Il filosofo Hadjadj contro Julian Huxley, l’eugenetista primo direttore dell’Unesco

Ha destato una certa sorpresa l’intervento del filosofo cattolico Fabrice Hadjadj, scrittore e docente di filosofia all’Università di Tolone, alla prima sessione francese de Il Cortile dei Gentili, iniziativa di dialogo tra cattolici e non credenti ideata da Papa Benedetto XVI ed organizzata dal Pontificio Consiglio della Cultura presieduto dal cardinal Gianfranco Ravasi.

Si è tenuta tra il 24 ed il 26 marzo nella sede principale dell’Unesco a Parigi, di fronte a diversi rappresentanti della stessa. Hadjadj, ebreo di nascita, una giovinezza trascorsa da ateo nichilista per poi approdare al cattolicesimo (cfr. Ultimissima 3/3/11) , ha portato un duro attacco alla figura di Julian Huxley (1887-1975), uno dei punti di riferimento della moderna cultura secolarista e che proprio dell’Unesco fu il primo direttore. Nipote di Thomas Huxley, il celebre naturalista amico ed apologeta di Darwin, e fratello di Aldous Huxley, scrittore autore del famoso romanzo “Il mondo nuovo”, nel quale si narra di un futuro dell’umanità in cui una società “perfetta”, seguendo criteri rigorosamente “scientifici”, viene plasmata tramite l’eugenetica ed il controllo mentale. Julian fu prima di tutto un importante scienziato, tra i teorici della moderna sintesi neo-darwiniana, ma fu anche promotore di una visione riduzionista dell’uomo, che vedendolo solo come un casuale prodotto dell’evoluzione, un essere solo quantitativamente, perché più intelligente, ma non qualitativamente diverso da qualsiasi altra scimmia, prevedeva di poterlo riprogettare e ricostruire secondo criteri “scientifici” di massima efficienza utilizzando la selezione genetica, il controllo delle nascite e la sterilizzazione degli individui “inferiori”.

Il Foglio riporta: «Hadjadj ha ricordato che colui che fu dal 1946 al 1948 il primo direttore generale dell’Unesco, Julian Huxley, nello stesso 1941 in cui Hitler eliminava con il gas malati mentali e “difformi”, scriveva che “l’eugenismo diventerà senza dubbio una parte della religione del futuro”. Un parere pubblicato in Francia, senza modifiche, nel 1947». E ancora: «Sviluppando il darwinismo ha sostenuto la possibilità di “migliorare la qualità degli esseri umani, come fossero prodotti”, a detrimento della loro quantità. La “religione” sostenuta dal primo direttore generale dell’Unesco (tra i fondatori della Eugenics Society) si è cercata un nuovo nome dopo la Seconda guerra mondiale, perché su “eugenetica” pesava ormai l’ipoteca nazista». Julian Huxley promotore di un mondo senza Dio, ricorse a “transumanismo” – ha ricordato Hadjadj-, «assonante ma opposto, nel significato, al “trasumanar” dantesco, il quale indica l’apertura verso il divino che nasce dallo “stupore dell’esistenza” provato, tra tutti gli esseri viventi, solo dall’uomo. Quanto di più lontano, quindi, dall’idea di redenzione attraverso la tecnica che sfocia (nelle intenzioni di Huxley, mai smentite dall’Unesco) nelle politiche antinataliste».

E’ arrivato il momento di scegliere tra Dante e Julian Huxley, ha affermato Hadjadj: «La nostra modernità è arrivata a un punto estremo, perché non si tratta tanto di dialogare tra credenti e non credenti, quanto di porre la questione di chi è l’uomo, di riconoscere che la sua specificità non è quella di un super animale più potente degli altri. Non “scimmia evoluta”, dotata di massime “capacità di adattamento”, ma colui che “decifra il mondo come una foresta di simboli”, che “cerca un al di là. Non significa necessariamente un altro mondo, ma un modo di penetrare il mistero del mondo e di bere a quella sorgente”».

