Interessante studio sulla fede religiosa nel mondo

Pochi giorni fa il “National Opinion Research Center” dell’Università di Chicago ha pubblicato un importante studio sulle “credenze a proposito di Dio”. L’istituto è molto autorevole, anche se non specializzato in materia di religione. I dati emersi non sono certamente nuovi, ma elaborano dati già noti che vengono dall’“International Social Survey Programme” da tre precedenti versioni: 1991, 1998 e 2008. Riguardano inoltre un solo indicatore, cioè le credenze (“believing”), ma trascurando gli altri due: “belonging” (appartenenze, misurate principalmente dalla partecipazione ai riti religiosi) e “behaving” (comportamenti).

Le statistiche non hanno mai interessato i cattolici, essi sanno benissimo che la loro fede non dipende affatto dai numeri. Anzi, una chiesa con meno fedeli sarebbe magari facilitata a purificarsi, migliorando anche l’efficacia del suo messaggio. Ai laicisti furiosi, al contrario, queste pubblicazioni offrono uno stimolo di senso nella loro quotidianità, tanto che la più nota congregazione di atei in Italia, che si autodefinisce “confessione religiosa”, ha emesso addirittura un comunicato di festa (puntualmente ignorato). Vale la pena allora prendere in considerazione i risultati dello studio, verificando se questo momento di eccitazione appare essere giustificato: la prima cosa che si nota sono le conclusioni degli stessi ricercatori, i quali affermano che nei Paesi presi in considerazione c’è un lieve aumento di coloro che si dichiarano “non credenti”, e tuttavia questo aumento è talmente ridotto in numeri assoluti da rientrare nel margine dell’errore statistico. Inoltre, riporta Vito Mancuso su “Repubblica”, si rimane perplessi sulla selezione dei Paesi da analizzare: per il Sud america c’è solo il Cile, per l’Asia ci sono solo Giappone e Filippine, esclusa completaemente la Cina, l’India e tutti i paesi delle aree buddista e islamica, esclusa completamente l’Africa. Secondo Mancuso, «se lo studio avesse considerato l’andamento della fede su scala mondiale, le conclusioni sarebbero non dissimili da quelle di due giornalisti dell’Economist, Micklethwait e Wooldridge, uno cattolico e l’altro ateo, che nel 2009 pubblicarono a New York un volume la cui tesi è già nel titolo: “God is Back” (“Dio è tornato”)».

Alcuni dati appaiono interessanti. Occorre premettere che la ricerca, basata su indagini telefoniche (con tutti i problemi consueti che derivano da essa) suddivide gli atei in “forti” (veramente convinti) e “deboli” (lontani dalla religione ma con dubbi e domande). In Italia oltre il 50% dei giovani con meno di 28 anni ha un rapporto personale con Dio e la Chiesa è l’istituzione di cui ci si fida di più accanto alla scuola. Gli atei “forti” sono l’1,7%, e i “deboli” dal 5,9 al 7,4% a seconda di come i sociologi pongono loro le domande. In Russia, tra il 1998 e il 2008, in il numero di atei è sceso dell’11,8% con un aumento addirittura del 17,3% del numero dei credenti rispetto al 1991, mentre in Israele si assiste ad un forte aumento di credenti (più del 20%). Lo “scandalo pedofilia” ha invece, comprensibilmente, diminuito il numero di credenti in Irlanda, anche se gli atei sono aumentati solo del 3%. Nelle Filippine i credenti “forti” sono il 91,9% e gli atei “forti” lo 0,1%, in Cile abbiamo l’88% di credenti, negli Stati Uniti l‘81% e in Polonia l’80%. Fanalino di coda sono le regioni che ancora portano i segni del proselitismo ateo compiuto sotto la dittatura comunista (e indirettamente quella nazista), come nell’ex Germania Est: c’è un lieve aumento dei credenti, ma gli atei rimangono al 52,1%. Caso unico nel mondo.

