Gestazione per altri, Le Iene confermano il reato universale

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Il video de Le Iene sulla gestazione per altri conferma che la legge italiana sul reato universale è più che mai utile, corretta e necessaria. Nel servizio di Gaston Zama qui pubblicato si evidenziano tutti i motivi etici contrario alla maternità surrogata.


 

La trasmissione Le Iene a volte è davvero comica.

Investono migliaia di euro nella realizzazione di servizi che alla fine dimostrano esattamente l’opposto dei loro intenti iniziali.

E’ accaduto ad esempio con Medjugorje, quando un servizio scandalistico di Gaston Zama si è trasformato in una affascinante testimonianza a favore, coinvolgendo misteriosamente perfino un addetto della stessa troupe televisiva.

E’ ricapitato poche settimane fa quando lo stesso Gaston Zama ha arruolato show girl Paola Barale e, fingendosi una coppia in cerca di informazioni, si è recato in varie cliniche dell’Ucraina che permettono l’utero in affitto.

O maternità surrogata, o gestazione per altri.

Oppure, per chi vuole nascondere ancora di più la cruda verità delle parole, semplicemente GPA.

 

Le Iene, braccio mediatico dell’Associazione Luca Coscioni

Con la conduzione di Veronica Gentili, Le Iene sono ancora di più il braccio mediatico dell’Associazione Luca Coscioni, appoggiando tutte le loro rivendicazioni (dall’eutanasia alla droga libera) senza alcun contraddittorio e con il tipico confezionamento strumentale dei servizi per stimolare il ricatto emotivo sul telespettatore.

Nonostante gli sforzi però, a volte qualcosa va veramente storto.

E’ accaduto nel servizio sulla maternità surrogata, con l’intento di dimostrare che l’Italia, tramite la legge sul reato universale, criminalizzerebbe una pratica etica, senza rischi di sfruttamento delle donne.

Una legge firmata dieci giorni fa dal presidente Sergio Mattarella e che da lunedì scorso è pubblicata in Gazzetta ufficiale (entrerà in vigore dopo 15 giorni).

La trasmissione diretta da Veronica Gentili, nota bandieruola arcobaleno, non accenna che la pratica della maternità surrogata è richiesta anche (o soprattutto, secondo alcuni dati) da coppie omosessuali.

 

Il video de Le Iene sulla gestazione per altri

Pubblichiamo il video qui sotto, subito dopo sintetizziamo brevemente le varie questioni moralmente riprovevoli che Le Iene hanno ottimamente documentato.

 

 

Come già detto, sintetizziamo i tratti salienti del servizio di Gaston Zama che dimostrano quanto è lecita, utile e necessaria la legge italiana sul reato universale.

L’obbiettivo della legge infatti è impedire in ogni modo il foraggiamento della gestazione per altri, una pratica di mercificazione delle donne e dei bambini.

 

Donne in competizione scelte da un catalogo

1) La prima cosa che emerge dal video è che non appena Gaston Zama e Paola Barale iniziano a chiedere informazioni nelle cliniche della gestazione per altri, scoprono che la madre surrogata va scelta da un catalogo formato da «tantissime candidate», come fossero un prodotto o un servizio da acquistare.

Alle donne che dovranno partorire per altri viene richiesta una dettagliatissima scheda biografica, che include informazioni riservate perfino sulla vita intima, enfatizza caratteristiche fisiche o tratti personali, mettendo le donne in competizione le une con le altre.

Oltre alla evidente mercificazione della donna, questa pratica richiama una sgradevole logica eugenetica nei confronti sia della donna stessa, che nel futuro bambino (per comodità di esposizione da qui in poi useremo solo il maschile inclusivo, includendo anche le bambine).

E’ una riduzione della procreazione a un processo di design su misura, in cui si privilegiano determinati tratti genetici (intelligenza, predisposizioni fisiche e culturali, il sesso del bambino ecc.) a discapito di altre, alimentando una visione utilitaristica della vita umana.

 

Un bambino nato da tre mamme e un donatore

2) La seconda preziosa informazione fornita dal servizio è che non esiste solo la madre surrogata ma anche la donatrice di ovuli.

Il futuro bambino avrà così come genitori un donatore del seme e tre “mamme”: la donna acquirente, la donatrice di ovuli e la madre surrogata che ha messo a disposizione l’utero.

Anche la donatrice di ovuli viene selezionata dal solito catalogo e dovrà assomigliare il più possibile esteticamente alla donna acquirente.

Si complica quindi in maniera esponenziale il tema psicologico dell’identità biologica e affettiva per il bambino, già ampiamente stressato nel semplice processo di adozione.

 

Assenza di remore etiche delle cliniche

3) Il terzo aspetto riprovevole mostrato da Le Iene è la totale assenza di remore etiche dei medici che attuano la gestazione per altri.