Julian Huxley fu tra i fondatori della “International Humanist and Ethical Union”, uno dei principali punti di riferimento internazionali dell’umanesimo secolare nonché di associazioni come l’UAAR italiana. La definizione minima che i membri della IHEU accettano è: «L’Umanesimo è un atteggiamento democratico ed etico, che afferma che gli essere umani abbiano il diritto e la responsabilità di dare senso e forma alle loro proprie vite. Esso si impegna alla costruzione di una società più umana attraverso un etica basata su valori umani e naturali nello spirito della ragione e della libera ricerca attraverso le capacità umane. Non è teistico, e non accetta visioni soprannaturali della realtà». Uno degli scopi dichiarati del movimento è ovviamente quello di liberare il mondo dalla religione. Secondo Hadjadj invece  «il nuovo umanesimo dei Lumi non può essere altro che un accecamento se l’uomo non si sostiene su altro che sé stesso».

Conclusione. Troviamo assai opportuno e salutare per la cultura cattolica un intervento come quello di Fabrice Hadjadj, che ha finalmente avuto il coraggio di prender di petto una figura come quella di Julian Huxley, controversa, ma al tempo stesso stimata ed influente per la moderna cultura laicista, che sempre di più, soprattutto in Europa, sta promuovendo un’ideologia abortista, eugenetica ed eutanasica, ed un radicale relativismo antropologico ed etico che pretenderebbe di ridurre la natura, ovvero l’essenza, dell’uomo ad un semplice prodotto casuale dell’evoluzione da poter ridefinire e riplasmare a seconda del desiderio di ognuno (poi condannando però, e non si capisce su quali basi a questo punto, i nazisti di un tempo). L’Umanesimo Secolare ha proprio la pretesa di poter fondare un’etica su basi puramente umane, negando il senso assoluto dei concetti di bene e male, ed il tentativo di riprogettare e rimodellare l’uomo, perfetta espressione del peccato originale. La verità di questo dogma fondamentale della religione cristiana si manifesta così in tutta chiarezza proprio attraverso il relativismo più radicale. E’ ora che certi miti della moderna cultura laica, nonché le grandi istituzioni umanitarie laiche, come l’Unesco o la stessa Onu, vadano ormai desacralizzati, perché per troppo tempo, troppi cattolici hanno fatto molta più attenzione a mostrarsi il più possibile dialoganti, aperti e “laici” invece che a rimeditare e ribadire i fondamenti della loro etica. Per un approfondimento in questo senso rimandiamo ad un impegnativo testo di Cornelio Fabro su i diritti dell’uomo nella tradizione ebraico-cristiana, nel quale si «dimostra come soltanto la fondazione in Dio della libertà conferisce ai diritti dell’uomo un valore proprio e inalienabile, preservando dalle aberrazioni che la riflessione culturale teologicamente sradicata ha drammaticamente prodotto nella storia».

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51 commenti a Il filosofo Hadjadj contro Julian Huxley, l’eugenetista primo direttore dell’Unesco

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  1. Phantom ha detto

    Concordo pienamente con la conclusione!

  2. Erika ha detto

    Ho sempre ritenuto Onu e UNESCO imperi massonici e laicisti! Contenta che Hadjadj abbia alzato il coperchio!

  3. Massimo Ponzoni ha detto

    «il nuovo umanesimo dei Lumi non può essere altro che un accecamento se l’uomo non si sostiene su altro che sé stesso», parole da incorniciare in cameretta!

  4. Francesco Santoni ha detto

    Dante o Huxley…signori a voi la scelta.

  5. Lucy ha detto

    Sapete che è un articolo veramente interessante??!!! Complimenti! L’ho stampato e lo farò leggere ai miei studenti!

  6. Credo ha detto

    L’uomo è veramente un animale,molti comportamenti lo dimostrano…..ma abbiamo qualcosa di divino da ricercare e sviluppare in noi stessi con l’aiuto di Dio,se esiste…non diventeremo migliori selezionandoci…magari saremo fisicamente e mentalmente più forti ma perderremmo la nostra humanitas.

    • Riccardo ha detto in risposta a Credo

      L’uomo è anche una pianta, molti comportamenti lo dimostrano. Anche una banana a volte. Concordo sulla seconda parte.

      • Francesco Santoni ha detto in risposta a Riccardo

        Peter Singer dice che dovremmo estendere i diritti umani alle grandi scimmie. D’accordo, nessun problema, però me lo devono venire a chiedere loro, non Peter Singer.

      • Credo ha detto in risposta a Riccardo

        quali comportamenti dimostrano che l’uomo è una banana?o una pianta? puoi negare che certi comportamenti sociali sono simili a quelli degli animali?

