Perché pregare davanti a una statua o un’immagine?

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I cattolici adorano le statue? Perché la Chiesa è piena di statue nonostante la Bibbia dica di non farsi idoli? Che senso ha pregare davanti a una statua o un’immagine? Nuova puntata della rubrica Risposte cattoliche.


 

Nuova puntata della rubrica Risposte cattoliche.

La domanda a cui rispondiamo è: che senso ha per i cattolici pregare davanti a una statua? Perché raccogliersi in preghiera davanti a un’immagine, come quella della Vergine Maria o di un Santo?

In fondo si tratta solo di statue o immagini, e si potrebbe tranquillamente pregare anche senza di esse.

I fratelli protestanti ci accusano di idolatria, quasi come se venerassimo le statue stesse. Ma non è così. Allora, qual è la ragione?

Riportiamo qui sotto la risposta di padre Angelo Bellon, domenicano e docente di Teologia morale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.


 

di padre Angelo Bellon*
*domenicano e teologo

da Amici Domenicani, 18/03/17

 

Perché pregare davanti a una statua?

E’ vero, i santi non sono nella statua. Ma ne sono un richiamo.

Proprio perché non siamo fatti soltanto di anima, ma di anima e di corpo, e il nostro corpo è dotato di sensi, abbiamo bisogno di vedere, di toccare.

Quante volte la vista dell’immagine di un santo o della Beata Vergine o di Nostro Signore sono stati per noi l’occasione per prorompere in un’invocazione di aiuto o in un atto di lode e di ringraziamento? Cosa che non avremmo fatto se non fossimo stati stimolati dall’immagine.

 

I cattolici e le immagini dei Santi

Anche gli antichi sentivano il bisogno di fare le immagini degli eroi per perpetuarne la memoria. Il loro ricordo era prezioso.

Lo sentivano come un gesto di riconoscenza per il bene fatto e come un segno e un richiamo per tutti ad imitare le loro gesta.

Per noi invece c’è qualcosa di ben di più perché le immagini dei santi non sono immagini di defunti, ma di coloro che vivono per sempre.

C’è un legame profondo che ci mette in una comunione di vita con loro. Questo legame è la carità, un amore soprannaturale che ci unisce a Dio e nello stesso tempo ci apre e ci unisce gli uni gli altri, e in particolare con gli abitanti del cielo.

È come un acquedotto che fa passare le nostre preghiere e i nostri desideri nel loro cuore e nello stesso tempo fa giungere a noi le grazie che ci ottengono con la loro intercessione.

Questo è il senso delle immagini sacre custodite nelle nostre case e anche nei nostri giardini.

Si tratta di un legame che rende presenti e operanti i Santi nella nostra vita, nelle nostre attività e nelle nostre case.

 

Le immagini sono oggetto di venerazione?

Le immagini e le statue non sono dunque il nostro Dio, ma sono segni cari e preziosi.

Dio stesso nell’Antico Testamento ha comandato di fare immagini, di angeli e di cherubini (Es 25,18-20) perché la loro vista ci mettesse in comunione con loro e potessimo godere della loro protezione e della loro intercessione.

L’ha comandato, potrei dire, a dispetto di coloro che anche oggi leggono la Bibbia solo a metà stravolgendone il significato e continuano a ripetere che Dio ha proibito di fare immagini.

Con l’augurio di vivere sempre in comunione con i santi, che indubbiamente sono i nostri amici più preziosi, più fedeli e più potenti, vi benedico e vi ricordo nella preghiera.

 


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