Sempre secondo Mancuso, la perdita della fede in Dio durante il decennio 1998-2008 risulta più alta proprio nei paesi tradizionalmente cattolici, e per questo la Chiesa -secondo lui- dovrebbe abolire «la legge ecclesiastica e non biblica del celibato sacerdotale, aprendo al diaconato e al cardinalato femminile, rivedendo le leggi anacronistiche in tema di morale sessuale e di disciplina dei sacramenti». La risposta realista arriva da “Avvenire”, dove si spiega che la spiritualità cattolica, al contrario delle altre, è caratterizzata da un profondo e spesso sofferto “attaccamento alla realtà”, non trovano posto in essa «sentimenti religiosi fumosi, sospirosi, inoggettivabili». E’ quindi comprensibile che soffra maggiormente in un periodo storico poco incline all’oggettività e  maggiormente esposto alla debolezza del relativismo. Anche la soluzione auspicata da Mancuso è non realistalo vediamo nella crisi che ha sconvolto la comunità anglicana e protestante a causa di illecite aperture progressiste. Al contrario, si sono fortificate le comunità religiose che hanno evitato le modifiche auspicate da Mancuso.

L’ultima conclusione dei ricercatori è che in genere entrando nell’età della maturità, molte persone si riavvicinano a Dio. Per i vecchi laicisti impegnati a “corteggiare” costantemente i giovani è il dato più importante di questo studio. Ma in realtà occorre capire che la morte è paradossalmente lo stimolo più efficace a pensare alla vita, cioè al suo senso. E’ divertente poi far notare che la ricerca scientifica stabilisce che il cervello migliora dopo i 55 anni, che la maggioranza di scoperte scientifiche -per questo- vengono fatte in tarda età, e che a 80 anni si è generalmente molto più felici di quando si aveva 30 anni. Insomma, attenzione a tirare conclusioni frettolose.

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35 commenti a Interessante studio sulla fede religiosa nel mondo

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  1. Fede_81 ha detto

    Mi sembra che tutto fosse già noto, no? L’adesione al cristianesimo sta spostando il baricentro, sono flussi inevitabili ritengo.

  2. Gab ha detto

    Queste indagini “ecumeniche” lasciano il tempo che trovano. Legittimare come “credenti” chi crede in qualcosa che è al di fuori della Rivelazione equivale a dire credere nell’oroscopo. Mi sembra che lo spingere a credere in “qualcosa” non equivalga certo a dire credere nel Dio della Rivelazione di Gesù Cristo.

    Stiamo attenti ad analizzare certi dati. Certamente c’è un risveglio della ricerca personale in Dio. L’ateismo sicuramente ha fallito i suoi intenti. Ma non facciamo il minestrone delle credenze. E’ fuorviante oltre che essere un messaggio sbagliato.

    • Enrico ha detto in risposta a Gab

      Il cinismo con cui tratti, l’uomo che crede, mi ricorda il mio vecchio Parroco che quando sentiva frasi come la tua era solito dire che la Fede è come la marmellata chi meno ne ha più ne spalma.

      • Fabrizio ha detto in risposta a Enrico

        Come dicevo prima secondo me dobbiamo avere pazienza. Non dimentichiamo che veniamo da un secolo in cui ci hanno rincoglionito di illusioni positiviste e ateistiche. Dio tramite Gesù farà il suo dovere a tempo dovuto.

      • Gab ha detto in risposta a Enrico

        bravo, evviva il relativismo

    • Fabrizio ha detto in risposta a Gab

      Direi che bisogna fare un passo alla volta.

  3. Agnostico ha detto

    “Le statistiche non hanno mai interessato i cattolici, essi sanno benissimo che la loro fede non dipende affatto dai numeri”.
    Mi basta andare in fondo a questo articolo e – tra le notizie correlate – leggere:
    – Nuovo sondaggio: 9 americani su 10 credono in Dio
    – Nel mondo 7 persone su 10 sono religiose, in crescita i giovani
    – Anche Benedetto XVI conferma: la Chiesa nel mondo è in costante crescita
    – 71% degli italiani possiede immagini sacre in casa, giovani in maggioranza
    – Università del Nebraska: nuove generazioni più religiose, ateismo si stabilizzerà

    E meno male che i cattolici sono disinteressati alle cifre……

    C’è una cosa che non riesco a capire. Se le persone diventano più religiose quando diventano anziane come mai in Italia – come ha rilevato il Norc di Chicago – il numero di credenti è diminuito in Italia del 10% in dieci anni? Forse in questi dieci anni gli under 40 sono aumentati del 10% a discapito dei più anziani? Non mi sembra proprio.

