Anastasio, il senso religioso del giovane rapper di X-Factor

Vincitore di X-Factor nel 2018, il rapper Anastasio ha qualcosa di interessante da dire. Una profondità inedita nel panorama musicale giovanile. Scettico fino ai 20 anni oggi porta nelle radio temi evangelici, la salvezza e la necessità della fede, per non piegarsi agli idoli.

    

C’è una diversità in questo giovane rapper, vincitore della 12° edizione di X-Factor (2018).

Al contrario del classico “artista unico” prodotto da questo tipo di talent, Anastasio ha qualcosa di interessante da dire.

Campano, 24 anni, laureato al liceo classico a pieni voti ed amante di De André, della filosofia e della poesia. Basterebbe già questo.

Nel 2019 lo ricordiamo in una piccola polemica con il trapper Sfera Ebbasta, quando disse: «Me la prendo con i genitori che non si accorgono che i loro figli non hanno più modelli positivi con cui confrontarsi», disse. «Dovrebbero fare i genitori, non gli amici, discutendo con loro della totale mancanza di spessore di Sfera Ebbasta: dimostrarsi complici, condividendo questa passione giovanile, non produce nulla di buono. Gli eroi di un tempo non esistono più, oggi sono diventati di carta, e con i figli bisognerebbe parlare anche di questo».

Come dargli torto? Pochi mesi prima, dopo la tragedia di Corinaldo, anche su questo sito web avevamo osservato che le strofe urlate alla radio dagli “artisti” contemporanei nutrono ed innaffiano solo il vuoto esistenziale in cui già vive gran parte dei giovani.

 

Il cantante Anastasio e i temi biblici: “Affascinato”

Esistono però modelli positivi, Anastasio per l’appunto. Dopo quasi due anni di silenzio musicale (complice anche il Covid), il 14 gennaio scorso ha presentato il singolo Assurdo, anticipando il suo secondo album, intitolato Mielemedicina.

«Questo disco è più cantaurato che rap», dice in un’intervista ad Avvenire. Tutto l’album è ricco di riferimenti biblici, dalla torre di Babele, in cui descrive il paradosso di un’era tecnologica babilonica in cui siamo sempre più soli («Babele non è stata mai così alta / siamo stati più vicini al cielo / Ed insieme così soli / lontani da tutti», ad Adamo ed Eva fino alla passione di Cristo.

«A me interessa il linguaggio religioso, vi sono simboli antichi molto evocativi», spiega l’artista 24enne, «molto radicati in noi, di cui percepisco il fascino e la solennità».

 

Il brano-preghiera inspirato ascoltando il card. Ravasi.

Nel 2020 si inspirò all’Apocalisse di Giovanni per il suo brano-preghiera Quando tutto questo finirà, in cui canta: «Oh mio Signore / quale grande azione d’amore compimmo noi uomini / perché un Dio si scomodi a darci il mare / Oh mio Signore, / quale enorme dolore cadrà sui tuoi figli / perché tu ci consoli spargendo nel cielo manciate di soli».

Una canzone meno nota, scritta dopo aver partecipato ad un dibattito assieme al card. Gianfranco Ravasi, che ritiene «una persona che quando parla non puoi che pendere dalle sue labbra, un pozzo di cultura».

Lo stesso rapper spiegò il significato del brano: «Il mio è un invito all’umiltà: lascia stare la truffa della tua identità, le tue velleità, perché prima o poi verrà l’Apocalisse e verremo tutti giudicati come uguali. Che tu creda o no. Ma è anche peggio se tu non credi all’Aldilà perché dietro ti lasci il nulla».

Tematiche inedite nel panorama musicale giovanile ed è lui stesso a credere che «il rap si debba rinnovare. Quando sono arrivati i trapper, con le solite tematiche banali, pensavo fossero ironici. Invece si prendono sul serio. Io dico però che non è artistico, non ti arricchisce».

 

Dallo scetticismo alla necessità della fede, in cammino.

Ateo borioso fino ai vent’anni, «ad un certo punto mi sono fatto un bagno di umiltà, ascoltando chi ne sa più di me e che mi mostrava che c’è una prospettiva cristiana interessante», ha confessato il rapper.

«Spiritualmente non ho trovato Dio, non mi definisco cristiano, non dico le preghiere, non vado a messa», precisa Anastasio. «Ma ci sono molte cose della cristianità che mi piacciono, a partire dalla promessa della salvezza, il fatto che verrà l’Apocalisse e dopo si rinascerà. Credo che l’uomo abbia bisogno di fede. “Se l’uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo” scriveva Dostoevskij. Le idolatrie di oggi sono il denaro e venerare se stessi: tutti gli idoli sono falsi e le tue energie le butti su qualcosa di inutile. La fede, invece, è la cosa più alta davanti alla quale ti puoi inginocchiare».

Gli auguriamo di proseguire in questo cammino, ma soprattutto di continuare ad essere in controtendenza, testimone di una diversità nel rap. Il vero artista non è mai banale, sfida il conformismo, non ne diviene complice. Anastasio è tutto questo.

La redazione

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“Mai all’eutanasia”, ora lo dice il Collegio degli psichiatri in Irlanda

Medici contro eutanasia. Anche il College of Psychiatrists of Ireland si schiera contro il suicidio assistito e la cosiddetta morte dignitosa, giustificando l’opposizione a causa dei rischi per i pazienti, l’inevitabile piano inclinato, la contrarietà etica rispetto allo scopo della medicina e la possibile risoluzione delle cause alla base delle richieste di morte.




Dal 20 dicembre scorso e per tutto il mese di gennaio l’account Twitter ufficiale del College of Psychiatrists dell’Irlanda ha fissato come primo tweet il loro comunicato ufficiale contro l’eutanasia e il suicidio assistito.

Evidentemente sono consapevoli dell’importanza e del peso istituzionale della loro presa di posizione.

