      Ti fai un mazzo così per tenere insieme una famiglia e tirare su i figli con un’infinità di sacrifici, e uno come te….GGGGRRRRRRRRRRR!!!!!!!!!!!!!!
      Secondo filo scoperto toccato: ” ……omosessuali con paura di esserlo…”….CHE CAZZO NE SAI TE SE IO SONO FROCIO O BISEX O TROMBO CON LA MOGLIE E BASTA, FEMMINA BIOLOGICAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
      E’ da una vita che io e mia moglie ci facciamo un mazzo così e sacrifici a non finire per tirare su una famiglia e tentare di dare ai figli uno straccio di futuro, e veniamo trattati come carne da tasse dallo stato e come feccia da questi …..guarda, chiudo qua perchè l’evoluzione della specia mi fa diventare meno uomo e più lupo. E famelico pure.

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a edoardo

        Ti capisco perfettamente, anche perché se c’è qualcuno che deve stare proprio completamente zitto sul fatto di avere paura, è chi ha paura della vera diversità, costituita dall’altro sesso. Questi poveretti così ripiegati su se stessi da illudersi di trovare la felicità in una propria fotocopia di genere…

    • domenico ha detto in risposta a Luca

      “Il rapporto omosessuale nell’antica grecia era considerato superiore proprio per il fatto che non vi fossero implicazioni di prosecuzione della specie! Solo ed esclusivamente AMORE! ”

      no.
      Il rapporto omosessuale nell’antica Grecia era considerato superiore perchè non coinvolgeva quegli esseri inferiori che erano considerate le donne.
      E passo sopra il fatto che quei rapporti omosessuali di ‘solo amore’ erano fatti con dodicenni spesso schiavi o prostituti sul cui ‘consenso’ si può altamente dubitare.

    • Pino ha detto in risposta a Luca

      mi sembri un pochino agitato, come mai? Nessuno ti nega di fare quello che vuoi, il problema non è questo. Non capisco il tono ci certe reazioni che denotano scarso equilibrio al limite del fanatismo. Vorresti per caso la benedizione papale al comportamento omosessuale?

    • Ivanom ha detto in risposta a Luca

      Mi ricordi tanto Veronesi quando disse che “il solo amore omosessuale è quello puro” 🙁 Quindi io sono condannato a NON amare in quanto etero ?

    • lorenzo ha detto in risposta a Luca

      Il rapporto omosessuale nell’antica grecia era considerato superiore? “lakkoproktos, katapygon, euryproktos”: come preferisci essere definito?

    • Daphnos ha detto in risposta a Luca

      Vi chiedo scusa, ma non ho saputo resistere e ho messo pollice su 🙂 ! Sono contento di leggere ancora certi commenti, spesso l’aria da queste parti è troppo seria.

  3. Max ha detto

    Anche Aristotele, se non ricordo male, affermava che il matrimonio naturalmente e’ solo tra uomo e donna. C’e’ qualche classicista che ricorda il passo?

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Max

      “Ora poiché alcune cose sono piacevoli per natura, e di queste alcune lo sono in senso assoluto, altre a seconda dei tipi sia degli animali sia degli uomini, mentra altre cose non lo sono, ma lo diventano o per difetti di crescita o per abitudini acquisite, altre ancora per depravazione della natura, è possibile vedere anche di ciascun tipo di queste le disposizioni corrispondenti. Intendo per disposizioni bestiali, per esempio [sorvolo sugli esempi, n.d.r.]. questi sono comportamenti bestiali; ma certi sono provocati da malattia […], altri sono stati morbosi derivati da un’abitudine, come, per esempio, lo strapparsi i capelli e il mangiare le unghie, e anche carbone e terra; ED INOLTRE, FARE ALL’AMORE TRA MASCHI: ad alcuni questo succede per natura, ad altri in forza di un’abitudine, come a quelli che sono stati violentati da bambini” (Aristotele, Etica nicomachea, 1148b 15-30).

      Come si vede la condanna di Aristotele è senza appello: infatti, anche nel caso in cui il “fare all’amore tra maschi” dipenda da difetto di natura (possibilità che lo Stagirita non negava), pur tuttavia egli condanna l’atto come “perverso”
      (per il semplice fatto che ciò è un’evidenza lapalissiana, per chiunque abbia solo l’onestà di guardare le cose per quello che sono).

      • matteo donadoni ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Grazie questo completa il discorso.

      • Antonio72 ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Ma se la perversione è un’attitudine umana causata dalla corruzione consapevole della morale, allora non può succedere per natura, perchè le leggi di natura non hanno niente a che vedere con la moralità, né con la consapevolezza. Altrimenti si dovrebbe incolpare la bestia che uccide i cuccioli della compagna per predisporla all’accoppiamento, come l’uomo che si mette a torturare ed uccidere gattini o altri cuccioli. Cosa non possibile visto che può essere considerato un’odiosa perversione solo l’ultimo comportamento, cioè quello umano. E’ lo stesso errore nel quale incorse Darwin quando osservò il comportamento di quella vespa che deponeva le uova entro la carne viva di un bruco dopo averlo paralizzato con il suo pungiglione. Darwin ne rimase sconvolto perchè non poteva credere che un comportamento così malvagio ed immorale potesse essere consentito da Dio.
        Se quindi l’omosessualità è inscritta nelle leggi di natura, anche quella umana biologica, non può evidentemente trattarsi di perversione. Non più della sessualità delle coppie eterosessuali ridotta alla soddisfazione del puro piacere sensuale o peggio ad esercizio fisico. Il problema del sesso all’interno del matrimonio fu trattato dal grande romanziere russo Tolstoj (il quale si autodefinì nel suo diaro un “vecchio libidinoso”) ne La Sonata a Kreutzer, e sappiamo quale sia la soluzione proposta: la castità. Evidentemente l’ideale della castità non vale solo per le coppie omosessuali, salvo il fine procreativo delle coppie sposate, per ragioni ovvie di continuità della specie. Se viceversa alla sessualità si riconosce un importante ruolo nella vita affettiva di coppia (purché l’ultima non asserva la prima, come potè constatare amaramente Tolstoj nella società russa a lui contemporanea), allora deve valere anche per le coppie omosessuali.