    È vero che la ricerca del Norc abbia trascurato altri due indicatori del rapporto con la fede come “belonging” (appartenenze, misurate principalmente dalla partecipazione ai riti religiosi) e “behaving” (comportamenti) ma siete sicuri che se questi due indicatori fossero analizzati (almeno per l’Italia) i risultati sarebbero migliori? Ho il forte sospetto che sarebbero anche peggiori. 

    • Bichara ha detto in risposta a Agnostico

      Agnostico
      Glelo dico con rispetto , lei deve andare a vivere qualche mese in mezzo ai musulmani per aprezzare di piu la liberta di pensiero che c’è nel mondo cristiano (ex cristiano se piace) avreste sicuramente usato la liberta piu risponsabilmente
      Le sono presenti quelli che buttano il crocefisso dalla finestra , quelli che si offendono per gli addobbi di natale? Quelli che credono che Dio ha colpito gli infedeli (tu e noi cristiani) con la democrazia per aiutare i fedeli ad islamizzare l’occidente con la forza?
      A buon intenditore poche parole

    • lorenzo ha detto in risposta a Agnostico

      Vedi agno, a conferma che la nostra fede non dipende dai numeri, ti ricordo che Gesù disse: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.” ( Mt 18.20)
      Ora, è bene tu sappia che, per non cattolici, la cosa veramente importante è l’incontro con Lui.
      Puoi benissimo obiettare che disse anche: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.” (Mc 16:15)
      Ma l’ordine ci è stato dato per condividere con altri il tesoro che ci è stato donato.
      Devi infatti ricordare che Gesù soggiunse: “Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi.” (Lc 9.5)
      La prossima volta che parli di numeri, ricordatelo!

    • Raffa ha detto in risposta a Agnostico

      Peggiori per chi, Agno?

      Ti rendi conto che stai combattendo una battaglia già persa?

    • Raffa ha detto in risposta a Agnostico

      Ti ricordo inoltre che questo sito è una risposta ai laicisti frustrati come te, è quindi inevitabile che si divertano a smontare le vostre piccole certezze e ossessioni. Per questo si parla di numeri e percentuali. Leggi il “chi siamo”.

    • Gab ha detto in risposta a Agnostico

      Agnostico dimentichi il fenomeno dell’immigrazione che “diluisce” non poco il numero dei cattolici. Comunque con tutte le campagne anticlericali mi sarei aspettato una maggiore flessione.

  4. Lucio ha detto

    Ciao Agnostico,
    Si puo’ facilmente verificare che gli articoli pubblicati in questo sito, nella grande maggioranza, non si occupano di statistiche; segno che, effettivamente, queste non interessano molto. Naturalmente pero’ nulla vieta ai cattolici di poter commentare quelle che vengono fatte….
    In Italia il numero degli under 40 non credenti (nel cattolicesimo) potrebbe essere aumentato anche grazie alla presenza di un maggior numero di immigrati.
    Ma queste indagini telefoniche, onestamente, mi convincono davvero poco.

    • Roberto Crociera ha detto in risposta a Lucio

      ma penso che la pubblicazione delle statistiche sia più che altro una risposta ad affermazioni altrui più che una affermazione di qualcosa 🙂

    • Agnostico ha detto in risposta a Lucio

      Ciao Lucio,
      Credo (ma non sono sicuro) che la ricerca riguardasse gli Italiani di nazionalità e non chi abita in Italia (in cui rientrano gli immigrati). 
      Inoltre non è una ricerca solo sui credenti nel cattolicesimo ma sui credenti in genere: quindi il credente cattolico ed il credente musulmano sono la stessa cosa.
      Non credo che in Italia il numero degli immigrati sia aumentato del 10% in 10 anni (viste le nostre politiche di immigrazione…..). Inoltre la presenza in Italia di comunità marocchine, romene, filippine (fortemente religiose) avrebbe proprio dovuto contribuire ad aumentare il numero dei credenti invece che farlo diminuire come è avvenuto. 
      Cordialmente