Stiamo parlando della principale organizzazione di psichiatria dell’Irlanda, che rappresenta oltre 1000 psichiatri irlandesi che lavorano nel paese o all’estero.

Le possibilità che l’Irlanda apra alla legalizzazione della morte assistita non sono chiare in quanto la campagna di promozione ha subito una forte battuta d’arresto durante l’estate scorsa quando la Oireachtas Justice Committee ha deciso che il disegno di legge chiamato Dying with Dignity 2020 non era idoneo allo scopo e non poteva procedere.

I promotori hanno in programma di presentare un nuovo disegno di legge chiamato End of Life Choice Bill 2022, ma le cose si sono maggiormente complicate ora dopo la presa di posizione degli psichiatri.


Le ragioni contro l’eutanasia degli psichiatri in Irlanda:

Il loro comunicato inizia con una frase sintetica che esprime il nucleo della loro posizione: «Il suicidio assistito e l’eutanasia non sono compatibili con una buona assistenza medica, la loro introduzione in Irlanda potrebbe mettere a rischio i pazienti vulnerabili».

In aggiunta a questo, sono stati formulati quattro punti critici che sintetizzano il dissenso generalizzato all’interno del collegio rispetto ad un’eventuale liberalizzazione della morte di Stato:

1) La morte assistita è contraria agli sforzi degli psichiatri e dei medici di salute mentale in generale che lavorano per prevenire le morti per suicidio (solo pochi giorni fa uno studio ha dimostrato che legalizzare l’eutanasia non previene i suicidi, li aumenta);
2) La legalizzazione dell’eutanasia espone a rischi le persone vulnerabili: molte richieste di morte assistita derivano da problemi come la paura di essere un peso o la paura della morte piuttosto che da un dolore insopportabile. Bisognerebbe piuttosto migliorare e implementare il servizio medico per gestire meglio questi problemi;
3) Sebbene venga detto e sebbene in altri Paesi sia stata introdotta solo per i pazienti con malattia terminale, è probabile che una volta approvata la morte assistita venga applicata in modo più ampio ad altri gruppi, aumentando notevolmente il numero di persone che intraprendono tale ben al di sopra delle aspettative;
4) L’introduzione della morte assistita rappresenta un cambiamento radicale nella legge irlandese e nella lunga tradizione della pratica medica, così come esemplificato dal divieto di uccisione deliberata nelle linee guida etiche dell’Irish Medical Council;


“L’eutanasia chiesta per paura non per dolore”.

Eric Kelleher, docente di Psichiatria all’University College Cork e membro del College of Psychiatrists, ha inoltre precisato che «non solo la morte assistita o l’eutanasia non sono necessarie per una morte dignitosa, ma le tecniche utilizzate per indurre la morte possono esse stesse provocare sofferenze considerevoli e prolungate».

Ed ancora: «Laddove è legale il suicidio assistito, molte richieste derivano non dalla presenza di un dolore intrattabile ma da cause come paura, depressione, solitudine e desiderio di non gravare sugli operatori sanitari. Con risorse adeguate, comprese cure psichiatriche, cure psicologiche, medicine palliative, servizi per il dolore e supporti sociali, è possibile una buona assistenza di fine vita».

Anche Siobhan MacHale, psichiatra del Beaumont Hospital e collaboratore dell’Irish Times, è intervenuto nel merito preoccupato del concreto rischio di piano inclinato (slippery slope) che si è sempre verificato nei paesi che hanno aperto all’eutanasia: «Una volta consentito da una giurisdizione, l’esperienza ha dimostrato che sempre più persone muoiono a causa del suicidio assistito. Questo solitamente è il risultato di un progressivo ampliamento dei criteri attraverso ricorsi legali perché, se viene concesso un diritto alla morte assistita, non vi è alcuna ragione logica per limitarlo solo a chi ha una malattia terminale».


Altre associazioni mediche contro il suicidio assistito.

Mentre gran parte delle associazioni mediche nel mondo non sono (ancora) intervenute prendendo posizione sul fine vita, alcune hanno assunto una neutralità (soprattutto negli Stati Uniti) ma altre si sono fermamente opposte.

Chi si oppone alla strategicamente detta “morte dignitosa”, oltre al College of Psychiatrists of Ireland, anche la World Medical Association (aggiornamento 2022), American Medical Association (aggiornamento 2022), German Medical Association (aggiornamento 2011), la New Zealand Medical Association (aggiornamento 2022 e nonostante sia avvenuta di recente la legalizzazione tramite referendum), la Organización Médica Colegial (aggiornamento 2021).

La redazione

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Il don canta Sanremo a Messa, il laico Gramellini: «Ma i giovani cercano il sacro»

“Brividi” di Mahmood e Blanco durante la Messa. Don Matteo Selmo è diventato virale. Un gesto comprensibile, ma perché non cantare Sanremo assieme ai ragazzi in oratorio, lasciando alla liturgia il suo valore sacro? Colpisce il pensiero di Massimo Gramellini, editorialista del Corriere: “I giovani hanno fame di sacro, non di Sanremo”.




Un giovane sacerdote veronese, don Matteo Selmo, è diventato in questi giorni star del web per aver cantato i brani dell’ultimo Sanremo durante l’omelia (video più sotto).

Un’idea di per sé anche comprensibile, cioè voler usare un linguaggio «per portare il Vangelo nella vita di tutti i giorni», ha spiegato lui stesso. «E questo è l’insegnamento di Gesù, che nel suo stare tra la gente contestualizzava la parola del Padre nella vita quotidiana».

Sbaglia chi lo sta ferocemente criticando, forse dimentica la difficoltà (e spesso la solitudine) dei nostri sacerdoti nel rendersi comprensibili dai giovani, superando secolari pregiudizi.

