Le atrocità della Bibbia, il NYT: “Rinunciamo a Dio”

Atrocità e violenza nella Bibbia. Il venerdì santo sul New York Times la proposta di abbandonare Dio da parte di un ex ebreo ortodosso scandalizzato dalla violenza nell’Antico Testamento. Una lettura fuorviante del testo biblico, che non è un trattato di storia ma un testo che ha uno scopo pedagogico.


 

L’8 aprile 1966, nel venerdì santo di quell’anno, il britannico Times metteva in copertina una domanda audace e diretta: “Dio è morto?”.

A distanza di 56 anni, nel venerdì santo di quest’anno, il New York Times, ha titolato: «In questo tempo di guerra, propongo di rinunciare a Dio». Il tema? Le atrocità e la violenza nella Bibbia.

Si conferma costante negli anni la “generosa” sensibilità del regime mediatico occidentale verso cristiani ed ebrei (il Venerdì santo è il primo giorno di Pasqua del calendario ebraico). L’articolo sul NYT è accompagnato dalla raffigurazione di Dio come un gigante arrabbiato, simile a Godzilla.

 

La violenza nella Bibbia scandalizza l’ex ebreo.

L’autore di questo editoriale è Shalom Auslander, un ex ebreo ortodosso che ha perso la fede rimanendo visibilmente turbato dalla rigida educazione ricevuta in gioventù sul Dio dell’Antico Testamento.

Nel testo, Auslander si riferisce alle atrocità della Bibbia ricordardo la cattiveria di Dio in occasione delle piaghe d’Egitto, le punizioni inflitte agli egizi per non aver liberato gli ebrei dalla schiavitù.

Addirittura sostiene che «le madri che allattavano i loro bambino scoprirono che il loro latte si era trasformato in sangue». Il Libro dell’Esodo non riferisce nulla del genere, ma Auslander ricorda che i rabbini che seguiva gli insegnarono questo questo. E’ vero invece che nel libro si legge che «il Signore percosse ogni primogenito nel paese d’Egitto» (Esodo 12,29-32).

«Se fosse mortale», commenta Auslander, «il Dio degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani verrebbe trascinato all’Aia. Eppure lo lodiamo. Lo emuliamo. Imploriamo i nostri figli a essere come lui».

L’ex ebreo ortodosso compie poi un controverso salto dalla violenza nella Bibbia all’attualità della guerra in Ucraina, delle fosse comuni di Bucha e dei missili sulla popolazione, aggiungendo: «E’ un buon momento per smettere di emulare questo Dio odioso. Forse possiamo smettere di esaltare la sua brutalità. Forse ora è un buon momento per insegnare ai nostri figli a tralasciare Dio, ad essere il più diversi possibile da lui».

Pur risultando davvero arduo per Auslander sostenere che i militari russi stiano “imitando” il Dio biblico (perché non dire niente sulle opere di carità ebree e cristiane a favore degli ucraini?), prendiamo sul serio la sua provocazione.

Il tema della violenza nella Bibbia non è certo nuovo, già alla fine del XIX secolo scandalizzava gli illuministi come Robert Ingersoll, per i quali Yahweh era una Persona selvaggia, ingiusta e terribile. Nel secolo scorso abbiamo visto reincarnare la tesi delle atrocità nella Bibbia nei discorsi dei famosi atei militanti come Bill Maher, Christopher Hitchens e Richard Dawkins.

Non sorprende che un ex ebreo ultra-ortodosso si sia accodato a questa interpretazione tanto letterale quanto scorretta dell’Antico Testamento.

Consigliamo a tal proposito l’ottimo libro del filosofo Paul Copan, docente alla Palm Beach Atlantic University, intitolato per l’appunto: Dio è un mostro morale? Dare un senso al Dio dell’Antico Testamento (Baker Books 2011). Un manuale sulla corretta interpretazione dei passi biblici più controversi.

 

Atrocità nella Bibbia: linguaggio per educare Israele

L’Antico Testamento non è un trattato di storia o di scienza e non deve essere letto in quest’ottica.

I profeti biblici, inspirati da Dio, scrissero successivamente agli eventi di cui narrano spesso utilizzando un linguaggio antico di guerra, punizione e violenza, ben comprensibile ai costumi dell’epoca.