      • Lucio ha detto in risposta a Agnostico

        Grazie per la tua risposta agnostico. Se le cose stanno davvero cosi’ allora puoi avere ragione nel dire che in Italia ci sia un calo nel numero dei credenti (sempre che questa rilevazione statistica abbia davvero valore). Vorrei comunque invitarti a non considerare questo fatto come necessariamente positivo (per il tuo punto di vista). Come credente trovo interessante dialogare con un ateo o con un agnostico che abbiano una meditata visione del mondo (molto diversa dalla mia). Ma oggi, purtroppo, sta’ emergendo una categoria di persone che si dichiarano non credenti non sulla base di concezioni filosofiche o scientifiche ma, al contrario, perche’ concepiscono la vita in maniera pragmatica ed edonistica, ritenendo quindi pressoche’ inutile perdere tempo ed energie riguardo all’ approfonimento delle questioni di fede. Sinceramente ritengo questo fenomeno davvero preoccupante.

      • Norberto ha detto in risposta a Agnostico

        Ma guarda un po’….a quanto dici in Italia sembrano crescere i non credenti e guarda caso raddoppiano le vendite di psicofarmaci: http://www.scienzaevita.org/rassegne/427c005c7d822befeac5175c7c7b92ce.pdf

        In Europa cresce del 20% il consumo di droga: http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1D0E1H
        Cresce anche il consumo di alcool (più del doppio del resto del mondo): http://www.radiovaticana.org/it1/articolo.asp?c=575359

        Devo continuare o hai già capito tutto, Agnostico?

        • Agnostico ha detto in risposta a Norberto

          Caro Norberto,
          giusto per la precisione non ho detto che sono aumentati i non credenti ma che sono diminuiti i credenti.
          A parte questa precisazione la tua ipotesi (ovviamente tutta da dimostrare) è veramente molto interessante. Se ho ben capito la tua ipotesi è che l’aumento del consumo di alcool, stupefacenti e psicofarmaci sia dovuto alla diminuzione di credenti nella società
          Dovresti – innanzitutto – avere il trend dei consumatori (in % rispetto alla popolazione) delle suddette sostanze nella popolazione e dovresti avere le rilevazioni sul trend dei credenti (sempre in % rispetto alla popolazione) nella società.
          Poi devi mettere in relazione questi due trend per capire se esista una certa corrispondenza temporale tra aumento di consumatori di queste sostanze/diminuzione dei credenti. Per verificare la tua ipotesi ci dovrebbe essere un rapporto inversamente proporzionale tra aumento di consumatori e diminuzione di credenti. Se non ci fosse questo rapporto inversamente proporzionale la tua ipotesi non sarebbe dimostrata e finirebbe la ricerca. Anche qualora ravvisassi questo rapporto inversamente proporzionale non potresti ancora stabilire che l’aumento dei consumatori sia dovuto alla diminuzione dei credenti (magari le cause sono altre….). Allora – sempre per dimostrare la tua ipotesi – dovresti effettuare la stessa analisi anche per gli altri Paesi per i quali hai i dati. Qui ci sarebbe la prima contraddizione alla tua ipotesi da dover spiegare: infatti non capisco (se considero vera la tua ipotesi) come – ad oggi – Paesi europei che hanno un minor numero di credenti rispetto all’Italia abbiano anche un consumo minore di sostanze stupefacenti. Se non trovassi un rapporto inversamente proporzionale tra consumatori di stupefacenti/credenti anche negli altri Paesi per cui hai i dati dovresti considerare la tua ipotesi come infondata. Se invece trovassi questo rapporto anche negli altri Paesi Ue bisognerebbe effettuare una indagine sulle persone che (occasionalmente/frequentemente) fanno uso di alcool, stupefacenti, psicofarmaci per verificare:
          – se siano credenti (forti/deboli) o non credenti (forti/deboli);
          – se abbiano cominciato ad assumere sostanze stupefacenti in corrispondenza della perdita della loro fede;
          – se la % di non credenti sia superiore tra coloro che fanno uso di queste sostanze rispetto alla % totale di credenti nella popolazione. 
          Fino ad allora ogni ipotesi deve essere considerata infondata.
          Quindi per rispondere alla domanda che mi hai posto (se devi continuare o meno) ti rispondo che puoi pure continuare: auguri per la tua ricerca e facci sapere. 