Ci permettiamo però un suggerimento. Se l’intenzione è pienamente meritoria, un’idea forse migliore (e lo diciamo da “giovani”) sarebbe cantare assieme ai ragazzi in un altro momento, magari in oratorio, alla fine della Messa. Preservando così la sacralità dell’omelia e del momento liturgico.

Ci ha colpito che a ricordare questo sia stato un giornalista notoriamente laico, Massimo Gramellini, editorialista del Corriere. Riprendiamo qui sotto la sua riflessione:

 

di Massimo Gramellini,
dal Corriere della Sera, 22/02/22

Un prete canta i successi dell’ultimo Sanremo durante la Messa, viene rilanciato da Gianni Morandi sui social e ottiene il suo quarto d’ora di celebrità televisiva: si chiama pure don Matteo.

Niente di male né di grave, intendiamoci. Anzi, ha persino strappato un sorriso quando si è inerpicato sulle note per intonare dal pulpito «brividi, brividii, brividiii», attribuendoli a un dialogo immaginario tra San Pietro e San Remo (che peraltro non esiste) su cui Fiorello potrebbe campare per anni.

Niente di grave, ripeto. Ma è sulla motivazione del prete canterino che avrei qualcosa da eccepire, là dove afferma di averlo fatto per avvicinarsi ai giovani. È la frase più conservatrice che si possa sentire, nel senso che mi risuona falsa nelle orecchie fin da quando “i giovani” ero io.

Da Bach a Mozart, un tempo erano i musicisti che componevano per i preti, non i preti che scimmiottavano i musicisti.

La Chiesa si limitava a fornire la materia prima: il senso del sacro, quello di cui i ragazzi hanno più fame, e basta affacciarsi a un qualsiasi convegno ad argomento spirituale per trovarli nelle prime file.

Ma davvero qualcuno crede che lo svuotamento delle chiese dipenda dalla musica d’organo e non piuttosto dall’evanescenza di certe omelie? Al di là del concertino di don Matteo, non so quanto sia giusta questa idea che, per piacere ai giovani, si debba fare qualcosa che i giovani fanno meglio degli adulti, anziché qualcosa che loro non sanno fare e si aspettano proprio dagli adulti.


 
La redazione

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Ecco l’ultima pagliacciata di Joe Biden

La drag queen non binario Sam Brinton nominato da Biden come nuovo vicesegretario dell’Energia. Un tentativo di accontentare i media per recuperare nei sondaggi, ma si sta rivelando un boomerang. Virali le immagini dell’uomo definito “completo degenerato sessuale”.




Joe Biden è al momento il presidente americano più odiato della storia, il mese scorso ha raggiunto un nuovo record negativo: il 53% degli americani disapprova il suo lavoro (solo il 39% lo sostiene).

E’ per questo forse che ha pensato di dare un tocco di colore alla Casa Bianca, nominando come vice assistente segretario all’ufficio Energia Nucleare quello che è stato definito un “completo degenerato sessuale”.


“Domatore di uomini” e vicesegretario all’energia.

Si tratta di Sam Brinton, 34 anni, drag queen fetish non binario, che sui social si definisce un “domatore di cuccioli” in quanto ama legare i suoi partner al guinzaglio.

Inevitabile che sui social diventassero virali decine di immagini di Brinton con labbra truccate, abiti di Marilyn Monroe ed in compagnia di uomini in versione sadomaso.

In molti stanno anche ricordando in questi giorni che Biden ha ricevuto finanziamenti per la sua campagna elettorale da Human Rights Campaign (HRC), fondata da Terry Bean, omosessuale arrestato nel 2019 per pedofilia, nonché leader e finanziatore dell’associazionismo Lgbt negli Stati Uniti.

Occorre dire, però, che Brinton ha i titoli per ricoprire quel ruolo: ingegnere nucleare laureato al Mit e due master in tecnologia e programmazione politica sul nucleare. Ma il sospetto è che tra le migliaia di esperti di nucleare e di ecologia presenti negli Stati Uniti, sleepy Joe (come viene chiamato Biden) non lo abbia scelto per il curriculum. D’altra parte, quello che lo stesso Brinton mostra di sé pubblicamente sono le sue performance da drag queen piuttosto che le competenze scientifiche.


La rabbia di donne e femministe, critiche dai Dem.

Un’operazione di marketing arcobaleno, che ha mandato su tutte le furie centinaia di donne e femministe che, oltre a risultare ancora sottorappresentate nella politica americana, vengono anche sostituite da uomini travestiti (male) da donne.

Non saranno le marchette alla lobby Lgbt a migliorare la reputazione di Biden. Qualche mese fa perfino l’arci-progressista Furio Colombo ha sostenuto che l’attuale presidente «ha distrutto l’America con poche scelte sconsiderate».

In un recente editoriale del Corriere, invece, si è accusato il presidente americano di aver «condannato a morte migliaia di afghani per interesse politico».

La redazione

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Ucraina, le missionarie restano: «Con la gente, anche in guerra»

Le suore domenicane spagnole, nonostante il rischio di guerra imminente, restano tra le famiglie di Kiev che aiutano da decenni. Mentre tutti gli stranieri fuggono, loro hanno scelto di rimanere a fianco del popolo, “nelle mani della provvidenza”.




Ieri Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk ed inviato truppe di soldati nella regione del Donbass.

Per il Cremlino si tratta di “forze di pace”, le Nazioni Unite hanno parlato di “invasione illegale dei territori di Kiev”. Svanite dunque le speranze di una soluzione diplomatica tra Russia e Ucraina.

Già da giorni si sta già sparando, a fronteggiarsi i separatisti filo-russi del Donbass e le truppe ucraine. Le ambasciate hanno chiuso e migliaia di stranieri sono già fuggiti per la possibilità di un conflitto imminente.

