Quando sarà la fine del mondo?

Il pastore americano Harold Camping aveva previsto la fine del mondo per il 21 ottobre scorso. Si è sbagliato per la terza volta: ignoriamo se i suoi fedeli siano stati più delusi sul piano religioso o più contenti su quello mondano, ma sappiamo che Camping ha dichiarato poi che l’interpretazione della Bibbia è più difficile di quanto pensasse.

L’escatologia (quella seria) è, come si sa, quella parte della teologia cristiana che specula sulla fine del mondo e dell’umanità. Essa interessa coloro che s’interrogano sulle aspettative ultime dell’uomo, ma ha anche aspetti pratici perché quelle aspettative influenzano la Weltanschauung ed il comportamento quotidiano di molte persone. Da qualche anno, con i progressi della fisica ed in particolare della cosmologia quantistica, è nata anche un’escatologia scientifica. Se John M. Keynes era solito dire che “il lungo termine” – per lui: qualche decina d’anni – “è una guida fallace per gli affari, perché allora saremo tutti morti”, per un drappello di ricercatori sparsi nelle università del globo, invece, il futuro ultimo dell’Universo – vale a dire tra 10…0 anni (gli zeri sono dell’ordine di miliardi di miliardi di miliardi), quando esso sarà imploso in un insieme di buchi neri isolati – è tema di studio e professione di lavoro pagati dai contribuenti. Se ci limitiamo al sistema solare, che esso debba finire e come finirà, è noto da quando Richard Feynman scoprì una cinquantina d’anni fa il meccanismo di funzionamento delle stelle, che gli valse il Nobel per la fisica nel 1965. Era fuori con la sua ragazza la notte dopo che aveva capito che a farle brillare erano reazioni nucleari di fusione di idrogeno in elio. Ella esclamò romanticamente: “Guarda, tesoro, come sono belle le stelle che brillano in cielo!”, ed egli: “Sì, e proprio adesso io sono il solo uomo al mondo che sa perché brillano”; al che lei scoppiò a ridere, racconta Feynman, che sentì in bocca il gusto dolce-amaro del genio incompreso. Fra 5 miliardi di anni il Sole avrà esaurito il suo combustibile nucleare e si dilaterà fino a diventare una gigante rossa che inghiottirà la Terra e gli altri pianeti, gli oceani bolliranno a milioni di gradi ed ogni forma di vita sul nostro pianeta, ammesso che sia sopravvissuta fino ad allora, scomparirà nella fornace di plasma. “Come nessuna passione, nessun eroismo, né abisso di pensieri o sentimenti, possono preservare una vita individuale dalla tomba; così tutte le fatiche degli evi, tutta la pietà, l’ispirazione, lo splendore accecante del genio umano sono destinati all’estinzione con la morte del sistema solare, quando l’intero tempio dell’Umanità sarà sepolto sotto le macerie d’un universo in rovina”: così il filosofo e matematico Bertrand Russell, il quale, tuttavia, non aveva previsto la possibilità di viaggi extra-solari.

La razza umana non dispone, però, dei miliardi di anni che ci separano dall’esplosione del sistema solare per trovarsi nuove dimore nei paraggi di qualche altra stella: la seconda legge della termodinamica – “L’entropia è crescente col tempo nei sistemi chiusi”: la più certa tra tutte le leggi di Natura – ci dà appena qualche migliaio di anni prima che siano state consumate tutte le risorse del sistema solare necessarie alla nostra evoluzione, e questo vale per qualunque tipo presente e futuro di energia. Infatti ogni tipo di attività, sia di ricerca scientifica o produzione economica o contemplazione mistica, è prima di tutto elaborazione d’informazione, e questa accresce l’entropia. All’attuale trend di crescita dell’elaborazione d’informazione della nostra civiltà (oggi, circa 10 gigabit/s per persona), la legge predice che le risorse del sistema solare saranno consumate in 5.000 anni. Pertanto, quale che sia lo sviluppo tecnologico d’una futura civiltà di origine terrestre che abbia anche colonizzato l’intero sistema solare, per sopravvivere essa dovrà trovare fuori di esso nuove sorgenti di energia entro questo intervallo di tempo, che è paragonabile a quello trascorso dalla nascita delle prime civiltà ad oggi. Sfortunatamente, però, a cagione dei disordini indotti dalle passioni umane combinati con la potenza devastante raggiunta dalla tecnica, il tempo effettivo a disposizione della specie Homo Sapiens (sapiens?!) per la sua salvezza è molto, molto minore di quello concesso dal disordine creato dall’entropia: probabilmente non più di cent’anni.

Stephen Hawking occupava fino a poco tempo fa a Cambridge la cattedra di matematica che era stata di Isaac Newton ed è famoso presso il vasto pubblico per molti libri di divulgazione scientifica, e presso gli specialisti anche per i pasticci che vi combina qualche volta, mischiando allegramente fisica, filosofia e teologia. Egli è tra i massimi studiosi viventi sui buchi neri e sull’origine dell’Universo, tanto da aver raccolto innumerevoli onorificenze, tra le quali a soli 34 anni la medaglia Pio XI da papa Paolo VI, ed essere associato membro a 54 anni della prestigiosa Accademia Pontificia delle Scienze da Giovanni Paolo II. Il passo che separa l’origine del mondo dalla fine è tanto breve in logica quanto lungo nel tempo: per questo Hawking ha alternato lo studio delle equazioni sulle singolarità spazio-temporali dell’Universo alle riflessioni sul fato degli umani. In un discorso tenuto a Padova cinque anni fa e in una serie di lezioni lette in seguito in giro per il mondo, egli ha predetto che la sopravvivenza della razza umana dipende sì dalla sua capacità di colonizzare lo spazio, ma che ciò va fatto in fretta perché cresce ogni giorno il rischio di un disastro che possa distruggere la Terra: solo se gli umani riusciranno entro il secolo a crearsi nello spazio colonie autonome dalla Terra, potranno secondo Hawking sopravvivere insieme al software del loro patrimonio genetico formatosi in miliardi di anni e alla memoria di massa del loro patrimonio culturale e scientifico accumulato negli ultimi 5.000. Ma è questa una speranza realistica?