Lo fecero per educare il popolo ebraico al concetto morale che chi ostacola le opere di Dio non si attira senz’altro la sua benedizione. Ad esempio, tramite il racconto delle terribili piaghe d’Egitto, l’obbiettivo dei profeti era insegnare il timore di Dio ai loro contemporanei, anche attraverso immagini cruente come l’uccisione dei primogeniti.

Già nella costituzione Dei Verbum del Concilio Vaticano II, parlando dell’Antico Testamento, si suggerisce che «le parole di Dio, espresse con lingue umane, si son fatte simili al parlare dell’uomo, come già il Verbo dell’eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell’umana natura, si fece simile all’uomo» (DV 28). Dio si rivelò attraverso il linguaggio e la cultura umana del tempo.

Sant’Agostino definiva appunto la Bibbia come «il libro della pazienza di Dio che vuole condurre gli uomini e le donne verso un orizzonte più alto».

Un racconto per immagini e metafore, lo stesso utilizzato da Gesù di Nazareth nelle sue famose parabole (quella del buon Samaritano, della pecorella smarrita, del figlio prodigo ecc.), il cui obbiettivo è un insegnamento morale non la descrizione dettagliata e fedele di eventi storici del passato.

Ovviamente ciò non esclude il rintracciare tratti di storicità (come fa l’archeologia biblica, ad esempio), ad esempio l’esodo degli ebrei dall’Egitto pare essersi effettivamente verificato ma non certo nei numeri raccontati nella Bibbia.

Ma, ancora una volta, il fine di questi racconti è rivelare al popolo eletto la natura di Dio, un Padre spesso geloso che si adira per il bene e la salvezza dei suoi figli. Se a volte, invece, è un padre amorevole, altre è un educatore severo che intende forgiare Israele, “popolo di dura cervice”.

Il card. Carlo Maria Martini spiega infatti che quello biblico è «un Dio che prende per mano il suo popolo, lo corregge, lo educa e lo colloca nuovamente nel suo originario progetto di felicità»1C.M. Martini, Guida alla lettura della Bibbia, San Paolo 1995, p. 14. E ancora: «Dio si era proposto di raggiungere il cuore dell’uomo, inteso come il luogo delle decisioni e delle scelte più impegnative, e in Gesù lo ha raggiunto. È stato un cammino lento e graduale, come dimostra la storia del popolo biblico, ma la gradualità è un tratto squisito della pedagogia di Dio».

 

I brani biblici (dimenticati) contro la violenza

Oltre a questa lenta pedagogia, ben rintracciabile nella Bibbia, occorre ricordare che nell’Antico Testamento a fianco degli insegnamenti duri e scandalosi ai nostri occhi, si condanna e corregge anche la violenza.

Michel Sabbah, patriarca di Gerusalemme, ha raccolto (1.11.1993 e intitolata Leggere e Vivere la Bibbia oggi nel paese della Bibbia.) alcuni esempi in cui Dio rimprovera e respinge re Davide perché ha versato troppo sangue e non gli permette di costruirgli un tempio (cfr. 1 Cr 22,8), ordina di evitare i cattivi che «mangiano il pane dell’empietà e bevono il vino della violenza» (Pr 4,17), condanna esplicitamente il ricorso alla violenza: «La violenza degli empi li travolge, perché rifiutano di praticare la giustizia» (Pr 21,7).

Nel Salmo 62 si legge: «Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina» (Sal 62,11), mentre altri passi biblici condannano con veemenza gli atti violenti commessi dal popolo di Israele: «Non c’è sincerità, né amore del prossimo, né conoscenza di Dio nel paese. Si giura, si mente, si uccide, si ruba, si commette adulterio, si fa strage e si versa sangue su sangue» (Os 4,1-2).

Nel Deuteronomio si ordina di rispettare i diritti degli stranieri e dei poveri e tali precetti vengono ripresi dai profeti: «Maledetto chi sposta i confini del suo prossimo… Maledetto chi lede il diritto del forestiero, dell’orfano, della vedova…» (Dt 27 17-19 cfr. anche Dt 24,17; Ez 22,7; Ger 22,3).