C’è chi però ha già deciso di restare, anche in caso di guerra. Sono le suore domenicane spagnole che dal 2001 gestiscono Dim Ditey, la “Casa dei bambini”, situata in un quartiere molto povero di Kiev.


Tra covid, guerra e disinformazione: un aiuto alle famiglie.

Ogni giorno le missionarie aiutano le famiglie prive di risorse di base ed i loro bambini, spesso abbandonati per strada e ancora ammalati per le conseguenze di Chernobyl.

«Questa guerra va avanti da 8 anni», spiega suor Antonia in un’intervista. «Abbiamo imparato a vedere le manipolazioni della nuova guerra, con informazioni esagerate o disinformazione, a seconda di ciò che interessa. Discerniamo le verità in mezzo alla menzogna e camminiamo più sulla via della resilienza che su quella del panico».

Come insegna il Vangelo, “oggi, domani e dopodomani” (Lc 13,32-33) «facciamo il nostro lavoro».

Tra le difficoltà della guerra e del Covid, supportano l’asse “bambino-famiglia” «per prevenire la povertà, il deterioramento delle famiglie e le difficoltà delle madri single. È un centro aperto di prima evangelizzazione, i bambini figli di famiglie cattoliche sono 30 su un totale di 140».

Accolgono tutti, indipendentemente dal credo, ortodossi, cattolici, protestanti di diverse confessioni e anche non credenti.

«La nostra linea educativa è un’educazione globale, basata sul Vangelo», raccontano le missionarie spagnole. «Educazione ai valori umano-cristiani tramite teatro, sport, artigianato, pittura, disegno, musica, canto, danza. I bambini vengono a Dim Ditey tutti i giorni dopo l’orario di scuola».


«Sono un popolo forte, voglion stare tra le nazioni libere»

L’attenzione primaria è alle famiglia di Kiev, «rivalutando il ruolo del padre, con colloqui educativi e di preghiera con i genitori».

Spesso insegnano a pregare anche ai genitori, «preghiamo per chi è in prima linea, come viene chiamato il fronte di guerra. La verità è che viviamo nelle mani della provvidenza», dice la religiosa.

Infine, racconta che la fibra spirituale di questo paese è forte, «come le piante e i fiori che crescono anche sotto la neve. Ha il coraggio di scendere in piazza e vuole appartenere ad un gruppo di nazioni libere, come vedono l’UE, che li aiutano a non tornare alla sottomissione dei regimi comunisti».

«Non sappiamo cosa ne verrà fuori da quanto sta accadendo», conclude suor Antonia.

Una cosa è certa, non abbandoneranno.

La redazione

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Fossa comune in Canada? Fake news, nessun corpo trovato

Nei pressi di una scuola cattolica scoperti 215 corpi di bambini indigeni? E’ una fake news. Mai stato effettuato alcuno scavo e tanto meno sono stati riesumati dei cadaveri, lo scrive lo storico canadese Jacques Rouillard. Ma la notizia nel 2021 generò una spirale di indignazione, scatenando campagne d’odio contro la Chiesa.

 
 
 

L’estate scorsa i media parlarono per giorni di una fossa comune contenente i resti di 215 bambini indigeni, trovata nei pressi di una ex scuola cattolica in Canada.

Sai perché nessuno ne parla più? Perché altrimenti bisognerebbe anche dire che non è stato trovato un solo corpo dal sito in questione!

Lo ha svelato Jacques Rouillard, professore emerito presso il Dipartimento di Storia dell’Université de Montréal.

Secondo le ricostruzioni mediatiche si trattava della Kamloops Indian Residential School ed anche i quotidiani italiani si sono tuffati sulla notizia, come fece La Stampa (ed il vaticanista Giacomo Galeazzi!), sostenendo che la scuola era «fondata dal governo canadese e amministrata dalla Chiesa cattolica rimuovendo i figli degli indigeni dalla loro cultura per assimilarli alla propria». Peccato che sia falso o, per lo meno, mai realmente verificato.

 

Fossa comune in Canada? Nessuno scavo, solo un’ipotesi.

«La “scoperta”», ha scritto l’accademico canadese, «fu segnalata per la prima volta lo scorso 27 maggi dopo che un’antropologa, Sarah Beaulieu, utilizzò un radar che penetra nel terreno nella ricerca dei resti di bambini che alcuni ritengono siano stati sepolti lì. La sua relazione preliminare si basava in realtà su depressioni e anomalie nel terreno di un frutteto di mele vicino alla scuola, non su resti riesumati».

Senza nemmeno aver fatto un piccolo scavo per “provare” queste ipotesi, il primo ministro Justin Trudeau twittò immediatamente parlando di “un capitolo oscuro e vergognoso” nella storia canadese, chiedendo le scuse da parte della Chiesa.

Nel giugno 2021 Papa Francesco rispose manifestando dolore per tutto ciò (il vizio ecclesiale di fare mea culpa troppo presto!). Eppure, ha commentato ironico lo storico canadese, «nessuno ha ancora trovato i resti, governi e media stanno semplicemente dando credito a quella che è una tesi mai verificata».

 

La fake news e la spirale di indignazione e odio.

In seguito, ha proseguito lo storico Rouillard, «sulla scia di affermazioni infondate da parte dei leader aborigeni, diversi media hanno amplificato e pubblicizzato la storia affermando che i corpi di 215 bambini erano stati trovati, aggiungendo che “migliaia” di bambini erano “scomparsi” dalle scuole residenziali e che i genitori non avevano stato informato. Questa presunta “notizia” ha fatto il giro di tutti i tipi di media, offuscando l’immagine e la reputazione del Canada all’estero».

Il classico circuito dell’indignazione generale ha portato all’intervento addirittura dell’ONU e di Amnesty International (che casualmente tace solo sui diritti umani violati al suo interno), «ancora una volta prima che un unico corpo verificato fosse riesumato». Perfino la Cina si sentì in dovere di intervenire, nonostante sia uno dei paesi con il più alto tasso di violazione dei diritti umani, chiedendo al Canada di fare luce sui fatti.