Incapace di elaborare una congettura matematica sul futuro prossimo del tipo di quella delle stringhe riguardante il passato remoto e alla ricerca almeno di una risposta politicamente corretta, Hawking ha avuto l’idea di ricorrere al motore di ricerca Yahoo, che ha una rubrica, “Answers”, in cui tutti possono inserire domande o dare le proprie risposte alle domande pubblicate. Hawking ha inserito la questione: “In un mondo caotico sotto gli aspetti politico, sociale ed ambientale, come potrà la razza umana sopravvivere altri cento anni?”. In tre mesi sono giunte più di venticinquemila risposte, la maggior parte spicce (“Dobbiamo liberarci dalle armi nucleari”), o vaghe (“In qualche modo ce la faremo”), o dubbiose (“Non credo che sarà possibile a meno che…”), ma alcune più articolate. Scaduto il tempo assegnato da Hawking, la questione fu chiusa su Yahoo e, anche se l’interrogante si era inizialmente ripromesso di non rilasciare ulteriori commenti, alla fine è intervenuto per comunicare quella che gli era parsa la migliore risposta (di anonimo). La riassumo: “Il caos politico e sociale ci ha accompagnato da sempre, ma la razza umana ha finora esibito grande resistenza e capacità adattativa. Le minacce di una guerra nucleare, di una catastrofe biologica e del cambio climatico ora riportano di attualità la questione della sopravvivenza della specie umana. È plausibile che insieme alla crescita delle minacce, però, ci sia spazio anche per la crescita dell’ingegnosità umana. Nonostante tutti i nostri progressi tecnologici, non abbiamo ancora creato il mostro di Frankenstein. Nonostante i giacimenti di armi atomiche, non è scoppiata una guerra nucleare. La ricerca medica sta attraversando un nuovo rinascimento. Il clima rimane una preoccupazione, ma noi siamo una specie adattabile, lo siamo stati in passato ai tempi della Morte Nera che ha decimato gli europei ma non li ha cancellati, lo saremo in futuro”. E così via, nella sequela di wishful thinking e banalità, in risposta ad una domanda seria, che celava il prometeico desiderio d’immortalità della specie! Chi è interessato può trovare la risposta completa a questo link.

Allora mi viene da pensare: forse risulta logicamente inevitabile che quando scienza e tecnica (ovvero ciò su cui, in assenza di una fede fondata su basi più solide, si sono riposte tutte le speranze) mostrano i loro limiti insuperabili, anche lo scienziato solitamente razionale si rifugi nell’ottimismo irrazionale dell’uomo della strada. Eppure, lo stesso Dio che si rivela scientificamente nella necessità della fine del tempo e dell’Universo, duemila anni fa si è rivelato storicamente a chi non ha fatto un dio del caso, nel meraviglioso e poco noto libro dell’Apocalisse di San Giovanni nella medesima necessità, che non è la fine di tutto, ma il Fine di Tutto. Che importa che “le fatiche degli evi, tutta la pietà, l’ispirazione, lo splendore accecante del genio umano” durino qualche migliaio di anni in più, se sono comunque destinati “alle macerie di un universo in rovina”? Affidarsi ancora soltanto alla tecnica (i viaggi spaziali) e ai meccanismi ciechi dell’evoluzione (l’adattabilità della specie) per far guadagnare qualche millennio in più alla razza umana non è una forma di disperato accanimento terapeutico applicato ad una genìa comunque segnata? Non sarebbe più saggio immaginare anche come rendere questo mondo, compresi i pianeti che riuscissimo a colonizzare, meglio abitabile per tutti, per tutta la sua naturale durata?

L’escatologia cristiana sembra a me molto più razionale, proprio perché, a partire da ciò che è venuto, riflette su ciò che sta per venire, sul nuovo e sul definitivo, ed interpreta il presente per l’agire di ognuno di noi, qui ed ora.

Giorgio Masiero

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

76 commenti a Quando sarà la fine del mondo?

« nascondi i commenti

  1. Falena-Verde ha detto

    Mi perdoni, ma non comprendo tale pezzo:
    “Sfortunatamente, però, a cagione dei disordini indotti dalle passioni umane combinati con la potenza devastante raggiunta dalla tecnica, il tempo effettivo a disposizione della specie Homo Sapiens (sapiens?!) per la sua salvezza è molto, molto minore di quello concesso dal disordine creato dall’entropia: probabilmente non più di cent’anni.”
    Per lei, ci restano 100 anni di vita e poi saremo “estinti”?
    Io personalmente, credo che il processo sarà più lungo.
    Comunque Answers non è una fonte attendibile e me ne sono accorto per benino…

  2. Giorgio P. ha detto

    Bellissima riflessione, sia dal punto di vista scientifico che da quello cattolico.

  3. Gabriele ha detto

    Dal punto di vista escatologico un cristiano deve essere comunque ottimista perché più passa il tempo più ci si avvicina al ritorno di Cristo, alla instaurazione del Regno sulla Terra ecc e alla sconfitta definitiva del male.
    Dal punto di vista scientifico l’universo non finirà in rovina ma nel freddo glaciale dello spazio perché si esauriranno tutti i combustibili che tengono accese le stelle le quali morendo non potranno più generare nebulose a loro volta generanti nuove stelle e via così.

  4. Alessandro Bagni ha detto

    Interessante Giorgio…credo che nei prossimi anni la scienza subirà una fortissima crisi d’identità, ovviamente tutto potrà nascere dalla conferma della velocità dei neutrini al Cern…credo che sarà un duro colpo per tutti quelli che vi hanno risposto la speranza della vita, la risposta all’uomo non arriva da lì.

