Don Ambrogio Mazzai, due parole con il prete star di TikTok

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Don Ambrogio Mazzai, parroco a Verona e TikTok. Nell’intervista del venerdì dialoghiamo con il famoso sacerdote, autentica star dei social italiani. Volto giovane e coerente della Chiesa.


 

Più volte i nostri lettori più giovani ci hanno parlato (bene) di don Ambrogio Mazzai.

Ma chi è don Ambrogio Mazzai? E’ un giovane e attivo prete (30 anni) da due mesi parroco presso la Parrocchia Spirito Santo di Verona che da qualche tempo dedica una piccola parte del suo tempo all’evangelizzazione sul web.

Al momento lo seguono 90mila follower su Instagram e 370mila su TikTok.

Una testimonianza cattolica molto interessante, diretta, sintetica e soprattutto coerente.

In queste ore i grandi quotidiani si stanno copiando a vicenda riportano la banale polemica di alcuni esponenti politici di Verona vicini al sindaco Damiano Tommasi che hanno reagito a un video di don Ambrogio.

Nel filmato il don lamentava lo spreco di denaro pubblico per l’installazione di un ambiguo abete fucsia comparso davanti alla sua parrocchia, senza alcuna connessione con il Natale, tanto che i suoi follower hanno commentato richiamando le parole informali di Papa Francesco: “C’è troppa frociaccine”.

Nella nostra odierna puntata dell’intervista del venerdì parliamo anche di questo con don Ambrogio Mazzai.

 

Don Ambrogio Mazzai, la parrocchia di Verona e il web

DOMANDA – Don Ambrogio, iniziamo subito da una domanda classica: come è nata l’idea di vivere la tua vocazione sacerdotale anche sul web?

RISPOSTA – E’ nato tutto per caso, anche se il “caso” non esiste.

Un ragazzo della parrocchia tre anni fa mi propose di fare dei video su TikTok. A quell’epoca usavo i social privatamente e consideravo TikTok un ambiente adolescenziale o pre-adolescenziale, ero molto scettico nel pubblicare contenuti per ragazzini e ragazzine interessati ai balletti, e a cui magari non importava nulla della fede.

Questo mio parrocchiano ha però insistito molto e così ho provato. La cosa è letteralmente esplosa in maniera virale, un fenomeno interessante che mi ha fatto rendere conto quanta curiosità ci sia sulla fede, quanto interesse di capire. Ho ricevuto tantissime domande da piccoli e giovanissimi, ma anche da parte degli adulti.

Ho così intravisto quest’opportunità che neanche immaginavo.

 

DOMANDA – Questa opportunità la cogli anche partecipando a dirette particolari, dove si parla “terra-terra” anche di sessualità e con linguaggi espliciti da parte dei giovanissimi partecipanti (vedi il canale “La Tana del Frerito”). Come vivi questa esperienza?

RISPOSTA – Diciamo che la notorietà ti porta ad essere cercato da tanti personaggi e da tanti spazi sul web, non ho accettato sempre tutto anche per il tempo a disposizione.

Sono effettivamente dibattiti su cose molto ordinarie, molto “terra-terra”, ma riconosco che c’è sempre una possibilità di testimonianza. E serve una presenza in questi dibattiti sul web che non sia schierata su un’unica visione, perché anche laddove c’è un contraddittorio la parte cristiana non viene mai rappresentata.

Per questo ritengo sia importante essere presenti anche lì, indipendentemente che sia io a farlo.

 

Il rischio di esibizionismo e i video su TikTok

DOMANDA – Ci sono anche dei rischi per chi partecipa alla “Chiesa in uscita” di cui parla spesso Papa Francesco. Ci riferiamo alla tentazione di crogiolarsi nella notorietà, nei numeri, nel perdere se stessi nell’esibizionismo come accaduto a padre Matthieu Jasseron, anch’egli star di TikTok (di orientamento progressista) che ha lasciato da poco l’abito talare.

RISPOSTA – Mi spiace innanzitutto per questo sacerdote, mio confratello.

Ritengo che la notorietà non può essere un fine ma un mezzo per offrire un messaggio più incisivo e che raggiunga più persone. Se una persona fa dell’esposizione sui social il centro della sua vita c’è sì il rischio di un’esposizione narcisistica.

Per quanto mi riguarda ho la fortuna di avere talmente tanti impegni e poco tempo che riesco a dedicarci pochissimi minuti al giorno, è un’attività estremamente limitata nella mia vita personale.

 

DOMANDA – Giusto per capire, quanto ti ci vuole per pubblicare un video?

RISPOSTA – Per fare dei contenuti mi serve pochissimo tempo. Non programmo i video, non faccio montaggi e non edito come fanno gli influencer.

Vengono pubblicati così come li registro, spontanei.

Se questa cosa, questo tipo di testimonianza raggiunge le persone, bene. Se in futuro non sarà più così ben venga, è stata un’esperienza positiva ma non è un assoluto. La mia vita ha altre priorità a cui dedicare il mio tempo.

