Miracoli, tra atei e credenti chi è il libero pensatore?

Gli atei sui miracoli: negarli a priori è razionale? Di mentalità aperta? Una riflessione sulla ragionevolezza e sulla libertà di pensiero di credenti e atei di fronte ai miracoli.


 

Negare a priori la possibilità dei miracoli, è una posizione razionale?

E’ facile incontrare atei e agnostici che manifestano il loro scetticismo negando categoricamente l’esistenza dei miracoli in nome dell’impossibilità tout court di tali eventi nel mondo fisico.

Questa però è una posizione tradisce un enorme errore logico. Lo vediamo in questo articolo

 

Gli atei, prima dei miracoli, devono negare Dio

Innanzitutto i miracoli sono possibili fintanto che è possibile l’esistenza di un Dio.

Essendo creatore di ogni cosa, Dio ha infatti la piena facoltà di intervenire nel mondo secondo la sua volontà, i suoi criteri e i suoi termini, indipendentemente dalle leggi che lui stesso ha creato a governo dell’universo.

Senza contare che ciò che chiamiamo “leggi fisiche” sono in realtà descrizioni umane, con tutta la limitatezza del caso, del funzionamento del mondo.

Considerando che non è possibile dimostrare in maniera oggettiva l’inesistenza di Dio (ma neanche l’esistenza, ovviamente), non sarà possibile negare a priori la possibilità di un Suo intervento (o miracolo).

Un ateo semplicemente sbaglia bersaglio se pretende di negare la possibilità dei miracoli.

Dovrebbe andare più a monte e adoperarsi per dimostrare l’inesistenza di Dio e, se vi riuscirà, avrà anche provato automaticamente l’impossibilità dei miracoli.

 

L’indagine storica e i miracoli di Gesù

Questo discorso si applica al presente ma anche a eventi miracolosi che sarebbero avvenuti nel passato, ad esempio quelli attribuiti a Gesù di Nazareth.

Moltissimi ricercatori -credenti e non- indagano ogni giorno il tema dei miracoli del Gesù storico nelle principali università del mondo.

Qui serve però una precisazione fondamentale.

Lo storico non ha alcuna possibilità di affermare che “Gesù ha effettivamente operato miracoli” e, chiaramente, neanche che “Gesù non ha effettivamente operato miracoli”. Stabilire che si trattò di una forza divina, di autosuggestione o di ipnosi va al di là del potere dell’indagine storica.

Piuttosto l’indagine storica può verificare se Gesù compì determinate azioni sorprendenti e straordinarie che furono considerate miracoli da lui stesso e dai suoi contemporanei, oppure se tali resoconti provengano dall’immaginazione creativa del cristianesimo primitivo.

Ciò che lo storico si chiede, dunque, è se determinati episodi siano in qualche modo avvenuti nella vita di Gesù e come lui e i suoi contemporanei li abbiano interpretati, indipendentemente da come sono stati valutati dalla tradizione cristiana successiva.

Il fatto che sia storicamente certo che Gesù di Nazareth si sia attribuito la capacità di operare miracoli, risulta da sempre un boccone indigesto per quei laici che celebrano e valorizzano la figura di Gesù senza considerarlo il Figlio di Dio.

Uno che si attribuisce tali prodigi, infatti, o è un pazzo o è un imbroglione, come ripeteva spesso Jean Guitton.

 

Sui miracoli, chi tra atei e credenti è libero pensatore?

La vera questione però è chi davvero ha una mente aperta, razionale, libera di fronte ai miracoli. Atei o credenti?

Si può rispondere a questa domanda osservando che si tratta di una questione esistenziale: quanto c’è in gioco di fronte ai miracoli nell’ateo e nel credente. O, detta altrimenti, chi ha più da perdere?

Il credente sa bene che l’unico miracolo che dovrebbe ritenere una possibilità reale è la resurrezione di Cristo (e vi sono numerosi argomenti a supporto).<(/p>

Tutti gli altri miracoli attribuiti a Gesù e quelli suppostamene verificatisi nella storia possono tranquillamente essere smentiti, la sua fede non vacillerà.