Nel libro dell’Esodo si invita all’equità tra lo straniero ed il cittadino: «Vi sarà una sola legge per il nativo e per il forestiero, che è domiciliato in mezzo a voi» (Es 12,49). E quanto ai diritti di ogni uomo in generale, Geremia dice: «Quando schiacciano sotto i loro piedi tutti i prigionieri del paese, quando falsano i diritti di un uomo in presenza dell’Altissimo, quando fan torto a un altro in una causa, forse non vede il Signore tutto ciò?» (Lam 3,34-36). Isaia respinge la forza materiale: «Non prevarrà l’uomo malgrado la sua forza» (1 Sam 2,9), ma «nell’abbandono confidente sta la vostra forza» (Is 30,15).

Isaia profetizza la figura di Gesù Cristo parlando del «Servo sofferente», cioè colui che è il «Giusto», che «non ha commesso violenza» che «è stato schiacciato per le nostre iniquità» e che «ha consegnato se stesso in espiazione» (Is 53).

Dunque a fianco delle immagini di violenza, nella Bibbia ci sono continui richiami di condanna della violenza. Le prime sono metaforiche, le secondo sono insegnamenti morali.

 

La Bibbia è un testo di pedagogia, non di storia

Ecco, l’Antico Testamento può essere visto come un testo di pedagogia, più che di storia o di scienza.

Lo riferisce sempre il Concilio Vaticano II quando afferma che i libri dell’Antico Testamento «sebbene contengano cose imperfette e caduche, dimostrano tuttavia una vera pedagogia divina» (DV 28).

Mentre il libro della Genesi «vuole mostrare a quale degrado l’uomo giunga quando si allontana da Dio, al punto da non distinguere il bene dal male», spiega il domenicano Angelo Bellon, «la legge del taglione era una prima maniera per respingere la riparazione smodata del male» all’interno di un mondo estremamente vendicativo, qual era il mondo degli ebrei e anche quello delle popolazioni vicine.

Ai tempi dell’Esodo, il popolo di Israele era una popolazione nomade dove ognuno era portato a farsi giustizia da se stesso, spesso in maniera spropositata rispetto all’offesa ricevuta. Così, l’insegnamento del rispondere all’offesa in una maniera proporzionata fu un netto miglioramento morale. La Bibbia di Gerusalemme scrive in una nota che la «legge del taglione, imponendo un castigo uguale al danno causato, tende a limitare gli eccessi della vendetta».

Agli occhi odierni, dopo secoli di cristianesimo, l’“occhio per occhio” appare una legge barbara ma ai tempi si trattò di una pratica più equa rispetto ai costumi in voga. Esattamente come la natura di Dio, spiega Bellon, anche «la rivelazione della legge di Dio è stata progressiva».

Nel libro di Tobia, appare un successivo progresso nell’etica dei rapporti: «Non fare a nessuno ciò che non piace a te» (Tb 4,15).

Infine, nel Nuovo Testamento e con Gesù Cristo, avviene il progresso più rivoluzionario ancora oggi perseguito come massima aspirazione nelle società contemporanee, la legge dell’amore che sostituisce quella del taglione e che invita all’amore per i nemici: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”; ma io vi dico di non opporvi al malvagio… Avete inteso dire che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori» (Mt 5,38.43-44).

 

La Pontificia Commissione biblica nel 2008, nel documento Bibbia e morale, osservò che «Dio entra nel mondo e si rivela sempre di più, si rivolge alle persone e le sfida a capire più profondamente la sua volontà e le abilita a seguirlo sempre più da vicino». I cristiani sono così invitati a decifrare «il messaggio morale dello Antico Testamento definitivamente nella pienezza del contesto del Nuovo Testamento».

Una nota finale di colore.

Nel 2015 perfino il polemista Corrado Augias dimostrò di aver (finalmente) compreso come affrontare le atrocità nella Bibbia scrivendo che «numerose pagine nella Bibbia vanno prese non alla lettera ma come illuminanti -anche se terrificanti- metafore. Vero anche che ai nostri occhi si tratta di episodi che restano intollerabili anche sotto metafora, frutto come sono di una cultura pastorale arcaica» ma «c’è ben altro sotto le somiglianze superficiali con un film dell’orrore».