Le bandiere abbassate a mezz’asta, sproloqui sul “genocidio culturale” e accuse di “genocidio fisico”. Diverse chiese in tutto il Canada, la maggior parte delle quali cattoliche e alcune molto antiche, sono state rase al suolo dalle fiamme, appiccate da anticlericali indignati. Il tutto, riferisce Rouillard, basandosi «solo su anomalie del suolo che potrebbero essere facilmente causate da movimenti delle radici degli alberi», come d’altra parte ha confermato l’antropologo Scott Hamilton.

Anche The Spectator riferisce che «sulla base di una teoria, i media e il governo hanno scelto di scatenare un’ondata di violenza, sentimento anticattolico e vergogna nazionale. 65 chiese sono state vandalizzate, bruciate o profanate e molti hanno applaudito apertamente parlando di atti di protesta giustificata: “Bruciatele tutte!”. Mentre i politici si sono scrollati di dosso la violenza anticristiana definendola “comprensibile”».

 

Lo storico: “Un mito sensazionale piuttosto che la verità”.

Lo storico dell’Università di Montreal ha concluso sconsolato: «È difficile credere che una ricerca preliminare di una presunta fossa comune in un frutteto di mele su un terreno vicino alla scuola residenziale di Kamloops possa aver portato a una tale spirale di affermazioni avallate dal governo canadese e ripetute dai mass media in tutto il mondo. Dà un’impressione terribile e semplicistica di questioni complesse nella storia canadese».

Le esumazioni non sono ancora iniziate e forse mai inizieranno ed ovviamente, ha scritto Ruillard, «non sono stati trovati resti. Le storie e le emozioni immaginarie hanno prevalso sulla ricerca della verità. Sulla strada della riconciliazione, il modo migliore non è cercare e dire tutta la verità piuttosto che creare deliberatamente miti sensazionali.

La redazione

 
Aggiornamento 01/03/22
Ci è stato segnalato un tentativo di debunking della notizia da parte di uno youtuber che ci accusa addirittura di negare il “genocidio in Canada”.

Ma non c’è alcun debunking. L’utente si limita pigramente a contrapporre all’articolo di Jacques Rouillard, professore emerito di Storia all’Università di Montréal (Canada) uno dei tanti articoli sul web in cui, per l’appunto, si diffonde la fake news denunciata dallo stesso Roullard sul fantomatico ritrovamento di «un cimitero anonimo contenente centinaia di resti».

Un vero debunker avrebbe dovuto mostrare quantomeno le fotografie del presunto cimitero (dove sono?) e non un post che conferma solamente l’abbaglio preso dai media.

L’aspirante debunker ha in parte ragione nel criticarci quando ricorda che effettivamente qualcosa fu ritrovato, ovvero un pezzo di costola ed un dente. Non si tratta però di un ritrovamento recente, come fa credere. La notizia è infatti contenuta nella fonte da noi stessi segnalata e citata, The Spectator: «Alla fine degli anni ’90 un turista avrebbe trovato una costola di un bambino nella zona e un dente sarebbe emerso in uno scavo successivo all’inizio degli anni 2000». L’esistenza di normali cimiteri vicino a scuole o chiese è cosa normale ancora oggi.

La stessa autrice della tesi della “fossa comune”, l’antropologa Sarah Beaulieu, ha spiegato che nulla si può concludere fino a quando non verranno effettuati scavi ed indagini forensi. A dimostrazione che, quindi, nessuno li ha mai effettuati. Anche lei “negazionista”, probabilmente.

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I migliori libri del 2021: la nostra classifica

I migliori libri del 2021, i nostri consigli per la lettura. Un elenco delle migliori e principali pubblicazioni dell’anno appena trascorso, accompagnate da una breve recensione.



Non potevamo non ricominciare le pubblicazioni con la nostra rubrica sulle migliori novità editoriali uscite durante l’anno.

Molti di questi libri andranno ad integrare la nostra biblioteca virtuale. La cultura alimenta la fede, leggere fa bene alla ragione!

Qui sotto elenchiamo i migliori libri pubblicati nel 2021.


Gennaio 2021

Pio XII e gli ebrei di Johan Ickx (Rizzoli 2021)
L’autore è direttore dell’Archivio storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede e affidandosi alle sole testimonianze documentali autentiche espone una versione aggiornata del comportamento di Pio XII durante la guerra e rispondendo, carte alla mano, alle accuse sul suo presunto “silenzio”.



Febbraio 2021

Francesco. La chiesa tra ideologia e teocon e «ospedale da campo» di Massimo Borghesi (Jaca Book 2021)
Da profondo conoscitore delle divisioni interne alla Chiesa esplose con il pontificato del papa argentino, l’autore, ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Perugia, tratteggia e commenta il punto di vista di due “schieramenti”, da un lato i neoconservatori tradizionalisti e dall’altro i progressisti cattolici spesso in alleanza con laici e anticlericali, divisi in una gara di falsificazione del pensiero bergogliano.



Marzo 2021

Archeologia biblica. Una breve introduzione di Eric H. Cline (Queriniana 2021)
Una panoramica completa ed attendibile sull’archeologia biblica e sulle più recenti scoperte. L’autore, docente di Storia antica e Archeologia presso la George Washington University, prende anche in esame i probabili falsi come l’Ossario di Giacomo e la Tavoletta di Ioas.