Al contrario, gli atei sui miracoli si giocano tutto: per mantenere salda la posizione dovranno necessariamente negare aprioristicamente qualunque possibilità.

Ne basterà infatti solo uno per poter vacillare, saranno perciò “ideologicamente” obbligati (per lo meno gli atei convinti) a contrastare qualunque argomentazione a favore della possibilità dei miracoli.

Qual è quindi la posizione più ragionevole? Chi potrà dire di essere davvero un libero pensatore?

Autore

La Redazione

33 commenti a Miracoli, tra atei e credenti chi è il libero pensatore?

  • Cook ha detto:

    Tanto più che, come nota ormai la maggior parte degli storici competenti, non è possibile pensare alla figura storica di Gesù (ovvero ciò che di Gesù può essere conosciuto tramite indagine storica) senza questi eventi percepiti come prodigiosi dai contemporanei (seguaci e avversari) o da Lui stesso. Alcuni si arroccano ancora stupidamente e ottusamente sull’idea delle “invenzioni della prima comunità cristiana”, ma anche questa fantasia è stata ormai in gran parte smontata. Non che ci volesse molto: ho come il sentore che i presenti alla moltiplicazione dei pani non si sarebbero riempiti molto la pancia con una “invenzione”, e che di conseguenza non avrebbero inseguito il Signore per farlo re. Ciò che mi preoccupa è che ci sia stato recentemente anche qualche sacerdote cattolico (diciamolo pure, uno in particolare) che ha seguito queste teorie. Dimostrando grande ignoranza storico, biblistica e teologica.

  • Albert ha detto:

    Chi di dice che un uomo di nome Gesù abbia effettivamente operato miracoli?

    • Katy ha detto:

      E chi dice che un uomo di nome Alessandro Magno combatté effettivamente contro l’Impero Persiano lungo il fiume Granico?

      • Albert ha detto:

        Non so se ti sei reso conto ma tra un miracolo ed una battaglia dire che c’è un abisso in mezzo è riduttivo

        • Katy ha detto:

          Se hai letto l’articolo si parla proprio di questo, ti riporto le parole dell’articolo:

          Lo storico non ha alcuna possibilità di affermare che “Gesù ha effettivamente operato miracoli” e, chiaramente, neanche che “Gesù non ha effettivamente operato miracoli”. Stabilire che si trattò di una forza divina, di autosuggestione o di ipnosi va al di là del potere dell’indagine storica. Piuttosto l’indagine storica può verificare se Gesù compì determinate azioni sorprendenti e straordinarie che furono considerate miracoli da lui stesso e dai suoi contemporanei, oppure se tali resoconti provengano dall’immaginazione creativa del cristianesimo primitivo.

          Quindi non si parla di miracoli, la storia non ha accesso. E la battaglia di Alessandro Magno è equiparabile al dato storico dell’ebreo Flavio Giuseppe che parla di Gesù come taumaturgo (e solo a lui si riferì in questo modo).

          Quindi visto che si possono confrontare i due eventi, ti chiedo: chi dice che un uomo di nome Alessandro Magno combatté effettivamente contro l’Impero Persiano lungo il fiume Granico?

    • Cook ha detto:

      Alla base della sua domanda c’è una scarsa comprensione del testo. Gli storici concordano sul fatto che Gesù abbia operato gesti che i suoi contemporanei hanno ritenuto prodigiosi. Uno storico non può dirti “è un miracolo” e nemmeno “non è un miracolo”, perché questo va oltre le sue competenze. Lo storico non sta lì a interpretare se le guarigioni compiute da Gesù siano state miracolose o meno, si limita ad attestare sulla base delle fonti a disposizione (i Vangeli, ma anche fonti non cristiane) che Gesù fosse percepito come guaritore per ciò che faceva.