    • Gabriele ha detto in risposta a Alessandro Bagni

      Alessandro in realtà l’esperimento coi neutrini non causerà grandi ripercussioni, al massimo ci vorrà un aggiustamento per la teoria della relatività riguardante la velocità superluminale ma non cambierà nulla per quella subluminale.

      • Antonio72 ha detto in risposta a Gabriele

        Forse la cosa non è così facile, per il fatto che è impossibile per qualsiasi particella conosciuta superare la barriera della luce, ad eccezione di particelle teoriche chiamate tachioni, la cui esistenza introdurrebbe i paradossi del tempo, proprio perchè il tachione, viaggiando a velocità superluminali, corre all’indietro nel tempo. Ma molto probabilmente il neutrino non è un tachione.

        • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

          Ciò che dici, Antonio, è errato. Come ho spiegato in questo sito in un intervento dedicato all’esperimento del Gran Sasso, se sarà confermata la velocità superluminale dei neutrini, non sarà messo in discussione il nucleo scientifico della relatività speciale, ma soltanto l’interpretazione neopositivistica del primo Einstein. E la causalità delle equazioni sarà garantita comunque dall’esistenza di un sistema spazio-temporale assoluto, sostegno della relatività generale, come nell’interpretazione realistica del vecchio Newton e di Lorentz e dell’Einstein maturo.

          • Antonio72 ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            Sì, lo so. Ma io mi attenevo a quello che afferma la teoria relativistica ad oggi. O forse la tua interpretazione di un sistema spazio-temporale assoluto, qualora fosse confermata la velocità superluminale del neutrino, è condivisa dalla comunità scientifica?

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

              No, Antonio, tu sei vittima della lettura scientista della relatività e continui a far confusione tra un’interpretazione filosofica e il nucleo scientifico della relatività. Ti cito il testo universitario più diffuso in Italia di Teoria della Relatività (Vincenzo Barone, Relatività – Principi ed applicazioni, Bollati Boringhieri, Torino, 1989) che dice a p. 45: “In linea di principio, la relatività non proibisce l’esistenza di particelle con velocità superluminali (i cosiddetti tachioni). Queste particelle, se esistessero, non potrebbero essere decelerate fino ad una velocità uguale o inferiore a c. In questo caso, c è una velocità limite che non può essere oltrepassata dall’alto”. Nel testo tu potrai anche studiarti la relatività dei tachioni, alle pagine 151-152.
              Se sarà confermata la supervelocità del neutrino sono curioso di vedere come gli scientisti salveranno capra e cavoli, ovvero la relatività e la causalità, senza ricorrere ad un sistema spaziale e temporale assoluto ancorché inosservabile.
              Ma non è il caso, ti pare?, di ripetere tutto l’intervento che ho già fatto (con tutta la discussione che ne è seguita) e che si può trovare al link http://www.uccronline.it/2011/11/01/i-neutrini-del-gran-sasso-una-nuova-crisi-del-positivismo/

              • Antonio72 ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                Sì, infatti non potranno salvarla, intendo la causalità.
                E cmq non ho capito cosa intendi per sistema spazio-temporale inosservabile. Mi pare che all’epoca fu fatto un esperimento (Michelson-Morley) per stabilire l’esistenza dell’etere e quindi di un sistema di riferimento privilegiato. Ma la scienza può accettare l’esistenza di qualcosa di inosservabile per far quadrare una teoria?
                E se lo spazio assoluto fosse un sistema fisico reale non dovrebbe in qualche modo interagire con la materia? Ma se lo spazio-tempo è flessibile e deformabile come ci racconta la relatività generale, ne viene che dovrebbe spostarsi per assumere diverse conformazioni in base alla materia presente. Ma rispetto a cosa si muove, non ci vorrebbe un altro sistema privilegiato rispetto a cui possa muoversi, oppure lo spazio-tempo assoluto è immutabile nel tempo e nello spazio?
                Affermo questo perchè ho letto da qualche parte che Tesla non credeva affatto alla teoria della relatività generale, anche se a questo punto non so come catalogare Tesla, se tra gli scienziati o gli pseudoscienziati.

  5. Larry SFX ha detto

    L’escatologia, quella vera, è quella che da un senso non solo alla fine ma anche a tutta la storia.
    Il folklore no.

  6. Antonio72 ha detto

    Mi meraviglio che Masiero si meravigli tanto del fatto che diversi scienziati, tra cui Hawking, abbiano la convinzione che la scienza possa un giorno catturare la fiamma dell’immortalità, e non è nemmeno detto che non ci riesca.
    Quello che invece è certo, è che qualunque “cosa” ci riuscisse, assomiglierebbe all’Homo Sapiens pressapoco come gli assomiglia un cervello immerso in una vasca.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

      Mi chiedo perché, Antonio, una persona erudita (e anche religiosa) come te debba di tanto in tanto inventarsi interlocutori con cui fare polemica. Io ho detto l’esatto contrario di ciò che mi attribuisci: io ho scritto che Hawking, vittima del suo scientismo, impossibilitato a garantire l’immortalità alla specie umana con qualche teoria matematica si è rifugiato ridicolmente nella rubrica Answers di Yahoo per trovare una risposta ai suoi problemi esistenziali.
      E mettiti pure il cuore in pace, Antonio: come c’è un teorema quantogravitazionale di Vilenkin che mostra l’inizio dell’Universo (e anche di un ipotetico multiverso), così proprio ad Hawking è toccato di dimostrare un teorema analogo per la fine del tempo. Quindi questo simulacro di immortalità ci sarà risparmiata

      • Gabriele ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Giorgio, visto che te ne intendi molto più di me di scienza, mi piacerebbe leggerti alle prese con un articolo sulla recentissima scoperta del cosiddetto pianeta gemello a 22 ° e anche sulle sue eventuali implicazioni filosofiche, teologiche ecc. Ne scaturirebbe secondo me una interessantissima discussione sul sito. Certo che pochi siti si possono permettere di ricevere richieste di pubblicazioni di articoli come questo! La vostra competenza è fuori del comune:-) p.s. lisciatina finale.

        • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Gabriele

          Quando leggo di cosiddetti pianeti “gemelli alla Terra” che, essendo in situazioni climatiche e cosmiche generali simili alle nostre, “potrebbero” ospitare la vita e addirittura l’intelligenza, mi vergogno dell’autoumiliazione cui devono abbassarsi alcuni scienziati per inventarsi ogni giorno scoperte sensazionali con cui promuovere finanziamenti ai propri gruppi di ricerca.
          L’esistenza di pianeti gemelli è estremamente probabile, data la vastità del cosmo e il numero di stelle e pianeti. Ma questa probabilità, come abbiamo più volte discusso anche in questo sito, si confronta fino ad annullarsi con l’estrema improbabilità (termine tecnico per dire zero) dell’insorgenza spontanea della vita e ancor più dell’intelligenza. E, per quanto mi riguarda, la questione è chiusa con l’argomento razionale di Fermi e il silenzio assoluto elettromagnetico che ci circonda, nonostante le orecchie sensibilissime di SETI.

          • Gabriele ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            Secondo me Giorgio sei troppo categorico, l’universo ci sorprende sovente e con esso il Creatore. Ritengo che ci sorprenderanno entrambi, forse anche presto.

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Gabriele

              Ti ho risposto sul piano scientifico, Gabriele. Io ritengo già un miracolo la vita e l’intelligenza umana sulla Terra: di queste due cose non abbiamo, infatti, nessuno straccio di spiegazione scientifica. Né mai la avremo, io penso, per diverse ragioni che ho spiegato altrove.
              Se poi il futuro ci sorprenderà con altri miracoli e con fratelli alieni, questo appartiene all’imperscrutabilità di Dio.

      • Alessandro Bagni ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        @Giorgio

        Credo che Antonio72 stesse proprio dicendo la stessa cosa, non era una critica a te ma proprio ad Hawking e al suo rifugiarsi nella scienza. Ovviamente tu riporti la questione e sembra che ti stupisca che Hawking si comporti così, Antonio invece dice che è normale questo scientismo.

  7. Klaus ha detto

    La risposta è in Marco 13, 32: “Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli Angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre”. Significhi che non fa parte della Rivelazione, come pensava S. Agostino, o che non è una decisione che spetta al Figlio, ma solo al Padre, come affermano altri; in ogni caso è chiaro che non possono essere calcoli umani o teorie scientifiche a determinare la data. E anche che non è troppo opportuno scervellarsi sul problema. Sappiamo che accadrà, è bene per noi ignorare quando.

    • Nando ha detto in risposta a Klaus

      Sono d’accordo…questo pezzo dovrebbero leggerlo i vari pastori delle varie sette di cristiani che si sono staccati da Roma e quindi si sono moltiplicati inevitabilmente in migliaia di micro cristianesimi

  8. Antonio72 ha detto

    Scusa, mi ha tratto in inganno quel punto esclamativo dopo la frase sul prometeico desiderio di immortalità della specie, come se fosse una cosa straordinaria per uno scientista come Hawking. Quando si crede che le parti possano spiegare il tutto e Tutto, allora la trovo un’aspirazione, per certi versi, naturale.
    Ovviamente mi riferivo all’immortalità della vita umana, che secondo alcuni scientisti o scienziati deviati (ormai non so più come chiamarli), in particolare alcuni nanotecnologici, potrà essere avvicinata molto, visto che la speranza di vita degli esseri umani potrebbe superare i 150 anni, ed arrivare addirittura a mille anni, prevenendo il 99% dei problemi medici.
    Lo stesso premio Nobel R. Feynman scrive: “Ma in biologia non si è trovato ancora niente che indichi che la morte è inevitabile. Questo mi fa pensare che non è affatto inevitabile e che è solo questione di tempo, ma prima o poi i biologi scopriranno che cosa provoca questo problema e quella terribile malattia universale, la temporaneità del corpo umano, verrà curata.”
    Ovviamente non sono di certo erudito su cose di scienza, ma l’uomo lo comprendo abbastanza bene, e quasi mi sorge un leggerissimo sospetto sul reale obiettivo della scienza. Ho pensato, che se la scienza riuscisse ad allungare notevolmente la vita dell’uomo, resterà ben poco della sua umanità. Quindi rovesciando la questione, e guardandola dal lato evolutivo, si potrebbe quasi credere che come l’uomo sia apparso durante l’arco evolutivo, allo stesso modo scomparirà. Quello che rimarrà non so proprio come definirlo, esattamente come non so definire cosa sia l’Homo Erectus.

    • Carmine ha detto in risposta a Antonio72

      Se tu Antonio non sei afferrato su cose di scienza, non capisco chi lo è davvero (oltre a Giorgio, ovviamente). Comunque l’immortalità è proprio ricercata da chi non riesce a stare di fronte alla morte, la morte è quindi al dolore, al male, al limite, al difetto (la morte è il grande difetto della vita). Ma noi non abbiamo questo problema per fortuna.