Aprile 2021

Tutto ma prete mai. Una storia di ribellione e d’amore di Davide Banzato (Piemme 2021)
Don Davide è uno dei sacerdoti più noti e amati in Italia, merito delle sue profonde riflessioni e della genuinità della sua umanità che traspare anche nelle varie trasmissioni televisive in cui è invitato. Nel libro racconta la sua storia, il suo percorso di fede da credente a sacerdote fino all’approdo nella comunità di Nuovi Orizzonti, dove da anni vive a fianco di ragazzi “problematici” (con l’aiuto del cantante Nek, di Chiara Almirante e dei tanti gioiosi volontari che condivido questa esperienza).


Attraverso la compagnia dei credenti di Luigi Giussani (Rizzoli 2021)
Quello giussaniano è senza dubbio uno dei metodi moderni più convincenti e razionalmente stimolanti a vivere integralmente la fede. Il teologo mostra come la fede possa nascere (e mantenersi) soltanto da un incontro umano eccezionale, attraverso volti di amici e conoscenti che sono autentici testimoni di Cristo. E’ il metodo scelto da Gesù stesso presentandosi agli apostoli come presenza talmente potente e risolutiva per il senso delle loro vite che accettarono il martirio pur di non negare quanto avevano incontrato.



Maggio 2021

Rahner e Küng: Il trabocchetto di Hegel di Giovanni Cavalcoli (Chorabooks 2021)
Padre Cavalcoli analizza con acume il pensiero del compianto teologo svizzero Hans Kung, sottolineandone però i grossi limiti che lo hanno portato a posizioni difformi dall’interpretazione ufficiale del Concilio Vaticano II data dalla Chiesa e dal Catechismo.


Ho fatto tutto per essere felice. Enzo Piccinini, storia di un insolito chirurgo di Marco Bardazzi (Bur 2021)
Una moderna testimonianza di autentica fede, quella di Enzo Piccinini, che val la pena conoscere. Nel 2021 è stato proclamato “servo di Dio” ed è stato avviato il processo di canonizzazione.


Il grido di Giobbe di Massimo Recalcati (Einaudi 2021)
Recalcati è uno degli intellettuali (laici) più interessanti nel panorama italiano. Nel volume analizza e commenta con intensità la sofferenza del Giobbe biblico e il suo grido verso Dio. In esso vede l’eredità più profonda del pensiero psicoanalitico moderno.


Contro le bugie sulla storia del cattolicesimo. Crociate. Inquisizione. Caso Galilei. Conquistadores di Christian Peluffo (EBS Print 2021)
Un agile volume, ben catalogato e corredato da oltre 400 note bibliografiche. Il testo (originariamente pubblicato nel 2017) riporta le considerazioni di numerosi ed eminenti storici di varia e persino opposta estrazione culturale con lo scopo di ribaltare le classiche e ripetute leggende anticattoliche.


Morale e religione. Per una visione teistica di Andrea Aguti (Morcelliana 2021)
Può esistere e autogiustificarsi un'”etica senza Dio” o una spiegazione naturalistica della morale? L’autore, docente di Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Urbino, risponde in maniera dettagliata a queste domande mostrando che un’etica su basi religiose è in grado di offrire una giustificazione e una motivazione della morale che è più convincente di una secolare e di rappresentare, all’interno del pluralismo etico contemporaneo, una chiara alternativa al relativismo e al nichilismo morale.


Diario di prigionia: Vol. 1 di George Pell (Cantagalli 2021)
Il 7 aprile 2020, l’Alta Corte d’Australia si è espressa con decisione unanime per annullare un verdetto di colpevolezza ed emetterne uno di completa assoluzione nel caso Pell, il cardinale accusato di abusi sessuali. Durante tutto il suo calvario, il Cardinale è stato un modello di pazienza e di vita sacerdotale, come testimonia questo suo diario.


L’Inquisizione in Italia. Dal XII al XXI secolo di Andrea Del Col (Mondadori 2021)
Uno dei principali studiosi italiani dell’Inquisizione romana, l’autore ricostruisce (in 900 pagine) in un’opera finalmente integrale (la prima versione è del 2006) la storia del Sant’Ufficio romano seguendo i più recenti orientamenti storiografici e acquisizioni documentarie.


Resistenza senz’armi. Rosario Angelo Livatino, un magistrato per i nostri tempi di Vincenzo Bertolone (Paoline 2021)
L’autore è il postulatore dell’Inchiesta suppletiva per la beatificazione del giudice Livatino, note per il forte senso di giustizia, la sua fede, la sua abnegazione e il grande senso dello Stato. Un modello a cui ispirarsi, non solo per chi lavora nell’ambito giuridico (presentazione di papa Francesco).
Sullo stesso tema consigliamo anche: Un giudice come Dio comanda di Alfredo Mantovano (Il Timone 2021).


«Uccidete me, non la gente». La suora coraggio del Myanmar racconta la sua storia di Ann Rose Nu Thawng (EMI 2021)
L’incredibile vicenda avvenuta in Myanmar durante il colpo di stato del 2021: il 28 febbraio una piccola religiosa affronta in ginocchio un plotone di soldati pronti a sparare sui manifestanti scesi in piazza per invocare la democrazia e la libertà. Un’immagine che ha fatto immediatamente il giro del mondo, commuovendo migliaia di persone. Nel libro la suora racconta di sé.


L’antropologia cristiana di fronte alla scienza di Amador-Pedro Barrajón (IF Press 2021)
Un confronto tra l’antropologia teologica cristiana ed i risultati della scienza in alcuni campi del sapere, come la relazione tra mente e cervello, le scienze cognitive, lo statuto dell’embrione umano, la teoria scientifica dell’evoluzione, la morte e l’immortalità. Il tutto inquadrato in una dimensione armonica tra ragione e fede. L’autore è professore ordinario di Teologia dogmatica presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.



Giugno 2021

C’è speranza? Il fascino della scoperta di Julian Carron (Editrice Nuovo Mondo 2021)
Il teologo spagnolo espone ed articola l’affascinante percorso dell’uomo dal nichilismo, alla nascita della fede (e di conseguenza della speranza) tramite un diverso modo di utilizzo della ragione in rapporto con la realtà quotidiana. Un metodo affascinante in grado di affrontare a testa alta la secolarizzazione.