      Per quanto riguarda noi credenti, ci basta la testimonianza dei testimoni oculari riportata nei Vangeli e suffragata dallo Spirito Santo. Che nei limiti delle loro mansioni, gli studi storici paiono aver confermato.

      • Albert ha detto:

        Quello che abbiamo su Gesù sono solo narrazioni postume e con interpretazioni diverse l’una dalle altre. Gli storici concordano che ci siano stati dei racconti cui Gesù fa cose che all’epoca erano ritenute miracolose, no che hanno confermato che Gesù facesse queste cose.

        • Cook ha detto:

          Ma l’interpretazione teologica diversa che ne danno gli evangelisti non altera i fatti. Così come il focalizzarsi su dettagli diversi: non è che l’evento della moltiplicazione dei pani cambi o venga smentito se Matteo dice che c’erano 5000 uomini senza contare donne e bambini mentre Luca parla di 5000 uomini senza menzionare donne e bambini. Anzi, proprio il fatto che ci siano delle minime differenze, visto che si tratta di testimonianze messe per iscritto alcuni decenni dopo, ne conferma l’affidabilità (se chiedi a me e un’altra persona di raccontarti lo stesso evento accaduto anche solo un anno fa troverai sicuramente differenze in base al nostro punto di vista).

          Oltretutto continui a non afferrare il punto della questione: i “racconti in cui Gesù fa cose”, come li chiami tu, sono delle fonti. E in quanto tali gli storici devono basarsi anche su esse, soprattutto perché non sono soltanto fonti cristiane. Altrimenti vale tutto, posso dire che ci sono dei “racconti in cui Annibale invade l’Italia” o dei “racconti in cui Colombo scopre l’America”. Ma dal momento che questi racconti ci informano sui fatti sappiamo che Annibale ha invaso l’Italia, Colombo ha scoperto l’America e Gesù di Nazareth tra le altre cose ha compiuto dei gesti percepiti come prodigiosi. Che poi siano stati davvero tali o meno, non sta allo storico dirlo. Per noi sono assolutamente miracoli, tu puoi pensarla diversamente e dare le spiegazioni che preferisci, ma non puoi cancellare i fatti.

          Le parole di un grande studioso come Meier, citate fino allo sfinimento, forse chiariranno meglio la questione: «I criteri della storicità, sempre che non li vogliamo gettare a mare, ci impongono un’immagine di un ebreo palestinese del I secolo capace di compiere azioni sorprendenti, che tanto lui quanto i suoi uditori hanno considerato gesta potenti e miracolose. Estrapolare queste gesta dal ministero pubblico del Gesù storico vuol dire eliminare gran parte di quello che era per lui fondamentale».

          Altro non ho da dire.

        • Katy ha detto:

          Gli storici concordano che ci siano stati dei racconti cui Gesù fa cose che all’epoca erano ritenute miracolose, no che hanno confermato che Gesù facesse queste cose.

          E’ esattamente quello che c’è scritto nell’articolo!!! Deduco che non hai letto nulla e ti sei precipitato a commentare. Però questo non dimostra affatto mentalità aperta, scusami.

          Quello che abbiamo su Gesù sono solo narrazioni postume e con interpretazioni diverse l’una dalle altre.

          Gli eventi che documentano gli atti di Gesù sono i più vicini e i più validi di qualunque altro personaggio storico dell’antichità. Ti sei mai chiesto a quando risalgono le prime fonti storiche su Alessandro Magno? Prova a fare una ricerca e poi mi dici.

  • Albert ha detto:

    Nella parte in cui si parla del fatto che gli atei devono negare l’esistenza di Dio ecc, viene presentata come una cosa scandalosa, e invece è perfettamente coerente: se uno mi porta un’argomentazione X, si deve base si presupposti certi, viceversa se le premesse di un’argomentazioni sono false o incerte l’argomentazione non ha senso di esistere. Partendo da una premessa falsa o incerta si può dimostrare qualunque cosa.

