Il filosofo della scienza Musso: «il Papa ha ragione, la fede nasce dalla ragione»

Il filosofo della scienza italiano ed esperto di bioastronomia, Paolo Musso, docente di Filosofia della Scienza presso l’Università dell’Insubria di Varese e Visiting Professor di Epistemologia presso la Universidad Católica Sedes Sapientiae di Lima (Perù), membro del SETI Permanent Study Group dell’International Academy of Astronautics (IAA) e della European Exo/Astrobiology Network Association (EANA), ha pubblicato il suo ultimo e interessante libro: “La scienza e l’idea di ragione” (Edizioni Mimesis 2011), con prefazione di Evandro Agazzi.

Intervistato da Il Sussidiario, ha dichiarato: «Oggi la conoscenza scientifica è in così rapida evoluzione che non è possibile fare seriamente filosofia della scienza se non attraverso un costante rapporto con gli scienziati al lavoro. Oggi la “modernità” si presenta come figlia legittima della scienza, vista come indissolubilmente legata al razionalismo sul piano filosofico e al meccanicismo su quello fisico; e poiché la scienza è per noi un orizzonte intrascendibile, la “modernità” si presenta anch’essa come intrascendibile, una sorta di destino fatale a cui saremmo definitivamente consegnati». Il paradosso di questa posizione sta nel fatto che «tutto ciò non ha niente a che vedere con la scienza reale, ma piuttosto con quella sua caricatura che è lo scientismo, nato dai filosofi e che solo in seguito ha contagiato anche gli scienziati. I quali, peraltro, quando sono al lavoro non possono fare a meno di essere anti-scientisti nei fatti: perché l’autentico metodo scientifico sperimentale, codificato in maniera insuperabile da Galileo, si basa su un’idea di ragione strutturalmente aperta alla realtà, all’esperienza, all’imprevisto e al mistero. Mentre lo scientismo si basa su un’idea chiusa di “ragione-misura-di-tutte-le-cose”, che, se messa in pratica, distruggerebbe per prima cosa proprio la scienza».

L’epistemologo contrasta anche il mito secondo cui Cartesio sarebbe un vero e proprio co-fondatore della scienza moderna, al pari (e a volte addirittura al di sopra) di Galileo. Cartesio invece «non capì mai nulla del metodo galileiano, che anzi criticò apertamente, e per tutta la vita continuò a far scienza (cioè, pseudo-scienza) a priori, ovvero secondo il metodo deduttivo tipico dei filosofi aristotelici che a parole tanto disprezzava». Egli fu abilissimo in filosofia e matematica ma non ebbe nulla a che fare con la scienza naturale. Perché l’esistenza di questo mito? Secondo Musso «è stata un’operazione intenzionale, voluta. E il motivo mi pare evidente: tale mito infatti permette di spacciare indebitamente per fattori costitutivi della scienza il razionalismo e il meccanicismo, che sono consustanziali al metodo cartesiano, ma per niente affatto a quello galileiano». L’obiettivo dunque è sempre e comunque l’anti-teismo. Certo, Cartesio era cristiano, e «non fu certo meno “sincero credente” di Galileo, e dal punto di vista della coerenza morale gli dava perfino dei punti. Ma ciò che gli mancava del tutto (e che invece Galileo aveva in massimo grado) era il senso del mistero, cioè la capacità di stupirsi davanti alla realtà». Invece Galileo aveva un «nuovo (e formidabile) modo di usare la ragione. Che, se ben capito, è l’esatto opposto del riduzionismo. E che al contempo rappresenta uno degli ultimi punti di resistenza al relativismo e all’irrazionalismo dilaganti».

Il filosofo accusa molta dell’epistemologia contemporanea (troppo relativista e antirealista) e anche molti autori cattolici che la difendono. Dovrebbero capire invece, continua, che «non solo la scienza non è nemica della fede, ma anzi è, almeno potenzialmente, la sua migliore alleata, dato che è ormai l’unico settore della cultura che difenda ancora l’idea che l’esperienza possa condurre alla verità, la cui negazione aprioristica e immotivata costituisce invece il vero “dogma centrale” della modernità. E comunque, come ripete in continuazione Benedetto XVI, la fede non si difende restringendo la portata della ragione, bensì allargandola, cioè aprendola a un orizzonte più grande».