      • Antonio72 ha detto in risposta a Carmine

        Sì è proprio così…d’altronde lo dimostra il fatto che gli atei non hanno problemi, come vediamo, a contemplare l’eutanasia ed il suicidio, e paradossalmente, solo chi è attaccato alla sua vita terrena con tenacia può pensare di arrivare alla sua stessa distruzione. Non è vero che il suicida sia incapace di amare, ma ama in maniera folle solo se stesso e forse addirittura non ha mai amato altri che se stesso. Lo so che sono abbastanza duro, ma è quello che penso e quindi lo dico chiaro a quelli che obiettano che un uomo disperato e solo, che magari ha perso la moglie e i figli, senza più speranze di recuperare una vita piena, una vita quindi degna di essere vissuta, va compatito nel suo estremo gesto ed anche compreso e quindi aiutato.
        Ebbene io affermo che quest’uomo, con la moglie i figli e tutto il resto, in tutta la sua vita non ha fatto altro che amare solo se stesso! Nei suoi cari vedeva un riflesso della sua propria immagine ed è per questa ragione che a quel punto gli risulta insopportabile la vita.
        Cmq non è quello che volevo dire nel mio commento, piuttosto cercavo di capire come si possa distinguere un uomo da un automa o uno zombie, quando si tratta di durata temporale dell’esistenza. So che può apparire una considerazione anche cretina, quella di cercare di mettere un limite massimo che segni il confine tra l’umanità e la disumanità, ma l’articolo mi ha fatto venire in mente che qualcuno dovrebbe pur metterlo, questo limite.
        Diciamo che un uomo fino ai centocinquant’anni è già sulla sottile linea rossa che delimita l’uomo dal non-uomo. Ma oltre questo limite, se davvero la scienza riuscisse nella sua pazzesca impresa di allungare a dismisura la vita umana, ha ancora senso parlare di uomo?
        Ovviamente credo che queste siano tutte boiate, tuttavia è se vogliamo una semplice speculazione filosofica: come so che l’eta adolescenziale comincia a circa dodici anni, l’età adulta a circa diciotto/venti anni, e la vecchiaia a 60-70 anni, qual è l’età per la morte naturale di un uomo, oltre la quale è improprio definire quell’organismo ancora un uomo?

        • Antonio72 ha detto in risposta a Antonio72

          PS
          Ovviamente è già tanto se riesco a risolvere un’equazione di secondo grado.

        • Andrea ha detto in risposta a Antonio72

          Ciao Antonio,
          intervengo perchè ti considero un interlocutore validissimo:
          dici “paradossalmente, solo chi è attaccato alla sua vita terrena con tenacia può pensare di arrivare alla sua stessa distruzione” non riesco a capire questa frase oltre a non condividerla.
          posso parlare solo per me, perchè si tratta di questioni molto personali, ma il fatto che io non sia credente non mi fa sentire più attaccato alla vita solo perchè penso che dopo non ci sia un bel niente. Nè tantomeno io ne concepisco una distruzione gratuita, credo di aver testimoniato questa posizione in altri post proprio dedicati a questo tema.

          Certo non ho della vita un concetto che le riconosce un valore intrinseco (mi riferisco alla mia , quella degli altri ha necessariamente valore, proprio perchè sono un ” animale sociale”) ma non per questo se domani mi rigano la macchina mi butterò da un ponte.

          • Andrea ha detto in risposta a Andrea

            Mi correggo , è chiaro che se non la capisco non posso poi dire se la condivido, quindi togli pure il non la condivido dalla mia affermazione precedente

          • Norberto ha detto in risposta a Andrea

            Indipendente dalla tua posizione mi pare invece che il non credente abbia un gran terrore della morte, voglia stigmatizzarla il più possibile. Voglia incatenarsi a questa vita pensando alle più stravaganti idee di immortalità e roba varia. Questo lo confermano anche le accuse che vengono fatte ai credenti secondo le quali noi saremmo credenti proprio per non aver paura della morte, quando invece è solo una piccola conseguenza (e non la causa).

            • Andrea ha detto in risposta a Norberto

              Non mi è chiaro come il non credente si incateni alle stravaganti idee d’immortalità.
              Forse ti riferisci alla quota dei non credenti cristiani che crede in qualcos’altro? In quel caso sono d’accordissimo, ma dubito che nell’insieme degli atei seppure eterogeneo e differente da me, predomini il pensiero sulle stravaganti idee d’immortalità.

              Non mi è chiaro il filo logico secondo cui un non-credente ti accuserebbe di aver paura della morte per poi sostenere di aver diritto ad avercela solo lui inventandosi idee alternative d’immortalità.

              ho l’impressione invece che i non credenti risolvano il dilemma mediamente così: dove finiremo da morti? Esattamente dove eravamo prima di nascere, da nessuna parte. In quest’ottica la morte diventa accettabile, perchè in quella condizione, a posteriori, è difficile avere qualsivoglia recriminazione 😉

              • Norberto ha detto in risposta a Andrea

                E invece la morte non sembra affatto accettabile, così come non lo è la sofferenza e il dolore. Per non parlare dell’invecchiamento. Invecchiare fa paura e questo perché si è attaccati morbosamente alla propria vita, la morte terrorizza e infatti viene stigmatizzata dalla società. I vecchi che si vestono da 15 enni stanno cercando l’immortalità.

                • Andrea ha detto in risposta a Norberto

                  si sono d’accordo ma dovremmo dimostrare che sono tutti o almeno in maggioranza relativa atei questi vecchi terrorizzati… Si potrebbe fare un sondaggio nelle cliniche estetiche sarebbe molto interessante.

                  Io credo che la condizione della paura della morte, che è stampata a fuoco in noi dall’evoluzione, (passi una vita ad evitarla, cerando di non essere preda, e poi che fai ti rassegni proprio in ultimo?) possa essere superata con il ragionamento.

                  Sul dolore sono d’accordo ma sono diversi. Temere il dolore significa temere uno stato durante il quale ti ricordi quanto era bello non viverlo. Questa considerazione non può essere fatta per la morte e quindi io non li definirei come assimilabili.

                  certo nel caso di una morte non indolore, il discorso si complica e valgono le considerazioni valide per il dolore. Ma se non riusciamo a separare il concetto di morte da quello di dolore mi sento di dire che temiamo più il primo che la seconda. la morte la temiamo forse più per gli impatti che ha sui nostri cari.

                  però Antonio qui sopra diceva che chi come gli atei (ipotesi) è più attaccato alla sua vita terrena può pensare più facilmente di distruggerla (tesi), tu dici che invece gli atei hanno paura della morte.