    “Considerando che non è possibile dimostrare in maniera oggettiva l’inesistenza di Dio (ma neanche l’esistenza, ovviamente), non sarà possibile negare a priori la possibilità di un Suo intervento (o miracolo).”
    C’è un problema con questa premessa: essa può applicata a qualsiasi divinità possibile ed inimmaginabile

    • Katy ha detto:

      Partendo da una premessa falsa o incerta si può dimostrare qualunque cosa.

      Ti sei perso completamente l’articolo. Se Dio esiste, i miracoli non sono affatto “premesse false o incerte”. E considerando che il 99% degli uomini apparsi sulla Terra ha aderito all’idea che Dio esiste, di conseguenza non è affatto una “premessa falsa o incerta”.
      E il fatto di chiudere a prescindere qualunque discussione sancendo che i miracoli sono “premesse false” dimostri proprio che non sei un libero pensatore ma sei costretto ideologicamente a chiudere subito qualunque apertura anche se non è affatto necessario.

      • Albert ha detto:

        La premessa è “Dio esiste” non che i miracoli esistono.
        E poi il 99% degli uomini aderisce all’idea che Dio esiste? Ma quando mai!

        • Katy ha detto:

          Sei in una fase di scontro ideologico (confermando la tesi dell’articolo!!!) quindi non stai leggendo ciò che ti viene detto come non hai letto l’articolo.

          Stai sostenendo che l’esistenza di Dio sarebbe una “premessa falsa o incerta”.
          Ti stai sbagliando di grosso, se fosse una premessa falsa o incerta nessuno aderirebbe invece il 99% degli uomini passati sulla terra ha riconosciuto un Creatore. L’ateismo è nato ieri dal nichilismo e dal consumismo edonista occidentale. Quindi Dio non è una premessa incerta.

          Essendo Dio una premessa probabile, i miracoli sono probabili. Se Dio esiste, può decidere di intervenire come vuole.
          Mettiti l’anima in pace e leggi quello che gli altri ti rispondono per favore.

    • Katy ha detto:

      C’è un problema con questa premessa: essa può applicata a qualsiasi divinità possibile ed inimmaginabile

      Non c’è alcun problema perché dipende dagli attributi di questa divinità. Se si intende un Creatore esterno all’Universo che mantiene in essere l’esistenza allora non c’è modo di provarlo o negarlo in maniera oggettiva, qualunque altra divinità si può dimostrare come falsa. Ad esempio quella pagana o panteista, dove dio è parte della creazione, si può provare come falsa.

      • Albert ha detto:

        Ma anche Dio si può si può dimostrare falso:
        -Come può esistere un dio che ammette onniscieza e libero arbitrio?
        -Perchè un dio onnipotente dovrrebbe aspettare miliardi di anni per creare l’universo e la terra?
        -Perchè un dio dovrebbe creare un mondo popolandolo con una specie speciale sapendo che lee cose non finiranno bene?
        -Come può un dio essere onnipotente? (Parabosso della roccia)
        E’ un pò improbabile che un dio con questi attributi possa esisteere

        • Cook ha detto:

          – problema già risolto da secoli. A prescindere dal fatto che conoscere una cosa non vuol dire determinarla o predeterminarla, Dio conosce gli esiti di tutte le possibili scelte, i cosiddetti “futuribili” che diventano effettivi quando un uomo prende una scelta. Dio sa quali scelte puoi prendere e quali conseguenze avrà ciascuna scelta, ma non ha già scelto per te.
          – falso problema: il tempo inizia quando Dio crea. Dio vive nell’eternità, non ha aspettato “miliardi di anni” perché semplicemente non ha tempo. Quanto al fatto che ci siano voluti miliardi di anni perché l’universo diventasse in un certo modo, a me pare solo l’ennesima prova della razionalità del tutto. Dio dà delle leggi alla natura ed essa le segue, e solo Dio stesso può intervenire al di là di tali leggi.
          – falso problema: chi ha detto che le cose non finiranno bene? Per noi cristiani il mondo va incontro al Signore che viene nella gloria. Dal momento che Cristo ci ha liberati dal peccato, ognuno sceglie liberamente se accettare questo incontro o meno. Dio ha stabilito il finale del film se vuoi, ma la scelta di partecipare o meno al film sta a noi.
          – problema che non si pone: come hanno fatto notare diversi filosofi, si stanno applicando categorie logiche e immanenti come quella del dover “spostare la roccia” a un essere trascendente. E pur volendo applicare delle categorie logiche, anche la logica viene di Dio, per cui se Dio sceglie di limitarsi seguendo la logica resta pur sempre onnipotente.