        • EnricoBai ha detto in risposta a Credo

          Essere simili non significa essere. Stai attento.

          • Credo ha detto in risposta a EnricoBai

            Perchè hai paura di essere un animale,di avere qualcosa a che fare con essi?Li ritieni inferiori a te?

            • Francesco Santoni ha detto in risposta a Credo

              L’uomo è un animale certo. Ma è incommensurabilmente superiore a tutti gli altri animali.

              • Francesco Santoni ha detto in risposta a Francesco Santoni

                Scusatemi per questa lunghissima citazione, ma la ritengo doverosa. Testo tratto da: Antonio Stoppani, Il Dogma e le scienze positive, Milano 1884. (Potrebbe esserci qualche errore dovuto al cattivo riconoscimento dei caratteri dell’OCR).

                —————————————-

                Vediamo ora il sistema che tengono i naturalisti contrari alla teorica del celebre inglese, tra i quali si schiereranno sicuramente gli apologisti. Il sistema è semplicissimo, e, se si vuole, è anche logico fino a un certo punto, come e logico l’accettare battaglia sul campo dove si presenta il nemico. — No — dicono essi: —codeste somiglianze non esistono punto: i piedi dell’uomo sono ben diversi dalle mani posteriori delle scimmie; diversa è la forma del cranio; diversa quella dei denti, ecc. ecc. — Così, dàlli, dàlli, tra obbiezioni e risposte, tra picchi e ripicchi, con un diluvio di parole e di pagine, si riesce a portare la questione sopra un muscolo, un tendine, un nervo, un ossicino, un’ugna, un pelo, disputandosi il terreno palmo a palmo, millimetro a millimetro, quasi si trattasse di distinguere il gatto dal cane, la pantera dal leone, il gorilla dal chimpanzè. Via; si può egli negare che l’uomo è animale? Mai più. Si può egli negare che la somiglianza tra l’organismo umano e quello delle bestie si verifica al massimo grado tra quello dell’uomo e quello delle scimmie? Mai più. Perchè adunque (parlo agli apologisti) perdersi a tener dietro a dello questioni, le quali, prese per se stesse, non possono interessare che il naturalista? Perchè contendere con ansia affannosa all’anatomia comparata le suo scoperte, i suoi risultati, i quali, se son veri, non fanno che confermare e precisare il concetto della somiglianza tra quel congegno che Dio volle unito all’intelligenza dell’uomo, per metterla in comunicazione coll’universo, e quello il quale fu concesso dal Creatore agli animali, come termine di un principio unicamente senziente? Questo concetto non è già forse fin dai primissimi tempi nella coscienza di tutti? Collo stabilire nuove differenze, o coll’impugnare lo somiglianze difese dagli avversari, si riuscirà forse a distruggerò o ad infermare la portata dei fatti di prima evidenza? Si tratterà sempre di più o di meno. Che l’umano organismo presenti delle diversità, non solo apprezzabili, ma veramente enormi in confronto con quello dei semplici animali; che anche il paragone tra l’ uomo e la scimmia antropomorfa non faccia che mettere in maggiore evidenza la perfezione e la granile superiorità fisiologica del primo; che la testa sia eretta, la stazione verticale, quasi simbolo della sua origine celeste e de’ suoi celesti destini, mentre gli altri animali, chiamati, con termine generico cosi appropriato , reptilia, reptantia o repentla della Genesi, sono obbligati ad andar carponi o strisciando col ventre a terra; che la bellezza e l’armonia delle sue forme, l’espressione del viso e ili tutte le sue membra, capaci di tradurre visibilmente all’esterno quanto risponde alla sublimità del pensiero, alla potenza dell’ affetto, alla bellezza dell’arte; che la complessiva perfezione e squisitezza dei sensi; che tutto insomma assicuri all’uomo, anche dal lato del semplice organisimo corporeo, un alto grado d’eccellenza sopra tutti gli animali della terra, è questo un fatto non impugnato dagli stessi materialisti più esagerati. Ma ancora non è questo, no, che assicuri all’uomo una natura diversa da quella degli animali; che ne faccia il sovrano dei tre regni, la creatura divina, ed anche nello stato di semplice natura l’immagine di Dio, il figlio dell’Eccelso. — Facciamo l’uomo ad immagine e somiglianza Nostra, ed egli imperi ai pesci del mare, ai volatili del cielo, alle