Burkina Faso, boom di vocazioni: seminari al completo
- Ultimissime
- 16 Gen 2025
I seminari del Burkina Faso non bastano più per accogliere i giovani che scoprono la vocazione sacerdotale. Ne parla il rettore del seminario di Ouagadougou, raccontando come avviene la formazione e il pericolo dovuto al terrorismo islamista.
Emergenza vocazioni: ce ne sono troppe! Il numero di seminaristi è così alto che non c’è più posto nei seminari.
E’ quanto accade in Burkina Faso, nell’Africa occidentale e se pensiamo ai seminari italiani quasi vuoti è uno scenario davvero strano da immaginare.
Burkina Faso, non c’è più posto nei seminari
«Abbiamo diviso le stanze del seminario in piccole unità separate da tramezzi per accoglierli», spiega padre Guy Moukassa Sanon alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Padre Sanon è rettore del seminario maggiore dei Santi Pietro e Paolo a Kossoghin, villaggio della capitale Ouagadougou.
Ed effettivamente se ci si reca sulla pagina Facebook del seminario si apprezza la grande vitalità delle attività e la partecipazione dei seminaristi.
Nonostante la creazione di nuove stanze all’interno del seminario, ha proseguito il rettore, «queste condizioni sono lungi dall’essere ideali per i loro studi e, inoltre, non sono comunque sufficienti. Per questo siamo stati costretti ad accogliere 22 seminaristi altrove e a mandarne altri 11 in un seminario in Mali».
La formazione dei sacerdoti e i motivi delle vocazioni
La preoccupazione maggiore dei formatori è sulla buona formazione dei futuri sacerdoti, che «sappiano dare un’autentica testimonianza della loro fede» e che «abbiano un vero incontro personale con Cristo, che il Vangelo sia il loro cibo e la loro passione».
Il rettore del seminario racconta inoltre che per le festività natalizie molti giovani sono rimasti in seminario, perché rientrare a casa avrebbe significato mettere a rischio la vita. E’ già capitato che qualcuno venisse ucciso negli anni scorsi: quasi il 40% dei giovani proviene da diocesi della “zona rossa”, quelle gravemente colpite dal terrorismo islamico.
Eppure, nonostante ciò, il numero di seminaristi nel Paese continua ad aumentare. Solo nel seminario di Ouagadougou i futuri sacerdoti sono cresciuti da 254 dell’anno accademico 2019-2020 a 281 de 2024-2025. E molti di loro hanno genitori musulmani.
Ma perché così tanti giovani burkinabé scoprono la vocazione sacerdotale?
Secondo il rettore del seminario, la Chiesa cattolica del Burkina Faso sta agendo in maniera proficua e credibile e poi è molto facile che questi giovani incontrino nella loro vita persone che sappiano «testimoniare l’amore di Cristo in modo evidente». Il risveglio di una vocazione, inoltre, è più facile lì piuttosto che «in un contesto materialista dove non ci si aspetta nulla da Dio».
A nostro avviso conta molto il fatto che la fede, e perfino la vita, non siano affatto scontate. La persecuzione dei cristiani è forte in Burkina Faso, i gruppi terroristici spesso uccidono le persone senza distinzione, che siano musulmane o cristiane. Altre volte vogliono imporre la sharia, prendendo di mira direttamente i cristiani.
Il terrorismo in Burkina Faso e l’odio verso i cristiani
Chi decide di essere cristiano lo fa, ogni giorno, mettendo a rischio la vita, la fede è incarnata nella vita quotidiana e non culturalmente ridotta a un’abitudine ereditata, come in Occidente, dove il rischio di considerarla “ovvia” non permette più di toccare l’esistenza.
Dal 2015 il Burkina Faso, cristiano per circa il 25%, è diventato un focolaio di estremismo islamista e i sacerdoti sono sempre più presi di mira dai terroristi.
Per questo la campagna natalizia di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN) si è concentrata nel 2024 a favore dei cristiani burkinabé. E’ possibile sostenere concretamente l’opera della fondazione pontificia seguendo le istruzioni in questa pagina.
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