Autore

La Redazione

39 commenti a Le atrocità della Bibbia, il NYT: “Rinunciamo a Dio”

  • anonimo ha detto:

    I messaggi di Gesù erano rivoluzionari per l’epoca?
    Risposta:NO!

  • PincPall ha detto:

    I messaggi di Gesù erano rivoluzionari per l’epoca?
    Risposta: SI!

    • anonimo ha detto:

      Uhm vediamo:
      “Non fare agli altri ciò che tu non vuoi che venga fatto a te” Confucio V sec a.c.
      “Ama anche il tuo nemico” Stoicismo.
      “Egli è schiavo? No,è uomo!” Epicuro IV sec a.c.
      “Nel mio giardino tutti sono uguali egli altri! Epuciro IV a.c
      “Ama il tuo prossimo e verrai sempre rispettato” Mozi IV sec a.c.

      Posso andare avanti per ore!

      • Jack ha detto:

        Adoro le citazioni senza fonte bibliografica! Ne aggiungo altre se posso!

        “Mi piace la pappa al pomodoro” Seneca I d.c.
        “Gesù non ha inventato nulla” Buddha VI sec a.c.
        “I cristiani mangiano a testa in giù” Zenone di Cizio IV sec a.c
        “Scrivere commenti con il nick anonimo è da fessi” Marco Aurelio I sec d.c.

        Posso andare avanti per giorni!

        • anonimo ha detto:

          “Non fare agli altri ciò che tu non vuoi che venga fatto a te” DIALOGHI/Confucio V sec a.c.
          “Egli è schiavo? No,è uomo!” DE RERUM NATURA (LUCREZIO)Epicuro IV sec a.c.
          “Egli è schiavo? No,è uomo!” DE RERUM NATURA (LUCREZIO)Epicuro IV sec a.c.
          “Ama il tuo prossimo e verrai sempre rispettato” Mozi IV sec a.c.(No è una frase è il concetto dellesue idee)
          Quella dello stoicismo non sono riuscito a rintracciarla,mi ricordo che fu una frase detta da Marco Aurelio tramandata dagli scritti di Seneca.

          Serve altro?

          • Jack ha detto:

            Peccato che hai dovuto modificare ampiamente le tue prime citazioni, mi fa piacere 🙂

            “Amerai il tuo prossimo come te stesso”…prima la spacciavi per citazione di Mozi, ora sarebbe solo “un concetto delle sue idee” che vuol dire tutto e niente. In realtà è una frase che deriva più anticamente dalla Bibbia, in Levitico 19,18, come ogni cristiano sa. Gesù l’ha semplicemente fatta sua e messa in pratica.

            “Egli è schiavo? No, è uomo!”…a parte che Gesù non l’ha mai detto, a dirlo fu Epicuro che è noto possessore di schiavi! Inutile far notare l’incoerenza morale.

            “Non fare agli altri ciò che tu non vuoi che venga fatto a te” deriva da un testo ancora una volta più antico di Confucio, ovvero….il Talmud babilonese (Shabbath 31 a).

            Quindi non ne hai azzeccata una 🙂

            Ora serve dimostrare che Confucio avrebbe detto:

            “Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5,38-48)

            Non solo Gesù inventò l’amore ai nemici, ma lo visse in prima persona. Ma alla fine “non ha inventato nulla” dice l’anonimo del web 😀

            • anonimo ha detto:

              Peccato che la civiltà cinese non sia mai entrata in contatto con il mediterraneo prima del IV secolo a.c. ed erano contatti indiretti,e solo nel XVi secolo ci fu un’intrnsificazione degli scambi.
              Epicuro possessore di schiavi?Si,che poi liberava.

              • Roan83 ha detto:

                Lascio perdere questa piccola polemica con Jack, mi domando solo dove sia il guadagno per la tua non fede nel “depotenziare Gesù” e nel “potenziare Confucio” e tutto ciò che non è cristiano. Sei davvero sicuro che le tue convinzioni esistenziali (qualunque esse siano) si confermino se denigri o attacchi quelle altrui?