          • Albert ha detto:

            Può dimostrare tutto?

            • Cook ha detto:

              Se potessi dimostrare scientificamente ogni caratteristica di Dio (che essendo trascendente va oltre la scienza, anche se non oltre la ragione) non ci sarebbe bisogno di fede, dunque non ci sarebbe ragione di scegliere. Lei forse non riesce andare al di là di ciò che vede e misura, il che seguendo il ragionamento proposto dall’articolo denota una certa chiusura mentale. A me può anche far piacere discutere se questo può essere di beneficio a qualcuno, ma questi sono non-problemi già risolti da molto tempo. A me poi, con l’aiuto dello Spirito Santo, basta che il Figlio di Dio si sia fatto uomo per rivelare il volto del Padre. Buona serata.

          • Albert ha detto:

            E allora se la logica non è applicabile ad un essere trascendente, non usate la logica per dimostrare l’esistenza di Dio.
            2+2 è uguale sempre a 4.

            • Cook ha detto:

              Attenzione. Usare la logica per avvicinarsi alla conoscenza razionale di Dio non equivale a rinchiudere Dio in categorie esclusivamente logiche. Non c’è peggior sordo…

              • Albert ha detto:

                Non siete diversi dagli ebrei o dai musulmani: quando la logica non vi aiuta più ponete il vostro Dio fuori da essa.
                E a sto vale tutto.

                • Cook ha detto:

                  Non si tratta di porlo fuori. Dio è trascendente. Il Vaticano I afferma che “la Santa Madre Chiesa ritiene e insegna che Dio, principio e fine di ogni cosa, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione umana a partire dalle cose create”. Dunque la logica e la ragione ci aiutano eccome a conoscere Dio. Ma ciò non vuol dire che Dio si risolva interamente nella logica e nelle cose create, altrimenti non sarebbe più Dio. A me pare che sia lei a non essere diverso a tanti altri atei che lo sono per partito preso…

                  • Albert ha detto:

                    Di ciò che dice la chiesa mi importa poco, qualunque cosa che noi attualmente conosciamo è passata tramite il vaglio dell’osservazione. Voi stessi dovete ammettere che l’unico modo in cui Dio ha dovuto farsi conoscere è tramite l’interazione con l’uomo e quindi capacità di farsi osservarre.
                    Quindi l’unico mo per delineare quando Dio va oltre la logica va dimostratom non si sfugge

                    • Cook ha detto:

                      Lei fa finta di non capire. A parte l’essersi fissato su un singolo dettaglio ignorando tutto il resto, determinate cose sfuggono alle nostre categorie logiche non perché siano illogiche, ma perché esiste sempre una differenza tra Creatore e creature. Per noi è difficile immaginare l’eternità in quanto condizione che va oltre il tempo e lo spazio, dunque supera le logiche umane. Ma Dio è eterno e come tale si è rivelato. In questo caso con la logica umana possiamo statuire che il Creatore del tempo e dello spazio deve essere per forza al di là di essi, anche se l’eternità va oltre la nostra esperienza terrena. Se ha voluto capire ora buon per lei, perché non perderò tempo a ripetere cose di cui volutamente lei distorce il significato. Scuoto la polvere dai calzari.

                    • Katy ha detto:

                      Di ciò che dice la chiesa mi importa poco

                      Purtroppo ennesimo esempio di chiusura mentale, ennesimo esempio di quanto l’articolo abbia colto nel segno.