bestie della terra…. (1) Gli hai dato un grado di poco inferiore agli Angeli; lo hai coronato d’onore e di gloria, e l’hai elevato sopra tutte le opere della tua mano. Tutto hai assoggettato a’ suoi piedi, le pecore, i bovi e tutte le fiere della campagna; gli uccelli dell’aria e i pesci del mare… (2) Voi siete dèi, e figli tutti dell’ Altissimo…. (3). Questi sono altrettanti testi che affermano e definiscono, conformemente al dettame della nostra coscienza, la vera natura dell’uomo, diversa dalla natura belluina, ed infinitamente superiore ad essa, anche prescindendo dal soprannaturale che la perfeziona e più propriamente la divinizza, e questi sono i dogmi che noi dobbiamo difendere. Che se i fisiologi, i materialisti, gl’increduli, appunto perchè increduli, non vogliono saperne di verità rivelate; se vogliono anche, come fanno ai nostri giorni, rinnegare la coscienza propria, la coscienza del genere umano, cancellare con un tratto di penna tutte le tradizioni, tutta la filosofia pagana, e cristiana fino all’ ultime affermazioni che la coscienza suggerisce anche al selvaggio, e trincerarsi nel campo dell’anatomia e della fisiologia esperimentale; voi, dopo aver loro concesse tutte le somiglianze vere tra l’organismo dell’uomo e quello delle scimmie, ed anche di più se ne vogliono, li incalzerete a spiegarci per qual legge fisiologica possano quelle differenze organiche , da loro riputate così leggiere, e che relativamente lo sono, determinare da una parte la bestia irrazionale, muta, stazionaria, automatica, dall’altra l’uomo intellettivo e volitivo, l’artista, il poeta, il letterato, lo storico, il filosofo, il matematico, il naturalista, il teologo, il legislatore, il condottiere d’armate, il reggitore dei popoli, lo scopritore dei mondi, lo scrutatore del tempo e dello spazio. Eccoci qui praticamente davanti ad uno di quei casi, nei quali, come ho detto, si può cavare una prova certa e affatto razionale del dogma da quegli stessi fatti da cui si argomenta l’incredulo di poter cavare le conseguenze più al dogma contrarie. Ditemi di grazia: a quale risultato si è giunti dopo tanti studi comparativi di anatomia e di fisiologia sugli animali e sul l’uomo? A nessun altro che a questo; di rendere sempre più dimostrato, sempre più evidente ciò che da tutti si sapeva e fu ammesso in tutti i tempi, dai dotti e dagli indotti, dai naturalisti e dai filosofi, dagl’increduli e dai credenti, dagli atei e dai teologi, cioè che l’ uomo è, per quanto ha di materiale e di sensibile, un animale, che sente e funziona come gli altri animali. — Idcirco unus interitus est hominis et jumentorum, et sequa utriusque conditio(4). — Così l’Ecclesiaste, più migliaja d’anni prima dei naturalisti. I materialisti ne hanno cavato le conseguenze più contrarie non solo al dogma, ma alla filosofia, alla coscienza, al senso comune, quale è quella che tra l’uomo e lo scimmie, anzi tra l’uomo e le bestie,non c’è alcuna sostanziale differenza. I filosofi e gli apologisti, accettando la battaglia su questo campo e limitando tutta la loro strategia ad impugnare o almeno a mettere in dubbio, ad attenuare i fatti di cui si armano gli avversari, che altro hanno fatto se non riconoscere, una volta che i fatti sussistessero realmente, la legittimità delle conseguenze e rinforzarne il valore? Se venisse giorno, per un’ipotesi, che si trovi una scimmia, o vivente o fossile, affatto simile all’uomo, quanto all’organismo corporeo, tanto che uomo e scimmia non possano più distinguersi zoologicamente che come si distinguono il cane dal lupo, il cavallo dall’asino, il gorilla dal chimpanzè, la dareste vinta ai materialisti? — Ma più.
                — Eppure… perdonate… il vostro sistema vi mette già in posizione di farlo. Condizionatamente l’avete già data per vinta ai nemici della filosofia e del dogma. Voi avete già detto senza volerlo dire:
                — Provatemi che l’uomo è organizzato perfettamente come le scimmie, e noi ammetteremo che quello da queste deriva, e non c’è tra l’uno e l’altre differenza sostanziale. — Io dico invece che, quando si potesse verificare il supposto, la vittoria sarebbe nostra (se pur sentiamo ancora il bisogno di vincere), nè gli avversari troverebbero più modo di ripigliarsi.