Luglio 2021

Se Cristo è risorto ed è vivo cambia tutto di Giacomo Biffi (Itaca 2021)
Una esposizione succinta, ordinata, chiara, delle fede cattolica e una mirabile sintesi del pensiero dell’eminente cardinale sui temi decisivi che riguardano la persona, la Chiesa, la società e lo Stato.



Agosto 2021

Tra l’assurdo e la speranza. Siamo tutti fideisti? di Dario Antiseri (Scholè 2021)
L’eminente filosofo italiano ripercorre il pensiero dei grandi filosofi della storia e le loro riflessioni/domande/risposte sul senso della vita, mostrando come ogni uomo in fin dei conti è chiamato (o sarà chiamato, prima o poi) a scegliere tra l’assurdo e la speranza.


L’abolizione della donna. Come il femminismo radicale tradisce le donne di Fiorella Nash (D’Ettoris 2021)
Femminista “pro-life”. Così si definisce l’autrice, argomentando la tesi che più si ha a cuore la parità fra i due sessi e più ci si dovrebbe impegnare per la tutela pubblica di ogni vita, pungolando chi è sempre in piazza per difendere i “diritti civili”.



Settembre 2021

Indagine sul cristianesimo. Come si è costruito il meglio della civiltà di Francesco Agnoli (La Fontana di Siloe 2021)
Il noto scrittore pubblica un altro dei suoi preziosi saggi storici sul cristianesimo, sottolineando le incredibili ripercussioni che ha avuto sulla storia del mondo. Come sempre, nel farlo, si appoggia e cita innumerevoli storici di primo piano di qualunque orientamento religioso. Un volume importante per conoscere la storia della Chiesa e avere risposte documentate in occasione di confronti con interlocutori preparati.


L’ esistenza di Dio. Un argomento tomistico di Adriano Virgili (Phronesis 2021)
L’autore espone con linguaggio comprensibile a tutti la prova dell’esistenza di un ente primo e assoluto, secondo una conoscenza razionale di Dio, così come fornita da Tommaso d’Aquino. Inoltre, risponde alle obiezioni filosofiche che sono nate nel corso della storia a questo argomento.



Ottobre 2021

La luce e le tenebre. Riflessioni fra storia, ideologie e apologetica, di Vittorio Messori (Sugarco 2021)
Il più noto scrittore cattolico italiano torna in libreria con un testo riflessivo e profondo, com’è nel suo stile. Se nel mondo vi sono abbastanza ombre per chi non vuol credere, non manca abbastanza luce per chi vuole credere, così Messori offre le sue riflessioni su diverse tematiche “per rintracciare i passi felpati ma non assenti del Signore della storia”.
Dello stesso autore consigliamo anche due ripubblicazioni: Dicono che è risorto. Un’indagine sul sepolcro vuoto di Gesù (Ares 2021) e Scommessa sulla morte. La proposta cristiana: illusione o speranza? (Ares 2021).


Veramente? Tutte le domande pertinenti e impertinenti su Dio e sulla fede di Jean-Michel Maldamé, Christophe Raimbault e Nathalie Sarthou-Lajus (Mimep-Docete 2021)
Un agile manuale, scritto nello stile domenicano, fatto di domande e risposte sulle principali verità della fede cattolica. Adatto per sapere rispondere in modo sintetico ma corretto a bambini e adolescenti, ma anche per facilitare la comprensione della conoscenza della fede cattolica ormai non più scontata neppure per gli adulti.
Sullo stesso stile consigliamo anche: Oh, Prof! – Domande su Dio e dintorni, tra i banchi di scuola di Alessandro De Luca (Tau 2021).


Politica e religione. Saggio filosofico sulla secolarizzazione nella modernità di Rocco Pezzimenti (Rubbettino 2021)
Il processo di secolarizzazione è sempre presente nel corso della storia. Lo mostra bene l’autore, docente di Filosofia politica alla Lumsa, dov’è stato direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, Politiche e delle Lingue Moderne. Un’analisi dei rapporti tra pensiero politico e religione così come è sorto dalla modernità – in modo particolare a partire dalle Riforme – cercando di evidenziare le strade, spesso tortuose, che hanno prodotto il processo di secolarizzazione.


Ritorna il re. La libertà del vero e la dittatura del politically correct di Maurizio Botta (ESD 2021)
Rendere ragione della speranza che è in noi. E’ questo il filo rosso che accomuna i vari argomenti che padre Maurizio, un giovane e profondo sacerdote romano, affronta nel testo (dal relativismo sociale, al buonismo mediatico, dalla radicalità del cristianesimo alla pretesa di Gesù di essere quel che disse di essere).


Vorrei parlarti di Dio. Una proposta per chi è in ricerca di Bruno Forte (Queriniana 2021)
Otto lettere ai cercatori di Dio ed otto risposte alle otto domande che più spesso gli sono state rivolte sul tema. Così il noto teologo e arcivescovo cerca di dissipare i dubbi degli uomini (e dei giovani) indecisi ed in cammino, alla ricerca di un senso.


Chiesa sesso amore. Le relazioni «pericolose» di Gilfredo Marengo (San Paolo 2021)
L’autore, ordinario di Antropologia teologica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, espone la visione cattolica ed ecclesiale sulla sessualità smentendo il mito del “sesso solo a fini procreativi”, che ha messo in ombra la sua centralità nelle relazioni coniugali. Rifacendosi alle catechesi di Giovanni Paolo II e Papa Francesco spiega come il sesso non è affatto un “pericolo” ma nemmeno un “totem”.