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31 commenti a Il filosofo della scienza Musso: «il Papa ha ragione, la fede nasce dalla ragione»

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  1. Maffo ha detto

    Tra Cartesio e Voltaire non so chi abbia fatto più male alla fede intesa come atto razionale ultimo della ragione.

    • Jane ha detto in risposta a Maffo

      Entrambi credenti in Dio, tra l’altro e come al solito.

      • Karma ha detto in risposta a Jane

        Ma si! Gli uomini ke hanno cambiato la storia, in bene o in male, erano tutti arrivati a Lui, chi più chi meno, chi viveva in modo coerente con questa scoperta, chi meno. Ma a Lui sono tutti arrivati.

  2. Laura ha detto

    Ma quante persone intelligenti che ci sono in giro!! Ma perché i media si occupano solo degli scientisiti integralisti odifreddiani????!!!!

  3. Norberto ha detto

    Sono pienamente d’accordo! Il relativismo è profondamente anti-scientifico!

  4. Tano ha detto

    “la fede non si difende restringendo la portata della ragione, bensì allargandola, cioè aprendola a un orizzonte più grande”…ecco perché non esiste il razionalismo cattolico.

    • Norberto ha detto in risposta a Tano

      Ma Guerrino si è più fatto vivo?

      • Norberto ha detto in risposta a Norberto

        Mi spiace si sia arrabbiato per nulla, cmq, nonostante la sua cultura era abbastanza irascibile. Anche troppo.

        • Piero ha detto in risposta a Norberto

          Credo che, avendo a che fare tutti i giorni con quelli dell’UAAR, e dovendo ripetere tutte le volte le stesse cose, alle stesse persone che fanno le “ottuse” (nel senso che NON VOGLIONO CAPIRE quello che gli si vuole dire) sia stancante. Lo capisco.

          • Norberto ha detto in risposta a Piero

            No, certo. Ma perché doveva averci a che fare sempre? E’ un dovere? Mi piacerebbe sapere quale sito gestisce…

            • Piero ha detto in risposta a Norberto

              No. Mi ha detto che aveva preso un impegno con altri suoi amici di monitorare il sito dell’UAAR per sgamarli quando dicono le loro stupidaggini in campo scientifico.
              E dopo diverso tempo questo impegno pesa (e non faccio fatica a crederlo!)

              • Norberto ha detto in risposta a Piero

                Ho capito, pensavo gestisse un sito web. Ma scusa dopo che gli hai sgamati cosa fai? Se non lo rendi pubblico a che serve? Va beh, avranno i loro motivi.

  5. Giorgio P. ha detto

    Su Paolo Musso, leggete qua:
    http://ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/domanda/2004/Ucau041110d001

    Riporto solo una delle ultime frasi:
    “Lo scettico è sempre un assolutista deluso”.

    • Daphnos ha detto in risposta a Giorgio P.

      Tanta roba.

    • Marco ha detto in risposta a Giorgio P.

      Bello! Ho scoperto un altra persona veramente interessante…ora cerco se il suo libro è stato già pubblicato o se ne ha pubblicati altri. Rispondendo a Laura è corretto quello che dice Hugo…se non ti chiami Giulio Giorello o Telmo Pievani non puoi fare l’epistemologo per i media italiani. E’ un dato di fatto, è una censura di fatto per tutti gli altri.

  6. Fedele Razio ha detto

    “Ma perché i media si occupano solo degli scientisiti integralisti odifreddiani????!!!!”

    Il motivo è semplice: i media si sono posti l’obiettivo di sostituirsi a Dio e alla religione. L’obiettivo è che siano tv e giornali a spiegare alla gente cosa è bene e cosa è male. Facendo l’interesse dei soliti noti, ca va sans dire.

    Cari saluti.

  7. Piero ha detto

    A quanto pare, essere parte del clero non garantisce la possibilita’ che si faccia sempre uso della ragione:
    http://www.ilgiornale.it/interni/il_delirio_parroco_anti_cav_pioggia_dinsulti_cardinale/04-07-2011/articolo-id=532994-page=0-comments=1

    😉

    • Francesco Santoni ha detto in risposta a Piero

      Don Giorgio Capitani è un vecchio rudere inacidito del cattocomunismo. Visitate il suo sito e ne leggerete delle belle. Che poi non si capisce perché mai uno così ci tiene tanto a restare ancora nella Chiesa Cattolica. Fondasse la sua personale chiesa a propria immagine e non stesse a rompere le scatole.

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