                • anonimo ha detto:

                  Non è questione di depotenziare è questiane che quando si dice una sciocchezza in ambito storico-filosofico,io in quanto studioso di storia,ho il dovere di correggere.
                  In generale le figure come Gesù,Maometto,Buddha,Zaratustra,Mani ecc non mi sono mai piaciute.
                  Dire però che Gesù nelVangelo da dei concetti nuovi all’umanità è una mera sciocchezza,poichè si dimostra come quasi nessuno legga i Vangeli e poi mostra una profofonda ignoranza del pensiero filosofico-morale pre cristiano,ma anche quello orientale (spesso poco trattato per il mostro modo di studiare la storia eurocentrista).

                  • Perla Marsilii ha detto:

                    Mi vengono i brividi quando si accostano quei pinco pallini che neanche cito a NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO che è il Dio vivente, mentre loro sono al massimo degli idoli (che noi cristiani aborriamo).

                  • Jack ha detto:

                    La cosa che fa più ridere non è quello che scrivi ma che ti definisci “in quanto studioso di storia”.

                    Il tuo anonimato dice molto, tantissimo 😉

                    PS
                    Ovviamente sto scrivendo in quanto studioso di lingua e letteratura aramaica.

                  • Jack ha detto:

                    Dire però che Gesù nel Vangelo da dei concetti nuovi all’umanità è una mera sciocchezza

                    Ma ancora non hai dimostrato che quanto disse non era una novità. Perché al posto di ripeterlo non lo dimostri, essendo tu uno “studioso di storia”?

                    Le quattro citazioni (sbagliate) che hai postato sopra sono già state confutate, hai altro materiale utile?

                    • anonimo ha detto:

                      Scusa su che basi dice che quelle citazioni sono sbagliate?
                      E secondo prenditi un qualsivoglia libro librodi fisolofia antica,e poi torni da me.

      • Simone B. ha detto:

        E con ciò? Cos’hai scoperto l’acqua calda? E comunque cosa c’è di male se Gesù ha riproposto degli insegnamenti che già esistevano? Sembra quasi dire che “Questi insegnamenti vanno bene e lo confermo anche Io” (ad esempio anche “Ama il prossimo tuo come te stesso” non l’ha inventato lui, ma c’è nel Levitico), in più ha aggiunto insegnamenti inediti propri suoi…

  • Giuseppe ha detto:

    Alcune precisazioni: la legge del taglione, che effettivamente serviva a contenere le vendette ed era un progresso, non appartiene alla Bbbia, ma, nella sua versione più antica, era stata già espressa nel codice Hammurabi e in altre civilità, senza rivelazioni divine!

    Allo stesso modo l’etica della reciprocità non appartiene nè a Gesù nè alla Bibbia prima di lui, ma alla filosofia greca espressa con Talete, Pittaco e altri e si ritrova in antichità in quasi tutti i continenti, perfino in Cina anche qui senza bisogno di profeti.

    Va inoltre precisato che Yahwe non si rivolge all’Umanità ma solo agli ebrei e il messia è la figura di riscatto del popolo ebraico. Yahwe è il Dio degli eserciti d’Israele pertanto la guerra è perfettamente coerente con la natura di quel Dio. E’ invece del tutto fuori luogo l’immagine del Dio amorevole e misericordioso.
    Yahwe è la divinità che eleva alla gloria Israele non l’Umanità, così come il Ragnarock è il paradiso dei guerrieri vichinghi, non di quello dei Romani!

    • anonimo ha detto:

      Ho finalmente uno che riconoceche Gesù non ha inventato niente di nuovo.

      • Jack ha detto:

        Accidenti anonimo, siamo allora tutti vittime del grande complotto cristiano.

        E grazie a Giuseppe per le precisazioni senza fonti, utilissime direi!

