Sofia Goggia: «No trans vs donne». La gogna LGBT fa cilecca

L’atleta azzurra Sofia Goggia contro i trans negli sport femminili e la difesa delle donne. Il movimento Lgbtq+ mette in moto la collaudata campagna diffamatoria sui social che costringe prevedibilmente l’atleta alle scuse, ma i post più condivisi sono quelli in sostegno della sciatrice. Soprattutto da parte di donne.


 

Tre volte campionessa del mondo di discesa, l’azzurra Sofia Goggia è diventata la nuova Guido Barilla.

Nel 2013, infatti, Barilla, presidente della nota multinazionale, affermò in un’intervista che gli spot Barilla sono orientati verso «la famiglia tradizionale. Non è per mancanza di rispetto agli omossessuali, ma perché non la penso come loro e penso che la famiglia a cui ci rivolgiamo noi è una famiglia classica».

La lobby LGBTQ+ fece partire la solita campagna di diffamazione, chiedendo il boicottaggio della Barilla, con al seguito lo schieramento mediatico al completo.

Il povero Guido dovette umiliarsi pubblicamente, i marchi concorrenti ne approfittarono per avviare campagne inclusive e Barilla fu costretta a colorarsi d’arcobaleno. In due anni è diventata una delle principali imprese gay-friendly italiane.

 

Sofia Goggia contro i trans: l’intervista

Nei giorni scorsi lo spettacolo si è ripetuto con la sciatrice Sofia Goggi.

Alla (assurda) domanda se ci fossero omosessuali tra gli atleti, in un’intervista al Corriere, ha risposto: «Tra le donne qualcuna sì. Tra gli uomini direi di no. Devono gettarsi giù dalla Streif di Kitz…».

In una seconda domanda, relativa alla presenza dei transgender nelle categorie sportive femminili, ha risposto: «A livello di sport, un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più. Non credo allora che sia giusto».

Le polemiche social contro Sofia Goggia si sono soffermate quasi esclusivamente sulla prima affermazione, al momento non risultano post di successo critici sulla seconda.

L’atleta, come già fece Guido Barilla, ha dovuto scusarsi per la sua opinione e piazzare un bell’arcobaleno nel tweet. Al momento non pare ancora voler intraprendere la completa rieducazione morale diventando portabandiera Lgbt alle prossime Olimpiadi.

 

Trans e sport, perché Sofia Goggia ha ragione.

Rispetto alla prima risposta, nonostante la condivisibile difesa di Luigi Mascheroni su Il Giornale, può essere comprensibile la polemica, ma è evidente che l’atleta azzurra stia scherzando sugli stereotipi.

E’ moralmente riprovevole farlo? Non più dei commentatori Lgbt che ogni giorno scherzano sull’omosessualità latente dei senatori pro-life o dell’obesitàdi Mario Adinolfi.

Occorre anche ricordare che sono gli stessi partecipanti dei Gay Pride che mantengono alto lo stereotipo dell’omosessuale iper-effemminato, lo stesso stilista Giorgio Armani chiede da anni: «Non vestitevi da omosessuali, un uomo deve essere un uomo».

La seconda risposta di Sofia invece risulta assolutamente condivisibile e, d’altra parte, sono ormai quasi 20 gli Stati americani che negli ultimi quattro mesi hanno emanato leggi federali per vietare ai transessuali di gareggiare negli sport femminili.

Tra gli ultimi ad attivarsi anche la Florida con la legge falsamente definita dai critici Don’t say gay, la quale però ha trovato il consenso del 61% degli elettori statunitensi contro il solo 26% di contrari.

Dopo il caso di Lia Thomas, mediocre nuotatore trans che ha infranto ogni record da quando ha potuto gareggiare contro le donne, centinaia di sportive, medici dello sport e femministe hanno contrastato apertamente l’ultima deriva dell’inclusivismo radicale, che come al solito finisce per discriminare le donne.

 

L’odio LGBT non colpisce: i tweet sono a favore.

Molti quotidiani hanno stigmatizzato la diffamazione social ai danni della Goggia, parlando di “massacro” e prendendo le difese dell’azzurra. Uno dei più condivisi è stato l’articolo di Hoara Borselli.

Eppure almeno su Twitter, come ci è stato fatto notare, la coordinatissima gogna Lgbt sembra aver fatto cilecca questa volta, lasciando il campo agli innumerevoli post a sostegno di Sofia (soprattutto di donne ed atlete), che risultano essere i più apprezzati e condivisi.

Ecco una breve carrellata dei tweet più condivisi:

 
La redazione