La vita dentro il morire. Cure palliative, accanimento terapeutico, eutanasia di Paolo Mirabella (Cittadella 2021)
Si è ormai convinti che l’individuo debba avere autodeterminazione assoluta e completa autonomia nelle scelte, anche in quelle che riguardano il proprio corpo e la propria integrità fisica. Mirabella, docente di Fondamenti etici, filosofici e teologici all’Istituto Universitario Salesiano di Torino, affronta con competenza il tema proponendo un concetto di salute non riducibile alla semplice terapia fisica, nella quale invece trovi spazio anche il significato della sofferenza e della morte.
Sullo stesso tema (ma ne contiene anche altri), consigliamo Questioni di legge naturale. Fede, eutanasia, matrimonio, aborto, omosessualità, di Fulvio Di Blasi (Phronesis 2021).


Manuale di bioetica per tutti di Michele Aramini (Paoline 2021)
Il volume tratta in modo chiaro, completo e aggiornato le varie tematiche bioetiche (aborto, clonazione, eutanasia, gender, fecondazione ecc.) che animano il dibattito contemporaneo, inquadrandole dal punto di vista scientifico, etico e giuridico. L’autore è esperto bioeticista e docente di Teologia all’Università Cattolica di Milano.



Novembre 2021

La fede salverà la scienza. Conoscenza scientifica e credenza religiosa di Roberto Timossi (San Paolo 2021)
Una ricostruzione storica del rapporto tra scienza e fede fino all’attualità, un’era quella presente che vede il comune impegno a favore dell’integrità umana con la Chiesa schierata in difesa dell’evidenza scientifica.
Dello stesso autore consigliamo: Ipotesi su Dio. Una guida per credenti, non credenti e agnostici (EDB 2021)


Ipazia di Alessandria. Quale storia? di Ignazio Salvatore Concordia (Youcanprint 2021)
Finalmente un autore -seppur semplice appassionato di storia, non uno specialista- che affronta il mito di Ipazia alla luce delle fonti disponibili (qui il nostro dossier storico). Un resoconto libero dalle sopravvenute incrostazioni ideologiche che hanno contribuito alla nascita del falso mito di un personaggio antesignano e martire del libero pensiero.


La meraviglia di esistere. Le domande sul senso della vita di Livio Fanzaga (Sugarco 2021)
L’uomo non è stato creato per la mediocrità. E’ questo il messaggio che l’autore, l’appassionato direttore di Radio Maria, ripete ogni anno ai tanti giovani che incontra, ormai disillusi dalla vita già in precoce età. Il libro offre quella spinta ragionevole di fiducia per uscire da questa visione nella quale la secolarizzazione ci ha incastrati.


La mia strada per Maria. Dal Sessantotto alla fede di Gabriele Kuby (Ares 2021)
Che cosa ci fa una sessantottina a Medjugorje? Perché una donna moderna e progressista si sente spinta a cercare qualcosa (o Qualcuno) in luoghi che per il suo ambiente appaiono arretrati e bigotti? L’autrice racconta il suo viaggio interiore ed esteriore scaturito da una profonda crisi esistenziale, che l’ha portata a ritrovarsi in ambienti radicalmente distanti dal suo modo di vivere e di pensare fino a ritrovare se stessa, grazie all'”incontro” con Maria di Nazareth.


Le riduzioni gesuite del Paraguay. Missione, politica, conflitti di Gianpaolo Romanato (Morcelliana 2021)
Uno sguardo storico documentato e affidabile sulle missioni che i gesuiti avviarono in America latina nel 1700, civilizzando ed evangelizzando le violente popolazioni indigene che incontrarono (difendendole anche dai colonizzatori). L’autore, docente di Storia contemporanea e di Storia della chiesa moderna e contemporanea all’Università di Padova, presenta al lettore anche diverse testimonianze di coloro che vissero tale esperienza.


La redazione

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UCCR ritorna il 21 febbraio 2022

Dopo una lunga pausa, il sito web UCCR torna ad aggiornarsi quotidianamente a partire da lunedì prossimo. Una nuova fase di vita.

 

Dopo tre anni di inattività, eccoci di nuovo. UCCR ricomincerà ad aggiornarsi con nuovi articoli e dossier a partire da lunedì 21 febbraio 2022.

Le turbolenze della vita, quelle di tutti (lavoro, studio, famiglia, impegni personali ecc.) ci costrinsero a prendere una pausa, promettendoci di riprendere questa esperienza non appena avremmo potuto.

Beh, quel momento è arrivato e ora abbiamo recuperato le giuste forze ed il tempo necessario per riaprire le porte.

Riprenderemo così, nel nostro piccolo, provando a sostenere la speranza degli uomini, parlando di fede e di ragione con il nostro stile e gli argomenti che ci sono cari.

La promessa è che saremo meno divisivi rispetto al nostro ultimo periodo di attività (nel 2019), non daremo quindi lo stesso peso e spazio a tematiche che hanno generato forti dissidi tra i nostri lettori (ci riferiamo, in particolare, al dibattito su Papa Bergoglio).


Ci sono tante affascinanti sfide culturali che ci aspettano, le stesse che ci hanno appassionato a partire dal lontano 2 febbraio 2011 quando da giovani universitari iniziammo, un po’ ingenuamente (e anche un po’ goliardicamente), a rendere ragione della nostra fede.

E’ commovente aver ricevuto ogni settimana, negli ultimi tre anni, email di amici e lettori che ci chiedevano quando avremmo ricominciato, raccontandoci quanto fosse per loro importante il nostro lavoro (risponderemo a tutti, poco alla volta!). Sapere che molti di essi ci hanno seguito quotidianamente per undici anni è indescrivibile.

E’ soprattutto merito loro che abbiamo voluto ritrovarci e provare a dare vita ad una nuova fase di UCCR. Non garantiamo di farcela ma, glielo dovevamo.

 

                                        Appuntamento dunque al….

                             21 febbraio 2022!



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