          • Norberto ha detto in risposta a Agnostico

            E’ molto più semplice di quanto tu possa pensare.

            Basta partire da questi dati: http://www.uccronline.it/2010/08/10/la-fede-cristiana-rende-piu-felici-intelligenti-e-sani-psico-fisicamente/ e http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=271&ID_sezione=396&sezione=

            E’ provato scientificamente che una forte fede religiosa diminuisce l’uso di alcool, droga, psicofarmaci e suicidi. Di conseguenza una mancanza di fede porta all’aumento. Direi che se c’è un giudizio unanime nel mondo scientifico è proprio questo. Tant’è che l’APA invita i propri psicologi a considerare come valido alleato il background religioso del paziente.

            • Agnostico ha detto in risposta a Norberto

              Non pensavo potessi rispondere con tanta velocità. 
              Riepilogo la situazione. Ho affermato che – secondo il Norc – i credenti in Italia siano diminuiti del 10% in dieci anni. Tu – se ho ben capito – hai sostenuto l’ipotesi che l’aumento del consumo di alcool, stupefacenti e psicofarmaci in Italia sia dovuto alla diminuzione di credenti nella società. Allora ti ho chiesto di provare questo rapporto causa/effetto (tramite un incrocio di dati) e tu hai presentato una serie di studi nessuno dei quali riguardava l’Italia (tranne uno svolto dall’Università di Pisa ma che non riguardava il consumo delle suddette sostanze). 
              Perciò ora ci sono due possibilità:
              – Considerare la tua ipotesi non dimostrata (che non significa manifestamente infondata);
              – Dare alle ricerche elencate un valore universale e non circoscritto all’area della ricerca (prevalentemente Usa).
              Se decidessi di considerare quelle ricerche come “universali” (quindi seconda possibilità) resta da spiegare come mai in molti Paesi europei in cui la percentuale di credenti è inferiore all’Italia sia anche minore la percentuale di consumatori di sostanze stupefacenti.

              • Norberto ha detto in risposta a Agnostico

                Il concetto è molto più semplice e riguarda la situazione europea, gli italiani non sono certo diversi. La fede migliora la salute psicofisica, tiene lontani da eccessi, il soggetto è appagato e soddisfatto della vita, non ha bisogno di altro. Questo dimostra la psicologia. Ecco che la controprova la si ha notando che all’aumentare della secolarizzazione aumenta l’insoddisfazione personale, tanto che aumentano gli eccessi di tutti i tipi (dalle dipendenze sessuali e all’uso di psicofarmaci e antidepressivi). La questione è assolutamente esistenziale, come scrive il laico Pietro Barcellona: http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2011/12/9/IDEE-Barcellona-cosa-c-entra-il-dolore-con-la-democrazia-/227659/

                Ottimo questo articolo: http://www.uccronline.it/2011/12/18/perche-secolarizzazione-e-depressione-crescono-assieme/

