Elon Musk, perché è diventato l’incubo della cultura woke

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Elon Musk e la cultura woke. Il video della settimana è dedicato all’uomo più potente del mondo e al suo dialogo con lo psichiatra Jordan Peterson, nel quale ha giurato di distruggere “il virus mentale woke”


 

L’ideologia woke l’ha fatta grossa: ha radicalizzato Elon Musk.

Oltre a essere l’uomo più ricco del mondo, è da poco diventato uno dei più potenti e influenti politici del mondo grazie al suo ruolo primario nel futuro governo degli Stati Uniti. E’ inoltre proprietario tra le altre cose di X, uno dei social media più utilizzati.

Non proprio la persona giusta da fare arrabbiare.

Progressivamente Musk è diventato il principale avversario della cosiddetta “cultura woke”.

Con tale termine si intende l’intollerante ideologia del politicamente corretto che per imporsi non ha remore nel cancellare le differenze (tramite la censura, “cancel culture“) e a manipolare la realtà (anche quella biologica, “gender theory“).

 

 

Perché Elon Musk ha acquistato Twitter nel 2022

Pochi in Italia sanno che perché Musk ha deciso di acquisire Twitter.

Nell’ottobre 2022, infatti, divenne proprietario del noto social network per 44 miliardi di dollari perché pochi mesi prima, nel marzo 2022, l’account satirico The Babylon Bee fu bannato per aver twittato: “L’uomo dell’anno è Rachel Levine”.

Un riferimento satirico al viceministro alla Salute degli Stati Uniti voluto da Joe Biden, un transgender vestito da donna.

Poco tempo prima si era già convinto che la censura di Twitter ai danni dell’allora presidente Trump e nei confronti dello scandalo del figlio di Biden, Hunter Biden, avessero pesantemente condizionato le elezioni americane del 2020.

Per lui furono la goccia che fece traboccare il vaso, come è stato sottolineato.

La decisione di Musk di consentire la libertà di parola e di satira sulla piattaforma ha avuto probabilmente un impatto aggiuntivo sulle recenti elezioni del 2024.

 

I figli e le ombre di Elon Musk

Ma ciò che ha veramente radicalizzato Musk, come ha spiegato lui stesso, è stata l’identificazione come transgender del figlio Xavier. All’età di 18 anni ha cambiato il nome in Vivien, modificando anche il cognome per allontanarsi dal padre.

E’ possibile che lo stesso comportamento di Musk abbia avuto delle responsabilità in questo.

Alcuni critici fanno infatti notare che è stato un padre assente, pluridivorziato e plurisposato, ha fatto nascere alcuni figli da madri surrogate e ha giocato con i loro nomi condannandoli a chiamarsi Techno Mechanicus, Exa Dark Sideræl, X AE A-Xii.

Ha consumato droghe leggere pubblicamente e ha affermato di assumere piccole quantità di Ketamina, anche se sotto prescrizione medica per alleviare alcuni stati mentali negativi simili alla depressione.

Un profilo personale abbastanza controverso.

 

Elon Musk, l’incubo della cultura woke

Tuttavia Elon Musk ha interamente attribuito le colpe della confusione identitaria del figlio Xavier all’ideologia gender.

Ne ha parlato apertamente in una conversazione, diventata virale, con lo psichiatra Jordan Peterson.

Qui sotto il video da noi tradotto e pubblicato sul nostro canale YouTube:

«Mio figlio Xavier è morto, ucciso dal virus mentale woke», afferma Musk nel video. Prima di concludere: «Ho giurato di distruggere il virus mentale woke, e stiamo facendo dei progressi».

 

La cultura woke destinata all’estinzione?

Certamente uno dei progressi più importanti in questo senso da parte di Elon Musk è stato favorire l’elezione del futuro presidente americano, Donald Trump, che, tra vari aspetti problematici ha perlomeno il merito di essere anch’egli un nemico giurato della woke culture.

Il movimento transgender, in dieci anni, è passato dal conquistare la copertina del Time nel 2014 con il titolo “The Transgender Tipping Point” (“Il punto di svolta transgender”) a portare alla Casa Bianca l’accoppiata Trump/Musk nel 2024.

Come abbiamo già osservato, questi dieci anni potrebbero essere visti in futuro come l’ascesa e la caduta dell’ideologia woke in America.

 


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Autore

La Redazione

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