Viene infatti documentata come normale la pratica della fecondazione artificiale senza limiti di età, con casi di gravidanze indotte a donne di 72 anni. La stessa Barale si mostra fortemente contrariata.

Le cliniche non mostrano alcuno scrupolo sul benessere psico-fisico dei bambini nati da mamme-nonne, le quali per questioni anagrafiche non avranno le energie necessarie per garantire una crescita sana ed equilibrata di figli, i quali verranno probabilmente lasciati senza supporto genitoriale in fasi cruciali della crescita.

Va anche considerato l’impatto psicologico che i bambini subiranno socialmente nel crescere con una madre anziana, trovandosi con genitori molto diversi in età rispetto a quelli dei coetanei.

 

Bambini abbandonati in orfanotrofio o non consegnati

4) Il quarto elemento fortemente sgradevole emerso dal servizio sono i casi di bambini ordinati, pagati, prodotti dalla madre surrogata e poi abbandonati in orfanotrofio perché la coppia acquirente si rifiuta di ritirare “la merce”.

Altri casi raccontati sono i ripensamenti della madre surrogata sul bambino, non intenzionata a lasciarlo andare una volta nato.

Per scongiurare questo inevitabile e naturale attaccamento materno, le cliniche hanno ideato il sistema per prevenirlo e costringere le donne a consegnare “il prodotto”: verranno pagate soltanto alla fine del processo di vendita.

 

La gestazione per altri solidale non esiste

5) Il quinto punto è quello che consente un piccolo sorriso.

Le Iene intervistano infatti Vladislav Feskov, direttore di una clinica e sostenitore della gestazione per altri ucraina, per cercare con un esperto di rispondere alle obiezioni verso l’eticità della GPA.

Ma l’esperto finisce soltanto per smentire la già poco credibile esistenza della Gravidanza solidale per Altri, ovvero l’idea che donne occidentali e benestanti mettano gratuitamente a disposizione il proprio utero e 9 mesi di complessa vita da gravide (terapie, controlli, cure ormonali, dieta, prelievi, code in ospedale ecc.) solo per pura e disinteressata “generosità”.

Non esiste alcuna solidarietà, dice l’esperto de Le Iene:

«La verità sono i soldi. L’industria della gestazione per altri produce un grosso giro d’affari. Facciamo finta che non paghiamo più le madri surrogate? Cosa possiamo offrire loro? Siete davvero sicuri che in Canada la gente non paga sottobanco qualcosa alle madri surrogate?!».

Su questa frase gli inviati de Le Iene intuiscono il flop del loro stesso servizio, replicando sconsolati all’esperto chiamato per rispondere alle obiezioni: «Ma allora dai ragione al fatto che portare avanti una gravidanza per altri può essere vista come un lavoro».

E nella sua risposta, Feskov si limita a ricordare che nella vita ci sono tante scelte non etiche, come uccidere in guerra o l’uso dei bitcoin. Confermando quindi l’assunto che la gestazione per altri non è una pratica etica.

 

Le madri surrogate: disumane o costrette alla menzogna?

6) L’ultimo punto rilevante dal servizio de Le Iene sulla maternità surrogata è la disumanità, vera o apparente, delle madri surrogate.

Paola Barale ha modo di intervistare tre madri surrogate incinte e l’impressione piuttosto evidente è che siano state istruite dalle cliniche a rispondere in un certo modo, ad esempio giurando che non lo fanno per soldi e cercando di rassicurare “il sistema”.

Pensiamo che siano indotte a mentire, non è possibile credere che una madre che porta un bambino dentro di sé tutti i giorni, per nove mesi, non senta per lui alcun affetto, nessuna emozione. Delle perfette macchine inserite nell’industria della GPA, come ammesso dal direttore della clinica Feskov.

Speriamo veramente che stiano mentendo, sappiamo bene quanto oggi la scienza abbia illuminato l’importanza della vita intrauterina, la percezione del bambino di sentirsi amato e voluto.

Viene definito prenatal attachment (legame prenatale), cioè l’importante legame emotivo che si forma tra una madre e il suo bambino non ancora nato durante la gravidanza. Un fattore determinante per lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino nel corso della vita.

Legame che viene brutalmente interrotto strappando il neonato dal seno materno per affidarlo a una coppia di acquirenti sconosciuti.

 

Un plauso a Le Iene per questo servizio, che certamente ha contraddetto le loro aspettative iniziale, ma che la produzione ha comunque scelto di mandare in onda (se non altro per aver l’investito monetario!).

E’ apprezzabile che abbiano evitato di confezionarlo artificialmente con appositi tagli sulle parti controverse, nonché la scelta di un sottofondo musicale coerente con l’inquietudine trasmessa dalle immagini.

Un segno che anche loro, o comunque Gaston Zama, responsabile del servizio, non abbiano percepito alcuna eticità nella gestazione per altri. Confermando quanto sia appropriata la legge italiana che lo renderà a breve reato universale.

Autore

La Redazione

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