                • Agnostico ha detto in risposta a Norberto

                  Il concetto è molto più semplice e riguarda la situazione europea, gli italiani non sono certo diversi“: proprio l’articolo di Libero che hai postato precedentemente sottolinea la disomogeneità nel consumo di droga tra i vari Paesi Ue e la parte dominante avuta dall’Italia nel consumo di sostanze stupefacenti attraverso dati che sono facilmente ottenibili dall’Osservatorio europeo sul consumo di sostanze stupefacenti a cui fa riferimento lo stesso articolo di Libero che hai postato prima. 
                  Sempre riepilogando, hai postato un articolo de ilsussidiario.net dal titolo “Barcellona: cosa c’entra il dolore con la democrazia?“. Scusa il gioco di parole ma cosa c’entra questo articolo con la tua ipotesi secondo cui l’aumento del consumo di alcool, stupefacenti e psicofarmaci in Italia sia dovuto alla diminuzione di credenti nella società?
                  Il secondo link rimanda ad una pagina di questo stesso blog e viene riportato parti di un articolo dello stesso Barcellona che avevi già presentato nell’articolo de ilsussidiario.net: in pratica hai postato l’articolo originale ed il suo riassunto.
                  Resta sempre il punto: cosa c’entrano con la dimostrazione della tua ipotesi? 
                  Tralasciando questo (anche se di fondamentale importanza visto quanto avevi ipotizzato) se “la fede migliora la salute psicofisica, tiene lontani da eccessi, il soggetto è appagato e soddisfatto della vita, non ha bisogno di altroperché in Italia (dove il numero di credenti è ancora relativamente molto alto) il consumo di droga è di gran lunga maggiore di altri Paesi Ue dove i credenti sono di meno?
                  Questa domanda resta ancora senza risposta così come la tua ipotesi resta non dimostrata. 

                  • Norberto ha detto in risposta a Agnostico

                    Molto interessante capire, nonostante il tuo arrampicamento di specchi, che la perdita di identità fornita dalla secolarizzazione e dal laicismo porta l’uomo alla disperazione, come dice giustamente Barcellona. La disperazione (perdita di speranza) porta poi alla ricerca di compensazione con sostanze illecite, eccessi di ogni tipo.

                    Affascinanti i risultati dell’Albert Einstein College of Medicine, (pubblicati sulla rivista dell’American Psychological Association), i quali rivelano che quando gli adolescenti percepiscono la religione come importante nella loro vita, allora questo abbassa i tassi di fumo di sigaretta, dell’abuso di alcool e marijuana. Gli psicologi Thomas Ashby Wills, Alison M. Yaeger e James M. Sandy, autori della ricerca, sono concordi nell’affermare che «la religiosità può influenzare gli atteggiamenti e i valori di una persona, i quali danno il senso e lo scopo della vita. Potrebbe anche aiutare le persone a vedere i problemi in modo diverso. Essere coinvolti in una religione può anche creare sani legami sociali»: http://scienceblog.com/1354/more-religion-means-fewer-drugs-in-adolescents/

                    Ti devo ringraziare perché la tua ossessione (come la chiama Raffa, che evidentemente ti conosce) mi sta facendo conoscere un mondo che non conoscevo. Davvero oggi la psicologia offre la prova regina di quanto sia fondata la nota scommessa di Blaise Pascal.

                    • Agnostico ha detto in risposta a Norberto

                      Se la secolarizzazione porta alla disperazione e quindi ad un maggior consumo di sostanze stupefacenti perché ci sono paesi più secolarizzati dell’Italia in cui il consumo di stupefacenti è inferiore?
                      Non mi sembra una domanda molto difficile da capire soprattutto per un cattolico razionale. 

                      Grazie per le tue belle parole: ricambio allo stesso modo. 

                    • Norberto ha detto in risposta a Norberto

                      Mi hai chiesto di dimostrare l’ipotesi che l’aumento del consumo di alcool, stupefacenti e psicofarmaci sia dovuto alla diminuzione di credenti nella società. L’ho fatto citando uno studio pubblicato dall’APA:

                      «Quegli adolescenti che vedono la religione come una parte significativa della loro vita e un modo per affrontare i problemi, avevano la metà delle probabilità di fare uso di droghe rispetto agli adolescenti che non vedono la religione come importante […]. La religiosità può influenzare gli atteggiamenti e i valori di una persona, i quali danno il senso e lo scopo della vita. Potrebbe anche aiutare le persone a vedere i problemi in modo diverso. Essere coinvolti in una religione può anche creare sani legami sociali» http://scienceblog.com/1354/more-religion-means-fewer-drugs-in-adolescents/

