L’UE punisce i profughi ucraini in nome dell’agenda LGBTQ+

I burocrati europei impongono pesanti restrizioni economiche a Polonia ed Ungheria per aver rifiutato l’agenda Lgbt. Si tratta però dei paesi che hanno accolto finora più profughi ucraini e che necessiterebbero di aiuto economico. Non di punizioni morali ed economiche.


 

Secondo le Nazioni Unite, già 1,3 milioni di profughi ucraini sono stati accolte in Polonia e 203.000 Ungheria. L’esodo sembra è aumentato dopo l’orrore delle fosse comuni di Bucha.

Ebbene, invece di aiutarli, il Parlamento europeo ha deciso di sostenere sanzioni economiche nei confronti di entrambi i Paesi per non essersi sottomessi ai dettami ideologici LGBTQ+ dominanti.

L’anno scorso, infatti, l’Ungheria ha adottato una legge che vieta la promozione ai bambini di informazioni sul gender e sull’identità di genere, esattamente come è stato deciso all’unanimità, poche settimane fa in Florida.

In Polonia, invece, negli ultimi anni, quasi 100 comuni hanno adottato risoluzioni che definiscono il matrimonio come l’unione di un uomo e una donna e la Corte suprema ha vietato l’interruzione di gravidanza (salvo in caso di incesto, stupro o pericolo per la vita della madre) ritenendola affiliata all’eugenetica.

 

L’UE danneggia i profughi ucraini accolti da Polonia e Ungheria.

Così, con 478 voti favorevoli, 155 contrari e 29 astenuti, infatti, i parlamentari europei hanno varato restrizioni economiche che si ripercuoteranno a breve anche sui tanti profughi ucraini che stanno cercando di ricostruire la loro vita nei Paesi che gli hanno generosamente accolti.

E’ curioso che tra i gruppi europei che hanno approvato la scure contro Polonia ed Ungheria, oltra alla maggioranza del PPE (Partito Popolare Europeo), vi sono anche i Socialisti Europei ed i Verdi, gli stessi che lo scorso anno si sono opposti ad una risoluzione che condannava la repressione comunista a Cuba.

Anche la Sinistra Unitaria Europea ha approvato le sanzioni economiche, nonostante al suo interno ospiti partiti spagnoli come Izquierda Unida e EH Bilbu che si sono rifiutati di condannare l’invasione russa dell’Ucraina (capeggiati dai comunisti Miguel Urbán Crespo, Manuel Pineda Marín e Sira Rego).

Non si possono non condividere in questo caso le parole di Santiago Abascal, leader del partito spagnolo Vox, quando denuncia che «Bruxelles intende accoltellare nuovamente la Polonia, il paese più solidale con l’Ucraina nell’intera Ue. Farlo in questo momento, quando ospita più di un milione di profughi, passa da miserabile a criminale».

Anche il Center for Family & Human Rights ha dichiarato: «Gli stati dell’Europa centrale a corto di liquidità, Polonia e Ungheria, hanno chiesto alla Commissione europea di intervenire in loro favore per ricevere quasi 45 miliardi di dollari di assistenza attualmente trattenuta perché non hanno opinioni liberali su omosessualità e transgenderismo. Ciò sta accadendo anche se Polonia e Ungheria stanno sopportando il peso maggiore del primo impatto dei profughi ucraini».

 

Costituzione ucraina riconosce solo matrimonio naturale.

E’ pur vero che l’interruzione di gravidanza in Ucraina è più liberalizzata rispetto a Polonia ed Ungheria, essendo ancora immutata la legislatura imposta dall’Unione Sovietica (Germania nazista e Unione Sovietica furono i primi paesi al mondo a varare leggi a favore dell’aborto).

Nessuno però ricordi ai burocrati europei che nel 2009 l’Ucraina negò la richiesta di Elton John e compagno di adottare un bimbo, indirizzando il piccolo ad una coppia di marito e moglie.

Ancora più grave, agli occhi della Commissione europea, quel che osa dire la Costituzione ucraina.

Tramite l’articolo 51 ritiene infatti che il matrimonio «si basa sul libero consenso di una donna e di un uomo. Ciascuno dei coniugi ha uguali diritti e doveri nel matrimonio e nella famiglia. La famiglia, l’infanzia, la maternità e la paternità sono sotto la tutela dello Stato».

Una totale ed intollerabile violazione dell’agenda Lgbt che la Commissione Europea sicuramente punirà, prima o poi. Aspetteranno solo che la guerra finisca?

La redazione

2 commenti a L’UE punisce i profughi ucraini in nome dell’agenda LGBTQ+

  • Daniele ha detto:

    Ma la questione LGBT non c’entra niente con i profughi Ucraini. Dal titolo sembrava che Polonia e Ungheria fossero stati puniti per aver ospitato profughi ucraini. In effetti bisogna sottolineare che ospitano solo Ucraini ma non hanno ospitato siriani e africani .. Perché?

    • Jack ha detto:

      Il fatto che non abbiano accolto “siriani e africani” (andrebbe dimostrato e andrebbero viste le ragioni) non dice nulla sul fatto che stiano ora accogliendo gli ucraini e che l’UE li stia penalizzando economicamente.