        Siete passati dal “Gesù non è mai esistito” al “Gesù non ha inventato nulla”. Non male come progresso 🙂

    • Rick ha detto:

      “Allo stesso modo l’etica della reciprocità non appartiene nè a Gesù nè alla Bibbia prima di lui, ma alla filosofia greca espressa con Talete, Pittaco e altri e si ritrova in antichità in quasi tutti i continenti, perfino in Cina anche qui senza bisogno di profeti.” Ma il fatto che certi filosofi e pensatori in varie epoche abbiano espresso concetti simili a quelli espressi da Gesù non c’entra proprio nulla perché un conto sono qualche frase e pensiero scritti su manoscritti come puro esercizio intellettuale per lo studio di una società migliore, un altro è la predicazione di una vita nuova che vada vissuta secondo quei principi e molti altri, in funzione non solo di una società più giusta in questo mondo ma anche in vista di ciò che ci aspetta dopo la morte. Sono due cose talmente diverse che sarebbe come paragonare la matematica dei popoli pre colombiani alla nostra: la loro non era mica errata, solo che non aveva avuto lo stesso sviluppo della nostra.
      “Va inoltre precisato che Yahwe non si rivolge all’Umanità ma solo agli ebrei e il messia è la figura di riscatto del popolo ebraico. Yahwe è il Dio degli eserciti d’Israele pertanto la guerra è perfettamente coerente con la natura di quel Dio. E’ invece del tutto fuori luogo l’immagine del Dio amorevole e misericordioso.” Siccome chi ha scritto i testi biblici lo ha fatto molto tempo dopo che i fatti narrati fossero avvenuti, io ho sempre visto in essi il tentativo non solo di celebrare e magnificare il popolo d’Israele, ma anche di rendere unico il rapporto con Dio, che diventava il guardiano protettore di Israele, come dicono alcuni salmi. Ma la predicazione di Gesù rovescia questo rapporto esclusivo di Israele con Dio, mostrando l’universalità dell’amore di Dio. E questa è anche una delle ragioni per cui gli ebrei, ieri come oggi, non riconobbero Gesù come il Messia, perché per loro era una figura che avrebbe dovuto guidare Israele alla vittoria militare contro i Romani, in modo da poter riconquistare la propria libertà, una libertà ben diversa da quella che predicava Gesù, quella dal peccato.

      • Giuseppe ha detto:

        I concetti espressi dalla filosofia classica e da tanti altri pensatori in altri Paesi non sono affatto un “puro esercizio intellettuale” ma insegnamenti concreti che venivano praticati nella vita di tutti i giorni.

        L’espressione “nuova vita” è un giudizio inutilmente enfatico che non cambia nulla.

        Gesù ha praticato il fanatismo religioso per ottenere il potere spirituale sugli ebrei.

        La Bibbia è considerata verità Rivelata, Parola di Dio infallibile, se dici che chi ha scritto la Bibbia voleva magnificare Israele allora stai negando la validità della Scrittura.

        Gesù non rovescia niente, conferma la legge mosaica N volte e non ha mai inteso rivolgersi ad altri che non agli ebrei, anzi..
        ordina espressamente di seguire i precetti ebraici.

        • Rick ha detto:

          Mi spiace ma non sai di cosa parli: parli di fanatismo e non sai cosa significhi visto che lo applichi a Gesù, parli di un Gesù che voleva ottenere il potere spirituale, ma poi ti contraddici dicendo che non ha cambiato nulla rispetto alla legge ebraica, dici che Gesù si rivolse solo agli ebrei dimenticando l’episodio del centurione. Infine se parli di Bibbia come verità rivelata dimostri di non sapere nemmeno le basi della teologia, che cosa significa “ispirato da Dio”, gli studi storici e filologici compiuti sulla Bibbia. Insomma nulla.

  • Giuseppe ha detto:

    C’è un uso arbitrario della parola “metafora“, il cui criterio di utilizzo pare essere finalizzato solo alla giustificazione di ogni contraddizione.

    Cosa significa di preciso “ostacolare le opere di Dio”, potete fare un esempio?

    Secondo la pedagogia biblica e cristiana, se il popolo d’Isreale va educato come uno sterminatore, gli altri popoli dovevano lasciarsi massacrare o avevano diritto a reagire contro gli ebrei?

    Se il testo fosse metaforico non sarebbe più una “rivelazione”, ma sopratutto come mai Dio non è mai intervenuto per fermare i genocidi compiuti in suo nome?

    I Madianiti stavano ostacolando le opere di Dio in che modo, potete spiegarlo? E il loro sterminio quale metafora sarebbe, oppure è un evento storico?

  • Alx ha detto:

    «Ex ebreo ortodosso scandalizzato dalla violenza nell’ Antico Testamento».
    Non ci voleva molto, bastava ragionarci un po’.