                      Molto interessante lo studio condotto congiuntamente da Rick Rogers, del CU-Boulder, da Hummer e Christopher Robert Ellison, dell’Università del Texas, e da Charles Nam, della Florida State University, i quali hanno dimostrato che coloro che frequentano regolarmente la chiesa, vivono più a lungo rispetto alle persone che ci vanno raramente o non ci vanno proprio. Inoltre le persone meglio educate ed istruite e che avevano minor tasso di mortalità, mostravano più probabilità di andare in chiesa, e queste persone erano in genere meno propense ad impegnarsi in comportamenti a rischio elevato per la salute come il l’abuso di fumo e di alcool: http://www.scienceblog.com/community/older/1999/D/199903290.html

                      Dunque ricapitolando: più credenti (praticanti) = meno sostanze illecite, meno alcool, meno droghe, più educazione, meno fumo.
                      Non credo tu abbia le competenze per poter criticare questo genere di studi scientifici. L’equazione è dimostrata, accettalo e allontana la bottiglia.

                  • Raffa ha detto in risposta a Agnostico

                    Norberto, ti avverto che Agno venderebbe pure sua madre pur di avere l’ultima parola 🙂
                    Peccato siano sempre le solite minestre riscaldate…almeno dicesse qualcosa di interessante…come vedi è praticamente ignorato dai più e occorre dargli una risposta almeno per frenare il suo ego, per disilluderlo. E’ un atto di carità, insomma.

                    • Agnostico ha detto in risposta a Raffa

                      Agno venderebbe pure sua madre pur di avere l’ultima parola“: una caduta di stile degna della persona che l’ha espressa. 
                      Purtroppo per me (ma soprattutto per Lei) vorrei essere nella condizione di poterlo fare ma non posso più da troppo tempo.
                      Parole più sporche della cenere e del….Carbone.  

                    • Sophie ha detto in risposta a Raffa

                      Raffa io lo so che l’hai detto per ironizzare e senza malizia ma i famigliari è sempre meglio non tirarli in ballo, non si sa mai. Ti voglio bene. 🙂

                • Lucio ha detto in risposta a Norberto

                  La felicita’ puramente terrena e’ un illusione; rincorrerla genera sempre frustrazioni…

                  • Lucio ha detto in risposta a Lucio

                    E questo vale sia per i non credenti che per i credenti che non hanno una fede matura e vissuta…..

              • Raffa ha detto in risposta a Agnostico

                Agno dacci un taglio, è sufficiente guardare alla tua ossessione quotidiana per provare scientificamente dove porta una vita senza Dio. Anche tu finirai ad abbracciare e parlare con un cavallo?

  5. Sophie ha detto

    Ma che c’è un calo di credenti in Italia io ci credo. E si vede dallo squallore morale, il mal di vivere, l’uso di droga, l’uso di alcool, suicidi in aumento, gran confusione morale e sessuale, piacere fisico che ha preso il posto dell’antiquato amore, bambini che non hanno più la purezza morale che li contraddistingue dagli adulti, divorzi in aumento. Insomma si vede dallo sfascio che c’è in giro… Questa è la società senza Dio voluta dagli increduli.

    • Norberto ha detto in risposta a Sophie

      Non avevo ancora letto il tuo commento, che condivido. Ho messo qualche link dopo una breve ricerca su google, giusto per “provare” il tuo pensiero.

  6. Eli Vance ha detto

    Studio statistico fatto coi piedi, come si fa a strutturare un campione ipotizzando che il Cile rappresenti il sud America?
    A prescindere da questo, la numerosità di coloro che aderiscono a una fede (o non fede)non può incidere sulla veridicità della medesima.
    Inoltre voglio ricordare delle osservazioni su cosa dice la Bibbia a proposito di a quanti Dio affida il suo messaggio: risulta Abramo fra tante persone, il piccolo popolo di Israele in mezzo agli altri, un profeta maggiore e pochi altri intorno alla gran maggioranza idolatra e infine i primi pochi cristiani tra la moltitudine di altri ebrei e pagani.Quindi non penso che i numeri siano da considerare più di tanto. Tenendo conto di come hanno fallito le ideologie politiche atee in passato falliranno anche il relativismo morale, le religioni fai ad te, e la pretesa dello scientismo di dare risposte dove non le compete, poichè ci si renderà progressivamente conto della loro intrinseca inadeguatezza.

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