                Prestate orecchio, se vi piace, al seguente dialogo ch’ io m’immagino debba tenersi di qui ad un tempo indeterminato.
                Il materialista. — L’uomo-scimmia e trovato.
                Il filosofo. — L’uomo-scimmia? ….
                Il materialista. — O la scimmia-uomo, che poi vale lo stesso. Cranio, denti, mani, piedi, cervello, tutto si assomiglia perfettamente. Appena rimane quanto può distinguere specie da specie, cane da lupo, l’elefante africano dall’indiano.
                Il filosofo. — Ride? Piange? Parla? Canta? Gestisce? E se non è comparsa jeri al mondo, codesta scimmia-uomo, ha imparato almeno a spezzare una pietra, a tagliare un osso, ad aguzzarsi un legno, a costruirsi una capanna, a tessere, a seminare, a far quello, insomma, che sa fare da tante decine di secoli il selvaggio dell’Australia e della Nuova Guinea, e seppe fare cosi a meraviglia il primo troglodita dell’epoca della renna, e il primo costruttore delle antichissime abitazioni lacustri?
                Il materialista. — Codeste no, ma….
                Il filosofo. — Avete almeno verificato se pensa, ragiona, ama, odia; se dà alcun segno, insomma, d’intelligenza e di libera volontà?
                Il materialista. — Che importa ciò? L’ uguaglianza d’organismo è quanto si può dire perfetta? non ammette eccezioni.
                Il filosofo. — Importa moltissimo a noi che non abbiamo messo mai innanzi la struttura del corpo umano ed i fenomeni rivelatori del senso animale come caratteri che distinguono l’ uomo dalla bestia. A quel che vedo la vostra scimmia-uomo è ancora un animale e nulla più. Anzi, se quell’animale, fornito com’è di un organismo che ha una somiglianza perfetta con quello dell’uomo, non ride, non piange, non canta, non suona, non favella, non s’industria, non dà alcun segno d’intelligenza, di raziocinio, di libera volontà; è chiaro che, non dalla perfezione dell’organismo, nè dal principio senziente che lo informa, ma da un principio superiore ad esso e di diversa natura provengono l’intelligenza e la volontà dell’uomo. Confessate dunque ormai che l’animale ragionevole ha, non già un organismo fondamentalmente diverso, ma veramente una diversa natura da quella dell’animale irragionevole. Non per altro sostanzialmente,e già da un pezzo; noi distinguiamo l’uomo dalla bestia. Fino a tanto che si osservavano cosi apprezzabili differenze tra l’organismo dell’uomo e quello delle scimmie, c’era per voi una ragione, o per lo meno un pretesto, di attribuire a semplice perfezione d’organismo ciò che l’uno fa di tanto superiore alle altre. Ora ogni pretesto è levato di mezzo. La vostra scoperta mette finalmente l’ultimo suggello alla verità delle nostre filosofiche e religiose credenze. — Signatum est super nos lumen vultus tui, Domine. — Il Savio antico ti mette il ghiaccio nel cuore quando, assumendo quasi il linguaggio del materialista, ti domanda: che cosa mai distingue gli uomini dallo bestie? muojono gli uomini come le bestie, ed eguale è la loro condizione quaggiù. Gli uni e le altre lo stesso aere respirano; gli uni e le altre, usciti dalla terra, alla terra ritornano. Chi sa dire (osservando tutto quello che si presenta ai sensi quaggiù) se lo spirito dei figliuoli d’Adamo salga in alto, e quello delle bestie discende al basso? Ma qual’è, domanda finalmente, la conclusione di tutto questo? — Time Deum et mandata ejus observa hoc est enim omnia homo. — Temi Dio, e osserva i suoi comandamenti: tutto l’uomo sta qui. L’avere intelletto d’amore: il potere col suo spirito trascendere anche quaggiù i tempi e gli spazi, per immergersi nell’infinito: la Religione infine, in cui si attua, si completa, si assomma tutto il complesso delle umane facoltà. Ecco ciò che distingue l’uomo dai bruti.

                (1) Genesi, I, 26.
                (2) Salmo Vili, 0-S.
                (3) Salmo LXXXI, 6.
                (4) Eccl. III, 19.