  • Laura ha detto:

    Grazie per l’articolo, chiarimenti molto opportuni-

  • Lorenzo ha detto:

    Cerchiamo di essere precisi.
    In riferimento ai comportamenti di cui ai detti di Confucio ed Epicuro, Gesù ha detto: Che cosa c’è di strano? E’ quello che fanno anche i pagani.
    In questo modo confermando di conoscere benissimo questi detti e di non ritenerli innovativi.
    Ma poi ha continuato: Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
    E soprattutto: Io vi dico, amate i vostri nemici.
    Ecco la rivoluzione.
    Dall’atteggiamento passivo dei pensatori antichi, al comportamento attivo del cristianesimo .
    Dall’amore per un generico altro, all’amore per chi ci odia.
    La rivoluzione più grande che sia mai stata compiuta e che purtroppo siamo ancora lontanissimi da realizzare.

    • Roan83 ha detto:

      Grazie Lorenzo, poche parole ma chiare.

    • Giuseppe ha detto:

      “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” è ancora una volta l’etica della reciprocità e non è stato Gesu a portare tali concetti.

      Come insegna la storia e la guerra che stiamo vivendo con la Russia, amare i nemici non è una rivoluzione ma una stupidaggine,
      i nemici vanno sconfitti quando sono una minaccia per la pace e per la convivenza civile e chi commette un reato va punito.
      Quello che va ripudiato è il rancore e la vendetta.

      Inoltre è Gesù stesso a non amare i suoi nemici quando a più riprese promette di portare la spada e non la pace a chi è contro di lui, di dividere le famiglie, condanna quelli che non gli credono (con buona pace della liberta di pensiero e di religione), condanna all’inferno le città che non accolgono i discepoli ecc.

      Gesù dice altre cose molto gravi come arrendersi ai malvagi, lasciarsi umiliare in tutti i modi ma solo per concludere che la giustizia si deve cercare dopo morti e non quando si è in vita.

      Amare i necmici è un’estremizzazione del tentativo di organizzare una società di indifesi, composta da un gregge di pecore, inermi sia fisicamente che intellettivamente per essere dominati senza alcun rischio.

      Non c’è nulla di innovativo nel tentativo di creare una setta di seguaci addomesticati.

      • Perla Marsilii ha detto:

        ” è Gesù stesso a non amare i suoi nemici quando a più riprese promette di portare la spada e non la pace a chi è contro di lui, di dividere le famiglie, condanna quelli che non gli credono (con buona pace della liberta di pensiero e di religione), condanna all’inferno le città che non accolgono i discepoli ecc.”

        Si chiama GIUSTIZIA.

        • Perla Marsilii ha detto:

          Stai parlando del buddismo, dell’ ateismo e dell’ islam, vero?

          • Perla Marsilii ha detto:

            E aggiungo che noi adoriamo un Dio che fa rispettare se stesso, i suoi comandamenti e i più deboli.

            • Maria ha detto:

              .. massacrando chiunque non vuole sottomettersi, bambini compresi e senza rispettare gli altri usando il braccio armato del suo clero, che coincide con quello stesso dio.

              E’ questo che bisogna far capire all’opinione pubblica, la vostra pericolosità sociale come lupi vestiti da agnelli.

              • Perla Marsilii ha detto:

                Mi saluti il PD che ha cercato invano di aiutarla a rispondere!

              • Antonio Guado ha detto:

                Ma tu ti chiami Giuseppe o Maria? Perché siete la stessa persona, manca solo che scrivi un messaggio firmandoti “Gesù”, così hai completato il presepe 😀

      • Jack ha detto:

        amare i nemici non è una rivoluzione ma una stupidaggine

        E se lo dice Giuseppe… 😀

  • Giorgio ha detto:

    Condivido il contenuto dell’articolo ma ho qualche riserva sul titolo. Scrivere che il New York Times vuole “rinunciare” a Dio, sia pure fra virgolette, rischia di fare passare come una decisione aziendale quella che è la presa di posizione di un editorialista. Lo so, gli articoli vanno sempre letti per intero, purtroppo Internet è il regno del “mordi e fuggi”…buona giornata e buon lavoro.