                  A questo punto o si tratta di posizioni personali (come sempre la mia del resto) oppure non siete d’accordo su una posizione “ufficiale”

  9. Ivano ha detto

    Ma scusate, non basta la frase di Gesù “Ma quant’è a quel giorno ed a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli dei cieli, neppure il Figliuolo, ma il Padre solo.” a chiarire?

  10. Vronskij ha detto

    Articolo scritto molto bene, ma non ho capito gli uomini postapocalittici spenderanno l’energia in modo responsabile per colonizzare il cosmo?

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Vronskij

      Ecco io vidi un cielo nuovo ed una terra nuova… E udii una voce potente dal trono gridare: ecco la dimora di Dio tra gli uomini! Egli abiterà in mezzo a loro ed essi saranno il suo popolo e Dio stesso sarà con loro. Egli asciugherà le lacrime dai loro occhi. La morte non sarà più, né lutto, né lamento, né affanno… E colui che sedeva sul trono disse: ecco, io faccio nuove tutte le cose
      (Apocalisse di San Giovanni).

      • Vronskij ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Grazie per la spiegazione, che lo considero condivisibile visto il modo come lei ha messi insieme le frasi dell’Apocalisse. Però un dubbio mi rimane sul piano dottrinale, perche l’Apocalisse è un testo altamente e largamente simbolico, e come tale altamente e largamente interpretabile. Apocalisse è il testo più abusato nella storia, molto di più della Genesi, certe volte con conseguenze tragiche.

        Non so come lei interpreta “una nuova terra”, frase interpretata ordinariamente e tradizionalmente che sarà annullato almeno la seconda legge della termodinamica che implica impossibilità della risurrezione dei morti in corpo fisico, promessa nell’Apocalisse di Giovanni. Da questo punto di vista, dunque della dogma cristiana (uso il termine in senso generale), annullamento dell’entropia toglie automaticamente la motivazione per colonizzare lo spazio cosmico a scopo di sopravivenza dell’umanità, e unica motivazione rimane quello del turismo spaziale (che già ha cominciato) dei immortali.

        • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Vronskij

          Possiamo noi cittadini comuni cambiare le leggi emanate dal Parlamento? No, ovviamente. Però il Parlamento le può sospendere e cambiare, altrettanto ovviamente.
          Così, Wronskij, vale per Dio con riguardo alle leggi di natura. Dio le ha fatte, quando ha creato il mondo; le può sospendere (miracoli); le può cambiare; può creare nuovi mondi.
          Non mischiare la fisica (la seconda legge della termodinamica) con la rivelazione (l’Apocalisse). La nuova terra, la resurrezione dei morti, le lacrime asciugate da Dio a chi ha patito in questa terra, ecc.: attraverso queste parole umane, Giovanni ci invita a lottare in questo mondo per la giustizia e ci promette un nuovo mondo futuro di giustizia perfetta.

          • Vronskij ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            Per chiarire la mia posizione, evitando cosi malintesi (soliti in forum virtuali), dico che il vero miracolo di Dio è la seconda legge della termodinamica – che fa possibile evoluzione in tutti i sensi (culturale, spirituale, colonizzazione del cosmo, la toccante bellezza delle foglie morte dell’autunno ecc) -, e non il suo annullamento, nel passato e nel futuro sia, per creare un legge diversa. La risurrezione menzionata in Apocalisse è soltanto spirituale, apertura dei occhi spirituali (apparizioni tipo padre Pio) in un più alto livello spirituale, dove, splendidamente scritto nel suo articolo, la fine del tutto corrisponderà con il Fine del Tutto.

            Non so se mi sono spiegato bene che non sono io che mischio la seconda legge di termodinamica con l’Apocalisse, anzi è vero il contrario.

            Altra questione più importante da chiarire:
            Il vero miracolo è la spiegazione del miracolo. Non credo in un Dio imperscrutabile che cambia le leggi capricciosamente. Onnipotenza di Dio non viene meno di costatare che la creazione originale, leggi della natura e principi spirituali insieme, è il massimo che Dio ha fatto e che poteva fare. Non credo in un Dio parlamentare che sforna continuamente leggi contradditori, e diversi leggi nei multiversi, ma credo in Dio che crea leggi perfette come vero monarca, che rispetta Lui per primo nel unico e miglior universo che poteva essere.

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Vronskij

              E’ molto bello quello che dici, ed anche intrigante. Io non posso però confermarti che è già scritto nelle leggi fisiche create da Dio che questo Universo sboccherà finalmente nel nuovo mondo perfetto predetto dall’Apocalisse: la tua visione mi sembra, allo stesso tempo, una forzatura della fisica e della rivelazione.
              Preferisco rimanere nella tradizione e pensare che la fine del mondo, quando Dio verrà ad asciugare le lacrime dei giusti, coinciderà anche con la fine della fisica.

              • Vronskij ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                Grazie per il complimento.

                Mantieni la tua posizione, non ho nessun illusione, nessuno è convertito via internet.

                Un ultimo chiarimento. Non lo penso minimamente che “è già scritto nelle leggi fisiche create da Dio che questo Universo sboccherà finalmente nel nuovo mondo perfetto”. Penso che le leggi fisiche (più esattamente le leggi scientifiche) sono un supporto per i principi spirituali (descritti anche nell’Apocalisse), come il corpo è un supporto per lo spirito (o sia la mente), come “al di qua” è un supporto per “al di là”. Per questa ragione canto a lode alla seconda legge della termodinamica, nell’ultimo piano alla morte, che originariamente è una festa più grande della nascita. Quando si canterà alla morte naturale, sicuramente dopo una vita piena e felice, allora ci siamo.

  11. Nicola ha detto

    Ma Feynman prese il Nobel per la QED, mica per le stelle.

  12. Nicola ha detto

    Scoperto l’arcano (-:
    Feynman è l’autore dell’aneddoto, non colui che guardava le stelle con la ragazza (tantomeno colui che ha scoperto il funzionamento delle stelle). Non è noto a chi si riferisca con “One of the men who discovered this“. Molto probabilmente, si tratta di Eddington.