              • Credo ha detto in risposta a Francesco Santoni

                Superiore in che cosa?Nel vivere?nel sopprafare gli altri animali?Tu contro un leone secondo te chi vince,ti senti superiore perchè fai arguti ragionamenti astratti? diverso non superiore.

                • Aldo Basile ha detto in risposta a Credo

                  Credo, ma cosa caspita stai dicendo? Hai scritto una valagna di cose senza senso…l’uomo ha la razionalità per cui è superiore all’animale. Ha la nozione di Dio e di infinito, ha la capacità artistica e musicale. Ha la capacità sociale e la moralità. La superiorità tu la intendi solo in senso fisico e questo la dice lunga sulla tua stima verso l’uomo. Io contro il leone? Vinco io perché riesco a costruire un fucile a precisione che fa fuori il leone senza sporcarmi un dito.

                  • Credo ha detto in risposta a Aldo Basile

                    tu sei capace di costruire un fucile di precisione?Tu hai la nozione di Dio?Cioè pensi,credi che esista un Dio. E poi non hai nozioni,ma solo una limitata consapevolezza…io stimo l’uomo come animale diverso….ma non superiore….la nostra superiorità sta solo nell’imperfezione.

                    • Francesco Santoni ha detto in risposta a Credo

                      Hai la stessa idea dell’uomo che aveva Huxley quindi. Ha pertanto fatto benissimo Hadjadj a prendere posizione.

                    • Aldo Basile ha detto in risposta a Credo

                      Ma che tu sia imperfetto ed intelligente quanto una gallina lo abbiamo già capito dal tuo allegro e fastidioso trolleggiare da un articolo all’altro con sciocchi argomenti. Io uomo sono capace di costruire un fucile di precisione, l’animale non ha mai imparato. Vinco io perché sono superiore razionalmente. La tua visione è completamente masochista e antiscientifica, ma non credo tu possa aspirare a molto altro.

                  • Credo ha detto in risposta a Aldo Basile

                    l’imperfezione non è una cosa cattiva,gli animali nascono tutti con un determinato scopo ad es. il leone sarà un leone. Invece l’uomo sarà sì uomo,ma potrà determinarsi ontologicamente e cercare un proprio scopo nella vita.

                  • Credo ha detto in risposta a Aldo Basile

                    un’ulma cosa Aldo….tu sei capace di costruire un fucile,ma per favore sarebbe gia tanto se riuscissi a costruire una lancia senza ucciderti…. 🙂

                    • Aldo Basile ha detto in risposta a Credo

                      Su quali basi affermi questo? Ci conosciamo per caso?

                    • Credo ha detto in risposta a Credo

                      Scusa Aldo,ma costruire un fucile di precisione non mi sembra una cosa facile e non volevo offenderti con l’ironia della lancia

        • Contedduca ha detto in risposta a Credo

          Secondo te l’uomo è un animale come tutti gli altri, per me purtroppo no.
          Secondo te la natura dell’uomo è uguale a quella del topo o dello scimpanzè, io non credo.
          Gli animali sono sottomessi all’istinto, non possono sottrarsi a ciò che gli comanda come dici tu “la legge di natura”.
          L’uomo non è sottoposto ad istinti ma a pulsioni cose che, ok ce le hai, ma se stai facendo altro, oppure decidi di non fare, puoi farlo.
          L’uomo è dotato di una ragione che gli permette di programmare il futuro (meglio l’uovo oggi o la gallina domani…) questo gli animali non lo fanno se non alcuni, e solo in certi momenti, perchè sono organismi così semplici che vivono esclusivamente di comportamenti programmati, riflessi.
          Tutto quello che tu pensi appartenga alla nostra natura, non appartiene alla nostra natura.
          La nostra natura è capace di essere responsabile, nel senso che è capace di rinunciare ad un bene immediato nella visione di un bene maggiore futuro.
          La nostra natura ha bisogno di darsi delle leggi proprio perchè non è governata dagli istinti, ma potrebbe essere capace anche di vivere senza leggi.
          L’uomo è capace di avere una morale che gli animali non hanno, ma non perchè siano stupidi, ma perchè non ne hanno bisogno, la loro morale è l’istinto.
          La natura animale è uguale per tutti gli animali.
          La natura umana non è animale è umana.

