I cattolici e Donald Trump, manca un giudizio equilibrato
- Ultimissime
- 17 Gen 2025
Il giudizio dei cattolici su Donald Trump è polarizzato come il resto dell’opinione pubblica. Perché siamo incapaci di valutare assieme pregi e difetti del futuro presidente americano, senza doversi per forza schierare?
Tutto pronto per la cerimonia di insediamento di Donald Trump del prossimo 20 gennaio. L’attenzione verso la sua figura continua però a polarizzare non solo l’opinioni pubblica, ma anche il mondo cattolico.
Abbiamo già accennato alla necessità di un giudizio equilibrato, fondato sui principi della Dottrina Sociale della Chiesa, soprattutto alla luce delle sfide etiche e morali che il prossimo mandato presidenziale americano potrebbe comportare.
I commenti che emergono sembrano incapaci di guardare insieme pregi e limiti, come se verso Trump bisognasse per forza schierarsi: completamente a favore o completamente contro.
I cattolici di sinistra e Trump: immigrazione
Per fare qualche esempio, da una prospettiva più “progressista”, se proprio bisogna usare questa etichetta, le critiche verso Trump si concentrano prevalentemente sulla sua politica migratoria.
Le “deportazioni di massa” promesse suscitano giustamente forte preoccupazione, sollevando interrogativi etici profondi.
Recentemente ne ha parlato William McCormick, docente del Dipartimento di Scienze politiche alla Saint Louis University, sul primo quaderno del 2025 de La Civiltà Cattolica.
Il gesuita ha sottolineato le comprensibili preoccupazioni della Conferenza Episcopale Americana per le politiche migratorie di Trump e di «crisi morale, legale e di sicurezza pubblica» se davvero dovesse verificarsi lo «scatenamento delle operazioni di ricerca e sequestro di massa in tutta la nazione» per i residenti irregolari e per le loro famiglie e comunità legalmente riconosciute.
La Chiesa cattolica ha sempre sottolineato innanzitutto l’importanza dell’accoglienza e della dignità umana, specialmente verso i più vulnerabili, tra cui migranti e rifugiati. Ignorare l’impatto umano e sociale di simili politiche significherebbe tradire uno dei pilastri fondamentali del messaggio evangelico: “Ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25,35).
E’ anche vero che Papa Francesco è stato molto più articolato di quanto si voglia far passare, sostenendo anche il “diritto a non emigrare” e ricordando che «un popolo che può accogliere ma non ha possibilità di integrare, meglio non accolga. Lì c’è il problema della prudenza».
Il Papa si è dunque speso per un «accogliere ragionevole», richiamando alla prudenza «perché un Paese deve accogliere tanti rifugiati quanti può e quanti può integrare».
In questo dossier abbiamo raccolto questi e altri pronunciamenti di Papa Bergoglio sull’immigrazione “censurati” o dimenticati dai grandi media.
Tornando al caso di Trump, ci si può confrontare se gli Stati Uniti siano o meno in grado di attuare questa accoglienza prudente oppure siano realmente costretti alle deportazioni di massa e all’innalzamento di muri di separazione al confine con il Messico.
Una pratica, quest’ultima, che non è un’idea esclusiva di Donald Trump ma è stata difesa anche dal democratico progressista Joe Biden, il quale ha perfino costruito un nuovo tratto.
Anche su questo i “cattolici di sinistra” sembrano spesso avere qualche amnesia, sorvolando sul sostegno di Biden e manifestando (legittime) preoccupazioni e dissenso solo nei riguardi di Trump.
Allo stesso tempo non c’è mai alcun accenno alle ottime intenzioni del futuro presidente americano di voler attuare serie iniziative a favore della natalità, contrastando anche quella che Papa Francesco denuncia costantemente come la “colonizzazione ideologica” moderna, cioè le politiche gender.
I cattolici di destra e Trump: aborto
Sul fronte opposto, molti cattolici di orientamento conservatore apprezzano le iniziative di Trump a favore della difesa della vita nascente, del contrasto all’ideologia di genere e della battaglia contro la cultura woke.
Questi temi, indubbiamente rilevanti per il magistero cattolico e per l’attuale Pontefice, evidenziano un impegno nel riaffermare valori fondamentali messi in discussione nelle società occidentali contemporanee.
Trump si è definito un “candidato pro-life” in campagna elettorale, impegnandosi a restringere la possibilità di accedere all’interruzione di gravidanza solo nei casi di stupro, incesto e in cui è in pericolo la vita della madre.
Tuttavia, anche in questo caso un giudizio equilibrato richiederebbe di non chiudere gli occhi di fronte agli aspetti problematici della sua agenda politica.
A frenare gli entusiasmi non c’è solo il grande tema dell’immigrazione, di cui abbiamo già parlato, ma anche l’ampio sostegno del tycoon alla fecondazione in vitro di cui si è definito “il padre”, tanto da voler rendere obbligatorio il finanziamento pubblico.
Una pratica che il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce “moralmente inaccettabile” in quanto, tra le altre cose, prevede un’ampia distruzione di embrioni umani.
I cattolici e la politica, dov’è la novità di sguardo?
Per i cattolici, il rischio di schierarsi ciecamente con un’unica prospettiva è reale.
Con il suo “vagliate tutto e trattenete ciò che vale”, San Paolo ci ha esortati a una presenza sociale e politica innovativa, intelligente e non appiattita sul proprio schieramento ideologico.
Sono capaci tutti di difendere strenuamente il proprio beniamino politico o attaccare quello altrui. Dov’è la novità di sguardo di cui siamo portatori?
In un contesto tanto polarizzato, i cattolici sono chiamati a un discernimento maturo, che non si limiti a opporre destra e sinistra come tutti, ma esercitando un giudizio critico che vada oltre la semplice affiliazione ideologica, mantenendo la fedeltà al Vangelo come criterio ultimo.
La sfida, certamente non facile, è costruire una visione politica capace di integrare il rispetto per la dignità umana, l’attenzione ai più deboli e la difesa dei valori cristiani in modo coerente e credibile.
2 commenti a I cattolici e Donald Trump, manca un giudizio equilibrato
Questo è un articolo troppo elevato per l’utente cattolico medio del web e penso per la popolazione media mondiale che si scanna ogni giorno per difendere il proprio rappresentante politico
Purtroppo quello che ancora non capiamo è che in quanto cattolici non possiamo schierarci a prescindere con un partito o un colore politico: dobbiamo essere pronti a sostenere ciò che di buono viene fatto da una o dall’altra parte così come a denunciare ciò che di male viene fatto. Personalmente quando sento parlare di cattolici “tradizionalisti” o “progressisti” (soprattutto tra i sacerdoti) provo una forte rabbia e penso che entrambe queste cose facciano profondamente male alla Chiesa. Noi non possiamo essere di sinistra o di destra perché sì. Noi dobbiamo essere di Cristo.