    “One of the most impressive discoveries was the origin of the energy of the stars, that makes them continue to burn. One of the men who discovered this was out with his girl friend the night after he realized that nuclear reactions must be going on in the stars in order to make them shine.
    She said “Look at how pretty the stars shine!”
    He said, “Yes, and right now I am the only man in the world who knows why they shine.”
    She merely laughed at him. She was not impressed with being out with the only man who, at that moment, knew why stars shine. Well, it is sad to be alone, but that is the way it is in this world.”
    (Richard Feynman, “The Feynman Lectures”)

  13. Giorgio Masiero ha detto

    Ti piace far il bastian contrario, vero Nicola?
    Feynman e i 2 suoi colleghi presero il premio Nobel nel ’65 “for their fundamental work in QED, WITH DEEP-PLOUGHING CONSEQUENCES FOR THE PHYSICS OF ELEMENTARY PARTICLES” (motivazione ufficiale, maiuscolo mio). Tra queste conseguenze, come cita Feynman nella sua lectio magistralis al ricevimento del premio, ci sono i lavori di Bethe sulla nucleosintesi stellare, che non si sarebbero potuti calcolare esattamente senza i grafici di Feynman che facilitano il metodo perturbativo per la soluzione delle equazioni derivanti dagli integrali di cammino.

    • Nicola ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      Appunto: come ho scritto, prese il nobel per la QED. La quale ha conseguenze nella fisica delle particelle elementari, ovviamente.

      L’articolo invece dice ““Richard Feynman scoprì una cinquantina d’anni fa il meccanismo di funzionamento delle stelle, che gli valse il Nobel per la fisica nel 1965. Che è sbagliato! Il nobel gli è stato assegnato per aver formulato la QED, non per aver scoperto un meccanismo astrofisico (tra l’altro F. non si è mai occupato di ricerca astrofisica).

      Quanto alla Nobel lecture, ti conviene rileggerla. la trovi qui:
      http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1965/feynman-lecture.html
      Tra le conseguenze NON cita affatto i lavori di Bethe sulla nucleosintesi stellare: cita i lavori di Bethe sulla QED!

      Infatti i lavori di Bethe sulla nucleosintesi stellare non fanno uso di QED né di grafici di Feynman o path integrals. Basta guardarsi la Nobel lecture di Bethe:
      http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1967/bethe-lecture.pdf

      Insomma, è inutile girarci intorno… Feynman NON scoprì il meccanismo di funzionamento delle stelle.

    • Nicola ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      Il secondo errore è quello di descrivere Feynman come il protagonista dell’aneddoto.
      Non era Feynman quello che guardava le stelle con la ragazza (non avendo scoperto il funzionamento delle stelle). Feynman è solo quello che ha raccontato l’aneddoto, ma parla di qualcun altro e non di sé stesso!

      Ti smentiscono le parole dello stesso Feynman:

      “One of the most impressive discoveries was the origin of the energy of the stars, that makes them continue to burn. ONE OF THE MEN WHO DISCOVERED THIS was out with his girl friend the night after he realized that nuclear reactions must be going on in the stars in order to make them shine.
      She said “Look at how pretty the stars shine!”
      He said, “Yes, and right now I am the only man in the world who knows why they shine.”
      She merely laughed at him. She was not impressed with being out with the only man who, at that moment, knew why stars shine. Well, it is sad to be alone, but that is the way it is in this world.”

      (Richard Feynman, “The Feynman Lectures”)

      • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Nicola

        Io ho indicato la luna (l’Apocalisse di San Giovanni), tu hai guardato ad un pelo sul mio dito (ovvero: se l’autore di un aneddoto, che non ha nessuna valenza ai fini del mio intervento ma che ho inserito soltanto per alleviarne il ritmo, sia o no anche il protagonista dello stesso aneddoto). Grazie comunque della precisazione.
        Quanto alle stelle, separare la Qed dalla nucleosintesi stellare vuol dire non capire niente di fisica.

        • Nicola ha detto in risposta a Giorgio Masiero

          Scusa ma quando vedo una svista su un argomento che mi sta a cuore, la segnalo. Trovo che sia una pratica corretta.

          Quanto alle stelle, separare la Qed dalla nucleosintesi stellare vuol dire non capire niente di fisica.

          Adesso sei scorretto, Giorgio, e la cosa dispiace. Faccio un riassunto e la chiudo qui, perché credo che sappiamo entrambi di cosa parliamo.

          1)Feynman NON è stato insignito del Nobel per la Nucleosintesi Stellare (NS).
          2)Feynman stesso, nelle sue lectures, NON identifica sé stesso come scopritore della NS.
          3)I lavori originali dei “veri” pionieri della NS (Eddington, Gamow, Houtermans, Bethe, Atkinson, Teller..) NON fanno uso di QED. Anzi, sono precedenti.
          4)La QED c’entra con tutta la fisica fondamentale degli ultimi 60 anni. Ciò non fa di F. lo scopritore morale di tutta la fisica degli ultimi 60 anni.

    • Zathor_aa ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      Sono d’accordo con Giorgio, Feynman è sicuramente lo scopritore morale e senza di lui non si sarebbe fatto molto.

      • Nicola ha detto in risposta a Zathor_aa

        Vedi cosa succede, Giorgio, a difendere certe scorrettezze?
        Adesso Zathor_aa (e chissà quanti altri) crede che Feynman sia lo scopritore morale della nucleosintesi stellare!!! (E perché non Einstein o Galileo, allora?).

        Adesso chi glie lo dice che in realtà volevi solo “alleviare il ritmo“?

        • Zathor_aa ha detto in risposta a Nicola

          Oltre i tuoi facili divertimenti, Nicola, mi pare invece che il lavoro di Feyman fosse fondamentale per arrivare alla nucleosintesi, direttamente fondamentale non certo indirettamente come lo fu Galileo. C’è molta arroganza nei tuoi commenti Nicola, questo stona moltissimo con il profilo di uno che le cose dovrebbe saperle.