 

DOMANDA – Tra l’altro ha pubblicato anche due libri, Upsy Daisy: Le domande che non hai mai fatto a un prete (Tau 2023) e “Poco più di un’estate” (Piemme 2023), un romanzo su due giovani che si innamorano vivendo l’oratorio

RISPOSTA – Si, faccio anche uno spoiler visto che sto lavorando su un altro libro, molto simile al primo.

Si parlerà di alcune tematiche sulla fede in confronto con una persona che la pensa diversamente da me, probabilmente uscirà nel 2025.

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Don Ambrogio Mazzai e la polemica sull’abete fucsia

DOMANDA – Bene, magari ne parleremo. Veniamo alla polemica di queste ore sul tuo video in cui parli dell’abete fucsia che il Comune ha installato fuori dalla tuo parrocchia.

RISPOSTA – Alcune persone hanno fornito alcuni significati possibili di questo abete e li ho riportati in un sondaggio al quale hanno partecipato migliaia di persone, scegliendo l’interpretazione che ritenevano più corretta.

Al di là di questo mi sconvolge che dei politici di sinistra mi hanno attribuito un pensiero e delle parole che non ho mai detto, alimentando una sterile polemica politica poi riportata dai giornali.

 

DOMANDA – Qual era il messaggio che volevi trasmettere con quel video?

RISPOSTA – Al di là della bruttura di quest’opera pagata con fondi pubblici, che stride con la sacralità di una chiesa, è più importante valorizzare il presepio.

Dei volontari della nostra comunità cristiana ne hanno realizzato uno che inaugureremo questa domenica, anche i ragazzi della parrocchia hanno partecipato a laboratori di costruzione di piccoli presepi che saranno messi in mostra in chiesa.

Abbiamo spiegato loro che il presepio è un segno cristiano, il più significativo di questo periodo natalizio, che ha anche un significato estremamente impattante in questo tempo di terza guerra mondiale, anche in Medio Oriente. Il presepio fa rivivere quell’ambiente tramite la nascita di Gesù, diventando un segno potentissimo e attuale di pace.

 

DOMANDA – Il sindaco di Verona Damiano Tommasi si dichiara cattolico, voi parroci sentite un sostegno da parte delle istituzioni locali o, come si apprende dai media, si limitano a queste iniziative particolari e ambigue?

RISPOSTA – Purtroppo l’amministrazione comunale è abbastanza schierata politicamente con un’ideologia che non è cristiana e che non sostiene i valori cristiani, sebbene probabilmente il sindaco privatamente abbia delle credenze. Qualcosa che però non posso valutare non conoscendolo personalmente.

Di fatto l’attività della giunta comunale anche dal punto di vista amministrativo, infrastrutturale, di sicurezza della città e della promozione umana, la valuto insufficiente.

 

Da TikTok all’incontro cristiano

DOMANDA – Torniamo infine al tuo ministero sul web. Ci capita spesso che si riscontri in chi ci segue un’approvazione sui contenuti, anche da parte di chi si trova lontano dalla fede. Com’è possibile per queste persone fare il passo dal virtuale all’incontro cristiano vero e proprio che, per necessità, implica sempre un coinvolgimento dell’intera persona con dei volti umani, dei testimoni in carne ed ossa da seguire.

RISPOSTA – I nostri contenuti sul web sono di tipo informativo. La sfida è effettivamente passare dal messaggio comunicato ad avere una relazione con te. Lì allora c’è la capacità di portare avanti un incontro.

Certamente non può ridursi a una relazione digitale con le persone che ci seguono, uno scambio di messaggi o un approfondimento. Deve diventare un incontro personale.

Per quanto mi riguarda l’esperienza che sto facendo di arrivare a grandi numeri, è che una buona percentuale di persone dimostra stima e interesse, chiede un confronto e si confida. E soprattutto, pur con numeri ridotti ma che per me sono un grandissimo motivo di orgoglio, avviene anche un incontro personale.

Spesso vengo invitato nelle scuole o nelle varie diocesi italiane ed è un momento di conoscere personalmente tante persone. E pur rivolgendomi a utenti in tutta Italia, capita spesso che qualcuno prenda la macchina o il treno per venire a parlarmi. Lo trovo molto significativo.

 

Ringraziando don Ambrogio Mazzai della disponibilità, condividiamo qui sotto uno dei suoi visitatissimi video.

@don.ambrogio Rispondi a @utente36789 I preti sono maschi per una scelta di Cristo che noi rispettiamo #chiesa #prete #cristo ♬ suono originale – Don Ambrogio

 


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2 commenti a Don Ambrogio Mazzai, due parole con il prete star di TikTok

  • Laura ha detto:

    Non lo conoscevo! Sono sempre scettica quando vedo i sacerdoti sui social…spesso si tratta di persone che li usano in opposizione alla Chiesa o per dar voce alle loro idee controverse. In questo caso davvero ottima scoperta! grazie

  • Luca B. ha detto:

    Bel tipo! Bravo don!