  4. Dolan ha detto

    I cattolici hanno ben ragione a considerare contrario alla natura stessa ogni tipo di pulsione e sentimento omosessuale: di fronte a tanta peccaminosità, se fossi omosessuale molto probabilmente mi impiccherei! Vergognatevi

    • Giancarlo ha detto in risposta a Dolan

      Guarda bello che i giovani omosessuali hanno davvero una marcata tendenza al suicidio, ma non perchè hanno paura del peccato, ma semplicemente perchè capiscono che la condizione omosessuale è una condizione tragica che nega alla persona la realizzazione del più profondo e radicato desiderio comune a tutti: quello di sposarsi ed avere dei figli contribuendo personalmente alla creazione del mondo ed a scrivere un paragrafo della storia dell’umanità.

    • lorenzo ha detto in risposta a Dolan

      E se invece fossero proprio coloro che affermano che l’omosessualità è una cosa naturale che spingono coloro che hanno pulsioni contro natura a suicidarsi? Non è forse la teoria dell’evoluzione ad ipotizzare che la natura elimina gli elementi inadatti alla perpetuazione della specie? L’omosessualità è contro natura e la natura, purtroppo, non perdona.

    • Max ha detto in risposta a Dolan

      Ora non esageriamo per favore. Se uno ha attrazioni per lo stesso sesso non e’ certo colpa sua.
      Dio ci ama per quelli che siamo, etero, omo o quant’altro, e se qualcuno e’ crisi perche’ si sente omosessuale va accettato ed amato, forse anche piu’ degli altri perche’ vive una situazione difficile.
      Tra l’altro, l’affetto verso una persona dello stesso sesso fa sempre parte del “voler bene” qualcun altro, quindi merita rispetto; ci sono omosessuali cristiani che vivono tale affetto in castita’.

      • Leon ha detto in risposta a Max

        Certo ma quello che si stà sostenendo,infatti sono disordini sessuali,non è che cio rientra nella sfera omossesuali,ma anche nella sfera eterossessuali.

        Basta chiedere a uno psicologo o psichiatra decente di:

        Iperssesualità
        Pornodipendenza
        Pederastia

        Ecc Ecc

        Se questi sono disordini (sono eterossesuali o omossessuali) non possono non esserlo anche quelli omossessuali,e non necessariamente inficiano un concetto di natura.

        Uno l’ipersessualità è un comportamento non un gene.Questo deve essere chiaro,e senza discussione altrimenti bisognerebbe alla base dimostrare che la pluralità dei comportamenti umani è circoscritta al D.N.A il che è palesemente falso,non eticamente,ma scientificamente falso.

        Dunque:

        a)La LGBT dice il falso quando si congettura un gene,o un fenomeno materiale prestabilito che confonde disordini psicologici con disordini biologico/chimici.Scambiando un comportamente che risente della propria etica con un metodo scientifico.
        Fenomeni come la depressione sono determinatispesso dall’ambiente,non da una molecola di D.N.A prestabilità.Fenomeni come la pornodipendenza ugualmente.

        Delle due una o l’etica è circoscritta nel D.N.A quindi andiamo verso al determinismo,ma questa opinione è fallace perchè il progetto genoma umano ha dimostrato il contrario ineludibilmente e dunque si continua affermare che le condizioni sessuali qui intese come comportamenti,dono scientificamente tali,il che è falso o non si sa quello che si dice o (ancora peggio) si stà provando ideologizzazione la retorica si tentando di persuadere le persone che l’omosessualità sia una condizione:

        Naturale
        Imutabile

        Naturale anche i bambini di due anni sanno che non è così.

        Imutabile?E allora anche la pornodipendenza sarebbe immutabile perchè non è così?

        • Leon ha detto in risposta a Leon

          Oltretutto non so come si possa definire l’omossesualità se non una scelta sessuale.Ma mai come un fatto scientifico:

          La risposta perchè è cosi naturalmente è infondata.Affermarla equivale a mentire e a mentirsi.

          Se rispetto l’omossessule?

          Ovviamente ma lo rispetto perchè è omossessuale,no non lorispetto perchè è omossessuale,lo rispetto perchè è una persona.Che è completamente diverso dai discorsi ideologici.

          • Leon ha detto in risposta a Leon

            Per esempio la condizione omossessuale si ha prima ancora che qualcuno bombardi il suo corpo di ormoni femminili.Il che dimostra chiaramente che l’omossesualità precede qualsiasi condizione chimica e un fatto di volontà.Altrimenti tale condizione non sussisterebbe.Precede significa che tu puoi non avere sovraproduzione di ormoni feminili ma essere omossesuale.

            Ci sono mille modi per confutare dunque tale credenza e luogo comune propugnato dall’ideologia moderna.

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