          • Nicola ha detto in risposta a Zathor_aa

            Quando Eddington propose il meccanismo di nucleosintesi, Feynman aveva 2 anni.

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Nicola

              Ci sono processi di nucleosintesi stellare che sono ancora dibattuti. E senza Feynman, ed il suo contributo, nulla si spiegherebbe per gli elementi più pesanti del ferro.

            • Zathor_aa ha detto in risposta a Nicola

              Ma non è che fu scoperto da un giorno all’altro, Eddington propose nel ’20, poi le conferme vere e proprie arrivarono nel ’39 e nel ’57, quando appunto Feynman aveva già creato i grafici. Certo dire che ha preso il Nobel per questo non è corretto e infatti Giorgio giustamente ha fatto riconosciuto di aver fatto un passaggio poco approfondito, ma non mi pare che si possa assumere la tua posizione. Sopratutto intrisa di tale arroganza. Sai che si può dialogare anche in modo civile senza dover ogni volta gareggiare a “chi ce l’ha più lungo?”.

              • Nicola ha detto in risposta a Zathor_aa

                E’ inutile girarci intorno, Feynman non scoprì il meccanismo di funzionamento delle stelle; è tutta qui la mia insostenibile è incivile posizione. E poi sono io il sofista.

                • Zathor_aa ha detto in risposta a Nicola

                  Ma cosa c’entra, sto dicendo che Feynman è stato determinante, così come Cabibbo lo è stato per Kobayashi e Maskawa. Puoi essere contrario sempre mantenendo la calma, lo fai sempre ma questa volta la situazione ti è un po’ sfuggita di mano.

                  • Nicola ha detto in risposta a Zathor_aa

                    Onestamente… se continuassi questa discussione, lo farei solo per pura curiosità dialettica (leggere le piroette con cui tenti di sostenere l’assurdità che Feynman sia lo scopritore morale della NS). Trovo più corretto fermarmi qui.

        • Nadia ha detto in risposta a Nicola

          Ancora una volta, da sofista quale ti piace essere, confondi l’aneddoto con la sostanza. L’aneddoto riguarda un incontro tra innamorati. E chi sia stato veramente l’uomo, se Feynman o Eddington o qualche altro, non conta.
          La sostanza è il ruolo di Feynman nella nucleosintesi stellare, che tu tendi a minimizzare solo per fare polemica con me, e che io invece considero critico, come tutto quanto è coinvolto dalla QED, che non sarebbe nata senza Feynman.
          Detto questo, continui a parlare del dito. Perché non parli della luna o taci?

  14. Nadia ha detto

    @ Nicola
    Ma chi te lo fa fare, Nicola, di portare i cavoli a merenda? Se una discussione, finalmente, è di teologia cristiana stattene fuori, se non t’interessa, senza disturbare la discussione con cavillosità laterali di nessuna importanza; o intervieni nel tema, se t’interessa.

  15. Giorgio Masiero ha detto

    @ Nadia
    Nicola voleva fare polemica con me, credo, non con te. Cmq, grazie, mi hai tolto la parola.

    • Nadia ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      Già, forse hai ragione. Ma non ne posso più di questo azzeccagarbugli, che con la sua aria di erudito, fa l’azzeccagarbugli invece di rischiarare i problemi.

    • Nadia ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      @ Nicola
      Chiedo scusa per l’azzeccagarbugli, forse mi sono infervorata troppo. Ma, cerchiamo di stare in tema…

      • Nicola ha detto in risposta a Nadia

        Mannò figurati, guarda, io ho semplicemente scritto “Ma Feynman prese il Nobel per la QED, mica per le stelle”, che è una cosa nota e pensavo sarebbe finita lì senza polemiche; non mi aspettavo tutti questi salti mortali (e temporali) per difendere la paternità di F. sulla NS. Cioè l’indifendibile.

    • Nicola ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      Ti assicuro che la mia precisazione non ha nulla a che vedere con te; sono intervenuto per amore della verità, come faccio spesso anche altrove (anche a costo di passare per arrogante), e non capisco cosa ci sia di male. Sulla sostanza dell’articolo (la luna) non posso che farti i miei complimenti (Tra l’altro non ero a conoscenza dell’appello di Hawking su Yahoo).

      • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Nicola

        Io ho sbagliato ad intestardirmi sulla NS. Feynman ha avuto il premio Nobel per la Qed, e questa – si sa – è stata una scoperta grandiosa con impatto su tutta la fisica, compresa ovviamente anche la NS. Scusami.

  16. Antonio72 ha detto

    A proposito di immortalità….i maestrini sono gli highlander della rete.
    Sono fermioni vaganti emessi da wikipedia e similari.

    • Gabriele ha detto in risposta a Antonio72

      Sì Antonio, capita anche di peggio:ci sono alcune persone che anche su questo sito a volte si permettono di insolentire o di irridere chi non la pensa come loro. Se pensassero solo per un attimo a come si comporterebbero nella vita reale durante una discussione, cambierebbero atteggiamento perché si accorgerebbero del rischio di prendere delle denunce o peggio degli schiaffoni! Celandosi dietro una tastiera è facile fare i gradassi.

      • Daphnos ha detto in risposta a Gabriele

        Da accanito e non ancora disilluso sostenitore della natura buona dell’uomo, credo che dal vivo non ci si prenderebbe in giro così anche per una questione di rispetto…

        • Andrea ha detto in risposta a Daphnos

          Concordo, il vero diavolo è la messaggistica asincrona (dall’sms alle mail passando per i blog), risolvono il 90% dei problemi generandone un rimanente 90% (per ispirarmi alla “Legge di Murphy”), escludo le lettere cartacee troppo romantiche e lente per ingenerare meccanismi di accanimento dialettico 😉

« nascondi i commenti