          • Valerio ha detto in risposta a Contedduca

            Quoto Contedduca, grazie!

          • Credo ha detto in risposta a Contedduca

            Sono d’accordo con te,in noi coesistono la natura animale e divina,dopotutto le pulsioni di fondo sono quelle degli animali,ma abbiamo la ragione.

            • Contedduca ha detto in risposta a Credo

              Aridaje…
              Quindi natura animale+natura divina uguale Uomo? Quindi Dio sarebbe inferiore a noi in quanto gli manca la natura animale…

              Ho già scritto che se le nostre sono pulsioni allora non siamo animali perchè gli animali sono istintivi.
              Quindi la natura animale nell’uomo non esiste.
              La natura dell’uomo è umana e non dipende solo dalla ragione.
              Non dire che sei d’accordo con me e poi ripeti quello che hai detto tu.

      • Credo ha detto in risposta a Riccardo

        la mia replica è sotto

  7. DanteCattolico ha detto

    Io sono un appassionato di Dante Alighieri (come dice il mio nickname) e ho perfino una bellissima edizione della Divina Commedia. Chiunque sia questo Julian Huxley (perchè, scusate, non ne so niente) e visto che ha creato una base d’appoggio per l’UAAR, direi che è molto meglio Dante Alighieri!!!

  8. Don Tullio ha detto

    Credo, ….tu ovviamente non credi all’esistenza del diavolo e non conosci satana, vero? ….Se lo conoscessi capiresti molto bene che ciò che tu dici è ispirato da satana, io sono stato esorcista e lo so bene!!….vedrai …..vedrai….Satana sa nascondersi bene fino al momento opportuno e poi ti farà pagare un conto salatissimo per la tua evidente leggerezza.

    • Tiziano ha detto in risposta a Don Tullio

      Don Tullio, innanzitutto benvenuto! Posso farti una domanda circa gli esorcisimi? Perché non vengono studiati e ripresi proprio come avviene per le manifestazioni della Vergine Maria? Perché non si usa avviare indagini scientifiche approfondite anche in questo campo?

    • Francesco Santoni ha detto in risposta a Don Tullio

      Don Tullio, potrebbe fornirci qualche riferimento affidabile in internet riguardante l’esorcismo? Come lei saprà meglio di noi si tratta di un argomento per il quale è facele trovare notizie inattendibili. In internet c’è qualche buon sito informativo in proposito?

    • Credo ha detto in risposta a Don Tullio

      Don Tullio parli con me che hai scritto Credo?Se parli con me perchè mi accusi di “evidente leggerezza”,cosa ho scritto di male….tanto che satana mi farà pagare il conto?

  9. Francesco Santoni ha detto

    A proposito del tema trattato nell’articolo, colgo l’occasione per segnalare che purtroppo anche Alexis Carrel, premio Nobel per la medicina e convertitosi al cattolicesimo dopo aver personalmente costatato i miracoli di Lourdes, non fu purtroppo molto distante dalle posizioni di Huxley sull’eugenetica, come testimoniano le pagine sull’argomento nell’opera di Carrel ‘L’Homme, cet inconnu’, scritto ben dopo la sua conversione, nonché molte delle sue ricerche. Purtroppo neanche la sua conversione fu in grado di scalzare da lui il pensiero positivista su cui si era formato e che storicamente è all’origine dell’ideologia eugenetica. C’è da avvertire che ancora oggi in molta apologetica cattolica Carrel viene presentato come una figura esemplare, ma questo è un grave errore, perché molti cattolici potrebbero, decidendo di approfondire il pensiero di Carrel, leggere le sue pagine sull’eugenetica ed accettarne passivamente i contenuti, in quanto qualche apologeta ha già loro presentato Carrel come un buon cattolico. La miglior apologetica è sempre la verità. Carrel era sicuramente sincero nella sua conversione e scrisse cose interessanti sui miracoli di Lourdes, ma le sue posizioni sull’eugenetica sono inaccettabili per i cattolici, e questo deve essere detto.

    • Rego ha detto in risposta a Francesco Santoni

      Questa posizione fu dopo la conversione? E per quanto tempo durò?

      • Francesco Santoni ha detto in risposta a Rego

        Credo in pratica per tutta la vita. Non mi risulta che abbia mai rinnegato queste idee. Il suo libro viene ancora stampato tale e quale. Non ne fece mai alcuna correzione.

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