          • Albert ha detto:

            Forse non ti rendi conto di cosa significa onniscienza “Conoscenza totale e illimitata: attributo pertinente alla natura divina in quanto l’assoluta perfezione esclude la possibilità di una ignoranza sia pure minima.” Quindi Dio essendo onnisciente non può concepire delle opzioni alternative a ciò che facciamo poichè conosce qualunque mossa che noi attueremo prima che noi la possiamo attuare.
            Ne deriva che dal nostro punto di vista ogni decisione, ripensamento o mossa è già stata prevista in anticipo, quindi la libera di scelta è pura illusione.
            E quindi no il dilemma non è stato risolto da secoli!

        • Katy ha detto:

          E’ un pò improbabile che un dio con questi attributi possa esisteere

          Sono domande banali a cui qualunque studente al primo anno di Teologia saprebbe rispondere in 10 minuti.

  • Cook ha detto:

    Ma allora questa è una tua visione, dal momento che come ho già spiegato i teologi hanno già ribadito che Dio conosce anche le scelte che non prendiamo, senza scegliere al posto nostro. Oltretutto continui a confondere conoscenza e determinazione. E in più parlando di “anticipo” dimostri di ignorare la “soluzione base” a questo problema, che giustamente fece notare Boezio: Dio conosce nell’eterno.

    Ma poi scusa: se questi problemi ti preoccupano tanto, perché non ti sei preoccupato di informarti sulle loro soluzioni che come puoi vedere esistono? A me pare che tenti più che altro di minare le nostre convinzioni a tutti i costi, ma non ascolti affatto le risposte.

    • Albert ha detto:

      Perchè non esiste soluzione al quesito, l’unica possibilità ammissibile per risolverlo è eliminare uno dei attributi di Dio (onniscienza o libero arbitrio).
      E oltre tutto nella visione di Dio, essendo egli onnisciente ed infallibile, conoscenza e determinazione coincidono in pieno.

      • Cook ha detto:

        Sei tu che non accetti le soluzioni date, semplicemente. E inventi pure dal tuo: non è assolutamente vero che conoscenza e determinazione coincidono, non mi pare che lo abbiano mai detto filosofi o teologi di sorta. Sarebbe come dire che, dal momento che so come finisce un film o un libro, sono io a deciderne il finale.

        Ribadisco, sei libero di pensare ciò che vuoi… ma se poni problemi senza accettarne le soluzioni sono affari tuoi, non nostri.

        • Albert ha detto:

          Si invece se il film lo hai creato tu.
          Se Dio ha creato le nostre vite saprà come finiranno.
          Il fatto che una cosa venga detta da filosofio o teologi non gli da il marchio di affidabilità

          • Cook ha detto:

            Dio ha creato le nostre vite, non ha prestabilito cosa dovessimo fare delle nostre vite. Tornando alla metafora del film o del libro, Dio ci ha dato il libro bianco o la pellicola: a scrivere o registrare siamo noi. È ben diverso.

            Se poi ti piace così tanto la predestinazione, vai dagli amici protestanti e parlane con loro. Ma uscirtene con teorie tue personali solo perché non ritieni affidabili teologi e filosofi (e nessuno dice che lo siano a prescindere) non ti porterà beneficio. La questione per noi è risolta. Può non piacerti la soluzione, ma non dipende da noi. Non mi va quindi di ripetere all’infinito.

    • Cook ha detto:

      Non so perché non mi abbia preso la risposta, ma questo era rivolto ad Albert quando dice “ne deriva che dal nostro punto di vista ogni decisione, ripensamento o mossa è già stata prevista in anticipo, quindi la libera di scelta è pura illusione.”, continuando a confondere il conoscere nell’eternità con il prevedere o il predeterminare nel tempo e, soprattutto, ignorando che Dio conosce anche ciò che noi non scegliamo, lasciando a noi la scelta.